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Autore: xwannabewriter    31/03/2012    1 recensioni
Veronica ha 15 anni, è una ragazza come tante ed inizia il Liceo Classico.
Da sempre ama la musica e ha un piccolo grande cruccio: l'autostima, che è, infatti, all'altezza di 2 cm da terra. Si nasconde dai ragazzi e non si mostra particolarmente socievole, e quando, pur di inseguire il sogno di diventare Qualcuno, compie il coraggioso atto di iscriversi al Classico -liceo pieno di snob e ragazzi strafottenti, per lei- fa la conoscenza di Alessandro che, forse, le farà cambiare idea su molti aspetti.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-          Capitolo decimo –

 
Tremolo leggermente.
L’idea di accogliere a casa mia tutta quella gente inizia a preoccuparmi. Ma ormai è tardi per tirarsi indietro, penso, ormai ho invitato le persone e fra un quarto d’ora dovrebbero iniziare ad arrivare.
Controllo per l’ennesima volta il rinfresco. Il tavolo della cucina era ricoperto da una tela color crema, sopra vi stavano molteplici vassoi con patatine, pizzette e cose varie.
Nel pomeriggio ero stata rintanata in casa per preparare tutto alla perfezione. Ho anche acceso il computer, andando ad ascoltare ‘My Heart Will Go One’. Mi maledico con tutto il mio disprezzo per averlo fatto. E’ una di quelle canzoni che ti entra dentro, fino al cuore, una di quelle a cui non puoi, non devi, fare a meno di pensare. Pensare al significato, intendo.
Titanic.
Nave affondata.
Jack.
Rose.
Oddio, basta! Ci sto ancora pensando, ecco che succede quando ti fai troppo trasportare. Ma che ci vuoi fare, se sei una tipa strana?
Faccio un sorrisino sbilenco, sedendomi silenziosamente nella poltrona del salotto. Mi tolgo le scarpe col tacco –che tanto Letizia si è raccomandata di farmi indossare- e prendo ancora una volta il pc dal tavolino in cristallo –a proposito, come ci è finito li il mio pc? Devo nasconderlo dagli invitati, dopo, altrimenti rischio che mi sbircino tutto- e vado ancora una volta ad ascoltare la canzone.
Una leggera lacrima sobbalza fuori dal mio occhio sinistro, mentre ringrazio il cielo per essermi truccata poco.
La prima volta che ho visto il film è stato circa cinque anni fa. Ero a casa. In certe scene, ricordo, giravo sempre canale. Come quella di Cal quando tentò di uccidere Jack con la pistola. Non ho voluto cambiare canale, però, nelle ultime scene –le più tristi- quando Jack stava morendo e hanno fatto vedere la Rose anziana che, in un fremore della voce, ha detto tutto d’un fiato ‘Non ho foto di Jack. Non ho mai detto a nessuno della sua esistenza. Nemmeno a tuo padre. Lo conservo nel mio cuore.’.
Probabilmente il più bel film di sempre. Anche io spero di trovare un ragazzo così, e forse è per questo che sono così diffidente da loro. Perché so che non sono quelli giusti. Troppe volte ne ho avuto la prova.
I ragazzi sono tutti stronzi, almeno quelli di adesso.
Quelli “dell’epoca Titanic” erano dei veri gentiluomini.
Baciamano, fiori, cioccolatini … E tanto rispetto. E’ questo che manca più di tutto.
Ho guardato spesso i film anni ’80 e anche lì c’erano questi ragazzi gentili e innamorati che non pensavano solo al sedere e al decolté. Voglio John Cusack con un boom box fuori dalla mia finestra, voglio andarmene su un taglia erba con Patrick Dempsey, voglio Jake di "Un compleanno da ricordare" che mi aspetta fuori dalla chiesa, voglio Judd Nelson che alza il pugno al cielo perché sa di avermi conquistata! Vorrei che la mia vita fosse come quella di un film anni ’80. Ma non è così. Siamo avanti, nel tempo, eppure così privi di emozioni vere.
Guardo l’orologio.
Meno di cinque minuti e la casa diventerà stracolma. Non nascondo di avere … beh, si, paura.
Raggiungo l’uscio della mia camera, attraversandolo e appoggiando il mio portatile sopra la scrivania. Poi esco e chiudo a chiave, come ho già chiuso la camera dei miei, quella per gli ospiti e il ripostiglio.
Il bagno naturalmente è aperto.
Scendo rapidamente le scale e il campanello tintinna. Aiuto! Le mani iniziano a sudarmi; metto rapidamente le scarpe e sistemo il tappeto, con  qualche grinza di troppo per i miei gusti. Poi mi dirigo alla porta d’ingresso.
Fuori ci sono già Letizia, Carolina, Giacomo, Samuele e tanti altri. Ma non Alessandro.
“Ciao! Entrate entrate …”
Spunto dalla lista i loro nomi mentre uno ad uno si lasciano la porta alle spalle, addentrandosi nella casa. Il sistema per la musica lo avevo trovato in mansarda, quattro mega casse capaci di sparare musica a tutto volume! Accendo e metto un remix genere locale. Così intanto si divertono.
Ritorno alla porta d’ingresso aspettando che qualcuno suoni. Dopo pochi secondi ecco che entrano Lorenzo e la sua fidanzata Camilla, accompagnati da altre ragazze e ragazzi della scuola. Si, è proprio una festa in piena regola, penso, mentre li saluto.
Sei bellissima stasera!” mi sussurra Camilla
“Grazie, anche tu! Che il divertimento abbia inizio!”
Dopo pochi secondi mi si avvicina Letizia.
Ti avevo detto che eri splendida così!
“Grazie cara, anche tu!” le scocco un occhiolino “… senti ma, sai dov’è Alessandro percaso?”
L’ho sentito questo pomeriggio. Aveva una partita di calcio, arriverà tra mezz’ora.”
“Perché non me l’ha detto?”
Dovrebbe interessarti? Oh, aspetta! Ti piace?”
“Ma no, i ragazzi …”
Sono tutti stronzi, lo so come la pensi ma che diamine, vivi e divertiti! Voglio dire, non pensare solo al ‘per sempre vissero tutti felici e contenti’” Detto ciò la mia amica si allontana iniziando a ballare scatenandosi. Ciò che ha detto lì per lì, buttandola sul semplice, mi ha fatto venire mal di stomaco. Come se ci fosse un masso sopra. E’ vero? Dovrei pensare solo a divertirmi e meno al ‘per sempre’ ? E’ difficile cambiare da un momento all’altro. Ma è in momenti così che ti rendi conto che solo tu sei padrone delle tue scelte, e responsabile delle conseguenze, soprattutto. Mi guardo intorno, il salotto è pieno di ragazze e ragazzi che ballano e si scambiano effusioni, ed io sto alla porta come una cretina imbambolata. La musica rimbomba, mi gira la testa. Ho la nausea. Ho sbagliato tutto. Dal primo momento. Ho sbagliato? Io ho sbagliato? Ho bisogno di un po’ d’acqua. Mi avvicino al tavolo del rinfresco e verso in un bicchiere un po’ d’acqua. E’ fredda, ma riesce apparentemente a calmarmi.
Il campanello squilla, ancora. Barcollando mi ci avvicino.
Ciao!” Mi accorgo che Alessandro è già arrivato ed è li, fuori dalla porta a guardarmi storto
“Ciao …”
Stai bene?
“Si, ho solo un po’ di mal di testa, sai, la musica.” “Entra, entra.” Dico dopo una pausa di pochi secondi.
Lo faccio accomodare e, non sapendo che altro aggiungere, mi giro e ritorno al tavolo del rinfresco, con l’intenzione di chiacchierare con Letizia. Mi blocca con il braccio. Mi giro.
“Che c’è?”
Devo … parlarti.”
“Devo preoccuparmi?” evita il mio sguardo
No, non credo, spero.”
“Ehm, ok. Vieni.”
Sono nella confusione più totale. C’è musica a tutto volume e non posso interrompere tutto solo perché mi deve dire qualcosa. Sono preoccupata. Decido di portarlo nella mia stanza, è l’unico posto abbastanza tranquillo in tutta la casa.
Appena varcata la soglia, mi siedo nel mio puffo e aspetto che dica qualcosa, ma non spiccica parola.
“Che c’è Alessandro?” nella mia voce una nota di impazienza
Veronica, tu … mi piaci. Dal primo momento che ti ho vista. Ho sempre pensato che tu fossi bellissima e sono sicuro che anche se sei così, così diffidente con i ragazzi, beh … è, è solo una copertura, secondo me. Non odi tutti davvero, hai solo paura. E stasera sei splendida, a proposito. Ti va di uscire con me?”


  
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