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Autore: masa18    02/04/2012    1 recensioni
gli anni 80,gli anni dei miti, gli indimenticabili. un intreccio di amore. musica e molto altro che vi riporterranno a gustare il sapore di quegli anni fantastici
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! questa è la prima storia che pubblico da sola quindi perdonatemi se commetto qualche errore di pubblicazione perchè non sono molto esperta XD sono contenta di averla finalmente pubblicata a ringrazio GiulyBu per avermi detto prima cosa ne pensasse. spero che vi piaccia e che la seguiate con piacere.

P.S. non so ancora con certezza ogni quanto pubblicherò perchè sono molto impegnata con la scuola e con la pallavolo però di sicuro mi darò da fare:)
adesso vi lascio al primo capitolo, sono ansiosa di sapere cosa ne pensate:) ciao ciao
!



La nuova canzone dei Bee Gees era in testa alle classifiche da settimane e lui non riusciva a smettere di ascoltarla, il suo ritmo lo incantava; d’altronde doveva pur esserci un motivo se la canzone aveva avuto tanto successo. La radio che trasmetteva Tragedy aveva il volume al massimo e era sicuro che anche i preti potessero sentirla. Ma quel giorno proprio non riusciva a concentrarsi sulle parole, era talmente distratto che non si era neanche accorto che era già arrivata al ritornello. D’altro canto in quel momento le orecchie, ma soprattutto la mente, erano impegnate in qualcos’altro. Il suo migliore amico, Marco, era seduto accanto a lui al bar della parrocchia e cercava di spiegargli da più di una manciata di minuti una teoria che, a quanto sembrava, stava elaborando da molto.

" cavolo mat, è da un mese che te lo dico ormai: quella ti spoglia con gli occhi! Guardala attentamente quando entra: prima ti fa una radiografia da testa a piedi e poi ti fissa per una buona ventina di minuti aspettando che tu ti giri o le lanci un segnale. Dai cogli l’occasione!"

" ma quante volte te lo devo dire che non me ne interessa niente di Anna? È la tipica ochetta che crede di poter comprare il mondo solo perché ha un po’ di soldi e con me non attacca"

" certo allora con chi vorresti provarci scusa? Mi sembra che tu sia spesso attirato da quel gruppo di ochette, come le chiami tu. Non le vedi? Non aspettano altro che ricevere un po’ di attenzione! Accontentale no?"

"allora facciamo così visto che rompi tanto: oggi stesso cercherò di attaccare bottone con la prima che entra in bar va bene? Scommettiamo che riesco a mettermi insieme a lei prima di te?"

" eccolo il mio ragazzo finalmente! È così che si ragiona caro mio. Diamo inizio alle feste allora"

E si strinsero la mano contenti , come due bambini che ricevono un regalo inaspettato. Per un po’ di tempo la loro maggiore preoccupazione sarebbe stata questa e avrebbero messo in secondo piano le loro animate partite di calcio.

Però la smorfia che spuntò sul loro viso quando videro la ragazza destinata alla loro scommessa non fu proprio una tipica espressione di felicità.

Non aveva mai preteso di essere bella e, nonostante sapesse che in molti la osservavano ammirati, e parecchie volte le era capito di girarsi e trovare un ragazzo incantato a fissarla, non riusciva a capire che cosa ci trovassero gli altri in lei. Con un fisico asciutto, senza troppe curve, e un viso aggraziato, nel complesso si poteva comunque definire ben proporzionata. Forse l’unica eccezione erano le sue labbra, rosse e formose, ma non credeva fosse tutto ciò ad attirare l’attenzione dei ragazzi e a spingere le sue coetanee a definirla bella. Si era sempre considerata normale. Niente di più niente di meno.

Ciò però che comprendeva ancora di meno era l’atteggiamento dei ragazzi nei suoi confronti: quei taciti segnali che in molti le lanciavano non venivano mai concretizzati e così lei era l’unica ragazza del suo gruppo che con i maschi non andava molto d’accordo. Non le dispiaceva distinguersi dalla massa, però questa nuova situazione cominciava ad irritarla e da qualche giorno aveva deciso che avrebbe cambiato atteggiamento nei confronti del sesso opposto.

Poche ore prima, al momento del suo risveglio, si era posta un obiettivo: quel giorno avrebbe rigirato le carte a suo favore e nel giro di poco tempo si sarebbe trovata un ragazzo. Cavolo, lei era Alyssa Argenti, non poteva lasciar calpestare la sua autostima troppo a lungo, altrimenti sapeva come sarebbe andata a finire.

L’ultima volta che aveva accettato una situazione subendola, si era ritrovata sola e senza amici; era uscita da quel periodo nero solo grazie alle ragazze: alle superiori aveva fatto nuove amicizie e un po’ alla volta, tirando fuori il carattere era riuscita a costruirsi una nuova reputazione, colpendo con la sua voglia di vivere e la sua gioia, anche le sue attuali amiche che non avevano esitata ad accoglierla nel gruppo, e nel giro di pochissimo tempo si era ritrovata tra le più popolari della scuola, le cosiddette belle e dannate. Purtroppo lei non si sentiva né una cosa né l’altra. Inoltre i ragazzi le stavano alla larga e doveva porre un freno a tutto ciò. Così con un piccolo esame di coscienza aveva ammesso di avere la colpa di questa condizione e aveva deciso di aprirsi un po’, calando la muraglia cinese che aveva eretto in torno a sé poco tempo prima.

Entrando in bar buttò un occhio per vedere se le ragazze fossero già arrivate, quella mattina era incredibilmente in anticipo e non aveva voglia di starsene da sola. Cambiò però improvvisamente idea quando vide che le uniche due persone già sedute al grande tavolo erano Matteo Mancini e il suo cagnolino Marco Corsi. Lei era sempre andata d’accordo con tutti, però quei due ragazzi proprio non li poteva vedere. D’altronde era proprio per colpa loro se lei aveva perso tutte le sue sicurezze e per un anno intero aveva deciso di rimanere segregata in casa evitando il maggior possibile il contatto con i suoi coetanei. Erano i tipici ragazzi strafottenti allo stile sesso droga e rock and roll, e stranamente avevano un particolare ascendente su tutte le ragazze del quartiere che quindi si divertivano a trattare come delle bamboline. E quelle povere illuse al minimo schiocco di dita si prostravano ai loro piedi. Se c’era una cosa di cui era certa era che con loro non avrebbe mai avuto rapporti di nessun tipo, per tacito accordo si limitavano a muovere il capo come forma di saluto, ma anche questo solo in casi eccezionale.

Purtroppo, per una strana ragione, quella mattina Matteo aveva voglia di infrangere le regole e si avvicinò alla sua sedia guardandola con aria superiore. Per un primo momento fece finta di non averlo visto arrivare e ignorò i suoi sguardi silenziosi mettendosi a frugare all’interno della borsetta. Ma ad un certo punto non resse più e, infastidita, alzò la testa per rivolgergli la parola:

" che vuoi Mancini? Hai già voglia di rompere?"

"ehi ehi! Come mai così aggressiva di prima mattina? Mica ti ho morso!"

" ti sbagli l’hai fatto, tanti anni fa ancora"

" ancora con questa storia Argenti? Sei una che porta rancore insomma. Scusa volevo solo proporti una cosa ma fa niente. Resta pure nella tua aggressività"

Aly fu tentata di controbattere infuriata e dare il via a uno scontro di parole che avrebbe provocato solo molti feriti e nessuna vittoria. Ma la decisione di quella mattina le rimbalzò davanti agli occhi e preso un respiro profondo, dopo aver contato fino a dieci, rispose:

" visto che questa cosa è così importante da averti fatto scomodare per parlare con me, su dimmi. Ti ascolto"

Matteo fece un sorriso di vittoria. La rabbia era sempre stato un buono stimolo per farla parlare e questo metodo anche oggi aveva avuto lo stesso effetto. Si girò e con espressione neutra le illustrò la sua proposta:

" vedi.. questa mattina io e Marco abbiamo fatto una scommessa e io voglio assolutamente vincerla, non sopporto la sconfitta. Quindi tu mi aiuterai a vincerla"

" e sentiamo cosa dovrei fare di tanto importante?"

" oh limitati a essere te stessa e ti divertirai anche tu, non ti dico altro."

Si avvicinò lentamente alla sua guancia e le lasciò un bacio veloce. Sapeva che quella sarebbe stata la sua mossa vincente. Con una come la Argenti bastava poco per vincere, un semplice avvicinamento l’avrebbe mandata fuori di testa. La vedeva come una ragazza fragile, disposta a tutto pur di avere un ragazzo. Poi qualsiasi ragazza avrebbe pagato per un suo bacio quindi non si era posto domande quando si era avvicinato al suo viso. Ma come risposta non ottenne un tenero sorriso da ragazza sottomessa ma un sonoro schiaffo in faccia.

" ahi! Ma sei impazzita?"

" io? Tu casomai! Chi ti ha dato il permesso di darmi un bacio! Tranquillo la tua scommessa la puoi vincere da solo, con me non attaccano questi giochetti… e un’altra cosa: non rivolgermi più la parola"

Detto ciò si alzò, prese la sua borsa e uscì dal bar con una espressione a dir poco infuriata.

Nel frattempo Matteo era ritornato da Marco che, assistendo a tutta la scena, aveva cominciato a ridere come un forsennato prendendolo in giro come un bambino:

" wow bel lavoro Matte! sembravi un principiante. E così si può già dire che io sono un passo avanti a te."

" ma se tu non le hai neanche parlato!"

" certo ma almeno non ho ricevuto uno schiaffo in faccia e ciò fa sì che io le sia più simpatico di te"

" non darmi già per vinto, tutte prima o poi cadono ai miei piedi".

 

Stava tornando a casa di corsa, turbata e annebbiata da quanto appena successo. Aveva sempre provato un certo fastidio verso Matteo e proprio per il suo atteggiamento irritante aveva sempre tentato di tenerlo alla larga. Non capiva perché in questo momento Matteo avesse superato i limiti ma il suo osare l’aveva lasciata perplessa: avrebbe dovuto allontanarlo più del solito.

" alys alys! Fermati dai, perché corri?"

Alice la rincorreva e non sembrava decisa a bloccare la sua corsa. Era una delle ragazze con cui aveva legato di più, fin da subito si era mostrata quella più simile a lei e per questo motivo si erano avvicinate più di tutte. si capivano a semplice gesti e quando una era triste o stava poco bene l’altra lo afferrava al volo.

Quindi anche quella volta sarebbe stata in grado di percepire la sua nervosità.

" ehi ciao. Scusa non ti avevo sentito da quanto mi segui?"

" dall’incrocio, avevi proprio deciso di farmi dimagrire eh? Poco male ne ho bisogno"

L’unico vero difetto di Alice era il suo corpo, o meglio il rapporto che aveva con il suo corpo. Aveva un fisico mozzafiato, da modella, però non se lo voleva far entrare in testa e si sottoponeva a diete dimagranti che la sfinivano. Parecchie volte era arrivata a scuola brontolando per la fame e rifiutandosi di mangiare.

" ancora con questa storia? Sei perfetta! Prova ancora a tirare fuori l’argomento e giuro che non ti parlo più, con me hai chiuso!"

" ok ok scusa dimenticavo che oltre a me c’è qualcun altro, tipo tu, che non si piace e si sente offesa quando si tocca questa questione. Visto che sei così suscettibile spiegami subito perché stavi correndo così velocemente e dalla parte opposta al nostro luogo di incontro. ma.. soprattutto perché hai quella faccia?"

" no niente di che, un leggero mal di testa non mi sento tanto bene"

" ma per chi mi hai presa ? tua nonna? Comincia a raccontare"

Sospirando le indicò la panchina più vicina e cominciò a parlare con aria rassegnata. Se c’era una cosa che proprio non sarebbe mai cambiata in Alice era la sua cocciutaggine. Quindi aveva capito di aver già perso la sua battaglia e si era limitata a spiegare l’accaduto di poco prima.

  
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