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Autore: _Almach_    07/04/2012    2 recensioni
Seguito di ".... La mia agonia...." Questa volta è Axel a parlare esprimendo i propri pensieri e i proprio sentimenti circa quanto gli è successo. Vuole davvero tornare dal suo Mark e per farlo si impegnerà moltissimo. Se volete saperne di più seguita questa continuazione.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Axel/Shuuya, Mark/Mamoru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il viaggio sembrava non finire mai, e Axel cominciava a perdere la pazienza, non c’è la faceva più voleva arrivare il prima possibile, non voleva più guardare dal finestrino, tutto quel mare senza mai vedere un lembo di terra dell’isola. Si era portato dietro una piccola foto di Mark, foto che guardava continuamente. Voleva vederlo, non sopportava più questa lontananza forzata. Le gambe gli tremavano, questo perché era parecchio agitato, e non poteva neanche alzarsi perché glielo avevano vietato. Decise quindi di provare almeno a calmarsi, non gli faceva bene tutta quella ansia, decise quindi di addormentarsi e non perse molto tempo. La notte precedente l’aveva passata in bianco perché era impaziente di partire, Axel è fatto così e niente lo potrà mai cambiare. Dopo molte ore di sonno, finalmente fu svegliato dal suono della voce del capitano dell’aereo che lo avvertiva che erano in dirittura d’arrivo. Axel tornò quindi lucido e guardò il finestrino, ed era vero, si poteva già scorgere l’isola. Era bellissima, ma forse era bella perché la si trovava il suo amore, chi lo sa. Dopo pochi minuti atterrarono e Axel scese di corsa dall’aereo, ovviamente non c’era nessuno ad attenderlo, questo perché non aveva detto a nessuno che sarebbe arrivato proprio quel giorno. Prima di prendere l’autobus per dirigersi verso la parte giapponese dell’isola, guardò il paesaggio che l’isola gli dava, era davvero un posto tropicale e paradisiaco, Axel quindi non vedeva l’ora di riprendere a giocare, ma prima di tutto non vedeva l’ora di rivedere Mark. Prese l’autobus e non impiegò molto prima di arrivare nella parte che lo riguardava. Scese di corsa dall’autobus e senza nemmeno salutare il signor Vetteran, che gentilmente lo aveva accompagnato fino a li, entrò nella casetta e si ritrovò davanti Nathan che lo guardava stupito e quasi scioccato.
“Axel? Sei davvero tu?” Chiese confuso. Axel lo guardò e disse
“Si Nathan sono io, sai dirmi dove è Mark?”
“Come hai fatto a rimetterti così presto?”
“Le spiegazioni te le darò più tardi. Ora dimmi dov’è Mark”
“Mi pare fosse in camera sua ma non….”
Axel però non gli fece nemmeno finire la frase.
“Grazie a dopo” E salì di corsa le scale, i muscoli delle gambe gli facevano male ma non gli importava. Arrivò davanti alla porta del capitano, bussò ma non ricevette nessuna risposta, ed ecco che in quel momento uscì dalla sua camera Jude. A quanto ha visto è il vicino di stanza di Mark, quindi lui saprà esattamente dove si trovi. Il giovane regista appena vide Axel sorrise e senza attendere la sua domanda gli disse.
“Se cerchi Mark, si sta allenando con il copertone in spiaggia.” Detto questo Jude si ritirò in camera sua e Axel si diresse subito in spiaggia e in effetti era vero, Mark si trovava proprio li a tirare pugni ad un vecchio pneumatico gigante. Non c’è la faceva più doveva attirare la sua attenzione, e quale metodo migliore se non utilizzare una sua tecnica? Prese quindi il suo pallone e cominciò a gridare
“Tornado di fuoco!” Il colpo volò dritto in direzione del portiere il quale appena sentì che un colpo si stava avvicinando si girò e parò il colpo con la sua inseparabile mano di luce. Quando vide però chi era il responsabile del tiro, il pallone gli cadde di mano, scioccato dalla persona che si trovava davanti a lui in questo momento.
“Axel, non ci credo sei veramente tu?”
“Si Mark sono io, mi sono rimesso in fretta e adesso sono qui per lottare al tuo fianco, per stare di nuovo insieme a te, mio amato capitano.” Mark ancora non poteva crederci, pensava fosse un sogno, ma il tiro che aveva parato era reale eccome, corse quindi in direzione di Axel e lo abbracciò con le lacrime agli occhi, l’attaccante gli cinse le spalle con le sue braccia e stessero li abbracciati per non si sa quando tempo. Alla fine fu proprio Mark a rompere il silenzio.
“Tu non sai quanto mi sei mancato, credevo di impazzire.” Axel a quel punto gli mise un dito davanti alla bocca per farlo zittire.
“Non si fa Mark, ora ti dovrò dare una piccola punizione.” Detto questo prese il mento del portiere con due dita in modo da fargli alzare il viso e dopodichè lo baciò in modo molto lento e passionale, un modo che a Mark piaceva molto e che ogni volta lo faceva quasi svenire, ma non questa volta. Si divisero subito dopo per mancanza d’aria ma continuarono comunque a guardarsi in modo dolce e tenendosi sempre per mano, ormai era arrivata l’ora del tramonto che creava un’atmosfera ancora più romantica dato il momento. Quindi andarono a sedersi in spiaggia, mente il suono delle onde che si infrangeva sui piccoli scogli rendeva l’atmosfera ancora più dolce. Mark quindi si appoggiò alla spalla di Axel e gli sussurrò
“Axel ti amo.”
“Anche io piccolo mio” e stettero così finchè la notte non scese sulla piccola isola di Leocott.








Angolo Autrice: Eccomi qua con il tanto atteso terzo e ultimo capitolo. Questa è la prima volta che pubblico un fic divisa in più capitoli , yeeee *stappa la bottiglia*. Ehm scusate lo sclero ma dopo aver passato più di due ore, e si due ore, a scrivere questo capitolo mi ci vuole proprio. Spero proprio che vi piaccia, e come sempre vi auguro una Buona Lettura! <3
   
 
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