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Autore: MomoRisa    08/04/2012    2 recensioni
Avete mai sperato nella nascita di un amore tra voi e un bellissimo sconosciuto del quale si conoscono solo il volto e gli splendidi occhi magnetici?
La protagonista di questa storia lo desidera ardentemente, solo che ci mette un po' a rendersene conto...anche perchè è impegnata a scoprire chi è il misterioso sconosciuto che l'ha contattata per sms e che da quel giorno non ha più smesso di inviarle messaggi!
Tra sguardi di sottecchi ed enigmatici interlocutori, riuscirà Giulia ad andare avanti capendoci allo stesso tempo qualcosa?
Lo scoprirete solo leggendo :)
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6 - Too heedless to be normal.

 

Passò una settimana. Settimana monotona...forse perchè non avevo più incontrato il mio ginger boy e perchè mr. X non rispondeva agli sms? 

Controllavo il mio cellulare ogni 10 secondi circa, ma dei SUOI sms nessuna traccia...anche se pensavo che i miei amici si fossero messi d'accordo per farmi impazzire, dato che mi arrivava in media un messaggio ogni 5 minuti che puntualmente mi faceva sobbalzare.

Avevo deciso di non scrivergli più; mi sentivo poco considerata! Specialmente perchè all'inizio era lui quello che faceva di tutto per farsi vedere...diamine! 

Insomma, le mie giornate passavano velocemente, tra scuola e cellulare.

Tutto sarebbe proceduto "as usual", come direbbe un Inglese, se non fosse stato per quella maledetta domenica. 

Amavo le domeniche; erano le giornate in cui prendevo una bella boccata d'aria e mi rilassavo, mi dedicavo a me stessa. Qualche volta, se il freddo non si faceva sentire troppo, andavo a fare lunghe passeggiate al parco; altre volte visitavo luoghi che non conoscevo. Mi sentivo una piccola esploratrice! Ecco, quella domenica era una di quelle in cui mi era preso lo sghiribizzo di esplorare posti tanto belli quanto sconosciuti, come se stessi conducendo un programma di viaggi sul canale più remoto del pianeta. Beh, intanto era un modo per ritagliarmi un momentino di piacere; quindi decisi di rispolverare (o meglio, spolverare per la prima volta) la tessera del Trekking che mai avevo usato in vita mia, nonostante fossi socia onoraria (mai e poi mai capii in base a QUALE ASSURDO CRITERIO affibbiassero queste cariche). Reclutai telefonicamente Bianca e Giorgia, senza lasciar loro la possibilità di rifiutare, e vestita come un boy scout mi apprestai a raggiungere il punto d'incontro.

Arrivata alla stazione incontrai le mie due amiche che senza troppi preamboli mi fecero sentire terribilmente in colpa:

- CHE RAZZA TI E' PASSATO PER LA TESTA?!? MI HAI FATTO USCIRE DI CASA ALLE 7 DEL MATTINO DI DOMENICA PER ANDARE A ROTOLARMI NEI CAMPI? SEI IN DEBITO CON ME! - Mi ripeterono quasi all'unisono.

- Ehm...ciao ragazze! - dissi con uno stupido sorrisino. Mi guardai intorno: la piazza era gremita di persone di tutte le fascie d'età vestite come me e le mie amiche, in pantaloncini e maglietta comoda. Era bello vedere come non tutte le ragazzine genovesi fossero delle ochette tutte Abercrombie, discoteca e bulletti di quartiere; ce n'erano molte in quella piazza, sorridenti ma soprattutto acqua e sapone, che mi sembravano normalissime adolescenti. Mi avvicinai ad un gruppetto presentandomi: dopotutto sarebbe stato assurdo fare una scarpinata senza conoscere minimamente le persone che ti stavano attorno e che ti avrebbero potuto salvare la vita in caso di caduta!

Ah, se solo avessi saputo quello che sarebbe successo in seguito...sarei di sicuro fuggita via a gambe levate!

 

Erano ormai 2 ore che camminavamo. Dopo aver attraversato una lunga distesa erbosa ed esserci arrampicati per una salita decisamente ripida, ci eravamo rifugiati in una piccola costruzione in pietra che nell'antichità era stata probabilmente una taverna o qualcosa di simile. Nonostante fosse piccola aveva tutte le comodità di una casa, essendo stata pensata apposta per gli escursionisti in cerca di riposo; il bagno era piuttosto grande ed era addirittura diviso per garantire un po' di privacy ad ambo i sessi.

Saltellando per la vescica piena mi diressi verso la toilette; a causa della mia sbadataggine, però, entrai nella parte sbagliata...quella per gli uomini. 

Appena entrata nel piccolo stanzino del gabinetto tentai di chiudere la porta a chiave; accortami del fatto che la serratura era rotta me ne infischiai, dato che il bisogno era piuttosto urgente. Mentre mi liberavo dalle tossine che avevo in corpo sentii qualcuno entrare nel locale antecedente al gabinetto; e, per evitare che aprisse pensando che fosse libero, dissi ad alta voce titubante:

- Il bagno è occupato! - .

La risposta giunse dopo pochi secondi.

- Mi sa che hai sbagliato parte... - .

UNA VOCE MASCHILE.

Oh santo cielo, ma quanto ero sbadata?!? Velocemente mi tirai su i pantaloni e tirai lo sciacquone; nel compiere questo gesto traballai pericolosamente andando a sbattere contro la porta che inevitabilmente si aprì. Caddi producendo un rumore disumano, molto simile a quello che avrebbe fatto un elefante; purtroppo, o per fortuna, non sentii il frastuono del mio tonfo perchè sbattei la testa sullo spigolo del lavandino, svenendo.

 

Buio. Buio profondo.

Un attimo, delle voci. 

La mia testa era piena di voci.

Aprii gli occhi di scatto. Poco dopo li richiusi, svenendo di nuovo.

 

Quando mi svegliai non sapevo di preciso che ora fosse. 

Guardandomi intorno, massaggiandomi la testa per il dolore, vedevo il tipico arredamento delle stanze dell'ospedale.

PERCHE' ERO ALL'OSPEDALE?

Mentre cercavo di ricordare gli ultimi avvenimenti la porta si aprì; mi voltai di scatto, e vidi ciò che in quel momento non avrei voluto vedere.

Un ragazzo alto, rosso di capelli.

Oh, accidenti.

Mi sorrise.

- Ti sembra quello l'atteggiamento da assumere di fronte al tuo salvatore? - 

 

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Ciao a tutti, miei cari e inesistenti lettori! *si lancia i coriandoli da sola*
Mi scuso profondamente per il ritardo! T_T Spero che apprezzerete il capitolo...nel prossimo ne vedrete delle belle! ^^

  
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