Anime & Manga > Lady Oscar
Segui la storia  |       
Autore: Nisi    06/11/2006    12 recensioni
Oscar ed Andrè sono sopravvissuti alla Rivoluzione. Oscar incontra una persona del suo passato.
E' vietato inserire il tag br all'inizio o alla fine delle introduzioni.
Rosicrucian e Nami, assistenti amministratrici.
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Fortunatamente era riuscita a riposare bene; anche Francoise aveva dormito tutta la notte, forse sentendo che sua madre aveva bisogno di stare tranquilla.

Ora la famiglia Grandier al completo era riunita attorno al tavolo per la colazione: la piccola aveva appena finito di mangiare ed Andrè la teneva in braccio, appoggiata contro la sua spalla; alternativamente, le massaggiava la schiena e si portava alla bocca del pane scuro.

“Mi sembri più rilassata questa mattina, Oscar…”

“Mmmmhhhh” borbottò prendendo un sorso della sua solita tisana al finocchio. “Che sapore tremendo! Non vedo l’ora di ritornare alla cioccolata.” Guardò con ribrezzo la tazza di semplice ceramica. “Mi domando perché deve essere proprio una bevanda così orrida a far venire il latte…”

“Che umore angelico, amore mio” commentò Andrè ridendo, alzandosi e deponendo un caloroso bacio sul collo della moglie.

“André! Smettila!” ridacchiò Oscar, prendendogli la figlia dalle braccia.

“Non ora che ti sono riuscito a farti ridere…”

Bacio sulla bocca.

Poi uno sulla fronte ed un altro sulla punta del naso.

Oscar gli prese il polso con una mano: “Grazie, André, ora va meglio…”

Lui si liberò, raggiunse a tentoni la sua spalla e gliela strinse delicatamente: “Ne sono contento, amore. Cerca di stare serena, mi raccomando.”

“Cercherò…”

“Bene. Ora vado, allora. Passa una buona giornata, Oscar.”

Dopo aver salutato affettuosamente le due donne più importanti della sua vita, André uscì di casa mentre Oscar lo guardava andare via.

Poco dopo, arrivò Solange ed Oscar le affidò la bambina.

Sbirciò fuori dalla finestra e vide che era una bella giornata piena di sole. Poteva lasciare a casa il mantello, allora.

“Ci vediamo questo pomeriggio!” salutò dopo aver preso i libri ed esserseli posti sotto braccio ed aver fatto una carezza alla figlia.

Uscì in strada e si godette la passeggiata: il sole sul viso, una lieve brezza primaverile ed un timido, ma piacevole tepore.

Non aveva percorso la via per intero quando vide Gilles che le correva incontro.

Si portò le dita alla fronte, esasperata: ci mancava anche quel bambino.

“Signora Maestra!”

“Ciao, Gilles.” sospirò Oscar. “Che sta succedendo?”

“Signora Maestra, c’è la tua mamma! Mi ha detto di venire a chiamarti e di fare in fretta!” esordì con il fiatone.

“Andiamo!” inconsapevolmente, Oscar lo prese per mano e si mise a correre, recuperando l’antica falcata da Comandante delle Guardie di Sua Maestà anche se la gonna le era di impiccio; il bambino stentava a starle dietro ed arrancava faticosamente.

La corsa non durò a lungo, infatti pochi secondi dopo Oscar si ritrovò davanti sua madre, il viso stanco e più segnato del solito.

“Oscar, cara…”

“Madre, cosa è successo? State bene? Dove siete stata?” esclamò Oscar prendendole una mano e stringendogliela tra le sue.

“Sì, sto bene. Ti prego di perdonarmi se non mi sono fatta vedere per tutto questo tempo, ma non sono riuscita a venire. Ero impegnata con i preparativi”

Allo sguardo interrogativo di Oscar, Marguerite abbassò gli occhi, poi fissò in viso la figlia minore: “Sono venuta a salutarti, domani parto per l’Inghilterra e non so se e quando tornerò.”

Oscar impallidì e strinse ancora più forte la mano della madre. Gilles, accanto a lei, guardava Marguerite senza capire.

“Oscar, devo parlarti.” guardò Gilles con intenzione.

“Gilles, allontanati per favore: devo parlare con mia madre.” ordinò brusca. Ancora il Comandante, ancora quel tono secco che usava con i sottoposti.

Il bambino con gli occhi lucidi fece di sì con la testa e le lasciò sole.

“Madre, vi spiacerebbe spiegarmi?”

“Oscar, da quando hanno giustiziato le loro Maestà, la ghigliottina è perennemente all’opera ed i Jarjayes, dal momento che sono sempre stati tra i maggiori sostenitori della Corona, sono più in pericolo di altre famiglie. Siamo in pericolo, Oscar. E’ per questo che abbiamo deciso di riparare in Inghilterra ed io… mi piacerebbe venissi con noi.”

”Non posso, madre, la mia vita è qui.” rispose Oscar senza alcuna esitazione.

“Lo so, cara, per questo non ti ho detto niente prima. Vedi, ho parlato a tuo padre di te e mi ha chiesto di riferirti che sarebbe disposto a riaccoglierti nella famiglia a condizione che tu divorzi da André. Tuo… tuo padre vorrebbe adottare tua figlia come se fosse nostra, per coprire lo scandalo.”

“Io non divorzierò mai da mio marito! E Françoise è mia! Mia e di André, e non c’è alcuno scandalo da coprire” sibilò gelida l’ex Comandante.

Marguerite alzò le mani, sulla difensiva: “Lo so benissimo, Oscar, infatti non te ne ho mai parlato, ma lui ha voluto che tentassi. Glielo devo. Sai, tuo padre non ha capito la tua scelta, non ne è in grado. E’ per questo che ho detto che sono venuta a salutarti, perché mi rendo conto che tu non verrai mai con noi. E’ di André, che tu hai bisogno, solo di lui. Certe cose non cambiano mai.” constatò Marguerite con aria pensierosa.

“Come sta?” chiese finalmente a bruciapelo. Ecco, la domanda che premeva da tempo per uscire dalla sua bocca, era stata espressa, anche se non aveva più il coraggio di chiamarlo “padre”.

“Sta abbastanza bene… adesso. La tua ultima lettera è stata un colpo tremendo, per lui. E’ molto invecchiato, da allora.”

Quanto tempo era passato, da quella sera di luglio, quando lei aveva abbandonato il suo status di nobile ed era diventata la compagna di André.

“Immagino che non mi abbia perdonata…”

“No, Oscar, mi dispiace. Noi abbiamo sbagliato tanto con te e tuo padre lo ha capito, ma non riesce ad comprendere la tua unione con un uomo come André ed il tuo abbandono del casato. Ti perdonerebbe solamente se facessi quello che ti ha chiesto.”

“Madre, spiace anche a me ma non riuscirei più a vivere in un altro modo. E forse neanche io posso perdonarlo.” rispose intransigente.

“Ti capisco, Oscar.” le rivolse un sorriso appena accennato.

In tono più dolce, domandò: “Come stanno le mie sorelle?”

“Stanno bene. Josephine è in America, Hortense ora vive in Italia, le altre sono tutte in Inghilterra. E’ per questo motivo che abbiamo deciso di stabilirci là.”

“Mi sembra sensato.”

“Oscar, io devo andare adesso. Ma prometto che mi terrò in contatto, vi scriverò più spesso che potrò…”

“Certo, Madre, ci conto…”

Le due donne rimasero in piedi a guardarsi per parecchi secondi, entrambe in profondo imbarazzo.

Oscar non seppe mai se fosse stata lei o sua madre a fare un passo verso l’altra, ma si ritrovarono abbracciate strettamente e ciò non era mai successo.

“Oscar, cerca di riguardarti…” mormorò Marguerite, i capelli striati di grigio tra quelli biondi di Oscar.

“Anche voi… “

“Te ne vuoi andare, vero?” La voce accusatoria di Gilles le fece sobbalzare.

“Gilles…”

“Allora vengo io con te. Hai bisogno di un uomo che ti protegge.”

“Che ti protegga, Gilles!” lo corresse automaticamente Oscar, dandosi subito dopo mentalmente della stupida per aver tirato fuori la sua deformazione professionale in un simile momento.

“Io ho già un uomo che mi protegge, ho mio marito.” rispose pazientemente Marguerite.

“Beh, se vuole, può venire anche lui con noi!” concesse magnanimo il bambino.

Per quanto le ampie gonne glielo concessero, Marguerite si accucciò a terra in modo di guardare il bambino bene in faccia e lo prese per le spalle.

“Ascolta, Gilles. Io devo partire e non posso portarti con me. E tu devi restare qui a proteggere la bambina di Oscar.”

Il bambino tirò su col naso e si asciugò gli occhi: “Tu dici proteggere come André protegge la signora Maestra?”

“Beh, non proprio così, però quasi…” sorrise Marguerite.

“Io la proteggo Françoise, ma sono più contento se tu resti qui…”

“Non posso, Gilles, credimi…”

“Mi dispiace non vederti più, però.”

Marguerite gli pulì il nasino con un fazzoletto e passò il pollice sulle palpebre per togliere le lacrime rimaste. Oscar sentì una punta di gelosia, perché con lei, questo gesto sua madre non l’aveva mai fatto. Del resto, neanche lei le aveva mai offerto l’occasione di farlo: le sue lacrime, anche quelle di bambina, erano sempre state versate in solitudine. Oppure in presenza di André.

“Io scriverò sempre ad Oscar e ci sarà sempre qualche riga per te.”

“Prometti?”

“Prometto.”

“Allora io resto a proteggere Françoise.”

“Bravo, così va bene.”

“E potrò darle i baci come André fa con la Maestra…”

“Gilles!” Oscar, fattasi di brace, lo prese bruscamente per il colletto della camicia. “sei troppo piccolo.”

Il bambino si voltò verso di lei con un sorriso radioso: “Ma io crescerò! E crescerà anche la tua bambina!”

“Non è detto che tu le piaccia!” lo rimbeccò Oscar gelida per poi tacere improvvisamente, rendendosi conto che il discorso che stavano facendo rasentava i limiti dell’assurdo.

Il silenzio calò tutto ad un tratto tra i tre.

“Io… io ora devo andare.” mormorò Marguerite. “Credo sia ora di salutarci.”

“Sì. Buon viaggio, allora. Abbiate cura di voi.” le due donne si abbracciarono strettamente ancora una volta. “Dite… dite a mio padre che lo saluto e gli auguro ogni bene.”

“Lo farò, cara, lo farò certamente.” e si sciolse dall’abbraccio appena in tempo perché Gilles le si buttò addosso e la strinse con impeto.

“Ciao, Gilles. Fai il bravo.”

“Ciao, nonna. Ricordati che hai promesso.”

“Me ne ricorderò.”

Marguerite lasciò che il bambino la riempisse di baci piuttosto umidi sulla guancia, fece un ultimo gesto di saluto e si incamminò. Gilles prese Oscar per mano ancora una volta mentre entrambi fissavano la sagoma di Marguerite di Jarjayes che si faceva sempre più piccola sino a diventare un puntino scuro e poi sparire definitivamente.

Gilles piangeva silenziosamente ed anche Oscar sentiva le lacrime pungerle gli occhi. Circondò le spalle del bambino e se lo tirò contro il fianco: “Andiamo in classe, piccolo…”

* * *

Oscar guardò la figlia camminare avanti indietro per la cucina: “Perché non arriva? Avrebbe dovuto essere qui già da mezz’ora! E se gli fosse successo qualcosa?”

“Stai tranquilla, non gli è successo niente. Ormai dovresti conoscerlo: ogni tanto si perde nel suo mondo e si dimentica di tutto.”

“Maman, tu hai ragione, ma io sono preoccupata!”

“Vallo a cercare, allora.” suggerì Oscar sorridendo appena, dopo aver bevuto l’ennesimo sorso di cioccolata.

“Sì, farò così! Ci vediamo più tardi, maman, papa!” prese il mantello, se lo buttò sulle spalle ed uscì nel giro di un minuto.

André entrò nella stanza: “Cosa succede alla mia bambina?” domandò alla moglie.

“La tua bambina è una donna ed è preoccupata perché il suo fidanzato non è ancora arrivato.” risposte Oscar con il tono di colui che puntualizza l’ovvio.

”Non mi piace, quell’uomo. E’ molto più vecchio di lei!”

“Parli così perché sei geloso. Gilles ha smesso di piacerti quando ha detto che Françoise era bella anche se non aveva i denti.” osservò sorniona senza alzare lo sguardo dalla tazza che teneva in mano.

“E’ vero, sono geloso…”

“Coraggio, André, ti resto sempre io.” gli sorrise Oscar accarezzandogli i capelli che cominciavano ad ingrigire.

“Come farei senza di te, Oscar?” le prese la mano libera e depose un bacio sul palmo.

“Non ne ho idea, caro. Se ci pensi, Gilles e Françoise hanno fatto come noi due: lui le è stato vicino fin da piccolo e l’ha protetta per tanti anni, esattamente come tu hai fatto con me.”

“Però Françoise ha ceduto prima della sua coriacea mammina, no?”

“Vero. Ma dopo abbiamo recuperato il tempo perduto!”

“Vuoi sempre avere l’ultima parola, Oscar.”

“Ti dico solo i fatti come stanno. Piuttosto, dammi un bacio, visto che una volta tanto non c’è nessuno attorno…”

“Agli ordini, Comandante. Mmmhhh, che buon sapore di Oscar e cioccolato… Per caso, sai se la nostra piccola deve star fuori tanto?”

“E’ una donna, ormai!” disse Oscar ridendo.

“Anche tu, amore, per fortuna…”

* * *

Françoise corse verso l’abitazione del suo fidanzato più in fretta che poté. Lo trovò sulla soglia di casa sua che stava leggendo una lettera, la porta di ingresso ancora aperta.

Si buttò tra le sue braccia, prendendolo di sorpresa.

“Piccola! Non dovevo venire io a casa tua?”

“Dovevi arrivare mezz’ora fa. Non ti ho visto e mi sono preoccupata.”

Gli prese tra le mani il viso della sua fidanzata. Era una bella ragazza con i capelli neri e gli occhi verdi ed ansiosi.

“No, no, non è successo niente, ma petite. Ho solo ricevuto una lettera di tua nonna e la stavo leggendo. Voleva farci le congratulazioni per il nostro matrimonio. E sapere se tuo padre è ancora geloso di me.”

“Gelosissimo, come sempre! Ora andiamo, che siamo in ritardo, il prete ci aspetta!”

“Come vuoi tu, Françoise…” le rispose offrendole il braccio.

Fine

* * *

Andiamo con ordine: gli Jarjayes sono un casato realmente esistito. Marguerite è esistita anche lei. E’ storicamente provato che i genitori di Oscar abbiano riparato in Inghilterra per mettersi al sicuro dalla Rivoluzione. Pare che avessero pure divorziato per convenienza (questa non l’avevo mai sentita, giuro!) e che si fossero risposati in seguito. Forse il buon padre che voleva un maschietto aveva intenzione di riprovare? Non ve lo so dire.

Ho scritto la parola fine anche su questa fanfiction.

Vi ringrazio per l’infinita pazienza ed affetto che mi avete dimostrato e domando ancora scusa per i miei aggiornamenti lumaca. Sto finendo tutte le storie in sospeso ma, come detto nell’epilogo di Gioia e Rivoluzione, ho in mente una nuova fanfiction. Vorrei finire i vantaggi di essere donna, la mia ff femminista che sto scrivendo con la cara Dama Gilraen e poi ho in incubatrice una ff a quattro mani con un’autrice piuttosto famosa di un fandom che non conosco. No, questa volta non si tratta della mia adorata Elfie cara, anche se prima o poi mi farebbe molto piacere mettere insieme le nostre cellule cerebrali che a malapena raggiungono un neurone in due. Per ora, da lei mi basterebbe il trucco per non fare asciugare il ragù!

Ed ora, apriamo la sezione special thanks.

Dunque, grazie a tutti i lettori, fantasma o meno, ma grazie di più a coloro che hanno lasciato una recensione: essendo io una persona che si fa le seghe mentali a iosa, penso che sempre che una storia non vi piaccia per cui mi deprimo.

Redistherose: Già il fatto di avere a che fare con gente poco educata come i soldati della guardia, credo le abbia richiesto una certa dose di umorismo. Con un bambino come Gilles, la dose è più alta. Riparleremo di questa cosa quando il tuo bambino avrà iniziato a parlare e a metterti in imbarazzo^^^ Me lo saprai dire, no? Grazie mille, Silvia, as usual.

Summers001: Ecco, spero di non averti fatto aspettare troppo. Davvero avevo già scritto quella frase? Oddio, mi sta prendendo l’Alzheimer, mica me ne ero accorta! Grazie per la segnalazione! E per la grande pazienza!

Leidia: Grazie mille. Spero che anche l’epilogo ti piaccia.

Wicca87: Mi sento responsabile per la lunghissima attesa. Spero di essermi fatta perdonare e di aver risposto alla tua domanda.

Ada: Mi hai fatto uno splendido complimento, sai? E’ quello che ogni autore vorrebbe sentirsi dire.

Kirby: Ciao, tesoro! Grazie per la comprensione… ed hai centrato perfettamente la questione. Sei sempre tanto cara, Lu!

Ste: grazie per la doppia recensione: sono lusingata, ma non penso che i miei aggiornamenti siano così importanti^^^ Non credo che scriverò mai niente su Lady Georgie, dal momento che quell’anime non mi è piaciuto e neanche il manga mi ha entusiasmato. Però puoi tranquillamente chiedere ad Erika di aprirti la sezione ed inserirvi le tue storie. In effetti, credo che a molti piacerebbe qualcosa su di lei… perché non fai da apripista?

Un bacione a tutti e a presto!

Nisi Corvonero

   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: Nisi