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Autore: lames76    11/04/2012    1 recensioni
Dopo diverso tempo mi sono deciso a pubblicarlo. Capitolo centrale delle avventure del Settimo Cavaliere, si colloca tra il mio primo racconto ed "il Destino di Faerie" ed è un suo diretto prequel.
Qui Menion si ritrova ad affrontare a combattere nel suo tempo con l'aiuto di due reticenti alleate.
Ma la missione è per Faerie o per se stesso?
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Settimo Cavaliere'
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Capitolo 2

Si trovavano nel soggiorno della casa. Menion era seduto sul divanetto centrale mentre le due donne lo fissavano d’in piedi con aria inquisitoria. Dopo la scomparsa del "mostro insetto" si erano accorti che anche l’altro intruso, il ragazzo "bel tenebroso" era scomparso nel nulla
«Penso che tu abbia qualcosa da spiegarci», inizio' l’interrogatorio Gwynn.
«Ne so quanto voi...», menti' con poco entusiasmo il cavaliere.
«Chi era quel ragazzo che ha distrutto la porta?», chiese Marie fissandolo negli occhi.
«Non lo so», rispose Menion con un filo di voce distogliendo lo sguardo.
«Ti ha chiamato fratello!», gli urlo' Gwynn ora molto arrabbiata.
Dopo un lungo sospiro il ragazzo si decise a confessare tutto, «Noi ci chiamiamo cosi' tra cavalieri... siamo fratelli nella nostra missione...», sospiro', «Ma questa e' una faccenda... di cui non parlo volentieri», fece una paura, «Ed e' anche una storia molto lunga...»
«Abbiamo tempo», ripose Marie accomodandosi di fronte a lui.
Sembrava la piu' propensa delle due a credergli e la piu' incuriosita del saperne di piu'.
«Da dove iniziare?», si chiese Menion, «Sapete, la prima volta che giunsi a Faerie, quando diventai cavaliere, la fata che ora e' la mia Voce, cioe' colei che mi guida, mi disse una frase che mi lascio' interdetto: "Voglio dire che sette cavalieri esistono, esisteranno e sono sempre esistiti". Ma come poteva essere se io non ero ancora diventato il settimo cavaliere di Faerie? Alla fine, e con l’esperienza, capii. Faerie e' un luogo magico che esiste al di la' di qualunque continuum spazio temporale, e' in ogni tempo contemporaneamente... basta aprire un passaggio e si puo' raggiungere qualunque epoca, presente, passata o futura... beh per le future ci sono un mare di problemi ma questo non c’entra...», fece una pausa cercando di capire se era stato chiaro poi riprese, «Ebbene, mi autoconvinsi che sette cavalieri erano sempre esistiti perche' per Faerie io ero gia' un cavaliere! Lo ero stato dal momento della mia nascita. Anzi lo ero anche prima di nascere nella mia linea temporale perche' per Faerie, la preistoria con i dinosauri e l’eta' moderna... sono solo due stanze che si possono raggiungere, non sono due tempi distinti! So che e' complicato da spiegare... e da capire...»
«Hai detto che ti autoconvincesti», ora anche Gwynn pareva interessata, «Non e' cosi'?»
«Beh diciamo che e' cosi'...», sospiro' non sapendo se poteva dire altro, «...ma ho scoperto che, prima di me, c’era gia' stato un settimo cavaliere»
«Vuoi dire che quel tipo delle porta...», la donna era allibita.
«Si era lui il mio predecessore!», Menion strinse i pugni con rabbia, «Mattew Matrai, nato nel 1951, arruolato nei cavalieri di Faerie nel nostro 1976. Aspetto' di aver accumulato abbastanza esperienza e poi tradi' l’ordine. E’ una faccenda di cui non parliamo mai a nessuno. Mai, in tutta la storia era successa una cosa del genere. Quando appresi la notizia rimasi sconcertato. Lui apparteneva alla mia stessa linea temporale!»
«Ma sembra cosi' giovane! Ma se e' nato nel 1951 dovrebbe avere piu' di 60 anni!», si stupi' Gwynn.
«No, lui e' vissuto "tra il tempo" da quando e' diventato un cavaliere e quindi ha mantenuto l’aspetto che aveva quando e' entrato nell’ordine... quello di un venticinquenne!»
«Questo come ci puo' aiutare a ritrovare Elora?», chiese Marie.
«Mattew e' diventato una specie di mercenario della magia», rispose il cavaliere, «Ha ancora alcuni poteri dei cavalieri ma ne ha ottenuti altri servendo il male. Ora capisco perche' sono stato mandato, voi non potere fargli nulla solo io posso fermarlo»
Si formo' una barriera di silenzio tra di loro e quando fu chiaro che Menion non aveva intenzione di aggiungere altro le due si guardarono.
«Io cerco notizie su quel mostro insetto», propose Gwynn, «Tu Marie aspetta qui», aggiunse mentre usciva dalla stanza diretta verso la biblioteca.
«Tu Marie aspetta qui», ripete' a pappagallo il cavaliere, «In pratica: "Tu resta qui a sorvegliarlo"»
La giovane ragazza dai capelli rossi sospiro', il ragazzo non aveva tutti i torti. Finora non aveva fatto nulla di realmente aggressivo nei loro confronti, ma avevano continuato a trattarlo come se fosse stato un nemico. Lei era propensa a dargli fiducia ma era la piu' giovane delle due e non osava mettersi contro la sua maestra.
«Menion non ci hai detto tutto», la ragazza gli si sedette a fianco cercando di farlo parlare.
«E cosa te lo fa pensare?», le chiese lui con piu' astio di quanto volesse.
«Quando hai visto Mattew sei letteralmente stato posseduto dalla rabbia», pareva veramente interessata a sapere.
«E’ l’antitesi di tutto cio' che sono», provo' un ultima difesa il cavaliere.
«Non e' solo questo», lo fermo' lei.
Menion si giro' verso di lei e la fisso' negli occhi. Poteva parlargli di quello che Mattew gli aveva fatto? Era qualcosa che solo Tintinnio ed il Primo Cavaliere sapevano. Poteva fidarsi di lei? Si, c’era qualcosa in lei che gli ispirava fiducia...
Apri' la bocca come per iniziare a parlare ma fu interrotto dall’arrivo della donna.
«Su di un libro c’era scritto che il mostro insetto e' uno dei piu' potenti mostri stregoni» esclamo' Gwynn preoccupata.
«Che cosa?», Marie dimentico' completamente il discorso che aveva intrapreso con Menion «Perche' mai un mostro cosi' potente dovrebbe intervenire di persona per rapire una ragazzina? Di solito non agiscono mai direttamente, si limitano a dare ordini!»
Ancora una volta Menion si senti' escluso dai loro discorsi. Ma di che diamine stavano parlando?
«Potrei sapere cosa sarebbero questi mostri stregoni? O essere informato su cio' che accade e' di troppo disturbo per voi?»
Stavolta fu Gwynn a parlare: «Alcuni mostri sono piu' potenti di altri, i mostri stregoni possono esistere liberamente nella nostra realta' ma sono molto pochi»
«Dunque Mattew si sarebbe alleato con lui?», penso' Menion ad alta voce, «E questo potrebbe essere il motivo per cui mi hanno mandato qui da voi»
«Che intendi dire?», si informo' Marie
«Vogliono che noi collaboriamo. Voi conoscete i mostri, io conosco Mattew. Solo unendo le nostre forze potremo salvare Elora»
«Gia', la fai facile tu! Intanto l’hanno presa e non sappiamo dove l’abbiano portata... »
«Gia', e dove lo troviamo il mostro? Al supermercato?», sbotto' Gwynn.
Menion si alzo', «Io avrei un’altra idea...»
Nel suo sguardo brillava una strana luce.

«Dici che potrebbe funzionare?», chiese Gwynn incerta.
«Certo ma per farlo dovro' infrangere tutte le regole del mio Ordine e rischiero' tutto», rispose risoluto Menion.
«Ricapitoliamo il tuo piano», intervenne Gwynn, «Tu vuoi che veniamo a Faerie, che usiamo i nostri poteri per usare quello che chiami lo "Specchio del Tempo" e visualizzare dove e' stata portata Elora. Dopo di che, usare ancora i nostri poteri per entrare direttamente nell’immagine e salvarla. Giusto?»
«Allora perche' non lo fai tu?», chiese Marie.
«Ci sono delle regole», rispose Menion, «Un Cavaliere non puo' fare ritorno a Faerie dopo che ha iniziato la sua missione, questa e' la regola fondamentale. In piu' non puo' usare lo Specchio per nessun motivo a parte il partire per la missione»
«Perche' vuoi farlo allora?», chiese Gwynn.
«Perche' so per certo che e' la nostra sola soluzione per salvare Elora», rispose il cavaliere con veemenza, «Ora come ora non sappiamo neppure se e' ancora viva! Con lo Specchio potremo arrivare a salvarla prima che le capiti qualcosa, perche' potremo fare un viaggio nel tempo!»
Nonostante l’atteggiamento paranoico e sospettoso della sua maestra lei propendeva per credere alla storia del cavaliere.
La sua era stata una reazione istintiva.
Forse perche', fin da bambina, era sempre stata molto attratta dalle favole in cui cavalieri e principi in scintillanti armature, salvavano le damigelle in pericolo. Lei si era sempre immedesimata nei cavalieri naturalmente, non poteva sognare di essere una pusillanime che deve attendere per farsi salvare. In Menion, pur vedendo un ragazzo di poco piu' grande di lei, riconosceva i sentimenti e la determinazione che aveva sognato nelle notti dell’infanzia.
Il silenzio si frappose fra di loro.
«Bene, quando partiamo?», chiese Gwynn infine.
«Subito!», rispose Menion risoluto.
Menion prese dalla sua tasca lo specchietto e lo poso' sul pavimento. Fece comparire la spada nel suo pugno e la conficco' al centro della lastra. Il "passaggio di luce" si apri' pochi istanti dopo.
«Tenetevi per mano», disse il cavaliere prendendo la mano di Gwynn.
Poi lui salto' dentro il passaggio e pochi istanti la stanza era vuota.
   
 
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