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Autore: lames76    05/04/2012    1 recensioni
Dopo diverso tempo mi sono deciso a pubblicarlo. Capitolo centrale delle avventure del Settimo Cavaliere, si colloca tra il mio primo racconto ed "il Destino di Faerie" ed è un suo diretto prequel.
Qui Menion si ritrova ad affrontare a combattere nel suo tempo con l'aiuto di due reticenti alleate.
Ma la missione è per Faerie o per se stesso?
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Settimo Cavaliere'
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Capitolo 1

«Eccoci arrivati!», esclamo' felice Marie mentre Menion accostava al marciapiede e fermava la macchina. La ragazza l’aveva fatto accomodare al posto di guida, aveva fatto sedere Elora al posto del passeggero e poi si era seduta dietro di lui. In questo modo si sentiva sicura e, nella sua testa pensava che avrebbe potuto infilzare Menion se questi avesse cercato di fare un tentativo di aggredire lei o la bambina.
Scesero e Marie gli indico' il portone della grande casa. Il ragazzo noto' che la finestra che aveva sfondato quella mattina non era ancora stata riparata ed ora era coperta da della carta di giornale. Arrivarono fino alla porta e la giovane la apri' con la sua chiave poi, appena furono dentro, chiamo' l’amica. Menion sorrise quando vide l’espressione di stupore della donna alla sua vista.
«Ma sei pazza?», chiese stupefatta rivolta a Marie, «L’hai portato qui in casa!», poi noto' la bambina, «E lei chi e'?»
«L’ho incontrata stamattina alla fine delle lezioni», spiego' la giovane, «Vagava per il campus ed era in stato di shock. E’ solo riuscita a dirmi che si chiama Elora. Quando l’ho toccata ho avuto una...», venne interrotta da una gomitata della donna, «Questo me lo dirai dopo...», poi Marie si affretto' a riferire il suo incontro con Menion ed alla fine tutte e due si girarono a guardarlo.
«Che cos’hai da dire?», chiese la signora.
«Che e' tutto vero», rispose con calma lui.
Rimasero in silenzio a guardarsi senza sapere cosa fare.
«Allora dacci una prova», lo incalzo' lei.
«Beh, la prova e' che siete ancora vive», rispose prontamente lui, «Se fossi stato un essere malvagio non lo sareste piu'...»
Le due si guardarono stupite.
«Hai molta fiducia in te», lo sfido'.
Menion non le rispose ma agi'.
Con un solo pensiero la sua spada scomparve dalle mani di Marie e apparve nelle sue. Ancora prima che la lama si fosse materializzata del tutto nella sua mano, si lancio' in una capriola a terra scontrando la ragazza che l’aveva accompagnato mandandola a gambe all’aria, poi, con un unico fluido movimento, si rialzo' e punto' la sua lama alla gola della donna.
Rimase qualche istante a fissare negli occhi la stessa, poi sposto' la spada e la fece sparire.
«Visto?», le disse con aria trionfante.
Il suo trionfo duro' solo pochi istanti perche' con un movimento improvviso della mano la donna lo scaravento' contro la parete con una piccola esplosione di luce.
«Va bene ti credo», ma si affretto' ad aggiungere, «Per ora...»

Si era formata una specie di "tregua armata" tra quelle strane donne ed il Cavaliere di Faerie. Ora lui sedeva nel salottino della casa, dove solo poche ore prima era apparso dal nulla, seduta di fronte a lui in completo silenzio stava Elora e vicino a lei Gwynn, la donna. Marie, era scesa in cantina per consultare i libri della loro biblioteca personale, per controllare se era menzionato il suo ordine cavalleresco. Quando aveva cercato di parlare con la donna lei aveva elegantemente concluso ogni conversazione con un sorriso. E Menion aveva capito che era rimasta per controllarlo... forse perche' sembrava la sola che gli potesse tenere testa in combattimento.
Passarono diversi minuti e poi la ragazza sali' dalle scale.
«Allora sono stato graziato?», chiese Menion senza entusiasmo.
Marie lo ignoro' e si diresse invece verso Gwynn.
«Non c’e' scritto nulla a proposito dei Cavalieri di Faerie...», lo sguardo della ragazza era glaciale, «Pero' non c’e' scritto neppure che esiste un essere malvagio con una spada come la sua»
«Siamo ad un’empasse», Menion si alzo' e noto' che le donne si spostarono guardinghe, «Voi non vi fidate di me ed io non posso proteggere lei»
«Perche' dovremmo crederti?», domando' allora Marie, «Voglio dire, se tu sei il prescelto che deve salvare Elora allora perche' io avrei avuto quella visione?»
«Che visione?», Menion parve perplesso, mentre Gwynn le rivolse uno sguardo severo.
Menion osservo' le due con crescente curiosita'. Gwynn intanto aveva preso un telefono e stava chiamando qualcuno. Parlo' alcuni minuti, poi, dopo aver attivato il viva-voce si rivolse al ragazzo.
«Ripeti chi sei», disse con voce mono tono.
«Sono un cavaliere di Faerie e sono stato mandato per proteggere la ragazzina», Menion rispose con lo stesso tono.
«Serghjej tu hai mai sentito parlare di questi cavalieri?», domando' a sua volta Gwynn.
«Si, sono cavalieri che viaggiano nel tempo per evitare che le forze malvagie cambino il corso della storia o qualcosa del genere... tu saresti uno di loro?», rispose una voce maschile dal pesante accento russo.
«Esattamente», Menion si senti' un po’ piu' tranquillo, finalmente qualcuno aveva sentito parlare di Faerie, ora sarebbe stato piu' facile convincere quelle due pazze a lasciargli fare il suo lavoro.
«Gia', ma chi ci dice che tu sei davvero uno di questi cavalieri?», fece Marie per niente convinta, «Tanto per cominciare noi non ci troviamo in un’epoca passata... vieni forse dal futuro tu?»
Menion comincio' a sentirsi in difficolta', «A dire il vero no... appartengo alla vostra stessa epoca»
Gwynn ringrazio' la persona e chiuse la comunicazione. Lei e Marie si scambiarono uno sguardo colmo di diffidenza, «E’ meglio prenderci cura della ragazzina ora, poi decideremo se e' il caso di credergli o meno, va bene?», le sagge parole della piu' grande delle due donne posero fine a quel confronto.
Almeno si era giunti ad una tregua penso' fra se' Menion stanco di continue discussioni.

Quella sera cenarono tutti quanti insieme con una lauta cena composta da panini imbottiti, poi Elora venne sistemata nella stanza di Marie e le due decisero che ciascuna delle donne a turno avrebbero vegliato su di lei, mentre Menion riusci' ad ottenere solo un posto sul divano del salotto al piano inferiore di fronte ai resti del tavolino che aveva sfondato quella mattina.
Il primo turno di guardia tocco' a Gwynn, mentre Marie si sistemo' anche lei nel salotto per tenere d’occhio il ragazzo con la spada di cui nessuna delle due si fidava.
«Non ho bisogno di una balia», protesto' Menion offeso, «Perche' non mi lasci in pace?»
«Lasciarti in pace io? Guarda che sei tu che sei piombato in casa nostra senza essere invitato! Nessuno ti trattiene qui, puoi andartene quando vuoi!»
Il giovane decise di lasciar perdere ogni discussione e si arrese all’idea di dover passare l’intera notte in compagnia di quella ragazza.
Tutto era tranquillo. Menion era indeciso se fare un pisolino o restare sveglio.
Proprio mentre stava per abbandonarsi al sonno, senza alcun preavviso a parte il suono come di un risucchio, al centro della stanza apparve una creatura strana e terribile: pareva una specie di grosso insetto antropomorfo. La testa era quella di una mantide, dotata di due grandi occhi segmentati e due mascelle che si aprivano e si chiudevano ritmicamente, le braccia erano lunghe ed artigliate ma apparentemente umane, mentre il corpo era ricoperto da una sorta di tonaca o saio nero che impedivano di scorgerne i contorni e che gli arrivava fino ai piedi.
Appena apparso fece saettare un artiglio verso il corpo di Marie che non si era accorta di nulla ed in quel momento stava camminando avanti ed indietro al centro della stanza. Agendo completamente di istinto, con un balzo, Menion si frappose tra loro evocando la sua spada. Il mostro ritrasse l’arto e dopo aver emesso un forte stridio, scomparve nel nulla.
«Grazie!», balbetto' la ragazza troppo sorpresa per essere scioccata, «Se non fossi intervenuto mi avrebbe sicuramente ferita o peggio...»
«Come mai non hai usato i tuoi poteri per difenderti?», si informo' allora Menion, «Se ho capito Gwynn e' in grado di lanciare delle sfere di energia... tu non potevi fare lo stesso?»
Marie scosse il capo, «Non sono poteri... noi siamo... e' difficile parlarne con persone che non sono come noi... siamo... dotate di poteri magici... siamo druidi», vide, con stupore, che il ragazzo non era sconvolto dalla rivelazione, «Io ho iniziato come una wicca e poi Gwynn mi ha insegnato a poter operare veramente delle magie. Rispetto a quello che c’e' scritto sui libri e che ci tramandano i miti non siamo onnipotenti. Ognuna di noi e' specializzata in particolari campi: la mia maestra puo' controllare dei frammenti di luce ed usarli come armi, mentre io ho delle visioni»
«Cioe'? Predici il futuro?»
La ragazza parve riflettere un istante, chiedendosi se fosse il caso di raccontargli tutte quelle cose, in fondo ancora non c’era nessuna prova sul fatto che Menion non fosse un loro nemico, ma alla fine decise di dargli fiducia, in fondo le aveva appena salvato la vita.
«Posso vedere cosa accadra' nel futuro di una persona semplicemente toccandola, cosi'...», e per fargli capire gli prese una mano. Menion la osservo' assumere un’espressione strana e ritrarsi immediatamente.
«Hai visto qualcosa?»
«No, nulla!», ma aveva decisamente l’aria di mentire. Non gli avrebbe mai rivelato, nemmeno sotto tortura, che aveva appena visto lei e lui che si baciavano alla luce di un lampione.
«Se hai visto qualcosa puoi dirmelo, non mi spaventero', anzi magari mi aiuterai ad evitare che succeda»
Marie sembrava molto imbarazzata e riusci' a dire soltanto: «Ti ho detto che non ho visto nulla! Perche' non mi credi?»
«Perche' voi avete forse creduto alle mie parole?», fece Menion per nulla convinto.
Mentre discutevano Gwynn arrivo' dal piano superiore chiedendo alla sua allieva cosa fosse successo. Marie si affretto' a raggiungerla ed inizio' a spiegarle.
Intanto il cavaliere si era chiuso nel silenzio a riflettere.
C’erano troppe incongruenze in quella missione! Quelle donne sembravano abbastanza potenti da poter difendere da sole Elora, allora perche' lui era stato mandato? E chi era Elora, che ruolo ricopriva quella bambina? E quel mostro apparso nel soggiorno poco prima? Avrebbe potuto facilmente colpire Marie o lui, ma non l’aveva fatto, aveva semplicemente scelto di mostrarsi per poi scomparire... strano... Ma soprattutto, perche', a differenza di tutte le altre missioni che aveva compiuto, stavolta doveva partecipare attivamente?
Mentre era ancora intento a pensare avverti' un brivido corrergli lungo la schiena. Aveva gia' sentito quella sensazione e non gli piaceva affatto.
Proprio per niente.
Senza pensare fece comparire la sua lama magica in pugno.
«Cosa diavolo succede!», esclamo' Gwynn allarmata dalla mossa del ragazzo.
«Andate immediatamente di sopra!», urlo' in risposta Menion girandosi come a fronteggiare l’ingresso della grande casa.
Si avverti' un sibilo sordo e poi una serie di colpi secchi. Per ognuno dei colpi uno dei cardini della pesante porta d’ingresso salto' via, fino a che la stessa, non piu' sostenuta da nulla, crollo' a terra con un boato sordo. Una folata di vento e foglie secche si abbatte' nel soggiorno e sulla soglia apparve una figura incappucciata di nero che si stagliava sullo sfondo esterno illuminato dai lampioni. L’intruso fece alcuni passi entrando in casa e poi, una volta che si trovo' sotto la luce, abbasso' il cappuccio.
Con grande sorpresa delle due donne il volto che apparve non era quello di un brutto e deforme mostro, ma di uno splendido ragazzo biondo con occhi verdi, che sorrise calorosamente appena si accorse degli sguardi delle due. Ma fra loro si frappose Menion impugnando a due mani la sua arma.
«Ah, dovevo sapere che avrebbero mandato te, "cavaliere di riserva"...», lo apostrofo' con voce molto calma.
«Mattew non e' mai un piacere incontrarti!», ruggi' in risposta con una rabbia tremenda che traspariva ad ogni parola, «Forse stavolta riusciro' a toglierti quel sorrisetto dalla bocca!»
«Mi spiace "fratello", ma non sono qui per giocare con te», appena l’intruso pronuncio' quelle parole si senti' un urlo provenire dal piano di sopra, poi un fragore, come qualcosa caduto a terra pesantemente.
«Elora!», esclamo' Menion lanciandosi su per le scale seguita a ruota dalle due donne.
Il giovane fu il primo ad arrivare nella stanza di Marie. L’insetto antropomorfo teneva tra le braccia la bambina.
Il cavaliere si lancio' verso il mostro, ma questi letteralmente scomparve nel nulla, portando con se' la bambina e lasciando il ragazzo ad urlare di frustrazione.
   
 
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