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Autore: zenzero    11/04/2012    1 recensioni
....e tutto quello che è presente, tutto quello che è passato
e tutto quello che dovrà venire
tutto quanto sotto il sole è in sintonia
ma il sole è eclissato dalla luna....
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Griffith
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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l'eclissi di un falco

Questa fiction ha partecipato al contest "Wish you were here, vorrei tu fossi qui". E' arrivata ultima, anche perchè piuttosto corta. Lo ho un po' allungata.


Tutto quello che tocchi e tutto quello che vedi
tutto quello che assapori, quello che senti
e tutto quello che ami e tutto quello che odi
tutto quello di cui diffidi, tutto quello che difendi
e tutto quello che dai e tutto quello che tratti
e tutto quello che compri, chiedi, prendi a prestito o rubi,
e tutto quello che crei, tutto quello che distruggi
e tutto quello che fai e tutto quello che dici
tutto quello che mangi e tutti quelli che incontri
e tutto quello che disprezzi e tutti quelli che combatti
e tutto quello che è presente, tutto quello che è passato
e tutto quello che dovrà venire
tutto quanto sotto il sole è in sintonia
ma il sole è eclissato dalla luna.

I miei deboli occhi si tingono di lacrime rosse, amare. Immerso in questo lurido lago, devo sforzarmi per  rimanere a galla. Compiere sforzi incredibili per azioni che prima avrei svolto in un battito di ciglia. Una nullità, non sono altro che questo, un rimasuglio di fango. Cosa è rimasto dello spirito ambizioso che finora mi ha smosso a compiere le più incredibili imprese? Non può nulla, imprigionato com'è in un inutile involucro di carne rigida, indebolitosi lentamente, crudelmente, fibra dopo fibra. Perchè, io? Io..

Avevo tutto. Sa il cielo se le persone non mi ammiravano.  Il pieno controllo dei miei sensi. Ero un condottiero abile e fantastico, in grado di smuovere le masse.
Potevo ottenere l'amore di qualunque fanciulla. Ovviamente, c’erano anche persone che mi odiavano, che desideravano la mia distruzione.. Ma fui io ad annientarli, a schiacciarli come fastidiosi piccoli insetti.
Creai un’armata dal niente, partendo dal fango. Strappai dal nulla giovani provenienti da qualunque famiglia, li portai con me. Con loro si formò la squadra dei Falchi. Li ammaliai con i miei discorsi. Con loro, distrussi armate nemiche, cancellai dal mondo moltissime vite. La mia spada si  lordò di sangue varie volte, vincendo raggiunsi un potere incredibile.  Sarebbe potuto rimanere tutto splendido così com'era, ma questo non mi bastava. Perché desideravo il sole.

Così puntai in alto, più in alto di quanto potessi arrivare. E così, persi tutto, ogni singola cosa che avevo. Il sole mi derideva dall’alto. Non mi restavano che due scelte. Soccombere, o affrontare lo stesso sole. Ed io, non volli cadere. 

Stringo  questo piccolo monile rosso, il macabro magico legame che portò a me la sua fortuna, per poi scomparire nel nulla. E' tornato nelle mie mani, in modo fortuito e incredibile. Lo sento umido e liscio tra le dita. Solo la sua fragile consistenza riesce a convincermi del fatto che questo stia accadendo davvero. Dunque, non sono ancora morto. Ma nonostante tutto, questo che importanza ha? La vita che mi si prospetta non è forse la peggiore delle morti? Una esistenza completamente priva di qualsiasi significato? Non è meglio finirla qui, subito? Accanto a me, un ceppo affilato potrebbe risolvere i miei problemi.

Affannato gli si accosto, lento. Appoggio il collo molle, attendo che il legno penetri nella mia pelle ormai perlacea, e la sento lacerarsi. Si apre un piccolo rigagnolo scuro, che percorre tutto il mio corpo. La vita mi scivola lentamente via, senza farmi troppo male. Piano piano mi spegnerò. 

Eppure, sento sempre più freddo. Provo sempre meno tranquillità, ora che mi attende un destino ineluttabile. Scivolerò nell'oscurità, mi perderò dentro fino ad annullarmi. Di me non rimarrà più nulla. Tutto ciò per cui avrò lottato perderà di significato.

Dio si è preso gioco di me. Quell'entità che ipocritamente fingevo di ingraziarmi, ma su cui non soffermavo mai il pensiero, aveva forse previsto tutto fin dall'inizio? Il mio destino era già stato scritto? Ma allora, perché illudermi, spingermi tanto alla ricerca del mio sogno, se poi avrei comunque dovuto perdere tutto? Ora, ho paura. Scomparirò. Non voglio. Non esisterò più. Non voglio. Non voglio morire. Vi prego. So che è inutile, ma voglio vivere. Questa, è forse la prima preghiera che indirizzo al cielo. So che è assurdo, ma non voglio morire. Aiutatemi. Ho paura. Vi prego. Ora...

L’astro maledetto fu coperto da una luna, nera e funerea, e la sua luce non avrebbe più potuto burlarsi di me.
E tutto quel che prima era stato, divenne solo un  ricordo.

   
 
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