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Autore: Kiarachu    13/04/2012    2 recensioni
Questa fiction parte da quando Megamind sconfigge Titan e dovrebbe finire all'apertura del suo Museo.
Roxanne è felice di aver trovato finalmente l'uomo della sua vita, però succederà qualcosa di molto preoccupante per Megamind, ma insieme al fidato Minion, lei risolverà la situazione, e scoprirà qualcosa che le farà credere ancora di più che l'eroe blu era veramente destinato a lei.
Questo nei primi tre capitoli, poi continuerà come una normale fiction, con varie scene tenere, scene divertenti e qualche colpo di scena
Genere: Azione, Comico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Era una vista particolare per i passanti, vedere la macchina invisibile, ora visibile, parcheggiata in modo ordinato in un parcheggio a pagamento.
Andarono, tutti e tre, dentro la stazione, e nessuno degli agenti li trattò male, così poterono andare nella sezione degli uffici.
Entrati, seguirono i cartelli con scritto “INFORMAZIONI”.
 
Finalmente raggiunsero la stanza, e Roxanne e Megamind ansimarono insieme, perché videro una lunga fila davanti alle tre cabine del servizio d’informazione.
Era una coda tipo zig-zag, con la gente che entrava in una barriera serpentiforme, formata da corde.
Megamind era atterrito, e rimase a bocca aperta alla vista. 

Roxanne era anch’essa shockata. “Oddio! Adesso vorrei veramente girarmi in tutta fretta, e lasciare questo posto! Ma devo chiedere delle cose importanti, e così dovremmo aspettare in fila”, disse a Megamind, con un’espressione orripilata. 

Lui la guardò con occhi spalancati. “DAVVERO?! Ok…devo anch’io chiedere qualcosa d’importante…ma…ma…è DAVVERO un LUNGA fila!” finì di dire, accasciandosi.

Minion si schiarì la gola. “Ehm…credo che aspetterò qui”, disse indicando un muro vicino alla porta.
Lo guardarono tutti e due con espressione disprezzante, poi la coppia andò alla fine della coda, aspettando come gli altri.

Mentre erano in fila, Megamind si guardò intorno con curiosità, e notò come la gente lo guardava, qualcuno con curiosità, qualcun altro con preoccupazione, e si sentì turbato.
Roxanne notò la cosa, così prese la sua mano, sorridendo, facendolo rilassare un po’.
 
“Non preoccuparti, dolcezza, io son qui con te. E penso che ti guardino perché sei diabolicamente bello”, lei disse, facendo l’occhiolino.
Lui si raddrizzò, facendo un ampio sorriso, e questo fece ridacchiare qualche persona.

La fila continuava ad avanzare, lentamente, e Megamind continuò a sospirare e aggrottarsi.
 
“Odio già stare in coda! Era così semplice, quando ero un cattivo! Un colpo con la mia de-gun e…puff…niente coda!” disse con un sorriso raggiante.

Lei roteò gli occhi, e scosse la testa. “Ah…son sicura che era semplice, ma SBAGLIATO. Adesso sei buono, un eroe, e gli eroi non vanno intorno a disidratare persone innocenti per evitare le file! E in ogni caso NESSUNO AMA LE CODE”, lei disse, annuendo in un gesto comprensivo.

Megamind sospirò di nuovo. “Si…hai ragione…”, notando che alcune persone annuivano, sentendosi così sollevato.
 
Erano a tre-quarti della coda, quando Minion li chiamò. C’era un ufficiale di polizia vicino a lui, che stava facendo un segno di “venite qui” nella loro direzione.
Vennero fuori della fila, ed andarono verso Minion con facce sorprese.

Andarono tutti e quattro fuori della stanza, e l’agente disse, “Scusate…abbiamo saputo solo ora che eravate qui. Non dovete far la fila. Seguitemi, per favore”
 
Tutti si meravigliarono alla buona fortuna che avevano, seguendo l’ufficiale, che li portò di fronte all’ufficio del capo della polizia.
 
Minion disse loro che li avrebbe aspettati fuori dall’ufficio, e i due annuirono. Roxanne bussò alla porta e quando sentirono “entrate”, andarono nell’ufficio, molto simile a quello del direttore.
Il capo della polizia fece un gesto tipo “sedetevi, prego”, e loro si misero sulle sedie di fronte alla scrivania.

Roxanne parlò per prima. “Prima di tutto, grazie per averci fatto evitare la coda. A qualcuno non piace aspettare in fila”, disse guardando di striscio Megamind, facendo un sorrisetto compiaciuto.
Lui si mosse a disagio sulla sedia, guardando in su e mordendosi il labbro inferiore.

”In ogni caso…volevo sapere se le investigazioni nel mio appartamento son già cominciate, e se posso andar lì a prendere altre cose, perché ho preso poche cose e di fretta, dopo la battaglia. E poi vorrei controllare se ci sono altre cose come gioielli o altri vestiti. Ah…e qui c’è la lista delle cose che ho già preso”, lei disse, dandogli un foglio di carta.
 
Il capo sorrise. “Lei è più che benvenuta! La squadra CSI è già nel suo appartamento, così non è possibile andare lì. Mi scusi. E lei può andare a prendere le sue cose quando le indagini saranno finite. Grazie per la lista, e la chiamerò quando la squadra CSI avrà finito. E poi, trasmetterò il loro resoconto alla sua compagnia assicurativa per i danni”, lui finì sorridendo.

Roxanne annuì. “Va bene…e grazie. Adesso andrò all’ufficio assicurativo per dirglielo”, lei affermò sorridendogli, e dandogli il suo numero di cellulare.

Dopo un po’, Megamind parlò, “Non so se lei ha già l’informazione che io e Minion non abbiamo la patente. Ma abbiamo già provveduto a farne una, grazie al direttore Hudson. Ma lei deve capire che dovremmo usare l’auto, in questi giorni, per coordinare i robocervelli per il rinnovo della città. Così…le chiedo un permesso speciale per guidare senza patente. Ehm…se è possibile, ovviamente”, lui finì in modo esitante.

 Il comandante annuì, sorridendo, e prese una busta da uno dei cassetti della scrivania, consegnandolo a Megamind.
 
“Il direttore Hudson aveva già pensato a queste cose, e mi aveva chiamato. Ho fatto queste patenti speciali per te e Minion, che sono valide anche per la moto volante. A proposito…è un apparecchio davvero fantastico! E ho anche fatto una licenza per portarti dietro le tue armi speciali. Come la tua pistola disidratante. La patente ha la durata di un mese. Spero che il tempo sia abbastanza per te. Il mio suggerimento è di fare quelle lezioni con Gordon Hudson il prima possibile.” 

Megamind fece un sorriso luminoso. “Grazie mille. Penso che un mese sia abbastanza”, affermò dopo un rapido calcolo con il suo incredibile cervello. “E grazie per le licenze delle armi. Non ho superpoteri, e l’unico modo per proteggere questa città, per me, sono le mie invenzioni ed armi. Ah…e sì…son piuttosto orgoglioso della mia hoverbike. Devo ripararla il prima possibile, così posso usarla. E grazie per il consiglio. Ho già pensato a cominciare le lezioni uno di questi giorni. Grazie ancora, e ci si vede!” finì stringendo la mano al capo della polizia. 

Quindi se n’andarono via dalla stazione di polizia, e Megamind disse a Minion delle licenze speciali. Andarono all’ufficio assicurativo di Roxanne, e lei gli disse che la polizia gli avrebbe spedito il resoconto del danno nel suo appartamento.
Quando lasciarono l’ufficio era già troppo tardi per andare alla banca, ma a Megamind non importava: era davvero un gentiluomo, e in ogni caso aveva fatto alcuni dei suo affari.    

Ritornarono al Covo, ed erano parecchio stanchi, pure Minion. Si cambiarono in qualche vestito confortevole, e Roxanne andò nella camera di Megamind, crollando sul suo letto di schiena, con le braccia aperte.
Lui venne fuori dal bagnetto, che era vicino all’armadio, e fece un sorriso gioioso vedendo Roxanne, e si lasciò andare sul letto, vicino a lei, prendendole la mano.

Se ne stettero così per un po’, e poi lei rotolò di fianco, accoccolandosi vicino al suo fianco, con il braccio sinistro attorno al petto di Megamind, e la mano destra che stringeva la sua, chiuse gli occhi, e sospirò dolcemente.
 
Dopo un po’, lei cominciò ad accarezzare la sua testa, e la tempia con la mano libera, e lui chiuse lentamente gli occhi, quasi facendo le fusa e lasciandosi trasportare in uno stato beatifico.
Lei sorrise dolcemente e continuò a carezzare la sua testa e tempie, e lui cominciò a respirare in maniera regolare, come uno che sta per addormentarsi. 

Roxanne fece scorrere la mano vicino alla punta dell’orecchio, e l’alieno blu si mosse un poco e borbottò, mentre lei lo guardava con interesse Mmmh…interessante… lei pensò, carezzando la linea dell’orecchio in modo deciso, ma gentile.

Lui mugugnò, e lei fece un sorriso volpino, carezzando un’altra volta la linea dell’orecchio. Il genio blu ansimò, e aprì gli occhi all’improvviso.
 
“Che stai facendo?” lui chiese, con un’espressione lievemente confusa.

Lei sorrise in modo malizioso. “Penso di aver scoperto uno dei tuoi “punti deboli”. Così…hai orecchie sensibili…MOLTO interessante.”

Megamind fece un sorriso seducente. “Oh sì, Miss Ritchi! Ha scoperto uno dei miei segreti! Non avrei mai pensato che la sensibilità delle mie orecchie potesse diventare così piacevole”, lui disse agitando le sue sopracciglia.

Anche la brunetta sorrise. “Così…significa che ti piace. Molto bene…mi piace!” lei finì con un sorriso seducente, e mordicchiando il labbro inferiore. 

Roxanne aggiustò un pochino la sua posizione, e cominciò a baciarlo prima sulla fronte, poi sulla tempia, l’orecchio, e lui gemette e roteò gli occhi, rivelando il bianco.
Quindi lei baciò la mascella superiore, il mento, dove carezzò il suo pizzetto con un dito per poi baciarlo.
Quando salì, mordicchiò le sue labbra inferiori, e poi lo baciò lentamente e in modo completo. 

Megamind sospirò e gemette, rispondendo molto bene ai suoi baci, mordicchiando le sue labbra e abbracciandola.
A questo punto erano tutti e due sul fianco, che si coccolavano l’un l’altra, mentre si baciavano.
Questa volta lui prese l’iniziativa, e fece scivolare la lingua verso le sue labbra, che poi aprì, per lasciar entrare la lingua nella sua bocca.
Poi lei sorrise e anche lei fece scivolare la sua lingua, muovendola a ritmo con lui.
“Giocarono” così per un po’, e poi si accoccolarono insieme, ad occhi chiusi.  

”Megamind?” disse dolcemente Roxanne, “Posso chiamarti…Megs?” chiese in modo sornione.

Lui aprì gli occhi, sorpreso, e fece un’espressione incredula. “COSA?!”
 
Prima che potesse protestare di più, Roxanne parlò di nuovo, “Beh…voglio dire…mi piace il tuo nome, ma ho pensato che non posso chiamarti “Megamind” tutto il tempo, e nemmeno usare termini come “tesoro” o “dolcezza” per sempre, dopo un po’ stufa. Mi serve un vezzeggiativo per te, e non so se hai un nome vero, a parte Megamind”, lei finì con un’espressione esigente. 

L’alieno sospirò e si sedette sul letto, a gambe incrociate. Lei si sedette nella stessa posizione, le mani in grembo.  
Prendendo un gran respiro, e sospirando di nuovo, l’alieno spiegò, “A dirti la verità, speravo che questo argomento non venisse a galla così presto. Oh…beh…in ogni modo, sì: ho un vero nome. “Megamind” è solo un soprannome che ho scelto da me. Ah…e quel nome è il nome che i miei genitori mi diedero, non il nome che il direttore, i carcerati o le autorità mi diedero, quando ero in prigione”, lui disse in modo esitante, guardandola con i suoi grandi e tristi occhi, color smeraldo. 

Roxanne capì al volo la situazione. Sorrise e gli mise una mano sulla gamba, guardandolo affettuosamente.
 
“Hei…non preoccuparti, tesoro, se non vuoi darmi quella particolare informazione in questo momento, io capirò. Vedo che è una cosa importante per te. Così…non mi offenderò se non vorrai dire il tuo vero nome adesso: aspetterò”, gli disse con tono dolce, e con un sorriso rassicurante.   

Lui sorrise in maniera rilassata. “Grazie…e sì: è una cosa parecchio importante per me. E solo Minion, a parte me, conosce il mio nome. Non voglio offenderti, ma devo pensarci bene, e poi ti darò una risposta. Per te va bene?” lui finì, abbassando la testa. 

Lei gli prese il mento, e gli alzò gentilmente la testa, guardandolo in quegli occhi disumanamente verdi, per poi baciarlo delicatamente sulla punta del naso.
 
“Come ho detto: aspetterò. Non preoccuparti” E…così va bene, se ti chiamo Megs?” lei insistette con un sorriso malizioso, facendo la linguaccia.

Lui la guardò a bocca aperta, sempre con quell’espressione esterrefatta.
 
“COSA?! No-no-no! Non dire sciocchezze!” disse facendo il broncio.

Lei ridacchiò. “Beh…Mister Supergenio: dimmi che ti piace, allora!” lei finì ghignando, e facendo spallucce.

Megamind si accasciò un pochino. “Mmmh…in prigione i miei “zii” di solito mi chiamavano Blue, o Blueboy. C’era questo detenuto che continuava a chiamarmi Lee, e non so davvero il PERCHÉ! Ho scoperto che al mio arrivo, le autorità mi avevano chiamato Baby Doe, e poi John Doe. Oh beh…Megs sembra ancora la scelta migliore, per il momento”, finì facendo spallucce.   

La reporter era perplessa. “Ti avevano chiamato John Doe? Non lo sapevo. Ho visto alcuni dei tuoi documenti, mentre cercavo informazioni per i miei servizi, ma ho visto solo il nome “Megamind”. Com’è possibile?” lei chiese curiosamente.

L’alieno sorrise. “Beh…è semplice: quei nomi erano solo nei miei documenti molto vecchi, quando ancora non ero un cattivo. Ho adottato quel nome quando ero un adolescente. Ed ho cominciato a rapirti più tardi. Così è naturale che tu abbia trovato solo “Megamind” in quegli incartamenti.” 

La brunetta annuì. “Ha senso…mmmh…devo chiedere al direttore Hudson di vedere quelle vecchie carte, quando farò un servizio su di te. Potrebbe essere interessante. In ogni modo…per il momento userò Megs. E se vuoi, ti chiamerò Megamind, quando ci saranno persone intorno a noi”, lei finì, sorridendo. 

Megamind sorrise in modo incantevole. “Vuoi fare un servizio su di me? Davvero? Mi sento…onorato…davvero! Lo sai che una delle ragioni per cui continuavo a rapirti era che volevo avere un’intervista con te? Voglio dire…Metro Mahn aveva tutte le tue attenzioni, ed ero veramente infuriato da quello! Ehm…in ogni modo…puoi chiamarmi Megs in pubblico, se vuoi. Quando sono con te, le altre cose non mi danno fastidio. Almeno fino a che qualcuno non litiga con me”, lui disse prima timidamente, e alla fine con un sorriso diabolico.  

Lei rise di tutto cuore. “E che faresti in quel caso? Disidrateresti il “lottatore” con la tua pistola?” lei disse con uno sguardo volpino.

Megamind fece un’espressione molto lieta. “AH! Lo sai che ti amo ancora di più, quando giochi al ruolo di “Regina Malvagia”?” lui dichiarò, prima di baciare Roxanne gentilmente e in modo completo. 

Quando si separarono, lei lo abbracciò, e fece un’espressione lieta e furbesca. “Ma grazie! Quando son dell’umore giusto, mi piace stare nel lato oscuro. Non hai idea di quanto sia stressante il mio lavoro…”, lei finì, roteando gli occhi in un’espressione esasperata.

Megamind sorrise gentilmente. “E magari ero una delle fonti di stress, per te?” lui le disse, con un’espressione comica che la fece ridere.

”Beh…a dirti la verità, sì e no. I rapimenti erano per lo più irritanti. La maggior fonte di stress per me erano il mio capo e colleghi, che continuavano a dirmi che ero in pericolo. Ma dopo un po’ ho imparato che per te e Wayne era solo un gioco, e tu non mi hai mai messo in pericolo, e nemmeno altra gente”, lei gli disse, con un sorriso caloroso. 

L’eroe blu annu’, con gli occhi chiusi. “Hai ragione…era solo un gioco, e son sempre stato attento che tu, e le altre persone che osservavano lo “spettacolo”, non fossero in pericolo.
 
Soffiò dal naso in maniera buffa, scuotendo la testa. “Alla fine era veramente solo uno spettacolo. Volevo solo essere notato, e grazie ad una casualità, ho avuto la possibilità di conoscerti, e ti di conoscere me…il vero me”, lui finì con un sorriso timido, mentre arrossiva.  

Roxanne lo guardò, inclinando la testa, con un’espressione confusa. “Una casualità? Dici…tu che sei diventato Bernard? Pensavo che fosse un altro dei tuoi piani “malvagi”. Adesso son curiosa…”

L’alieno annuì, con espressione seria. “Te lo dirò…è cominciato tutto quando ero a Metrocity Hall, ed ero veramente stufo di essere il “Signore del male”. Ero malinquorico, e dopo aver visto il tuo servizio, mi son sentito a disagio come non mai.”

”Più tardi, son arrivato al Museo di Metro Mahn, per distruggerlo. Non volevo distruggerlo per il gioco del “Signore del Male”, ma perché sapevo che avevo parecchio incasinato le cose in quel momento, e vedere quel posto era doloroso per me.”   
 
“In ogni modo…presi l’ascensore ed andai sulla passerella, per parlare…ahem…alla statua…per dire quanto avevo rovinato le cose, e fare i miei addii, prima di distruggere il posto. Avevo già acceso il telecomando del conto alla rovescia, quando tu gridasti.”
 
“Mi prese il panico, perché avevo già lasciato cadere il telecomando, e non volevo metterti in pericolo, e…beh…ero lì in pigiama. Avevo il terrore che, se tu mi avessi visto vestito così, ti saresti messa a ridere, o mi avresti preso in giro.”
 
“Così cominciai a correre lungo la balaustra, e mi scontrai con Bernard, lo scannerizzai con l’orologio, e lo disidratai, camuffandomi col suo aspetto. Poi noi avemmo quella conversazione sugli eroi che possono essere creati, ed ero sicuro che non avrei mai più usato quel travestimento.”
 
“Ma poi tu arrivasti al Covo, e fui forzato a divenire Bernard di nuovo, pensando che lui potesse convincerti ad andare via. E poi tu mi chiamasti “partner”, e mi abbracciasti…è stato come…essere in paradiso per me perché…beh…lo sai…non ero MAI stato abbracciato così. E mi piacque TANTISSIMO. E poi sai il resto”, lui finì, guardando in basso, con espressione triste.
 
Lei fece un sorriso a mezz’asta, mettendo una mano sulla sua spalla e, sporgendosi in avanti, lo baciò lievemente sulla guancia.
 
“Sono VERAMENTE dispiaciuta, tesoro, di averti trattato a quella maniera, quella notte. Ero furiosa, e non mi piacque che tu mi mentisti. Ero…come posso spiegare…VERAMENTE arrabbiata, perché ero confusa. Mi piacevi, e a quel tempo sentii che era sbagliato, perché pensavo che fosse un altro dei tuoi trucchetti, non realizzando che tu avevi esposto il vero te stesso a me.”
 
“Ma quando vidi quest’appartamento, realizzai che il criminale era veramente una facciata, e che tu sei una persona molto sensibile e magnifica”, lei finì, guardandolo dolcemente, carezzandogli la guancia, per poi sporgersi in avanti per abbracciarlo.    

Si coccolarono per un po’, e poi lui disse, “Grazie mille per aver capito. Lo apprezzo molto.”

Sentirono Minion che li chiamava per cena. Andarono verso al cucina, e Roxanne chiese, “Uno di questi giorni puoi farmi vedere il resto dell’appartamento? Ho visto solo alcune stanze, e son curiosa di vedere il resto. Ovviamente, se vuoi…”, lei disse, facendo la lingua.

L’alieno fece un sorriso radioso. “Ma certamente! E ti dico: preparati ad essere stupita!” lui dichiarò con orgoglio, facendola ridere. 

”Tu non sai veramente il significato della parola “modesto”, non è vero?” lei disse con un sorriso furbetto.

Lui fece una sciocca espressione confusa. “Modesto? Checos’è? Mmmh…magari non so veramente quella parola”, lui disse facendo l’occhiolino.

Entrarono nella cucina ridendo, e Minion li guardò con curiosità. “Che c’è di così divertente? E perché mi perdo SEMPRE questi momenti?” lui finì, facendo un po’ il broncio.

Roxanne glisorrise. “Ah…nulla…stavo solo facendogli notare che si merita il soprannome di “Mister SuperEgo””, lei dichiarò ridendo, indicando Megamind, che prima s’imbronciò, e poi si raddrizzò.

Puntò drammaticamente un dito verso Roxanne, dicendo, “Ah, si? Io penso che tu meriti veramente il nomignolo di “Miss Reporter Ficcanaso”, OK?” 

Risero tutt’e due, e Minion fece un’espressione felice. Sedendosi a tavola, Megamind applaudì felicemente. “Molto bene, amico mio, che cose deliziose hai preparato stavolta?”

Minion si raddrizzò con orgoglio, e fece un ampio sorriso.
 
 “Oggi ho fatto delle lasagne di verdure. Ho fatto anche la pasta all’uovo e la besciamella, perché non n’avevamo abbastanza. Spero che sia venuta bene”, lui finì, mettendone tre generose porzioni nei piatti. “Fate attenzione, perché è molto calda!” 

Loro annuirono, e tagliarono il pasticcio in piccoli pezzi, per farlo raffreddare un poco, e cominciarono a mangiarlo.
Megamind emise un suono d’apprezzamento, e Roxanne fece un’espressione stupefatta.

”Wow…Minion! È VERAMENTE deliziosa! Mi chiedo se c’è qualcosa che tu non sappia cucinare.”
 
L’acquatico seguace fece un timido sorriso. “Awww…grazie, Miss Ritchi, non è nulla…”

E poi continuarono a mangiare. Quando finirono, Minion diede loro della panna cotta come dessert, e Megamind mangiò due porzioni, così Roxanne chiese, inarcando le sopracciglia, “Mmmh…hei, Mister Eroe…per caso hai una debolezza per i dolci? O magari è solo una mia impressione…?”

L’alieno fece un’espressione “colto sul fatto”. “Oh, accidenti! Volevo tenerlo segreto, ma le tue doti da “Reporter Ficcanaso” sono più avanzate di quello che pensavo”. E tutti risero.
Dopo la battuta, parlarono d’altre tematiche, e quando furono tutti insonnoliti, ritornarono nelle rispettive camere.  

Megamind diede un bacio della buonanotte a Roxanne, prima che lei entrasse nella sua stanza, e lui andò nella sua, cambiandosi in uno dei suoi pigiami, ed andando a letto, addormentandosi quasi all’istante.
 
Roxanne si cambiò nella sua camicia da notte, e scivolò sotto le fresche lenzuola e coperte, sospirando in modo sognante, chiudendo gli occhi e addormentandosi.
 
Nella sua stanza, Minion controllò qualcosa in Internet, e poi si spense, andando a dormire pure lui.
Era stata una giornata intensa per tutti e tre, e necessitavano di un buon riposo.
  
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