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Autore: mikilily    16/04/2012    9 recensioni
Salve, questa è l'ennesima Dramione che la mia mente malata sforna, ancora non so se sarò una long o una semplice one shot...vediamo cosa dice il pubblico sovrano.
La guerra magica è ormai alle spalle,i maghi hanno ripreso le consuete attività. Due in particolare, hanno trovato fortuna a Parigi e lì, hanno scoperto che infondo dall'odio può nascere qualcosa di buono come l'amicizia e forse... Questi sono: Draco Malfoy e Hermione Granger.
Se vi va' passate, Kiss.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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7- Primo passo.

Era rimasta ferma a fissare il punto in cui era scomparso. Il suo profumo rimase ancora nell’aria per alcuni minuti.

Minuti preziosi.

Quanto tempo sarebbe passato prima che quell’aroma invadesse nuovamente le sue narici, rasserenandola.

Una settimana, forse più.

Fiutò l’aria fino a quando il tutto fu evaporato, dopodiché si decise a chiamare sua madre Jane per spiegarle il cambiamento di programma.

La conversazione fu alquanto stressante per Hermione, avrebbe dovuto dirle la verità su quello che era successo ma non ne ebbe il coraggio.

Le parole le morirono in gola.

-Si mamma, è stata una cosa improvvisa sono dovuta rientrare d’urgenza a Parigi. Una grana che solo io potevo risolvere- disse invece.

-Spero di liberarmi per capodanno ma non ne sono certa , mi hanno detto che mi pagheranno per il disturbo- aggiunse.

Quando la telefonata fu terminata, la stanchezza per quella mezz’ora di menzogne l’aveva spossata, si concesse un bagno caldo e si mise a letto.

Chiuse le persiane, quando ancora il sole era alto, tirò le tende e spense la luce.

Prima però, si mise la camicia da notte, quella azzurra che le aveva regalato Draco per il suo compleanno. Era in seta con del pizzo nero sia sulla scollatura, sia nel fondo e arrivava a metà gamba.

Sexy, notevolmente sexy.

S’era imbarazzata quando aveva aperto il pacco, trovando quell’indumento intimo. Certo, avevano più volte domito nello stesso letto, senza alcuna malizia, lui l’aveva presa più volte in giro per i suoi pigiami in pile al limite della decenza, ma non avrebbe mai immaginato che un giorno le avrebbe regalato un indumento tanto sexy.

All’improvviso, si ricordò le parole del biondo.

-Se non ti piace , la riporto. Forse, avrei dovuto prenderti un libro o un profumo-. Si scusò quella volta.

Lei in quel momento sorrise , proprio come stava facendo ora davanti allo specchio, indossando quella camicia da notte.

-è molto bello la indosserò quando vorrò ammaliare un uomo- Draco rimase sorpreso.

 -Indossala per te non per gli uomini, non hai bisogno di questi mezzucci. Hai ben altro per conquistarli. Tu! Hai il cervello- disse Draco e quello fu uno dei complimenti più belli che le fece.

Così si sfilò l’accappatoio in spugna col quale si era asciugata e si infilò la camicia da notte in seta. Questa scivolò leggera sul suo corpo, era come un leggero velo, rabbrividì un attimo ma desistette dal cambiarsi. Quello, era un modo stupido per sentirlo vicino e sfidò il gelo pur di aver quella sensazione sulla pelle.

L’unico modo per aver Draco con lei quella notte.

***

Si girò più volte nel letto, senza mai trovare una posizione comoda.

Sua madre l’aveva ripreso per essere rientrato a casa senza combattere con Hermione.

-L’hai abbandonata da sola a Parigi- aveva detto sua madre Narcissa e lui non era riuscito a replicare, sapeva che aveva ragione.

Dirle che la Granger aveva usato lei per farlo ritornare a Londra non avrebbe portato a nulla. Sua madre come Hermione ,del resto, erano le uniche due donne che riuscivano ad azzittirlo.

Forse per questo le amava, incondizionatamente.

Si sedette nel letto e poi si alzò, non era riuscito a riposare e si sentiva più stanco di quanto si era sdraiato la notte prima.

Guardò l’orologio che aveva poggiato sul comodino, questo, segnava le tre della mattina.

Era presto, ma non sapeva che fare ancora disteso a letto, quindi si alzò, si lavò e si vestì.

Uscì dalla sua stanza per sgranchirsi le gambe e poi fu un lampo, un’idea improvvisa.

Si smaterializzo nuovamente a Parigi, lo sforzo per non aver riposato lo fece vacillare ma non cadde.

Rimase un attimo fermo per riprendere fiato e poi con passo leggero raggiunse la sua stanza.

Era chiusa ma questo non lo sorprese.

Aprì piano, cercando in tutti i modi di non fare rumore, ma la porta cigolò.

-Lumos- urlò Hermione e si ritrovò in un secondo con la sua bacchetta premuta con forza sulla giugulare.

-Draco- disse poi sgranando gli occhi Hermione.

-Già-ribatté con difficoltà il biondo che a mala pena riusciva a parlare.

-Scusa – disse la donna abbassando la bacchetta.

-Cosa ci fai? Chiese ancora osservandolo perplessa.

-Volevo ...-cercò di ribattere il biondo ex Serpeverde

-Volevi?- ripeté Hermione assottigliando lo sguardo.

Draco cercava disperatamente un’idea, una frase , una scusa per essere piombato lì nel bel mezzo della notte poi il suo sguardo fu catturato dal corpo mezzo nudo della donna davanti a lui.

Rimase senza fiato, aveva messo la sua camicia da notte.

Deglutì sonoramente mentre i suoi occhi argentei percorrevano il corpo armonioso di Hermione.

-Sei bellissima- disse vergognandosi un secondo dopo aver pronunciato quella frase. La vide indietreggiare e agguantare la vestaglia e coprirsi.

Aveva paura di lui? Draco rabbrividì al solo pensiero e si sentì mancare l’aria. Uscì quasi di corsa dalla stanza, mettendo un po’ di distanza tra lui e la donna.

Doveva calmarsi, doveva pensare ad altro, doveva raffreddare i suoi bollenti spiriti.

-Non mi hai risposto?- disse Hermione ora alle spalle del biondo.

-Cosa sei venuto a fare?-chiese ancora la Granger.

-Niente- rispose Draco- volevo sapere se stavi bene. Vado via subito, non vorrei disturbarti oltre-aggiunse infine.

Hermione lo superò e si diresse in cucina.

-Lo vuoi il caffè?-chiese. Draco guardò l’orologio babbano appeso al muro della piccola stanza.

Erano le quattro della mattina.

-Si- rispose , -grazie –aggiunse infine sedendosi sulla sedia davanti al bancone nel quale erano disposti tutti quegli strani utensili babbani che Hermione amava tanto.

La donna ci mise un attimo, inserì una piccolo bussolotto, che la riccia chiamava cialda, spinse una levetta e il gioco era fatto.

Il caffè scendeva piano nelle tazzine, l’aroma invase la piccola stanza. Bevettero in silenzio senza mai sollevare lo sguardo uno sull’altro.

Stavano evitando di parlarsi e guardarsi, entrambi sentivano una strana morsa nel petto.

Draco combatteva con se stesso per non mandare al diavolo due anni d’amicizia, non sapeva fino a quanto ancora sarebbe riuscito a resistere .

-Rimani qui?- chiese Hermione poggiando la tazzina sul piano di marmo. Quella fu l’ultima cosa che disse prima che le labbra di Draco si posassero sulle sue calde e carnose.

***

Fu un bacio lungo, esigente.

Un bacio che da troppo tempo entrambi desideravano donare e ricevere dall’altro.

Il respirò mozzo, il cuore palpitante e le lingue intrecciate.

 In quel momento nulla era importante, quello che erano e che stavano buttando all’aria non importava. Per Draco esisteva solo la bocca carnosa di Hermione e per Hermione esisteva solo le morbide labbra di Draco, il suo profumo e il suo calore.

Desiderio, passione, questo sprigionavano, questo era ciò che da troppo tempo avevano cercato di nascondere invano.

Si staccarono per poco, giusto il tempo necessario per incamerare aria,

si guardarono appena, prima di rituffarsi uno nelle braccia dell’altro, congiungendo ancora le loro labbra più e più volte.

I baci bollenti, durano fino alle prime luci dell’alba. Non si spinsero oltre, per paura e codardia ma anche così l’indomani mattina anche solo guardarsi in viso fu imbarazzante.

   
 
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