7- Primo passo.
Era
rimasta ferma a fissare il punto in cui era
scomparso. Il suo profumo rimase ancora nell’aria per alcuni
minuti.
Minuti
preziosi.
Quanto
tempo sarebbe passato prima che quell’aroma
invadesse nuovamente le sue narici, rasserenandola.
Una
settimana, forse più.
Fiutò
l’aria fino a quando il tutto fu evaporato,
dopodiché
si decise a chiamare sua madre Jane per spiegarle il cambiamento di
programma.
La
conversazione fu alquanto stressante per Hermione,
avrebbe dovuto dirle la verità su quello che era successo ma
non ne ebbe il
coraggio.
Le
parole le morirono in gola.
-Si
mamma, è stata una cosa improvvisa sono dovuta rientrare
d’urgenza a Parigi. Una grana che solo io potevo risolvere-
disse invece.
-Spero
di liberarmi per capodanno ma non ne sono
certa , mi hanno detto che mi pagheranno per il disturbo- aggiunse.
Quando
la telefonata fu terminata, la stanchezza per
quella mezz’ora di menzogne l’aveva spossata, si
concesse un bagno caldo e si mise
a letto.
Chiuse
le persiane, quando ancora il sole era alto, tirò
le tende e spense la luce.
Prima
però, si mise la camicia da notte, quella
azzurra che le aveva regalato Draco per il suo compleanno. Era in seta
con del
pizzo nero sia sulla scollatura, sia nel fondo e arrivava a
metà gamba.
Sexy,
notevolmente sexy.
S’era
imbarazzata quando aveva aperto il pacco,
trovando quell’indumento intimo. Certo, avevano
più volte domito nello stesso
letto, senza alcuna malizia, lui l’aveva presa più
volte in giro per i suoi pigiami
in pile al limite della decenza, ma non avrebbe mai immaginato che un
giorno le
avrebbe regalato un indumento tanto sexy.
All’improvviso,
si ricordò le parole del biondo.
-Se
non ti piace , la riporto. Forse, avrei dovuto
prenderti un libro o un profumo-. Si scusò quella volta.
Lei
in quel momento sorrise , proprio come stava
facendo ora davanti allo specchio, indossando quella camicia da notte.
-è
molto bello la indosserò quando vorrò ammaliare
un uomo- Draco rimase sorpreso.
-Indossala
per te non per gli uomini, non hai bisogno di questi mezzucci. Hai ben
altro
per conquistarli. Tu! Hai il cervello- disse Draco e quello fu uno dei
complimenti
più belli che le fece.
Così
si sfilò l’accappatoio in spugna col quale si
era asciugata e si infilò la camicia da notte in seta.
Questa scivolò leggera
sul suo corpo, era come un leggero velo, rabbrividì un
attimo ma desistette dal
cambiarsi. Quello, era un modo stupido per sentirlo vicino e
sfidò il gelo pur
di aver quella sensazione sulla pelle.
L’unico
modo per aver Draco con lei quella notte.
***
Si
girò più volte nel letto, senza mai trovare una
posizione comoda.
Sua
madre l’aveva ripreso per essere rientrato a
casa senza combattere con Hermione.
-L’hai
abbandonata da sola a Parigi- aveva detto sua
madre Narcissa e lui non era riuscito a replicare, sapeva che aveva
ragione.
Dirle
che la Granger aveva usato lei per farlo ritornare
a Londra non avrebbe portato a nulla. Sua madre come Hermione ,del
resto, erano
le uniche due donne che riuscivano ad azzittirlo.
Forse
per questo le amava, incondizionatamente.
Si
sedette nel letto e poi si alzò, non era riuscito
a riposare e si sentiva più stanco di quanto si era sdraiato
la notte prima.
Guardò
l’orologio che aveva poggiato sul comodino, questo,
segnava le tre della mattina.
Era
presto, ma non sapeva che fare ancora disteso a
letto, quindi si alzò, si lavò e si
vestì.
Uscì
dalla sua stanza per sgranchirsi le gambe e poi
fu un lampo, un’idea improvvisa.
Si
smaterializzo nuovamente a Parigi, lo sforzo per
non aver riposato lo fece vacillare ma non cadde.
Rimase
un attimo fermo per riprendere fiato e poi
con passo leggero raggiunse la sua stanza.
Era
chiusa ma questo non lo sorprese.
Aprì
piano, cercando in tutti i modi di non fare
rumore, ma la porta cigolò.
-Lumos-
urlò Hermione e si ritrovò in un secondo con
la sua bacchetta premuta con forza sulla giugulare.
-Draco-
disse poi sgranando gli occhi Hermione.
-Già-ribatté
con difficoltà il biondo che a mala
pena riusciva a parlare.
-Scusa
– disse la donna abbassando la bacchetta.
-Cosa
ci fai? Chiese ancora osservandolo perplessa.
-Volevo
...-cercò di ribattere il biondo ex
Serpeverde
-Volevi?-
ripeté Hermione assottigliando lo sguardo.
Draco
cercava disperatamente un’idea, una frase ,
una scusa per essere piombato lì nel bel mezzo della notte
poi il suo sguardo
fu catturato dal corpo mezzo nudo della donna davanti a lui.
Rimase
senza fiato, aveva messo la sua camicia da
notte.
Deglutì
sonoramente mentre i suoi occhi argentei
percorrevano il corpo armonioso di Hermione.
-Sei
bellissima- disse vergognandosi un secondo dopo
aver pronunciato quella frase. La vide indietreggiare e agguantare la
vestaglia
e coprirsi.
Aveva
paura di lui? Draco rabbrividì al solo
pensiero e si sentì mancare l’aria.
Uscì quasi di corsa dalla stanza, mettendo
un po’ di distanza tra lui e la donna.
Doveva
calmarsi, doveva pensare ad altro, doveva
raffreddare i suoi bollenti spiriti.
-Non
mi hai risposto?- disse Hermione ora alle
spalle del biondo.
-Cosa
sei venuto a fare?-chiese ancora la Granger.
-Niente-
rispose Draco- volevo sapere se stavi bene.
Vado via subito, non vorrei disturbarti oltre-aggiunse infine.
Hermione
lo superò e si diresse in cucina.
-Lo
vuoi il caffè?-chiese. Draco guardò
l’orologio
babbano appeso al muro della piccola stanza.
Erano
le quattro della mattina.
-Si-
rispose , -grazie –aggiunse infine sedendosi
sulla sedia davanti al bancone nel quale erano disposti tutti quegli
strani
utensili babbani che Hermione amava tanto.
La
donna ci mise un attimo, inserì una piccolo
bussolotto, che la riccia chiamava cialda, spinse una levetta e il
gioco era
fatto.
Il
caffè scendeva piano nelle tazzine, l’aroma invase
la piccola stanza. Bevettero in silenzio senza mai sollevare lo sguardo
uno
sull’altro.
Stavano
evitando di parlarsi e guardarsi, entrambi
sentivano una strana morsa nel petto.
Draco
combatteva con se stesso per non mandare al
diavolo due anni d’amicizia, non sapeva fino a quanto ancora
sarebbe riuscito a
resistere .
-Rimani
qui?- chiese Hermione poggiando la tazzina
sul piano di marmo. Quella fu l’ultima cosa che disse prima
che le labbra di Draco
si posassero sulle sue calde e carnose.
***
Fu
un bacio lungo,
esigente.
Un
bacio che da troppo
tempo entrambi desideravano donare e ricevere dall’altro.
Il
respirò mozzo, il
cuore palpitante e le lingue intrecciate.
In quel momento nulla era
importante, quello
che erano e che stavano buttando all’aria non importava. Per
Draco esisteva
solo la bocca carnosa di Hermione e per Hermione esisteva solo le
morbide
labbra di Draco, il suo profumo e il suo calore.
Desiderio,
passione,
questo sprigionavano, questo era ciò che da troppo tempo
avevano cercato di
nascondere invano.
Si
staccarono per poco,
giusto il tempo necessario per incamerare aria,
si
guardarono appena,
prima di rituffarsi uno nelle braccia dell’altro,
congiungendo ancora le loro
labbra più e più volte.
I
baci bollenti, durano
fino alle prime luci dell’alba. Non si spinsero oltre, per
paura e codardia ma
anche così l’indomani mattina anche solo guardarsi
in viso fu imbarazzante.