Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: cescapadfoot    18/04/2012    15 recensioni
"And I will love you, baby, always!
And I'll be there forever and a day, always!
I'll be there 'till the stars don't shine,
'till the Heavens burst and the words don't rhyme
And I know when I die,
You'll be on my mind,
And I'll love you, always!"
[Jon Bon Jovi_ALWAYS]
Lily e James: i Malandrini, le amiche, la guerra, i primi veri amori...e l'inizio della storia d'amore tra i genitori di Harry Potter.
[personaggi e pairing: Lily Evans/James Potter, Sirius Black/Dorcas Meadowes, Remus Lupin/Marlene McKinnon, Frank Paciock/Alice Prewett, Mary MacDonald, Peter Minus, Lord Voldemort, Mangiamorte, Silente, l'Ordine della Fenice]
(storia modificata e corretta)
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Ordine della Fenice | Coppie: James/Lily
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'We will live to fight another day [James Potter/Lily Evans]'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Correvano all’impazzata lungo il corridoio che portava all’infermeria, ignorando la fitta al fianco che mozzava loro il respiro.
- Ma non stava migliorando?- chiese Sirius.
- Stamattina ha avuto una ricaduta.- rispose James.- Ci sono qui dei Guaritori del San Mungo.
- E perché non portano Neville direttamente là?- chiese Peter, confuso.
- Hanno paura che ci siano degli infiltrati anche lì.- rispose James senza riuscire a reprimere rabbia e disgusto.
- E poi sarebbe pericoloso spostarlo in queste condizioni.- aggiunse Remus mentre rallentava il passo in vista della porta dell’infermeria.
I Malandrini si fermarono, recuperando il fiato perso durante la corsa, poi si avvicinarono ad Alice e Frank; quest’ultimo era angosciatissimo.
- Aveva cominciato a migliorare…- mormorò Frank con voce debole, seduto su una scomoda sedia di plastica di fronte alla porta dell’infermeria.
- Vedrai che andrà tutto bene, Frankie.- gli disse Alice, inginocchiata davanti a lui, le mani strette nelle sue.
- Tuo fratello è forte, Frank.- gli disse James.- Se la caverà, vedrai.
Frank non disse niente, continuando a fissare la porta dell’infermeria con occhi lucidi.
James fece altrettanto, pensando con tutto il cuore: “Non Neville, per favore…”;
Quel ragazzino aveva solo quattordici anni, ne avrebbe compiuti quindici fra una settimana e aveva ancora una vita intera da vivere. Non poteva morire, proprio no! Si erano tutti affezionati a quel ragazzo che era entrato nella squadra l’anno precedente per il suo carattere allegro e sincero; se c’erano delle giornate in cui era giù di morale, cercava di non darlo a vedere e stimolava tutti a migliorare. La squadra di Quidditch di Grifondoro era come una famiglia e tutti erano rimasti sconvolti per la situazione di Neville.
Dei passi affrettati indussero James a spostare lo sguardo dalla parete di fronte a lui al corridoio, notando che altre quattro persone si stavano avvicinando; riconobbe subito in lontananza i capelli rosso scuro di Lily.
- Allora?- chiese Marlene appena si avvicinarono.
- Ci sono i Guaritori dentro.- rispose Frank a bassa voce.- Silente ha appena inviato un gufo a mia madre per avvertirla, credo arriverà fra poco.
Rimasero tutti e dieci lì in quel corridoio in muta attesa. Peter frugò nella borsa a tracolla e trovò un sacchettino di carta un po' stropicciato.
- Biscotti?- chiese timidamente il ragazzo, agitando il sacchettino.
Alcuni rifiutarono, altri ne presero uno giusto per fare qualcosa, mentre Peter se ne divorava altri due dopo il primo; la preoccupazione era così grande che Sirius si scordò perfino di dire a Peter, come suo solito, che era a dieta.
Si sentirono altri passi.
- Frankie, c’è tua madre.- mormorò Alice.
Tutti alzarono lo sguardo e videro Silente e la McGranitt scortare una donna alta, sulla cinquantina, dall’aria formidabile; indossava un collo di volpe, un cappello con un avvoltoio impagliato e reggeva sul gomito piegato elegantemente una grande borsa  di un rosso acceso.
- Frank, tesoro!- esclamò la signora Paciock.- Ci sono novità?
- Purtroppo no, mamma.- disse Frank, alzandosi e cercando la mano di Alice.
- Vedrete che i Guaritori faranno il possibile per salvarlo.- disse Silente in tono rassicurante.- Non preoccupatevi.
Augusta Paciock annuì, le labbra contratte, accarezzando i capelli del figlio, che in quel momento era ritornato al suo posto; Alice era ritornata inginocchiata di fronte a lui, consolandolo silenziosamente.
Aspettarono per una lunga ora e mezza, in silenzio e con timore.
“Non morire, Neville” pensò James. “Non morire…”
La porta dell’infermeria si aprì e ne uscirono fuori Madama Chips e Edgar Bones, chiamato apposta da Silente dal San Mungo; l’espressione di entrambi era terribilmente seria.
- Allora?- chiese Augusta, avvicinandosi.- Come sta Neville?
Madama Chips sospirò senza dire niente; a Lily sembrò che gli occhi dell’infermiera scolastica fossero lucidi e cominciò a temere il peggio.
- Augusta…- fece Edgar Bones, interrompendosi un attimo per trovare le parole.- Abbiamo fatto tutto il possibile, devi credermi; purtroppo, vista la situazione critica e visto quanto è stato torturato dal Signore Oscuro…
- Purtroppo cosa?- lo interruppe Frank con voce tremula.- È peggiorato?
Edgar scosse la testa e rimase in silenzio per una lunga manciata di minuti, mormorando poi:
- Mi dispiace tanto…
Quelle tre parole sembravano ferire l’aria come un coltello; Madama Chips si lasciò sfuggire un singhiozzo.
Le ragazze si portarono tutte una mano davanti alla bocca, gli occhi lucidi.
- Condoglianze.- disse Edgar a bassa voce, rientrando in infermeria.
Calò il silenzio ancora una volta; ma questa volta era carico di dolore, muto ma straziante.
- Augusta, se vuoi il funerale possiamo svolgerlo qui.- le disse Silente.- Sono certo che tutti i suoi amici vogliano dare a Neville l’ultimo saluto.
- Sì…- annuì Augusta, pallida e con gli occhi lucidi.- Posso vederlo?
- Certo.- disse Silente, accompagnandola dentro con la McGranitt.
- Frank?
Il ragazzo si voltò verso sua madre.
- Dammi cinque minuti, mamma…
La signora Paciock annuì, accarezzandogli nuovamente i capelli con tenerezza, poi entrò insieme al Preside e alla McGranitt, chiudendosi la porta alle spalle; fu allora che Frank si accasciò per terra, le mani fra i capelli e scosso dai singhiozzi.
Tutti quanti si strinsero a lui, per fargli capire che erano lì, che non era solo.
Frank entrò poco dopo dentro l’infermeria, accompagnato da Alice; il ragazzo guardò il volto pallido del fratello: aveva gli occhi chiusi e l’espressione era totalmente rilassata. Sentì le lacrime che minacciavano di salire ancora e Alice lo strinse a sé, dicendogli:
- Coraggio, amore. Ce la faremo...
Frank annuì, mormorando con voce rotta:
- Non andartene.
- Non ti lascio, Frank.- bisbigliò lei, rassicurante, cercando di mostrarsi forte per tutti e due.

*.*


Aveva solo quattordici anni. Questo era il pensiero che tormentava tutti e sei, rinchiusi nel dormitorio dei maschi.
Quattordici anni spazzati via in quel modo.
Sirius era in soffitta con Dorcas, a sfogarsi e a evitare di andare a trascinare Regulus in infermeria per mostrargli cosa aveva fatto il suo capo e a cosa si era reso, in un modo o nell’altro, partecipe.
Lily guardò James, preoccupata: era davvero scioccato per la morte di Neville. Sapeva quanto fossero amici tra di loro i membri della squadra di Quidditch di Grifondoro, che erano molto uniti.
E ora James era distrutto per la perdita di un buon amico.
Non sapeva cosa fare, si limitò a stringerlo a sé per fargli capire che non era solo. Aspettava il suo sfogo, chiedendosi quanto avrebbe dovuto aspettare e sperando che non decidesse di tenersi tutto dentro, lasciandosi corrodere da quel dolore.

*.*


Due giorni dopo ci fu il funerale, dove tutti - tranne i Serpeverde, ovviamente - furono colti da una grandissima tristezza.
I maschi della squadra di Quidditch di Grifondoro avevano portato la bara in Sala Grande, dove i tavoli erano scomparsi per fare spazio alle sedie, mentre le femmine seguivano dietro con dei mazzi di fiori.
Erano tutti vestiti di scuro, ad eccezione della squadra di Quidditch che indossavano una camicia bianca, cravatta e pantaloni neri i maschi, mentre le femmine avevano una camicia bianca o gonna o pantaloni scuri; in più, avevano tutti e sei sul braccio destro una fascia da lutto nera.
Dopo aver deposto la bara, Frank raggiunse Alice e i suoi famigliari mentre gli altri ritornarono ai loro posti.
James non seguì nemmeno ciò che Silente stava dicendo in quel momento; stringeva il pugno con così tanta forza che le unghie gli si stavano conficcando nella carne.
Come poteva un ragazzo di quasi quindici anni morire in quel modo?
Come poteva un Mangiamorte togliergli così la vita?
Il ragazzo interruppe quegli amari pensieri quando sentì la mano di Lily aprirgli il pugno e stringere la sua mano con forza ma anche con dolcezza.
Poco dopo uscirono tutti verso il parco per la sepoltura; Neville sarebbe stato seppellito sotto un albero al limitare della Foresta Proibita.
Un’ora dopo la sepoltura erano rimasti lì soltanto Frank, Alice, la signora Paciock, i Malandrini e le ragazze.
James si allontanò di pochi passi da loro, cercando di mandare giù quell’orribile nodo alla gola che lo soffocava e la rabbia che gli premeva dentro da due giorni; tirò un pugno all’albero più vicino dalla rabbia e ne stava per tirare subito un altro quando la mano di Lily lo bloccò subito, lo sguardo di lei fermo ma preoccupato. La ragazza gli abbassò lentamente il braccio.
- James…
James strinse i pugni con forza e con rabbia; rabbia che fu placata quando Lily lo abbracciò forte a sé. Fu allora che il ragazzo riuscì a sfogarsi; non pianse e non singhiozzò, ma non potè evitare che le lacrime scendessero lungo le guance e gli offuscassero lo sguardo.
- Aveva solo quattordici anni…- borbottò James con voce rotta contro la spalla di Lily.
- Lo so…- bisbigliò Lily, accarezzandogli delicatamente le spalle, non sapendo cosa dire.
Anche lei si sentiva arrabbiata che a Neville fosse stata tolta la vita così presto, anche lei aveva pianto per la morte così ingiusta di quel ragazzino che aveva avuto una grande voglia di vivere addosso e che riusciva a contagiare tutti con il suo buon umore; tuttavia, questo le aveva lasciato una forte convinzione: la convinzione di voler continuare a combattere in ciò che credeva. Avrebbe combattuto per impedire che ci fossero altri Neville, per salvare i Babbani, per impedire che ci fossero altri orfani come lei, James e Dorcas, per dimostrare a famiglie Purosangue come i Black, i Lestrange e i Malfoy che non contava la cosidetta Purezza di Sangue, ma la Purezza di Cuore e le proprie capacità; e fu così che riuscì  trovare le parole giuste.
- Lo vendicheremo, James.- gli disse Lily, prendendogli il viso fra le mani e asciugandogli guance bagnate.- Vedrai che non sarà morto invano. Faremo in modo che non sia morto invano.
James annuì, lasciandosi convincere dalle parole di Lily. Non poteva cedere ora, o Voldemort lo avrebbe ucciso.
Rimasero tutti a fissare quella tomba sotto l’albero, tutti i loro pensieri rivolti a Neville; poco dopo, ritornarono verso il castello.
Ma a distrarli fu un gruppo di persone vestite di nero proprio davanti ai cancelli; e l’unico a capo scoperto era un uomo dalla carnagione pallidissima, quasi spettrale.
Videro in lontananza Silente che si avvicinava con la McGranitt e la signora Paciock.
- State…- cominciò a dire Remus alle ragazze, ma queste lo ignorarono e si diressero decise verso i cancelli.
-...indietro.- concluse il licantropo, sospirando sconfitto.
- Se Rabastan osa toccarla ancora, lo ammazzo a mani nude.- sibilò Sirius con rabbia.
James strinse con forza la bacchetta in tasca: come avevano osato venire proprio in quel momento?
Appena arrivarono sentirono Voldemort dire:
- Non avrei mai voluto uccidere quel ragazzo; il suo Sangue è stato sprecato.
- Così come sono sprecate le tue false parole.- replicò Augusta Paciock con disgusto.
- Che cosa vuoi?- sbottò Frank, fiancheggiando la madre.
Voldemort non rispose, limitandosi a guardare con annoiata freddezza i ragazzi.
- Meadowes, ancora viva?- fece Rabastan.- Che peccato, avrei tanto voluto scoprire se eri meglio di tua madre.
- Bastardo figlio di puttana!- sibilò Dorcas dirigendosi verso di lui, mentre Sirius la tratteneva a fatica.
- Tom, vattene.- gli disse Silente con calma, ma squadrandolo con rabbia.- Dovresti capire da solo che non sei gradito qui; soprattutto in questo momento.
Voldemort si limitò a ghignare e squadrò James e Lily, che strinsero le mani attorno alle loro bacchette.
- A presto.- disse Voldemort, voltandosi.
I Mangiamorte presenti rivolsero ghigni ai ragazzi, Rabastan si passò la lingua sulle labbra nello squadrare ancora Dorcas.
Fenrir Greyback guardò Remus e Lily e disse loro in tono così malvagio da far accapponare loro la pelle:
- Alla prossima…
Remus lo squadrò con rabbia: possibile che quel mostro dovesse infierire ancora? Non gli era bastato quando l’aveva morso una decina di anni fa?
Lily invece, nonostante i brividi nel sentire quella voce stridula e disgustosa, strinse con rabbia gli occhi e serrò una mano attorno alla bacchetta e l’altra al braccio di James per impedirgli di scagliarsi contro il licantropo.
James li squadrò tutti con forte collera: avevano ucciso un ragazzo che doveva vivere ancora la sua vita, avevano rovinato la vita a Remus e tormentato tutti loro. Non ne avevano abbastanza?
“A quanto pare, no…” si rispose James, sostenendo l’ultimo sguardo malvagio che Voldemort rivolse a lui e Lily.
Rimasero tutti fermi e in silenzio aspettando che scomparissero dalla loro visuale, poi Silente disse loro:
- Entriamo, ragazzi…
Tutti seguirono il Preside verso la scuola, taciturni, tristi e arrabbiati.
Quella sera a cena ascoltarono pieni di tensione le restrizioni e le nuove misure di sicurezza decise da Silente e dagli altri professori; appena il Preside si fu seduto, i ragazzi si scambiarono occhiate cupe e preoccupate tra di loro.
James continuò a stringere ancora la mano di Lily; se quella guerra doveva avere un prezzo, non sarebbe stata lei. Sarebbe stato un prezzo troppo alto da pagare.
Lily rispose a quella stretta, conscia che avrebbe combattuto fino a morire per le persone che amava e soprattutto per James.















 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

NOTE: beh...salve!!! :) [fa' un sorriso ammiccante, sperando che i/le fan non la uccidano con la sola forza del pensiero]
comunque, ho mantenuto la promessa che avevo messo nelle note di due capitoli fa': un po' di tranquillità...più o meno.
vabbè, comunque, questo secondo me è il motivo per cui Neville Paciock si chiama Neville: ovvero, il fratello del suo papà si chiamava così ed è stato ucciso dai Mangiamorte dopo una lunga agonia
[ma va'? non ce ne eravamo accorti!]
in origine doveva essere un solo capitolo, ma poi è venuto troppo lungo, quindi è diviso in due parti; nella seconda parte vedremo ancora un po' di Alice/Frank e sarà un capitolo abbastanza allegro...giuro!!!!
bene, aspetto le vostre recensioni, ciao :)
  
Leggi le 15 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: cescapadfoot