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Autore: ShadowMoonLady    22/04/2012    13 recensioni
Cap.1: "Era solo un orribile, fin troppo realistico, sogno. Era un incubo, il peggiore degli incubi. [...] Lui, il principe dei sayan, incinta di quell’ameba priva d’intelletto di Kakaroth. Impossibile."
Dedicata a helly
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Bulma, Goku, Vegeta | Coppie: Goku/Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: Mpreg
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Oh shit, I’ m pregnant
 
 
“Vuoi che faccia qualcosa per te?” domandò Goku, non avendo idea di che fare, appoggiato sullo stipite della porta ad osservare la scena sentendosi un po’ inutile. “Crepa” bofonchiò Vegeta, tra un conato e l’altro. Il più giovane si grattò la nuca, perplesso. “E se muoio come faccio ad aiutarti?” chiese, ingenuamente. L’altro ringhiò, cercando di alzare la testa dalla tavolozza del water per tirargli un pugno, ma una nuova ondata di vomito sopraggiunse. Goku gli si avvicinò, accovacciandosi accanto a lui, e scrutandolo. “Non hai proprio una bella cera. Assomigli un po’ a Junior” constatò ridacchiando, notando la pelle verdognola. L’altro strinse i pugni, e finalmente riuscì ad alzarsi, digrignando i denti. “Brutto idiota decerebrato, non sai dire altro che cose stupide! Sei inutile” abbaiò, mettendosi in piedi, la testa che girava un po’. Fece per tirargli un pugno, ma sentì nuovamente i rimasugli di colazione tornare a galla, facendolo piegare in due. “Ho un’idea!” esordì trionfante Goku, dopo alcuni minuti che lo guardava preoccupato. “Vado a prendere Bulma! Lei ci dirà cosa fare! Torno subito, tu non muoverti da lì!” e così dicendo gli diede un bacetto sulla guancia. Mettendosi due dita sulla fronte, si smaterializzò. Se non stesse vomitando l’anima, Vegeta lo avrebbe preso a pugni così forte da disintegrarlo. Perché era andato a vivere con un tale idiota? Ancora se lo chiedeva, e se lo sarebbe sempre chiesto.
 
Alla Capsule Corporation era tutto tranquillo. La signora Brief annaffiava i suoi tulipani, canticchiando allegramente un motivetto che aveva sentito alla radio. Bulma e il signor Brief erano nel laboratorio, ognuno impegnato in un progetto. La giovane donna, in particolare, era intenta in uno che si portava dietro da tempo e che aveva intenzione di finire entro il giorno stesso. Trunks era andato per la giornata da Goten e Yamcha era stato spedito ad allenarsi sull’isola del Genio, così la turchina non aveva più scuse per rimandare ancora. Finchè la suddetta scusa non le si presentò davanti agli occhi. “Ciao Bulma! Buongiorno signor Brief!” esordì allegramente Goku, facendo sobbalzare i due scienziati. “Giovanotto, che ci fai qui?” chiese cordialmente il signor Brief, staccando per un attimo gli occhi dallo schermo del computer. “Mi serve l’aiuto di Bulma!” disse il sayan, cercandola per lo studio e trovandola china sulla sua scrivania, la testa che scorreva i dati sul monitor e che scattava simultaneamente a un blocco di appunti che aveva in mano. “Ciao Goku” disse, senza ascoltarlo minimamente, troppo presa dal suo lavoro. “Bulma mi devi aiutare!” disse il giovane, avvicinandosi. “Scusa, ma sono troppo impegnata. Potresti tornare questa sera?” lo liquidò, scrivendo qualcosa al bordo del foglio. “Per favooooore” piagnucolò Goku “Vegeta sta male!” spiegò, e questo attirò la sua attenzione. Bulma alzò finalmente gli occhi, corrugando le sopracciglia sottili. “Sta male? Ma voi sayan non avete una salute di ferro? Anche Trunks non si è mai preso un raffreddore!” disse, con quella stessa curiosità che aveva di fronte a un nuovo fenomeno scientifico. “Ehm… infatti…” disse con aria… colpevole? Azzardò Bulma, che poteva dire di conoscerlo bene. Colpevole di cosa? “Comunque ultimamente ha sempre qualcosa che non va! Oggi abbiamo fatto colazione e poi ha cominciato a vomitare! Non potresti fare qualcosa?” spiegò, disperato. La turchina sospirò, togliendosi il camice e appoggiandolo alla sedia. “Forza, andiamo” si rassegnò al fatto che neanche quel giorno sarebbe riuscita a finire. Goku sorrise, prendendola per il polso. “Grazie! Sei la migliore!”
 
Rimase un secondo immobile, attendendo un’altra scossa che lo avrebbe fatto rigettare. Con sollievo, appurò che non arrivava. Si mise cautamente seduto, appurando che il mal di testa era leggermente diminuito, per poi alzarsi. Andò al lavandino, lavandosi la faccia. Vedendosi allo specchio notò che Kakaroth non aveva propriamente torto, aveva un pessimo aspetto. Dannato idiota. Gli aveva sicuramente avvelenato il cibo. Da quel momento in poi avrebbe cucinato lui. E lo avrebbe fatto sicuramente mille volte meglio. Non poteva rischiare un’altra intossicazione del genere. Improvvisamente, due sagome si materializzarono nel bagno. “Ehi Vegeta! Stai meglio?” domandò Goku, felice di vederlo in piedi. Lui gli lanciò un’occhiataccia. “Bè Bulma, se vuoi ora puoi tornare a lavoro, sta bene” disse il giovane sayan, rimettendosi due dita sulla fronte. La donna però si staccò dalla presa. “Ormai sono qui… sono curiosa di sapere cosa c’è di tanto potente da far ammalare voi scimmioni” disse, guardando come una cavia da laboratorio Vegeta. “Che hai da guardare donna?” sbraitò lui, che non stava sopportando più niente. Non gli era mai successo niente di più fastidioso. Stupide malattie terrestri. “I sintomi?” chiese lei, continuando ad ispezionarlo. “Non ho tempo per queste sciocchezze. Idiota, andiamo ad allenarci” borbottò, uscendo dal bagno e andando al balcone della camera da letto per spiccare il volo. “Dai Vegeta rimani un attimo. Magari Bulma sa dirti come non stare più male!” cercò di farlo ragionare. Lui sbuffò, lanciandogli un’altra occhiataccia. “Umpf…” borbottò “Mal di testa, ai pettorali, nausea e stanchezza” lo disse come se ogni parola fosse difficile da tirare fuori dalla sua bocca.. Bulma ci pensò un attimo, poi scoppiò a ridere. “Che cosa ridi donna?!” sbottò Vegeta, che se già non sopportava dichiarare di avere delle debolezze così a cuor leggero, sentirsi preso in giro per esse era davvero troppo. “Sta calmo! Magari gli è tornata in mente una barzelletta divertente” disse con genuinità Goku, intuendo che cosa fosse passato per la testa dell’altro con uno sguardo. Ormai, era così. O almeno, data l’alquanto limitata varietà di vocaboli che usava il principe, capirsi con poco era questione di sopravvivenza. “Oh, scusa Vegeta. È che questi sembrano i sintomi di una gravidanza. Non è che sei diventato donna e non ce l’hai detto, eh? Goku, l’hai messa incinta” e scoppiò di nuovo a ridere. La suddetta donna gravida digrignò pericolosamente i denti, stringendo i pugni fino a far sbiancare le nocche. “COME OSI FARE QUESTE INSINUAZIONI, INUTILE TERRESTRE! SONO UN UOMO IN TUTTO E PER TUTTO, IO!” L’altro sbiancò paurosamente, indietreggiando di un passo. Bulma notò subito quell’atteggiamento insolito, attenuando il suo scoppio d’ilarità. “Ma dai Goku! Stavo scherzando! Anche tu, Vegeta, calmati. È impossibile che un uomo rimanga incinta, servono necessariamente un apparato maschile e uno femminile” spiegò professionalmente. Goku sbiancò ancora di più “E-eh g-già gra-grazie dell’aiuto B-Bulma” balbettò. “Che cosa stai nascondendo inutile scarto di terza classe?” domandò sospettoso Vegeta, con un brutto presentimento. “I-io? Nulla d’i-import…” “CHE COSA HAI FATTO??” ringhiò l’altro sayan, interrompendolo. Il più giovane sembrò farsi minuscolo. “N-niente” pigolò. “Goku, se hai fatto qualcosa di grave, devi dirlo” cercò di persuaderlo a parlare la turchina, con tono materno. “HO CHIESTO AL DRAGO SHENRON DI FAR IN MODO CHE VEGETA RIMANESSE INCINTA, VA BENE?!” sbottò, togliendosi un peso. Ci furono lunghi attimi di silenzio. Bulma era troppo shockata per dire qualsiasi cosa, Goku era in preda ai sensi di colpa, e Vegeta… bè, Vegeta scoppiò istericamente a ridere. “Stai scherzando, vero idiota?” domandò, tornando serio e con uno sguardo leggermente folle. Lui scosse lentamente la testa. Il tempo s’immobilizzò. Vegeta guardava fisso davanti a sé, mentre l’agghiacciante verità s’insinuava nella sua mente, e la dura consapevolezza lo travolgeva. Le aveva superate tutte, lui. Fame, freddo, intemperie, guerre, dolore. Maledizione, aveva battuto anche la morte. E ora… quello. Non poteva essere. Era solo un orribile, fin troppo realistico, sogno. Era un incubo, il peggiore degli incubi. Peggiore di quelli che lo tormentavano nel suo periodo più nero, quando non riusciva a diventare super sayan. Lui, il principe dei sayan, incinta di quell’ameba priva d’intelletto di Kakaroth. Impossibile. “Kakaroth, colpiscimi” proferì, atono. “Che cosa? Perché?” domandò questi, confuso. “Tu colpiscimi e basta. Forte” continuò, sempre guardando nel vuoto. Goku fece come gli era stato detto, dandogli un cazzotto in faccia. “Dimmi, Bulma, sono incinta?” domandò, sempre con lo sguardo fisso. Lei annuì. “IDIOTA! MENTECATTO! RIFIUTO DELLA SOCIETA’! ESSERE IMMONDO! TU! EMERITO CRETINO! SCARTO DI TERZA CLASSE!” ringhiando, Vegeta si trasformò in super sayan, saltandogli addosso e tirandogli pesanti pugni e calci in ogni centimetro libero che trovava. “Fermo! Distruggi la casa!” gridò Bulma, non preoccupandosi certo per Goku, che per una volta se le meritava davvero. “Ragiona! Razionalizziamo la cosa! Potremmo trovare anche un modo di farti abortire!” gridò di nuovo la donna, mentre il tetto iniziava a tremare. Il principe si fermò, dando modo a Goku di alzarsi. “Goku, dannazione, che cosa ti è saltato in mente?” chiese la turchina, allucinata. “ESIGO UNA SPIEGAZIONE” abbaiò l’altro sayan, tornando normale per non far esplodere la casa. “Allora, ecco… ehm… è che stavamo così bene…” iniziò il più giovane, grattandosi la nuca “… Majin Bu è stato sconfitto, ho divorziato da Chichi, ci siamo trasferiti in questa casa… e allora ho pensato: che cosa poteva rendere tutto migliore?” venne interrotto “Tsk, figurarsi. QUANDO PENSI FAI SOLO DANNO” ringhiò il principe dei sayan, aumentando la sua aura esponenzialmente. “e allora mi sono risposto: un bambino! Mio e di Vegeta! Solo che la cicogna non arrivava…” “Ecco perché mi hai chiesto come si facevano i bambini!” lo sguardo di Bulma s’illuminò di comprensione, alla scoperta della natura di quella strana domanda, che era sembrata tanto campata in aria. “… e allora ho trovato le sfere e ho chiesto che tu rimanessi incinta! Ma non l’ho fatto con cattiveria! Pensavo potessi essere contento anche tu” spiegò, con un’espressione da cucciolo bastonato. “Contento? CONTENTO? DI ESSERE INCINTA?? DI TE, POI! IO SONO UN SAYAN, SONO IL PRINCIPE DEI SAYAN! NON SONO QUELLA RACCHIA DI TUA MOGLIE!” “…ex moglie” “NON INTERROMPERMI! SE VOLEVI UN BAMBINO, RIMANEVI CON LEI, STUPIDO IDIOTA!” la vena sulla sua fronte pulsava così tanto che per un attimo Goku temette che scoppiasse. “Non ti agitare così, fai male al bambino” disse con una vocetta sottile, ridacchiando e grattandosi la nuca, capendo di averla fatta grossa. Con un ringhio animalesco, Vegeta fece per saltargli alla gola, ma l’urlo di Bulma in qualche modo lo dissuase. “Fermo! Pensiamo a cose più importanti! Come fare per invertire questo… processo!” “Io ti uccido. Stavolta ti uccido sul serio” disse con un tono estremamente serio il sayan più vecchio, per poi girarsi verso la scienziata. “Sono disposto a farmi tagliare la pancia in due, se necessario. Ma tirami fuori questo coso” sibilò, deciso più che mai a far finire quella buffonata. Dopodiché avrebbe ucciso Kakaroth, lentamente e dolorosamente. Per il disturbo. Perché sarebbe stato solo un minuscolo insignificante e irrilevante dettaglio, quell’avvenimento, nulla di più, nulla di meno. Si girò nuovamente verso Goku, che era rimasto immobile e con un’espressione triste. “Tu. Fai qualcosa di buono nella tua vita. Teletrasportaci alla Capsule Corporation, subito” ordinò, usando tutta l’imperiosità che il suo titolo di principe gli concedeva. L’altro annuì, abbattuto.
 
Bulma si destreggiava abilmente tra un computer e l’altro, passando da una scrivania ad un monitor sul muro, preparando ogni dettaglio. Era uno dei suoi vecchi macchinari, quello. Lo aveva usato quando era gravida di Trunks, e ora lo avrebbe leggermente modificato per… Vegeta. Incredibile da dire, impossibile da immaginare quasi. Ma ormai né aveva viste così tante nella sua vita, che una in più una in meno non era un così clamoroso evento. Per sopravvivere le bastava il suo amato laboratorio e una sigaretta, le uniche cosa concrete e con un senso perfettamente logico nella sua vita. Per il resto… il resto andava come voleva andare. Aspirò un’altra boccata del suo pass par tout per la sanità mentale, cercando di riacquistare un po’ di calma. “Va bene, è tutto pronto. Puoi distenderti” proclamò, facendo cenno al lettino in mezzo alla stanza. Vegeta si staccò dal suo angolo del muro, da cui aveva fissato per tutto il tempo trucemente Goku, dall’altro lato della stanza, per distendersi su quella specie di poltrona reclinabile. “Devi toglierti la maglietta, la pancia è il punto più importante” spiegò, per poi cospargere il ventre di gel. Con una specie di telecomando lo spalmò in tutta la superficie. Su un monitor, comparve la netta immagine a colori dell’interno del ventre di Vegeta e… sì, ecco la conferma. In un punto, minuscolo, quasi invisibile, c’era un piccolo agglomerato di cellule. Era inconfondibilmente un embrione. “Affascinante…” mormorò Bulma, completamente presa. Era come se l’interno del sayan fosse stato scambiato con quello di una donna, perfettamente sana e pronta ad avere bambini. Non era un’esperta in fatto di corpo umano, il suo campo era tutt’altro, ma era sempre stata curiosa e poteva dirne di saperne abbastanza. E ne sapeva abbastanza di cose strane per capire che non era reversibile quella gravidanza. L’embrione sembrava avvolto da una specie di… alone protettivo. Anche quando avvicinava il telecomando al punto dove si trovava il futuro bambino, era come essere respinta da un campo magnetico. Shenron aveva fatto le cose per bene, non c’era che dire. “Allora? Forza, toglimi quella cosa dalla pancia!” sbottò spazientito il principe. “Non posso fare niente” disse, scuotendo la testa. “Goku” lo chiamò, girandosi verso il sayan che fino a quel momento era rimasto zitto e imbronciato in un angolo dello studio. “Di preciso, che desiderio hai espresso?” domandò. “Vorrei avere un figlio da Vegeta, puoi farlo rimanere incinta?” recitò, sempre con il labbro che sporgeva in un broncio infantile. “Come pensavo…” mormorò, rivolta a se stessa. Prese un blocco di fogli e cominciò ad appuntare frettolosamente qualcosa. “Goku ha espresso un desiderio preciso: avere un figlio da te. Di conseguenza il drago ha fatto in modo che niente ostacolasse la tua gestazione. Dovrai  portare a termine la gravidanza” concluse, lapidaria, buttando la cicca della sigarette nel cestino. Vegeta si alzò di scatto, rimettendosi la maglietta e puntando un dito accusatorio nei confronti dell’altro sayan. “Tu! È tutta colpa tua! Tua e della tua smania di avere dei mocciosi tra i piedi! Ora io dovrò PARTORIRE come una qualsiasi DONNA! E, maledizione, non so se qualcuno se lo ricorda, io sono il PRINCIPE dei sayan! NON LA PRINCIPESSA!” gli urlò in faccia, per poi schizzare su per le scale e spiccare il volo. “Non preoccuparti. Gli passerà. Ha sempre avuto il senso pratico abbastanza sviluppato, credo si arrenderà all’evidenza anche in questa situazione così… inusuale” disse Bulma, accendendosi un’altra sigaretta. “Ma… tanto per sapere. Come ti è venuto in mente di avere un figlio da lui? Insomma… andiamo Goku. Non sapete prendervi cura neanche di voi stessi, e avete già due figli tu, e uno lui. Come pensi di tirare avanti con un altro piccolo sayan?” chiese, sinceramente curiosa di sapere che cos’era passato in mente all’amico di sempre. L’altro alzò le spalle. “Ehm… non lo so. Sai, in una coppia, quando due persone si amano tanto nasce un bambino, no? Quindi, visto che io amo tanto Vegeta e lui forse mi ama –non ne sono tanto sicuro ancora- ho pensato che… fosse giusto avere anche noi un bimbo” cercò di spiegare, facendo tante smorfie buffe nel tentativo di dire qualcosa di senso compiuto. La scienziata sorrise. “Sono davvero contenta che vi prendiate cura a vicenda. Fra tutti gli essere di questo universo, siete gli unici che potrebbero davvero essere la coppia perfetta. Con i vostri alti e i vostri bassi, ma sempre uniti e pronti a dare la vita per l’altro. Per quanto io stia bene con Yamcha, non credo saremo mai così. Sono sicura che supererete anche questa” si diresse su per le scale. “Ah, e un’ultima cosa… auguri” gli sorrise, facendogli l’occhiolino.
 
“Che cosa stai guardando?” domandò, affiancandolo. Vegeta chiuse gli occhi. Lo doveva sapere che avrebbe avuto a disposizione unicamente dieci minuti. Invece ogni volta s’illudeva che non lo cercasse più, e lo lasciasse solo. Mera illusione. Eppure, non poteva far altro che sentire il cuore scaldarsi al suono della sua voce. Stupido cuore. “Niente che ti possa interessare” borbottò, continuando a guardare ostentatamente la distesa verde che si estendeva sotto il dirupo su cui era seduto. “E chi ti dice che non mi possa interessare?” ribattè Goku, gonfiando le guance. “Lo dico io, e di conseguenza ho ragione” disse il sayan, guardando l’altro con la coda dell’occhio mentre si sedeva accanto a lui. “E perché hai ragione se lo dici tu?” “Perché io sono il principe dei sayan e ho sempre ragione” cercò di concludere, innervosito. Goku sembrò rifletterci un attimo. “Principessa dei sayan, vorrai dire” Vegeta si alzò simultaneamente, ma l’altro gli prese il polso. “No aspetta, aspetta! Giuro che non dico più niente di stupido!” si risedette borbottando qualcosa come “Tu dici sempre cose stupide”. Rimasero in silenzio per alcuni minuti. “A me piacciono i bambini. Sono carini, dolci e divertenti. E poi impari tanto da loro” ruppe il silenzio il più giovane. “E poi, pensa che bello! Non saremo più gli unici sayan di sangue puro! Ci sarà un altro sayan da allenare! E scommetto sarà fortissimo” proseguì, animato dal fatto di non essere stato ancora preso a pugni. “Saremo tanto felici, ne sono sicuro! E sarà protetto, perché noi staremo attenti a lui. Magari saremo dei padri migliori che con Goten, Trunks e Gohan, ora che c’è la pace. Anzi, sicuramente! E poi lui avrà due genitori che stanno sempre insieme e che si amano…” “Se non ti uccido prima” lo interruppe l’altro, imbarazzato dalla piega sentimentale che stava prendendo il discorso. “Ah, si, giusto” ridacchiò Goku, grattandosi la nuca. Silenzio. “Però la notte dovrai alzarti tu” disse Vegeta. L’altro sorrise apertamente, quella era una specie di accettazione. Un modo per dirgli che alla fine lo aveva perdonato, che avrebbero superato anche quella stranezza della vita insieme, e ne sarebbero usciti anche vittoriosi, come sempre. “E ora ti do un bacio” concluse Goku, come degna fine della discussione. “NO” ruggì l’altro. Troppo tardi.
 
 
 
 
 
 




 
 
 
IL MIO ANGOLINO
*si nasconde dietro alla muraglia cinese* Va bene, vi posso spiegare! Prima voglio ringraziare chi è arrivato fin a questo punto, vuol dire o che è molto curioso, o che è masochista, o che è pazzo quanto me quanto me ne dubito, ma diciamo abbastanza pazzo. Ora vi dico tutto, voi non uccidetemi nel frattempo. Ok, questa idea mi è venuta in una conversazione con helly, un’idea malsana, ma… non potevo ignorarla! Insomma, andiamo. Chi di voi non ha mai pensato, neanche una volta, a quei due bei maschioni che procreavano meraviglie della natura? Se sono l’unica (o se siamo le uniche, non dimentichiamoci helly) vi prego di segnalarmi un manicomio, che m’iscrivo seduta stante.  Allora… se questo capitolo va bene, credo sarà una cosa di circa due/tre/quattro capitoli, se non va… bè, è andata male stavolta, e la cancello. Voi ditemi tutto quello che pensate, commenti negativi e positivi! Per chi segue Destiny, chiedo immensa venia, ma dovevo scrivere codesta roba.
Bacioni <3
Shadow

  
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