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Autore: CherryBlossomHime97    22/04/2012    4 recensioni
Se vuoi leggere una storia spensierata vai via di qui. Ma se sei pronta a conoscere un grande amore, che è riuscito a rimanere puro anche se circondato dalle tenebre, se sei abbastanza forte allora fatti avanti. C’è solo una domanda che voglio porti : Se pronta a mantenere la promessa e a far parte del loro piano?
Citazione Capitolo Terzo :
-Il mondo va secondo i nostri desideri?-
-Si… tranne per un piccolo imprevisto-
-Cosa?-
-Tsunade ha voluto trasferire i vecchi e ha messo un jonin a loro guardia-
-è potente?-
-Si, ma si può rendere facilmente inoffensivo-
-Allora fallo-
-Si- risposi pronta. L'odore del sangue stava già otturando le mie narici.
Genere: Dark, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Sasuke/Sakura, Shikamaru/Ino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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Le parti in grassetto sono Pov Sakura. Quelle normali in 3° Persona.



                                     2° Capitolo – The beginning of the betrayal.

L’inizio del tradimento.
Tra quelle braccia fredde tutto mi sembrava giusto. Cosa potevo fare se la decisone giusta per me era quella sbagliata per il resto del mondo? Quando la scelta giusta giace nella scelta sbagliata, cosa si deve fare? E se le tenebre oscurassero la tua facoltà di pensiero, come sceglieresti? Gli uomini spesso spiccano per il loro egoismo e a me andava benissimo così. Io sono Sakura Haruno, e mi crogiolo nella mia scelta sbagliata.

 


Sasuke era seduto sul suolo freddo e umido della foresta, la schiena appoggiata al tronco di uno dei pochi alberi che stava ancora in piedi. Io ero accoccolata sul suo petto, mentre mi accarezzava la schiena. Non so da quanto tempo stavamo in quella posizione. Troppo. Ma, entrambi ci sentivamo in pace, avevamo finalmente l’altro, c’era finalmente un noi.

-Devo andare- disse lui, e sperai di non essermi solo immaginata la nota di tristezza nella sua voce.
-Attieniti al piano- mi sussurrò ad un orecchio prima di iniziare a mordicchiarmelodolcemente. Per tutti gli dei, non pensavo possibile poter usare un simile avverbio riferito a lui.
-Lo so, tranquillo…-  lasciai perdere il discorso. Sapevo ciò che dovevo fare. Si alzò lentamente e mi voltò le spalle. Gli dovevo fare una domanda, era di vitale importanza.
-Sasuke devo chiederti una cosa… -
Lui si voltò di scatto, alzò un sopracciglio
-Dimmi-
-Promettimi che mi risponderai, fidati di me-  gli chiesi, ne valeva degli altri.
Sasuke ritornò a sedersi, mi prese il volto tra le mani e mi analizzò.
-Mi fido di te-
-Allora-  iniziai lentamente – Tu sai vero…-

Gli formulai la mia domanda ed ottenni una giusta risposta.

Sorrisi, la mia scelta sbagliata era perfetta.
 
 
Ritornai all’infermeria nell’accampamento. Dovevo appuntarmi ciò che avevo appena saputo da Sasuke, così presi un vecchio pezzo di carta, un po’ macchiato di caffè, e iniziai a scrivere. Speravo solo che gli altri, un girono, avessero capito. Mi sfilai il copri fronte segnato, ormai per sempre, un po’ come me, e lo nascosi nel cassetto della mia roba, tra i miei pochi vestiti e qualche libro di medicina. Per fortuna Ino non c’era. Doveva essere da qualche parte a sbaciucchiarsi con Shikamaru. Sempre se fossero ancora vivi. In guerra non si poteva mai dire. Forse stavano combattendo insieme, ognuno per salvare l’altro, ognuno per difendere la propria ragione di vita.

L’infermeria era circondata da Jonin, alcuni piangevano, disperati. Perché tutto questo non mi toccava? I Ninja avevano riconosciuto i compagni carbonizzati. Uno di loro mi si avvicinò, se ricordavo bene, io stessa gli avevo curato una frattura alla spalla. Si chiamava Vusèki.
-Dottoressa Haruno, sta bene?- chiese allarmato.
-Si certo- dissi.Il mio volto era pieno di espressioni non mie. Orrore, tristezza, panico, paura, quando forse quel giorno, era stato un dei più belli della mia esistenza.
-E lei?- dissi preoccupata
-Sto bene, io non ero qui, con gli altri- e l’uomo strinse le mani in un pugno. I suoi occhi tradivano un’immensa tristezza.
-Lei non ha visto chi è stato, insomma ha visto qualcosa?-
-Mi dispiace, ma ero nel bosco a cercare erbe curative- perché mi risultava così facile mentire? Per essere più convincete aggiunsi –ma non ho trovato niente, avevo troppa paura di stare nel bosco da sola...- la voce tremante… così finta…
Vusèki mi poggiò gentile una mano sulla spalla, come per rassicurarmi –Stia tranquilla dottoressa, ha fatto bene, di questi tempi non è prudente andare in giro da sola nel bosco, neanche in questa parte di accampamento-  poi indicò la tenda distrutta davanti a noi –i nemici riescono ad arrivare fin qui-.
Nemici. Quella parola mi colpì in pieno viso, più forte di un cazzotto. Ecco cos’ero diventata?
-Devo andare da Tsunade-sama- dissi
-Vuole che venga con lei?-
-No, lei serve qui- guardai l’uomo in viso – non si senta in colpa per i suoi compagni, lei non poteva far niente-. Io si.

Con l’illusione di essere stata di conforto, mi diressi in una delle tende situate ad est dell’accampamento. La zona più colpita. In quella più grande c’era Tsunade-sama, la mia maestra. Entrai, senza esitazione, e la trovai intenta a leggere un rapporto. Lei alzò lo sguardo e quando mi riconobbe e mi sorrise ampiamente. Si alzò
-Sakura, sono così felice di vedere che stai bene, ho sentito dell’esplosione…-
-Ero nel bosco, in quel momento- la interruppi, non volevo perdermi in chiacchiere inutili, non ero proprio in vena.
Lei annuì.
-Tutto bene?-
-Si-
-Ma sei un po’ pallida, c’è qualcosa che ti preoccupa?- mi chiese. Certo non si rese conto che quella domanda in un contesto del genere poteva apparire un po’ ridicola.
-Devo parlarle, è una questione urgente-
Il suo viso si fece improvvisamente più serio, più duro. Mi guardò, dritta negli occhi, regalandomi tutta la sua attenzione.
-Nel bosco… ho visto Sasuke, credo che l’esplosione sia opera sua-
Tsunade sbiancò e si lasciò sprofondare su una vecchia poltrona.
-Ti ha vista?-
-No-
-Cosa hai visto esattamente, Sakura?-
Mi portai le mani al viso, preoccupata. Scossi la testa ed sputai tutto d’un fiato
-Io, non lo so… non lo so esattamente…
…qual Sasuke, era folle, Tsunade-sama, parlava di uccidere, vaneggiava, non sono riuscita a vedere con chi stava parlando, il suo interlocutore era nascosto dietro un albero… e io non avevo la forza di avvicinarmi oltre...-
La mia maestra si alzò, mi scrollò, per calmarmi.
-Tranquilla- ripeteva –Spiegami cosa hai sentito- –Calmati- poi aggiunse, per essermi di conforto -sono sicura che il vero Sasuke esiste ancora , da qualche parte-.
Dei, quanto si sbagliava. Lei non sapeva niente, niente. Io continuai ad agitarmi, a singhiozzare … ma annui speranzosa.
- Lui… lui ha detto che voleva completare la sua vendetta, voleva uccidere il resto del consiglio…-
-Danzo è già morto-
-No so… lui ha detto che dovevano pagare tutti coloro che avevano segnato la condanna degli Uchiha, ha detto che due del consiglio segreto sono ancora vivi-
-Cancu Hituri e Dunami Riko- bisbigliò Tsunade spalancando gli occhi – Sono in pericolo-
-Si- affermai, certo che lo erano. –Dove si trovano adesso?- chiesi con una voce, che forse, tradiva la mia folle impazienza.

Ero così vicina al mio obbiettivo.

La mia maestra non mi rispose, disse solo –Vanno trasferiti immediatamente in una parte più sicura dell’accampamento- -sono colpevoli certo, ma meritano un giusto processo…-  disse l’anziana donna ragionando…
-Lasciate che me ne occupi io, Tsunade- mi proposi. Dove diavolo erano quei maledetti consiglieri?
-Non so Sakura, è pericoloso…-
-Sono stanca di essere lasciata indietro! Mi affidi questa missione!Proteggerò io i due consiglieri- la pregai.
-Ma…-
-La scongiuro, Tsunade, io sono di più che una kunoichi…-
-E sia- disse la donna sorridendomi. Stavo iniziando ad odiare quel sorriso, troppo vero, troppo genuino, troppo fiducioso.
-Grazie, non se ne pentirà, maestra-
La donna bionda prese la cartina dell’immenso accampamento. Poi, con un pennarello blu, fece un cerchio intorno ad una tenda
-Qui è dove sono i consiglieri ora- la guardavo attentamente.
Prese un pennarello rosso, e con quello cerchiò una tenda situata al confine est, distante forse meno un kilometro da quella che riconobbi come l’infermeria. Si trovava nelle zona dei dormitori, perfetto, era piena di jonin tra tende tutte uguali.
-Questa è la tenda in cui dovranno essere trasferiti i consiglieri, è la più sicura. Inoltre questa parte è stata attaccata oggi…quindi dubito che ci saranno nuovi attacchi-.
Mi limitai ad annuire.
-Sakura… sarebbe meglio che coinvolgessi un’altra persona in questa missione, qualcuno che faccia la guardia perennemente alla tenda, un jonin…-
Mi morsi il labbro inferiore e questo non sfuggì a Tsunade. Ma mi imposi di mantenere la calma: se avessi coinvolto qualcuno dei miei amici, se fosse stato necessario Sasuke l’avrebbe ucciso e io… no, però scegliere un perfetto estraneo sarrebbe stato sospetto.
- Vusèki Kikori- annunciai sorridendo a Tsunade. Era ferito, non sarebbe stato un grosso problema per Sasuke o per me. Sentii però il bisogno di spiegarmi ed aggiunsi –Ha assistito all’esplosione, ci ho parlato poco fa…se è stato Sasuke ad attaccare la tenda, sono sicura che Vusèki vorrebbe l’opportunità di fermarlo…-
-Hai ragione, è una buona idea- La mia ex.maestra mi diede in mano la cartina dell’accampamento. Io la salutai cordialmente mentre uscivo dalla tenda più in fretta che potevo : volevo scappare da quell’ambiente.

Le ultimi parole di Tsunade-sama mi avevano profondamente turbata “io mi fido di te, so che farai un buon lavoro”.

Uscii dalla tenda con la cartina stretta al petto mentre un sorriso folle che mi attraversava il volto.
 
Mi diressi alla svelta da Vusèki, sapevo di trovarlo all’infermeria. Lo chiamai, da parte, dovevo parlargli da sola.
-Qualcosa non va dottoressa?- mi chiese formale
-No, ecco… ho una missione top-secret per te, l’Hokage stesso mi manda ad avvisarti-

Il volto dell’uomo divenne rosso acceso. Che tipo strano: sentirsi lusingato. Non era il più forte tra i jonin, eppure era stato scelto per una missione, che a quanto pare, aveva il cartellino rosso. Forse questa era la sua occasione, forse la dea fortuna gli aveva finalmente sorriso.

Sakura gli sorrise ed iniziò a parlargli della missione, dei due consiglieri che andavano protetti, di Sasuke e dei suoi sospetti…
-Non possiamo permettere a quell’Uchiha di fare altre vittime, chiaro?-
-Sissignora- aveva risposto lui. Era davvero un tipo strano.
Con lui al mio fianco mi diressi verso la tenda cerchiata con il blu, per incontrare finalmente i due bastardi.

Per la sicurezza delle varie postazioni, nessuno, se non l’Hokage stesso e i diretti interessati, sapeva dove e quali fossero le tende ed da chi fossero abitate. Ma la cartina che Sakura aveva in mano era tutta un’altra storia. La ragazza sperava solo che il suo amato Uchiha non si arrabbiasse troppo una volta venuto a conoscenza della piccola complicazione nel piano. Tsunade era pur sempre una vecchia volpe e il trasferimento dei consiglieri non era stato calcolato. Bisognava semplicemente sapere deve si trovavano, dirlo a Sasuke e attendere la loro morte. Era questo il piano. O almeno il vecchio piano. La donna dai capelli color pesco sapeva, tuttavia, cosa fare.

-è permesso?- chiesi gentilmente
-chi è la?- mi domandò una vecchia voce raggrinzita.
-Siamo due jonin, ci manda l’Hokage-
-Ah- disse un’altra voce.
-Avanti- disse voce raggrinzita.
Entrai nella tenda, Vusèki al mio seguito. E li vidi, uno di loro, il più anziano, era seduto su una sedia a dondolo, l’altro stava in piedi al centro della stanza, si era appena alzato :mi aspettava. Mi guardò con aria interrogativa.
-Sono Sakura Haruno-
-Perché è qui?-
-Per la vostra sicurezza… voglio essere chiara con voi- recitai una battuta non mia.
-Cosa è successo?- chiese voce raggrinzita leggermente allarmato(alias quello in piedi)  che riconobbi come Dunami Riko.
-è stato avvisato Sasuke Uchiha- ed entrambi sussultarono. Gioii quando vidi un barlume di paura nei loro vecchi occhi. Dovevo essere più chiara e tormentosa possibile. -Per la vostra sicurezza, signori, è meglio che cambiate tenda, insomma dovete essere trasferiti in una parte più sicura, immediatamente- dissi con enfasi, voltandomi quasi di scattò per uscire già dalla tenda
Cancu strabuzzò gli occhi e disse – ma come? Così all’improvviso?-
-Si-
-Ma…ma lasciateci almeno chiamare qualche AMBU e farlo venire con noi…-
-No!-dissi, la voce un po’ più alta del normale.. Vusèki alle mie spalle se ne accorse e disse -La missione è top-secret, più persone vengono coinvolte, più l’operazione sarà osservata dai nemici, inoltre metteremo più persone in pericolo, state tranquilli, lasciate fare a noi!- aveva un tono di voce così rassicurante.
I bastardi annuirono, raccolsero i pochi oggetti personali nella piccola tenda e li misero in un sacchetto.
Dunami chiese ancora –Non posso neanche avvisare mia moglie di ciò?Forse dovrei avvisare anche i miei figli, Sa?! Ora sono al centro del campo di battaglia, stanno combattendo per la pace…- il suo tono di voce era pieno di orgoglio
Sentì il mio cuore raggelarsi. Forse smettere di battere per qualche secondo. Questa giustizia precaria avrebbe fatto male a molti. Troppi. Inizia a sudare freddo quando capii che stato assecondando la pazzia di un uomo consumato dall’odio. Ma non potevo fare altrimenti, io ero consumata dall’amore.
-Vedrò cosa posso fare, signore- dissi incerta.
E con Vusekì ed i vecchi uscii dalla tenda diretta verso il cerchietto rosso sulla cartina. Di nuovo un sorriso folle ad illuminarmi il volto. Non se ne accorse nessuno… forse solo Cancu, che in quell’istante fu attraversato da un nuovo brivido di paura.

“Non avrei mai dubitato dell’amore di Sasuke, eravamo perfetti. Lui così duro, così lui, forse folle, ma l’odio è un sentimento forte. C’è bisogno di un cuore per odiare. E per capire cos’è l’odio, bisogna prima capire cos’è l’amore. Forse la nostra  idea di amore era sbagliata, ma era autentica. Io amavo lui e lui amava me. Era semplice. E forse agli altri non sembrava così, anzi direi che gli altri non è sapevano niente, ma era così. Io e Sasuke ci amavamo profondamente. Forse, non esisterà mai amore più vero”.






Anticipoazione Capitolo Terzo :
-E di quello sporco traditore dell’Uchiha neanche l’ombra- affermò Cancu sprezzante – siete sicura che siamo in pericolo?-
-Oh, assolutamente si- dissi, forse con una voce che tradiva un po’ troppo la mia contentezza.
Cancu impallidì. Conosceva la dottoressa Haruno come una delle eroine del villaggio e la kunoichi più promettente del paese del Fuoco.





Note D'autrice:
Ecco qui il capitlo secondo, il vero capitolo originale insieme a tutti gli altri che lo seguiranno...Un ringraziamento speciale a Orient Express e Black Virago, i primi due recensori del capitlo precedente, grazie a tutti coloro che hanno messo la storie tra le ricordate, tra le seguite e (rullo di tamburi) addirittura tra le preferite!
Ci vediamo al prossimo Chappy!
Fly





"Cosa ci trovi di onorevole nell'essere una persona leale? Io trovo molto più orgoglio nel tradire i traditori."
  
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