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Autore: Kiarachu    23/04/2012    2 recensioni
AU: e se Megamind, Minion e Wayne fossero fuggiti dai loro pianeti, per trovarsi a Londra nell'epoca Vittoriana?
Genere: Azione, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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DIARIO DI BORDO (Scritto da Meen-yawn)
 
ANNO UNO
 
Appena partiti da Aosei abbiamo visto che anche Enywa, il principe di Kinsei, seguiva la nostra astronave, con una nave uguale alla nostra, solo dorata.
Di fatto sono sicuro che i Kinseiani abbiano rubato il progetto della nostra nave, l’ultima volta che sono venuti sul nostro pianeta, per poter salvare il loro principe dal buco nero. Non capisco perché abbiano fatto una cosa così riprovevole, quando potevano chiedere con gentilezza i progetti della nave.
 
Ma penso che sia per la loro natura d’ex-raziatori. Erano gemellati da un decennio col nostro pianeta, per uno scambio equo di cibo e tecnologia. Noi acquistavamo animali e prodotti della terra dal loro pianeta, mentre loro acquistavano da noi progetti tecnologici.
 
Il robot che accompagna il viziatissimo principe, infatti, è uno delle nostre vecchie concezioni. Di fatto è un robot molto simile a quello che sto usando io. Ha un cervello non molto progredito, ed è in parte un cyborg, perché ha una fonte di DNA dei Kinseiani. Non ha i loro poteri, ma così capisce i loro bisogni e agisce di conseguenza, perché l’AI è collegata al nucleo di DNA.
 
Ha una forma più snella della mia tuta robotica, ma è fatto di un materiale molto resistente, che si trova solo su Kinsei, per via della grande forza dei Kinseiani.
Comunque, ho dato dei comandi precisi al computer di bordo: stare lontano il più possibile da quella navicella dorata, per evitare incidenti. Sembra che stia seguendo la nostra stessa rotta. Speriamo in bene…ho un brutto presentimento.
 
1 MESE DOPO: come previsto, il Signore è già in grado di parlare e camminare tranquillamente.
Rimango sempre stupito dalla crescita fisico-mentale così rapida di questo popolo.
 
Ha già cominciato a chiedermi attrezzi per cominciare a costruire cose che gli sono venute in mente in questo mese.
Non vedeva l’ora di essere già capace di parlare e riuscire a camminare per fare qualcosa.
Gli ho detto che sarebbe stato meglio aspettare ancora un poco, diciamo un altro mese o giù di li, per cominciare, perché gli attrezzi del laboratorio erano pericolosi per un bimbo così piccolo.
 
Avevano un etichetta con raccomandazioni che diceva “età minima 2 mesi”, ed intendevo rispettare quel limite.
Il mio protetto si imbronciò un po’ ma quando gli spiegai le motivazioni, capì subito e non insistette molto.
Però gli diedi il permesso di disegnare i progetti per quelle cose, per tenerlo occupato. Sapevo che, altrimenti, si sarebbe annoiato a morte.
 
2 MESI: ora ha il permesso di usare gli arnesi ed ha fatto parecchie cose sorprendenti, anche vista la giovane età.
Ha imparato a saldare diversi tipi di metallo e fonderlo, per creare oggetti o solo per allenarsi. Ha continuato più o meno così per il resto dell’anno.
 
Inoltre ha studiato bene i dati del suo popolo e anche quelli raccolti finora dalle sonde mandate in esplorazione.
Ha constatato che i terrestri sono veramente retrogradi rispetto alla tecnologia degli Aoseiani ed ha deciso di applicarsi, per migliorare anche lo loro vita.
 
Ha guardato con tristezza i vari lavori che la gente era costretta a fare per tirare avanti, ed è rimasto shockato dal fatto che il lavoro minorile fosse una cruda realtà. È giovane, ma la sua mente è già molto sviluppata, e capisce che certe cose non sono accettabili, per lo meno per una mente evoluta come la sua.
 

ANNO DUE

 
Il Signore ha passato tutto l’anno a migliorare la sua tecnica di saldatura e ha costruito altri oggetti che aveva ideato, anche se era sempre insoddisfatto del risultato. Per me andavano bene anche così, ma il mio Signore è un perfezionista e continuava a borbottare che avrebbe ritentato quei progetti più avanti, quando la sua tecnica fosse stata più precisa.
Diceva che in ogni caso erano un buon allenamento per le sue capacità tecniche e deduttive, poiché poteva testare i suoi schemi e vedere quali difetti correggere.
 
Dal mio canto, ho cominciato ad usare l’attrezzatura sartoriale per fare nuove tute al Signore, da avere a portata di mano quando crescerà.
È vero che la tutina che indossa è allungabile, ma non penso che gli piacerebbe indossarla per molto tempo.
 
Il mio protetto, inoltre, sta cominciando ad imparare anche il linguaggio chiamato “inglese”, poiché le coordinate dell’astronave sono settate su una città chiamata “Londra”, dove parlano appunto quella lingua.
Fortunatamente è una lingua che assomiglia abbastanza al linguaggio di Aosei, così non dovrebbero esserci grandi difficoltà.
Anch’io sto lentamente imparando quel linguaggio, e mi piace molto.
 

ANNO TRE

 
Come previsto, il Signore si è dovuto cambiare nella nuova tuta che gli ho fatto. Cresce in fretta e mangia le scorte disidratate voracemente, ma per fortuna con parsimonia.
È molto goloso di cose dolci, ed in parte lo capisco, perché col cervello che ha, ha bisogno di molta energia per lavorare ai suoi progetti.
Sono suddivise in mesi e finora non abbiamo mangiato di più di quello che gli Aoseiani avevano previsto.
 
La tuta ricorda molto quella indossata dai suoi genitori, bianca, con collo alto, ma senza bande azzurre.
Secondo il protocollo del pianeta, può indossare una tuta con le bande blu solo quando avrà
creato un progetto degno di nota.
 
Non che gli oggetti che ha fatto finora siano pessimi, tutt’altro, ma secondo lo standard di Aosei sono progetti molto semplici, e le macchine da cucire in mia dotazione sono dotate di sensori che rilevano quelle caratteristiche, permettendomi, una volta raggiunto l’obiettivo, di aggiungere le bande azzurre.
 
Solitamente i progetti degni di nota vengono creati all’età di 8-9 anni dai giovani Aoseiani, ma ho come l’impressione che il Signore sarà capace di inventare qualcosa di fenomenale anche prima di quell’età.
 
I figli dei regnanti, solitamente, sono più intelligenti e dotati della popolazione media, e son sicuro che il mio protetto rientra in quella fortunata categoria.
A volte capitava che i principi o principesse fossero meno intelligenti, o comunque avessero una mente comune, ma ho come il presentimento che il Signore sia addirittura sopra la media dei precedenti principi.
 
Il Signore, poi mi ha chiesto di confezionargli dei vestiti simili a quelli terrestri, per abituarsi ad indossarli.
Sembrano pratici, ma scomodi. Ma ho soddisfatto la richiesta del principe, creando della stoffa e altri materiali con i macchinari nell’astronave, seguendo le caratteristiche tecniche di quelle sostanze terrestri (che per certi versi assomigliano a materie che erano presenti su Aosei), ed ho confezionato un paio di stivali di pelle marrone, alti e con molte asole, un paio di pantaloni alla zuava marroni, una camicia bianca aderente con colletto alto, come quello della tuta (il Signore  mi ha detto che sarebbe meglio farlo in un'altra maniera; vedremo i vari stili e poi mi dirà quale gli piace di più) ed un gilè di pelle marrone con orlo dritto.
 
Mi ha detto che, in effetti, son un po’ scomodi, ma è meglio se gli indossa per un po’ per abituarsi (a parte quando lavora, che è meglio mettere la tuta).
Mi ha anche detto che non vuole conformarsi alla moda di quel periodo, e che vorrebbe che creassi qualcosa che stesse bene su di lui, che fosse accettabile dagli umani, ma che fosse anche diverso dallo stile dell’epoca.
Con quella richiesta io ho inoltre scoperto che mi piace molto fare progetti di vestiti, e quindi son molto contento della sua richiesta.
 

ANNO QUATTRO

 
Ho continuato a fare tute sempre più grandi per il Signore. Ora è più longilineo ed ha perso tutto il grasso da neonato facendo i progetti e allenandosi nella sala apposita.
Ho anche modificato leggermente i suoi vestiti terrestri: la camicia è più comoda, meno aderente, con ampie maniche e polsini comodi, abbiamo anche deciso che il colletto fosse aderente al collo, per non offrire nessuna presa ad eventuali malintenzionati.
 
Ho anche modificato il gilè, facendogli un orlo “a punta” sia sul davanti che dietro, e disegnando delle saette blu sul davanti, sulla linea della pince.
La saetta sarà il simbolo del mio Signore; infatti, è stata una sua idea l’aggiunta sul gilè.
 
Il principe ha inoltre deciso di diventare un detective, vedendo le cose che succedevano a Londra, usando il suo fenomenale intuito e l’aiuto della tecnologia in suo possesso.
Sono orgoglioso della sua decisione, anche vedendo le condizioni di certa gente e le brutture che capitavano in quella città.
 
Il Signore dovrà allenarsi parecchio, per quel compito, ma son sicuro che diventerà un bravo detective, in grado di difendersi da solo da eventuali attaccabrighe, e risolvere molti casi in quella città così pericolosa.
E comunque io sarò sempre al suo fianco, qualsiasi cosa succeda.
 

ANNO CINQUE    

 
Il Signore ha cominciato ad allenarsi, oltre che fisicamente nella palestra, anche nel tiro al bersaglio con le armi tecnologicamente avanzate che erano immagazzinate in un'altra area della navicella.
Ha cominciato con armi di piccola taglia, come pistole, poiché ha notato che non è forte abbastanza per tenere bene i fucili laser.
 
Usandole, ha notato parecchi difetti di progettazione (non erano state costruite e progettate dalla sua famiglia, erano, insomma, delle armi standard costruite in una catena di montaggio), così le ha smontate ed aggiustate secondo le sue necessità.
Però, anche modificate così, continuava a borbottare e lamentarsi. Secondo i suoi standard erano fin troppo distruttive e con un design troppo moderno.
 
Così ha passato praticamente tutto l’anno a continuare a smontarle per renderle efficaci, ma non mortali, e progettando design per l’aspetto più consoni allo standard terrestre.
Non è stato facile, ma ha imparato parecchie cose e alla fine era un poco più soddisfatto del suo lavoro.
 
Altra nota: ormai sulla nave parliamo solo inglese, così ci abituiamo a doverlo parlare per il resto della nostra vita.
Ogni tanto ripassiamo anche la nostra lingua madre, per non dimenticare.
Grazie a questa “parlata doppia” abbiamo inventato un linguaggio che è inglese, ma un po’ differente da quello parlato dai londinesi.
 
Uno dei punti che il principe ha messo in chiaro è il fatto che la nostra cultura non deve andare persa, e così ha cominciato a scrivere al computer le parti principali del nostro patrimonio culturale, per poi stamparle ed averle sia in versione file che in versione cartacea.
 
La sua motivazione per la forma cartacea era che i computer o la fonte di energia dell’astronave potevano rompersi, privandoci dell’uso delle tecnologie della navicella.
Mentre la forma cartacea poteva in ogni caso essere ricopiata anche a mano su carta, senza problemi.
Ed intanto progettava altri sistemi energetici per la sua tecnologia, con le informazioni raccolte dalle sonde a Londra.
 

ANNO SEI

 
Questo è stato un anno importante per il Signore: finalmente i macchinari sartoriali mi hanno dato il permesso di applicare le bande azzurre alla sua tuta da lavoro.
Avevo già annotato che il principe non era soddisfatto delle armi distruttive che c’erano sull’astronave, così prese una decisione: costruirne una sua, non offensiva ma in ogni caso efficace per rendere inerme il suo avversario.
 
Ad inizio anno ha composto il progetto, che prevedeva l’uso del binkey.
Finito il progetto, ha cominciato a costruire l’arma, finendola in soli due giorni.
Era davvero di semplice fattura: un manico e “canna” nera, il manico rivestito di gomma per una presa sicura e con una saetta sul fianco; la “canna” terminava con il binkey, che era collegato a degli altri apparati tecnologici che facevano emettere un raggio disidratante attraverso la punta del binkey.
Sul retro, nella parte sopra della pistola, aveva applicato una forma triangolare per decorazione.
 
Quando l’ha finita per prima cosa l’ha testata su diversi materiali inanimati, per vedere se funzionava, dicendo che sarebbe stato utile per trasportare oggetti ingombranti in giro senza problemi.
Gli oggetti si trasformavano in luccicanti cubi blu, e bastava qualche goccia d’acqua per farli tornare come prima.
 
Dopo averla testata su quegli oggetti, mi chiese di usarla su di lui, per vedere se funzionava anche su esseri viventi.
Ovviamente rifiutai, gentilmente ma con fermezza. Non mi sarei mai azzardato a mettere a repentaglio la sua vita. Non a quel punto del viaggio.
 
E qui trascrivo, con testuali parole, la nostra discussione:
 
“Meen-yawn, ora ti chiedo di usare la mia pistola disidratante su di me, e, dopo avermi reidratato, di annotare le reazioni che avrò, va bene?” il mio protetto disse, sorridendo.
 
Io spalancai gli occhi, sorpreso. “Ma non ci penso proprio, Signore! E se poi qualcosa va storto? Non so che farei se la perdessi, a questo punto del viaggio!” risposi shockato alla sua proposta.
 
Lui si accigliò. “Non hai fiducia nelle mie capacità di progettazione? L’hai visto anche tu che la pistola funziona. Perché non vuoi provare? Non posso certo aspettare di arrivare sulla Terra, per testarla!”
 
Io lo guardai on un severo cipiglio. “Il mio compito è quello di proteggerla, e lo farò in qualsiasi maniera. E non è che non ho fiducia nelle sue capacità, è solo che la mia stessa promessa ai suoi genitori mi impedisce di eseguire i suoi ordini. Mi è venuta un idea: e se la provasse su di me? È vero che ho un corpo robotico, ma sono comunque un essere vivente!” finii sorridendo a tutto denti.
 
Il principe fece un’espressione preoccupata. “Ma non potrei mai testare una nuova arma su di te! Sei mio amico, che farei se ti perdessi? È anche vero che non c’è molta alternativa, ma preferirei testarla su me stesso, piuttosto che su di te, Meen-yawn caro.” 
 
Io lo guardai sorridendo, stupito della sua mancanza di fiducia nei suoi stessi mezzi. “Signore, io ho fiducia in lei, e son sicuro che non mi succederà nulla. E le sono grato per considerarmi suo amico, per me è lo stesso. All’inizio mi consideravo solo un suo servitore, ma poi mi sono accorto che il nostro rapporto è più simile all’amicizia, che a quello standard degli Ittison e dei loro signori. Spero di non essere stato troppo presuntuoso a dire questo,” finii abbassando lo sguardo e agitando nervosamente le pinne.
 
Lui sorrise e, con mio stupore, mi abbracciò. “Non sei presuntuoso. Ed io ti ho sempre considerato mio amico, non mio servo. Lo so che la tradizione vorrebbe che tu assomigliassi di più ad un servitore che fa le cose senza dubitare degli ordini, ma in questi anni abbiamo imparato a supportarci a vicenda e darci reciprocamente consigli, e vedendo anche la situazione a Londra è meglio avere un buon rapporto di amicizia, invece che un rapporto servitore-padrone,” disse e poi sospirò, “Va bene, hai vinto tu. Proverò la pistola su di te, e poi scriverò le reazioni,” detto questo puntò l’arma contro di me e sparò.
 
INIZIO NOTE DI EIYUU:
 
Meen-yawn è stato “cubizzato” come gli oggetti inanimati, e quando ho usato un po’ d’acqua sul cubo, è tornato esattamente come prima, anche se mi sono spaventato un bel po’ a vederlo a pancia all’aria e con la lingua fuori. Mi son così arrampicato sul suo corpo robotico per dare dei colpetti alla cupola, ed ho tirato un sospiro di sollievo nel vedere che si riprendeva.
Apparentemente questa funzione lascia la vittima in uno stato di shock momentaneo.
Cercherò di ovviare a questo problema, migliorando la pistola. Inoltre vorrei anche dotarla di altre funzioni, ma per il momento voglio migliorare la disidratazione.
 
FINE NOTE DI EIYUU
 
Ero così orgoglioso! Anche se poi, con l’andare del tempo ci siamo messi d’accordo che avremmo fatto a turno nel sperimentare la disidratazione.
Come nota negativa, non è riuscito a perfezionare la pistola in modo tale da non far subire lo shock alla persona – o essere vivente – su cui l’avrebbe usata.
 
Dopo aver fatto dei calcoli, ha capito che lo shock era una cosa perfettamente normale, e non ci ha pensato più, anche se è rimasto frustrato da questo problema tecnico.
Dopo aver perfezionato questa funzione ha cominciato a far progetti su come fare altre pistole di questo tipo, usando parti delle pistole e fucili che c’erano a bordo della nave.
 
 
  
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