La Mcgranitt stava facendo lezione da circa mezz'ora nel più incessante
dei mezzi baccani.
Per quell'idea balzana di mescolare una trentina di
diciassettenni delle case più rissose di Hogwarts era una vera follia,
specialmente perché non riuscivano a stare fermi nei loro banchi senza darsi
fastidio l'un l'altro.
Paciock aveva già rovesciato mille volte i suoi libri,
Goyle invadeva il suo spazio...per non parlare poi dei problemi sorti quando gli
studenti avevano dovuto trasformare i loro animali in qualche altro animale di
una diversa specie.
Rospi erano diventati maiali, innocenti ratti si erano
trasformati in vipere...e caso strano la civetta di Potter aveva accidentalmente
cercato, sotto forma di unicorno, di incornare Malfoy e tutto nel giro di trenta
minuti.
Quando falchi avevano cominciato a girare per l'aula nel tentativo di
cavare gli occhi ai rispettivi avversari aveva detto basta e dopo una sfuriata
al limite della follia aveva assegnato a tutta la classe una decina di compiti
per il giorno dopo che li avrebbe tenuti svegli tutta la notte, per
finirli.
Una volta fuori i due gruppi si guardarono con odio molto poco
malcelato.
- Complimenti davvero San Potter!- ringhiò Malfoy aspettandolo nel
giardino - Complimenti per quell'unicorno ma hai sbagliato a dirigere la sua
bella sporgenza sai?-
- Se non altro io non ho fatto incazzare la Mcgranitt
facendole notare che cinque compiti erano già troppi! Ti fossi tappato la bocca
ora avremmo la metà del lavoro da fare...ma tu il cervello non lo usi vero
Malferret?!-
- Invece di stare qua a fare gli idioti sotto gli occhi di tutti
perché non risolviamo la cosa entro la mezzanotte?- propose Hermione - E se vi
faceste furbi vi accorgereste anche che abbiamo davvero la metà del lavoro da
fare. Basta dividerci i compiti no?-
- Hermione ha ragione.- la seguì Blaise
tirando via Draco prima che lui e Harry si spaccassero la faccia - Possiamo fare
a metà del carico e poi copiare il resto dal compagno, cambiando alcune cose per
fare in modo che la prof non se ne accorga.-
- Copiare da un Grifondoro?- si
schifò la Parkinson - Meglio morire!-
- Ecco, schiatta e facci questo
favore!- sibilò la Brown annoiata.
- Come ti permetti?!- sibilò quella
iraconda - Credi che mi abbasserei mai a chiedere aiuto a voi?-
- Bhè, io
aiuto lo accetto volentieri.- cincischiò Zabini - Harry, vuoi una mano da un
Serpeverde?-
- Per dormire qualche ora stanotte direi di si.-
borbottò Potter - Andiamo in biblioteca.- e altri si unirono a loro,
specialmente Grifondoro. Alcuni Serpeverde invece preferirono imboscarsi nei
loro sotterranei ma quando Draco colse lo sguardo di Hermione su di sé rimase
impalato in mezzo al giardino.
- Devo farmi i compiti da sola o mi dai una
mano?-
- Vuoi una mano da me Granger?-
- In due si fa prima.- spiegò lei
altera - Ma se preferisci la Parkinson allora vado da Harry e Blaise.-
Quello
era un affronto. Preferiva Potter a lui...serrò le mascelle e facendo un
notevole sforzo decise che poteva anche sprecare un pomeriggio con la
mezzosangue sui libri, soprattutto perché così avrebbe avuto ancora moda di
stare con lei e affilare gli artigli - D'accordo mezzosangue. Ma te lo scordi
che mi tappo nella sala comune in bella vista con te.-
Fu come se le avesse
rifilato uno schiaffo. Ingoiò amaro, ferita e umiliata per l'ennesima volta, ma
non lo dette a vedere e con tono piatto gli disse che sarebbero potuto stare
comodi nell'aula di Divinazione, tanto la Cooman era partita per un viaggio
spirituale e quel semestre non avrebbe tenuto lezioni.
Fra piatti e tazzine
saltarono la cena, continuando a lavorare come pazzi per terminare a un'ora
decente ma verso le undici Draco gettò la penna sul tavolino, massaggiandosi le
spalle.
- Ehi Granger...ho male alla schiena.-
- Mi dispiace.- disse lei,
senza guardarlo.
Malfoy schioccò la lingua seccato, appoggiandosi su un
gomito a guardarla - Che hai?-
- Niente.-
- Hai qualcosa invece.- replicò
stizzito, prendendole la penna di mano e costringendola a prestargli
attenzione.
- Senti, mi spieghi che t'importa di che cos'ho?- sbottò rabbiosa
- Lasciami in pace! Finiamo questi maledetti compiti, così potrai tornartene nel
tuo bello scantinato fra i tuoi amici dove non dovrai farti vedere con me.-
-
Oh oh...- rise maligno - E' questo il problema? I tuoi amici invece non
direbbero niente a vederti con me?-
- Quando mai qualcuno dei Grifondoro si è
permesso di camminare sulla faccia di una persona solo perché non proviene da
una famiglia di purosangue eh?- urlò alzandosi in piedi, lasciandolo abbastanza
stupefatto per quello scatto di rabbia - Non tutti hanno la fortuna di crescere
in una famiglia purosangue come la tua dove sei servito e riverito principino!
Eppure qui ci sono maghi che si danno da fare anche se sono nati in famiglie
miste e che probabilmente un giorno saranno anche migliori di te a usare la
magia, indipendentemente dal sangue!-
- E immagino che sarai fra questi.-
sibilò, incrociando le braccia - Va avanti, m'interessa questa cosa
Granger.-
- Non c'è niente da dire.- ringhiò tornando a finire i suoi
compiti, ma senza sbollire la collera - Tu non capisci.-
- Spiegamelo.-
-
Cosa ti devo spiegare?- strillò ancora - La cortesia per caso? La gentilezza? Tu
consideri insulti entrambe le cose! E non sai guardare oltre a ciò che vedi con
gli occhi!-
- Questa mi piace davvero.- disse all'improvviso Draco con voce
anche troppo calma per essere vera - Io non vedrò oltre il mio naso ma tu non
sei da meno...è bastato sentire come pronunci la parola purosangue.-
- Ehi,
non sono stata io a cominciare!- replicò la Grifoncina sulla difensiva.
- Ma
io finisco dolcezza e ti posso dire che non sei da meno in quanto a
superficialità. Io se non altro dico le cose come le penso. Tu invece fai tanto
la santarellina quando la verità è che ti senti inferiore a me a causa dei tuoi
genitori!-
Ricevette uno schiaffo in risposta e rimase col capo girato verso
destra, mentre Hermione sentiva ancora la mano vibrare violentemente. La
ritrasse ma non smise di pensare a ciò che aveva fatto. Ora si sentiva anche
peggio.
Senza una parola corse via, lasciando tutta la sua roba sul tavolo...mentre Draco sospirò, guardando fuori
dalla finestra. Aveva una bella mano pesante la mezzosangue, pensò
massaggiandosi la guancia appena rosata dal colpo. Meglio ricordarsene per il
futuro.
La mattina dopo Harry guardava
Hermione seduta nel banco dietro di lui, con gli occhi persi nel vuoto
e le occhiaie.
- Non stai bene Herm...torna a letto, spiego io tutto alla
Mcgranitt.-
- No.- disse lei senza particolare intonazione - Ho solo dormito
poco. Sto bene.-
- Ma sei sicura?- chiese Ron appoggiato accanto a lei - Hai
un aspetto orribile.-
- Grazie, sei un amico...- borbottò sospirando. In
quel momento avvertì i passi della Mcgranitt lungo il corridoio e si preparò
a spiegarle di non avere finito i compiti, che per altro aveva lasciato in aula
di Divinazione ma prima che entrasse lei, Draco apparve in aula con un carico
di libri e pergamene più corposo del solito. Si sedette appena in tempo, prima
che arrivasse la professoressa e senza dire nulla le mise davanti al naso la sua
roba.
Ed Hermione sgranò lo sguardo. Le aveva finito i compiti! Con un
incantesimo aveva imitato la sua calligrafia e aveva terminato da solo il lavoro
di trasfigurazione. C'era poco da essere allegri, visto che Malfoy aveva sempre
odiato cordialmente quella materia, ma presto dovettero consegnare tutto quanto
e la Grifoncina non ebbe modo di controllare.
- Grazie.- sussurrò a bassa
voce, senza guardarlo.
Come immaginava non ricevette risposta
e neanche se la sarebbe aspettata, comunque pensò a come si sarebbe gongolato coi suoi amici, a
dire in giro che lei l'aveva ringraziato. Invece durante tutta la lezione non
volò una mosca e anche fuori, una volta a pranzo, non giunsero particolari
ghignate dal tavolo dei Serpeverde che di solito di divertiva con cori da
stadio e lancio di Cruciatus.
Erano le due di pomeriggio circa quando,
fra un compito e l'altro, libri e pozioni esplosive, Hermione capì di essere
troppo stanca per tenere ancora gli occhi aperti. Inoltre, anche volendo non
avrebbe potuto studiare con quel casino e il perché era semplice: le coppie
delle due case avevano deciso di non unirsi allo stesso tavolo.
- Piuttosto
l'inferno!- avevano scandito Grifondoro e Serpeverde alla proposta dei
professori col risultato che ora si urlavano informazioni di coppia da un tavolo
all'altro, magari farcite di qualche imprecazione contro il partner ma restava
il fatto che urlarsi dettagli a distanza era deleterio per lo studio e quando la
bella Granger aveva deciso che il suo mal di testa era eccessivo, prese le sue
cose e filò via, sotto lo sguardo attento di qualcuno.
In mezzo ai corridoi
però s'imbatté però nella pazza che la tormentava da quattro anni ormai.
-
HERMIONE!!!-
Elettra Baley le piombò addosso come un avvoltoio e la stritolò
in un abbraccio focoso, felicissima di vederla, cosa che non poteva dire la
Grifoncina ormai con le ossa a pezzi. Elettra si staccò poco dopo per
raccontarle in dettaglio tutta la sua giornata, agitando i lunghi capelli biondi
e sorridendo tanto da illuminare tutti quelli che passavano.
Si erano conosciute agli
allenamenti di
Harry a dire il vero. La Granger per quanto cortese non aveva mai
dato eccessiva confidenza a quelli più piccoli, troppo impegnata col terzetto e
con gli studi ma fin da quando Elettra era entrata in squadra e aveva preso
a stare con Potter la maggior parte del tempo, specialmente a Hogsmade, erano finite
per diventare amiche...anche se la più piccola aveva un carattere davvero troppo
affettuoso e dei gusti alquanto strani visto che una notte, di punto in bianco,
le aveva rivelato che lei era l'unica ragazza che avrebbe mai amato e
rispettato.
Una dichiarazione in piena regola che aveva fatto temere alla
Granger un bel po' di assalti a sfondo sessuale ma ormai ci si era anche
abituata.
- Dove stavi andando?- chiese la biondina sorridente.
- Ai
dormitori. Sono stanca...ho dormito male stanotte.-
- Vuoi che venga a
rimboccarti le coperte?- saltò subito quella a molla - A Harry non
spiacerà!-
- Bhè...ne sono sicura ma sto bene. Vado da sola.-
- Ti serve
qualcosa? Vuoi che ti faccia del the alla cannella? Che venga ad accarezzarti la
testa?-
Stava sclerando! La faceva diventare matta a volte, comunque accadde
di nuovo...lui apparve e la salvò a un passo dal manicomio. Elettra bloccò il
suo sproloquio per guardare alle spalle di Hermione.
- Ciao Malfoy!-
cinguettò sempre allegra - Bella giornata eh?-
Bella
giornata? Diluviava! Quella aveva davvero qualche tara al cervello, si disse il
biondo arrivando dalle due Grifondoro con passo sinistro. Come faceva ad essere
sempre così felice la Baley però se lo chiese. E poi era l'unica delle
tante Grifondoro che non abbassava mai gli occhi quando passava. Gli sorrideva anche, era
sempre gentile... e non lo temeva. Era strana davvero!
- Si,
bellissimo tempo.- borbottò serafico - Granger avrei bisogno di parlarti.-
-
Ok...- mormorò Hermione sfinita.
- Andiamo.- disse lui, prendendola per un
braccio - Scusa Baley.-
- Figurati! Ciao Herm, ci vediamo stasera! Vengo a
darti il bacio della buona notte!-
Una volta nell'altro principale, davanti alle scale che
conducevano al dormitorio del Grifondoro, Draco non riuscì più a tacere quando si ritrovò
di fronte al quadro della Donna Cannone, come chiamavano la Signora Grassa giù
nei sotterranei - Bacio della buona notte? Dì, non è che sei lesbica anche tu e hai
accettato la sfida per fregarmi?-
- Ma certo, come no.- mugugnò la ragazza
scuotendo il capo - Che idea assurda.-
- Ah già, tu e Potter...- sibilò Malfoy salendo gli ultimi gradini e appoggiandosi
alla ringhiera di pietra.
- Di cosa volevi parlarmi?- chiese la Grifoncina,
lasciandosi andare invece contro la parete.
- Niente.-
- Come niente?-
-
Niente.- ridisse lui piccato - Adesso me ne torno di là. Non vorrei mai che ti
vedessero con un purosangue.- e la frecciata sarebbe finita lì se naturalmente
Draco avesse capito prima che le donne avevano sempre l'ultima parola nelle
discussioni. Lei infatti lo afferrò per il mantello, rischiando di strozzarlo e
con uno strattone se lo riportò sotto al naso, fissandolo bellicosa - Se vuoi
farmi arrabbiare sarà bene che ti avverta! Posso renderti la vita impossibile
Malferret! Volevi addomesticarmi? Non sai quanto può diventare soffocante una
ragazza allora! Potrei mettermi a seguirti ovunque, a sbavare, a fare scenate
con la Parkinson!-
- Così vincerei io.- le ricordò con tono pigro.
- Già...ma
ti assicuro che anche io mi prenderei la soddisfazione di mandarti la manicomio
alla fine dell'anno.- replicò con aria alquanto pericolosa - Dovessimo discutere
tutti i giorni da qui all'estate!-
- Mi sa di minaccia.-
- Sei sveglio
quando vuoi, lo è!- scandì lapidaria - E adesso scusa ma devo andare a
letto.-
- Strani orari hai, mezzosangue. Te lo do io il bacio della buona
notte?- insinuò quindi, avvicinandosi a lei con occhi sfavillanti per il
desiderio che di colpo lo aveva invaso.
- Meglio quello di Elettra.-
-
Così mi ferisci.- disse con vocetta stucchevole, posandosi le mani sul
cuore.
- Ma davvero? Hai qualcosa che batte lì dentro?- frecciò, fissando il
suo torace - Non si direbbe.-
- Ti stupiresti di sentire come batte...- le
mormorò all'orecchio all'improvviso, facendola sobbalzare - se facessi mai una
certa cosa.-
Hermione stavolta arrossì e con rabbia si staccò da lui ma
rimase incastrata contro la parete e mentre Draco si avvicinava rimase immobile
a pensare cosa fare, specialmente a chiedersi perché lui avesse deciso di
attaccarla così frontalmente. Oppure la stava sfidando di nuovo a scostarlo, a
non lasciarsi andare?
Comunque accadde nuovamente una cosa strana. Draco
rimase chino su di lei, tanto da schiacciarla al muro con suo corpo, fronte
contro fronte, ma non fece altro. La fissava solo negli occhi, con un mezzo
ghigno sulla bella bocca morbida, in attesa.
- E allora?- sussurrò Hermione
quando il cuore riprese un battito decente - Hai intenzione di tenermi incollata
qua a lungo?-
- Se questo è l'unico modo per farti chiudere quella boccaccia
velenosa allora...- Draco si scostò dalla sua fronte e passò a parlare con le
labbra contro la sua gota. Facendolo sentì il suo profumo e per l'ennesima volta
dovette censurare ogni pensiero, altrimenti niente l'avrebbe fermato dal
baciarla davvero...e non solo quello. Con le mani cominciò a carezzarle
leggermente i fianchi, la schiena. Curiosava sul suo corpo stupito nel sentirla
così gracile e sottile, senza che lei però lo allontanasse. Quando rialzò lo
sguardo la Grifoncina aveva ancora le mani serrate sulle sue braccia e lo
stringeva molto forte, con le sue dita sottili. Quel suo aggrapparsi a lui gli
fece capire che decisamente le faceva un certo effetto e sorrise. Fu quello il
suo errore. Hermione se ne accorse e lo piantò in asso dopo avergli augurato,
piuttosto gelidamente, una buona giornata.
- Ben ti sta!- cinguettò la
Signora Grassa, una volta che la il quadro si fu richiuso.
Malfoy trattenne
un ringhio felino in fondo alla gola ma decise di ritirarsi. Aveva commesso un
errore e l'aveva pagato. Decisamente ce ne sarebbe stato di tempo fino al ballo
di fine anno e se voleva davvero farla cedere avrebbe dovuto andare con molta
più calma. Come gli aveva detto Blaise quella non era stupida.
Era fin troppo
sveglia, capì più tardi scendendo le scale...e se ne accorse quando sentì il
battito cardiaco più veloce del solito. No, scosse il capo. Non poteva essere
stata lei a fargli quell'effetto!
Arrivato nella sala comune venne
letteralmente investito dalla Parkinson.
- Dracuccio, amore...che ne dici se
andiamo a farci due passi da soli?- chiese mielosa, passandogli le labbra sul
collo.
- Ah, guarda...oggi non mi gira proprio.- grugnì gettando i libri sul
tavolo. Lei però non si lasciò scoraggiare e cominciò a massaggiargli le spalle
e di nuovo, allibendolo, quel contatto gli dette un fastidio pazzesco. Fosse
stata...
A quel pensiero s'infuriò sul serio. Ci mancava solo che quella
maledetta mezzosangue con il suo continuo mandarlo in bianco finisse con lo
stregarlo!
Harry e Blaise invece quel pomeriggio finirono prima del previsto
e Potter vide tornare Zabini dal suo fido compagno di disastri ma si accorse,
con suo sommo piacere, che Malfoy non pareva del suo malefico umore come al
solito.
- Che aveva sua maestà oggi?- chiese affiancandosi a Ron per il
corridoio.
Quello alzò le spalle, ridacchiando - La Parkinson deve avergli fatto
qualche avance di troppo.-
- Oh Hermione gli dà picche!- ghignò il moretto
dagli occhi verdissimi.
- Quando vogliamo parlarne di
questa faccenda Harry?- Weasley rallentò un poco il
passo ed entrambi si fermarono in un angolo, sotto le statue di Hogwarts -
Dai, guardiamo in faccia la realtà. Alla fine dell'anno Herm sarà ridotta a uno
straccio, senza contare che quello che l'ha sfidata non ha mai brillato per lealtà.
Sarebbe anche capace di farle un incantesimo o farle bere una Pozione
d'Amore.-
Potter sbuffò, incrociando le braccia con aria imbronciata - In
effetti ogni tanto ho anche paura che le salti addosso.-
- Gli rompo la
faccia se ci prova!- ringhiò Ron ficcando in spalla la sacca - Comunque su
attacchi magici non corre pericoli. Hermione sente puzza di magia anche in un
covo di babbani, ma a parte questo c'è anche da considerare il codazzo della
Parkinson. Non possono farle del male con la magia perché Hermione è mille volte
loro ma sai...prenderla in bagno da sola non sarebbe poi così difficile.-
-
Ok, ok...- Harry levò le mani in segno di resa e tornarono ai dormitori - D'ora
in avanti dovremo tenerla d'occhio per bene. Domani si va a Hogsmade e abbiamo
tutta la giornata libera. Lei deve stare con Dalton ma vedrò di portarmi dietro
il mantello di papà. Soddisfatto?-
- Meglio di niente.- Aprirono il quadro,
dicendo la parola d'ordine e una volta dentro la sala comune dei Grifondoro
sentirono entrambi un ottimo profumino di biscotti. Neville passò da loro con un
piatto ed entrambi si servirono della meravigliosa cucina di Hermione ma quando
arrivò la ragazza il moretto dalla cicatrice fece presto a prendere il volo,
onde subire un massacro in piena regola come ogni anno. Dopo cena comunque
chiese il permesso a quelle degli alloggi femminili per andare a trovarla e la
pescò a letto, sotto le coperte, con un libro in mano.
Le carezzò la testa e
quello indicò alla Grifoncina che veniva in pace.
- Che leggi?-
- Storia
della casa dei Serpeverde.- rispose.
Harry sollevò un sopracciglio - E
perché?-
Lei ebbe un attimo di tentennamento, poi fece spallucce - Bhè, tu
sei un Grifondoro per scelta ma un Serpeverde per smistamento, così ho pensato
che sarebbe stata una buona idea sapere qualcosa di più su di loro. E poi
quest'anno ancora non è accaduto niente di losco, per ora, ma sai che sono
sempre allerta. Almeno io fra noi tre...- frecciò ridendo - Ma come mai sei
venuto qui? Devi parlare con Elettra?-
- Credevo dormisse ma è chiusa in
bagno con Ginny a fare prove di trucco...- e si guardò attorno, sempre
abbastanza costernato - Ma qua prima c'erano altri letti. Che fine hanno fatto?
Hai una camera per te adesso?-
- Harry, ti posso chiedere una cosa?- sibilò
esasperata - Tutte le sere che abbiamo dormito insieme, tutte le volte che ti
fermavi da me...hai mai visto letti qua?-
- E' vero...com'è sta storia?-
-
Non so come ma Elettra e Lavanda hanno spedito via tutte le altre. E adesso
dormo praticamente sola.-
- Però. Buono a sapersi.- aggiunse malizioso,
prendendosi una cuscinata - No, dai...senti, volevo solo avvisarti che domani a
Hogsmade sarai coperta. Ho nascosto il mantello di mio padre nella sacca. Quando
ne hai bisogno me lo dici e te lo faccio avere a colazione, ok? Dalton poi lo
sistema Elettra, me l'ha promesso solennemente due secondi fa.-
- Allora sono
a posto!- enfatizzò sbuffando.
- Senti, me la dici una cosa? Ma...davvero non
ti è mai saltata addosso?-
- Bhè...in effetti ogni volta che mi abbraccia
tuffa la faccia nella mia scollatura...- e tirò un altro cuscino a Harry,
vendendolo ridere come un pazzo - Ma è sempre stata al suo posto. E' un po'
eccentrica come ragazza ma è anche molto brava e dolce. Vive un po' sulle nuvole
però...-
- Ma in campo è il mio asso nella manica!- rispose lui andando alla
porta - Quindi trattamela bene.-
- Oh, anche lei adesso? Non ti bastava
Dalton? Ti avverto che è l'ultima volta!- ringhiò arrabbiata.
- Lo spero,
quest'anno voglio vincere di nuovo per finire in bellezza! Adesso vado, ci
vediamo domani mattina a colazione. Notte Hermione.-
- Notte...- e quando se
ne fu andato lasciò cadere il libro sul pavimento, troppo stanca anche solo per
tenerlo ancora fra le mani. Aveva mentito. Aveva mentito al suo migliore amico
per quello stupido tomo di storia. Ma in fondo Harry non avrebbe capito. I suoi
genitori non erano stati babbani, quando erano vissuti.
E lei invece lottava
con quel sangue misto. Era una strega a tutti gli effetti ma...ma non
purosangue. E dire che non le era mai importato, almeno fino a quando qualcosa
era scattato in lei, anni prima.
E tutto a causa di due occhi argentati che
le avevano scagliato contro una maledizione.
Sospirò ,
rigirandosi nel piumino pesante. Al solo pensiero di Malfoy tutto il corpo le
tremava. Al solo pensiero di ciò che era successo in biblioteca, poi quel
pomeriggio...e quell'abbraccio in cui l'aveva stretta. Aveva sentito il suo
respiro freddo sul collo, il suo profumo appena accennato. Ma aveva giocato bene
le sue carte, questo doveva concederglielo. Non aveva fatto mosse azzardate,
aveva solo tessuto bene la sua tela e se non le avesse riso in faccia l'avrebbe
anche baciato finalmente, appagando un desiderio che da anni la bruciava da
dentro.
Tutto di lui la eccitava. Tutto le provocava i brividi. I suoi
occhi, i suoi capelli...quelle sue mani che sapevano fare meraviglie. Le
sembrava anche di desiderare quell'espressione così fredda e distante, tipica di
lui.
Decisamente la sfida l'aveva già persa, pensò ridendo da sola.
Ma non
gliel'avrebbe data vinta. No. Questo mai. D'ora in avanti l'avrebbe tenuto a
distanza, compiti e studio insieme, ma niente di più. Avrebbe fatto in modo di
non trovarsi mai più sola con lui e sarebbe stata con Harry e Ron, di nuovo come
sempre. E con quei pensieri chiuse gli occhi, sognando però di fare
tutt'altro.
- Che due palle, si va o no?- bofonchiò Blaise, alzando il
collo del bomber che portava.
- Belle espressioni .- sibilò Pansy
fissandolo di traverso - Potter ti sta facendo un brutto effetto.-
- Dici?-
fece lui con orecchie da mercante - Non direi. Come mai non ci muoviamo? Chi
manca?-
- Tassorosso come al solito.- ringhiò Nott raggiungendoli con il
resto della truppa - Queste giornate fuori dalla scuola sono il solo momento in
cui non abbiamo le palle al piede tra le scatole e quelli ci fanno anche perdere
tempo.-
- Pensi a qualcosa di divertente?- chiese la Parkinson - Che ne dici
di qualche bella imboscata vicino alla Stamberga Strillante eh? Me li vedo, quei
codardi!-
- Si e io mi vedo seguire le lezioni dalle celle sul serio.- Blaise
scosse il capo, lucidandosi gli occhiali dalle lenti blu come i suoi occhi -
Fatevi furbi oggi e vediamo di non scatenare risse ok?-
- Certo papà, c'è
altro che vuoi dirmi?- chiese Draco, scendendo gli scalini con passo felpato
mentre si abbottonava il cappotto nero - Facciamoci tutti druidi già che ci
siamo, che dici?-
- Dico che sento odore di biscotti...- mormorò Zabini
annusando l'aria - Oh, eccola! Hermione!- urlò, disgustando tutti i Serpeverde
ma infischiandosene corse dalla Grifoncina, bellissima quel giorno, avvolta in
un cappotto di maglia bianca che fece boccheggiare numerosi ragazzi e non solo.
Draco per un attimo rimase impalato, senza sentire più che stavano borbottando
Nott e Goyle, a fissarla. I bei capelli ricci le erano sciolti sulle spalle come
una criniera e sorrideva a tutti quanti, anche a Tassorosso e Corvonero, inoltre
si muoveva con un incedere aggraziato che stregava.
Elettra Baley però le
era già appiccicata al braccio e le portava la borsa con dentro il pacchetto dei
biscotti ma accanto a loro arrivò presto l'essere più snervante di tutti, anche
più di Potter per lui.
Edward Dalton apparve accanto alle due con quel suo
sorriso da idiota conquistatore che fece girare a Malfoy i classici cinque
minuti. Lo vide posare una mano sulla spalla della mezzosangue con aria
protettiva, quando invece era solo possessiva e questo lo irritò ancora di più.
Guardò Dalton e si chiese che diavolo avesse di così speciale.
In effetti veniva da una famiglia ricca: suo padre era uno dei
sostenitori economici della loro scuola e stavano nel Corvonero da secoli...ma a parte
quello sembrava avere attitudini solo nel quidditch. Inoltre il suo fascino lo usava per
fasi tutte le matricole possibili, quelle che Draco solitamente scartava a
priori perché erano delle lagne piagnucolose che cercavano di suicidarsi appena
le piantava ma non era per "caccia" che il biondo lo detestava. Era perché ai
campionati aveva barato più volte, truccando bolidi e mazze.
Comunque non
perse occasione per farsi due risate.
Si diresse dal gruppetto e si piazzò
alle spalle di Hermione, fissando Dalton con sorriso stranamente angelico.
-
Ciao Malfoy.- rise Edward - Come te la passi? Mi hanno detto che le selezioni ti
sono andate bene.- nel frattempo anche la Grifoncina si voltò, ritrovandosi
sovrastata dal Serpeverde - Allora? Trovato dei cacciatori?-
- Si, abbiamo
qualche riserva.- disse amabilmente - Ma che buon odore di biscotti...-
cinguettò poi sarcastico, fregandone uno dal sacchetto della grifondoro prima
che lei gli desse una sberla sulla mano. Lo assaggiò e rimase meravigliato,
adorava la cioccolata! - Però Granger, mi stupisci anche in cucina...-
l'allusione la fece arrossire ma Draco tornò subito al suo reale bersaglio - Dì
Dalton, come intendi passare la giornata?-
- Oh...- quel beota rise a trentadue
denti, disgustandolo e posando il braccio attorno alle spalle di Hermione che
per poco non si ficcava due dita in gola - Herm finalmente mi ha concesso un
appuntamento.-
- Già, che brava Herm...- replicò con sprezzo, scimmiottando la sua voce
e l'appellativo con cui aveva chiamato la mezzosangue - Bhè, allora vi auguro una
romantica giornata.- finì velenoso e Dalton riuscì quindi a dirottare via la
Grifoncina, lasciando Malfoy a bollire come una teiera con mezzo biscotto in
bocca ed Elettra imbronciata al suo fianco.
- Ciao Ele!- Ron ed Harry
giunsero poco dopo alle spalle dei due biondini - Tutto ok? Come mai sei
sola?-
- Dalton s'è portato via la mia Hermione!- pigolò arrabbiata - Io
l'aveva detto anche a Ginny che doveva avvelenarlo quando ne aveva avuto
l'occasione ma non m'ha dato retta!-
- Che c'entra Ginny?- si allarmò Weasley
ma mentre quei due discutevano di vecchie storie che avrebbero lasciato il
rossino con un travaso di bile, Harry scoccò un'occhiata al biscotto che Draco
teneva ancora in mano. La serpe se ne avvide e sogghignò perfidamente. - Mi ha
dato un biscotto, datti pace San Potter!- ma il moretto non se la prese
assolutamente, anzi. Gli dette un'insolita passa sulle spalle e avvicinandosi
gli sibilò - Oh, non mi lamento. A me ha dato tutta la torta Malferret!- e lo
piantò lì con una crisi isterica e il solito ruggito felino a fondo gola.
Per
Draco quella sarebbe stata una pesantissima giornata, se lo sentiva anche nelle
ossa...
Sostanzialmente non avvenne, a differenza dei trascorsi, nessuna
particolare rissa.
La mattinata fu piuttosto tranquilla. I ragazzi si
seppellirono da Zonco per tutto il tempo ma dopo pranzo cominciò a levarsi un
vento davvero impossibile. Sbatacchiava imposte e panni, aveva fatto volare via
cappelli e già parecchi Tassorosso si erano presi un colossale raffreddore ma
c'era chi resisteva audacemente.
Hermione ormai era arrivata al limite della
sopportazione. Non ne poteva più e se non fosse stato per Harry avrebbe già
preso quell'idiota a pugni. Dalton ormai era diventato insopportabile. Se ne
stava seduta nel pub di Madama Rosmerta da quando avevano finito di pranzare e
quello stupido Corvonero non aveva fatto altro che parlare di sé, del suo
quidditch, della sua casa, dei suoi amici del club esclusivo e anche del suo
LUNGO manico di scopa. Quando aveva sentito l'ultima battuta aveva pregato di
pietrificarsi all'istante. Non avrebbe retto ancora a lungo.
Mandò giù un
altro sorso di burrobirra che però non serviva a farla ubriacare e si appoggiò
sul gomito, guardando l'orologio che portava al polso ogni cinque secondi. Non
sapeva però che qualcuno la stava osservando...niente meno con un
cannocchiale.
Harry scuoteva il capo, appoggiato allo scaffale della Libreria
Stregata di Mr. Jonas, il vecchio venditore di libri di magia oscura.
Assolutamente non vero, era solo un vecchio un po' pazzo fissato con il vedere
agguati ovunque e che vendeva vecchi manuali per nulla pericolosi. Potter lo
conosceva da un pezzo ma non si sarebbe mai aspettato di trovare Elettra, Calì e
Lavanda Brown alla finestra del negozio con un cannocchiale, per spiare Hermione
e Dalton.
- Adesso esagerate davvero!- borbottò Ron, arrivando con una gomma
babbana in bocca.
- Tu ci scherzi ma guarda che quello mi soffierà Hermione
prima o poi!- disse Elettra seriamente - Io la devo proteggere! Si può affidare
solo a me ed Harry ormai!-
- E voi invece siete solo due pettegole.- concluse
Potter fissando le ragazze del suo anno.
- La gente deve tenersi informata
no?- lo zittì Calì seccata.
- E se quello cerca di farle qualcosa?- saltò su
la Brown - Harry, dovresti intervenire! Ce l'hai spedita tu in questo guaio e
ora dovresti sistemare! Se sei un uomo vai là e ...- e andarono avanti a
discutere fino a quando il vecchio signor Jonas non li cacciò fuori a calci,
compreso il cannocchiale di quella svitata di Elettra ma come spesso accade,
quando andare a cercare la Grifoncina lei era già sparita dal pub, insieme a
Dalton.
Davanti al pericoloso sentiero della Stamberga Strillante invece
c'era qualcuno che ormai aveva mandato al diavolo l'intera giornata. Draco
Malfoy aveva imprecato dietro a Nott e Tiger, aveva quasi strozzato Goyle,
mangiato a pranzo quelli del sesto anno e subito gli assalti di Pansy. Alle
quattro lei l'aveva trascinato via, proprio dove Harry Potter anni prima aveva
rivelato ai suoi amici di aver scoperto che Sirius Black era suo padrino, e
praticamente gli aveva detto chiaro e tondo che aveva voglia di farlo. Lui
l'aveva assecondata per qualche minuto ma poi tutto aveva perso
gusto.
L'aveva respinta e lei se n'era andata, abbastanza irritata anche ma
senza fare storie stavolta. Anche se doveva ammettere che l'aveva fissato, dopo
il suo rifiuto, come se fosse stato un marziano.
E se avesse sospettato
qualcosa?, pensò amaro. Forse non avrebbe dovuto lasciarsi sfuggire un'occasione
così facile. Forse tornare alle buone abitudini gli avrebbe fatto smettere di
pensare a quella maledetta scommessa. Forse, forse...
Si lasciò andare contro
un masso e ci si sdraiò sopra, cominciando a guardare il cielo dove grandi
nuvole nere si muovevano veloci, a causa del vento impazzito. Cercò le sigarette
in tasca ed estrasse il pacchetto, afferrandone una con i denti. Stava per
accendersela quando sentì una voce fin troppo conosciuta...
- Edward...perché
mi hai portato qui?- chiese Hermione con un diavolo per capello - Vuoi visitare
la Stamberga?-
- No, volevo solo stare un po' con te...- le disse,
viscido come pochi, ma sempre convinto di essere un gran conquistatore. Le passò
le braccia alla vita, mentre la Grifoncina malediva mentalmente una certa
persona e cercava di scollarselo di dosso. Ci riuscì una prima volta e fece
qualche passo indietro, cambiando discorso.
- Allora, che mi dici? Cosa farai
dopo il M.A.G.O?-
- Oh, mio padre vuole che mi sposi.- disse con noncuranza -
Nella mia famiglia tutti si sposano presto.-
- Fra purosangue è normale
immagino.- replicò la ragazza con un mezzo sorriso, un po' triste - Hai qualche
idea?-
- Mi hanno scelto una ragazza. In estate ci saranno molti
matrimoni sai? È la tradizione.-
- Lo immagino.- mormorò, all'improvviso col
volto tirato.
- Che ti prende?- bofonchiò Dalton prendendole la mano e
attirandola di nuovo a sé - Come mai sei così triste?-
- No, cosa dici...-
rise, cercando di non pensarci - Senti, sono un po' stanca...possiamo andare
via?-
- Tutto qua?- disse morbidamente, posandole un bacio sul collo
cogliendola impreparata - Dai Herm, non siamo venuti qua per niente no?- e la
strinse di più, quasi facendole male alla vita - Sai che mi piaci dal primo
anno. E abbiamo così poco tempo ormai. Non possiamo accelerare?-
La
Grifoncina emise un gemito divertito, scostando il collo . Dopo ciò
che aveva sentito non era più in vena neanche dio stare a dieci miglia da lui.
Con forza si staccò, sentendo una fitta al polso dove lui l'aveva
afferrata.
- Non voglio. Io vado via.-
- Ehi aspetta dai!- le ripiombò
davanti e le sbarrò la strada - Che ti è preso?-
- Mi è preso che ne ho
basta!- sibilò - E adesso lasciami passare!-
- Dai, non fare la
preziosa!- e dicendo quello se la schiacciò nuovamente addosso, decisamente con
più forza fisica della ragazza. Cercò di baciarla e lei fece in tempo a scostare
la bocca. Quando ci riprovò stava per tirargli un calcio ben assestato sul
suo LUNGO manico di scopa ma qualcuno che ormai stava prendendo l'abitudine di
salvarla da situazioni imbarazzanti riapparve.
Draco lo afferrò per la giacca
e lo strattonò un po', facendo in modo che Hermione si liberasse.
- Malfoy!-
allibì seccato il Corvonero - Che accidenti c'è? Non vedi che sono con...- ma
non finì perché il Serpeverde lo fece tacere con un'occhiata imperiosa - C'è il
prefetto della tua casa che ti cercava. E anche la tua ex ti stava cercando.
L'ho vista venendo qua. Fossi in te scapperei, Miria sembrava arrabbiata.
Qualcuno le ha detto che eri con la Granger.-
Al nome della sua ex Dalton
stavolta sbiancò. Erano conosciute le sfuriate che lei gli faceva ovunque e
piuttosto che sopportarla decise che era meglio sparire e lo fece senza più
guardare in faccia nessuno. Da perfetto dongiovanni codardo prese il volo e non lo videro
più.
Draco ghignò, rimettendosi la sigaretta accesa in bocca.
- Dovresti
stare più attenta a chi frequenti.- mormorò poco dopo, senza
guardarla.
Hermione ridacchiò sarcasticamente, mentre raccoglieva la sua
borsa da terra - Allora sono a posto.-
- Che intendi?- chiese, soffiando
fuori il fumo.
- Che sono finita dalla padella nella brace. Quello èun
imbecille...e tu...per quanto lo sia a tuo modo...-
- Grazie.-
- Prego.
Per quanto tu abbia il cervello vuoto, a tuo modo sei insidioso.-
- Sento
aria di paternale.- Draco scosse il capo con espressione irritata - Hai una
bella faccia tosta mezzosangue. Ti pesco qua a civettare con quel pervertito a
cui piace deflorare matricole e hai anche il coraggio di dirmi che il pericolo
sono io...roba da matti. Quello voleva saltarti addosso, lo sai?-
- Comunque
che ci facevi qua da solo?- chiese Hermione ignorando la domanda e lasciando
cadere il discorso per accorgersi di essere nuovamente sola con lui - Ti credevo
chiuso al pub a fumare con Nott e Blaise.-
- Il tuo amico Zabini si è chiuso
a cercare polverosi libri di babbanologia da qualche parte. Io invece stavo
facendo due passi per i fatti miei. So che pensi il contrario ma io sono capace
di andare in giro senza scorta, ragazzina.-
- Mi hai tolto le parole di
bocca.- cinguettò ironica e in quel momento il vento tornò a investirli. Draco
perse la sigaretta e imprecò con stizza, mentre la Grifoncina sollevò il
cappuccio bianco del suo cappotto. - Sta per piovere.-
- Andiamo via,
comincia a fare freddo.- disse lui accendendosi un'altra sigaretta.
- Devo
camminare dietro di te?- chiese lei.
- Come?- Draco la fissava
costernato.
- Si...hai detto che non vuoi farti vedere con me.- continuò
pacata, godendo segretamente nell'alimentare le loro discussioni
all'inverosimile.
- Senti mezzosangue, non mi sembra il caso di dire cavolate
propria ora che sta per venire giù il diluvio! Muoviti!- l'afferrò per la mano e
se la tirò dietro, almeno fino a quando non imboccarono la strada per tornare
dritti a Hogsmade. Una volta al villaggio la lasciò subito peccato che la
Parkinson che stava facendo incetta di vestiti con le sue compagne li vide dalla
vetrina del negozio. Rimase senza parole ma non disse nulla a nessuno,
specialmente a Draco, quando tornò dal gruppo dei Serpeverde. Il viaggio di
ritorno fu breve ma quando arrivarono alla scuola era già buio e il vento
soffiava fra le torri di Hogwarts provocando un fischio sinistro. I ragazzi del
settimo anno corsero dentro all'entrata principale, dopo che avevano costretto
quelli del sesto a portare dentro le loro cose, da bravi schiavisti.
- Che
tempo orribile!- si lagnò Elettra togliendosi la fascia dai capelli biondi.
-
E se penso alle estrazioni per il quidditch mi viene male!- borbottò Hermione di
rimando, scrollando la sua criniera lucente dalle prima gocce di pioggia - Ma ci
dobbiamo andare per forza.-
- Già, tu mi porti sempre fortuna!- cinguettò la
biondina abbracciandola di slancio - E poi ti vogliamo con noi!-
- Se, se...-
disse la Grifoncina esausta ma un attimo dopo, continuando ad asciugarsi il
cappotto di maglia, sentì una presenza nemica vicino. Alzò gli occhi e vide
Pansy Parkinson con due sue compagne davanti a lei.
La mora aveva
un'espressione ben poco civile ed Hermione mandò Elettra dagli altri, per
evitare che sentisse.
- Ti sei divertita oggi sporca mezzosangue?- chiese la
Serpeverde - Ti ho vista con Draco.-
- Ci siamo trovati per caso.- disse
Hermione con pazienza - Non è successo niente. Sai bene che perderei la
scommessa se accadesse qualcosa. Mi credi una stupida?-
- Io ti credo solo
una troppo facile anche per Paciock!- replicò Pansy con voce stridula,
avvicinandosi con rabbia e occhi incendiati - E adesso ascoltami bene! Sarà
meglio per te stargli lontano! Lui è un purosangue e tu invece solo una sporca
figlia di babbani. A lui non importa niente di te!-
La Grifondoro deglutì e
tacque, continuando a sentire quelle parole.
- Cosa credi? Che sia davvero
interessato a te? Sbagli! Magari vorrà portarti a letto, è una novità per lui
andare con quelle di seconda classe...- e aggiunse velenosa - ma vuole solo
vincere la scommessa e ridicolizzarti davanti a tutti. Quindi non farti troppe
illusioni, intesi? Sono stata chiara?-
- Cristallina.- mormorò Hermione senza
mai staccare i suoi occhi da quelli di Pansy - Puoi stare tranquilla. Adesso
scusa ma devo andare.- e se ne andò prima che Draco e Blaise entrassero dalla
porta principale, provocando il solito baccano e pescandole in quella posizione
scomoda. Raggiunse le scale per tornare al suo dormitorio e vi entrò a testa
bassa, non salutando nessuno...ma quando Harry la vide infilare la sua stanza,
capì che era successo qualcosa dai suoi begli occhi ora lucidi di
lacrime.
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