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Autore: Kuchiki Chan    24/04/2012    7 recensioni
C’era stato un tempo, prima della fondazione dei Deathberries, in cui per Kurosaki Ichigo il momento migliore della giornata consisteva nel prendere in mano la sua chitarra.
Ora, le cose erano cambiate.
O almeno, si erano modificate.
Sentiva di aver trovato il suo posto nel mondo solo quando poteva suonare accompagnando la voce di Kuchiki Rukia, e quando cantava mescolando la propria voce a quella di lei. Anche se non l’avrebbe mai ammesso davanti a qualcuno, nemmeno sotto tortura.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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The Deathberries...Live in Karakura!




17) I just want you to know who I am


Renji non amava molto bere, o almeno non lo aveva come abitudine, ma gli era capitato di ritrovarsi ubriaco una o due volte e non gli ci volle molto per riconoscere quella sensazione. Da quando era sceso dal palco dopo la loro più che buona esibizione si sentiva avvolto da una bolla di felicità e non poteva evitare di sorridere come un ebete, ridere a squarciagola ed abbracciare chiunque gli stesse davanti, persino gli sconosciuti. Era proprio come essere ubriachi: tutto andava fin troppo bene per essere reale, ma Renji avrebbe continuato a crederci fino all’ultimo, perché aveva uno stramaledetto bisogno di un po’ di felicità.

Era stato tutto perfetto, assolutamente perfetto. La sensazione di stare su un palco era qualcosa di indescrivibile, qualcosa di unico, e il pensiero di non aver sbagliato nulla e di aver suonato al meglio delle proprie possibilità era ancora più soddisfacente. Lui era stato perfetto, gli altri erano stati perfetti. Rukia aveva cantato magnificamente e nessuno di loro aveva sbagliato neppure una nota. Subito dopo essere sceso dal palco Renji si era sentito davvero apprezzato, specie quando aveva incontrato i suoi amici: Asano gli aveva dato una sonora pacca sulle spalle, Inoue gli aveva sorriso, Kojima gli aveva fatto i complimenti con controllata allegria e persino Ishida gli si era avvicinato. Per non parlare poi degli sconosciuti che erano andati a stringergli la mano e a complimentarsi. Persino il signor Kyoraku gli aveva rivolto un cenno di approvazione dal bancone!

Tutto questo è troppo bello per essere vero pensava spesso, ma non avrebbe mai potuto evitare di immergersi fino in fondo in quella magnifica illusione.  

La sua allegria, però, sfumò quando vide Ichigo e Rukia baciarsi. Si erano appartati in un angolo del locale, stretti l’un l’altro come se non avessero altro al mondo, e stavano bisbigliando tra di loro, alternando baci, carezze e parole. Provò una stretta al cuore, ma riflettendoci con calma comprese che era stata solo dettata dall’abitudine. Non era geloso di Ichigo, affatto. Sapeva bene che con lui Rukia era felice, e questo pensiero lo confortava. In fondo al cuore, però, rimaneva ancora il sordo rimpianto di qualcosa che era morto ancora prima di nascere, una sorta di rassegnazione.

Io non ho perso contro Ichigo, io mi sono fatto da parte perché Rukia fosse felice pensò, e ne era davvero convinto. Quella non era mai stata una competizione tra loro due, e Rukia non era mai stata un premio. Rukia era la sua migliore amica, il sentimento che provava per lei era qualcosa di davvero forte, forse un po’ vincolante, ma avrebbe imparato a gestirlo.

Chissà di cosa staranno parlando si chiese, ma poi comprese di non volerlo sapere. Non erano fatti suoi, e da quel momento in poi avrebbe fatto bene a stare al suo posto. Non poteva evitare, però, di sentirsi un po’ vuoto. Il sentimento che provava per Rukia era una parte importante di lui, e solo il pensiero di dover rinunciare a quel Renji che si tormentava a causa di quell’amore puro e disinteressato gli metteva addosso una strana tristezza. Nella vita si cresce e si cambia, e lui lo sapeva bene, ma non poteva evitare di sentire un vuoto tra il petto e il diaframma, un vuoto che non sapeva ancora come colmare.

Ti passerà si consolò, scuotendo la testa per scacciare tutte quelle sensazioni moleste.

- Oh, Abarai! Che cosa stai fissando, lì impalato? -

Arisawa, ancora lei. Renji si voltò sbuffando, trovandosi di fronte l’espressione accigliata e sarcastica della ragazza. Con una sola occhiata, però, comprese che l’inquietudine che aveva scorto nei suoi occhi durante il loro precedente incontro era completamente svanita ed era stata sostituita da una controllata soddisfazione. Fece un mezzo sorriso, genuinamente contento per lei: se quella ragazza che gli somigliava così tanto risolveva i suoi problemi era come se si riscattasse un po’ anche lui.

- Non sono fatti tuoi - grugnì, riacquistando il suo solito tono scostante. Non riusciva proprio a non essere il più naturale possibile quando parlava con lei, quell’apparente disinteresse era solo il suo modo di fare.

Come previsto il sorriso furbo sul viso di Tatsuki si allargò, per poi spegnersi immediatamente qualche istante dopo. Renji rimase turbato e sorpreso dal suo repentino cambiamento di espressione, per poi comprendere che la ragazza aveva scorto Ichigo e Rukia insieme e capito che lui li stava osservando.

Abbassò gli occhi, incapace di incrociare lo sguardo della ragazza. Sapeva che nei suoi occhi non avrebbe trovato alcuna traccia di pietà, ma la paura di vedere l’idea che aveva di lei infrangersi di colpo era più forte di qualunque cosa. Sentì i passi di Tatsuki rimbombare sul pavimento del locale e sentì una mano piccola e fresca posarsi sulla sua spalla.

- La ami davvero molto, vero? - sussurrò vicino al suo orecchio destro. Il suo tono di voce era così caldo, così rassicurante che Renji ebbe la fortissima tentazione di mettersi a piangere come un bambino e raccontarle tra le lacrime quegli anni di dolorosissimo amore non corrisposto. Ma sarebbe stato puro e semplice vittimismo, era lui che aveva scelto di innamorarsi di Rukia e non aveva senso piangere sul latte versato.

- Già - si limitò a rispondere, continuando a tenere gli occhi bassi - Non immagini neanche quanto -

- E ti fa male? - chiese ancora, con una lieve nota di malinconia nella voce. Renji si decise e si voltò verso di lei: Tatsuki lo stava guardando in modo quasi supplichevole, aveva lo sguardo di chi riesce ad immergersi completamente nel dolore altri e ne soffre. Per la prima volta nella sua vita si sentì interamente compreso da un’altra persona.

- Non lo so - sussurrò, prendendosi la testa tra le mani - A volte sembra attenuarsi, ma poi ritorna a fare male. Ci vorrà tempo per liberarmene -

- Non vorrei scoraggiarti, ma credo che tu abbia ragione. Ma se uscirai, ne sono sicura. Gli esseri umani prima o poi imparano come sfuggire al dolore, è istinto di sopravvivenza. E poi, devi solo trovare qualcosa che rimpiazzi tutto questo -

Potresti essere tu, la mia nuova ragione per vivere pensò d’impulso Renji, ma soppresse immediatamente quel pensiero. Avrebbe smesso di farsi illusioni prive di senso e avrebbe costruito un rapporto solido e stabile con una persona, fondato sulla fiducia reciproca e su fondamenta concrete. Forse quella persona sarebbe stata Tasuki Arisawa, forse no, ma lui avrebbe continuato ad andare avanti. Per Rukia e per tutte le altre persone che avevano creduto in lui.

- Grazie - sussurrò, sorridendole con dolcezza.

- Volevo solo ripagarti per avermi ascoltato al bar - borbottò Tatsuki, arrossendo di colpo e distogliendo lo sguardo da lui.

Non ci sapeva proprio convivere con la dolcezza, quella ragazza, ma in fondo andava bene anche così.
Anzi, era molto meglio.
 

 
* * *  * * * *

Come previsto dal regolamento del contest, a mezzanotte in punto il signor Kyoraku, barcollante a causa di tutto l’alcol che aveva in corpo, si alzò a fatica dal bancone ed annunciò a gran voce la chiusura delle votazioni. Ichigo, che stava discutendo tranquillamente con Renji e Byakuya sulle prestazioni degli altri gruppi, sentì un brivido freddo scendere lungo la sua spina dorsale. Erano arrivati alla fine: finalmente avrebbero saputo il risultato di quella serata che sembrava non finire mai.

Non si era allontanato da Rukia nemmeno per un istante. Anche se si erano appartati per molto tempo, avevano presto deciso di tornare dai loro amici, e magari dare qualche spiegazione su quello che era successo, visto che tutte le persone in sala avevano assistito al loro bacio sul palco. Ichigo aveva sopportato con ammirevole pazienza le battutine e le congratulazioni di Keigo, gli entusiastici “era ora!” di Tatsuki, il sorriso furbo di Renji e il suo “non azzardarti a farla soffrire” e persino lo sguardo inceneritore di Byakuya.

- Tuo fratello sta meditando seriamente di uccidermi - aveva detto a Rukia in tono sarcastico.

- Mio fratello fa il sostenuto, ma ha sempre appoggiato le mie scelte. Dovrai sopportare per un po’ la sua freddezza, ma vedrai che gli passerà - aveva risposto lei, scoccandogli un’occhiata di sfida, come se gli stesse chiedendo se il gioco valesse la candela.

- Chissà come farò a sopportare un Byakuya arrabbiato - aveva ribattuto con una risata, a cui Rukia si era subito unita.

Aveva persino incontrato Inoue e il suo nuovo ragazzo, ed era rimasto stupito da quanto quella ragazza sembrasse felice mano nella mano con quel tizio pallido. Quando aveva visto lui e Rukia insieme aveva rivolto loro un enorme sorriso e aveva urlato - Kuchiki-san, Kurosaki-kun, sono così felice per voi! - con la sua solita espressione sognante. Con Ulquiorra, Ichigo aveva scambiato solo fredde parole di cortesia: quel ragazzo continuava a non stargli molto simpatico, ma doveva avere qualche qualità nascosta se era riuscito a destare l’interesse di Inoue. Magari con il tempo sarebbe riuscito persino a trovarlo simpatico.

Era stata davvero una bella serata, una delle migliori nella sua vita, e anche Rukia sembrava pensarla come lui. Erano entrambi sfiniti ma enormemente soddisfatti, e lo sarebbero rimasti persino se fossero arrivati ultimi. Ormai ad Ichigo non importava più vincere: gli bastava aver compiuto quel percorso. E poi, non aveva più nemmeno molta voglia di firmare un contratto con quell’Aizen e il suo aspetto da spietato calcolatore: era sempre stato convinto che la musica servisse a rappresentare la realtà e le emozioni umane, non a fare soldi.

Quando Kyoraku annunciò lo scadere delle votazioni, i pensieri che gli vorticavano in testa ruotavano tutti intorno a questo concetto, ma li scacciò violentemente scuotendo la testa e concluse che si sarebbe posto quel problema solo se avessero vinto.
Kyoraku e il barista presero tutte le sei scatole e le trasportarono sul bancone, seguiti da un codazzo di gente perlopiù formato dai membri dei gruppi. Ichigo e i suoi amici li raggiunsero in un attimo, facendosi largo tra la folla per raggiungere una posizione da cui avere una buona visuale.

- Bene, cari ragazzi, siamo giunti alla fine di questa serata. Innanzitutto, ci terrei a ringraziare tutti i partecipanti e le persone che sono venute ad assistere, siamo stati tutti fondamentali per la realizzazione di questo progetto - disse Kyoraku con solennità quasi esagerata, attirando un coro di applausi.

- In secondo luogo vorrei ringraziare il produttore Aizen Sosuke, per aver richiesto questo contest - continuò, indicando l’uomo accanto a sé e scatenando un altro, seppur contenuto, applauso. Aizen si limitò ad accennare un lieve sorriso da predatore e annuire in segno di approvazione.

Niente da fare, ad Ichigo quell’uomo non riusciva proprio ad essere simpatico. Trovava irritante il suo sorrisino untuoso e i suoi modi di fare da uomo abituato a stare al centro dell’attenzione. Non sarebbe mai riuscito a lavorare con lui, e per un momento il pensiero di poter vincere lo mise seriamente a disagio. Rukia, accorgendosi che il ragazzo si era improvvisamente irrigidito, gli mise una mano sulla spalla e lo guardò con una muta domanda negli occhi. Ichigo si limitò a scuotere la testa e abbozzare un sorriso poco convito, ma sentì che la ragazza aveva avvertito il suo improvviso cambiamento d’umore e gli avrebbe presto chiesto spiegazioni.

Kyoraku, allegro come al solito, aprì la scatola del primo gruppo e iniziò a contare i bigliettini con voce entusiasta. Ichigo accennò un sorriso nel vedere gli occhi piedi di aspettative dei membri di quella band: tutti avevano il volto pieno di piercing e i capelli di colori improponibili, ma in quel momento avevano lo sguardo di bambini ansiosi.

30 voti, un risultato abbastanza misero.

- Poverini - commentò Rukia, indicando la band che si allontanava a capo chino.

- Secondo me il nostro punteggio sarà pure più basso - commentò stancamente Ichigo. Magari, in un certo senso, lo sperava.

Ai tre gruppi che seguirono non andò meglio. La band migliore riuscì a raggiungere quota cinquanta, la peggiore aveva avuto una ventina di voti. Ogni volta che Kyoraku apriva una nuova scatola, Ichigo non poteva impedire che un brivido gli scendesse lungo la spina dorsale.

Alla fine, il proprietario del locale si avvicinò alla scatola dei Black Wings. Il ragazzo lanciò uno sguardo a Grimmjow e Ulquiorra: il primo teneva le braccia incrociate sul petto, come se nulla di quello che stesse succedendo in quel momento lo interessasse, l’altro osservava attentamente i movimenti di Kyoraku e sussultava ogni volta che l’uomo scuoteva la scatola per far uscire altri biglietti. Dieci, venti, cinquanta, sessanta…Kyoraku contava quei biglietti che sembravano non avere fine. L’espressione strafottente di Grimmjow si trasformò in un ghigno di vittoria quando il conteggio raggiunse quota cento voti, Nnoitra gridò entusiasta, Neliel cominciò a saltellare sul posto e persino sul volto imperscrutabile di Tia comparve un minuscolo sorriso.

Solo Ulquiorra manteneva la sua espressione concentrata e non mostrava alcun sollievo sul volto pallido. Accanto a lui c’era Inoue, che spostava continuamente lo sguardo da Kyoraku al suo ragazzo e dal suo ragazzo a Kyoraku senza sapere bene che espressione adottare.

120…130…135

Il proprietario del locale continuava imperterrito a contare, con un’enorme smorfia di soddisfazione sul volto.

140…145…150!

Quando i biglietti finirono, Ichigo sospirò, sollevato. Non potevano superare quel punteggio, era assurdo anche solo sperare di potercela fare. Si guardò intorno: Byakuya e Chad avevano la loro solita espressione impassibile, mentre Renji digrignava i denti per la rabbia e la frustrazione. Sentì che Rukia si stava agitando al suo fianco e le mise protettivamente un braccio intorno alle spalle, attirandola a sé per calmarla. Sentì uno dei suoi piccoli pugni stringergli la stoffa della maglietta all’altezza del petto e non poté che gustarsi fino in fondo quell’attimo di tensione in cui lui e i Deathberries erano più uniti che mai.

- Complimenti ragazzi, avevo quasi finito la voce a forza di contare! - esclamò Kyoraku, dando a Grimmjow una pacca sul braccio - E ora andiamo ai nostri ultimi concorrenti -

L’uomo aprì la scatola dei Deathberries mentre le altre band, capendo di aver perso, abbandonavano il campo a capo chino. Tutti a accezione dei Black Wings, che si appoggiarono al muro con fare spavaldo, certi di avere la vittoria in pugno. Persino Ulquiorra si rilassò e sospirò, scoccando ad Orihime un lieve bacio sulla tempia. Nel frattempo Aizen, accanto a Kyoraku, osservava la scena con espressione soddisfatta e divertita al tempo stesso.

Ichigo era tesissimo: osservava Kyoraku tirare fuori una manciata di biglietti dalla scatola, contarli ad uno ad uno e annotare i risultati su un foglio. Erano davvero tanti, avevano fatto un buon punteggio.

30…40…50

- Cazzo - mormorò Renji accanto all’orecchio del ragazzo dai capelli arancioni. Ichigo gli mise una mano sulla spalla cercando di rassicurarlo. Con l’altra teneva ancora Rukia stretta al petto.

60…70…80

Byakuya e Chad si avvicinarono al bancone, gli occhi fissi sulla scatola.
- Vai così! - esclamarono Mizuiro e Keigo alle loro spalle.

90…100…110

Ichigo spalancò gli occhi, incredulo. La stretta di Rukia si fece più forte, Renji accennò un sorriso. I Black Wings tornarono vicino al bancone: Grimmjow sembrava nervoso, Neliel aveva un’espressione preoccupata. Solo Ulquiorra non batteva ciglio, mentre Orihime, divisa tra il suo ragazzo e i suoi amici, non sapeva più per chi tifare.

120…130…140

Kyoraku tirò fuori dalla scatola un’altra manciata di bigliettini, l’ultima. I Deathberries si protesero sul bancone pieni di aspettativa, pieni di paura, pieni di speranza. Il cuore di Ichigo perse un battito, quello di Rukia fece una capriola. Le espressioni dei Black Wings si facevano ogni secondo più tirate.

141…145…147

Ce l’abbiamo fatta! pensò Ichigo, incredulo, sfinito, felice, pronto a esultare. Lui e Rukia si scambiarono un timido sorriso speranzoso. Negli occhi di Aizen brillò una luce divertita.

148…149…150!

Parità. Avevano fatto esattamente lo stesso numero di voti. L’urlo di vittoria si bloccò all’improvviso nella gola del ragazzo dai capelli arancioni, mentre un enorme senso di stupore lo invadeva.

E adesso?

All’interno del Black Moon era calato un silenzio pesante come il piombo. Il respiro di Rukia si arrestò, la mano di Ichigo rimase congelata sulla spalla di Renji, Byakuya e Chad non muovevano un muscolo. Kyoraku scosse più volte la scatola per vedere se era rimasto qualche biglietto ma di fronte all’evidenza lasciò cadere le braccia lungo i fianchi e scoppiò a ridere.

- Ragazzi, siete davvero uno spasso! Come siete riusciti ad ottenere proprio l’unico risultato che non avevo contemplato, cioè la parità? Ora che si fa, Aizen-san? - esclamò allegramente, rivolgendosi all’uomo accanto a lui. Questi si avvicinò lentamente, abbracciando con lo sguardo tutti i ragazzi davanti a lui. Loro rimasero in silenzio, senza distogliere gli occhi da quell’uomo che avrebbe deciso il futuro delle loro band.

- Entrambi i gruppi sono promettenti, non c’è che dire - disse Aizen, spostando di qualche centimetro il ciuffo castano che gli ricadeva sulla fronte - Ottima tecnica individuale, ottimo spirito di gruppo. Avete talento, ragazzi, potreste fare strada -

- Dove vuole arrivare, questo qui? - sussurrò Rukia accanto all’orecchio di Ichigo, con tono nervoso. Lui si limitò a scuotere la testa, facendole cenno di aspettare.

- Sapete tutti che il premio previsto era un contratto con la mia casa discografica. Ebbene, io penso che voi abbiate talento, ma siete ancora tutti agli inizi. Le canzoni che suonate sono perlopiù cover di altri brani, pertanto non posso certo lanciarvi sul mercato. Tuttavia avevo intenzione di garantire al vincitore tutto il sostegno della mia casa discografica e il mio aiuto per la realizzazione di un CD. Avere importanti sostenitori può fare la differenza, nella vita - Aizen si sfregò le mani, con aria soddisfatta - E dopo il risultato di questa sera ho deciso di offrire questa possibilità ad entrambi i gruppi, come premio per essere riusciti ad impressionarmi! -

Un silenzio assoluto, durante il quale tutti i presenti cercarono di elaborare quello che l’uomo aveva detto, seguì quelle parole. Ichigo e Rukia si scambiarono un’occhiata di assoluta sorpresa, Renji sussultò, assolutamente spiazzato, persino Byakuya sgranò gli occhi. Aizen aveva deciso di accettare entrambi i gruppi come vincitori? Sembrava una soluzione troppo facile per essere vera, e nessuno ebbe il tempo per provare anche solo un minimo di sollievo.

- Stai dicendo che dovremmo dividere il nostro premio con questi perdenti? - sbottò Grimmjow, puntando un dito verso di loro con disprezzo - Ti rendi conto di chi siamo, cazzo? Loro non sono nulla in confronto a noi! -

Ichigo si voltò di scatto verso il ragazzo dai capelli azzurri, sprizzando collera da tutti i pori.

- Non ti azzardare ad insultare i miei compagni! - esclamò, sollevando i pugni con aria di sfida.

Grimmjow ridacchiò sommessamente e mosse un passo verso di lui, come se fosse intenzionato ad azzuffarsi, ma venne bloccato dal braccio di Neliel, che lo trattenne per una spalla scuotendo il capo con disappunto. Indirizzò ai Deathberries un sorriso a fior di labbra in cui i ragazzi lessero vergogna per il comportamento del compagno, e Ichigo abbassò i pugni, accettando le sue scuse mute.
Aizen osservò quello scambio di provocazioni con il solito sorrisetto viscido sulle labbra.

-Via, ragazzi, non c’è bisogno di scaldarsi. E tu, caro Grimmjow, prova a vedere la cosa da un’altra prospettiva: il premio non è stato diviso, ma moltiplicato per due. Non devi spartire niente con nessuno, solo goderti il tuo premio con il tuo gruppo. Non ti sembra la soluzione migliore? -

Grimmjow, trattenuto ancora dalla mano di Neliel, si limitò a grugnire e guardarlo con disprezzo, ma l’uomo non ne sembrò minimamente toccato e lo ignorò.

- Potrete usare tutti le sale prove della mia casa discografica e persino trasferirvi in dormitorio con gli altri artisti. Dei tecnici del suono vi aiuteranno e sosterranno nella composizione e nell’esecuzione dei brani - continuò, con disinvoltura - Ovviamente dovete decidere voi se accettare o meno il mio appoggio -

La vita che Aizen aveva descritto passò davanti agli occhi di Ichigo come i ricordi di una vita passata: avrebbero vissuto tutti insieme, avuto pochissimo tempo per la scuola, suonato per lavoro, corretto il suono secondo le indicazioni degli esperti, si sarebbero adattati al mercato per vendere dischi. La musica avrebbe smesso di essere un modo per rendere concreti i propri sentimenti e sarebbe diventata un’altra cosa: una pura e semplice fonte di soldi. Capì con chiarezza che non era questa la vita che voleva.

Guardò Rukia negli occhi, e non appena si accorse della smorfia di disappunto che aveva sul viso capì che aveva esattamente i suoi stessi pensieri, e che nemmeno lei voleva scendere a quel compromesso.

- Io non voglio - sussurrò la ragazza, attenta a non farsi sentire dagli altri.

- Sono d’accordo con te - rispose lui parlando piano vicino al suo orecchio.

Nel frattempo, Ichigo vide che Ulquiorra aveva mosso un passo verso Aizen. Orihime stava qualche passo dietro di lui, e lo guardava con espressione preoccupata.

- Noi accettiamo subito la sua proposta - disse il ragazzo dagli occhi verdi, con voce sicura.

Il produttore fece un cenno di assenso col capo e il suo sorriso furbo si allargò ancora di più. Ichigo si accorse però che non tutti i Black Wings sembravano convinti: Grimmjow sembrava ancora arrabbiato e stringeva i pugni con forza, mentre Neliel gli lanciava occhiate preoccupate. Tia era impassibile come sempre, mentre Nnoitra guardava Ulquiorra con espressione omicida: evidentemente era infastidito dal fatto che il bassista avesse deciso senza prima consultare gli altri. Ichigo si stupì della naturalezza con cui Ulquiorra aveva preso quella decisione, ed in un certo senso gli invidiò quella sicurezza e il comando assoluto che esercitava sul suo gruppo.

- Ne sono contento - disse Aizen, passandosi una mano tra i capelli - E i Deathberries, invece? -

- Avrei bisogno di cinque minuti di tempo per discutere con i miei compagni - esclamò Rukia con voce sicura. Era sempre così lei: decisa, sicura, capace di farsi ascoltare e accontentare.

Aizen annuì.

- Certo, discutete pure con calma - disse - Nel frattempo io parlerò con i Black Wings e decideremo insieme i termini del loro contratto -

Ichigo e Rukia si voltarono verso i propri compagni: Renji aveva sul volto un’espressione di totale sorpresa e insicurezza, Chad sembrava pensieroso. Solo Byakuya sembrava calmo come al solito.

- Io sono contraria! - esordì Rukia con tono fermo, guardando ad uno da uno i propri compagni negli occhi - Questi vogliono solo usarci per fare soldi -

- Sono d’accordo con lei - sussurrò Ichigo - Non voglio fare musica in questo modo -

- Io non ho mai pensato che avrei potuto guadagnarmi da vivere con la musica, e non ho intenzione di farlo - disse Byakuya - Ho un lavoro e degli impegni che non possono essere messi in secondo piano -

- Questo Aizen non mi piace - borbottò Renji - E’ un impegno troppo grande. Io voglio continuare a suonare come sto facendo ora, in quella minuscola sala prove, facendo quello che voglio e con chi voglio -

- Chad? - chiamò Ichigo, invitando il loro ultimo componente ad esprimere la sua opinione.

- Sono assolutamente d’accordo con voi, ragazzi - disse il ragazzo bruno con un sorriso a fior di labbra - Rinunciamo! -

Sul viso del ragazzo dai capelli arancioni comparve un enorme sorriso sicuro. I suoi amici la pensavano come lui, avrebbero rifiutato la proposta e continuato a suonare senza essere vincolati da alcun obbligo. Si voltò verso Rukia e la guardò negli occhi: i due giovani si scambiarono un sorriso e si baciarono dolcemente. Poi i Deathberries, uniti come sempre, si avvicinarono ad Aizen e ai Black Wings, ognuno con i propri dubbi e le proprie gioie nel cuore.

Ichigo e Rukia si tenevano per mano, Orihime teneva gli occhi fissi su Ulquiorra come se fosse la persona più importante della sua vita, Renji si voltò per un secondo e lui e Tatsuki si scambiarono uno sguardo d’intesa.  Ognuno in cuor suo ringraziò il cielo per avergli fatto incontrare delle persone meravigliose come quelle che aveva accanto, ognuno sapeva che quella serata era stata una tappa importante nella propria vita.

Ognuno aveva gioito, si era preoccupato, aveva lottato e si era impegnato, e comprese che ne era valsa la pena.

La musica non era altro che un mezzo per dimostrare quello che provavano. La musica li aveva fatti incontrare, li aveva uniti, aveva fatto passare loro tutti quei fantastici momenti.

Sto per iniziare una nuova vita pensò Ichigo, e con incredibile gioia si rese conto di non essere più solo.
C’era Rukia appoggiata al suo petto, c’erano i suoi compagni attorno a lui.
E pensò che valeva la pena di vivere anche solo per provare quella fantastica sensazione.

Anche solo per specchiarsi negli occhi blu cobalto di Rukia Kuchiki.


 

 - FINE-

 
Angolo dell'autrice (l'ultimo T.T):

Che dire? Sono commossa ç_ç
Questo progetto va avanti da un anno e finirlo mi sembra quasi un peccato. Ma mentre scrivevo ho capito che questo era il momento giusto per interrompere. Un pò delusi dalla fine, vero? Magari speravate in una bella scazzottata tra Ichigo e Grimmjow o ad un bel confronto tra i Deathberries e Aizen, invece ho voluto dare una fine netta, che lasciasse il lettore un pò insoddisfatto e libero di immaginare come vuole il futuro dei nostri personaggi. Spero che non mi odierete per questo T.T

Innanzitutto, grazie. Grazie davvero a tutti quelli che mi hanno seguito, a quelli che hanno recensito, a quelli che hanno inserito la storia tra seguite, preferite e ricordate. Vorrei citare i vostri nomi ad uno ad uno ma siete veramente tanti, più di quando mi sarei mai aspettata, e perdonatemi per questo squallido ringraziamento generale.

E grazie anche alla musica, che ha ispirato questa storia e su cui questa storia e basata.

Spero davvero che tutto questo vi sia piaciuto, grazie per avermi fatto compagnia durante questo lungo anno.
Grazie, davvero.

Ci vediamo in giro, anche se penso che smetterò di scrivere Long Fic per un pò!
Alla prossima <3 


 


 
 
 
 
 
  
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