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Autore: Lawliet_chan    25/04/2012    2 recensioni
Mares è l'unico maschio ad essere stato cresciuto nella Corte degli Amanti. La sua vita viene sconvolta da un omicidio, spedito agli arresti domiciliari nella Corte dei Combattenti, tra Cadetti e Guardie scoprirà una scioccante verità. E suo malgrado verrà trascinato in intrighi, cospirazioni e battaglie.
Genere: Erotico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 26

Una scarica lo percorse da capo a piedi, sussultò violentemente, avrebbe cominciato a saltare se non fosse stato per il corpo del fratello sopra il suo. Alla prima scarica ne seguì un'altra e un'altra... come in preda alle convulsioni. La stretta di Seram sui suoi polsi era ferrea, Mares aveva gli occhi chiusi ermeticamente per cercare di mitigare il dolore. Era lancinante, aveva la testa in fiamme! Pensava di morire.

Le scariche diminuirono, e il ragazzo poté aprire gli occhi, aveva la vista annebbiata e a causa della scarsa luce non vedeva bene. Ma Seram era ancora li, con quel suo sorrisetto malevolo e gli occhi brillanti. Sembrava emanassero luce, una luce mortale.

Allora Mares, come ti senti? Mai provata questa tortura? È la mia preferita, posso compromettere il sistema nervoso fino a fermare il cuore, o far impazzire la persona oppure posso disintegrare il cervello... ha vari usi. Non l'hai ancora imparata?” parlò con una tale calma e minuziosità che Mares rabbrividì. Se avesse potuto muoversi! Sarebbe corso da Terwim. Non voleva morire! Altre lacrime sfuggirono al suo controllo.

Oh, no... non frignare, ti prego! Non ti ho fatto male. Qualche scarica non ti ucciderà.” si lamentò Seram alzando gli occhi al soffitto. Tornò a guardarlo; era patetico. Ma farlo fuori adesso gli avrebbe tolto il divertimento, l'avrebbe lasciato allenare... Ma si dai, posso permettermelo! Si disse.

La...sciami.” esalò Mares, la voce sembrava sparita. Avvertiva dolore praticamente ovunque, ma la parte che gli faceva più male era la testa. Sembrava che volesse esplodere da un momento all'altro!

Lasciarti? E levarmi il divertimento? Assolutamente no! Ho appena iniziato.” gli rispose l'altro sorridendo biecamente. Tornò a fissarlo intensamente... sta volta sarebbe penetrato nella sua mente. Si concentrò ed espanse il potere colpendo il muro interno del fratello. Gli andò addosso più volte come un ariete. Mares gridò con quanto più fiato poteva. Oddio! È orribile! Aiuto! Pensava in preda al panico. Aveva iniziato a scalciare furiosamente, e poi urlò ancora. Seram non gli dava tregua! Sentiva la sua forza andare via... lentamente, scemare di fronte alla forza del fratello. Alla fine la barriera di Mares andò in frantumi e la sua mente fu completamente a disposizione dell'altro.

Seram stava ansimando, non credeva di perdere cosi tante energie... ma ne sarebbe valsa la pena. Era dentro, c'erano emozioni di ogni genere ma la più forte era legata a quella Guardia. Mares avrebbe voluto correre da lui? Era l'unica cosa positiva in quel mare di paura. La sua ancora di salvezza. Gli avrebbe strappato anche quella. Doveva inventare un modo per separarli; fece spallucce, ci avrebbe pensato dopo. Ora che teneva Mares in pugno poteva fare praticamente di tutto... si scoprì indeciso. Dolore fisico o mentale? Beh, quello mentale lo stava sperimentando ora ed era sicuro che fosse sufficiente, non voleva che impazzisse. Optò per il fisico. Si chinò su di lui:

Ora faremo un giochino, vuoi?” gli disse sussurrandogli nell'orecchio.

Si sentiva uno schifo, aveva voglia di vomitare, la testa girava e dava pulsazioni continue. In più Seram lo spaventava a morte! Ma cosa voleva? Che lo uccidesse piuttosto! Giocare? Con cosa? Non riusciva a formulare un pensiero logico... ma possibile che con tutte quelle urla nessuno lo avesse sentito? Nessuno che passava per di li nel pomeriggio? Aveva girato la testa verso la porta e respirava pesantemente.

T...i pre...go!” faticava a parlate, se prima gli mancava la voce ora era la testa era completamente partita. Non si accorgeva nemmeno delle lacrime che, imperterrite, continuavano a sgorgagli dagli occhi.

Fai il bravo Mares e prometto che ti divertirai.” gli disse Seram poi lo baciò. Più profondamente di prima. Gli lasciò i polsi, tanto non si sarebbe mosso, era troppo debole. O sottomesso? La differenza non gli importava. Con le mani libere gli sbottonò la giacchetta, la gettò dietro di se seguita dalla camicia. Mares era a torso nudo. Il fratello stette ad ammirarlo. Non male! Veramente. Pensò annuendo. L'altro intanto aveva cominciato a mugugnare in dissenso. Cosa gli avrebbe fatto? Avvertì le mani percorrergli il petto soffermandosi sui capezzoli, strizzandoli. Gemette di dolore, provò a muovere un braccio per scostarlo, mandarlo via... non doveva fargli questo! Mollemente andò a colpirgli la testa che, si era abbassata per leccare uno dei suoi bottoncini rosa.

Ah! Mares... cosa fai? Ti ribelli? Non andiamo bene, proprio no.” disse con un leggero tono di rimprovero, ma comunque ironico. Si mise diritto, aveva ancora forza di muoversi anche se lui esercitava pressione sulla sua mente? Di certo era di fibra robusta. Lo guardò poi lo accarezzò sorridente, si diresse verso il camino cercando l'attizzatoio. Non appena lo trovò ravvivò le braci ed aggiunge due ceppi, poi vi lasciò lo strumento. Si girò verso Mares che giaceva immobile, rise sommessamente poi ritirò l'attizzatoio tornando a cavalcioni sul fratello. L'arnese aveva la punta incandescente colorata di rosso vivace. Facendo attenzione lo accostò alla pelle nuda del suo torace, quel tanto che bastava per sentirne il calore.

Sebbene avesse un piede nella fossa e la vista annebbiata, il barlume rosso lo vedeva. Ed iniziò a tremare, non l'avrebbe fatto! Lo voleva trafiggere con quel coso? Ne percepì il calore sulla pelle... si ritrasse di riflesso. Guardò Seram implorante. Non puoi farmi questo! Pensò; era convinto che in ogni persona cattiva esisteva del buono, magari in fondo al cuore. Ma Seram era crudele e senza scrupoli, cattivo fino nel midollo. Fece scorrere l'attizzatoio a un soffio dalla sua pelle.

Prova a muoverti ancora, se ne hai coraggio.” gli disse, poi appoggiò di nuovo il ferro tra le fiamme, sporgendosi dal letto. Mares gli lanciò uno sguardo truce ma l'altro non se accorse. Raccolse quante più energie poté e si tirò seduto di scatto, facendo andare Seram contro la pediera. Vedeva il mondo girare vorticosamente ma cercò di resistere dallo svenire; doveva uscire di li! Gattonò dall'altra parte del letto, scese e barcollò fino alla porta. La strattonò... più volte, poi ricordò. E' chiusa! Me ne sono dimenticato! Con gli occhi sgranati si girò verso il letto, suo fratello lo guardava con una tale collera che pareva gli uscisse dal corpo, saltò giù mettendosi tra il camino e lui, la sua ombra era mostruosa. Trasmetteva il suo stesso odio. L'oppressione che Mares aveva in testa se ne andò, di colpo, lasciandogli un senso di vuoto. Seram aveva interrotto il controllo di proposito; voleva che fosse lucido:

Ora mi hai davvero stancato, ti avevo avvertito!” sibilò, Mares si appoggiò alla porta scuotendo la testa. Non poteva scappare, non poteva combattere. L'altro si fece vicino portando con se la sua oscurità come un tetro mantello, gli tirò i capelli e Mares gemette. Li strattonò con violenza, se lo tirò dietro e lo rigettò sul letto. Afferrò una delle cinghie delle sue protezioni poi gli legò i polsi sopra la testa assicurandoli poi alla testiera:

C-cosa fai?!” gli gridò Mares cercando di liberarsi, l'altro non gli rispose. Si limitò a guardarlo male accarezzandogli il torace. Riprese poi l'attizzatoio, la punta incandescente rivolta verso di lui.

Con un ghigno feroce fece la prima incisione. Appoggiando la punta sotto la spalla destra di Mares, non andò troppo affondo, il calore lavorava da solo. Il fratello gridò e molto più forte di prima, prese a scalciare... sentiva odore di bruciato e ne era consapevole perché l'ovatta che prima l'aveva avvolto non c'era più. Gli stava scorticando la pelle con quel ferro! Dopo il primo segno Seram ne fece un altro curvando. Altre urla riempirono la stanza... Seram non gli diede peso, doveva finire il lavoro. Avrebbe insegnato a Mares che lui era il più forte, per quanto si sarebbe impegnato non avrebbe potuto raggiungerlo, mai! E gli avrebbe lasciato un segno a vita per dimostrarlo. Allargò il sorriso e i suoi occhi si fissarono su quelli blu del ragazzo sotto di lui, pieni di lacrime e con un espressione supplichevole. Curvò ancora l'attizzatoio e finì l'opera. Soffiò delicatamente sulla sua piccola opera d'arte, la ferita sanguinava e il respiro concitato di Mares faceva scendere piccole gocce sulle lenzuola bianche.

S, l'iniziale del mio nome... ma anche della parola Sconfitta. Quella alla quale andrai incontro se oserai metterti sulla mia strada! Ricordatelo, fratellino.” gli disse poi sfiorò la lettera, Mares si ritrasse. Gli sciolse i polsi che ricaddero pesantemente sui guanciali. Doveva andare via; si era trattenuto troppo. Diede un ultima occhiata al corpo sul letto... avrebbe voluto divertirsi veramente ma Mares non era stato di quell'avviso. Fece spallucce Peggio per lui. Si disse. Poi andò alla finestra e saltò di sotto. Recuperò il cavallo e si diresse alle Terre Aride. Quando fu lontano alzò gli occhi al cielo e rise.

Non aveva il coraggio di muoversi, non aveva la forza di muoversi. Ma nemmeno di pensare. Il bruciore che provava sul petto era nulla rispetto a quello che avvertiva dentro. Seram era un mostro, una bestia in forma umana e il modo in cui usava i suoi poteri era perfetto... ripensò alle parole del Generale. Le Armi facevano schifo! Lui non sarebbe diventato cosi! Ma non poteva negare che, se fosse stato più forte, avrebbe dato all'altro una bella lezione. Una fitta lo fece tossire, ma più tossiva più sentiva dolore. Aveva una bruciatura aperta e sanguinante, e se ne stava li a fare congetture? Doveva alzarsi! Si mosse il più lentamente possibile, sperò che le gambe lo reggessero. Mise i piedi a penzoloni e si calò giù dal bordo, come previsto scivolò a terra. Strepitoso! Pensò amareggiato. Lo specchio era davanti a lui e, anche se era per terra, vedeva l'incisione: una 'S' che occupava tutto il pettorale destro. La 'S' di Seram, la 'S' di Sconfitta. Non permise ad ulteriori lacrime di uscire, perché sarebbero state il battesimo di quella lettera. Raccolse le energie e si tirò in piedi. Per prima cosa recuperò la camicia, e se la legò in malo modo al torace, per fermare il sangue.

Secondo: doveva andare fuori, si diresse alla porta. A mala pena stava in piedi! Come poteva camminare fino alla stanza di Terwim o di Toruk? Scosse la testa, Una cosa per volta. Decise, arrivò alla maniglia e quando fece per girarla essa ubbidì. Aprendo la porta. Ma come? Ci aveva provato due volte prima! Poi gli venne in mente l'annebbiamento... Seram lo aveva in pugno ancora prima che gli facesse capire d'essere soggiogato.

Gli occhi.” disse, quando aveva fissato la sua immagine nello specchio aveva visto un luccichio viola! Era stato quello il momento! Non doveva più fissarlo, anzi! Doveva dirlo a Toruk! Che gli insegnasse un modo per non cascarci più! Spalancò la porta con la mano sinistra, il corridoio era freddo e deserto. Ma dovevano essere le quattro del pomeriggio! Forse i Cadetti erano a lezione? Non aveva tempo di pensare a quelle cose! Si appoggiò al muro con la schiena. La camera di Terwim è dall'altra parte della Corte, mi conviene andare da Toruk, o da Wars. Pensò.

Iniziò a camminare ma ogni passo gli constava un capogiro e la ferita stava macchiando la camicia. Non ce l'avrebbe fatta ad arrivare in fondo al corridoio. Si fermò quindi a riprendere fiato, era più o meno a metà:

A... aiuto!! Toruk! Wars!” urlò rivolto alle camere, ma nessuno rispose. Ritentò.

Generale! Toruk!... mi sentite!!” alzò anche la voce. Alla fine una porta si aprì. Erano proprio loro due. Che si guardarono intorno, poi lo scorsero e gli andarono incontro.

Mares, ma che diavolo urli?” gli disse il Generale correndo verso di lui, perché era messo cosi? Toruk gli stava dicendo che aveva concesso una pausa al ragazzo... Mares si sforzò di sorridere. Prima non avevano sentito? E si che aveva alzato la voce, ma diede nuovamente la colpa a Seram. I due stavano a dieci metri da lui, e quando videro com'era ridotto si affettarono a raggiungerlo:

Per gli Dei! Ma che ti è successo?” esclamò Wars reggendolo da dietro. Toruk intanto gli prendeva la faccia. Era pallido e la camicia azzurra inzuppata di sangue!

Mares! Chi è stato?... un Cadetto?” lo sentì chiedere. Ma ora che era al sicuro la stanchezza prese il sopravvento e chiuse gli occhi, sentì ancora delle domande non capendone le parole, lo stavano sollevando e Wars disse di chiamare un Guaritore, lui si aggrappò alla giacca dell'uomo. Doveva dire qualcosa ma lo sfinimento era tale che riuscì solo ad esalare un nome.

S... Seram.” disse... poi svenne.

So già che mi prenderete a frustate per questo capitolo infatti vi sto scrivendo da un bunker anti-atomico XD Seram è uno stronzo lo so, e ne sono consapevole.
Spero di farmi perdonare nei prossimi capitoli, per ora vi imploro clemenza *si inginocchia*
A presto! E buon 25 Aprile ^^

 

   
 
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