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Autore: ShadowMoonLady    26/04/2012    13 recensioni
Cap.1: "Era solo un orribile, fin troppo realistico, sogno. Era un incubo, il peggiore degli incubi. [...] Lui, il principe dei sayan, incinta di quell’ameba priva d’intelletto di Kakaroth. Impossibile."
Dedicata a helly
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Bulma, Goku, Vegeta | Coppie: Goku/Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: Mpreg
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Di frittelle, nomi e gelosia per rappresentati di linee telefoniche
 

“Kakaroth, ho voglia di frittelle. Preparale, subito” ordinò perentoriamente Vegeta, mettendosi a sedere sul letto. Goku mugolò, girandosi dalla sua parte. “Adesso? Ma sono le tre di notte! E io sono così stanco…” biascicò, sbadigliando. Le palpebre si fecero troppo pesanti e i suoi occhi si richiusero, facendolo tornare nel mondo dei sogni. Tempo due secondi e il suo allegro russare si propagò per la stanza. Improvvisamente, Goku si ritrovò a terra. “Che co…? Ahia!” balbettò, alzandosi in piedi, e mettendo il broncio. Vegeta ghignò, incrociando le braccia. “Frittelle. Adesso. Non vorrai che il moccioso nasca con qualche strana macchia sulla faccia?” disse, mentre il suo ghigno si allargava ancora di più nel vedere il compagno sbiancare all’improvviso. “M-macchie? No no, sarà un bimbo sanissimo! Arrivano!” gracchiò, con la voce ancora impastata dal sonno. Barcollante, si diresse in cucina. Aprì il frigorifero, e notò che erano finite sia le uova, che il latte. Terrorizzato, iniziò a frugare ovunque, nella dispensa, nel forno, dietro al frigorifero, dietro le tende. Niente. Non c’era traccia di quei due ingredienti basilari. “KAKAROTH! DOVE SONO LE MIE FRITTELLE??” un grido così forte da lacerare i timpani lo raggiunse, e Goku rabbrividì. Non voleva pensare alla sua sorte se non fosse riuscito a prepararle. Giusto pochi giorni prima, Vegeta gli aveva chiesto d’urgenza delle fragole. A metà ottobre. Era sempre stato un po’ tonto, ma per quanto riguardava i cibi di stagione, non c’era nessuno che lo batteva. Così, aveva provato a spiegargli con molta calma che non era possibile avere quello che voleva. Non l’avesse mai detto. Il risultato? Con tre costole fratturate e molto probabilmente un emorragia cerebrale si era dovuto smaterializzare nei quattro angoli del mondo per trovare il cibo tanto desiderato dal principe. Ovviamente, le fragole non andavano più bene. “Stupido idiota! Sono acerbe! Tsk, non sai neanche trovare uno stupidissimo frutto terrestre! Ora ho voglia di sushi. Trovamelo!” aveva gentilmente gridato nelle sue povere orecchie. Pronto ad accettare la sua triste sorte, si diresse in camera da letto. Con tutte le volte che sbagliava, non voleva pensare come sarebbe nato il loro povero figliolo! “Ehm… non ci sono né latte né uova” azzardò, preparandosi a parare il colpo. Vegeta assottiglio lo sguardo, perforandolo. “E allora vai a comprarli. A che cosa servono quei pezzi di carta verde, se no?” disse, riferendosi, dedusse Goku, ai soldi. “Sono le tre! A quest’ora tutti stanno dormendo! Per favore… non è che ti viene qualche altro desiderio in particolare? Non voglio che Gogeta nasca con una voglia enorme in faccia!” piagnucolò, disperato. Il principe, pronto a ribattere, si fermò. “Come ai chiamato il moccioso?” domandò, con un tono che non lasciava presagire nulla di buono. Goku si animò tutto ad un tratto,  perdendo completamente il sonno. “Gogeta! Non lo trovi un nome fantastico? È l’insieme di Goku e…” “L’avevo capito” lo interruppe, spicciolo “Ora, la mia domanda è la seguente: chi ti ha dato il permesso di mettere prima il tuo nome? E, cosa più importante, chi ti dice che deciderai tu il nome del bambino che dovrò partorire io?” chiese, assumendo un’aria minacciosa, nonostante fosse in un letto sommerso da cuscini colorati, con i capelli che avevano preso una piega più strana del solito e una maglietta slabbrata come pigiama. L’altro gonfiò le guance “Bè… mi sembrava carino che avesse il nome di tutti e due! In parità! Se questo non ti piace, ho trovato tante altre combinazioni carine” si sedette sul bordo del letto, ignorando il pericolo imminente “Vegeth, Vegeku, Kageta, Gove…” cominciò a contare i nomi sulle dita, scandagliando la sua memoria. Un bel pugno sulla spalla sopraggiunse, puntuale come la morte. “Non ho intenzione di dare al moccioso questi nomi orrendi!” sbraitò, risedendosi appoggiato alla parete. “Ho già trovato un nome perfetto” ghignò, con tono saccente. “E quale sarebbe?” domandò, curioso, Goku. “Vegeta: regale, sayan, deciso. Semplicemente perfetto. Puoi anche smetterla di arrovellarti il cervello per cercare nuove combinazioni e rovinare il mio nome con il tuo” disse, dando ad intendere che il discorso dei nomi era definitivamente chiuso. L’altro ci pensò un po’, poi sembrò illuminarsi. “Urca! Hai ragione, è perfetto! Così anche se è una femmina abbiamo già trovato il nome!” esclamò, accomodandosi di nuovo nella sua metà del letto, contento di essere giunti alla fine di quel dibattito e poter tornare finalmente tra le braccia di Morfeo. Appena poggiò la testa sul cuscino, gli mancò il materasso da sotto il corpo, trovandosi nuovamente a terra. “E ora che cosa ho fatto?” domandò, leggermente esasperato. “IL MIO NOME NON E’ UN NOME DA DONNA, HAI CAPITO?? E’ UN NOME DA UOMO! DA PRINCIPE! E NON PROVARE MAI PIU’ A INFANGARLO!” gridò, in maniera un tantino isterica. Goku si alzò da terra, fissandolo, e corrugando le sopracciglia. E quella reazione? Un altro effetto collaterale dell’aspettare un figlio? Doveva chiedere a Bulma di scriverglieli tutti. Dopo un attimo di ponderazione, tra le varie opzioni che gli scorrevano in testa optò per quella che gli sembrò più intelligente, o da persona comprensiva in tutto e per tutto, come gli aveva spiegato la sua amica in una delle loro lezioni. “Oh, non ti preoccupare! Anche se hai un nome da donna e sei incinta per me resterai sempre molto macho!” ridacchiò, grattandosi la nuca e credendo sul serio di aver detto una cosa giusta. La vena sulla fronte dell’ormai principessa dei sayan si gonfiò tutto d’un colpo, pulsando in maniera inquietante. “IO TI AMMAZZO!” ringhiò, e con un balzo gli fu addosso. “Non fare così! Se mi ammazzi dovrai crescere il bimbo da solo!” cercò di farlo ragionare, tentando di non pensare a quanto fosse sexy Vegeta arrabbiato e a cavalcioni su di lui, in boxer e con una maglietta che lasciava intravedere una buona parte dei pettorali, e tentando sempre di trovare qualcosa da dire per placarlo. Inutile spreco di energia. Con un colpo di reni, ribaltò la posizione, trovandolo sotto di lui. “Brutto depravato! Non solo osi affermare che sono una donna, ma vuoi anche approfittarti di me! Te lo scordi!” ringhiò, buttandolo nuovamente giù dal letto, e mettendosi a sedere, le braccia incrociate al petto e la testa girata di lato. “Ouch! Che cosa c’è di male se ci divertiamo un po’? Bulma mi ha detto che possiamo… ehm… capito? Fino al secondo mese, altrimenti poi diventa troppo pericoloso!” tartagliò, massaggiandosi la testa dolorante. “Tsk. Sei un pervertito.” borbottò Vegeta, guardandolo male e arrossendo leggermente al pensiero di quell’idiota che raccontava i loro fatti privati a quella donna. Dovevano essersi fatti tante risate alle sue spalle, pensò surriscaldandosi. Se li immaginava, seduti sul divano a confabulare. “Vai a dormire sul divano!” gridò, tutto d’un tratto. “Ma che cos…?” “Ho detto, vai a dormire sul divano! Subito, non ammetto obbiezioni. Così imparate a prendervi gioco di me, tu e quella stupida terrestre” sbraitò, indicando ossessivamente la porta. Goku piegò la testa di lato, interrogativo. “Fai sempre quello che ti dice. Non importa quanto possa essere irragionevole la richiesta, tu fallo e basta” le parole di Bulma erano state chiare, ma forse avrebbe dovuto farsi dare qualche ripetizione. Improvvisamente, venne illuminato dalla risposta alle sue domande. “Va bene! Ho capito, vuoi stare più largo perché già non entri più nel letto! Urca, me lo dovevi dire che il bimbo cresceva così velocemente. Vuoi dire che entro domani nascerà già?” domandò, innocentemente. “Kakaroth! Ma non gli hai già avuti, due figli? Si devono aspettare nove mesi. E IO SONO ALLA META’ DEL SECONDO, LA PANCIA NON SI VEDE NEMMENO!! NON SONO GRASSO! E ORA SPARISCI!” detto questo, gli tirò un poderoso calcio nel didietro, che lo spedì sulla soglia. “Ahia! Il cusci..” una massa piumosa lo raggiunse in faccia alla velocità della luce. “Buonanotte Vegeta!” gridò, uscendo dalla camera, e chiudendo la porta dietro di sé. Il principe sospirò, frustrato, buttandosi sul letto. Stupida ameba di terza classe. Lui non era grasso. O almeno, non ancora. Stupido idiota. Per colpa sua sarebbe diventato una palla di lardo. E i suoi stupendi addominali si sarebbero andati a farsi benedire. Un pensiero lo fulminò. E se fosse diventato come Majin Bu, e Kakaroth avesse deciso di tradirlo con qualcuno più in forma di lui? Non se ne parlava. Lui era il principe dei sayan, e quel cretino era di sua proprietà. Un’immagine gli si creò davanti agli occhi. Una bella ragazza bionda, occhi azzurri e con un corpo da modella che si avvinghiava a Kakaroth. Scattò a sedere, sbattendo la porta sul muro. “KAKAROTH!” un urlo beduino si propagò per tutta la casa. Goku, che era appena ripiombato nel mondo dei sogni, si drizzò di scatto. “Cosa? Che cosa? Tutto bene?” domandò, guardandosi intorno, intontito. Una figura gli si scagliò addosso, facendoli cadere sul divano. “PROVA A TRADIRMI CON QUALCHE OCHETTA BIONDA E NON CI SARA’ PIU’ NESSUN IDIOTA E NESSUNA OCHETTA BIONDA!” ringhiò, schiumante di rabbia. Goku lo guardò ancora più perplesso. “Ehm… ok, ma che cosa ci dovrei fare con un’oca bionda? Almeno, è buona da mangiare?” domandò, grattandosi la nuca. “Promettilo” ringhiò ancora, assottigliando lo sguardo. “Ricorda che è tutta colpa tua se diventerò come Majin Bu” continuò. Il giovane sayan continuava a pensare che quella fosse solo un’allucinazione notturna, anche perché quello che diceva non aveva senso. “uhm.. promesso! Non ti tradirò con nessun’anatra, neanche se diventassi un enorme ammasso di gomma rosa, va bene?” poi sembrò capire “Vegeta…” lo chiamò, gonfiando le guance. “Non sarai mica geloso?” chiese, impertinente. “Io? Geloso? Il sonno ti sta dando alla testa” borbottò, deviando lo sguardo. “Vieni qui!” lo attirò al suo petto, mentre si dimenava. “Lasciami stare, brutto rincitrullito!” Goku ridacchiò. “Ti amo anch’io. Buonanotte” disse, baciandolo sulla testa e ignorando le sue innumerevoli bestemmie, chiudendo gli occhi. Dopo poco, sentì i movimenti dell’altro farsi sempre più lenti, fino a placarsi.   
 
*
 
“Ciao mamma!” salutò Trunks, dandole un bacio sulla guancia. “Ciao Yamcha!” fece cenno con la mano, per poi volare via. “Ora che siamo tutti soli… come vorrebbe occupare il suo tempo, signora Brief?” domandò maliziosamente Yamcha, avvicinandosi alla compagna. “Devo iniziare un progetto importante che mi hanno commissionato l’altro giorno, e devo finirlo entro martedì. Non posso proprio rimandare” si scansò Bulma, prendendo un'altra fetta di pane imburrato dal tavolo e scivolando verso il suo laboratorio. “Uffa… non mi dai neanche un bacetto?” chiese l’uomo, mettendo il broncio. La scienziata tornò indietro, gli occhi luccicanti. “Si, un bacetto te lo posso concedere, ma nulla di più” mentre si sporgeva per far cozzare le labbra, si sentì mancare la terra da sotto i piedi. “Yamcha!” si ritrovò a terra, tra le braccia dell’uomo. “In guerra e in amore, tutto è lecito” fece lui, ridendo e rubandole un bacio. In quel momento, un notissimo sayan si smaterializzò davanti a loro. “Ciao Bulma! Ciao Yamcha! Stavate giocando?” chiese, allegro. Bulma si alzò, le guance leggermente imporporate. “No, noi… io stavo andando in laboratorio. Hai bisogno di qualcosa?” chiese, schiarendosi la voce. “Si! Riguarda Vegeta…” “Ah, io non ne voglio avere niente a che fare! Io vado tesoro! Ciao Goku!” si congedò Yamcha, andando fuori dall’abitazione. “Ehm… Bulma, mi servirebbe un’altra lezione sulle donne incinta… Insomma, Vegeta è più strano del solito! Cambia umore in un battito di ciglia, è iper suscettibile, dice cose senza senso...” “E che cosa ci sarebbe di diverso dal solito?” chiese ironicamente la turchina. “Uhm… è… più strano della norma, ecco! E non so come fare la cosa giusta! Perché se prima se dicevo qualcosa di sbagliato al massimo ricevevo un cazzotto in pancia, oggi mi ritrovo un tavolo sulla testa, e va a finire che è colpa mia se il tavolo si è rotto! E così mi tira anche una sedia, e poi non mi parla perché dice che è arrabbiato con me, un secondo dopo ci stiamo baciando e dopo se ne va via stizzito! Non l’ho mai visto così lunatico” spiegò. Poi si fermò un attimo. “Ora che ci penso, non è che avresti un tavolo da prestarmi? E magari un po’ di ghiaccio, mi sta crescendo un bernoccolo” ridacchiò, indicando un enorme ponfo viola sulla testa. “Oh si, arriva subito. Per quanto riguarda Vegeta… non c’è cura. Ed è unicamente al secondo mese. Non è ancora arrivato il meglio. Più si andrà avanti, più peggiorerà. Devi ricordarti di fare sempre tutto ciò desidera e di assecondarlo, in qualsiasi cosa. Mi raccomando, niente commenti sul fisico. Di nessun tipo. Una donna incinta ti spaccherebbe la faccia, Vegeta ti strapperebbe la spina dorsale e ci giocherebbe a golf, conoscendolo” lo informò la donna, poggiandogli una borsa fredda in testa. “Non me lo potevi dire prima?” borbottò, ringraziando Dende per essere ancora vivo, e raccontandogli della sera prima. La scienziata scoppiò a ridere, sedendosi sul divano. Poi si fermò. “Un attimo. Dov’è adesso?” gli domandò, sgranando gli occhi. “A casa, credo. Si è chiuso in camera, e io ne ho approfittato per venire da te. Perché?” chiese Goku, confuso. “Gli hai detto dove andavi?” domandò, spaventata. “Non sa neanche che sono uscito. Mi vuoi spiegare che succede?” la turchina si girò verso di lui. “Te l’ho mai detto che le donne incinta, chi prima e chi dopo, hanno il costante dubbio che il compagno le tradisca? Secondo te, cosa può pensare quello scimmione non vedendoti dopo aver “litigato”? O meglio, in che stato può aver ridotto la casa?”. Passarono diversi minuti, in cui il cervello di Goku lavorò febbrilmente per trovare un collegamento. Quando evidentemente il topolino che portava avanti tutta la sua attività cerebrale sembrò essere arrivato a una soluzione, anche il sayan sgranò gli occhi. “Oh mamma”, mormorò, smaterializzandosi.
 
“Vegeta! Sono a casa!” lo chiamò, quando mise piede sulla soglia. Nessun rumore, sembrava tutto tranquillo. “Sono andato da Bulma! Ehi, ci sei?” chiese, apparentemente al vuoto. In quel preciso istante, si sentì un tonfo. Un altro. E infine qualcosa di molto grosso e pensante lo mancò per un pelo. Un armadio. “INFIMO SAYAN! DOVE SEI STATO??” un grido selvaggio gli perforò i timpani. “Sono stato da Bulma, dovevo chiedergli delle cose!” cercò di farlo ragionare il sayan più giovane, girandosi verso il principe, trasformato, per la sua gioia, in super sayan. “NON E’ VERO! LO SO IO DOVE SEI STATO! SEI STATO DA QUELLA SGUALDRINELLA CHE TI HA DATO QUEL PEZZO DI CARTA!” ringhiò, fumante di rabbia. Goku ci rifletté un attimo, non ricordando nessuna che corrispondesse a quella descrizione. “Ma era una rappresentante di una linea telefonica!” ricordò quando la settimana prima lo aveva trascinato al centro commerciale, e una signorina gli aveva trattenuti per dieci minuti per cercare di convincerli a passare a una compagnia. “NON MI INTERESSANO LE TUE SCUSE! AMMETTILO!” ringhiò ancora. “Che cosa dici! Ti prego Vegeta, calmati e ascoltami” tentò di rabbonirlo, ma una sedia, spuntata da chissà dove, lo prese in pieno petto, frantumandosi. “VOGLIO NOME, COGNOME E INDIRIZZO, SUBITO! DEVO STRANGOLARLA CON LE MIE MANI!” la sua rabbia si era ora spostata sulla ragazza, che evidentemente secondo lui assomigliava molto al muro, che aveva cominciato a scrutare in maniera terrificante. “Ma non c’è nessuna ragazza! Ti stai inventando tutto! Sono andato da Bulma per chiacchierare!”. Vegeta sembrò calmarsi, infatti tornò normale. “E di cosa avete parlato di tanto importante?” chiese, fissandolo. Lì Goku si trovò un po’ in difficoltà, infatti non era preparato a una domanda del genere. Non poteva mica dirgli che faceva lezioni per imparare a gestirlo. Il topino cercò febbrilmente tra l’enorme archivio che era la sua testa, con tanto di sudore sulla fronte. O almeno, questo si figurava il sayan, fino a trovare la risposta. “Parlavamo del nome del bambino! Eh già, del nome del bambino!” disse, grattandosi la nuca e lasciando il respiro quando vide Vegeta abbassare il comodino che aveva già preso. “Tsk, quella donna in fatto di nomi è miserabile. Ha chiamato mio figlio Trunks. Trunks! Nome da ridicolo terrestre… Decido io che nome dargli. Punto” e, come se nulla fosse, si diresse in cucina, passandogli accanto. “Urca, me la sono vista brutta…” sospirò il giovane sayan, cercando di disincastrare l’armadio dal pavimento. “KAKAROTH!” si sentì nuovamente gridare, e Goku gemette, sconsolato, pronto per la prossima sfuriata. “Dimmi Vegeta” lo raggiunse in cucina. “Io ho ancora voglia di frittelle” borbottò, incrociando le braccia al petto e mettendo il broncio. L’altro scoppiò a ridere, sull’orlo di una crisi isterica. Sarebbe stata una lunga, lunghissima gravidanza.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
IL MIO ANGOLINO
 
Salve a tutti! Ecco a voi il secondo, lunghissimo capitolo di questa pazza storia, che vi annuncio sarà più di tre quattro capitoli! Per vostra disgrazia u.u
Ringrazio tantissimo chi ha commentato lo scorso, dandomi la voglia e la spinta per andare avanti. Ovviamente ringrazio anche chi ha solo letto o messo la storia tra le preferite/seguite. Spero vi sia piaciuto e vi abbia fatto sorridere anche questo! Credo che andrò avanti con un capitolo al mese, suppongo. Il primo era per il primo mese, questo del secondo… e via dicendo. Umpf, che angolino inutile.
Bè, ditemi che ne pensate!!
Bacioni <3

  
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