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Autore: Kysa    20/11/2006    2 recensioni
All'ultimo anno, Draco Malfoy dichiara guerra alla mezzosangue che ha sempre disprezzato, invischiando entrambi in una scommessa che li metterà di fronte alla verità...
Genere: Romantico, Malinconico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Per quanto potesse sembrare strano, quando rimisero piede a Grifondoro si occuparono in fretta di Elettra e quando tornarono in camera di Hermione la trovarono vuota, con la finestra aperta. Harry aveva sospirato, chiudendo le palpebre. La sua migliore amica non aveva mai volato volentieri e per scappare aveva usato la scopa.
Incredibile...
Naturalmente l'avevano tenuta d'occhio tutta la notte con la mappa del Malandrino mentre Blaise, da solo perché Draco si era chiuso nella sua stanza, aveva cercato di carpire altre informazioni dalla Leptis senza però riuscire in niente.
Il giorno dopo andarono tutti a colazione e non la trovarono. Decisero di andare ad avvisare Silente prima di pranzo, visto che Piton li aveva chiusi in aula pozioni senza accettare nessun "ma"...inoltre erano sempre più preoccupati.
Era parso che man mano che passava il tempo la Grifoncina peggiorasse a vista d'occhio. Prima si era trattato di piccolezze, poi di trasgressioni più grandi, poi era arrivata alla perfidia.

Prima con la Parkinson e il divorzio dei suoi genitori e infine la stoccata a Malfoy.

Harry, seduto nel suo banco con Blaise, scoccò una breve occhiata alle sue spalle dove il biondo Serpeverde occupava il banco mezzo vuoto.
Qualcun altro invece, quella mattina, ricevette un risveglio piuttosto diverso dal solito.
Tristan si rigirò nel letto, strizzando un poco gli occhi. Un lievissimo rumore lo aveva destato dal suo sonno pieno di incubi. Si era messo a sedere con fare circospetto, afferrando il pugnale incantato da sotto il cuscino quando sbarrò lo sguardo, trovando qualcuno nella sua stanza che non avrebbe mai pensato di vedere.
- Hermione?- sussurrò.
La Grifoncina non parve dargli subito corda, continuando a girare fra le sue cose, i suoi libri, le sue armi...
Era tornata al dormitorio quando si era aspettata di non trovarci nessuno. Si era fatta un bagno e levata la divisa, per infilare un paio di jeans e una felpa. Poi si era diretta verso lo studio del prof. di difesa con tutta l'intenzione di fare un paio di chiacchiere. Si soffermò sulle ultime foto sulla sua scrivania, mentre l'Auror s'infilava una maglia babbana e rapidamente un paio di pantaloni.
C'erano foto di lui con gli altri tre Cacciatori, lui anni prima a Hogwarts con i suoi compagni, i suoi genitori e suo fratello maggiore.
La strega però si fermò quando in un angolo degli scaffali una vecchia foto dai bordi bruciati attirò la sua attenzione. Era dentro a una cornice d'argento e...una ragazza dai capelli bruni e lunghi, la pelle bianca e liscia, con lo sguardo perso, stava seduta su un muretto scalcinato, con le braccia strette attorno le ginocchia.
Ghignò di colpo, riconoscendola.
- Ciao Tri...come stai? Ti vedo bene oggi.- disse quindi, girandosi verso il suo prof.
Lui era ormai vestito e la fissò inclinando il capo. In aula professori il giorno prima aveva sentito di strane storie, cose che a lui erano parse assurde, conoscendo bene la Grifoncina, ma ora cominciava a chiedersi se era tutto falso.
- Buon giorno anche a te.- disse, fissandola negli occhi - Non dovresti stare qua sai?-
- Oh, prof... hai paura che ti accusino di aver irretito un'allieva per caso?- ridacchiò lei continuando a gironzolare - In effetti devo ammettere che anche a me l'idea è passata per la testa ma sono qua per un altro motivo.-
- E sarebbe?- le chiese, sedendosi sul letto sfatto.
- Lezioni private.- spiegò la strega adagiandosi contro la scrivania coi fianchi.
- Lezioni private?- replicò l'Auror levando un sopracciglio - Perché? Sei già bravissima.-
- Non voglio essere brava.- Hermione tacque un attimo, solo per spiegarsi meglio - Voglio essere la migliore.-
E stavolta Tristan non represse un gemito fra l'esasperato e il divertito. Dio, pensò amaro.
Sette anni prima quelle parole le aveva già sentite. E ricordava anche com'era finita.
- Ci penserò.- mentì andandole vicino - Sai, non mi stupisco che tu me l'abbia chiesto.-
- Già...- rise Hermione, rigirandosi la foto fra le mani. Tristan vide la cornice e serrò le mascelle, tanto che lei se ne accorse subito. - Bella...- soffiò morbidamente - Mi pare che abbia un viso famigliare, sai?-
- Non credo. E' morta.- disse l'Auror prendendogliela dalle mani e rimettendola a suo posto ma la strega gli andò alle spalle, cominciando a carezzargli la schiena con tocco suadente.
- Di un po' prof...ma tu la ragazza ce l'hai?-
E Mckay, dopo un attimo e sentendo quell'energia sulle sue mani, capì qual era il problema.
Si girò lentamente, capendo che doveva giocare d'astuzia.
- No...- bofonchiò pigramente, sostenendo il suo sguardo - Tu hai qualcosa propormi?-
- Oh, un sacco di cose.- disse Hermione, passandogli le braccia al collo - Devi solo fare come dico.-
- Ok...- Tristan rise, ma improvvisamente si abbassò quando fu a un passo dal baciarla. Le passò un braccio dietro alle gambe e anche se urlante se la caricò in spalla, ridendo divertito da come l'aveva fregata subito. Spalancò le porte dello studio e uscì in allegria, dando spettacolo per tutta la scuola.
Passò fortunatamente anche davanti all'aula pozioni e tutta la classe lo vide, per questo lo seguì cercando di capire cosa fosse successo, insieme a Piton che già meditava vendetta. I ragazzi gli corsero dietro chiedendogli che diavolo gli passasse per la testa ma ottennero solo una trafila di bestemmie da parte della Granger che urlava come se la stessero scorticando viva. Salirono fino nello studio di Silente dove l'Auror sbatté Hermione seduta sul divano, fissando poi sia il preside che la Mcgranitt che stava in poltrona a parlare con lui e che aveva osservato la scena sconvolta, più Piton che già si stava per sfregare soddisfatto le mani.
- Professor Silente c'è un problema.- scandì Mckay.
- Il professor Piton me lo stava giusto accennando l'altro giorno.- ironizzò il vecchio mago visto che quel demente l'aveva rincoglionito per ore e ore - Allora, che succede signorina Granger?-
- Assolutamente niente.- disse lei sagace, accendendosi una sigaretta sotto gli occhi dei compagni e dei prof.
- Ecco signor preside!- tuonò Piton furente - Ecco qual è il problema! Va sospesa subito!-
- Ma perché non va al diavolo?- ghignò Hermione fissandolo con sfida - E già che c'è si porti via i suoi alunni leccaculo. Farebbe un favore a tutta la scuola.-
Quello se possibile divenne ancora più paonazzo quando si mise in mezzo Harry.
- Signore, non si è mai comportata in questo modo. Ci deve essere qualcosa che non va.-
La Mcgranitt sospirò, fissando una delle sue alunne modello con aria critica. In effetti emanava qualcosa di strano e inquietante. Inoltre non aveva lo stesso sguardo dolce che aveva sempre avuto. Sembrava...diversa.
- Si tratta di una fattura.- disse Tristan sedendosi in poltrona tranquillo - L'ho sentito quando mi ha toccato.-
- Ti ha toccato?- sibilò Draco a quel punto, giunto con tutti gli altri.
- Non sono ancora riuscita a fargli niente...- borbottò Hermione capricciosa - Il nostro prof pare innamorato.-
Tristan incassò e tacque, continuando a fissare Silente che a sua volta scrutava
la Grifoncina.
- Si
può fare qualcosa?-
- Ditemi ragazzi, di che fattura parliamo?- chiese il preside, alzandosi in piedi - Sapete qualcosa di questa storia?-
A quella domanda le due case risposero con un silenzio teso e forzato. Ormai tutti infatti erano venuti a sapere di cosa avevano fatto la Leptis e la Parkinson.
- Pensate che si tratti di...- la Mcgranitt lasciò intendere l'ultimo pezzo della frase - Ne parlavamo anche l'altro giorno io e il professor Silente. In fondo anche se è stato sconfitto alcuni dei suoi seguaci sono ancora vivi, Potter.-
- Avete visto qualcosa di strano di recente?- continuò la professoressa di Trasfigurazione.
- Bhè...di strano ci sarebbe solo una cosa...- iniziò Ron timidamente - Ci sarebbe la ragazza vestita di nero...-
- La chi?- chiese Piton acido - Cosa dici Weasley??-
- La verità.- rispose Harry lapidario - L'abbiamo vista una notte. C'è una ragazza in giro per la scuola vestita di nero. Non stava bene però. L'ho vista quando la mia cicatrice ha ricominciato a far male.-
- Quindi stai dicendo che è colpa di questo fantasma in nero? Pensi che sia un seguace del potente?- replicò Piton con scherno - Non farmi ridere Potter! Se li è sempre scelti meglio gli schiavi.-
- Si e hanno fatto tutti la loro fine.- sibilò lo sfregiato con occhi assottigliati, come per avvisarlo di qualcosa.
Infatti Severus tacque, mordendosi la lingua contro quell'insolente.
- Allora?- disse quindi la Mcgranitt spazientita - Nessuno sa niente? Neanche le compagne del dormitorio?-
Lavanda Brown si decise, anche se un poco titubante. Tirò fuori il cofanetto della Leptis a cui erano state tolte le iniziali da Blaise e lo lasciò sulla scrivania del preside.
- Abbiamo trovato quella rosa nascosta nell'ala femminile. Era dentro a un pentacolo.-
Silente la osservò e all'improvviso il suo viso si fece preoccupato. La rosa si era tinta di nero...e presto sarebbe morta, sgretolandosi. Non la prese in mano, per evitare di spaccarla ma Tristan fu più veloce.
- La fattura della medaglia probabilmente.- disse l'Auror con voce sicura - Non ne ho mai visto uno prima, ma un tempo un mago me ne ha fatto vedere gli effetti. La Medaglia è una metafora, viene usata la rosa per simbolo vitale. C'è stato un ribaltamento della personalità.-
- Cambio di personalità?- chiese la Brown stranita - Nel senso che i suoi sentimenti sono stati invertiti?-
- Esatto.- continuò l'ex Serpeverde - E' per questo che si comporta in maniera così violenta.-
- Sono un cumulo di cazzate preside.- disse la Grifoncina allungando le gambe sul divano - Io sto benissimo.-
- No, non stai bene per niente!- intervenne Harry serio.
- Oh, ma perché non t'impicchi Potter? Forse in questi anni un po' meno persone sarebbero morte senza di te, sai?- e a quella stoccata davvero lui non poté replicare, ricordandosi di Cedric. Deglutì, sentendo la mano di Silente sulla spalla. Il preside lo scrutò con aria affettuosa, come per consolarlo.
- Non te la prendere Harry.- gli disse anche Tristan con dolcezza insolita - Chiunque le abbia scagliato la maledizione ha fatto in modo di ribaltare tutto ciò che prova. L'affetto che nutriva prima per gli amici è diventato rancore. L'amore odio...il rispetto per gli insegnanti è diventato disprezzo.-
- Incredibile, un Serpeverde che azzecca una teoria.- frecciò Hermione a bassa voce, finendo la sigaretta.
- Ok, adesso abbiamo capito cos'ha...- disse Ron accorato - Come la liberiamo dal malocchio?-
Silente parve pensieroso e tornò a sedersi in poltrona, carezzando il collo di Funny.
- In effetti è un bel problema Albus.- la Mcgranitt parve più allarmata di lui - Non possiamo far venire un esperto di malefici a Hogwarts senza mettere in allarme tutto il Ministero della Magia. Caramell vorrà sapere tutto di questa storia...e di conseguenza si penserà che Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato è ancora vivo.-
- Bhè...io conosco della gente...- abbozzò Tristan con aria colpevole - Ma sarebbe un pericolo farli entrare qua.-
- No, figurarsi.- sbottò Piton - Ci manca solo che facciano rientrare dei demoni a scuola! Ti sei scordato l'editto di sette anni fa Mckay? E dire che parevi contento.-
L'Auror represse un insulto di mandarlo a quel paese e si voltò verso il preside.
- L'unico che potrebbe levare un pasticcio simile in effetti è un demone...o un mezzo demone.- concluse Silente con uno strano tono - Ma sette anni fa il Ministero ha impedito ai figli mezzosangue di demoni di entrare più in questa scuola. Sono stati considerati pericolosi.-
- Qua non si tratta di prendere un allievo mezzo demone!- sbottò Tristan - Ma di salvare Hermione.-
- Ma non possiamo neanche fare entrare un gagia qua dentro!- sibilò Piton rabbioso.
- Un gagia?- chiese Harry.
- Un esperto di arti oscure.- spiegò la Mcgranitt - Vedi Potter, non tutti i maghi che hanno studiato le arti oscure l'hanno fatto per diventare malvagi e seguire Tu-Sai-Chi. Indipendentemente dalle loro scelte magiche, tutt'oggi ci sono nove grandi gagia al mondo e tutti loro sono persone di cui ci si può fidare.-
- Facciamo dieci.- borbottò Silente - D'accordo Tristan. Vista la rapidità con cui il maleficio sulla signorina Granger avanza richiedo un intervento esterno. Me ne occuperò io stesso.-
- Io di quei gagia della malora non mi fido.- sbottò l'Auror - Un conto è studiare, un conto è esserci nato con poteri oscuri, professore! Vuole correre rischi?-
- Qua un mezzo demone non ci deve entrare, sei sordo Mckay?- rognò Piton - Sai cos'accadrebbe se al Ministero venissero a sapere che c'è un demone in giro per Hogwarts? A parte che ci chiuderebbero tutti ad Azkaban per aver messo in pericolo la vita degli studenti ma ci ritroveremo anche sommersi di Dissennatori e cacciatori di demoni. Per non parlare della tua bella licenza di Auror ritirata.-
- E allora che vuole fare?- sbottò Harry incollerito - Lasciamo che Hermione muoia??-
- Silenzio Potter!- tuonò il professore di pozioni ma stavolta si mise in mezzo qualcuno che Piton non si sarebbe mai aspettato. Draco Malfoy si fece largo fra i compagni e si piazzò direttamente a fianco del suo eterno rivale.
- Non mi sembra neanche una bella immagine per la scuola lasciare che uno studente venga distrutto senza muovere un muscolo, professore, se mi permette.- disse con tono assolutamente piatto, facendo allargare gli occhi a tutti i suoi compagni di Serpeverde - E comunque tengo a ricordarle che poteva capitare a chiunque.-
- E quindi cosa proponi Draco?- fece Piton annoiato.
- Trovate un gagia entro stanotte. Oppure il professor Mckay troverà un demone.-
- A me sembra ragionevole.- concluse Silente sorridendo e mandando in bestia Piton - Perfetto, allora adesso bisognerà avvisare Madama Chips di attrezzare l'infermeria.-
- Non sarà mica una cosa dolorosa...- sussurrò Calì
.
- Non
so.- borbottò Tristan - Non ho mai visto niente di simile.-
- A qui nessuno interessa la mia opinione?- cinguettò a quel punto la Granger, mettendosi in piedi davanti alla scrivania - Signore preside...ho forse fatto male a qualcuno? No. Non mi pare.-
- Hai insultato un professore.- sibilò Piton e la streghetta ghignò - Lei non dovrebbe nemmeno essere inteso come professore!-
- Ecco, lo vede?- urlò Severus - Andrebbe chiusa nei sotterranei!-
- Meglio là sotto che con lei in classe.- continuò
la Grifoncina.
- Insomma
Herm sta zitta!- le ordinò Harry perentorio, facendola da parte - Preside, adesso la portiamo in infermeria. Se per stasera il gagia sarà qua allora la lasceremo nelle sue mani.-
- Altrimenti faremo a modo mio.- disse Tristan - Ok. Adesso...oh cazzo!- alitò e nel giro di un secondo tutto quanto andò all'aria. Il piano intero finì in fumo, esattamente come Hermione che si fece pallida come un cadavere e crollò all'indietro, come se l'energia le fosse stata sottratta insieme al fiato.
Draco fece in tempo a prenderla, insieme all'Auror. Scoppiarono gli strilli delle Grifondoro che temevano che fosse morta, il caos totale di preoccupazione e terrore di ciò che sarebbe potuto accadere.
Le si fecero attorno mentre Harry e Malfoy stavano quasi impazzendo, per sentire se respirava ancora.
Era diventata fredda come il ghiaccio, rigida e nel contempo senza vita come una bambola di porcellana con gli occhi ancora aperti, ma vuoti.
E Silente guardò la rosa nera...che lentamente perdeva tutti i suoi petali. Fino a morire.

In infermeria si accesero le prime luci.
Elettra Baley entrò di corsa, ignorando i ringhi degli infermieri e della Chips. Corse da Harry e si fece abbracciare forte, stringendolo a sua volta con le lacrime agli occhi.
- Cos'hanno detto?- sussurrò - Cos'ha Hermione?-
- Hanno detto...- Potter sentì la gola chiudersi, come stretta in una morsa ma cercò ugualmente di ritrovare il fiato. Fu inutile, si sedette su una branda libera e fu Calì a rispondere alla sua cacciatrice. Lei e Lavanda avevano appena finito di piangere e aveva gli occhi rossi e gonfi. - Chi le ha fatto la fattura ha usato una rosa. Solitamente si usano bambole di stoffa, affinché l'oggetto non possa degradarsi. Stavolta invece la rosa ha iniziato ad appassire...- e le sfuggì un singhiozzo, tornando ad appoggiarsi a Seamus che cercò di consolarla, per altro più a pezzi di lei.
Elettra si voltò a guardare Harry e Ron. Deglutì, fissandoli con occhi sgranati.
- State dicendo che...-
- Sono arrivati i gagia.- l'assicurò Weasley con tono più finto di un sorriso di Nott - Ce ne sono quattro affidabili e Mckay è già andato a cercare dei suoi amici. Non le accadrà niente vedrai...- ma evitò di guardarla in faccia, fissando oltre il paravento bianco dove c'era Hermione, fra le grinfie di quei maghi neri - Herm...starà bene. Lei vivrà.-
A quelle parole tutti i Grifondoro presenti sollevarono lo sguardo verso di lui. Come se sentire ciò che si ripetevano nella testa ad alta voce avesse rotto l'incantesimo.
Un via vai continuo di infermiere, uomini in nero che non avevano mai visto, odori strani, la Mcgranitt che da dietro il paravento discuteva animatamente con Silente e Piton. Mckay invece ancora non si vedeva.
Harry non resistette più. Si mise in piedi di scatto e volò fuori dall'infermeria, infilando il giardino. Rimase sotto le arcate e cominciò a prendere a pugni una colonna, più volte, senza sentire il dolore alle nocche.
- Comprati un sacco da box Harry.- disse una voce alle sue spalle.
Harry rise, dando un ultimo colpo violentissimo. Ritirò indietro il braccio, fissando il sangue colare sulle sue lunghe dita poi si ritrovò davanti a Zabini che scosse il capo, vedendo che si era fatto.
- Che dicono? Sono uscito quando sono entrati i gagia.- disse il Serpeverde.
- Non dicono niente Blaise...- ridacchiò lo sfregiato quasi con aria febbrile - Non dicono niente di niente. Sono... sono dentro a quella stanza...e io non faccio altro che sentirla respirare...respira, ansima...e quei maledetti le girano attorno senza fare niente. Borbottano fra loro e non vengono a capo di niente!- aggiunse, cominciando ad alzare la voce - Intanto...penso a quelle due maledette!- urlò serrando le mascelle - E penso a come fare per ripagarle e farla franca!-
Gli occhi blu di Blaise nella notte si fecero più neri e il ragazzo si appoggiò contro la colonna, come per impedirgli di farsi ancora del male. Pensò malinconicamente che quelle parole le aveva sentite poco prima.
Pensò a quanto in realtà fossero uguali. Pensò a quanto entrambi l'amassero...
- Draco sta dando i numeri al dormitorio.- disse all'improvviso, senza guardare il Grifondoro - Si sente colpevole.-
Harry si lasciò andare seduto, passandosi una mano sulla faccia.
- Non sai che voglia ho dargli la colpa di tutto.- sussurrò il bambino sopravvissuto - Non sai che voglia ho di picchiarlo. Di gridargli in faccia che tutto questo casino è colpa sua e della sua scommessa fottuta. Ma non è vero.-
- Sta là sotto a spaccare tutto quanto.- continuò Blaise sedendosi a sua volta - Ha preso a botte Nott e Tiger. Se non gli toglievo la Parkinson dalle mani l'avrebbe uccisa. E dico davvero.-
- Tu pensa...devo anche ringraziarlo.- ironizzò il Grifondoro amaramente.
- Non vuole venire a vederla però.-
- Gli costerebbe troppo.- Harry stavolta intercettò lo sguardo di Blaise, sorridendo appena - E' troppo orgoglioso per ammettere di sentirsi in colpa, tanto più di venire a trovarla. E' come ammettere l'evidenza davanti a tutti.-
- Quindi ora ci credi...-
- Che ci creda o meno non fa differenza. Non devo capirlo io.-
Harry Potter si rimise in piedi, cominciando a sentire l'aria fredda della sera. Alzò gli occhi alla luna e con tutto quello a cui aveva da pensare non si stupì troppo, vedendola quasi rossa e sanguinosa ma si accorse immediatamente invece di quando Tristan varcò la soglia della scuola. Passò dall'entrata del pendolo, spalancando con forza le porte.
Aveva il mantello addosso, al suo fianco un essere che portava un cappuccio. Niente di lui era visibile.
Era interamente coperto da un lungo mantello di pelliccia scura ma una cosa era nitida: Tristan impugnava la spada, come se la persona che scortasse fosse stata pericolosa.
Si fermarono davanti a loro.
- Come andiamo?- chiese, continuando a tenere d'occhio il suo compagno.
Harry prima di parlare gli rivolse una medesima occhiata...
- I gagia dicono che l'incantesimo è stato fatto da qualcuno abile...ma anche inesperto. Un mago di grandi conoscenze che però ha commesso l'errore di usare la rosa.-
- Quindi nessuno mandato da Voldemort. Lui avrebbe continuato a usare Hermione come pedina.- chiarì Zabini - E...tu invece...vedo che ce l'hai fatta...- aggiunse, osservando il tizio.
Mckay schioccò la lingua, con disappunto. - Si, alla grande...ho trovato chi cercavo.-
Una voce sibilante, quasi d'oltretomba, fece fremere i due allievi. Specialmente il Grifondoro.
L'oscuro venuto era volto verso di lui...quando all'improvviso nel buio del suo mantello colse due occhi rossi bramosi.
- Harry Potter....- sibilò malefico.
L'Auror però non perse tempo. Gli puntò la spada alla schiena e lo spinse via, giusto in tempo per tornare tutti nell'infermeria. Quando entrarono il profumo di fiori era tanto intenso da dare la nausea.
La Mcgranitt corse verso il suo ex allievo, stando però bene a distanza dal suo prigioniero.
- Professore...cosa dicono?- chiese di nuovo Potter, facendosi avanti con tutti i compagni.
- Si salverà vero?- piagnucolò Lavanda Brown.
- Hermione guarirà! Possono toglierle il maleficio!-
La strega non parve neanche sentirli. Aveva il viso tirato dall'ansia e decise di essere il più chiara possibile.
E proprio in quel momento anche Draco apparve sulla porta.
- Le condizioni della signorina Granger sono critiche. Il maleficio non può essere annullato perché i gagia non sono in grado di rimediare all'errore di chi l'ha stregata. La rosa si sta sgretolando e a niente servono pozioni di ricrescita, incantesimi per il blocco del tempo...-
- No, si fermi!- urlò Ron sconvolto - Sta dicendo che...che Hermione morirà?- e a quelle parole tutti la fissarono sgomenti, senza forze. Tanto che la strega per una volta abbassò il capo.
- Proverà lui.- disse Tristan spingendo avanti il suo prigioniero incappucciato.
- Mckay...ormai non abbiamo più speranze.- sussurrò la Mcgranitt, spezzando così le loro ultime forze - Chiunque sia stato ha commesso un errore, usando un fiore. Si sta deperendo, entro la notte marcirà e appassirà. E la signorina Granger ...morirà con lui.-
- Cosa?- Draco s'infilò in mezzo al gruppo, tuonando fuori di senno - Non ci posso credere che questo è tutto quanto possiate fare! Questa è la migliore scuola di magia del mondo! I migliori sono usciti da questo posto e mi sta dicendo che ora un'allieva morirà per un ridicolo maleficio andato male???- avevo lo sguardo sgranato e la disperazione nella voce - Ci dev'essere qualcos'altro! Voi dovete fare qualcosa!-
- LA GIRATEMPO!- gridò Harry di colpo, mettendosi col biondo - USIAMOLA!-
- Non si può! Non possiamo cambiare il passato Potter!- disse lei accorata.
- E allora cosa dovremmo fare?- Ron non riusciva più a calmarsi - LA LASCIAMO MORIRE???-
- No...-
All'improvviso tutti quanti si girarono verso Silente che era uscito dal paravento, portandosi dietro i gagia.
A differenze dello sguardo addolorato di tutti, sul suo vi si leggeva ancora qualcosa. Una debole speranza.
- Non la lasceremo morire. I gagia e quel demone, Tristan, non potranno fare nulla. E' tardi per loro. Ma...- prese un po' di fiato, pregando che tutto andasse bene - ...ma c'è ancora una persona al mondo, in grado di aiutarci. Solo lei ormai può fare qualcosa. Non volevo chiederle questo ma date le circostanze...non c'è più nulla da fare.-
- Albus...- la Mcgranitt sgranò gli occhi - Sei sicuro?-
- Si, accetterà.- disse il vecchio mago - Ma ora uscite tutti. Presto, abbiamo poco tempo.-
- Ma cosa vuole fare preside?- chiese l'Auror allibito - Chi vuole chiamare? Non farà mai in tempo comunque!-
- Non temere ma ora porta fuori i ragazzi!- disse Silente frettoloso - Forza, uscite tutti...e abbiate fede.- passò la mano sulla spalla di Harry, sorridendo debolmente - Ricorda cos'hai imparato. Abbi sempre fede negli amici.-

Passò una mezz'ora e la luna si era fatta purpurea.
Per una volta in vita loro le case di Grifondoro e Serpeverde si ritrovarono riunite e in silenzio, senza litigare.
Rimasero sotto il vento della notte, con le orecchie tese verso quella porta chiusa, verso quell'allieva che stava per morire...e tutto per colpa di un incantesimo erroneo.
Draco andava su e giù, fumando a più non posso, senza che né Piton né la Mcgranitt osassero dirgli qualcosa.
Harry invece stava seduto fra Tristan e Ron, senza vedere altro che Hermione, stesa in quel letto. Ora anche la rabbia era sparita. L'impotenza, la frustrazione...tutto quanto era svanito come fumo.
Ricominciò a fare freddo, verso mezzanotte circa. Il gelo penetrò nelle loro ossa, insieme al profumo dei gigli, portato dalla brezza notturna. Una sensazione strana, conosciuta...e Tristan sollevò gli occhi verdi di colpo, facendoli diventare sottili come lame. Si mise in piedi, facendo spaventare tutti.
Lo sguardo sbarrato, continuò a fissare la porta.
- Professoressa...- sussurrò tremando - Chi c'è là dentro?-
- Cosa?- la Mcgranitt parve allarmarsi - Cosa dici Mckay?-
L'Auror la scrutò improvvisamente rabbioso - Chi sta curando Hermione??- sibilò aggressivo.
- Tristan ma che ti prende?- alitò la strega, cercando di difendere le apparenze - Il professor Silente conosce qualcuno che può aiutare la signorina Granger, quindi adesso rimettiti seduto. Non puoi entrare!-
- Là dentro c'è un demone!- ringhiò additando la porta - Mi crede sordo?-
- Cosa c'è là dentro?- saltò su Ron - Ma non te l'eri portato via quel tizio?-
- No, non è il demone di prima.- spiegò la Mcgranitt - E' un altro. Ma che problema c'è adesso si può sapere? Mi sei sembrato favorevole all'utilizzo di un demone, molto più che dei gagia.-
- E' vero Mc...che ti prende adesso?- borbottò Piton.
- Mi prende...che...- l'Auror fissò ancora la porta, deglutendo...oh, lui quell'aura la conosceva bene. Troppo bene.
L'aveva amata quella forza, ancora la notte la sognava. La sentiva a pelle, lo carezzava col suo soffio gelido.
Ed Harry, com'era accaduto in passato, provò un'acuta fitta alla testa. Stavolta gridò per il dolore e da dentro l'infermeria provenne un suono di cocci rotti.
I Grifondoro si allarmarono e corsero tutti dal giovane Potter mentre Tristan rimase immobile, con lo sguardo perso.
Era lei, era lei...continuava a ripetergli il cuore. La mente gli urlava invece di scappare.
Ma qualcosa, questa volta, glielo impedì. Come capì che qualcosa stava andando storto, tutto precipitò.
Le porte di tutta Hogwarts sbatterono contemporaneamente, come spalancate del vento gelido. Il pavimento si ghiacciò, il loro fiato divenne visibile, sul soffitto si cristallizzarono delle stalattiti. I fantasmi cominciarono a gridare.
- Ma cosa succede?- strillò Piton furibondo. Gli studenti cominciarono subito a tremare e specialmente Harry, che sentì un sibilo conosciuto. Si voltò in tempo per vedere in cielo...le ombre dei Dissennatori.
- Che diavolo ci fanno qua?- urlò Potter , tirando fuori la bacchetta.
- Insomma si può sapere che succede?- Malfoy si girò verso l'interno del corridoio. Le porta stavano ancora sbattendo, sembravano impazzite...e in fantasmi volevano via, nascondendosi.
Si fecero tutti quanti vicini, un'accozzaglia di Serpeverde e Grifondoro uniti con bacchetta sguainate ma Tristan fu l'unico a restare calmo. Ignorando la Mcgranitt si fece avanti, in mezzo al giardino. I Dissennatori planarono verso di lui ma si trasformò immediatamente in un lupo e li evitò abilmente. Questi non riuscirono a captare i suoi sentimenti e lo sorpassarono, senza vederlo...ma fu qualcos'altro a catturare l'attenzione dell'Auror.
C'erano dei tizi incappucciati fuori dalle mura del giardino...lui li vedeva e li sentiva grazie al suo udito.
Erano in una ventina e solo tre di loro respiravano.
Una di loro era una donna.
Non fece in tempo a vedere altro perché sentì delle grida.
Scattò all'indietro e tornò dal gruppo, giusto in tempo per vedere l'incredibile. Ridivenne umano, per fissare stravolta la mandria di esseri mostruosi che avevano davanti.
- Dimmi che sono amici tuoi...- gli sibilò Draco che gli stava a fianco.
- Fai conto di avere la licenza di uccidere.- rise l'Animagus.
- Divertente Mckay!- ringhiò Piton fuori di sé per la collera - E adesso che facciamo?-
- Colpite qualsiasi cosa si muove!- replicò l'ex Serpeverde, dando un'occhiata ai nemici. Bene, c'erano tre troll di montagna, due croen neri, una decina di Dissennatori dannati e ...niente meno che cinque lupimannari.
- Cosa sono quei...quei cosi neri?- alitò Ron mentre si avvicinavano pericolosamente.
- Prendetela come una lezione di difesa ragazzi!- rise diabolicamente Tristan, sguainando la spada - Sono croen, più comunemente chiamati i Laceratori. Hanno l'aspetto di felini e la loro coda è una parte a sé: è formata da un altro mostro. Sulla punta c'è una bocca che blocca la vittima a terra e la uccide, mordendole la gola.-
- Oh, che carini...- sibilò Harry tenendosi la mano sulla fronte - E mi spieghi come cazzo facciamo adesso?-
- E' ora di fare della pratica seria no?- disse Mckay - Avanti, voi occupatevi dei troll. Tutti insieme potete farcela!-
- E tu cosa farai?- urlò la Mcgranitt per farsi sentire, viste le grida degli studenti.
- Mi occupo dei croen! Harry li sai sistemare i Dissennatori?-
Quello rise, con fare sicuro - Fai conto di non averceli più attorno.-
E l'attacco scattò. I cinque lupimannari sbatterono contro una barriera creata della Mcgranitt, i ragazzi del club che avevano seguito Potter corsero fuori e fronteggiarono anche egregiamente i Dissennatori mentre i troll cominciarono a distruggere tutto. Fecero a pezzi mura e colonne, presero di mira poi gli alunni e cercarono di schiacciarli ma questi riuscirono sempre ad evitarli. I Grifondoro riuscirono anche a giocare in squadra e ne rovesciarono uno a terra, poi sollevarono un blocco di roccia e glielo ruppero in testa e finalmente uno fu messo fuori gioco.
Diversa la storia per i croen.
Tristan ne aveva già affrontati in passato ma con Draco e Blaise al suo fianco doveva anche fare attenzione a quei due. Inutile dire che con un Cruciatus a testa ottennero solo di far incazzare ancora di più quei mostri già abbastanza suscettibili per i fatti loro. Con un colpo di coda ben messo vennero spalmati a terra, fortunatamente senza ferite gravi.
L'Auror li rimise in piedi e tutti e tre insieme riuscirono a immobilizzarne uno, usando fili invisibili che bloccarono a terra il primo croen. Il secondo invece, ruggendo stridulmente, gli s'avventò addosso evitando la lama della sua spada e facendogli rotolare via anche la bacchetta. Tristan si ritrovò così ad allontanare quelle fauci affilate solo con la forza delle braccia. Cominciò a bestemmiare, visto che da secoli non faceva un corpo a corpo e decise di lottare almeno da armi pari. Si trasformò di nuovo in lupo e cominciò a correre per tutto il giardino, tirandosi dietro il croen: fortunatamente per lui, Tristan aveva un'idea precisa. Come aveva detto ai ragazzi, per combattere contro un nemico era meglio saperne il punto debole e visto che lui non poteva permettersi di affidarsi al destino quel giorno, aveva deciso di tornare a fare la matricola anche lui. L'acqua. Era quello il punto debole del croen.
Evitò i suoi attacchi un paio di volte, ferendosi lievemente alla schiena quando il mostro utilizzò la coda, ma l'Animagus fu più veloce. Corse fino alla fontana, coperta di gigli, e si lanciò dentro, spaccando lo strato di ghiaccio col suo peso. Il croen lo seguì, senza accorgersi della trappola. Affondò nell'acqua e non venne più a galla, mentre l'Auror riapparve, in forma umana...e anche sull'orlo dell'ipotermia.
- Expecto Patronum!-
Harry cacciò via gli ultimi Dissennatori e tornò sotto le arcate, per dare una mano agli altri.
I lupimannari erano sempre sotto il potere della Mcgranitt ma da sola non ce l'avrebbe fatta ancora a lungo. In quel momento tornò anche Mckay, fradicio e tremante per il freddo. Vide che nessuno si era fatto male, tranne Neville che si era fatto rompere un braccio da un troll, così tornò ad affiancarsi ai ragazzi.
Piton grazie a Dio si era dato da fare e con della polverina aveva fatto addormentare gli ultimi due troll. Ora restavano solo i mannari. Quelli purtroppo o per fortuna non potevano essere uccisi, vista la loro natura umana e tenerli a bada fu davvero difficile. Specialmente quando Harry si accorse, sentendo un'altra fitta alla testa, che c'era un altro pericolo.
Tirò Tristan per il mantello e gl'indicò il demone che aveva portato prima dentro alle mura. Era rientrato...e i suoi occhi rossi sferzavano scintille e rabbia e in maniera che Potter trovò alquanto buffa aveva in mano una falce.
Il maledetto stava approfittando della situazione per massacrare un bel po' di gente...
- Particolari indicazioni contro un demone?- chiese il moretto allarmato.
Tristan digrignò i denti. Cazzo stava morendo congelato. Gli tremava la mano e aveva le labbra quasi viola.
Decisamente non avrebbe fatto molto contro quel vecchio amico.
- Rots...- gli ringhiò rabbioso - Sei stato tu a farli entrare?-
- Silenzio Mc...- disse quello con la sua voce sibilante, roteando la falce - Non sprecare il fiato, usalo per vivere ancora gli ultimi attimi che ti restano. Siamo qua da parte di un vecchio amico del signor Potter.-
Harry serrò la mano sulla bacchetta. Voldemort...
- Ormai è morto!- urlò, fissandolo a testa alta - Non avete più un capo!-
- Oh, ce l'abbiamo invece...e comunque siamo venuti qui per sistemare te e la sua adorata mogliettina.- la falce scattò alta e i due ragazzi fecero in tempo a spostarsi per un pelo, prima di venire tagliati in due. Harry finì contro la colonna e poi riattaccato mentre uno dei lupimannari, l'unico rimasto sveglio, si avventò sull'Auror rompendo la barriera della Mcgranitt. Tristan si ritrovò a terra per l'ennesima volta, però con sempre meno forze. Il freddo gli aveva intorpidito i sensi. Se il lupo l'avesse morso sarebbe stato un vero disastro...
- CAVIAT!-
Silente apparve sulla porta dell'infermiera e con una mano creò una gigantesca onda d'urto che allontanò il mannaro dall'Auror. Questo fece fatica a rimettersi in piedi ma la sua avanzata per aiutare Harry contro Rots, demone ombra, fu vana. I Dissennatori erano tornati, ora che Potter era in pericolo, e lentamente cominciarono ad attaccare tutti gli studenti. I primi caddero a terra, privi di forza. Draco, Ron e Blaise si ritrovarono schiena contro schiena, praticamente attorniati. Quei maledetti si erano come moltiplicati e comparivano praticamente ovunque...
Certamente sarebbero finiti a terra anche loro se qualcuno ora salvo non li avesse aiutati.
La sua voce per quei tre fu come un miracolo.
- EXPECTO PATRONUM!-
Hermione apparve a fianco di Silente, inondando di luce bianca l'intero corridoio di pietra e il giardino. Fra i capelli aveva una rosa completamente bianca, sul volto un sorriso sicuro.
Fuori, nel frattempo, Harry finì in mezzo ai gigli, per evitare la terribile arma di quell'essere. Per lui fu incredibile. Non aveva mai affrontato né visto un vero demone ma sembrava immune da qualsiasi attacco magico. Evitava Cruciatus e Schiantesimi solo col tocco delle mani. Li deviava...o li assorbiva, per rimandarglieli triplicati.
E quel dolore atroce alla testa non cessava.
Si toccò la fronte, bagnata di sangue e anche la vista cominciò ad offuscarsi.
Specialmente quando una luce bianca e sfavillante gli parve davanti, a scudo. Qualcuno...qualcuno apparve in sue difesa. E tutti gli studenti, Silente, Piton, la Mcgranitt e specialmente Tristan rimasero bloccati sotto le arcate.
L'Auror impallidì. Aveva ragione...aveva avuto ragione.

Era lei.
Harry si riprese quando il dolore si fece un po' meno acuto...e anche quando si accorse di avere davanti, fra lui e Rots, la ragazza in nero che aveva visto quella notte di dicembre.
Il suo avversario per un attimo si fece indietro, abbassando l'arma. Poi rise, serrandola meglio in pugno.
- E pensare che un tempo m'inchinavo davanti a te, milady.- le sibilò sarcastico.
- E pensare che un tempo eri fatto di cenere.- replicò Lucilla del casato dei Lancaster senza scomporsi, restando indifferente - Che sei venuto a fare qua? Ad attaccare il bambino sopravvissuto sotto gli occhi di tutti?- sogghignò, facendolo fremere di rabbia - Dai, Rots...non fare l'idiota com'è tua abitudine. Se mi dici chi ti manda giuro che ti ammazzo velocemente.-
- Levati di mezzo Lancaster!- urlò il demone, facendo tappare le orecchie a tutti per lo stridio. Alzò la falce e fece per colpirla ma la punta dell'arma si scontrò contro una barriera invisibile.
Harry fece per muoversi ma lei parò il braccio davanti a lui. Gli scoccò un'occhiata veloce e gl'intimò immobilità.
- Allora Rots? Vuoi parlare e dirmi chi ti manda o devo farti urlare?- richiese.
- Che ci fai qua?- urlò nuovamente il demone, con gli occhi incendiati dall'ira - Tu dovresti essere morta!-
- E invece sono viva e vegeta.- gli disse cominciando a spazientirsi - Come avete fatto a entrare?-
- In molti hanno ingresso libero qui. Non dirmi che non lo sapevi...-
Lucilla tacque e fece in tempo ad accorgersi che stava solo prendendo tempo. Il suo vero obiettivo infatti era solo Harry Potter. Rots fece ciò che doveva e lo fece la mossa più sleale ma anche più consueta per uno di quelli della loro razza.
Si Smaterializzò e apparve alle loro spalle, con l'arma alta sulla testa del moretto.
Ma non fu lui che colpì. Harry si ritrovò di nuovo spinto di lato, con gli occhi verdi sgranati...mentre quella lama gigantesca trapassava la ragazza da parte a parte. Crollò a terra poco dopo, con i capelli sparsi sul viso.
Rots purtroppo per lui non fece in tempo a gioirne.
La sua missione fallì quando Tristan gli volò addosso e gli mozzò la testa con la spada, uccidendolo all'istante.
Rimase senza fiato, a fissare quel maledetto traditore...quando la voce di Harry lo richiamò alla realtà. Alla dura realtà.
- Tristan! Professor Silente! Aiuto!- urlò lo sfregiato che teneva fra le braccia il corpo freddo della Lancaster - Datemi una mano presto! L'ha passata da parte a parte!-
I primi ad accorrere furono Hermione e la Mcgranitt, poi arrivò anche Silente con aria pensierosa.
- Avanti dovete aiutarmi!- urlò Harry sconvolto - Così morirà!-
Tristan, reprimendo con violenza ciò che davvero provava, s'inginocchiò accanto a loro e passò delicatamente una mano dietro alla schiena della ragazza. Guardò lo strappo nell'abito, più o meno all'altezza del cuore.
- Quando si sveglierà non sarà di buon umore.- disse, con voce atona.
- Decisamente.- bofonchiò il preside - Anzi sarà di umore pessimo. A quanto mi ha sempre detto una spada nel cuore è una cosa parecchio fastidiosa.-
Harry li fissò come se fossero stati dei pazzi, scappati dal manicomio. Ma sbiancò di più quando la sentì muoversi.
- Ma che razza di maleficio è?- alitò Piton, spezzando quella parentesi di stallo - Preside ma questa...- additò la ragazza, come se avesse visto il diavolo in persona -...La Lancaster è...è...viva!-
- Così pare.- disse tranquillo Silente.
- Ma...ma...-
- Oh andiamo!- la Mcgranitt prese in mano la situazione velocemente - Basta con le chiacchiere. Discuteremo di questo disastro più tardi! La signorina Lancaster ha bisogno di riposo e anche tu signorina Granger!- disse lapidaria, afferrando Hermione che non ci capiva più niente per la tunica.
- Sentito?- cinguettò Silente allegro - Visto, è andato tutto bene Harry...-
- Ma...chi è? E come fa ad essere viva dopo quel colpo?- alitò il moro.
- Questa è la tizia vestita di nero che abbiamo visto ad Halloween!- sbottò Draco.
- Ne parliamo dopo, ora levatevi di mezzo.- sibilò Tristan prendendo in braccio Lucilla. Sorpassò gli altri professori con passo malfermo e l'anima in tumulto. Oh, pensava furibondo, decisamente ci sarebbe stato parecchio di cui discutere.
E lui che la credeva morta...che le aveva augurato la morte...
Serrò i denti, pensando che in fondo il destino con Lucilla dei Lancaster era sempre stato imprevedibile.

 

 

  
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