Per
quanto potesse sembrare strano, quando rimisero piede a Grifondoro si occuparono
in fretta di Elettra e quando tornarono in camera di Hermione la trovarono
vuota, con la finestra aperta. Harry aveva sospirato, chiudendo le palpebre. La
sua migliore amica non aveva mai volato volentieri e per scappare aveva usato la
scopa.
Incredibile...
Naturalmente l'avevano tenuta d'occhio tutta la
notte con la mappa del Malandrino mentre Blaise, da solo perché Draco si era
chiuso nella sua stanza, aveva cercato di carpire altre informazioni dalla
Leptis senza però riuscire in niente.
Il giorno dopo andarono tutti a
colazione e non la trovarono. Decisero di andare ad avvisare Silente prima di
pranzo, visto che Piton li aveva chiusi in aula pozioni senza accettare nessun
"ma"...inoltre erano sempre più preoccupati.
Era parso che man mano che
passava il tempo
Prima con
Harry, seduto
nel suo banco con Blaise, scoccò una breve occhiata alle sue spalle dove il
biondo Serpeverde occupava il banco mezzo vuoto.
Qualcun altro invece, quella
mattina, ricevette un risveglio piuttosto diverso dal solito.
Tristan si
rigirò nel letto, strizzando un poco gli occhi. Un lievissimo rumore lo aveva
destato dal suo sonno pieno di incubi. Si era messo a sedere con fare
circospetto, afferrando il pugnale incantato da sotto il cuscino quando sbarrò
lo sguardo, trovando qualcuno nella sua stanza che non avrebbe mai pensato di
vedere.
- Hermione?- sussurrò.
La Grifoncina non parve dargli subito
corda, continuando a girare fra le sue cose, i suoi libri, le sue armi...
Era tornata al dormitorio quando si era aspettata di non trovarci nessuno.
Si era fatta un bagno e levata la divisa, per infilare un paio di jeans e una
felpa. Poi si era diretta verso lo studio del prof. di difesa con tutta
l'intenzione di fare un paio di chiacchiere. Si soffermò sulle ultime foto sulla
sua scrivania, mentre l'Auror s'infilava una maglia babbana e rapidamente un
paio di pantaloni.
C'erano foto di lui con gli altri tre Cacciatori, lui anni
prima a Hogwarts con i suoi compagni, i suoi genitori e suo fratello
maggiore.
La strega però si fermò quando in un angolo degli scaffali una
vecchia foto dai bordi bruciati attirò la sua attenzione. Era dentro a una
cornice d'argento e...una ragazza dai capelli bruni e lunghi, la pelle bianca e
liscia, con lo sguardo perso, stava seduta su un muretto scalcinato, con le
braccia strette attorno le ginocchia.
Ghignò di colpo, riconoscendola.
-
Ciao Tri...come stai? Ti vedo bene oggi.- disse quindi, girandosi verso il suo
prof.
Lui era ormai vestito e la fissò inclinando il capo. In aula professori
il giorno prima aveva sentito di strane storie, cose che a lui erano parse
assurde, conoscendo bene
- Buon giorno anche a te.- disse, fissandola negli occhi - Non
dovresti stare qua sai?-
- Oh, prof... hai paura che ti accusino di aver
irretito un'allieva per caso?- ridacchiò lei continuando a gironzolare - In
effetti devo ammettere che anche a me l'idea è passata per la testa ma sono qua
per un altro motivo.-
- E sarebbe?- le chiese, sedendosi sul letto
sfatto.
- Lezioni private.- spiegò la strega adagiandosi contro la scrivania
coi fianchi.
- Lezioni private?- replicò l'Auror levando un sopracciglio -
Perché? Sei già bravissima.-
- Non voglio essere brava.- Hermione tacque un
attimo, solo per spiegarsi meglio - Voglio essere la migliore.-
E stavolta
Tristan non represse un gemito fra l'esasperato e il divertito. Dio, pensò
amaro.
Sette anni prima quelle parole le aveva già sentite. E ricordava anche
com'era finita.
- Ci penserò.- mentì andandole vicino - Sai, non mi stupisco
che tu me l'abbia chiesto.-
- Già...- rise Hermione, rigirandosi la foto fra
le mani. Tristan vide la cornice e serrò le mascelle, tanto che lei se ne
accorse subito. - Bella...- soffiò morbidamente - Mi pare che abbia un viso
famigliare, sai?-
- Non credo. E' morta.- disse l'Auror prendendogliela dalle
mani e rimettendola a suo posto ma la strega gli andò alle spalle, cominciando a
carezzargli la schiena con tocco suadente.
- Di un po' prof...ma tu la
ragazza ce l'hai?-
E Mckay, dopo un attimo e sentendo quell'energia sulle sue
mani, capì qual era il problema.
Si girò lentamente, capendo che doveva
giocare d'astuzia.
- No...- bofonchiò pigramente, sostenendo il suo sguardo -
Tu hai qualcosa propormi?-
- Oh, un sacco di cose.- disse Hermione,
passandogli le braccia al collo - Devi solo fare come dico.-
- Ok...- Tristan
rise, ma improvvisamente si abbassò quando fu a un passo dal baciarla. Le passò
un braccio dietro alle gambe e anche se urlante se la caricò in spalla, ridendo
divertito da come l'aveva fregata subito. Spalancò le porte dello studio e uscì
in allegria, dando spettacolo per tutta la scuola.
Passò fortunatamente
anche davanti all'aula pozioni e tutta la classe lo vide, per questo lo seguì
cercando di capire cosa fosse successo, insieme a Piton che già meditava
vendetta. I ragazzi gli corsero dietro chiedendogli che diavolo gli passasse per
la testa ma ottennero solo una trafila di bestemmie da parte della Granger che
urlava come se la stessero scorticando viva. Salirono fino nello studio di
Silente dove l'Auror sbatté Hermione seduta sul divano, fissando poi sia il
preside che
- Professor Silente c'è un problema.- scandì Mckay.
-
Il professor Piton me lo stava giusto accennando l'altro giorno.- ironizzò il
vecchio mago visto che quel demente l'aveva rincoglionito per ore e ore -
Allora, che succede signorina Granger?-
- Assolutamente niente.- disse lei
sagace, accendendosi una sigaretta sotto gli occhi dei compagni e dei prof.
-
Ecco signor preside!- tuonò Piton furente - Ecco qual è il problema! Va sospesa
subito!-
- Ma perché non va al diavolo?- ghignò Hermione fissandolo con sfida
- E già che c'è si porti via i suoi alunni leccaculo. Farebbe un favore a tutta
la scuola.-
Quello se possibile divenne ancora più paonazzo quando si mise in
mezzo Harry.
- Signore, non si è mai comportata in questo modo. Ci deve
essere qualcosa che non va.-
- Si tratta di una fattura.- disse Tristan sedendosi in
poltrona tranquillo - L'ho sentito quando mi ha toccato.-
- Ti ha toccato?-
sibilò Draco a quel punto, giunto con tutti gli altri.
- Non sono ancora
riuscita a fargli niente...- borbottò Hermione capricciosa - Il nostro prof pare
innamorato.-
Tristan incassò e tacque, continuando a fissare Silente che a
sua volta scrutava
- Si
- Ditemi ragazzi, di che fattura parliamo?- chiese il preside,
alzandosi in piedi - Sapete qualcosa di questa storia?-
A quella domanda le
due case risposero con un silenzio teso e forzato. Ormai tutti infatti erano
venuti a sapere di cosa avevano fatto
- Pensate che si
tratti di...-
- Avete
visto qualcosa di strano di recente?- continuò la professoressa di
Trasfigurazione.
- Bhè...di strano ci sarebbe solo una cosa...- iniziò Ron
timidamente - Ci sarebbe la ragazza vestita di nero...-
- La chi?- chiese
Piton acido - Cosa dici Weasley??-
- La verità.- rispose Harry lapidario -
L'abbiamo vista una notte. C'è una ragazza in giro per la scuola vestita di
nero. Non stava bene però. L'ho vista quando la mia cicatrice ha ricominciato a
far male.-
- Quindi stai dicendo che è colpa di questo fantasma in nero?
Pensi che sia un seguace del potente?- replicò Piton con scherno - Non farmi
ridere Potter! Se li è sempre scelti meglio gli schiavi.-
- Si e hanno fatto
tutti la loro fine.- sibilò lo sfregiato con occhi assottigliati, come per
avvisarlo di qualcosa.
Infatti Severus tacque, mordendosi la lingua contro
quell'insolente.
- Allora?- disse quindi
Lavanda Brown si decise, anche
se un poco titubante. Tirò fuori il cofanetto della Leptis a cui erano state
tolte le iniziali da Blaise e lo lasciò sulla scrivania del preside.
-
Abbiamo trovato quella rosa nascosta nell'ala femminile. Era dentro a un
pentacolo.-
Silente la osservò e all'improvviso il suo viso si fece
preoccupato. La rosa si era tinta di nero...e presto sarebbe morta,
sgretolandosi. Non la prese in mano, per evitare di spaccarla ma Tristan fu più
veloce.
- La fattura della medaglia probabilmente.- disse l'Auror
con voce sicura - Non ne ho mai visto uno prima, ma un tempo un mago me ne ha
fatto vedere gli effetti. La Medaglia è una metafora, viene usata la rosa per
simbolo vitale. C'è stato un ribaltamento della personalità.-
- Cambio di
personalità?- chiese
- Esatto.- continuò l'ex Serpeverde - E' per questo che si
comporta in maniera così violenta.-
- Sono un cumulo di cazzate preside.-
disse
- No, non stai bene per niente!- intervenne Harry serio.
- Oh,
ma perché non t'impicchi Potter? Forse in questi anni un po' meno persone
sarebbero morte senza di te, sai?- e a quella stoccata davvero lui non poté
replicare, ricordandosi di Cedric. Deglutì, sentendo la mano di Silente sulla
spalla. Il preside lo scrutò con aria affettuosa, come per consolarlo.
- Non
te la prendere Harry.- gli disse anche Tristan con dolcezza insolita - Chiunque
le abbia scagliato la maledizione ha fatto in modo di ribaltare tutto ciò che
prova. L'affetto che nutriva prima per gli amici è diventato rancore. L'amore
odio...il rispetto per gli insegnanti è diventato disprezzo.-
- Incredibile,
un Serpeverde che azzecca una teoria.- frecciò Hermione a bassa voce, finendo la
sigaretta.
- Ok, adesso abbiamo capito cos'ha...- disse Ron accorato - Come
la liberiamo dal malocchio?-
Silente parve pensieroso e tornò a sedersi in
poltrona, carezzando il collo di Funny.
- In effetti è un bel problema
Albus.-
- Bhè...io
conosco della gente...- abbozzò Tristan con aria colpevole - Ma sarebbe un
pericolo farli entrare qua.-
- No, figurarsi.- sbottò Piton - Ci manca solo
che facciano rientrare dei demoni a scuola! Ti sei scordato l'editto di sette
anni fa Mckay? E dire che parevi contento.-
L'Auror represse un insulto di
mandarlo a quel paese e si voltò verso il preside.
- L'unico che potrebbe
levare un pasticcio simile in effetti è un demone...o un mezzo demone.- concluse
Silente con uno strano tono - Ma sette anni fa il Ministero ha impedito ai figli
mezzosangue di demoni di entrare più in questa scuola. Sono stati considerati
pericolosi.-
- Qua non si tratta di prendere un allievo mezzo demone!- sbottò
Tristan - Ma di salvare Hermione.-
- Ma non possiamo neanche fare entrare un
gagia qua dentro!- sibilò Piton rabbioso.
- Un gagia?- chiese Harry.
- Un
esperto di arti oscure.- spiegò
- Facciamo dieci.- borbottò Silente - D'accordo Tristan. Vista la
rapidità con cui il maleficio sulla signorina Granger avanza richiedo un
intervento esterno. Me ne occuperò io stesso.-
- Io di quei gagia della
malora non mi fido.- sbottò l'Auror - Un conto è studiare, un conto è esserci
nato con poteri oscuri, professore! Vuole correre rischi?-
- Qua un mezzo
demone non ci deve entrare, sei sordo Mckay?- rognò Piton - Sai cos'accadrebbe
se al Ministero venissero a sapere che c'è un demone in giro per Hogwarts? A
parte che ci chiuderebbero tutti ad Azkaban per aver messo in pericolo la vita
degli studenti ma ci ritroveremo anche sommersi di Dissennatori e cacciatori di
demoni. Per non parlare della tua bella licenza di Auror ritirata.-
- E
allora che vuole fare?- sbottò Harry incollerito - Lasciamo che Hermione
muoia??-
- Silenzio Potter!- tuonò il professore di pozioni ma stavolta si
mise in mezzo qualcuno che Piton non si sarebbe mai aspettato. Draco Malfoy si
fece largo fra i compagni e si piazzò direttamente a fianco del suo eterno
rivale.
- Non mi sembra neanche una bella immagine per la scuola lasciare che
uno studente venga distrutto senza muovere un muscolo, professore, se mi
permette.- disse con tono assolutamente piatto, facendo allargare gli occhi a
tutti i suoi compagni di Serpeverde - E comunque tengo a ricordarle che poteva
capitare a chiunque.-
- E quindi cosa proponi Draco?- fece Piton
annoiato.
- Trovate un gagia entro stanotte. Oppure il professor Mckay
troverà un demone.-
- A me sembra ragionevole.- concluse Silente sorridendo
e mandando in bestia Piton - Perfetto, allora adesso bisognerà avvisare Madama
Chips di attrezzare l'infermeria.-
- Non sarà mica una cosa dolorosa...-
sussurrò Calì
- Non
- A qui nessuno interessa la mia
opinione?- cinguettò a quel punto
- Hai insultato un professore.- sibilò Piton e la streghetta ghignò -
Lei non dovrebbe nemmeno essere inteso come professore!-
- Ecco, lo vede?-
urlò Severus - Andrebbe chiusa nei sotterranei!-
- Meglio là sotto che con
lei in classe.- continuò
-
Insomma
- Altrimenti faremo a modo
mio.- disse Tristan - Ok. Adesso...oh cazzo!- alitò e nel giro di un secondo
tutto quanto andò all'aria. Il piano intero finì in fumo, esattamente come
Hermione che si fece pallida come un cadavere e crollò all'indietro, come se
l'energia le fosse stata sottratta insieme al fiato.
Draco fece in tempo a
prenderla, insieme all'Auror. Scoppiarono gli strilli delle Grifondoro che
temevano che fosse morta, il caos totale di preoccupazione e terrore di ciò che
sarebbe potuto accadere.
Le si fecero attorno mentre Harry e Malfoy stavano
quasi impazzendo, per sentire se respirava ancora.
Era diventata fredda come
il ghiaccio, rigida e nel contempo senza vita come una bambola di porcellana con
gli occhi ancora aperti, ma vuoti.
E Silente guardò la rosa nera...che
lentamente perdeva tutti i suoi petali. Fino a morire.
In infermeria si
accesero le prime luci.
Elettra Baley entrò di corsa, ignorando i ringhi
degli infermieri e della Chips. Corse da Harry e si fece abbracciare forte,
stringendolo a sua volta con le lacrime agli occhi.
- Cos'hanno detto?-
sussurrò - Cos'ha Hermione?-
- Hanno detto...- Potter sentì la gola
chiudersi, come stretta in una morsa ma cercò ugualmente di ritrovare il fiato.
Fu inutile, si sedette su una branda libera e fu Calì a rispondere alla sua
cacciatrice. Lei e Lavanda avevano appena finito di piangere e aveva gli occhi
rossi e gonfi. - Chi le ha fatto la fattura ha usato una rosa. Solitamente si
usano bambole di stoffa, affinché l'oggetto non possa degradarsi. Stavolta
invece la rosa ha iniziato ad appassire...- e le sfuggì un singhiozzo, tornando
ad appoggiarsi a Seamus che cercò di consolarla, per altro più a pezzi di
lei.
Elettra si voltò a guardare Harry e Ron. Deglutì, fissandoli con occhi
sgranati.
- State dicendo che...-
- Sono arrivati i gagia.- l'assicurò
Weasley con tono più finto di un sorriso di Nott - Ce ne sono quattro
affidabili e Mckay è già andato a cercare dei suoi amici. Non le accadrà
niente vedrai...- ma evitò di guardarla in faccia, fissando oltre il paravento
bianco dove c'era Hermione, fra le grinfie di quei maghi neri - Herm...starà
bene. Lei vivrà.-
A quelle parole tutti i Grifondoro presenti sollevarono lo
sguardo verso di lui. Come se sentire ciò che si ripetevano nella testa ad alta
voce avesse rotto l'incantesimo.
Un via vai continuo di infermiere, uomini in
nero che non avevano mai visto, odori strani,
Harry non resistette più. Si mise in piedi di scatto e volò fuori
dall'infermeria, infilando il giardino. Rimase sotto le arcate e cominciò a
prendere a pugni una colonna, più volte, senza sentire il dolore alle
nocche.
- Comprati un sacco da box Harry.- disse una voce alle sue
spalle.
Harry rise, dando un ultimo colpo violentissimo. Ritirò indietro il
braccio, fissando il sangue colare sulle sue lunghe dita poi si ritrovò davanti
a Zabini che scosse il capo, vedendo che si era fatto.
- Che dicono? Sono
uscito quando sono entrati i gagia.- disse il Serpeverde.
- Non dicono niente
Blaise...- ridacchiò lo sfregiato quasi con aria febbrile - Non dicono niente di
niente. Sono... sono dentro a quella stanza...e io non faccio altro che sentirla
respirare...respira, ansima...e quei maledetti le girano attorno senza fare
niente. Borbottano fra loro e non vengono a capo di niente!- aggiunse,
cominciando ad alzare la voce - Intanto...penso a quelle due maledette!- urlò
serrando le mascelle - E penso a come fare per ripagarle e farla franca!-
Gli
occhi blu di Blaise nella notte si fecero più neri e il ragazzo si appoggiò
contro la colonna, come per impedirgli di farsi ancora del male. Pensò
malinconicamente che quelle parole le aveva sentite poco prima.
Pensò a
quanto in realtà fossero uguali. Pensò a quanto entrambi l'amassero...
-
Draco sta dando i numeri al dormitorio.- disse all'improvviso, senza guardare il
Grifondoro - Si sente colpevole.-
Harry si lasciò andare seduto, passandosi
una mano sulla faccia.
- Non sai che voglia ho dargli la colpa di tutto.-
sussurrò il bambino sopravvissuto - Non sai che voglia ho di picchiarlo. Di
gridargli in faccia che tutto questo casino è colpa sua e della sua scommessa
fottuta. Ma non è vero.-
- Sta là sotto a spaccare tutto quanto.- continuò
Blaise sedendosi a sua volta - Ha preso a botte Nott e Tiger. Se non gli
toglievo
- Tu
pensa...devo anche ringraziarlo.- ironizzò il Grifondoro amaramente.
- Non
vuole venire a vederla però.-
- Gli costerebbe troppo.- Harry stavolta
intercettò lo sguardo di Blaise, sorridendo appena - E' troppo orgoglioso per
ammettere di sentirsi in colpa, tanto più di venire a trovarla. E' come
ammettere l'evidenza davanti a tutti.-
- Quindi ora ci credi...-
- Che ci
creda o meno non fa differenza. Non devo capirlo io.-
Harry Potter si rimise
in piedi, cominciando a sentire l'aria fredda della sera. Alzò gli occhi alla
luna e con tutto quello a cui aveva da pensare non si stupì troppo, vedendola
quasi rossa e sanguinosa ma si accorse immediatamente invece di quando Tristan
varcò la soglia della scuola. Passò dall'entrata del pendolo, spalancando con
forza le porte.
Aveva il mantello addosso, al suo fianco un essere che
portava un cappuccio. Niente di lui era visibile.
Era interamente coperto da
un lungo mantello di pelliccia scura ma una cosa era nitida: Tristan impugnava
la spada, come se la persona che scortasse fosse stata pericolosa.
Si
fermarono davanti a loro.
- Come andiamo?- chiese, continuando a tenere
d'occhio il suo compagno.
Harry prima di parlare gli rivolse una medesima
occhiata...
- I gagia dicono che l'incantesimo è stato fatto da qualcuno
abile...ma anche inesperto. Un mago di grandi conoscenze che però ha commesso
l'errore di usare la rosa.-
- Quindi nessuno mandato da Voldemort. Lui
avrebbe continuato a usare Hermione come pedina.- chiarì Zabini - E...tu
invece...vedo che ce l'hai fatta...- aggiunse, osservando il tizio.
Mckay
schioccò la lingua, con disappunto. - Si, alla grande...ho trovato chi
cercavo.-
Una voce sibilante, quasi d'oltretomba, fece fremere i due allievi.
Specialmente il Grifondoro.
L'oscuro venuto era volto verso di lui...quando
all'improvviso nel buio del suo mantello colse due occhi rossi bramosi.
-
Harry Potter....- sibilò malefico.
L'Auror però non perse tempo. Gli puntò la
spada alla schiena e lo spinse via, giusto in tempo per tornare tutti
nell'infermeria. Quando entrarono il profumo di fiori era tanto intenso da dare
la nausea.
La Mcgranitt corse verso il suo ex allievo, stando però bene a
distanza dal suo prigioniero.
- Professore...cosa dicono?- chiese di nuovo
Potter, facendosi avanti con tutti i compagni.
- Si salverà vero?- piagnucolò
Lavanda Brown.
- Hermione guarirà! Possono toglierle il maleficio!-
La
strega non parve neanche sentirli. Aveva il viso tirato dall'ansia e decise di
essere il più chiara possibile.
E proprio in quel momento anche Draco apparve
sulla porta.
- Le condizioni della signorina Granger sono critiche. Il
maleficio non può essere annullato perché i gagia non sono in grado di rimediare
all'errore di chi l'ha stregata. La rosa si sta sgretolando e a niente servono
pozioni di ricrescita, incantesimi per il blocco del tempo...-
- No,
si fermi!- urlò Ron sconvolto - Sta dicendo che...che Hermione morirà?- e a
quelle parole tutti la fissarono sgomenti, senza forze. Tanto che la strega per
una volta abbassò il capo.
- Proverà lui.- disse Tristan spingendo avanti il
suo prigioniero incappucciato.
- Mckay...ormai non abbiamo più speranze.-
sussurrò
- Cosa?-
Draco s'infilò in mezzo al gruppo, tuonando fuori di senno - Non ci posso
credere che questo è tutto quanto possiate fare! Questa è la migliore scuola di
magia del mondo! I migliori sono usciti da questo posto e mi sta dicendo che ora
un'allieva morirà per un ridicolo maleficio andato male???- avevo lo sguardo
sgranato e la disperazione nella voce - Ci dev'essere qualcos'altro! Voi dovete
fare qualcosa!-
-
- Non si può! Non possiamo cambiare il passato Potter!- disse lei
accorata.
- E allora cosa dovremmo fare?- Ron non riusciva più a calmarsi -
- No...-
All'improvviso tutti quanti si
girarono verso Silente che era uscito dal paravento, portandosi dietro i
gagia.
A differenze dello sguardo addolorato di tutti, sul suo vi si leggeva
ancora qualcosa. Una debole speranza.
- Non la lasceremo morire. I gagia e
quel demone, Tristan, non potranno fare nulla. E' tardi per loro. Ma...- prese
un po' di fiato, pregando che tutto andasse bene - ...ma c'è ancora una persona
al mondo, in grado di aiutarci. Solo lei ormai può fare qualcosa. Non volevo
chiederle questo ma date le circostanze...non c'è più nulla da fare.-
-
Albus...-
- Si, accetterà.-
disse il vecchio mago - Ma ora uscite tutti. Presto, abbiamo poco tempo.-
-
Ma cosa vuole fare preside?- chiese l'Auror allibito - Chi vuole chiamare? Non
farà mai in tempo comunque!-
- Non temere ma ora porta fuori i ragazzi!-
disse Silente frettoloso - Forza, uscite tutti...e abbiate fede.- passò la mano
sulla spalla di Harry, sorridendo debolmente - Ricorda cos'hai imparato. Abbi
sempre fede negli amici.-
Passò una mezz'ora e la luna si era fatta
purpurea.
Per una volta in vita loro le case di Grifondoro e Serpeverde si
ritrovarono riunite e in silenzio, senza litigare.
Rimasero sotto il vento
della notte, con le orecchie tese verso quella porta chiusa, verso quell'allieva
che stava per morire...e tutto per colpa di un incantesimo erroneo.
Draco
andava su e giù, fumando a più non posso, senza che né Piton né
Harry invece stava seduto fra Tristan e Ron, senza vedere altro che
Hermione, stesa in quel letto. Ora anche la rabbia era sparita. L'impotenza, la
frustrazione...tutto quanto era svanito come fumo.
Ricominciò a fare freddo,
verso mezzanotte circa. Il gelo penetrò nelle loro ossa, insieme al profumo dei
gigli, portato dalla brezza notturna. Una sensazione strana, conosciuta...e
Tristan sollevò gli occhi verdi di colpo, facendoli diventare sottili come lame.
Si mise in piedi, facendo spaventare tutti.
Lo sguardo sbarrato, continuò a
fissare la porta.
- Professoressa...- sussurrò tremando - Chi c'è là
dentro?-
- Cosa?-
L'Auror la
scrutò improvvisamente rabbioso - Chi sta curando Hermione??- sibilò
aggressivo.
- Tristan ma che ti prende?- alitò la strega, cercando di
difendere le apparenze - Il professor Silente conosce qualcuno che può aiutare
la signorina Granger, quindi adesso rimettiti seduto. Non puoi entrare!-
- Là
dentro c'è un demone!- ringhiò additando la porta - Mi crede sordo?-
- Cosa
c'è là dentro?- saltò su Ron - Ma non te l'eri portato via quel tizio?-
- No,
non è il demone di prima.- spiegò
- E' vero Mc...che ti prende adesso?-
borbottò Piton.
- Mi prende...che...- l'Auror fissò ancora la porta,
deglutendo...oh, lui quell'aura la conosceva bene. Troppo bene.
L'aveva amata
quella forza, ancora la notte la sognava. La sentiva a pelle, lo carezzava col
suo soffio gelido.
Ed Harry, com'era accaduto in passato, provò un'acuta
fitta alla testa. Stavolta gridò per il dolore e da dentro l'infermeria provenne
un suono di cocci rotti.
I Grifondoro si allarmarono e corsero tutti dal
giovane Potter mentre Tristan rimase immobile, con lo sguardo perso.
Era lei,
era lei...continuava a ripetergli il cuore. La mente gli urlava invece di
scappare.
Ma qualcosa, questa volta, glielo impedì. Come capì che qualcosa
stava andando storto, tutto precipitò.
Le porte di tutta Hogwarts sbatterono
contemporaneamente, come spalancate del vento gelido. Il pavimento si ghiacciò,
il loro fiato divenne visibile, sul soffitto si cristallizzarono delle
stalattiti. I fantasmi cominciarono a gridare.
- Ma cosa succede?- strillò
Piton furibondo. Gli studenti cominciarono subito a tremare e specialmente
Harry, che sentì un sibilo conosciuto. Si voltò in tempo per vedere in
cielo...le ombre dei Dissennatori.
- Che diavolo ci fanno qua?- urlò Potter ,
tirando fuori la bacchetta.
- Insomma si può sapere che succede?- Malfoy si
girò verso l'interno del corridoio. Le porta stavano ancora sbattendo,
sembravano impazzite...e in fantasmi volevano via, nascondendosi.
Si fecero
tutti quanti vicini, un'accozzaglia di Serpeverde e Grifondoro uniti con
bacchetta sguainate ma Tristan fu l'unico a restare calmo. Ignorando
C'erano dei tizi
incappucciati fuori dalle mura del giardino...lui li vedeva e li sentiva grazie
al suo udito.
Erano in una ventina e solo tre di loro respiravano.
Una di
loro era una donna.
Non fece in tempo a vedere altro perché sentì delle
grida.
Scattò all'indietro e tornò dal gruppo, giusto in tempo per vedere
l'incredibile. Ridivenne umano, per fissare stravolta la mandria di esseri
mostruosi che avevano davanti.
- Dimmi che sono amici tuoi...- gli sibilò
Draco che gli stava a fianco.
- Fai conto di avere la licenza di uccidere.-
rise l'Animagus.
- Divertente Mckay!- ringhiò Piton fuori di sé per la
collera - E adesso che facciamo?-
- Colpite qualsiasi cosa si muove!- replicò
l'ex Serpeverde, dando un'occhiata ai nemici. Bene, c'erano tre troll di
montagna, due croen neri, una decina di Dissennatori dannati e ...niente meno
che cinque lupimannari.
- Cosa sono quei...quei cosi neri?- alitò Ron mentre
si avvicinavano pericolosamente.
- Prendetela come una lezione di difesa
ragazzi!- rise diabolicamente Tristan, sguainando la spada - Sono croen, più
comunemente chiamati i Laceratori. Hanno l'aspetto di felini e la loro coda è
una parte a sé: è formata da un altro mostro. Sulla punta c'è una bocca che
blocca la vittima a terra e la uccide, mordendole la gola.-
- Oh, che
carini...- sibilò Harry tenendosi la mano sulla fronte - E mi spieghi come cazzo
facciamo adesso?-
- E' ora di fare della pratica seria no?- disse Mckay -
Avanti, voi occupatevi dei troll. Tutti insieme potete farcela!-
- E tu cosa
farai?- urlò
- Mi occupo dei croen! Harry li sai sistemare i
Dissennatori?-
Quello rise, con fare sicuro - Fai conto di non averceli più
attorno.-
E l'attacco scattò. I cinque lupimannari sbatterono contro una
barriera creata della Mcgranitt, i ragazzi del club che avevano seguito Potter
corsero fuori e fronteggiarono anche egregiamente i Dissennatori mentre i troll
cominciarono a distruggere tutto. Fecero a pezzi mura e colonne, presero di mira
poi gli alunni e cercarono di schiacciarli ma questi riuscirono sempre ad
evitarli. I Grifondoro riuscirono anche a giocare in squadra e ne rovesciarono
uno a terra, poi sollevarono un blocco di roccia e glielo ruppero in testa e
finalmente uno fu messo fuori gioco.
Diversa la storia per i croen.
Tristan ne aveva già affrontati in passato ma con Draco e Blaise al suo
fianco doveva anche fare attenzione a quei due. Inutile dire che con un
Cruciatus a testa ottennero solo di far incazzare ancora di più quei mostri già
abbastanza suscettibili per i fatti loro. Con un colpo di coda ben messo vennero
spalmati a terra, fortunatamente senza ferite gravi.
L'Auror li rimise in
piedi e tutti e tre insieme riuscirono a immobilizzarne uno, usando fili
invisibili che bloccarono a terra il primo croen. Il secondo invece, ruggendo
stridulmente, gli s'avventò addosso evitando la lama della sua spada e
facendogli rotolare via anche la bacchetta. Tristan si ritrovò così ad
allontanare quelle fauci affilate solo con la forza delle braccia. Cominciò a
bestemmiare, visto che da secoli non faceva un corpo a corpo e decise di lottare
almeno da armi pari. Si trasformò di nuovo in lupo e cominciò a correre per
tutto il giardino, tirandosi dietro il croen: fortunatamente per lui, Tristan
aveva un'idea precisa. Come aveva detto ai ragazzi, per combattere contro un
nemico era meglio saperne il punto debole e visto che lui non poteva permettersi
di affidarsi al destino quel giorno, aveva deciso di tornare a fare la matricola
anche lui. L'acqua. Era quello il punto debole del croen.
Evitò i suoi
attacchi un paio di volte, ferendosi lievemente alla schiena quando il mostro
utilizzò la coda, ma l'Animagus fu più veloce. Corse fino alla fontana, coperta
di gigli, e si lanciò dentro, spaccando lo strato di ghiaccio col suo peso. Il
croen lo seguì, senza accorgersi della trappola. Affondò nell'acqua e non venne
più a galla, mentre l'Auror riapparve, in forma umana...e anche sull'orlo
dell'ipotermia.
- Expecto Patronum!-
Harry cacciò via gli ultimi
Dissennatori e tornò sotto le arcate, per dare una mano agli altri.
I
lupimannari erano sempre sotto il potere della Mcgranitt ma da sola non ce
l'avrebbe fatta ancora a lungo. In quel momento tornò anche Mckay, fradicio e
tremante per il freddo. Vide che nessuno si era fatto male, tranne Neville che
si era fatto rompere un braccio da un troll, così tornò ad affiancarsi ai
ragazzi.
Piton grazie a Dio si era dato da fare e con della polverina aveva
fatto addormentare gli ultimi due troll. Ora restavano solo i mannari. Quelli
purtroppo o per fortuna non potevano essere uccisi, vista la loro natura umana e
tenerli a bada fu davvero difficile. Specialmente quando Harry si accorse,
sentendo un'altra fitta alla testa, che c'era un altro pericolo.
Tirò Tristan
per il mantello e gl'indicò il demone che aveva portato prima dentro alle mura.
Era rientrato...e i suoi occhi rossi sferzavano scintille e rabbia e in maniera
che Potter trovò alquanto buffa aveva in mano una falce.
Il maledetto stava
approfittando della situazione per massacrare un bel po' di gente...
-
Particolari indicazioni contro un demone?- chiese il moretto
allarmato.
Tristan digrignò i denti. Cazzo stava morendo congelato. Gli
tremava la mano e aveva le labbra quasi viola.
Decisamente non avrebbe fatto
molto contro quel vecchio amico.
- Rots...- gli ringhiò rabbioso - Sei stato
tu a farli entrare?-
- Silenzio Mc...- disse quello con la sua voce
sibilante, roteando la falce - Non sprecare il fiato, usalo per vivere ancora
gli ultimi attimi che ti restano. Siamo qua da parte di un vecchio amico del
signor Potter.-
Harry serrò la mano sulla bacchetta. Voldemort...
- Ormai
è morto!- urlò, fissandolo a testa alta - Non avete più un capo!-
- Oh, ce
l'abbiamo invece...e comunque siamo venuti qui per sistemare te e la sua adorata
mogliettina.- la falce scattò alta e i due ragazzi fecero in tempo a spostarsi
per un pelo, prima di venire tagliati in due. Harry finì contro la colonna e poi
riattaccato mentre uno dei lupimannari, l'unico rimasto sveglio, si avventò
sull'Auror rompendo la barriera della Mcgranitt. Tristan si ritrovò a terra per
l'ennesima volta, però con sempre meno forze. Il freddo gli aveva intorpidito i
sensi. Se il lupo l'avesse morso sarebbe stato un vero disastro...
-
CAVIAT!-
Silente apparve sulla porta dell'infermiera e con una mano creò una
gigantesca onda d'urto che allontanò il mannaro dall'Auror. Questo fece fatica a
rimettersi in piedi ma la sua avanzata per aiutare Harry contro Rots, demone
ombra, fu vana. I Dissennatori erano tornati, ora che Potter era in pericolo, e
lentamente cominciarono ad attaccare tutti gli studenti. I primi caddero a
terra, privi di forza. Draco, Ron e Blaise si ritrovarono schiena contro
schiena, praticamente attorniati. Quei maledetti si erano come moltiplicati e
comparivano praticamente ovunque...
Certamente sarebbero finiti a terra anche
loro se qualcuno ora salvo non li avesse aiutati.
La sua voce per quei tre fu
come un miracolo.
- EXPECTO PATRONUM!-
Hermione apparve a fianco di
Silente, inondando di luce bianca l'intero corridoio di pietra e il giardino.
Fra i capelli aveva una rosa completamente bianca, sul volto un sorriso sicuro.
Fuori, nel frattempo, Harry finì in mezzo ai gigli, per evitare la terribile
arma di quell'essere. Per lui fu incredibile. Non aveva mai affrontato né visto
un vero demone ma sembrava immune da qualsiasi attacco magico. Evitava Cruciatus
e Schiantesimi solo col tocco delle mani. Li deviava...o li assorbiva, per
rimandarglieli triplicati.
E quel dolore atroce alla testa non cessava.
Si
toccò la fronte, bagnata di sangue e anche la vista cominciò ad
offuscarsi.
Specialmente quando una luce bianca e sfavillante gli parve
davanti, a scudo. Qualcuno...qualcuno apparve in sue difesa. E tutti gli
studenti, Silente, Piton,
L'Auror impallidì. Aveva ragione...aveva avuto ragione.
Era
lei.
Harry si riprese quando il dolore si fece un po' meno acuto...e anche
quando si accorse di avere davanti, fra lui e Rots, la ragazza in nero che aveva
visto quella notte di dicembre.
Il suo avversario per un attimo si fece
indietro, abbassando l'arma. Poi rise, serrandola meglio in pugno.
- E
pensare che un tempo m'inchinavo davanti a te, milady.- le sibilò
sarcastico.
- E pensare che un tempo eri fatto di cenere.- replicò Lucilla
del casato dei Lancaster senza scomporsi, restando indifferente - Che sei
venuto a fare qua? Ad attaccare il bambino sopravvissuto sotto gli occhi di
tutti?- sogghignò, facendolo fremere di rabbia - Dai, Rots...non fare l'idiota
com'è tua abitudine. Se mi dici chi ti manda giuro che ti ammazzo
velocemente.-
- Levati di mezzo Lancaster!- urlò il demone, facendo tappare
le orecchie a tutti per lo stridio. Alzò la falce e fece per colpirla ma la
punta dell'arma si scontrò contro una barriera invisibile.
Harry fece per
muoversi ma lei parò il braccio davanti a lui. Gli scoccò un'occhiata veloce e
gl'intimò immobilità.
- Allora Rots? Vuoi parlare e dirmi chi ti manda o devo
farti urlare?- richiese.
- Che ci fai qua?- urlò nuovamente il demone, con
gli occhi incendiati dall'ira - Tu dovresti essere morta!-
- E invece sono
viva e vegeta.- gli disse cominciando a spazientirsi - Come avete fatto a
entrare?-
- In molti hanno ingresso libero qui. Non dirmi che non lo
sapevi...-
Lucilla tacque e fece in tempo ad accorgersi che stava solo
prendendo tempo. Il suo vero obiettivo infatti era solo Harry Potter. Rots fece
ciò che doveva e lo fece la mossa più sleale ma anche più consueta per uno di
quelli della loro razza.
Si Smaterializzò e apparve alle loro spalle, con
l'arma alta sulla testa del moretto.
Ma non fu lui che colpì. Harry si
ritrovò di nuovo spinto di lato, con gli occhi verdi sgranati...mentre quella
lama gigantesca trapassava la ragazza da parte a parte. Crollò a terra poco
dopo, con i capelli sparsi sul viso.
Rots purtroppo per lui non fece in tempo
a gioirne.
La sua missione fallì quando Tristan gli volò addosso e gli mozzò
la testa con la spada, uccidendolo all'istante.
Rimase senza fiato, a fissare
quel maledetto traditore...quando la voce di Harry lo richiamò alla realtà. Alla
dura realtà.
- Tristan! Professor Silente! Aiuto!- urlò lo sfregiato che
teneva fra le braccia il corpo freddo della Lancaster - Datemi una mano presto!
L'ha passata da parte a parte!-
I primi ad accorrere furono Hermione e
-
Avanti dovete aiutarmi!- urlò Harry sconvolto - Così morirà!-
Tristan,
reprimendo con violenza ciò che davvero provava, s'inginocchiò accanto a loro e
passò delicatamente una mano dietro alla schiena della ragazza. Guardò lo
strappo nell'abito, più o meno all'altezza del cuore.
- Quando si sveglierà
non sarà di buon umore.- disse, con voce atona.
- Decisamente.- bofonchiò il
preside - Anzi sarà di umore pessimo. A quanto mi ha sempre detto una spada nel
cuore è una cosa parecchio fastidiosa.-
Harry li fissò come se fossero stati
dei pazzi, scappati dal manicomio. Ma sbiancò di più quando la sentì
muoversi.
- Ma che razza di maleficio è?- alitò Piton, spezzando quella
parentesi di stallo - Preside ma questa...- additò la ragazza, come se avesse
visto il diavolo in persona -...
- Così
pare.- disse tranquillo Silente.
- Ma...ma...-
- Oh andiamo!-
- Sentito?- cinguettò Silente allegro -
Visto, è andato tutto bene Harry...-
- Ma...chi è? E come fa ad essere viva
dopo quel colpo?- alitò il moro.
- Questa è la tizia vestita di nero che
abbiamo visto ad Halloween!- sbottò Draco.
- Ne parliamo dopo, ora levatevi
di mezzo.- sibilò Tristan prendendo in braccio Lucilla. Sorpassò gli altri
professori con passo malfermo e l'anima in tumulto. Oh, pensava furibondo,
decisamente ci sarebbe stato parecchio di cui discutere.
E lui che la credeva
morta...che le aveva augurato la morte...
Serrò i denti, pensando che in
fondo il destino con Lucilla dei Lancaster era sempre stato
imprevedibile.