Draco si fece aria
con la mano libera dal peso del figlio. Faceva ancora piuttosto caldo, in
quell’inizio di settembre, umido e soleggiato. Non gli andava molto di andare a
letto, non aveva affatto sonno, probabilmente dopo aver dato la buonanotte a
James sarebbe sceso a leggere qualcosa, per far trascorrere un’oretta almeno,
prima di andare a dormire. James non faceva che cantilenare “nanna, nanna”:
doveva essere stanco, in fondo avevano passato tutto il pomeriggio al parco
giochi vicino a casa, e quel cretino di Blaise si era divertito più del nipote,
con le altalene babbane che per funzionare devono addirittura essere spinte.
Draco sorrise appena, e poi si perse in qualche pensiero, con James ancora in
braccio.
Un rumore confuso
dall’ingresso.
Draco si riscosse
di malavoglia, e arricciò il naso. Non gli sembrava di aver lasciato nulla sul
fuoco, o in bilico su qualche tavolo. Mise James nel lettino, e lasciò che il
piccolo gli schioccasse un bacio sulla guancia, ma il rumore si ripeté, più
forte. Draco lo percepì distintamente, e stavolta un rivolo freddo di sudore
gli scivolò lungo il collo. Non aspettava nessuno, e Pansy e Blaise lo
avrebbero avvertito, prima di passare, soprattutto a quell’ora della sera.
Coprì il figlioletto con attenzione, cercando di fargli arrivare il lenzuolino
fino alla testa, per nasconderlo.
-pa-pa no, no…-
James si agitò infastidito, ma Draco gli coprì le labbra con un dito.
- stai qui buono,
eh, James? Dormi. Dormi, ora papà va giù un momento.- mormorò, poi impugnò la
bacchetta, si chiuse la porta della cameretta alle spalle senza far rumore, e
percorse con passi felpati il corridoio, fino alle scale. Le scese senza uno
scricchiolio, bacchetta puntata, ed incantesimo già sulle labbra. La guerra era
finita, non era ragionevole pensare che ci potessero essere pericoli per James,
o per lui, ma Draco non era mai stato troppo bravo ad essere coraggioso, ed
ogni sera, od ogni volta che si ritrovava da solo, con il piccolo, un qualche
allarme interiore gli stringeva lo stomaco, per tenerlo all’erta. E mentre il
suo cuore martellava, la sua mente scandiva “James”, ininterrottamente. Anche
questo doveva far parte dell’ essere padre, evidentemente. Chiunque fosse
stato, Draco sarebbe stato pronto a schermare immediatamente la cameretta del
piccolo, e poi ad affrontarlo, stupido ladro babbano o mago potentissimo che
fosse. Con un po’ di fortuna, magari, sarebbe persino riuscito a buttare della
polvere nel camino, per allertare Pansy e Blaise. Quando fu sul penultimo
gradino, una voce potente e fin troppo alta, nel silenzio sospettoso della
sera, lo fece quasi cadere.
- Hey, Malfoy? Sei
in casa?-
Draco si aggrappò
al corrimano, e si costrinse a respirare con la forza. – che… che ci fai tu,
qui?- soffiò, balzando giù dagli ultimi gradini in modo perfino precipitoso, e
affrontando, dopo più di due anni passati senza avere la minima traccia di
notizie, senza segni, senza uno straccio di segno di vita, Harry James Potter.
Harry si passò una
mano fra i capelli impolverati di verde. – ciao, Draco. – tentò, con un mezzo
sorriso.
- ti ho chiesto…
cosa ci fai qui.- lo ignorò Malfoy, decisamente troppo fuori di testa, in quel
momento, per riuscire a ricordare le buone maniere, e soprattutto con lui.
- sono venuto per
vedere James.- rispose Harry, aggiungendo addirittura una specie di sorrisino
gentile, e cercando in modo più che evidente di ostentare una certa
tranquillità.
Draco non sapeva
cosa dire.
Draco era travolto.
Draco era davanti
ad Harry.
E Draco chiuse gli
occhi, li serrò per non vederlo.
- vattene.- mormorò
appena.
- andiamo, Malfoy…-
Gli occhi di Draco
si socchiusero appena, cattivi. – ti ho detto di andartene.-
Harry scosse la
testa. – Draco, senti…- cominciò. E Draco quasi godette del disagio che la sua
figura scura tradiva. – per favore. Voglio solo vedere mio figlio.-
- hai avuto un anno
e mezzo, per vederlo!-
Harry strinse i
pugni, e la sua gola compì un movimento fluido, su e giù. - un anno e mezzo?
Ero in guerra, Malfoy!-
- e io no?- Draco
gli si parò davanti a braccia incrociate, facendo valere tutta l’altera ed
alterata eleganza della sua figura di ventenne.
- per favore, non
rendermi le cose difficili.-
- che cosa? Per
l’amore del cielo, come… osi, tu, dire a me una cosa simile, quando tu non hai
fatto proprio un bel niente per renderle semplici a me!-
Harry alzò le mani
in segno di resa. - lo so… dannazione, mi dispiace. Avrei dovuto farmi
sentire…-
- sentire?- Draco
scosse la testa, incredulo.- in questo anno e mezzo non hai trovato nemmeno
dieci minuti per venire a vedere tuo figlio, e dovevi farti sentire? Non farmi
ridere, Potter, vattene di qui e non provarci nemmeno, a farmi arrabbiare.-
Harry chinò la
testa. - sei già arrabbiato.- mormorò, amareggiato.
- dammi un solo
motivo per cui non dovrei esserlo!- sbraitò Draco, fuori di sé. – vattene da
qui, Potter, per l’ultima volta.-
- non puoi
impedirmi di vedere mio figlio.-
- non è tuo figlio,
Potter, non funziona così, a comodo!-
- non mi fa comodo!
Dannazione Malfoy, ma mi vuoi ascoltare? –
- no! No che non ti
voglio ascoltare, la cosa ti stupisce tanto? Non voglio sentire una sola parola
da te, è chiaro?- Draco ci mise tutto il suo disgusto, nell’espressione che
assunse il suo viso. – io ho… dedicato tutto il mio tempo, a James, e tu non
sei niente, niente per lui! Avrà anche il tuo sangue nelle vene, Harry Potter,
ma ti posso assicurare che questo non significa niente, perché non ha mai avuto
un briciolo della tua eroica presenza. -
Harry si ritrasse
di un passo, mortificato. – ti… prego.- scandì a denti stretti, la voce tesa, e
montante. – voglio vedere mio figlio. Sono venuto fin qui solo per… James.
Draco, per Merlino, fammi vedere la faccia di mio figlio!-
Gran bella uscita,
Potter. Dentro di sé, Draco rise, prima di infrangersi come un vaso di fiori
marciti. Se le cose stavano così, allora, per Merlino, avrebbe fatto tutto
quanto era in suo potere per impedire ad Harry persino di respirare la stessa
aria che respirava James. - e io non voglio che lui veda la tua, e che capisca
che razza di schifo di persona sei.- soffiò, maligno.
- hai ragione, hai
perfettamente ragione, maledizione, ma non puoi impedirmi di vederlo!-
- hai avuto tutto
il tempo per farlo. –
- sono qui adesso!-
- è troppo tardi.-
- no!- Harry
sembrava… qualcosa che Draco non aveva mai visto, in lui. Sembrava arrabbiato,
ma arrabbiato davvero. - Non accetto una risposta simile, Malfoy. Senti, non mi
interessa rivangare i nostri rapporti, non sono venuto né a disturbarti, né a
chiederti niente. Fammi vedere James, e basta. Non costringermi a mettere in mezzo
il Ministero.-
Draco scoppiò in
una mezza risata nervosa. Questa sì che era davvero buona, si sarebbe ricordato
senz’altro di raccontarla a Blaise, una volta risvegliato da quella specie di
incubo sarcastico. – oh… è commovente il modo in cui il grande Potter si stia
dando tanto da fare, adesso, per il suo pargolo, eh? Ora che non hai più
Signori Oscuri da cacciare ti improvvisi padre?-
Harry si portò le
mani alle tempie, e Draco potè quasi sentirlo, mentre radunava in sé tutte le
energie che aveva in corpo, per riuscire a restare calmo. Fu persino fiero di
sé, per un momento.
- perché pensi che
non vi abbia mai cercati? - scandì Harry infine. - Credi davvero che io sia stato tanto stupido da non aver avuto
un momento per mio figlio? Non volevo che Lui lo vedesse, non volevo che vi
trovasse, maledizione! Ho vissuto quasi due anni senza nemmeno un segno di mio
figlio, solo per proteggervi, e adesso tu non vuoi farmelo vedere?-
- no che non te lo
voglio far vedere, d’accordo? Non mi interessa che cos’hai da raccontare,
Potter, non credere che patetici tentativi come questi possano funzionare. Hai
passato un anno e mezzo fuori dalle nostre vite, e per Merlino, fuori dalle
nostre vite resterai!-
Un attimo, un
guizzo, quasi un lampo. E Draco si trovò a boccheggiare, con la bacchetta di
Harry puntata al petto. Doveva essere diventato davvero bravo, maledettamente
bravo, in tutto quel tempo. A forza di combattere contro Mangiamorte e Nemici
del Mondo, si finiva con il diventare parecchio rapidi di mano, evidentemente.
- non… non farmelo
fare, ti prego.- gemette l’Auror, sconfitto. – sono stanco di usare la forza.-
Draco sorrise.
Sorrise, e poi rise, trionfante.
– dai, coraggio,
Potter!- lo sfidò. – colpiscimi, avanti! Mi piace, questa assurda
tragicommedia, coraggio, colpisci colui che ha cresciuto tuo figlio fino ad
oggi, Schiantami, se ne hai il coraggio, stordiscimi, feriscimi, uccidimi, se
ti pare! Che cosa sarà, poi, una vita in più sulle tue mani.-
- Draco…- ringhiò
Harry. – non dirlo nemmeno per scherzo. Non voglio farti del male, voglio
soltanto che tu mi lasci vedere mio figlio. Ho aspettato, per troppo, e sono
stanco.-
Ma Draco fu più
rapido, e in un secondo anche Harry si trovò con una bacchetta puntata contro.
– te lo puoi scordare, Eroe. Perciò avanti, chiudiamo il discorso.
STUPEFICIUM!-
- PROTEGO! Smettila
subito, Malfoy.-
- vattene di qui,
Potter, fuori dalla mia vita!-
- Draco, non
farmelo fare!-
- avanti, Potter,
scegli! O quel camino, o la mia bacchetta!-
- nessuno dei due.
Ti prego, maledizione, per favore!-
- oh, dimmi un po’,
Potter, che cosa si prova a non avere scelta? È divertente, vero?-
- scusami… scusami…
EXPELLIARMUS!-
- RICTUSEMPRA!-
Lo schianto delle
bacchette fece cadere a terra una paio di libri, dalle mensole vicine. Harry
deviò il raggio di Draco, quanto bastava per potersi avvicinare.
- non essere
assurdo!- esplose, strattonando a mani nude la mano armata di Draco. – non è
questo, non possiamo ridurci a questo! Draco, ma ti rendi conto?-
- e tu ti rendi
conto dell’inferno che è stata la mia vita senza di te?- sputò Draco, troppo
sconvolto per riuscire a pentirsi delle sue parole.
La mano di Harry
tremò, sull’impugnatura della bacchetta, ormai di nuovo quieta, e Draco chiuse
gli occhi, rassegnato. E sempre ad occhi chiusi, levò la mano, lasciò scivolare
giù la bacchetta, dal palmo teso.
- ti odio, Potter.-
sussurrò, prima di schiantargli la mano vuota in piena faccia. Harry barcollò
appena, ma Draco ebbe anche un pugno, per lui. Senza bacchetta, senza armi, gli
restava almeno l’orgoglio, la ferita di tutta la sua solitudine forzata, e
tutto ciò che quell’uomo gli aveva portato via. Orgoglio che ora si traduceva
in violenza sorda, e in fondo anche un po’ muta, perché non aveva molto da
comunicare ad Harry, se non il rancore, il rancore per non aver permesso a quei
ceffoni di essere carezze, carezze sognate, per un uomo e per un bambino, e
invece abortite da un rifiuto troppo vero per essere perdonato, e da una realtà
talmente disarmante da risultare persino piatta, atona. Harry riuscì ad
afferrargli le mani, dopo un po’, e a scuoterlo, come a volerlo risvegliare da
un incubo. Il respiro di Draco minacciava di spezzarsi, quello di Harry era
grosso, potente, autenticamente esausto.
Un singhiozzo
improvviso però ruppe la tensione insopportabile, come un fulmine che squarcia
una nuvola troppo nera. Entrambi guardarono verso le scale, nello stesso
momento.
- si è svegliato,
con tutto questo casino. – commentò stancamente Draco.
Harry ritirò le
mani, mise via la bacchetta, e sollevò gli occhi.- per favore…- mormorò,
completamente diverso, realmente disperato. – ti sto supplicando. Draco…-
Il biondo si portò
le mani alle tempie, e schiacciò forte. Gli sembrava di essere tornato
indietro, quando i pianti di James facevano piangere anche lui, quando la voce
del suo bambino era insopportabile, era come unghie sulla lavagna. Davanti ai
suoi occhi socchiusi, c’era Harry, sfocato, ma immobile, solido, e in quel
momento a Draco fece un’impressione molto strana.
Gli sembrò un
Patronus. Gli sembrò il Patronus che lui non era mai stato in grado di evocare
per sé, e gli sembrò il Patronus naturale di James, l’anima protettiva e adulta
che veglia sul sonno di un figlio, come se non ci fosse nulla al mondo di più
naturale. Senza una parola, prese a salire le scale, lentamente, seguito a
ruota da Harry.
La cameretta di
James era grande, e calda. C’erano delle foto, appese alle pareti, dei pupazzi,
e dei giocattoli, ordinati in un angolo. Sui muri, illuminati solo a tratti da
piccole candeline colorate, erano disegnati motivi a pesci, brillanti ed
allegri. Il lettino di James era addossato al muro, e protetto da una gabbia di
legno e rete gialla, che in quel momento vibrava per i movimenti dell’agitato
inquilino. Draco fece accendere un paio di candele, si sporse su di esso, e
allungò le braccia. – James…- sussurrò dolcemente. – papà gridava, vero?
Scusami, tesoro, scusami…-
- naaaaa!
Pa-pa-da-co!!!-
- shhh…
tranquillo…- Draco sollevò il figlioletto dal lettino, ed Harry trattenne il
fiato.
I capelli mori, tutti
scompigliati, il visino rotondo morbido, bellissimo, arrossato dal pianto, e
gli occhi grandi, affilati, color dell’acciaio.
Harry trattenne il
fiato di fronte a suo figlio.
James si abbracciò
al collo di Draco, mugolando. Questi lo coccolò un pochino, sussurrandogli per
calmarlo e strofinandogli la schiena coperta dal piccolo pigiamino chiaro, e
quando finalmente James si strofinò il nasino e sollevò lo sguardo curioso
sull’estraneo, nella sua cameretta, Draco sentì che era arrivato il momento della
resa dei conti che aveva sognato, ed esorcizzato, per tutto quel tempo.
- James, tesoro…-
sospirò. - ti ricordi che papà Draco ti ha parlato di un altro papà?-
James si guardò le
manine, ne premette una sul volto di Draco e sorrise. – pa-pa-da-co!-
- sì, amore…-
sorrise Draco. –e chi è l’altro papà? Me lo vuoi dire? Papà He…-
- pa-pa-de-di.-
- bravo, cucciolo…-
Draco baciò la fronte di James, che gongolò, felice. – ecco, lui è papà Harry…
papà Harry, hai capito?-
- pa-pa-de-di…-
ripeté il piccolo, restando però concentrato a tormentare il collo di Draco e
non degnando Harry di alcuna attenzione.
- gli hai… detto di
me?- Harry si decise finalmente a parlare, e sembrava francamente sconcertato.
- sì.- disse Draco,
freddo, senza staccare gli occhi dal figlio. – gli ho spiegato che ha un altro
papà. Credevo che avesse il diritto di sapere che esisti, da qualche parte,
anche se è così piccolo e probabilmente non si rende pienamente conto.-
- Draco… grazie.-
Harry non sapeva cos’altro dire, ma il nome del genitore attirò l’attenzione di
James, che si voltò verso di lui e lo squadrò attentamente.
- pa-pa-da-co.-
ripeté, fiero, come a voler dimostrare di conoscere anche lui il nome del
biondo.
Harry sentì il
cuore farsi stretto, nel petto. - ciao, James…- mormorò, roco. – tu non hai
idea di chi io sia, ma io ti conosco molto, molto bene… sono Harry…-
Il bimbo gli
riservò uno sguardo stupito. Con il ditino indice lo puntò, tenendosi afferrato
alla maglia di Draco con l’altra mano. - pa-pa-de-di.-
Harry avvertì chiaramente
le lacrime gonfiargli gli occhi, lacrime di vergogna, quelle più difficili da
piangere, se mischiate alla gioia. – sì… sì, sono papà Harry…-
James lo osservò,
la boccuccia socchiusa, e l’espressione concentrata. Allungò le braccina verso
di lui, sporgendosi oltre le braccia di Draco, che pian piano, quasi
diffidente, lo lasciò avvicinare ad Harry. Il bimbo toccò il volto del
genitore, gli mise le manine sugli occhiali, incuriosito, e poi sul naso, e
sulla bocca. Poi, all’improvviso, si ritrasse, e abbracciò il collo di Draco,
nascondendosi e mugolando sottovoce. Harry riaprì gli occhi di scatto, credendo
di aver rotto qualcosa, convinto persino di aver sentito il rumore di qualcosa
che si spezzava.
- perché fa così?-
domandò, ansioso.
- è normale. –
commentò Draco, neutro. – è solo timido con… gli estranei. Ha fatto così anche
con Blaise e Pansy, per un periodo.-
- tia pa-ty!-
- sì, tesoro. Dov’è
la zia Pansy?-
Il bimbo si guardò
attorno, tutto concentrato. – più!- fece, allargando le manine.
Draco non riuscì a
trattenere un sorriso. – e lo zio Blaise? Dov’è lo zio Blaise?-
- tio Bes… più!-
- non c’è lo zio
Blaise, vero? E lo sai perché? Perché è a fare la nanna… e anche tu dovresti
fare la nanna…-
- nanna nanna…-
- sì tesoro… ora
James fa la nanna, vuoi?-
Harry rimase ad
osservare ipnotizzato Draco che metteva a letto James, lo copriva con cura, e gli accarezzava la
testolina, per fargli prendere sonno. Quando si fu risollevato, si azzardò ad
affacciarsi, per vedere il figlioletto addormentato, con il ciuccio in bocca, e
i pugni stretti.
- Draco…- mormorò.
- ti ha
riconosciuto, in qualche modo. Almeno sembrerebbe…- si limitò ad osservare
Malfoy, sconfitto.
Harry si sentì in
colpa, in quel momento, e anche follemente grato a Draco. – è un bambino stupendo.
Lo hai… cresciuto benissimo.-
- ti ringrazio.-
- Draco… posso
vederlo ancora?-
- Harry…- Draco
misurò alcuni passi nella stanza, ringraziandosi, perché stava in qualche modo
riuscendo a mantenere una certa calma, e a parlare sottovoce, per non disturbare
più il piccolo. – non si torna dal nulla dopo un anno e mezzo, e si ha la
pretesa di fare il padre. –
- lo so… non
pretendo di fare il padre, però vorrei… non lo so, insomma, ti prego… lasciami
provare, con James.-
- hai vent’anni.
Non rovinarti la vita, sei ancora in tempo per rifarti.-
- non rovino
proprio nulla. Per favore, ti prego.-
- guarda che non è
sempre così buono…-
Harry sorrise
appena. – lo so, lo immagino… in fondo è anche un Potter. Senti… ahm, non lo
so, ti servono soldi, per mantenerlo, o qualsiasi cosa?-
Draco inarcò un
sopracciglio, ed Harry si affrettò ad alzare le mani. – era così per dire…-
- a questo bambino
non servono soldi. Serve un padre.- rispose, freddo.
Harry sollevò su di
lui uno sguardo brillante, determinato in modo quasi ironicamente eroico. -
beh, eccomi qui, allora, per quel che può valere… io sono l’uomo che fa per te,
Draco. –
Draco si schiarì la
voce, e si arrabbiò con sé stesso, per il fastidioso calore che sentiva
salirgli al viso. Dopo un paio di secondi di incomprensibile silenzio, Harry
realizzò cosa aveva appena detto, e scivolò indietro di qualche passo. –cioè,
intendevo… per James! Come padre! Io sono… insomma, il padre giusto… nel
senso…-
Draco alzò gli
occhi al cielo. Si sentì persino rincuorato, in fondo.- ho capito, ho capito…-
Era proprio lo
stesso stupido Potter di sempre.
ANGOLINO!
Ma non finiva più
sto capitolo ?!?!? (NdMondo)
Ohiohiohi… la mia
faccia… (NdHarry con occhio nero)
Hai anche il
coraggio di parlare? (NdDraco con spada fiammeggiante in mano)
Ngha! (NdJames che
si succhia il pollice)
Avete finito tutti
quanti?!?!(NdMe sul piede di guerra)
Oh.
Un momento di pace,
finalmente.
Che vi dovevo dire?
Rincoglionita
-___-(NdDraco)
Mi hai fatto
malissssssimo, guarda che Draco picchia duro! (NdHarry risentito)
Ngha! ^__^ (NdJames
che annuisce vigorosamente, dando ragione a uno dei due. Spero non a Draco)
Ok, ho capito,
rinuncio a questo angolino, la situazione sta degenerando troppo rapidamente!
-__-*