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Autore: Stateira    20/11/2006    21 recensioni
Harry e Draco sono costretti ad unire il proprio sangue, per poter vincere la guerra, e salvare i loro compagni. Ma può una vita innocente essere considerata solo un ingrediente per una pozione? Un Draco costretto a maturare suo malgrado, ed un Harry che dovrà decidere che cosa significa davvero essere un eroe.
Genere: Generale, Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Blaise Zabini, Nuovo personaggio, Pansy Parkinson, Remus Lupin | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Draco si fece aria con la mano libera dal peso del figlio

Draco si fece aria con la mano libera dal peso del figlio. Faceva ancora piuttosto caldo, in quell’inizio di settembre, umido e soleggiato. Non gli andava molto di andare a letto, non aveva affatto sonno, probabilmente dopo aver dato la buonanotte a James sarebbe sceso a leggere qualcosa, per far trascorrere un’oretta almeno, prima di andare a dormire. James non faceva che cantilenare “nanna, nanna”: doveva essere stanco, in fondo avevano passato tutto il pomeriggio al parco giochi vicino a casa, e quel cretino di Blaise si era divertito più del nipote, con le altalene babbane che per funzionare devono addirittura essere spinte. Draco sorrise appena, e poi si perse in qualche pensiero, con James ancora in braccio.

Un rumore confuso dall’ingresso.

Draco si riscosse di malavoglia, e arricciò il naso. Non gli sembrava di aver lasciato nulla sul fuoco, o in bilico su qualche tavolo. Mise James nel lettino, e lasciò che il piccolo gli schioccasse un bacio sulla guancia, ma il rumore si ripeté, più forte. Draco lo percepì distintamente, e stavolta un rivolo freddo di sudore gli scivolò lungo il collo. Non aspettava nessuno, e Pansy e Blaise lo avrebbero avvertito, prima di passare, soprattutto a quell’ora della sera. Coprì il figlioletto con attenzione, cercando di fargli arrivare il lenzuolino fino alla testa, per nasconderlo.

-pa-pa no, no…- James si agitò infastidito, ma Draco gli coprì le labbra con un dito.

- stai qui buono, eh, James? Dormi. Dormi, ora papà va giù un momento.- mormorò, poi impugnò la bacchetta, si chiuse la porta della cameretta alle spalle senza far rumore, e percorse con passi felpati il corridoio, fino alle scale. Le scese senza uno scricchiolio, bacchetta puntata, ed incantesimo già sulle labbra. La guerra era finita, non era ragionevole pensare che ci potessero essere pericoli per James, o per lui, ma Draco non era mai stato troppo bravo ad essere coraggioso, ed ogni sera, od ogni volta che si ritrovava da solo, con il piccolo, un qualche allarme interiore gli stringeva lo stomaco, per tenerlo all’erta. E mentre il suo cuore martellava, la sua mente scandiva “James”, ininterrottamente. Anche questo doveva far parte dell’ essere padre, evidentemente. Chiunque fosse stato, Draco sarebbe stato pronto a schermare immediatamente la cameretta del piccolo, e poi ad affrontarlo, stupido ladro babbano o mago potentissimo che fosse. Con un po’ di fortuna, magari, sarebbe persino riuscito a buttare della polvere nel camino, per allertare Pansy e Blaise. Quando fu sul penultimo gradino, una voce potente e fin troppo alta, nel silenzio sospettoso della sera, lo fece quasi cadere.

- Hey, Malfoy? Sei in casa?-

 

Draco si aggrappò al corrimano, e si costrinse a respirare con la forza. – che… che ci fai tu, qui?- soffiò, balzando giù dagli ultimi gradini in modo perfino precipitoso, e affrontando, dopo più di due anni passati senza avere la minima traccia di notizie, senza segni, senza uno straccio di segno di vita, Harry James Potter.

Harry si passò una mano fra i capelli impolverati di verde. – ciao, Draco. – tentò, con un mezzo sorriso.

- ti ho chiesto… cosa ci fai qui.- lo ignorò Malfoy, decisamente troppo fuori di testa, in quel momento, per riuscire a ricordare le buone maniere, e soprattutto con lui.

- sono venuto per vedere James.- rispose Harry, aggiungendo addirittura una specie di sorrisino gentile, e cercando in modo più che evidente di ostentare una certa tranquillità.

Draco non sapeva cosa dire.

Draco era travolto.

Draco era davanti ad Harry.

E Draco chiuse gli occhi, li serrò per non vederlo.

- vattene.- mormorò appena.

- andiamo, Malfoy…-

Gli occhi di Draco si socchiusero appena, cattivi. – ti ho detto di andartene.-

Harry scosse la testa. – Draco, senti…- cominciò. E Draco quasi godette del disagio che la sua figura scura tradiva. – per favore. Voglio solo vedere mio figlio.-

- hai avuto un anno e mezzo, per vederlo!-

Harry strinse i pugni, e la sua gola compì un movimento fluido, su e giù. - un anno e mezzo? Ero in guerra, Malfoy!-

- e io no?- Draco gli si parò davanti a braccia incrociate, facendo valere tutta l’altera ed alterata eleganza della sua figura di ventenne.

- per favore, non rendermi le cose difficili.-

- che cosa? Per l’amore del cielo, come… osi, tu, dire a me una cosa simile, quando tu non hai fatto proprio un bel niente per renderle semplici a me!-

Harry alzò le mani in segno di resa. - lo so… dannazione, mi dispiace. Avrei dovuto farmi sentire…-

- sentire?- Draco scosse la testa, incredulo.- in questo anno e mezzo non hai trovato nemmeno dieci minuti per venire a vedere tuo figlio, e dovevi farti sentire? Non farmi ridere, Potter, vattene di qui e non provarci nemmeno, a farmi arrabbiare.-

Harry chinò la testa. - sei già arrabbiato.- mormorò, amareggiato.

- dammi un solo motivo per cui non dovrei esserlo!- sbraitò Draco, fuori di sé. – vattene da qui, Potter, per l’ultima volta.-

- non puoi impedirmi di vedere mio figlio.-

- non è tuo figlio, Potter, non funziona così, a comodo!-

- non mi fa comodo! Dannazione Malfoy, ma mi vuoi ascoltare? –

- no! No che non ti voglio ascoltare, la cosa ti stupisce tanto? Non voglio sentire una sola parola da te, è chiaro?- Draco ci mise tutto il suo disgusto, nell’espressione che assunse il suo viso. – io ho… dedicato tutto il mio tempo, a James, e tu non sei niente, niente per lui! Avrà anche il tuo sangue nelle vene, Harry Potter, ma ti posso assicurare che questo non significa niente, perché non ha mai avuto un briciolo della tua eroica presenza. -

Harry si ritrasse di un passo, mortificato. – ti… prego.- scandì a denti stretti, la voce tesa, e montante. – voglio vedere mio figlio. Sono venuto fin qui solo per… James. Draco, per Merlino, fammi vedere la faccia di mio figlio!-

Gran bella uscita, Potter. Dentro di sé, Draco rise, prima di infrangersi come un vaso di fiori marciti. Se le cose stavano così, allora, per Merlino, avrebbe fatto tutto quanto era in suo potere per impedire ad Harry persino di respirare la stessa aria che respirava James. - e io non voglio che lui veda la tua, e che capisca che razza di schifo di persona sei.- soffiò, maligno.

- hai ragione, hai perfettamente ragione, maledizione, ma non puoi impedirmi di vederlo!-

- hai avuto tutto il tempo per farlo. –

- sono qui adesso!-

- è troppo tardi.-

- no!- Harry sembrava… qualcosa che Draco non aveva mai visto, in lui. Sembrava arrabbiato, ma arrabbiato davvero. - Non accetto una risposta simile, Malfoy. Senti, non mi interessa rivangare i nostri rapporti, non sono venuto né a disturbarti, né a chiederti niente. Fammi vedere James, e basta. Non costringermi a mettere in mezzo il Ministero.-

Draco scoppiò in una mezza risata nervosa. Questa sì che era davvero buona, si sarebbe ricordato senz’altro di raccontarla a Blaise, una volta risvegliato da quella specie di incubo sarcastico. – oh… è commovente il modo in cui il grande Potter si stia dando tanto da fare, adesso, per il suo pargolo, eh? Ora che non hai più Signori Oscuri da cacciare ti improvvisi padre?-

Harry si portò le mani alle tempie, e Draco potè quasi sentirlo, mentre radunava in sé tutte le energie che aveva in corpo, per riuscire a restare calmo. Fu persino fiero di sé, per un momento.

- perché pensi che non vi abbia mai cercati? - scandì Harry infine. -   Credi davvero che io sia stato tanto stupido da non aver avuto un momento per mio figlio? Non volevo che Lui lo vedesse, non volevo che vi trovasse, maledizione! Ho vissuto quasi due anni senza nemmeno un segno di mio figlio, solo per proteggervi, e adesso tu non vuoi farmelo vedere?-

- no che non te lo voglio far vedere, d’accordo? Non mi interessa che cos’hai da raccontare, Potter, non credere che patetici tentativi come questi possano funzionare. Hai passato un anno e mezzo fuori dalle nostre vite, e per Merlino, fuori dalle nostre vite resterai!-

Un attimo, un guizzo, quasi un lampo. E Draco si trovò a boccheggiare, con la bacchetta di Harry puntata al petto. Doveva essere diventato davvero bravo, maledettamente bravo, in tutto quel tempo. A forza di combattere contro Mangiamorte e Nemici del Mondo, si finiva con il diventare parecchio rapidi di mano, evidentemente.

- non… non farmelo fare, ti prego.- gemette l’Auror, sconfitto. – sono stanco di usare la forza.-

Draco sorrise. Sorrise, e poi rise, trionfante.

– dai, coraggio, Potter!- lo sfidò. – colpiscimi, avanti! Mi piace, questa assurda tragicommedia, coraggio, colpisci colui che ha cresciuto tuo figlio fino ad oggi, Schiantami, se ne hai il coraggio, stordiscimi, feriscimi, uccidimi, se ti pare! Che cosa sarà, poi, una vita in più sulle tue mani.-

- Draco…- ringhiò Harry. – non dirlo nemmeno per scherzo. Non voglio farti del male, voglio soltanto che tu mi lasci vedere mio figlio. Ho aspettato, per troppo, e sono stanco.-

Ma Draco fu più rapido, e in un secondo anche Harry si trovò con una bacchetta puntata contro. – te lo puoi scordare, Eroe. Perciò avanti, chiudiamo il discorso. STUPEFICIUM!-

- PROTEGO! Smettila subito, Malfoy.-

- vattene di qui, Potter, fuori dalla mia vita!-

- Draco, non farmelo fare!-

- avanti, Potter, scegli! O quel camino, o la mia bacchetta!-

- nessuno dei due. Ti prego, maledizione, per favore!-

- oh, dimmi un po’, Potter, che cosa si prova a non avere scelta? È divertente, vero?-

- scusami… scusami… EXPELLIARMUS!-

- RICTUSEMPRA!-

Lo schianto delle bacchette fece cadere a terra una paio di libri, dalle mensole vicine. Harry deviò il raggio di Draco, quanto bastava per potersi avvicinare.

- non essere assurdo!- esplose, strattonando a mani nude la mano armata di Draco. – non è questo, non possiamo ridurci a questo! Draco, ma ti rendi conto?-

- e tu ti rendi conto dell’inferno che è stata la mia vita senza di te?- sputò Draco, troppo sconvolto per riuscire a pentirsi delle sue parole.

La mano di Harry tremò, sull’impugnatura della bacchetta, ormai di nuovo quieta, e Draco chiuse gli occhi, rassegnato. E sempre ad occhi chiusi, levò la mano, lasciò scivolare giù la bacchetta, dal palmo teso.

- ti odio, Potter.- sussurrò, prima di schiantargli la mano vuota in piena faccia. Harry barcollò appena, ma Draco ebbe anche un pugno, per lui. Senza bacchetta, senza armi, gli restava almeno l’orgoglio, la ferita di tutta la sua solitudine forzata, e tutto ciò che quell’uomo gli aveva portato via. Orgoglio che ora si traduceva in violenza sorda, e in fondo anche un po’ muta, perché non aveva molto da comunicare ad Harry, se non il rancore, il rancore per non aver permesso a quei ceffoni di essere carezze, carezze sognate, per un uomo e per un bambino, e invece abortite da un rifiuto troppo vero per essere perdonato, e da una realtà talmente disarmante da risultare persino piatta, atona. Harry riuscì ad afferrargli le mani, dopo un po’, e a scuoterlo, come a volerlo risvegliare da un incubo. Il respiro di Draco minacciava di spezzarsi, quello di Harry era grosso, potente, autenticamente esausto.

Un singhiozzo improvviso però ruppe la tensione insopportabile, come un fulmine che squarcia una nuvola troppo nera. Entrambi guardarono verso le scale, nello stesso momento.

- si è svegliato, con tutto questo casino. – commentò stancamente Draco.

Harry ritirò le mani, mise via la bacchetta, e sollevò gli occhi.- per favore…- mormorò, completamente diverso, realmente disperato. – ti sto supplicando. Draco…-

Il biondo si portò le mani alle tempie, e schiacciò forte. Gli sembrava di essere tornato indietro, quando i pianti di James facevano piangere anche lui, quando la voce del suo bambino era insopportabile, era come unghie sulla lavagna. Davanti ai suoi occhi socchiusi, c’era Harry, sfocato, ma immobile, solido, e in quel momento a Draco fece un’impressione molto strana.

Gli sembrò un Patronus. Gli sembrò il Patronus che lui non era mai stato in grado di evocare per sé, e gli sembrò il Patronus naturale di James, l’anima protettiva e adulta che veglia sul sonno di un figlio, come se non ci fosse nulla al mondo di più naturale. Senza una parola, prese a salire le scale, lentamente, seguito a ruota da Harry.

 

La cameretta di James era grande, e calda. C’erano delle foto, appese alle pareti, dei pupazzi, e dei giocattoli, ordinati in un angolo. Sui muri, illuminati solo a tratti da piccole candeline colorate, erano disegnati motivi a pesci, brillanti ed allegri. Il lettino di James era addossato al muro, e protetto da una gabbia di legno e rete gialla, che in quel momento vibrava per i movimenti dell’agitato inquilino. Draco fece accendere un paio di candele, si sporse su di esso, e allungò le braccia. – James…- sussurrò dolcemente. – papà gridava, vero? Scusami, tesoro, scusami…-

- naaaaa! Pa-pa-da-co!!!-

- shhh… tranquillo…- Draco sollevò il figlioletto dal lettino, ed Harry trattenne il fiato.

I capelli mori, tutti scompigliati, il visino rotondo morbido, bellissimo, arrossato dal pianto, e gli occhi grandi, affilati, color dell’acciaio.

Harry trattenne il fiato di fronte a suo figlio.

James si abbracciò al collo di Draco, mugolando. Questi lo coccolò un pochino, sussurrandogli per calmarlo e strofinandogli la schiena coperta dal piccolo pigiamino chiaro, e quando finalmente James si strofinò il nasino e sollevò lo sguardo curioso sull’estraneo, nella sua cameretta, Draco sentì che era arrivato il momento della resa dei conti che aveva sognato, ed esorcizzato, per tutto quel tempo.

- James, tesoro…- sospirò. - ti ricordi che papà Draco ti ha parlato di un altro papà?-

James si guardò le manine, ne premette una sul volto di Draco e sorrise. – pa-pa-da-co!-

- sì, amore…- sorrise Draco. –e chi è l’altro papà? Me lo vuoi dire? Papà He…-

- pa-pa-de-di.-

- bravo, cucciolo…- Draco baciò la fronte di James, che gongolò, felice. – ecco, lui è papà Harry… papà Harry, hai capito?-

- pa-pa-de-di…- ripeté il piccolo, restando però concentrato a tormentare il collo di Draco e non degnando Harry di alcuna attenzione.

- gli hai… detto di me?- Harry si decise finalmente a parlare, e sembrava francamente sconcertato.

- sì.- disse Draco, freddo, senza staccare gli occhi dal figlio. – gli ho spiegato che ha un altro papà. Credevo che avesse il diritto di sapere che esisti, da qualche parte, anche se è così piccolo e probabilmente non si rende pienamente conto.-

- Draco… grazie.- Harry non sapeva cos’altro dire, ma il nome del genitore attirò l’attenzione di James, che si voltò verso di lui e lo squadrò attentamente.

- pa-pa-da-co.- ripeté, fiero, come a voler dimostrare di conoscere anche lui il nome del biondo.

Harry sentì il cuore farsi stretto, nel petto. - ciao, James…- mormorò, roco. – tu non hai idea di chi io sia, ma io ti conosco molto, molto bene… sono Harry…-

Il bimbo gli riservò uno sguardo stupito. Con il ditino indice lo puntò, tenendosi afferrato alla maglia di Draco con l’altra mano. - pa-pa-de-di.-

Harry avvertì chiaramente le lacrime gonfiargli gli occhi, lacrime di vergogna, quelle più difficili da piangere, se mischiate alla gioia. – sì… sì, sono papà Harry…-

James lo osservò, la boccuccia socchiusa, e l’espressione concentrata. Allungò le braccina verso di lui, sporgendosi oltre le braccia di Draco, che pian piano, quasi diffidente, lo lasciò avvicinare ad Harry. Il bimbo toccò il volto del genitore, gli mise le manine sugli occhiali, incuriosito, e poi sul naso, e sulla bocca. Poi, all’improvviso, si ritrasse, e abbracciò il collo di Draco, nascondendosi e mugolando sottovoce. Harry riaprì gli occhi di scatto, credendo di aver rotto qualcosa, convinto persino di aver sentito il rumore di qualcosa che si spezzava.

- perché fa così?- domandò, ansioso.

- è normale. – commentò Draco, neutro. – è solo timido con… gli estranei. Ha fatto così anche con Blaise e Pansy, per un periodo.-

- tia pa-ty!-

- sì, tesoro. Dov’è la zia Pansy?-

Il bimbo si guardò attorno, tutto concentrato. – più!- fece, allargando le manine.

Draco non riuscì a trattenere un sorriso. – e lo zio Blaise? Dov’è lo zio Blaise?-

- tio Bes… più!-

- non c’è lo zio Blaise, vero? E lo sai perché? Perché è a fare la nanna… e anche tu dovresti fare la nanna…-

- nanna nanna…-

- sì tesoro… ora James fa la nanna, vuoi?-

Harry rimase ad osservare ipnotizzato Draco che metteva a letto James,  lo copriva con cura, e gli accarezzava la testolina, per fargli prendere sonno. Quando si fu risollevato, si azzardò ad affacciarsi, per vedere il figlioletto addormentato, con il ciuccio in bocca, e i pugni stretti.

- Draco…- mormorò.

- ti ha riconosciuto, in qualche modo. Almeno sembrerebbe…- si limitò ad osservare Malfoy, sconfitto.

Harry si sentì in colpa, in quel momento, e anche follemente grato a Draco. – è un bambino stupendo. Lo hai… cresciuto benissimo.-

- ti ringrazio.-

- Draco… posso vederlo ancora?-

- Harry…- Draco misurò alcuni passi nella stanza, ringraziandosi, perché stava in qualche modo riuscendo a mantenere una certa calma, e a parlare sottovoce, per non disturbare più il piccolo. – non si torna dal nulla dopo un anno e mezzo, e si ha la pretesa di fare il padre. –

- lo so… non pretendo di fare il padre, però vorrei… non lo so, insomma, ti prego… lasciami provare, con James.-

- hai vent’anni. Non rovinarti la vita, sei ancora in tempo per rifarti.-

- non rovino proprio nulla. Per favore, ti prego.-

- guarda che non è sempre così buono…-

Harry sorrise appena. – lo so, lo immagino… in fondo è anche un Potter. Senti… ahm, non lo so, ti servono soldi, per mantenerlo, o qualsiasi cosa?-

Draco inarcò un sopracciglio, ed Harry si affrettò ad alzare le mani. – era così per dire…-

- a questo bambino non servono soldi. Serve un padre.- rispose, freddo.

Harry sollevò su di lui uno sguardo brillante, determinato in modo quasi ironicamente eroico. - beh, eccomi qui, allora, per quel che può valere… io sono l’uomo che fa per te, Draco. –

Draco si schiarì la voce, e si arrabbiò con sé stesso, per il fastidioso calore che sentiva salirgli al viso. Dopo un paio di secondi di incomprensibile silenzio, Harry realizzò cosa aveva appena detto, e scivolò indietro di qualche passo. –cioè, intendevo… per James! Come padre! Io sono… insomma, il padre giusto… nel senso…-

Draco alzò gli occhi al cielo. Si sentì persino rincuorato, in fondo.- ho capito, ho capito…-

Era proprio lo stesso stupido Potter di sempre.

 

 

 

 

 

ANGOLINO!

Ma non finiva più sto capitolo ?!?!? (NdMondo)

Ohiohiohi… la mia faccia… (NdHarry con occhio nero)

Hai anche il coraggio di parlare? (NdDraco con spada fiammeggiante in mano)

Ngha! (NdJames che si succhia il pollice)

Avete finito tutti quanti?!?!(NdMe sul piede di guerra)

Oh.

Un momento di pace, finalmente.

Che vi dovevo dire?

Rincoglionita -___-(NdDraco)

Mi hai fatto malissssssimo, guarda che Draco picchia duro! (NdHarry risentito)

Ngha! ^__^ (NdJames che annuisce vigorosamente, dando ragione a uno dei due. Spero non a Draco)

Ok, ho capito, rinuncio a questo angolino, la situazione sta degenerando troppo rapidamente! -__-*

  
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