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Autore: NotFadeAway    28/04/2012    0 recensioni
Rose ha appena finito il sesto anno e si trova sul treno di ritorno per le vacanze estive, ma questo sarà un viaggio tutt'altro che tranquillo, poiché un pensiero la tormenta: i suoi genitori accetteranno l'amore della sua vita?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rose Weasley
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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-Rose, sei pronta? – disse una voce al di là della porta.
-Sì, un secondo ed esco!-
Rose era chiusa nel bagno striminzito dell’Espresso per Hogwarts e si stava infilando una maglietta Babbana, mentre la divisa nera della scuola vegetava appallottolata nel lavandino.
-Va bene, allora io mi avvio nello scompartimento-
-Vai, ti raggiungo là-
Quella voce apparteneva ad Andrea, la persona di cui Rose si era innamorata circa tre anni e mezzo prima.
Raccattò tutto e fece scattare la serratura, poi uscì e si ritrovò nello stretto corridoio del treno.
Proprio in quel momento stavano passando davanti ad un lago immenso, uno specchio d’acqua grigia, sotto il cielo nuvoloso della Scozia.
E poi la mente di Rose fu altrove.
 
Lei e Andrea stavano riposando tranquillamente all’ombra di una quercia, nel parco di Hogwarts ormai del tutto deserto. Erano gli ultimi giorni di ottobre e la sera stava adagiando lentamente le sue ombre sull’orizzonte, portandosi via la luce. Era un crepuscolo nuvoloso, il cielo e il lago erano del colore del ghiaccio.
Alcuni libri voluminosi erano sparsi tra l’erba folta e scura e delle pergamene arrotolate facevano da contorno al quadretto.
Andrea giaceva nella penombra, i capelli mori, corti, di tanto in tanto mossi da un alito di vento.
Poi Rose aveva cacciato fuori delle Gobbiglie.
Iniziarono a giocare e a scommettere, ma Andrea era troppo abile e vinse tutto, anche il diritto di scegliere la penitenza di Rose.
Si raddrizzò, poi puntò un dito davanti a sé.
-Lago- disse.
-Sì, Andrea, lo so che è un lago. Poi, se guardi di là…vedi? “Montagne” – e puntò il dito di Andrea verso la loro destra – Mentre, se vai di … -
-No no – la interruppe, impassibile – Non fare la finta tonta, ho detto “LAGO” –
Rose sbuffò, ma era divertita, non poteva nasconderlo.
-E va bene…- si alzò e fece per avviarsi.
-Eh no…- la fermò Andrea – Qua la maglietta-
Rose avvampò e per un momento rimase zitta, ma poi protestò.
-No, non vale! Ho la tunica, così poi sono nuda! –
-Non rompere le palle, non c’è nessuno!- ghignò – Avanti, metti qua –
E il bagno glielo fece fare davvero, sapete? Tuffo a bomba nel lago di Hogwarts in pieno ottobre. Ma Rose non si può affatto lamentare, deve tutto a quella scommessa persa.
La ragazza uscì dall’acqua gocciolante, le tremavano anche i capelli e, come nelle cose che sua madre chiamava “cartoni”, le battevano incredibilmente i denti.
-Vieni qua, sciagurata! – fece Andrea.
Aveva fatto apparire un asciugamano rosso che sapeva tanto di morbido. Rose mosse qualche passo e poi Andrea la avvolse in esso, facendo passare un braccio attorno a lei. 
Erano a pochissimi centimetri ormai.
Rose fece qualcosa  a metà tra un respiro e un risolino, le guance erano più rosse dei suoi capelli.
Andrea la guardò dritto negli occhi. Poi sorrise e, lentamente, la baciò.
 
Nel treno, Rose sentì il suo cuore protestare per l’eccessivo lavoro degli ultimi tempi. Sorrise sotto i baffi e si avviò verso il loro scompartimento.
Si affacciò: dentro c’erano Al, Mark, Catherine e Andrea.
Suo cugino era seduto vicino alla porta dello scompartimento e stava scartando un paio di Cioccorane. Mark e Catherine, avvinghiati sul sedile opposto, stavano dimostrando che la teoria dell’incomprimibilità dei solidi era sbagliata. Andrea era, invece, accanto al finestrino.
I suoi capelli erano un po’ più lunghi rispetto al loro primo bacio, ma ancora non arrivavano alle spalle. I suoi occhi chiari, si spostarono su di lei appena entrò nello scompartimento. Si sedette sul posto accanto al suo e subito Andrea le passò un braccio attorno alle spalle.
-Andrà tutto bene, vedrai – sussurrò Andrea – Non devi essere preoccupata –
Rose mugolò. Andrea rise e la baciò. Lei rispose al bacio premendo la propria faccia contro la sua, mentre le mani iniziavano a passare sul collo di Andrea.
Albus alzò lentamente gli occhi dalle sue Cioccorane. Guardò a scatti prima davanti a sé, poi alla sua destra, quindi si alzò.
-Ehm, okkey, io vado…- nessuna risposta – Ecco, ci vediamo dopo… - niente – Sì, già…ciao…-
E uscì, imbarazzato.
 
-Al, Rose ti sta cercando!-
Il ragazzo aprì gli occhi spaesato.
-Ma che ore sono?- si lamentò in uno sbadiglio.
-Sono le cinque di pomeriggio, idiota, sei tu che ti sei addormentato sul divano – fece Catherine.
-Ah, già, giusto – Si mise a sedere e si stiracchiò.
-Muoviti! Aveva detto che era urgente! –
-Sì, sì, vado! –
Si diresse verso l’uscita della Sala Comune di Serpeverde, varcò il passaggio e Rose era là davanti.
Aveva tutta l’aria di una persona che stava nascondendo un sorriso a trentadue denti.
Prima che Al potesse parlare, lo afferrò per un braccio e se lo trascinò dietro di corsa, fin quando non raggiunsero un angolino tranquillo.
Si sistemarono in una rientranza del muro, uno di fronte all’altra, in silenzio. Rose rimase a guardare il suo migliore amico, sorridendo, senza parlare.
-Allora, dai, che è successo? Non tenermi sulle spine! –
Rose ammiccò.
-Mi ha baciato!- disse in un sussurrò che in realtà era un grido.
-Che cosa? Non ci posso credere! – urlò Albus, abbracciandola – Dai, raccontami tutto!-
 
Il sole era spuntato da dietro il cielo bianco e adesso filtrava attraverso la porta-vetro dello scompartimento.
Andrea dormiva accanto a Rose, che aveva una mano tra i suoi capelli e glieli accarezzava dolcemente.
Non voleva pensare a cosa sarebbe successo al loro arrivo in stazione, quando sarebbe scesa dal treno stringendo la mano di Andrea, così rivolse la mente ad altro.
 
Era la sua prima partita di Quidditch, quella, ma Rose era la nipote di Ginny Weasley, cacciatrice delle Holyhead Harpies, non poteva essere preoccupata, era un talento naturale.
La prima partita dell’anno era Grifondoro contro Corvonero ed erano tutti molto fiduciosi e ansiosi di vedere il loro nuovo Battitore all’opera.
La professoressa Lampfly chiamò i loro nomi e tutta la squadra volo in campo, ritrovandosi di fronte a una schiera di ragazzi e ragazze in vesti in blu e bronzo. Rose strinse bene la mazza e iniziò ad osservare i suoi avversari diretti: i Battitori. Uno era molto alto, ma sembrava allungato in lavatrice, probabilmente visto di profilo sarebbe scomparso; in fondo alla fila, invece, c’era Andrea, incredibile nella divisa della sua Casa.
Per un attimo i loro occhi si incrociarono, poi la professoressa Lampfly fischiò.
Rose era nel suo elemento: aria, sudore, una mazza in mano, un paio di Bolidi in circolazione e un avversario da colpire.
Non fu il primo, né il secondo, ma il terzo Bolide a capitarle sul legno che provocò quell’incidente indimenticabile nella storia del Quidditch della Scuola. Le arrivò spedito sulla mazza e prima che potesse ragionare, lo spedì su Andrea, che, non aspettandoselo, lo colpì male. Fu così che il Bolide in questione disegnò una traiettoria perfetta e finì precisamente, infallibilmente, deliziosamente in faccia a Locke.
Ecco, qui ci starebbe un breve excursus sulla malcapitata vittima.  Artemis Locke, altresì detto Lockness, era il professore di Astronomia del tempo. Era la persona più orrenda che potesse esistere, aveva pochissimi capelli,color giallo opaco, diritti in testa, come una spatola, un colorito grigio-morte, il labbro inferiore completamente spaccato a metà da una ferita in cui ci aveva rimesso un pezzo di pelle (e anche su questa cicatrice ci starebbe da discutere a lungo), e gli occhi di due colori diversi.
Viveva nell’ultima stanza della Torre di Astronomia e scendeva più raramente della Professoressa Cooman. Se lo vedevi in giro per la scuola, non era un buon segno. Tuttavia, restava comunque il capo della casa di Corvonero, quindi almeno alle partite deva presenziare. Ecco spiegata la sua presenza lì.
Quando il Bolide fece piacevolmente scricchiolare il naso di Lockness, un boato di giubilo si levò dalle tribune (e credo sia partita anche una hola), ma Rose e Andrea s’immobilizzarono, con gli occhi sgranati.
La professoressa Lampfly fermò subito il gioco per accertarsi delle condizioni di Lockness, poi una volta appuratasi che nessun organo vitale era stato danneggiato, fece riprendere la partita.
Mezz’ora dopo James acchiappò il Boccino, regalando la vittoria a Grifondoro, ma altro aspettava Rose, rispetto ai festeggiamenti.
Lampfly si avvicinò ai due Battitori colpevoli e comunicò loro che Lockness voleva parlarci con urgenza.
Se il panico avesse un volto, in quel momento sarebbe stato un loro sosia.
La reputazione di Lockness era l’unica cosa più brutta di lui. Le sue punizioni erano talmente sadiche, tremende e disgustose, che si diceva avesse trasferito l’intero archivio delle malefatte della Scuola nel suo ufficio,per trarre ispirazione dai suoi predecessori. Altre voci, invece, dicevano che avesse nella sua camera un ritratto di un vecchio professore di Hogwarts, Severus Piton, famoso a tutti per la delicata ingegnosità delle sue punizioni, e che lo consultasse periodicamente per nuovi spunti e consigli.
Nessuna di queste voci era mai stata ufficialmente appurata, anche se il dubbio rimaneva, e, si sa, i dubbi sono peggio delle certezze…
Lockness si rivelò decisamente degno delle voci che giravano su di lui, poiché spedi le due sue nuove vittime in cima alla Torre di Astronomia a grattare via, ovviamente senza magia, gli escrementi delle più svariate bestie magiche, per poi ridurre tutto in poltiglia e  racchiuderlo in ampolle da consegnare all’insegnante di Pozioni.
Furono le quattro ore più disgustose della vita di Rose, ma anche le più divertenti, perché fu proprio sulla cima di quella torre che nacque una nuova amicizia, anche se Rose aveva sospettato fin dall’inizio che c’era qualcosa in più. Albus era il suo migliore amico, ma con Andrea era diverso.
   
 
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