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Autore: Blackbird_    28/04/2012    6 recensioni
Liverpool, 1961. Quattro giovani Beatles sono di ritorno dalla loro avventura tedesca. Ad attenderli non solo i loro vecchi amici, ma anche un turbine di novità. L'enorme successo sorprende tutti quanti, anche Ray e Sun, le due piccole "mascottes" della comitiva liverpooliana.
Dal Secondo Capitolo:
“Magari così trovate un nuovo manager che vi farà fare qualche provino per le etichette discografiche, no?” aggiunse Sun. George annuì sorridente e tornò a guardare gli altri. “Non sarebbe affatto male un provino, magari è la volta buona che sfondiamo sul serio” ammise. Come se fosse stato il cucciolo di un qualsiasi animale iniziai a carezzarlo sulla testa. “Sfonderete sicuramente e magari diventerete famosi in tutto il mondo e cambierete la storia della musica e…” “Frena, frena Ray!” mi interruppe lui ridendo “non starai correndo un po’ troppo?”.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto più lontano della notte
Molto più in alto del giorno
Nell'abbagliante splendore del loro primo amore.
(Jacques Prévert - 1946)


Con la stilografica poggiata fra il naso e le labbra continuavo a rileggere questa poesia. Mi piaceva quando a scuola analizzavamo poesie recenti, le trovavo decisamente più coinvolgenti, a volte anche più vicine ai miei stati d’animo. Gli esercizi di analisi ero riuscita a completarli in un batter d’occhio in classe, era il componimento che mi metteva in crisi. Pensavo e ripensavo a cosa poter inventarmi, lasciando vagare lo sguardo per la mia camera. Sbuffando tornai a rileggere la traccia del tema.
“Racconta della tua esperienza, del tuo primo amore”
Avrei dovuto escogitare qualcosa al più presto. Non potevo trascorrere un intero pomeriggio dietro a uno stupido esercizio di letteratura. Proprio non sapevo cosa inventarmi, quello era il mio problema. La signorina Parr di certo si sarebbe informata presso le nostre famiglie per sapere se i nostri racconti erano realtà o meno. Secondo lei le nostre famiglie dovevano essere costantemente aggiornate sulla nostra vita sentimentale, forse era per questo che ci lasciava questo genere di lavori per casa. Che ragionamento antico ed impostato. Non la sopportavo, proprio no. Mrs Parr, inoltre, odiava le bugie. Se avessi scritto qualcosa di mia totale fantasia di certo mi avrebbe punito in qualche modo. Ebbi un sussulto al solo pensiero.
Presi la matita e scrissi in un carattere enorme ma decisamente molto poco marcato “Zitellaccia acida perché diamine non si fa gli affari suoi e non pensa a trovarsi un marito?”. Sorrisi ad immaginare la faccia dell’insegnante se mai avesse dovuto leggere una cosa del genere al posto del suo desiderato componimento ordinato. Lo cancellai immediatamente.
Guardai fuori della finestra. Pioveva, che novità.
Tornai sul foglio. Incredibile quanto fosse scarsa la mia capacità di concentrazione.
Quando il mio sguardo finì nuovamente oltre la finestra mi alzai in piedi, arresa. Non era proprio il momento per eseguire quel compito. Il mio cervello si rifiutava di produrre qualcosa di vagamente leggibile. Semplicemente mi rifiutavo di far sapere le mie vicende sentimentali alla signorina Parr. O forse era più il fastidio di esserne totalmente sprovvista? Non volevo di certo spifferare al mondo intero di essere una zitella senza speranze che in breve tempo sarebbe diventata acida come la professoressa.
Raggiunsi il salone e occupai il telefono prima che ci potesse arrivare qualcun altro della famiglia.
“Pronto?” la voce incuriosita della mia amica mi fece sorridere. Ero stata fortunata che mi avesse risposto proprio lei, mi metteva sempre in imbarazzo dover dialogare con i suoi genitori.
“Sun, sono io…”
“Oh Ray! Sai ti stavo proprio per chiamare, ho una notizia bomba”
Mi faceva impazzire l’esuberanza di Sun, riusciva sempre a mettermi di buon umore. Poi era sempre piena di notizie bomba, lei.
“Bè, spero che stavolta sia davvero una bomba, non come l’ultima volta che la tua ‘grande notizia’ era il fatto che avessi imparato a cuocere le uova al tegamino” le risposi con il mio solito tono sarcastico.
“Antipatica. No stavolta è una bomba bella grande, viene direttamente da Ted”
Ted era il suo adorabile fratellone. Si passavano tre anni ed in casa erano come cane e gatto, ma lui le permetteva sempre di uscire con la sua comitiva. E dato che io e lei eravamo inseparabili, Ted permetteva anche a me di stare con loro. In fondo le voleva un mondo di bene, ed era decisamente iperprotettivo nei confronti della sorella. E anche nei miei. Dopotutto eravamo le più piccole della compagnia. Eravamo quasi diventate le loro mascotte.
“Allora è qualcosa di buono, sputa il rospo” ero curiosa, ma non volevo darglielo a vedere. Ma se n’era accorta, riusciva a leggere ogni minima sfumatura della mia voce, chissà come faceva.
“Indovina un po’ chi sono tornati ieri da Amburgo?” il suo tono di voce semi ammiccante mi fece ridere. Ma quando realizzai cosa mi aveva detto rimasi senza parole.
“Non è che conosco molta gente che è partita per Amburgo, sai com’è” forse se avessi utilizzato il mio solito tono sbeffeggiante avrebbe capito che non m’interessava più di tanto. Ma lei sapeva bene che m’interessava, m’interessava eccome.
“E’ inutile che mi smonti le notizie, io sono serissima”
“Maddai, sono tornati davvero?”
La sentii sorridere oltre la cornetta.
“Che non ti fidi? Certo che sono tornati! Proprio ieri. E oggi Teddy e gli altri hanno deciso di uscire e di andare in non so che locale per festeggiare”
Ero raggiante. Era passato tantissimo tempo da quando erano partiti. Chissà stavolta per quale stupido motivo erano tornati in Inghilterra. L’ultima volta li avevano praticamente riportati indietro a calci gli sbirri tedeschi. Speravo che non avessero combinato di nuovo qualche danno.
“Ho anche preso la briga di auto invitarci, ho fatto male?”
Feci di no con la testa, come se potesse vedermi. “Al contrario, hai fatto benissimo”
“Bene…” continuò “… ora dimmi per quale arcano motivo m’hai chiamata prima tu”
Me ne ero completamente scordata tanto scossa dalla novità. “Giusto” replicai “sono in crisi componimento per quella zitellona della Parr. Tu cosa ci hai scritto?”










Questa è una storia che ho iniziato a scrivere nell'estate 2010. Paradossalmente la considero la storia a cui sono più affezionata, nonostante io abbia scritto, fin'ora, solamente i primi quattro capitoli.
Ma ora che l'ispirazione è tornata, a quasi due anni di distanza, spero di riuscire finalmente a darle una fine.
So che come primo capitolo è abbastanza breve. ma all'epoca ero abituata a scrivere capitoli brevi e concisi... non me ne vogliate :)
Spero che quest'inizio vi incuriosisca.
Un bacio a tutti,
Blackbird_
   
 
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