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Autore: verycoc    29/04/2012    2 recensioni
Akane era stravolta. Mai aveva provato sensazioni tanto forti e contrastanti. Fare l’amore con Ranma era davvero fantastico. E quando poi lui le aveva detto di amarla il cuore le era come scoppiato nel petto.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Shan-pu
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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 La vedo addormentarsi tra le mie braccia e mi sento felice. Ma ho la strana sensazione che tutto questo sia sbagliato. In un certo senso mi ha deluso. Non credevo fosse quel tipo di ragazza. La conosco da quasi vent’anni e non l’avrei mai creduta capace di una cosa del genere. Fare l’amore con lei è diverso, è speciale. Ma il pensiero che l’avrebbe fatto con chiunque mi sconvolge. Non ho il diritto di essere geloso o di giudicarla. Io sono il primo che non ha mai voluto impegnarsi, sono stato con decine di donne e per nessuna sentivo altro che semplice attrazione. Ma con Akane è diverso. Lei è sempre stata il modello con cui misuravo le altre. L’ho sempre tenuta su un piedistallo che però adesso sta crollando sotto il mio naso!
E perché poi? Perché ha fatto l’amore con me? Ma se era quello che sognavo da anni. No il problema è che per lei non era altro che sesso. Le sfioro un braccio con le dita e lei mugugna qualcosa nel sonno. È così bella! Dovrei andarmene, dimenticare questa storia. Ma il punto è proprio questo. Sebbene non nel modo che avrei voluto è successo. E non so se sono pronto a rinunciare al frutto dopo aver dato il primo morso. È così difficile! Ma dentro di me so che non è giusto. Non è giusto verso di me e non è giusto neanche verso Akane. già Akane, lei meriterebbe qualcosa di meglio, ma sembra che non le importi, che vada bene così. La guardo e anche se so che dovrei andarmene non ne ho la forza. Che male c’è in fondo? Siamo adulti e consapevoli, cosa potrebbe andare storto? Chi potrebbe farsi male? Forse io, ma se non mi importasse?

Se lei vuole questo tipo di relazione non posso certo impedirglielo. Se mi tiro indietro io troverà certamente qualcun'altro e questo non lo sopporterei. Se solo penso che qualcuno potrebbe toccarla come l’ho toccata io prima, baciarla,amarla, mi sento impazzire! Istintivamente la stringo più forte a me come per non farla andar via e lei sembra felice. No, ho deciso! Starò al gioco e cercherò di giocare al meglio le mie carte. Ora devo calmarmi, prendo un respiro profondo e annuso intensamente l’aria. È impregnata di noi. La guardo ancora e mi sembra di sognare. quante volte ho sognato di stringerla così? Non me lo ricordo. Le sue labbra si schiudono e parla nel sonno. Una singola parola sussurrata al vento “Ranma”. Il mio stomaco è un groviglio, la fisso intensamente e non riesco a resistere all’impulso di baciarla. Un bacio leggero, a fior di labbra. Sorrido amaramente di me stesso: ma chi volevo prendere in giro prima? Non rinuncerei a questo neanche se ne andasse della mia vita. Le sue labbra, il suo corpo, lei! Tutto questo mi appartiene e se lei non mi ama poco male, lo farò io per tutti e due. Più sereno appoggio la testa alla sua e me la tiro più vicino. Il suo corpo mi riscalda e il suo profumo mi inebria i sensi già stanchi. Sento il sonno prendermi e trascinarmi in un mondo dove tutto questo non è solo per finta.



Apro gli occhi e lo vedo qui abbracciato a me. Oddio! E adesso che faccio? Non ero preparata a questo! Ieri sera è stato perfetto, ma credevo che se ne sarebbe andato. Mi sento uno schifo! Come farò a guardarlo in faccia? Cosa penserà di me? Quello che penso anche io forse! Ho fatto l’amore con uno che non è il mio ragazzo. Che importa se è l’uomo dei miei sogni? Che importa se lo aspettavo da una vita? Lui non capirà, lo conosco! So cosa pensa delle ragazze che fanno queste cose, l’ho sempre saputo e l’ho fatto lo stesso! Ma come avrei potuto fare altrimenti? Quando ha iniziato a baciarmi non ho capito più niente! E poi le sue mani su di me mi hanno stordita. ero completamente fuori di me, lo avevo sognato così tanto! E poi perché avrei dovuto tirarmi indietro? L’uomo che amo da una vita finalmente si accorge di me e io avrei dovuto respingerlo? Perché? Perché lui non ti ama, sciocca! Sento la coscienza rimordere. Dentro di me so di aver sbagliato, ho ingannato lui e ho ingannato anche me stessa. Quando poi gli ho chiesto di dirmi che mi amava ho toccato il fondo. Ma ne avevo bisogno e penso che anche lui lo abbia capito. È stato così bello sentirglielo dire! Mi mordo il labbro: stupida, stupida, stupida! Lui non lo pensava davvero, voleva solo concludere! Il pensiero mi fa male al cuore e sento le lacrime affiorare. Perché deve essere tutto così dannatamente difficile? Lo sento muoversi e mi giro dall’altra parte asciugandomi le lacrime e fingendo di dormire. Sento il suo sguardo su di me, ma non mi muovo. Sono ancora troppo scossa e ho paura di cosa potrei dire o fare, o forse ho paura di leggere il suo sguardo. Lui mi scuote leggermente un paio di volte e quando capisce che sto ancora dormendo , si veste e se ne va. Trattengo il fiato fino a che non sento la porta chiudersi. Poi mi metto seduta in mezzo al letto e scoppio a piangere: che ho combinato?



Me ne vado a casa a farmi una doccia e a cambiarmi prima di andare a lavoro. sono contento che stesse ancora dormendo, non avrei saputo cosa dirle. Anche se mi sarebbe piaciuto parlare un po’ con lei e magari baciarla. Il solo pensiero mi rende nervoso. Nella mia mente scorrono le immagini di ieri sera come in un film. Mi sento stordito, ho bisogno di schiarirmi le idee. Ho deciso di non farmi vivo con lei finche non capisco bene cosa voglio. Cambio idea ogni cinque minuti e non posso permettermelo, ci sono in ballo troppe cose. Trovo la casa vuota, sul tavolo la colazione e un biglietto di mia madre “mi hai fatto preoccupare stanotte.” Ma è possibile che a questa età debba ancora darle conto di quello che faccio? Penso alla faccia di Akane se vedesse il biglietto. Mi prende sempre in giro perché vivo ancora con mia madre. Dice che sono un bambino viziato e mammone, mi chiede sempre quando mi deciderò a crescere e ad andarmene, ma so che non lo pensa davvero. Sa quanto mia madre si senta sola da quando quel dannato di mio padre se ne è andato e so che il fatto che mi prenda cura di lei è una delle cose che le piacciono di più di me. Me lo ha persino detto un paio di volte. Sorrido, a mia madre piace molto Akane. Fa sempre commenti su di lei. Su quanto è carina, su quanto è intelligente e onesta e dolce. Come se dovesse convincermi! È vero che non le ho mai fatto capire quanto mi piaccia, ma è mia madre e mi conosce: sa che con lei sono diverso rispetto a tutte le altre. Sarei curioso di sapere cosa penserebbe se sapesse cosa stiamo facendo. Non credo che si limiterebbe a sorridere della cosa come fa di solito con i nostri battibecchi. Credo che ci rimarrebbe molto male. Ha sempre pensato che io e Akane saremmo finiti insieme, ma non credo si aspettasse in questo modo. Neanche io me lo aspettavo. Mi siedo stancamente e scoperchio la ciotola di riso e verdure che mia madre mi ha lasciato. Il riso è freddo e appiccicoso, deve essere lì da molto. Ma che ore sono? Guardo l’orologio e rimango di stucco: sono le 9 e 20 cazzo! Dovevo essere a lavoro 50 minuti fa! Imprecando finisco di trangugiare la mia colazione e volo a cambiarmi.



Non mi sono mossa dal letto per un’intera ora. Non ne avevo nessuna voglia, ma poi mi ha chiamata ukyo. Ha detto che passerà a prendermi e mi porterà a fare spese e poi a pranzo. Mi ha chiamata alle 9 per dirmi cha sarebbe passata alle 10. Così non ho avuto scelta, non potevo permettere che mi vedesse in queste condizioni. Ho provato a dissuaderla, ma è più cocciuta di un mulo e poi mi farà bene parlare di tutta questa faccenda con qualcuno. Lei è l’unica che sappia cosa provo davvero per Ranma. è la mia migliore amica dai tempi della scuola ed è l’unica a cui abbia mai confidato i miei sentimenti. Lei aveva già capito tutto da sola in realtà. Aveva intuito che dietro i nostri battibecchi si celava qualcosa di più. Da parte mia aveva avuto senza dubbio ragione, ma lei si ostinava a credere che anche lui provasse lo stesso per me e faceva di tutto per spingerci a confessare. Io avevo ceduto quasi subito. Sono sempre stata una ragazza molto riservata, ma sentivo di potermi fidare di lei. I suoi modi bruschi e decisi con me non avevano avuto effetto, avevo intuito la dolcezza e la fragilità che celavano e l’avevo sempre trattata con rispetto spingendo gli altri a fare lo stesso. Pensavo che fosse dura adattarsi ad una nuova scuola e avevo paura che si sentisse troppo sola. La mia amicizia e quella di Ranma si sono rivelate subito preziose per lei, piano piano l’abbiamo fatta uscire dal suo guscio e adesso lei è parte integrante del nostro piccolo gruppo. È una ragazza così allegra e vivace che riscuote molto successo specialmente con i ragazzi. Ha sempre la battuta pronta ed è molto decisa. Quando vuole una cosa se la prende. Qualche volta vorrei essere come lei, anche se a dirla tutto e proprio per questo che mi trovo in questo guaio!



Apro la porta del giornale e mi fiondo al mio posto sperando di passare inosservato, Daisuke si affaccia dal suo cubicolo e mi bisbiglia uno stupido “sei in ritardo”. Come se non lo sapessi! Ma la cosa che mi infastidisce di più è quel sorrisetto malizioso e quella strana luce che ha negli occhi “che c’è? ” insiste “hai fatto le ore piccola?”. Sbuffo irritato e ringhio un caustico “dopo” ho infatti notato che quel dannato del nostro capo si sta avvicinando, Daisuke segue il mio sguardo e scatta al suo posto. Anche io mi giro ed accendo il computer fissando lo schermo con tanta intensità che mi meraviglio che non esploda. Mi rilasso credendo che sia passato oltre, ma dopo un secondo sento il suo fiato sul collo “bene bene, guarda un po’ chi ha deciso di farsi vivo” cinguetta sarcastico. Io mi mordo la lingua per non rispondere come vorrei. Lui è il capo, lui è il capo, mi ripeto per non esplodere. Stamattina ci mancava solo lui! “lo sai che sei in ritardo di quasi due ore Saotome?” non sembra notare la mia postura rigida e le mani strette a pugno lungo i fianchi, o forse si e si diverte a provocarmi perché sa di essere in una posizione di vantaggio. Per un attimo non dico niente poi sentendo lo sguardo di mezzo ufficio su di me e maledicendomi per questo prendo un sospiro e dico “mi dispiace signore”.Odio dovermi umiliare così, ma ho bisogno di questo lavoro e non posso negare di essere in colossale ritardo! Il capo sembra soddisfatto, posso immaginare il sorriso compiaciuto su quella faccia da deficiente. I colleghi sembrano delusi e tornano ai loro posti, forse si aspettavano una reazione diversa; come mi sarebbe piaciuto accontentarli! È da quando sono qui che sogno di dare una lezione a quel tipo, ma questo lavoro mi serve e mi piace anche, lavoro con due dei miei migliori amici e sono pagato per guardare partite tutto il giorno. Per questo posso sopportare qualche frecciatina da quel dannato Kuno. Lo sento muoversi ancora alle mie spalle. Forse sta cercando qualcosa di carino da dirmi, ma sa di aver già sfidato la sorte. Deve ricordare ancora le lezioni che gli davo a scuola. Sorrido ricordando quei tempi. Dopo un po’ lo sento allontanarsi poi la sua voce aggiungere “cerca di non sprecare il poco tempo che ti resta, prendi Daisuke e corri al Keplan, la squadra di kendo darà una conferenza stampa.”. Bene! Proprio quello che ci voleva! Sono già l e dieci passate e la conferenza prenderà tutto il resto della mattinata, non dovrò rivedere quel suo brutto muso fin dopo il pranzo! Afferro la borsa con la mia attrezzatura e mi precipito fuori seguito a ruota da Daisuke.

Ukyo è in ritardo, mi lascio cadere all’indietro sul letto a gambe e braccia aperte e sbuffo. Sono terribilmente nervosa e penso di stare diventando pazza. Alterno crisi di pianto isterico a risatine incontrollate ogni qual volta ripenso a ieri notte. Se da un lato mi sento uno schifo per come sono andate le cose, dall’altro non posso non pensare che, al di là di tutto, quello che volevo si è finalmente avverato. Persino adesso ripensarci mi fa arrossire. Mi sento ancora le sue mani addosso e il sapore delle sue labbra sulle mie. Anche se non come avrei voluto stanotte per me è stata speciale e non so cosa darei perché lo sia stata un po’ anche per lui. Ma non voglio illudermi, non posso illudermi! L’ho fatto per anni: ogni volta che faceva qualcosa di carino per me mi dicevo ecco, ci siamo, “adesso mi dirà che ha capito che mi ama e che non può stare senza di me” oppure “adesso mi bacia e vivremo per sempre felici”. Ma non è mai successo.

Lui ha il suo sport, il suo lavoro, le sue arti marziali e le sue stupide ragazze usa e getta. Il solo pensiero che adesso per lui sono una di loro mi fa venire di nuovo le lacrime agli occhi. Mi ha sempre detto che non si sarebbe mai potuto interessato a me perché sono un maschiaccio violento e senza un briciolo di sexappeal, io ci stavo male all’inizio, ma mi sono sempre consolata dicendomi che la ragione era un’altra, che in realtà lui con me non faceva certe cose perché mi rispettava e mi riteneva speciale. Ma allora stanotte? I dubbi e i rimpianti mi tormentano. Se solo non fossi stata così debole adesso potrei ancora guardarmi allo specchio e guardare lui in faccia! Il suono insistente di un clacson ha il potere di riscuotermi dai miei atroci pensieri. Sospiro e vado alla finestra: la macchina di Ukyo è posteggiata di fronte a casa mia e lei è dentro che mi saluta con una mano. “scendo ” le urlo. Poi afferro la giacca e con un ennesimo sospiro vado alla porta.



Sono a pranzo con Daisuke, la conferenza è finita da poco e non siamo ancora rientrati in ufficio. Lui mi parla, ma io sono distratto: gioco col cibo, controllo spesso l’orologio e il cellulare. Sbuffo e sospiro in continuazione e dopo un po’ lui se ne accorge. “Ranma, ma che cos’hai oggi? È da stamattina che sei strano”. ha ragione, ma non so cosa dirgli. Vorrei raccontargli tutto, giusto per dirlo a qualcuno e sfogarmi un po’, ma non so se è una buona idea. Mi tormento il colletto della camicia indeciso, sento il suo sguardo curioso su di me e alla fine non mi trattengo più: “ieri sono stato con una ragazza” sbotto prima di riuscire a controllarmi. Lui sgrana gli occhi e poi sorride malizioso “forte amico!”. Io gli sorrido di rimando, non molto convinto e ancora imbarazzato. Apro bocca per dirgli il resto, ma lui mi anticipa “e chi è la fortunata? La conosco?”. Quando io annuisco lui spalanca ancora di più gli occhi e prima che possa chiederlo glie lo dico: “si tratta di Akane”. L’espressione comparsa sul volto del mio amico è di pura incredulità, ha la bocca spalancata e gli occhi sporgenti, mi fissa come se avessi detto chissà quale assurdità poi finalmente ritrova la parola “cioè, mi stai di dicendo che tu e Akane… si insomma che voi…” io annuisco. In effetti al momento non sono capace di fare altro. Lui si gratta pensieroso la testa, ha ancora la bocca aperta poi sembra riprendersi e sorride. Un sorriso luminoso, a trentadue denti. Negli occhi uno sguardo ammiccante e luminoso. “ma è fantastico!” esclama con entusiasmo dandomi una pacca sulla spalla. “già” riesco a dire alla fine, ma il mio tono è al quanto depresso. Lui mi guarda perplesso “è andata tanto male?” mi chiede. Io scuoto la testa, “no, è stato fantastico!” dico. Lui mi guarda senza capire “e qual è il problema allora?”. prendo un respiro profondo per farmi coraggio: “lei vuole un amico di letto!”. Lui quasi si strozza con la birra che sta bevendo. “un amico di letto?” mi fissa incredulo, forse non pensa di aver capito bene “e lo ha chiesto a te?”. “già” rispondo io con amarezza prendendo un sorso d’acqua. “e di cosa ti lamenti scusa?”. Mi fissa in modo strano “a meno che tu non voglia essere qualcosa di più per lei, è questo Ranma? Vuoi essere il fidanzato dolce e premuroso di Akane?”. Colgo la provocazione, ma non posso fare a meno di agitarmi a disagio sulla sedia. Lo guardo male e poi prendo a negare convulsamente; “ma come ti viene in mente? Io con quel maschiaccio violento e senza un pizzico di sex appeal? Tu sei matto!”. Lui mi fissa scettico e rincara la dose: “beh, se ti costa tanto andare a letto con Akane fatti da parte, ti sostituisco io”. La sola idea mi paralizza dall’orrore, ma non lo do a vedere. Raddrizzo le spalle e bevo un altro sorso d’acqua poi sorrido sprezzante “scordatelo” dico “lei è mia!”.

“Tu e Ranma cosa???”. Strilla Ukyo mentre mi fissa come se mi vedesse per la prima volta. Siamo a pranzo insieme e le ho appena raccontato della notte scorsa. Lei per poco non si è strozzata e adesso mi sta guardando a bocca aperta, non sa cosa dire e glie lo leggo in faccia. “si, noi abbiamo fatto sesso, ma ti prego abbassa la voce” la supplico. Lei si scusa poi torna a fissarmi “ma come è successo?” mi chiede “gli hai confessato tutto?”. È il mio turno di strozzarmi; “ma cosa stai dicendo?”. Lei mi fissa interrogativa, io abbasso gli occhi e lo dico: “noi…facciamo sesso e basta ”. Mi sento ardere le guance mentre lo dico e non ho il coraggio di guardarla in faccia. Me la vedo già con la sua espressione sconvolta e commiserevole, ma quando parla nella sua voce c’è solo esasperazione e, possibile?, una nota di divertimento “ma è possibile che sei così testona? Ma come ti è venuta in mente una cosa del genere?” mi chiede. Io continuo a fissare il mio piatto immobile “io non volevo” dico più a me stessa che a lei. “in che senso non volevi?” il suo tono è impaziente e mi intimorisce.”io…”, inizio titubante, “io ero rimasta colpita da quello che ci avevi raccontato di te e Ryoga e volevo solo sapere cosa ne pensasse lui, ma lui…”. Azzardo un’occhiata alla mia amica, che con un gesto della mano mi invita a continuare e così faccio: “ma lui ha pensato che glie lo stessi chiedendo e mi ha detto che secondo lui non ne sarei stata capace”. “beh, aveva ragione” sbotta Ukyo; io la guardo e arrossisco ancora di più “si, però tu mi conosci, se mi dicono che non posso fare una cosa io mi fisso…”. Mi blocco per prendere fiato e continuo “ E allora l’ho sfidato”.

Ukyo impallidisce “tu cosa???” mi chiede sgomenta, “ma sei diventata pazza? Lo hai sfidato? E ti sorprendi anche che siete finiti a letto insieme?”. Io la guardo e sospiro, so anche io che ho sbagliato, ma questa volta era diverso. “Ukyo, io pensavo che questa volta avrei potuto vincere” le dico seria, lei mi guarda scettica; “davvero?” mi chiede. Io annuisco, “sai anche tu quello che ha sempre detto su di me, di quanto sia brutta, poco attraente e tutti i suoi soliti complimenti, credevo che alla fine si sarebbe tirato indietro”. Lei sospira e si porta una mano alla fronte “oh Akane, sei proprio senza speranze! Davvero credevi che avrebbe mollato una sfida perché ti trova brutta?” io annuisco convinta, lei invece scoppia a ridere “ma se non riesce mai a staccarti gli occhi di dosso!”. Io mi sento avvampare vorrei smentire, ma il ricordo di questa notte mi assale; possibile che lui mi desiderasse davvero e io non me ne sia mai accorta? Ukyo mi riporta alla realtà “e adesso cosa hai intensione di fare” mi chiede. Io scuoto la testa pensierosa “non lo so” dico alla fine, poi non riesco più a trattenermi e le confido la cosa che sta opprimendo il cuore: “sono una sgualdrina!”. La voce mi è uscita in un sospiro lamentoso e sento già gli occhi riempirsi di lacrime. Ukyo mi fissa perplessa poi la sua espressione si addolcisce, si avvicina a me e mi passa una mano sulla spalla. “Akane, ma come puoi dire una cosa del genere?”.io continuo a piangere con la testa sul tavolino, la gente ci starà fissando, ma non mi importa. “hai fatto l’amore con un solo ragazzo in tutta la tua vita, il ragazzo di cui sei innamorata da quando hai 5 anni, e ti senti una sgualdrina?”. Io tiro su col naso e la guardo negli occhi.

“si, ma lui non lo sa, lui pensa che lo avrei fatto con chiunque!” la mia voce sembra quella di una bambina piagnucolosa. “che vuol dire che lui non lo sa?” Ukyo mi guarda con sguardo severo “non gli hai detto che era il primo?”. Io sbuffo tra le lacrime e mi scappa anche un sorriso “ho 25 anni, se lo avesse saputo mi avrebbe preso in giro per tutta la vita!”. Ukyo scuote la testa e il suo sguardo non mi piace. “smettila di guardarmi così” le dico “che cosa avrei dovuto dirgli? Che alla mia età l’unica mia esperienza prima di ieri è stata quel bacio che mi ha dato lui a 17 anni?” . Ukyo sgrana gli occhi “non hai nemmeno più baciato nessuno da allora?”. Io scuoto la testa, “ma sei uscita con molti ragazzi anche all’università…” è perplessa e l’incredulità le si legge in faccia. “ci uscivo solo per ripicca, perché lui si dava da fare con mezzo campus e mi dava della zitella acida davanti a tutti!” confesso. Lei mi guarda ancora a bocca “ma nemmeno un bacio?” insiste lei, “nemmeno con Shinnosuke?”. “no, stavo per farlo, ma poi l’ho guardato e ho visto che non era Ranma. A quel punto non mi sembrava più giusto e poi…”, le lancio un’occhiata e sento la mia faccia già rossa andare a fuoco, “e poi il primo era stato così bello, così perfetto…”.


A quel punto Mi perdo nel ricordo di quel primo bacio: mi sembra di sentire il profumo del mare, lo scoppiettio del fuoco e le risate degli amici attorno a me. Era una notte d’estate e stavamo tutti in spiaggia a ridere e giocare. Non so chi avesse proposto quel gioco, ma se mi concentro vedo ancora la luce maliziosa negli occhi di Ukyo mentre gira la bottiglia che “casualmente” si blocca prima su di me e poi su di lui. Posso sentire i compagni gridare “bacio, bacio, bacio!”. Rivedo lui che sbuffa senza neanche guardarmi e nella mia testa riecheggiano le sue parole così taglienti e crudeli; “tze, non ho intenzione di baciare quella racchia!” così aveva detto! Mi ero sentita morire e per un attimo ero rimasta sospesa ; sentivo i ragazzi incoraggiarlo e ukyo cercare di forzare la sua decisione “Ranma, sono le regole del gioco!”. Se chiudo gli occhi posso vedermi riprendere il controllo e bloccare le sue proteste; risento ancora le mie parole così calme e controllate da stupire per prima me stessa, “lascia stare Ukyo, se lui non ha il coraggio vuol dire che bacerò…. ”. Mi ero voltata con calma verso di lui e gli avevo chiesto se per lui andava bene “sicuro che si!” era stata la sua risposta seguita dagli urli entusiasti degli amici. Ed ero stata sul punto di farlo davvero quando braccia forti e sicure mi avevano strappata via dal mio ripiego e trascinata al centro del cerchio vicino al fuoco. Ricordo il mio sguardo confuso specchiarsi nel suo cipiglio deciso, le sue braccia attorno al mio corpo. Non mi aveva dato neanche il tempo di ribattere che si era tuffato sulle mie labbra. Prima lievemente e poi regalandomi il bacio dolce e passionale che avevo sempre sognato. Se ripenso ai fischi e alle grida dei miei amici su quella spiaggia, mi sento ancora arrossire. Poi il momento era passato, lui si era staccato da me come se nulla fosse e si era allontanato con noncuranza. Lasciandomi lì, nel bel mezzo di un cerchio di ragazzi perplessi e curiosi e con il cuore che mi batteva a mille.

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Allora, volevo cominciare col dire che è la prima mia fic a sfondo “sessuale”. Quindi se le scene non vi convincono ben vengano critiche e consigli. Inoltre vorrei aggiungere che la scelta del cambio dalla terza persona alla prima durante la narrazione è voluta: il mio intento è quello di descrivere gli avvenimenti e poi approfondire le impressioni dei protagonisti in proposito. Non so se la cosa funzioni o meno e vorrei un parere in proposito. Grazie per l’attenzione, a presto, Ale.
  
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