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Autore: orphan_account    30/04/2012    47 recensioni
Ero a pezzi, fisicamente e mentalmente. Stavo cercando disperatamente di dire quello che pensavo, ma la mia gola era chiusa e non riuscivo a respirare dal dolore: "A-Avete la minima idea di quello che ho dovuto sopportare? Di quello che ancora sopporto, tutti i giorni?"
Li guardai con sfida. Due di loro era chiaramente confusi, come se non avessero la minima idea di cosa stessi parlando. Liam e Niall, invece, abbassarono lo sguardo.
[...]
"Per favore, Taylor! Lasciati aiutare." Liam mi stava supplicando, ma i suoi occhi non riuscivano a scollarsi dalle mie braccia. Niall era così disperato che per poco non si metteva a piangere. Dieci minuti dopo questo teatrino mi abbandonai alle lacrime, lasciandomi scivolare lungo il muro del bagno.
Basta, ora basta.
Srotolai le bende bianche e voltai le braccia verso di loro.
E proprio in quel preciso istante, la porta si aprì, e Zayn entrò nella stanza. No, lui no. Lui non doveva vedere i tagli, non potevo permetterlo.
I suoi occhi saettarono verso le mie braccia scoperte, e la sua espressione cambiò di colpo.
[Gli aggiornamenti sono molto lenti. Siete avvertite.]
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Ci sono persone che ci amano,
ma che semplicemente non sanno come dimostrarlo.
Rudyard Kipling

POV Gary

11 settembre 2:28
Scesi di fretta dalla macchina di Louis: “Ci si vede, allora. Ah... e grazie Louis.” aggiunsi, cercando di mantenere un minimo di educazione.

Non c'è di che.” il mio cuore saltellò allegramente nel mio petto quando vidi il suo sorriso smagliante.
Se fossi stato a guardarlo ancora un po' sarei finito per saltargli addosso. Ma sapevo che dopo mi avrebbe disprezzato, non avrebbe più avuto tutta quella elasticità mentale.
Era troppo bello, troppo atletico, troppo interessante per essere gay. No, semplicemente lui
non era gay.
A lui piacevano i meloni, non le banane.
Una sferzata di aria gelida mi riportò sul pianeta terra, rendendomi cosciente dei pensieri stupidi che stavo facendo. Se adesso mi mettevo a paragonare le tette ai meloni ero davvero messo
male.
Senza darmi la possibilità di imbarazzarmi oltre, mi girai e zoppicai verso la porta in legno di casa mia.
Ad ogni passo il sistema nervoso mi mandava fitte atroci di dolore al cervello. Il polso era completamente inerte al mio fianco, e il labbro mi pulsava tutte le volte che lo muovevo.
Alzai piano il braccio per aprire la porta, lasciandomi scappare un piccolo gemito quando mi sentii tirare tutti i muscoli delle spalle.
Mi sentivo come se mi avesse tirato sotto un tram, mi faceva male tutto.
Spalancai l'ingresso: “Sono a casa.” avvertii, allargando per sbaglio il taglio sul labbro e facendo scivolare una gocciolina di sangue lungo il mento.
Come tutti i giorni, la mia sorellina mi corse incontro, abbracciandomi le ginocchia con le sue piccole manine da bimba di sei anni.
Ma la sua faccia felice si trasformò velocemente in una preoccupata mentre mi guardava bene: “Fratellone, perché hai le macchie blu addosso?” mi domandò, punzecchiando un livido con la
fronte corrugata.
Mantenni con difficoltà un'espressione neutrale e la lasciai fare, nonostante volessi spingere via la mano che mi stava procurando tutta quella sofferenza.

Stiamo facendo una recita a scuola, è solo trucco.” dissi con il mio migliore sorriso, “Ora però andiamo dentro a salutare Mia.”
Entrai in casa, appoggiando lo zaino di fianco all'ingresso. Mi buttai sul divano, stravolto.
Mia sorella cominciò a ballarmi intorno, facendomi sorridere: “Oggi a scuola abbiamo fatto un disegno. Io ho disegnato te, fratellone.” corse verso la cucina e tornò con un foglio in mano.
Me lo porse. Era il tipico disegno da prima elementare: faccia a forma di uovo, i capelli che sparavano dappertutto e un sorriso che praticamente usciva dalla faccia.

Ma è bellissimo, Sophia!” dissi, scompigliandole i capelli biondo sabbia così simili ai miei, “E cos'altro avete fatto?” domandai, guardando negli occhi grigi che erano uguali a quelli di Mia, che
avevano entrambi presi da papà.

Abbiamo fatto le collane di pasta.” urlò eccitata con una risatina macabra.
“Perché ridi?” chiesi, tra il contento che mia sorella fosse felice e l'inquietato per la risatina malvagia.

Sharon si è soffocata con un fusillo.” annunciò contenta. Sospirai, sapendo bene quanto potessero essere crudeli e insensibili i bimbi di quell'età.
Sophia, sai che non c'è niente da ridere.” la sgridai, ma senza riuscire ad imporre la giusta severità al mio tono. Semplicemente le volevo troppo bene anche solo per sgridarla.

Sentii i passi di Mia scendere le scale. Mia era più grande di me di due anni e faceva l'ultimo anno di liceo, ma in un'altra scuola. Fino all'anno scorso veniva a scuola con me, ma poi una
scuola privata le aveva offerto una borsa di studio per l'ultimo anno di liceo e il college, ed era stata un'occasione imperdibile.
Perché se non fosse stato per la borsa di studio, non sarebbe mai riuscita ad andare al college. I soldi cominciavano a scarseggiare, da quando papà era morto tre anni fa per un incidente
stradale; mamma tornava a casa tardissimo solo per fare in modo di riuscire a pagare tutte le bollette.
Mi girai verso le scale e le sorrisi, mormorando un saluto.
I suoi occhi nocciola si allargarono, e si portò una mano alla bocca: “Porca putta-” si morse la lingua, ricordandosi di parlare in modo adeguato davanti a Sophia.

Sophia, perché non vai a vedere la tele?” disse gentilmente Mia, ma i suoi occhi erano ancora spaventati.
Lei corse via, lasciandoci soli.
Mia si avvicinò a guardarmi bene: “Vieni, andiamo a rimetterti in sesto.” disse con un sorriso mezzo sentito.
Mi alzai dal divano, afferrando le garze e il disinfettante che Taylor mi aveva comprato.
Seguii Mia in bagno, e chiusi a chiave la porta. Feci attenzione a non guardarmi allo specchio, non sarei riuscito a sopportare la vista del mio viso martoriato.
Mia sorella mi fece sedere, e mi sfilò dalle mani il disinfettante.
Con molta delicatezza, mi tamponò il labbro spaccato con un batuffolo di cotone imbevuto: “Togliti la maglietta.” ordinò, in un tono che non ammetteva repliche. Feci una smorfia, ma, facendo
attenzione a non farmi dell'altro male, gettai la maglietta di lato.
Mia sussultò: “Io li ammazzo.” la sua voce suonava morta, inespressiva. Ci eravamo già passati, dovevo solo cercare di convincerla che fossi a posto.

Mia, rilassati, sembra peggio di quello che è.”
Ti sei visto, Gary? Questa volta sei davvero messo male.” mi mormorò, con quella voce affranta che mi faceva venir voglia di piangere.

Sospirai: “Beh, rimane il fatto che non li puoi uccidere.”
Mia cominciò a passare del disinfettante su tutti i tagli, anche i più piccoli, con precisione millimetrica: “Cos'altro posso fare, allora?”
Io ridacchiai, afferrando al volo l'opportunità: “Una pizza non sarebbe male.”
Li restò spiazzata per un secondo, poi prese a sorridere: “E pizza sia.”
Dopo che mi ebbe anche fasciato il polso, fece una domanda a bruciapelo, che non mi aspettavo: “Chi ti ha comprato queste cose?”Senza motivo, le mie guance diventarono vagamente rosse: “Taylor.”
Mia sollevò un sopracciglio: “Ma tu non eri dell'altra sponda?” l'insinuazione sulla mia sessualità mi fece diventare simile ad un peperone.

Lo sono! Taylor è solo una compagna di scuola.” mi difesi.
La conosco?” chiese, facendo mente locale su tutti i suoi vecchi compagni.

Persi qualche secondo a cercare di ricordarmi come facesse di cognome, per poi fare la migliore descrizione oggettiva di cui fossi capace: “Taylor Austen. È magrissima, con un visino davvero
carino, gli occhi verdi ed è molto timida.”
Gli occhi di mia sorella si illuminarono: “Oh, lei! Sì, mi ricordo di Taylor. Ringraziala da parte mia, domani.”
Mia stava per uscire dal bagno per andare a controllare Sophia, quando riuscii a prendere abbastanza coraggio per dirle una cosa che mi stava asfissiando da quando ero uscito dalla
macchina.

Mia, e se ti dicessi che mi sono preso una cotta per un ragazzo?” la mia voce uscì più flebile di quanto avrei voluto.
Oddio! Davvero? Ma è stupendo! Voglio sapere chi è, come l'hai conosciuto, dove abita e il suo numero di targa.” disse, sovreccitata, facendo una specie di balletto in mezzo al bagno.
Ehm...” dissi, deglutendo rumorosamente.

Mia sorella ridacchiò: “Sei così carino quando sei imbarazzato.” mi nascosi la faccia con le maniche della felpa che mi ero rimesso addosso, cercando di nascondere le mie guance rosse.
Si, vabbé, ora vai da Sophia, però.” mormorai, cercando di distogliere l'attenzione da me.
Mia sbuffò, ma cominciò ad uscire con un grosso sorriso dipinto sulle labbra. Si fermò sulla soglia della porta, guardandomi per l'ultima volta: “Almeno mi dici come si chiama?” mi supplicò.
La mia mente evocò di nuovo l'immagine del suo sorriso spensierato.

Louis. Si chiama Louis.” mormorai, acutamente consapevole del tono sognante che aveva assunto la mia voce.

POV Harry

11 settembre 2:18
Mi sentivo uno schifo. Ero una persona miserabile. Davvero, non sapevo cosa stessi pensando quando le avevo tirato quel pugno. Taylor, quella ragazza così timida e dolce. E io le avevo fatto del male. Porca miseria.

Io non ce la faccio, Zayn.” dissi, esasperato, mentre continuavo a fare avanti e indietro per la mia stanza, scoccando ogni tanto uno sguardo nervoso al ragazzo seduto comodamente sul mio
letto.

Lui sospirò, lanciandomi un'occhiataccia: “È la decima volta che me lo dici, l'ho capito che ti senti in colpa.”
Tirai un calcio al letto, facendomi un male cane all'alluce: “Perché, tu no? Come fai a stare così tranquillo?” sbottai, perdendo quel minimo di compostezza che mi era rimasta.

Harry, devi stare tranquillo. È inutile disperarsi ora, il danno è già stato fatto.” disse. Ad una persona qualsiasi, Zayn sembrava menefreghista ed insensibile, ma io riuscivo a leggere tra le righe.
E in quel momento i suoi occhi mi stavano dicendo chiaramente che anche lui non sapeva più dove andare a sbattere la testa con questa storia.
Guarda che lo so che ti senti in colpa pure tu.” mormorai, con un mezzo sorriso.
Zayn si girò a guardarmi con uno scintillio di divertimento nascosto nel profondo dei suoi occhi: “E cosa intendi fare a proposito?” domandò ironicamente con il suo sorrisetto arrogante.
Mi avvicinai al suo volto, fissando i miei occhi verdi nei suoi marroni: “Farci perdonare.”
Lui sollevò un sopracciglio e sbuffò: “Harry, ti rendo conto del fatto che non ci riuscirai mai, vero? Hai tradito la sua fiducia, le hai fatto del male sia fisicamente che mentalmente. Anche se fosse la ragazza più comprensiva del mondo non ci perdonerebbe. Nemmeno se le costruissimo una statua.”
Mi lasciai cadere accanto a lui: “Dio, il tuo ottimismo è davvero sconvolgente.”
Lui rise, quella risata che aveva fatto impazzire più di una ragazza: “Già, quasi quanto la tua speranza.”
Gli feci una linguaccia, storcendo il naso. Però aveva ragione. Zayn non aveva mai parlato molto, e dopo l'incidente che ci aveva portati tutti e cinque a casa di Hannah era diventato anche più silenzioso. Ma quando parlava si poteva essere certi che ogni sua parola era pensata.

Almeno ci possiamo provare?” lo supplicai con una faccia che avrebbe potuto far concorrenza con quella del gatto con gli stivali nel cartone di Shrek.
Lui sospirò di nuovo, alzandosi e stiracchiando la schiena: “Va bene, come vuoi tu.”
Battei le mani, entusiasta, mentre facevo un piccolo scatto verso la porta. Che per poco non mi arrivò in faccia quando si aprì con uno scatto.
Con un mezzo urletto feci un balzo all'indietro, evitando così che la porta mi arrivasse dritta in faccia.
Entrò Louis, con l'espressione più sconvolta che gli avessi mai visto addosso in tutti gli anni che ci conoscevamo.

Lou... Tutto a posto?” chiese Zayn con una punta di apprensione nel tono e gli occhi preoccupati.
Lui si guardò attorno, confuso: “Cosa? Oh, sì, sto bene. Ho accompagnato Taylor a casa.”
Mi morsi l'interno della guancia: “Come sta?”

È... Non lo so. Si è chiusa in camera sua.” mormorò Louis, gli occhi lucidi e la voce bassa.
Mi sentivo come se fossi appena stato sotterrato da una valanga di sensi di colpa. Mi morsi l'interno della guancia per non mettermi a chiedere perdono in mezzo alla stanza.
Noi stavamo andando a scusarci.” disse Zayn.
Va bene” mormorò, prendendo una maglietta pulita dall'armadio.
Si fermò un secondo a guardarci: “A proposito, Liam e Niall?”

Non sanno niente, sono usciti a fare la spesa assieme a Hannah.” dissi, sentendomi ancora più infimo per quel comportamento. Mi facevo schifo per quello che le avevo fatto.

Louis annuii distrattamente, andando verso il bagno: “Allora andate. Fate piano però, non so come la prenderà. Era abbastanza spaventata quando le ho parlato.”
Mi impressi nella mente il suo consiglio, uscendo dalla stanza con Zayn: “Dici che ci perdonerà?” domandai, disperato di avere il supporto morale di cui avevo bisogno.
Zayn scosse la testa: “Se io fossi Taylor non lo farei, ma lei è strana come ragazza. Per quel poco che la conosco direi che avrà troppa paura delle conseguenze per contraddirci.”

Che conseguenze?” domandai, sbigottito dalle sue conclusioni.
Lui guardò il cielo: “Appunto stupido. Quello che intendevo dire era che lei è convinta che se ci nega quello che vogliamo, noi le faremo del male.” mi specificò.
Io non avrei fatto del male a nessuno! Ero un pacifista, io. Beh, più o meno. Ma non avrei comunque picchiato una ragazza se non mi perdonava per un
mio errore!
Perché pensa una cosa del genere?” non sapevo più se era Zayn quello strano o Taylor.
Zayn fece spallucce: “E cosa ne so io? Magari mi sbaglio anche, ma è stata quella la mia impressione.”
Gli lanciai un'occhiata stranita, fermandomi lentamente di fronte alla porta della camera degli ospiti.
Era strano pensare che l'unica cosa che mi separava dalla persona a cui avessi fatto più male in tutta la mia vita erano quei miseri due centimetri di legno.
Bussai velocemente due volte, ma forse troppo piano perché lei sentisse. Si aprii il rubinetto, e sentii lo scroscio d'acqua.

Taylor, mi fai entrare?” la supplicai, appoggiando un pugno contro la porta. Zayn, di fianco a me, restava in silenzio, l'unico rumore che proveniva da lui erano i silenziosi respiri.
N-no, i-io non t-ti voglio par-parlare.” balbettò con la sua voce delicata apparentemente spaventata. Insieme al pungente rimorso, provai anche la percezione che quello che avesse detto Zayn
prima fosse vero.

Ma non era possibile essere così spaventati da altri ragazzi, non aveva ragione di esserlo.
Per favore!” provai di nuovo.
Quando non arrivò risposta persi speranza: “Non mi perdonerà mai.” sussurrai, battendo delicatamente la testa contro la porta.
Dai, Harry. Non è mica un dramma, la conosci solo da due giorni!” tentò Zayn, cercando inutilmente di consolarmi.
E con questo? È una ragazza dolcissima, e io le ho fatto del male. Per non parlare del fatto che dovrà vivere con noi per le prossime due settimane! Cosa diremo ad Hannah quando si
accorgerà che Taylor ci sta evitando? E a Liam? Vogliamo parlare di Niall, che già la adora?” urlai, dando un pugno al muro.

Zayn mi prese per le spalle: “Ehi, ehi, tranquillo. Ora risolviamo tutto.” disse, inginocchiandosi davanti alla serratura della porta.
Zayn...? Cosa stai facendo?” domandai, sempre più confuso. Mi stava scoppiando la testa.
Zayn fece una risata breve: “Non hai mai scassinato una serratura?”
Solo il lucchetto del diario segreto di mia sorella.” ammisi, ricordandomi di quell'episodio di tanti anni fa. Gemma aveva sclerato quando lo aveva scoperto. E io mi ero beccato due settimane
di reclusione in casa per punizione.

Tirò una forcina fuori dalla tasca dei pantaloni, cominciando ad armeggiare con la serratura.Giri con una forcina in tasca? È una cosa così... così
gay da fare.” constatai, altamente divertito dalla cosa.
Zayn sorrise: “In queste circostanze torna utile, però.” e dovetti ammettere che aveva ragione ancora una volta. Dopo qualche momento di silenzio tra noi due, la porta si aprì con un
clack
sommesso.
Il moro si rialzò, “Ecco fatto, ora ti puoi andare a scusare.”
Aprii cautamente la porta, entrando con passo felpato nella stanza silenziosa e assolutamente ordinatissima. In pochi istanti notai il piccolo rigonfiamento nel letto. Mi avvicinai, guardando il
viso pacifico di Taylor.
I suoi capelli le incorniciavano il viso a forma di cuore, e la sua bocca era leggermente dischiusa. Riuscivo a malapena a sentire i suoi lenti respiri. Sembrava una specie di angelo caduto in
terra mentre dormiva, non si nascondeva il viso con i capelli e sembrava felice.
Certo, non era di una bellezza sconvolgente, aveva parecchie pecche. Era decisamente troppo magra, quasi scheletrica, si vestiva con quelle pile di felpe grandissime che la facevano sembrare ancora più piccola ed era fin troppo timida. Ma sembrava un angelo lo stesso. E io avevo picchiato un angelo. Il mio stomaco si attorcigliò su se stesso.
La voce di Zayn interruppe l'incantesimo: “Harry, chiama subito un'ambulanza.”
Mi girai di scatto a guardarlo, spaventato. Non erano tanto le parole, anche se quelle giocarono il loro ruolo, ma il suo tono molto allarmato. Era una delle poche volte che Zayn perdeva così tanto il controllo sulle sue emozioni, facendole trasparire al mondo esterno.
Era di schiena, stava guardando qualcosa nelle sue mani.

Ti senti male?” domandai velocemente, tirando fuori il cellulare dalla tasca e premendo in successione i tasti 9-1-1.
Io sto bene, è Taylor!” disse preoccupato. Stavo per schiacciare il verde, ma le sue parole mi fermarono.
Zayn... Taylor sta solo dormendo.” gli dissi, cercando di capire da dove venisse tutta quell'ansia.

Si girò verso di me, con gli occhi scuri privi di barriere, facendo trasparire tutta la sua paura: “Non sta dormendo, ha preso dei sonniferi! Chiama questa maledetta ambulanza e digli che Taylor
ha tentato il suicidio.” mi disse, lanciandomi una confezione di pastiglie quasi vuota.
I miei battiti cardiaci accelerarono mentre chiamavo il pronto soccorso.
“Vado a chiamare gli altri, tu stai qui con lei.” mi disse, uscendo dalla stanza senza aspettare una risposta.
Mi portai il cellulare all'orecchio, imprecando ogni volta che squillava senza che rispondesse nessuno.
Al quarto squillo mi rispose una voce femminile molto annoiata: “Buongiorno. Qual'è la sua emergenza?”

Una mia amica ha fatto un'overdose di sonniferi.” dissi velocemente, con la voce che tremava.
Indirizzo?” domandò, la voce immediatamente più attenta. Le dettai velocemente l'indirizzo di casa, sempre più spaventato.
Mando subito un'ambulanza. Se la sente di rispondere ad alcune domande?”
Sì, certo.” dissi. Avrei fatto qualunque cosa per aiutare Taylor in questo momento.
Quante pillole ha ingoiato?” mi chinai e contai in fretta i cerchietti vuoti. Il cuore mi cominciò a battere come se volesse uscire dalla gabbia toracica mentre le contavo tutte.
Nove.” dissi, mentre una sola lacrima mi solcava il viso. Avevo paura. Avevo una dannatissima paura che Taylor morisse.
Sa se ha assunto anche sostanza alcoliche o stupefacenti?”
No, io-io non lo so.” dissi, sedendomi per terra.

La signora dall'altra parte tossì: “Grazie per la collaborazione, l'ambulanza sta arrivando, dovrebbero volerci solo altri due minuti. Vuole che rimanga in linea con lei mentre aspetta l'arrivo
dell'ambulanza?”

Non ce n'è bisogno, grazie.” sussurrai, tremando come una foglia. Misi giù la cornetta, passandomi una mano tra i capelli.
La porta della stanza si aprì di nuovo, facendomi guardare in alto. Louis entrò nella stanza, accucciandosi di fianco a me. Era pallido come un cadavere, eppure cercava ancora di aiutare me.
Ehi, Harold. Come ti senti?” mi domandò con voce arrochita.
Lo ignorai completamente, aggrappandomi alla sua maglietta come se fosse la mia ultima ancora di salvezza: “Secondo te morirà?” domandai, la mia voce inudibile.
Anche lui ignorò la mia domanda per farne un'altra: “Harry... Tu credi nei miracoli?”
Ci pensai su un attimo: “Sì, perché?”
“Allora Taylor starà bene.” mi tranquillizzò, passandomi una mano sulla schiena e aiutandomi a rialzarmi.

Andiamo ad aspettare l'ambulanza in salotto.” mormorai, guardando la faccia per una volta seria del mio migliore amico.
L'unica cosa che mi passava per mente era: come aveva potuto? Non ne aveva ragione, con una chiacchierata avremmo potuto risolvere tutti questi problemi. Per l'amor di Dio, aveva provato a
suicidarsi, non era proprio una sciocchezza. Non poteva morire, non così. Non prima che avessi avuto l'opportunità di farmi perdonare.
 

POV Liam

11 settembre 2:40
Quando mi suonò il cellulare eravamo nel reparto verdura. Lo tirai fuori dalla tasca, guardando il nome di Zayn lampeggiare sullo schermo. Niall si girò a guardarmi, silenziosamente domandando chi stesse chiamando, mentre Hannah andava avanti a comprare quello che doveva.
Gli feci segno di aspettare, mentre sentivo il cellulare vibrarmi in mano.
Lo guardai per un secondo, esitando prima di tirare su la cornetta: “Ciao Zayn, che succede?” andai dritto al punto, sapendo che Zayn mi stava chiamando ci doveva per forza essere un'emergenza.
Di solito Zayn preferiva parlare faccia a faccia che con questi 'aggeggi elettronici', come li chiamava lui.

Liam, tornate subito a casa.” disse, la sua voce più brusca del solito e il tono spaventato a malapena trattenuto.
Prestai più attenzione alle sue parole. Non avevo idea di cosa stesse succedendo, ma dal suo tono potevo aspettarmi di tutto. Era forse la seconda volta che lo vedevo perdere completamente le barriere che si era eretto intorno, la prima essendo il piccolo incidente che aveva causato la nostra fuga per venire da Hannah.

Ma qualunque fosse il problema ora, non credevo sarebbe stato possibile superare quello che era successo l'altra volta con Niall.
Cosa succede?” domandai di nuovo, attento a captare qualunque segnale mi stesse inviando. Afferrai Niall per la manica della felpa e cominciai a trascinarlo fuori dal supermercato, completamente dimenticandomi di avvertire Hannah.
Niall cominciò a chiedere informazioni, liberandosi dalla mia stretta per camminare meglio. Ma io lo zittii, cercando di sentire le parole di Zayn, che aveva appena cominciato a parlare.
C'è stata un'emergenza, stiamo andando all'ospedale. Datevi una mossa.”
Emergenza, ospedale... Per poco non andai a sbattere contro un pedone mentre mi mettevo a correre verso il primo taxi che vedevo.
Niall cominciò a corrermi dietro, urlando: “Liam! Liam, dove vai?”

Vieni con me, dobbiamo correre all'ospedale.” gli risposi, fermando un taxi vuoto e dicendo al tassista dove andare. Niall chiuse la portiera dietro di sé, sbuffando, e la macchina ripartì, infilandosi nel traffico fortunatamente scarso del primo pomeriggio.
Tornai a prestare attenzione a Zayn: “Arriviamo, ora mi dici cos'è successo?” domandai di nuovo, spazientito.
Pensai alla faccia sorridente di Harry. Che fosse successo qualcosa al nostro caro Hazza? Mi si strinse il cuore, non avrei potuto sopportarlo.
O magari era Louis. All'immagine di Lou su una barella per poco non scoppiai a piangere.

Taylor.” disse la voce leggermente metallizzata dall'altra parte del telefono. Per un secondo non capii di cosa stesse parlando, e poi, quando finalmente ci arrivai, aprii leggermente la bocca per lo stupore.
Mille scenari mi stavano scorrendo per la testa. Taylor picchiata dai bulli. Un incidente stradale. Un semplice infarto. Forse era solo scivolata e si era rotta il braccio, ma Zayn non si sarebbe
scaldato così tanto in quel caso. O forse sì, si comportava in modo strano attorno alla ragazza.
Niall, di fianco a me, aveva allungato l'orecchio verso la cornetta, origliando la conversazione. Anche lui pareva sconvolto, gli occhi azzurri confusi e persi.

Ha tentato di suicidarsi.” ci informò, la sua voce morta ed inespressiva.
Le sue parole mi riecheggiarono in testa, rimbombando. Misi giù la chiamata, troppo sconvolto per dire altro.
No, niente. E cos'altro dovrebbe esserci? La mia vita va bene, anzi, splendidamente, voglio dire...
Le sue parole di ieri sera mi ritornarono in mente. Era ovvio a prima vista che la sua vita aveva più di una pecca, ma non pensavo sarebbe mai arrivata a questo punto.
Era presa di mira a scuola, e quello potevo capirlo, anche se non era motivo sufficiente per suicidarsi.
E, anche se non sapevo se gli altri quattro ci erano arrivati, io avevo fatto due più due, arrivando alla conclusione che era anoressica. Insomma, se si guardava attentamente era chiaro come il
sole.
Era praticamente una scheletro ambulante, e non mangiava mai.
Lanciai un'occhiata a Niall, che mi stava guardando con i suoi due occhioni azzurri spalancati e colmi di lacrime.
Ma cosa stava pensando? Come poteva anche soltanto ventilare l'ipotesi di togliersi la vita?
Battei un pugno contro il sedile del taxi: “Niall, secondo te qualcuno ha pensato di avvertire i suoi genitori?” domandai. Sarebbero dovute essere le prime persone ad essere chiamate in questi casi, non noi, che potevamo considerarci a malapena suoi amici.
Il taxi frenò dolcemente proprio di fronte all'entrata di emergenza nell'ospedale. Buttai una manciata di banconote al tassista, non curandomi di contarle. Uscii di corsa dalla macchina, seguito a ruota da Niall.
Cominciai a correre verso la segreteria, fermandomi di scatto davanti all'uomo che c'era dietro il bancone.

Buongiorno, come posso aiutarla?”
In che camera è Taylor Austen?” domandai, con la voce che tremava leggermente.

Non poteva morire, non poteva.
Mi dispiace, ma non è possibile vederla.” disse l'uomo, abbassando la voce. Persi un paio di battiti cardiaci alle sue parole.
In che senso?” chiese Niall, praticamente in lacrime. Non poteva essere morta. Doveva vivere. Non riuscivo a pensare ad altro, era l'unica cosa su cui riuscivo a concentrarmi.
È in terapia intensiva, non può ancora vedere nessuno. Ma ci sono altri tre ragazzi di là, che hanno accompagnato qua la signorina Austen, stanno aspettando in corridoio.”
G-grazie.” mormorai, andando a cercare gli altri tre.

Alla fine li trovammo in uno di quei tristissimi corridoi sterilizzati che puzzavano di morte. Harry era seduto con la testa tra le mani, ed era più scosso di quanto lo avessi mai visto. Louis, seduto
di fianco a lui, stava cercando di tirarlo su di morale con alcune delle sue battute, ma senza risultati.
E Zayn stava facendo avanti e indietro lungo il corridoio, incapace di stare fermo. Appena ci avvicinammo abbastanza, Zayn si fermò, girandosi a guardarci per poi ricominciare subito a camminare.

Come sta?” chiese Niall mordendosi il labbro.
Harry alzò la testa, facendomi sussultare alla vista dei suoi occhi arrossati: “E chi lo sa!” sussurrò, accucciandosi contro il petto di Louis.
Avete avvertito i suoi genitori?” domandai, andandomi a sedere di fianco a Louis.
Zayn si fermò di botto e si girò a guardarmi, inarcando un sopracciglio: “Dovevamo?”
Mi state dicendo che i genitori di Taylor non sanno che loro figlia sta morendo?” domandai, incredulo.
Esatto.” disse Zayn, ricominciando a passeggiare avanti e indietro per il corridoio.

In quel preciso momento, una delle porte chiuse si aprì, e un'infermiera stanca uscì dalla camera, guardandoci: “Siete qua per la signorina Austen, ragazzi?”
Noi annuimmo, cercando un qualsiasi segno sulla sua faccia che ci dicesse come stava.
La donna sospirò: “Ho delle buone e delle cattive notizie, purtroppo.”
Mi si gelò il sangue nelle vene. Non poteva essere morta. Non poteva morire.
Taylor... Porca miseria... Ma cosa l'aveva spinta a cercare di suicidarsi?

Ciao ciao ciao :D
Io vi amo tutte, una ad una. 31 recensioni.
Trentuno!! Per non parlare di tutte e 61 le ragazze (ed eventuali ragazzi .-.) che l'hanno messa tra le preferite e le 93 che l'hanno messa tra le seguite. Sono commossa :')
Ok, vi dico che ero un po' bloccata, proprio non sapevo come scrivere il capitolo... E poi è successo che ieri sera mi è venuta la balzana idea di rivedermi la prima stagione di
Skins. E, rivedendo Cassie, è uscito questo coso, che è pure inutile. Cassie è una ragazza d'oro. Qualcuno ha idea di cosa io stia dicendo? No, eh? Va bene, allora, vado avanti.
Per ovvi motivi, il POV di Taylor non c'è, e quindi ho messo Gary, Harry e un piccolo pezzo di Liam. E quello che mi convince poco è proprio il POV di Harry. Spero che vi sia piaciuto, per lo meno...
Non so quando aggiornerò, purtroppo, visto che sto passando un brutto periodo tra scuola, stress e piccoli problemini di cuore che non si risolveranno manco a pagarli...
Prima di smetterla, farò una cosa molto deprimente. Ho cominciato, da grande scema, a scrivere una nuova FF, tutto il contrario di questa. Se a qualcuno interessa, è qui:
Laugh with the sinners and cry with the saints Mi farebbe molto piacere sentire cosa ne pensate! ;)
Much love,
Ele

   
 
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