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Autore: Kysa    24/11/2006    3 recensioni
All'ultimo anno, Draco Malfoy dichiara guerra alla mezzosangue che ha sempre disprezzato, invischiando entrambi in una scommessa che li metterà di fronte alla verità...
Genere: Romantico, Malinconico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Era venerdì mattina quando Hagrid, guardando verso l’entrata di Hogwarts, capì che tirava aria cattiva. Decisamente quella sarebbe stata una pessima giornata, visto chi stava varcando la soglia della scuola…
Lo stesso presentimento lo ebbe Lucilla, quando aprì gli occhi dal suo limbo.
Si mise a sedere nel letto di Tristan, alzò la mano destra e guardò nelle sue lucide unghie nere.
Nel riflesso di queste vide chi stava arrivando col suo passo sprezzante, il suo miserabile orgoglio e il sadico piacere nel sentire i nemici gridare pietà.
All’improvviso un ghigno demoniaco le segnò il viso bellissimo.
Tristan apparve sulla porta del bagno e per un attimo rimase a osservarla. Sentì un brivido a pelle ma c’era talmente abituato che vederla sogghignare per lui fu quasi un sollievo. Infilò di volata una camicia e le andò a fianco. Guardò attraverso le sue unghie lucidissime ma l’Auror non sorrise. Si limitò a sospirare, lasciandosi andare contro i cuscini.
- Noooo…- piagnucolò coprendosi il viso con un guanciale – Non oggi…non lui…-
- Ha proprio voglia di morire.- sibilò Lucilla, trattenendosi a stento dallo sfregarsi le mani.
- Ti prego!- la supplicò guardandola esasperato – Ti prego non fare disastri! Non oggi!-
- Perché no?- chiese capricciosa.
- Per Piton oggi è la gran giornata. Sai…il Sacro Giorno.-
- Non mi dire che vuole far fare alla classe…- lasciò in sospeso la frase e il bel biondo annuì.
- Già. La fatidica prova del nove. I ragazzi sono nella merda. In quella classe, fra le due case, ti posso assicurare che giusto in tre sono veramente abili con le pozioni.-
- Harry non è fra questi, temo.-
Mckay rise, ricordando le facce disperate dei Grifondoro.
- Draco non avrà problemi. È un vero genio. Anche Hermione se la sa cavare. L’altro è Blaise Zabini.-
- L’amico di Malfoy?-
- Si. Comunque sono le undici. Alle due dovrebbero avere la fatidica prova. Sai che Piton ci tiene da matti ma secondo me scoppierà solo un gran casino. Quella pozione è sempre stata un pericolo.-
- Specialmente visto che qualche idiota continua a ostinarsi a far fare lezione insieme a Grifondoro e Serpeverde.- borbottò Lucilla, ributtandosi sotto le lenzuola – Tu invece non devi andare a tormentare qualcuno?-
- Non ho lezione oggi.- disse morbidamente, mettendosi di traverso su di lei – Che ne dici di ingannare il tempo?-
- Sono certa che troverai molto più difficile flirtare con una spada in gola, Mckay.-
Tristan fece una smorfia.
- Mi hai fatto dormire sul pavimento, tendo a ricordatelo.-
- Sei tu che mi hai offerto il letto.- celiò lei sadicamente.
- Si, da dividere in due.-
- Non sei capace di tenerti fermo quando parliamo, figurarsi stesi in un letto.- replicò la Lancaster scocciata – Senti ma ti sembro così stupida? Non sono nata ieri. Potrai andare avanti a dire che non alzerai un dito fino alla fine dei tuoi giorni ma la verità Mc è che sei un porco.-
- Porco a me?- sbottò inferocito – Tesoro, so che nella vostra specie di esseri ghiaccioli senza cuore i sentimenti hanno poca importanza ma c’è una cosa che si chiama attrazione sessuale ed è comune anche a voi.-
- T’è mai passato per la testa che io non ti voglia?- frecciò ironica.
- No.- fu la lapidaria risposta.
Lucilla lasciò perdere, sospirando per calmarsi.
- Dove si sta dirigendo?- chiese, tornando al discorso iniziale.
- Dove vuoi che vada quell'essere molesto?- rise Tristan afferrando un libro – Andrà a segarle al preside presumo.-
- Mi chiedo come il Ministero possa permettere certe cose…- sussurrò Lucilla a un certo punto, stringendo il pugno sulle lenzuola – Quando c’era mio padre…nessun servo di Voldemort avrebbe osato camminare sotto gli occhi di tutti.-
Sentendo il suo tono, l’Auror tornò a stendersi al suo fianco…poi lentamente alzò una mano, per carezzarle la testa.
- Ti mancano vero?-
Lucilla non rispose, chiudendo gli occhi addolorata. Non serviva a niente rivangare. Solo a farla stare peggio.
E il tocco gentile di Tristan non faceva che aumentare il suo dolore. Rappresentava tutto ciò che non poteva più avere. Fece per allontanargli la mano ma lui gliel’afferrò, baciandole il palmo freddo.
Poi, senza dire nulla, fece una mossa azzardata.
Le passò lentamente le braccia attorno alla vita e rimase così, stretto alla sua schiena.
Non lo respinse…e ringraziò il cielo. Era tutto ciò che chiedeva. Voleva solo farle sentire che le era vicino.

Quel giorno per Grifondoro e Serpeverde non sarebbe finito mai probabilmente.
I ragazzi avevano uno sguardo terreo quando si ritrovarono fuori dall’aula degli esperimenti di Piton, nei sotterranei.
Quella stanza era sempre stata off limist per tutti, Gazza compreso. Alcuni, gli anni scorsi, avevano detto che dentro Piton ci squartasse la gente o ci tenesse le mogli avvelenate, cose dei fratelli Weasley naturalmente.
Comunque era tradizione che Piton, a metà anno, verso primavera, facesse una sorta di esame ai suoi allievi del settimo. Una specie di prova del fuoco che in pochi avevano superato in quei decenni d’insegnamento.
La prova era la pozione più pericolosa che mente umana avesse mai potuto concepire…almeno la più pericolosa in mano a diciottenni appena fatti con un odio reciproco non indifferente.
Chi c’era passato l’aveva chiamata la Prova del Fuoco di Piton. Chi veniva segato solitamente si sarebbe tenuto fino al M.A.G.O un fantastico 3 in pagella ma a parte quello nessuno delle due case sembrava particolarmente ansioso di iniziare anche perché sarebbero stati in coppia e gli unici all’altezza, ovvero Draco Malfoy ed Hermione Granger se ne stavano già insieme. Zabini invece avrebbe aiutato Harry anche se Potter non ci scommetteva molto. Piton di certo ci sarebbe andato a nozze con quella storia e figurarsi se si lasciava perdere l’occasione di rifilargli un tre certo fino alla fine del suo ultimo anno.
Se ci pensava gli veniva da piangere. Inoltre, dando un’occhiata dentro alla stanza, gli venne anche da vomitare.
Ron a sua volta, di stomaco delicato, ebbe brutti ricordi.
C’erano una decina di banchi lunghi e scuri, messi in mezzo alla classe, attorniati a ferro di cavallo da grandi scaffali colmi di animali sotto vetro, fra cui lumache e lucertole.
- Non possiamo trovare una scusa?- alitò Neville, già terrorizzato ancora prima che il prof arrivasse.
- Si, così poi ci sbatte un bello zero a tutti.- mugugnò Lavanda amareggiata – Meglio un tre che uno zero, non credi?-
- Dicono che questa pozione sia pericolosissima…- si mise in mezzo Seamus – Voi ne sapete qualcosa?-
Ron annuì vagamente, continuando a fare su e giù.
- Si…mi hanno detto che si chiama…aspetta…la pozione Bomba qualcosa…-
I Serpeverde e Draco in particolare lo fissarono con gli occhi sgranati.
Malfoy aveva ancora lo zigomo viola in ricordo del pugno di Harry ma quella mattina aveva per la testa tutt’altro.
- OblioBomba per caso?- sibilò, fissando Weasley attentamente.
- Ecco bravo Malferret, quella roba lì…- concluse Ron continuando a fare il solco.
- E tu che ne sai eh?- ringhiò Nott sospettoso – Non è che la Mcgranitt vi passa informazioni?-
- Magari.- ironizzò Seamus – L’avrà saputo da Fred e George…vero Ron?-
- Comunque di che si tratta?- chiese a quel punto Calì curiosa – Voi Serpeverde lo sapete?-
- E certo che lo sappiamo.- disse acidamente la Bulstrode – Non siamo incapaci come voi a pozioni.-
- Taglia corto!- la zittì Blaise già girato male per i fatti suoi, quella mattina – Se è questa la Prova del Fuoco allora siamo davvero nella merda. È una pozione complicatissima, molto più della Polisucco. Ci sono una ventina d’ingredienti da mescolare con una precisione al millisecondo, secondo un grado di bollitura preciso. È un suicidio.-
- Per non parlare del fatto che se sbagli di un attimo esplode…e quella spazza via tutto il sotterraneo.- sibilò Draco mollando a terra i libri con rabbia – Ma che cazzo gli salta in testa a Piton, accidenti!-
- Con tutti i casini degli ultimi giorni poteva anche risparmiarsela.- borbottò Dean – E poi…cazzo, in pochi qui siamo in grado di fare una cosa del genere. Neville ci ammazza tutti.-
- Grazie…- Paciock era già avvilito quando i compagni gli dettero una pacca sulla spalla. Ma servì decisamente a poco, specialmente quando gli inservienti di Gazza cominciarono a portare verso di loro pacchi colmi di provette, casse con dentro piante particolari e libri da consultare.
Aveva tutta l’aria di un vero martirio.
Quando arrivarono le nuove bilance acquistate dalla scuola, Pansy Parkinson si fece stranamente in quattro per aiutare Gazza e i suoi collaboratori, tanto gli altri erano talmente occupati a dare i numeri che nessuno se ne accorse.
Stavano per scoccare le due ed Harry stava anche per diventare psicotico, contando le ragnatele, quando Piton apparve nel corridoio umido con il suo solito andamento da boia.
E quel giorno pareva proprio voler vedere i pavimenti macchiati del loro sangue…
Li fece sistemare ai tavoli, poi attese che Gazza e i gli inservienti avessero finito di trasportare tutti… poi si piazzò davanti alla cattedra…e godendo come solo lui sapeva fare, prese quasi due minuti di silenzio.
"Bastardo figlio d’un cane…" pensò Harry, pronto alla gogna.
"Bastardo figlio d’un cane…" pensò Draco, pronto a fargli il culo con la sua pozione.
Il resto della classe invece pensava una serie d’insulti troppo lunghi da ripetere comunque quando Severus Piton, il diavolo incarnato, decise di iniziare, lo fece con la sua voce più amichevole.
- Bene, questo è un giorno particolare per ogni studente del settimo. Come avrete sentito dire da parenti o da amici degli anni precedenti, io sottopongo questa prova a tutti gli studenti del settimo anno. Si tratta di una prova importantissima che deciderà il vostro andamento durante il resto dell’anno, fino all’esame finale.- cominciò a girellare fra i tavoli, con le braccia dietro le schiena, l’aria rigida come un pezzo di marmo – Come Silente mi ha chiesto anche quest’oggi lavorerete come di consuetudine in coppie, le stesse pattuite da voi.-
Si fermò davanti a Harry, decisamente disgustato di sapere che avrebbe abbassato la media a Blaise, poi passò oltre e per poco non fece inchino a Draco che ne aveva già basta ancora prima di cominciare.
Tornò alla cattedra e fissò la classe. La condanna era stata scelta.
- Avete due ore esatte per produrre la pozione OblioBomba. In classe non ne abbiamo mai parlato ed è per questo che l’ho scelta. Al vostro livello è la pozione più complicata che possiate mai trovarvi davanti e anche la più pericolosa ma l’ho scelta per questo motivo. Voglio mettere alla prova non solo la vostra preparazione ma anche la vostra concentrazione. Merlino solo sa se non ne avete bisogno in momenti come questi…- lasciò cadere il discorso, fissando di sfuggita il terzetto dei miracoli, poi continuò indicando gli oggetti sulle loto tavolate.
- Dunque, la pozione OblioBomba è stata inventata cent’anni fa dalla strega Asteria. Lei se ne servì per gettare in un sonno profondo un’intera cittadina di babbani. Questi dormirono per un secolo intero, in un limbo scuro e penetrante da cui neanche un mago riuscirebbe mai uscirne. È bene che sappiate che a questa pozione non c’è antidoto.- e perforò Neville con uno sguardo accusatorio – Ma io starò qui tutto il tempo, quindi non temete per le vostre vite…-
- Come no…- sussurrò Ron, amareggiato.
Harry gli stava alle spalle con Blaise ed entrambi trattennero un gemito per puro spirito sportivo.
Davanti alla lista però anche Draco ed Hermione stavolta ebbero qualche ripensamento.
- Porca troia.- ringhiò Malfoy astioso.
La Grifoncina guardò con lui, osservando sconvolta la più grande quantità di elementi mai visti.
Aspidistra, mandragola, alcuni veleni neanche tanto legali nelle scuole, polverine che non avevano mai visto e magari anche dell’antrace. Si sentirono andare la pressione sotto i tacchi.
Dopo che ebbe spiegato come mescolare i venti ingredienti, assunse un’espressione un po’ truce.
- E adesso ascoltatemi bene tutti quanti. È necessario che dosiate gli ingredienti alla perfezione. Le misure devono essere spaccate quelle scritte sul foglio che vi ho dato, insieme al grado di bollitura. Se solo sbagliate qualcosa… salteremo tutti quanti per aria. Questa pozione è altamente esplosiva ma il punto critico, quello sottolineato in rosso tre volte, è il momento dell’aggiunta dell’infuso di artemisia, a metà pozione. L’artemisia è particolare. Dovete categoricamente aggiungerla prima di mischiarla con le ortiche tritate e deve bollire con gli altri ingredienti per cinque minuti. Cinque. Sono stato chiaro? Se aggiungete l’ortica prima di quel momento la pozione esploderebbe, esattamente come se la lasciaste bollire a fuoco troppo alto per meno di cinque minuti. Finiremmo tutti in infermeria dentro uno scopino per la polvere.-
Qualcuno, sentendosi decisamente uno straccio.
- Ma per evitare l’esplosione ho deciso di agevolarvi.-
Harry si scambiò un’occhiata con Blaise. Che avesse un cuore quell’essere dispotico?
- Nel caso mai la pozione dovesse avere qualcosa che non va, la fiamma dei vostri fornelli è stata stregata.- disse Piton indicando una fiamma accesa – Il fuoco da giallo diventerà blu, poi viola. Quando è blu avete un minuto di tempo per fare le dovuto modifiche o gettare via tutta. Quando è viola scoppia. Credo di essere stato chiaro.-
- A sufficienza.- sibilò Nott irritato, senza farsi sentire.
- Ultima cosa. Visti i problemi avuti con le bilance gli ultimi anni, io e il preside Silente abbiamo concordato di far avere quella della scuola direttamente a voi, senza farvi usare le vostre. Ce ne sono otto, vedete di farvele passare durante la lavorazione e di non perdere tempo, per non farlo perdere neanche ai compagni.- poi Piton guardò le loro facce pallide, deciso a dare l’inizio alle danze. Si erano abbastanza terrorizzati, così batté le mani – Da questo momento avete due ore per finire. Le pozioni incomplete verranno subito catalogate con un cinque. E adesso potete iniziare.-
Scoppiò il caos, altro che inizio.
Gli studenti per dieci minuti dovettero leggersi le istruzioni per capire che diavolo fare, poi attaccarono a tagliuzzare, sfogliare sui libri in caso di trappole del sadico prof e a bestemmiare, quando passava fra le tavolate come un avvoltoio.
Si fermò davanti a Draco, come sempre soddisfatto di quello che faceva anche se sapeva bene che Malferret detestava essere interrotto quando faceva i suoi intrugli, poi però osservò Hermione che col polso malandato faceva fatica a rompere i denti di serpente.
- Signorina Granger che ti è successo?- sibilò altero.
- Sono caduta dalle scale.- disse Hermione gelida, continuando nel suo lavoro.
- Così rischi di far prendere a tutti e due un brutto voto.- replicò Severus ma Malfoy, affabile solo quando voleva, alzò gli occhi dalla sua parte e quasi sorrise – Non si preoccupi, le do una mano io.-
- Eccellente.- rognò Piton, poi levò le tende lasciando soli i due. Draco però fece presto a mantenere la promessa. Le prese di mano i denti e cominciò a pestarli mentre lo fissava furibonda – Non ce n’era bisogno.-
- Ti fa male il polso.- Draco non la guardò, troppo imbarazzato – Tu mi servi al fuoco.-
- E chi l’ha stabilito che comandi tu?-
- Se non fossi caduta dalle scale…- sibilò allora, fissandola rabbioso ed eloquente – e mi avessi avvertito o magari urlato quando stavi "cadendo" magari ora potremmo stare a discutere come nostro solito, dolcezza, ma visto che ti fa male il polso ti conviene metterti al lavoro da un’altra parte. Intesi?-
- Certo, come no...- Hermione assottigliò gli occhi dorati, furibonda, ma fece comunque come diceva.
Per una volta Malferret aveva ragione. E se non altro si erano rivolti la parola…
La prima mezz’ora passò velocemente. I ragazzi si scambiavano ingredienti, si passavano le bilance e lentamente il panico si trasformò in una tensione un po’ meno isterica anche se il colore della fiamma sotto i calderoni era diventata un vero tormento, specialmente per Neville e Goyle che ce l’avevano blu ogni due minuti.
Harry se la stava cavando bene. Lavorare con Blaise era molto rilassante e a poco a poco stava anche cominciando ad apprezzare certe cose che in sette anni aveva sempre detestato, compresa la faccia scocciata di Piton che continuava a controllare la situazione, apparendogli alle spalle per fargli saltare le coronarie.
Draco ed Hermione invece stavano facendo scivolare dentro a un mescolatore, con pazienza da certosino, una dose spaccata di 10 mm di polvere di denti di serpente, unita un liquido nero e denso che sugli appunti di Piton e sulla provetta era contrassegnata con S.D di cui i due non volevano neanche saperne la natura.
- Vai…vai…- Hermione gli stava dicendo quanto aggiungere ancora, vedendo le tacche della provetta – Ok, basta. Adesso tocca all’artemisia.- ma il biondo spaccò disgraziatamente il contagocce e si girò verso Blaise, per farsi prestare il suo. In quel momento accadde l’imprevisto.
- Granger…-
Hermione si voltò verso Pansy Parkinson, ignorando la sua voce stucchevole e senza degnare di una risposta il suo ghigno perverso prese la bilancia magica, sbattendola rudemente sulla tavolata. Poi dosò l’aspidistra e l’artemisia con cura maniacale, come quella del suo eccezionale compagno mentre il Serpeverde prese a lagnarsi di quello stupido contagocce che si era sciolto accanto al fuoco.
- Quanto manca?-
La Grifoncina guardò l’orologio da polso. Perfetto, potevano buttare l’artemisia, intanto l’ortica era già pronta. Dovevano aspettare cinque minuti….poi andare avanti.
- Adesso sediamoci e aspettiamo.- sbuffò Draco ma appena tranquillizzatosi un attimo impallidì vistosamente. Aveva lo sguardo verso la porta e lo sgranò fino al limite. Naturalmente anche la streghetta lo seguì in linea d’aria e allora capì tutto. Piton venne chiamato fuori ed era seccato dal dover lasciare tutto ma subito anche Draco e Harry dovettero seguirlo, richiesti a loro volta. E quando Potter fu fuori non poté impedirsi di ghignare fra sé.
Eccolo che arrivava a sondare il terreno. Quello sporco bastardo…
Lucius Malfoy stava davanti a loro, arrogante nella sua persona e nel suo portamento.
Sorrise con alterigia – Piton, è un piacere rivederti.- disse sagace.
Severus però non parve eccessivamente felice nel trovarselo di fronte per una volta.
Salutò brevemente, spiegandogli che prova stavano svolgendo i ragazzi poi lo pregò di fare presto, tornando così a guardare dalla porta ciò che combinavano i ragazzi.
Lucius si rivolse così a suo figlio. – Ti trovo bene.-
Draco non rispose e quasi scostò il viso quando suo padre, con la mano rigorosamente guantata, gli toccò lo zigomo livido. – Che t’è successo?- bofonchiò sarcastico – Hai fatto a botte?-
- No.- Draco rise con altrettanta arroganza – Io questo lo chiamo parlare. Cosa fai qua?-
Lucius lasciò perdere, fissando quindi lo sguardo sul Grifondoro.
- Ero venuto per assicurarmi che gli studenti stessero bene. Sai…dopo gli attacchi degli ultimi giorni…-
- Stiamo benissimo.- fece Harry ironico – Spero che sia lo stesso per lei.-
- Oh, ci puoi scommettere, signor Potter.- replicò l’uomo – Mi dicono che avete anche un nuovo insegnante di Difesa.-
- Si, Mc si è rivelato illuminante.- sibilò Draco cominciando a spazientirsi – Allora? Ci hai chiamato fuori per un motivo o no? Se non è così torno dentro, devo finire l’esame.-
- Vedo…mi hanno detto della punizione. Ora state in coppie.- Lucius rise in uno strano modo mentre Piton cominciava a picchiare il piede a terra ritmicamente, ansioso di poter tornare dentro. Non avere la situazione sotto controllo in un frangente così poco sicuro gli faceva venire i nervi. E anche a Harry che continuò ad ascoltare lo sproloquio di Lucius Malfoy sempre più rabbioso. Oh, desiderava solo mettergli le mani al collo ma non poteva!
Era quello che gli rodeva… non poteva spaccargli le ossa! Non ancora!
Eppure, quando sia lui che Draco si accorsero che stava prendendo tempo fu tardi…
Troppo tardi. Draco lo capì nella coincidenza di un secondo…un debole secondo…
Voltò il capo verso la porta e cercò immediatamente la sua mezzosangue. Fu strano però… fu come se tutto si fosse svolto al rallentatore. Fece un passo avanti e accadde…Hermione si era voltata a passare a Blaise una provetta che le aveva chiesto quando… una bacchetta di cui Draco non vide il proprietario entrò nel suo campo visivo. L’artemisia stava ancora bollendo, da soli tre minuti fra l’altro, quando di colpo…il fuoco sotto il loro calderone da normale che era, perfettamente a posto, divenne viola.
Non passò il blu. Divenne subito viola…e allora attaccò a correre.
Non seppe dire esattamente cosa fece ma urlò a tutti quanti di buttarsi a terra…poi si avventò su Hermione, facendole da scudo, e franarono sul pavimento insieme nello stesso momento in cui un’esplosione colossale investì tutta la classe, partendo dalla loro tavolata. Un boato enorme, seguito da una gigantesca onda d’urto, poi le fiamme e lo spostamento d’aria…tutto questo sotto un mare di detriti, di grida…e poi il silenzio. Il buio.

Il casino che si scatenò più tardi a Hogwarts non fu pari neanche a quando Harry Potter era tornato nel giardino della scuola col cadavere di Cedric Diggory, tre anni prima.
L’intera settima classe di Grifondoro e Serpeverde finì in infermeria e la Chips fu costretta a richiedere degli aiuti dagli ospedali vicini. Nel rapido giro di un’ora Hogwarts fu invasa da infermieri e dottori, tutti per curare i trenta ragazzi feriti nell’esplosione del sotterraneo. Alcuni, miracolosamente, se l’erano cavata con qualche graffio…altri ne erano usciti davvero male.
E nello studio del preside Silente gli animi erano davvero caldissimi.
Hermione stava seduta in poltrona, con un altri tagli sulla fronte, la camicia bianca strappata e insanguinata, una gamba graffiata e le mani fasciate. Il suo sguardo era vuoto, fissava il niente…mentre attorno a lei Caramell e Lucius Malfoy urlavano furibondi. Tutti quanti gridavano…sentiva le loro grida in maniera ovattata ma la parola espulsione era già stata nominata più volte. Rimase immobile anche quando Piton, con una benda sulla testa visto che era stato sbalzato indietro contro il muro anche dalla porta, entrò con l’aria più rigida che avesse mai mostrato. Tirava Harry per un braccio e lo buttò a sedere accanto a Hermione, a cui prese la mano di volata come per proteggerla.
Non capiva il motivo per cui non l’avessero lasciata in infermeria e guardò Silente supplichevole. Il vecchio mago gli fece cenno di calmarsi, poi placò gli altri che stavano strillando come forsennati.
- Adesso basta!- tuonò Caramell quando il pollaio si zittì – Io ne ho abbastanza! Ne sono già successe di tutti i colori, Piton, con questa tua dannata prova e quest’anno siamo arrivati all’apoteosi! Io sono stufo!-
- Ha perfettamente ragione, non avrei dovuto allontanarmi dalla classe…- disse Severus, per una volta rammaricato quando Silente scosse il capo, fregandosene del ministro – No, non è colpa tua.-
- Infatti!- sibilò Lucius Malfoy, fissando Hermione con palese astio – A certa gente non dovrebbe essere permesso di usare simili poteri, Silente! Credevo che ormai fosse entrato in testa anche a lei!-
- Non è colpa di Hermione!- sbottò Potter furibondo, balzando in piedi come una molla – Se lei non fosse venuto a disturbare durante l’orario delle lezioni forse il professor Piton non si sarebbe dovuto allontanare e avrebbe fatto il suo dovere! L’orario di visita dovrebbe valere per tutti!-
- Su, Potter…- cercò di placarlo Caramell ma Malfoy era decisamente sul piede di guerra visto che l’esplosione gli aveva scompigliato i capelli e che nessuno era morto, com’era nei suoi desideri. Puntò lo sguardo duro sul Grifondoro, serrando la mascella – Bada signor Potter…se la signorina Granger avesse fatto il suo dovere forse ora tutti i vostri compagni non sarebbero in infermeria quasi a pezzettini!-
- Malfoy…-
Lucius si girò verso Silente, sentendo la sua voce. Era come arrochita.
- Basta.- sibilò il vecchio preside, inforcando gli occhiali. Posò così lo sguardo su Hermione che tremava come una foglia – E adesso dimmi, cara…cos’è successo?-
La streghetta cominciò balbettando quasi, rivivendo ogni attimo. Risentiva quel boato enorme, tutte le grida terrorizzate… e poi ricordava Malfoy, che si era buttato su di lei ed erano finiti stesi per terra, con lui che la proteggeva dai detriti con la sua schiena. Ricordava quando li avevano tirati fuori…e come Draco l’aveva tenuta fra le braccia, guardando col cuore in gola se si era fatta male…e poi come l’aveva abbracciata, ansante…terrorizzato che le fosse potuto succedere qualcosa. Aveva scalciato quando li avevano dovuti dividere.
- Avevamo aggiunto l’artemisia da soli tre minuti…- sussurrò quindi con gli occhi lucidi, guardando anche Piton come per supplicarlo di crederle – Ve lo giuro! Draco…Draco era appena uscito quando l’abbiamo versata… io non so cos’è successo… so solo che l’ho sentito urlare, poi siamo caduti… e…-
- E hai quasi ammazzato tutti, ecco cosa!- sibilò Lucius con freddezza – Complimenti!-
- Insomma, qua bisogna prendere dei provvedimenti!- se ne uscì anche Caramelle facendo su e giù nello studio – Silente, i genitori ormai ne hanno abbastanza!-
- Abbastanza di cosa?- Harry fissò i due nemici con aria alquanto cattiva – La metà dei loro figli ha causato tutti i guai di questa scuola e loro ne hanno abbastanza? Che si facciano un esame di coscienza!-
- Harry, - Hermione gli afferrò la mano – ti prego lascia perdere. Non ti mettere nei guai.-
- E tu ci sei nei guai, signorina!- l’assicurò Caramell ma proprio in quel momento la porta venne sbattuta con forza. Traballarono i cardini e quasi Funny volò via, mezza spaventata quando Draco Malfoy, coi sui bei capelli biondi schizzati di sangue per colpa del taglio che aveva in testa si fece avanti, perforando con un’occhiata colma d’odio suo padre.
- E tu che ci fai qua maledizione?!- urlò Lucius – Dovresti essere in infermeria a farti vedere quella spalla!- infatti una scheggia lunga cinque pollici gli si era conficcata nella schiena ma il biondo Serpeverde questa volta ignorò tutti, se non Silente.
- L’esplosione non è stata colpa nostra.- sibilò con le mascelle serrate – Tanto meno della Granger!-
- C’era lei davanti al fuoco! Avrebbe dovuto stare attenta!- sentenziò Caramell ma prima che lui e Harry lo mandassero affanculo, Draco continuò con rabbia nella voce – Preside, le dosi le abbiamo fatte insieme. Io e lei… IO non sbaglio mai!- disse lapidario – Potete accusarmi di negligenza in qualsiasi altra materia ma io in pozioni non sbaglio mai! Piton potrebbe affidarmi la classe! Lo chieda a lui!-
Severus sospirò, stanco e depresso.
- Si…- ammise – In effetti trovo strano che i miei due migliori allievi abbiano potuto creare questa situazione.- ammise – Il signor Malfoy e la signorina Granger in questi mesi hanno raggiunto un livello eccellente e non avrebbero mai messo a repentaglio il voto in una prova come questa. La signorina aveva dolori al polso però…-
- Le dosi… lo ripeto…le ho fatte io!- ringhiò Draco per l’ennesima volta, fiacco per la perdita di sangue – E comunque, come avrà già detto lei, avevamo appena messo a bollire l’artemisia! Il fuoco era a temperatura corretta e non avevamo aggiunto l’ortica!- tuonò allora, infischiandosene di sembrare impazzito – Non è stata lei come non sono stato io! Quando mi sono girato verso la porta ho visto che qualcuno usava la bacchetta per aumentare la temperatura! Mi sono messo a urlare, preside, quando ho visto la fiamma farsi improvvisamente viola! Nel giro di pochi secondi!-
Caramell ora parve sbigottito – Signor Malfoy stai dicendo che qualcuno ha cercato di ammazzarvi?- sbiancò – Oh no… no! No!- disse esasperato – Io ne ho abbastanza di questa classe! Prima Potter e ora questo!-
- Potter cosa? Che ho fatto stavolta?- replicò il moro – Io non ho fatto niente!-
- Draco ha visto una bacchetta…- sentenziò Lucius acidamente – Forse sei stato tu ad ordinarlo a qualcuno dei tuoi…-
- Dei miei…- sibilò Harry all’improvviso con fare pericoloso -…nessuno oserebbe mai rischiare la vita delle altre persone per vendette personali, signor Malfoy. E fra i suoi amici invece?-
Lucius serrò le mascelle, colpito in pieno, quando Silente placò di nuovo tutti. Offrì una sedia a Draco che perdeva sangue infischiandosene e si rifece spiegare tutta la storia.
Dall’artemisia che aveva bollito troppo poco per esplodere, alla bacchetta che si era messa in mezzo e aveva aumentato i gradi, facendo diventare immediatamente la fiamma violacea.
- Ok, quindi…fatemi capire bene…- Lucius rise con scherno, anche rivolto a suo figlio – Mi stai dicendo che qualcuno ha attentato alla vostra vita dell’interno della classe. E chi sarebbe? Un Grifondoro?-
- Senza offesa per i Serpeverde, ma un Grifondoro si guarderebbe bene da far del male alla propria casa.- disse il preside con la sua aria serena – E poi non credo che sia il caso di fare ipotesi tanto azzardate.-
- Azzardate?- Caramell si versò da bere del brandy, ormai al limite della crisi di nervi – Per l’amor del cielo! In infermeria ci sono ragazzi che hanno delle ossa rotte, escoriazioni su tutto il corpo e ustioni! I genitori vorranno delle spiegazioni e tu dici di non fare ipotesi?-
- Ritengo che sia più importante la salute dei ragazzi.- sbuffò allora Silente, fissandolo sul piede di guerra – E la posso assicurare ministro che la professoressa Mcgranitt sta già interrogando i feriti meno gravi. Se il signor Malfoy ritiene che qualcuno abbia di proposito fatto saltare per aria la sua pozione…non vedo perché non dovremmo credergli. Senza contare che anche il professor Piton stava guardando verso la classe…e anche lui ha visto la fiamma della signorina Granger diventare viola in pochi secondi. Io questo non lo chiamerei incidente.-
- Infatti, io lo chiamo disastro.- sibilò Lucius – Che intende fare ora?-
- Troveremo il colpevole. Non c’è da preoccuparsi. Gazza sta già controllando gli ingredienti usati dai ragazzi, ogni provetta e contagocce. Prima o poi verrà fuori chi è stato.-
- Lo spero davvero.- continuò il padre di Draco, con stizza – Il consiglio vorrà la testa di qualcuno.-
- Bhè non è la nostra!- ringhiò Malferret a quel punto, afferrando Hermione per la mano e alzandosi, come già stava facendo Harry – Che si cerchino qualche altro burattino ma noi non abbiamo fatto niente! Trovate chi ha portato il fuoco a ebollizione troppo alta e poi fatecelo sapere! Ora torniamo in infermeria, preside.-
- Certo.- Silente posò lo sguardo su Harry – Signor Potter ti affido i feriti.-
- Non si preoccupi.- il moretto aprì la porta e fece passare Hermione mentre Lucius richiamava suo figlio e rimasero a discutere fuori dalla porta mentre Silente e Caramell continuavano in quella tragedia greca. Peccato che il caro nemico numero 1° ora di Harry fosse arrivato al limite della pazienza. Appena il Grifondoro ebbe girato l’angolo con Hermione, Draco si ritrovò attaccato al muro, con suo padre che gli serrava la gola tanto da fargli mancare il fiato.
- Che diavolo hai in mente, si può sapere?- sibilò l’uomo astioso – Che vuoi fare?-
Il ragazzo rise. Se l’era aspettato.
- Non potrai scappare ancora a lungo, figlio mio….- Lucius serrò meglio la presa, infischiandosene se il ragazzo stava con la camicia imbrattata di sangue fresco – Devi scegliere! Mi rifiuto di avere ancora un codardo del genere in giro per casa mia! Devi fare ciò che ti dico! Non importa che tu abbia diciotto anni ormai.-
- Lasciami. Ti comporti da pazzo.-
Draco strinse i denti per il dolore e per la rabbia – Ti ho detto di lasciarmi. Non me ne frega niente di te. Te l’ho già detto! Non m’interessa la tua ridicola causa!-
- Ridicola causa?- Lucius gli rise a un dito dal naso – Sei patetico, ragazzino…ma è tempo di diventare uomo!-
- No, per me è tempo di morire!- continuò Draco, ridendo più amaramente di suo padre – Credi che sia stupido? Eh? Avrò fatto finta di niente per tanto tempo ma ora ne ho basta…lasciami o mi metto a urlare.-
Lucius lo fissò negli occhi argentei, stentando a credere a ciò che sentiva.
Lo mollò appena, sempre però impedendogli di fuggire.
- Cosa vedo…- sibilò, ghignando pericolosamente – Non mi dirai che Potter ti ha garantito la salvezza.-
- Potter non mi ha mai garantito niente, neanche l’anno scorso quando il serpente per cui tuttora strisci è passato a miglior vita!-
- E allora cos’è?- l’uomo si fece indietro, continuando a scrutarlo. Dio…come somigliava a sua madre. Quella dannata testarda. Quella maledetta sentimentale – Cos’hai di diverso?…Sei cambiato…-
- Non sono cambiato. Sono sempre lo stesso…lo stesso essere orrendo che hai generato.-
- Sei innamorato.-
Draco stava per dargli le spalle ma rimase immobile. Ecco la cosa più pericolosa di tutte…eccola.
Ghignò apertamente, da vero attore.
- Ma di che parli?- ridacchiò ancora, scuotendo il capo – Papà…torna dai tuoi amici, è meglio. Ti posso assicurare che la tua patetica educazione è almeno servita nel pararmi il culo da simili oscenità. Al diavolo l’amore.-
Lucius tacque proprio quando Harry tornò indietro. Si mise fra i due senza neanche filarsi il padre. Si limitò ad afferrare Draco per il gomito sano e a trascinarlo via, senza voler sentire altro. Dall’angolo aveva già capito che i tempi futuri per tutti sarebbero stati parecchio bui.

La Chips aprì di colpo la tenda, buttando un panno insanguinato dentro al cestino.
Hermione dovette distogliere lo sguardo, deglutendo fino allo spasimo.
Stava seduta sull’unico letto libero, fra Draco e Harry.
Malfoy stava a torso nudo, coi denti serrati per il dolore fortissimo che il disinfettante e i punti gli stavano procurando alla spalla. L’infermiere non ci stava andando di certo leggero con ago e filo…e lo squarcio che aveva nella schiena era più grande di quanto pensava, visto che anche Potter, anima pia, ogni volta che guardava la sua ferita impallidiva.
Grazie a Dio lui non riusciva a vederla…
Poco dopo la Chips buttò via i ferri e andò in bagno. Si stava lavando le mani. Forse aveva finito…
Harry si mise in piedi, lasciando Hermione nelle mani di Malferret che più la guardava più capiva che stavolta non si sarebbe ripresa facilmente.
- Senti Granger…- sussurrò, per richiamarla ma lei non lo sentì nemmeno, specialmente quando Harry tornò da loro con lo sguardo terreo. Rimase in piedi, in silenzio per qualche secondo…
- Allora?-
Il Grifondoro sospirò, passandosi una mano fra i capelli e dalla sua faccia, dagli occhi dolorosamente chiusi, Hermione capì che qualcosa non era andato come doveva.
- Ti prego…parlami…- l’implorò la streghetta – Harry, per favore…-
- Staranno tutti bene.-
Il moro alzò il viso, riaprendo le palpebre. Fissò entrambi.
- Ora stanno tutti bene. I più gravi sono…quelli che erano vicino al vostro tavolo.-
Stavolta fu Draco a impallidire.
- Blaise?- balbettò angosciato – Potter…cos’ha Blaise?-
Harry prese uno sgabello e ci sprofondò, facendo segno ad entrambi si rimettersi seduti. Quando lo fecero iniziò a spiegare tutta la situazione. – Blaise era il più vicino in quel momento…con Ron. Quando hai urlato non devono aver fatto in tempo a capire cosa stava succedendo…-
- Harry dannazione dimmi cos’hanno!- gridò quasi Hermione e allora il suo ex le prese la mano, stringendola forte.
- L’esplosione li ha investiti in pieno. Hanno sbattuto violentemente la testa entrambi, cadendo. Hanno un trauma cranico, più delle vertebre incrinate. Finché non si svegliano non possiamo sapere che danni hanno subito alla testa…-
Stavolta non risposero. Entrambi rimasero costernati. Alzarono gli occhi e li videro stesi nel loro letti, poco più in là.
La Chips e i medici avevano guarito ogni ustione ma…la loro espressione sofferente anche nel sonno li uccise.
- Gli altri?- deglutì Hermione, sull’orlo di una crisi.
Harry cercò di sorridere – Gli altri hanno braccia rotte…graffi leggeri e delle schegge nella schiena. Niente che non si possa guarire in una notte. Dean che era il più lontano è riuscito anche a creare una barriera per proteggersi. Anche la Parkinson ce l’ha fatta…- e sentito quello, Draco cambiò all’improvviso espressione.
Pansy?
- La Parkinson è in coppia con Weasley…- disse, con uno strano tono.
Ed Harry capì immediatamente, anzi…aveva sempre saputo. Come aveva fatto a castare in tempo una barriera se era stata così vicino a Ron? Come aveva potuto avere una tale prontezza?
Nessuno dei due disse una sola parola fino a quando, col calare della notte, il consiglio dei professori non tornò da loro. Tutta la classe era presente, specialmente i Grifondoro che erano raccolti intorno a Hermione e Ron.
I Serpeverde invece stavano in silenzio mentre Draco non si decideva a staccarsi dalla sponda del letto di Zabini. Era stato a guardarlo per tutto il tempo…a tenergli quella mano sempre così calda e amica ora tanto immobile e appena tiepida. Rimase a fissarlo angosciato anche quando entrò Silente, con Caramell.
Quando però la loro professoressa di Trasfigurazione mostrò loro una cosa allora dovette per forza prestare attenzione.
E bruciò nuovamente di rabbia.
La Mcgranitt si fece avanti con passo rigido, l’espressione quasi di pietra.
Sollevò una bilancia, andata quasi liquefatta nell’esplosione.
- La riconoscete questa?- chiese, con tono che lasciava presagire tempesta.
- E’…una di quelle che abbiamo usato oggi.- gli disse Lavanda Brown, continuando a passare il ghiaccio su una scottatura di Seamus.
- Esatto.- continuò la strega duramente – Signorina Granger…signor Malfoy…voi l’avete usata vero?-
Hermione annuì appena – Si, abbiamo usato proprio quella. Cosa significa?-
La Mcgranitt stavolta tacque per un attimo, poi proseguì con voce gelida – E’ fuori asse.-
- Cosa?- Hermione sgranò gli occhi – Non è possibile...-
- Ho detto che è fuori asse.- continuò la Mcgranitt – Qualcuno l’ha manomessa. Ha fatto in modo che la bilancia andasse fuori di ben tre milligrammi in eccesso. Per questo la pozione è scoppiata dopo tre minuti, unita a un eccessivo calore dell’acqua. Non avete sbagliato dosi intenzionalmente…ma qualcuno ha fatto in modo che fossero errate e poi ha surriscaldato la vostra pozione per farla esplodere. Caso voleva che il signor Malfoy fosse fuori…- insinuò quindi, facendo ben capire ai Grifondoro che la vittima doveva essere solo Hermione.
Questi fissarono i Serpeverde con espressione muta, ma fin troppo chiara, quando Silente si fece avanti.
- Ho bisogno di sapere una cosa, da voi due…- disse quindi, quasi a bassa voce – visto che la vostra pozione è stata l’unica a esplodere con questo metodo, è probabile che chi ha messo fuori asse la bilancia l’abbia fatto prima che fosse consegnata a voi. Perciò dovete dirmi chi ve l’ha passata.-
A quella frase una persona tremò. Si sentì il sangue fermarsi nelle vene.
Ma mentre lei tremava dal terrore, Draco portò lo sguardo su Hermione.
- Io…io mi sono girato per parlare con Zabini. Avevo rotto il contagocce…e quando sono tornato alla tavola la bilancia era già lì.- così guardò la sua mezzosangue per chiederle finalmente la verità ma la Grifoncina…dopo un secondo eterno in cui non guardò nessuno se non il pavimento, rialzò il viso tirato e graffiato, fissando la Mcgranitt.
- Mi perdoni…ma non ci ho fatto caso. Non ricordo chi me l’abbia data.-
Scoppiò un putiferio. Fra Grifondoro e Serpeverde quasi si scatenò una guerra mentre Malfoy, con gli occhi sgranati per la collera, si alzò in piedi e corse ad afferrarla per le spalle, tanto nessuno se ne accorse.
Come immaginava le lesse in faccia la verità ma non ci fu verso di fargliela dire. A niente valsero le sue parole.
Neanche quando i professori se ne andarono, minacciando un’apocalisse.
Rimasti soli, i ragazzi si guardarono come nemici.
- Possibile che non ti ricordi?- ringhiò all’improvviso Nott, dando voce a tutti i Serpeverde – Dove ce l’avevi la testa?-
Ma Hermione si sedette di nuovo sulla branda, ignorando il suo tono.
- Come tutti gli altri avevo in testa la pozione…e non chi mi passava la bilancia!-
- Oh, complimenti!- sibilò con voce stridente la Bulstrode – Adesso si che siamo a posto!-
- Millicent falla finita!- ringhiò la Leptis dal suo letto, dove se ne stava con entrambe le gambe rotte – Non è questo il momento per queste stronzate! Abbiamo appena rischiato di morire perché qualcuno di voi deficienti ha avuto la bella idea di fare uno scherzo ai Grifondoro!-
- Ehi, adesso calma…- si mise in mezzo di nuovo Nott ma la compagna era ormai sul nevrotico – Calma un accidente Theodor!- piagnucolò – Sono sempre stata la prima a fare la stupida ma questa volta, chiunque sia stato, ha esagerato! Potevamo morire tutti quanti!-
- Si?- rispose Seamus rabbioso, tenendosi il ghiaccio anche sull’occhio – Bhè, sai che ti dico? Che ci lasceremo molto più che la pelle se il coglione che ha fatto questa bella puttanata non salta fuori! Chi l’ha fatto si prenda la responsabilità della cosa!-
- Ma che cazzo parli a fare…- lo blandì Dean ma Finnigan continuò più feroce – Parlo che se non salta fuori il colpevole finiremo tutti quanti nella merda! Hermione non ha fatto niente e finirà per prendersi la colpa, lo capisci o no?! Adesso una di quelle teste di cazzo deve dire la verità, punto e basta!-
- Attento a come parli stronzo!- saltò in piedi Goyle.
- Parlo come cazzo mi pare!- ringhiò Seamus e per fortuna Dean e Harry riuscirono a fermarlo o niente li avrebbe fermati dal fare a cazzotti. Quando si furono calmati, Potter che era il più sano di tutti, anche se fremeva di collera nel vedere il suo migliore amico steso in quel letto e senza conoscenza, decise di fare da moderatore. Riprese lo sgabello e a forza li fece sedere tutti. Cercò di analizzare la situazione.
Ma la verità era una.
- Ci sbattono fuori tutti.- sbuffò, amareggiato – Da non credersi…-
- Già, sette anni di stronzate e finiranno per sbatterci fuori adesso Potter.- sibilò Draco con rabbia, osservando i suoi compagni di casa – Adesso ascoltatemi bene tutti quanti. Non so chi di voi sia stato…e sinceramente non me ne frega un cazzo. Ma stavolta avete esagerato. Potevate fare quello che volevate, ve l’ho sempre detto…- e finì fissando Blaise, pallido come un morto. Cazzo se gli fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato.
Si voltò verso Hermione, sulla branda a fianco.
- Chi ti ha dato la bilancia mezzosangue?- chiese, col tono più calmo possibile.
- Non me lo ricordo.- ridisse come un automa e stavolta Malfoy non resse più. Afferrò il catino colmo d’acqua ghiacciata che aveva a fianco e glielo rovesciò completamente addosso, svegliandola dal suo sonno catatonico. Ignorando i ringhi dei suoi compagni Grifondoro le riformulò la domanda.
Lei però era furibonda. – Come diavolo ti permetti idiota??- gli gridò – Ti ho detto che non me lo ricordo!-
- Sono tutte stronzate!- replicò il biondo gettando per terra la tinozza – Voglio la verità adesso!-
- Vai al diavolo Malferret!-
- Tu ti ricordi anche degli insulti che ti ho lanciato tre mesi fa e non ti ricordi chi t’ha dato la bilancia!? Sono vaccate belle e buone queste, ok? Fatti furba e dimmi subito chi è stato!-
- Chi credi di essere per darmi ordini?!- abbaiò lei di rimando, strizzandosi i capelli al limite della pazienza.
- Oh me lo dici con le buone o te lo tiro fuori con le cattive!-
- Insomma basta!- Harry si mise fra i due, zittendoli – Stare qua a litigare non serve a niente! Ma Herm…- stavolta fu il bambino sopravvissuto quasi a supplicarla con gli occhi – Se non dici cos’è successo…finirai espulsa.-
- No, non mi butteranno fuori.- sibilò lei, guardando altrove – Qualcuno ha sballato la bilancia e non sono stata io.-
- E dicessi chi te l’ha passata saremmo tutti a posto!- rognò Nott.
- Senti vedi di stare zitto!- gl’ingiunse Draco – Da voi non voglio più sentire una parola!-
- Io invece una domanda ce l’ho!- sbottò la Bulstrode all’improvviso – Dì un po’ Pansy…- e la moretta sobbalzò, sentendosi fissata da tutti – Tu stavi con Weasley…com’è che lui ora è privo di conoscenza e tu invece sei stata tanto veloce da fare una barriera eh?-
- Ho solo sentito Draco che urlava.- sibilò sulla difensiva.
- E hai tirato fuori la bacchetta dalla sacca tanto velocemente da salvarti?- insinuò Calì con astio – Piton non ci fa mai tenere le bacchette a portata di mano nella sua lezione! Perché mai te la sei tenuta nel mantello?-
- Già, avevi già in mente di divertirti per caso?- continuò Millicent pedante.
- Queste sono solo sciocchezze!- abbaiò Pansy rossa in viso.
- Lo vedremo…- sibilò Draco all’improvviso, gelandola con la sua voce di monito – Lo vedremo.-
A un certo punto sentirono dei mugugni…poi qualcuno ridacchiò.
- Senti come si agitano Ron…-
- Già Blaise…e dire che hanno solo qualche graffio loro…-
In un lampo i due ultimi feriti vennero circondati e abbracciati fino alle lacrime. Ron specialmente che venne stritolato dalla Hermione più dolce e preoccupata che avesse mai visto mentre Blaise sorrise appena, sentendo la presa forte di Draco nella sua mano.
- Come stai?- gli sussurrò il biondino – Dio, che stronzo…mi hai fatto morire di paura.-
- Così impari.- ridacchiò Zabini, socchiudendo le palpebre.
Lo stesso stava accadendo ad Harry. Strinse forte in un abbraccio il suo compagno di scorribande, ringraziando chiunque li avesse protetti di averglielo rimandato indietro, poi per qualche tempo riuscirono a starsene buoni. Almeno fino a quando Silente, la Mcgranitt, Piton e Caramell non ritornarono, all’alba delle undici di sera.
- A voi è tornata la memoria?- chiese nuovamente la direttrice della casa dei Grifondoro.
Tutti tacquero e lo stesso fece Hermione che da perfetta attrice scosse il capo, quasi depressa.
La Mcgranitt però non parve sorprendersi. Anzi…
- Bene, il preside Silente e il ministro Caramell insieme al collegio del professori sono giunti a una conclusione.- continuò al strega, ora stranamente calma – Visti gli avvenimenti in questi anni avvenuti fra le case, i problemi che avete causato, le risse, gli incidenti più o meno gravi…abbiamo deciso…- e tutti trattennero il fiato -…di non fare assolutamente nulla.-
Qualcuno strabuzzò giusto un po’ gli occhi, specialmente Harry che in vita sua non aveva mai visto la professoressa di Trasfigurazione così tranquilla e pacata mentre assegnava una punizione.
- Come scusi?- sussurrò Ron stranito – Non…volete fare niente?- richiese, allibito.
- Esatto signor Weasley.- spiegò incrociando le dita con soddisfazione – Dopo quest’increscioso incidente tutto il consiglio ha solo chiesto una settimana di sospensione per tutta la classe. A partire da domani mattina. Per sette giorni ve ne starete confinati nei vostri dormitori, sotto il controllo dei direttori della vostra casa. Io e il professor Piton siamo autorizzati a venire a fare dei controlli quando più ci aggrada per tutta la sospensione. E questo è quanto.-
- Ehi, un attimo!- tuonò Draco con i capelli scombinati per il nervoso – Qua due ci hanno rischiato la vita!-
- Non sappiamo cosa farci, signor Malfoy.- borbottò Piton apatico – Nessuno vuole confessare, la signorina Granger non ricorda…insomma, questo a me pare soltanto un altro esempio di quanto la vostra classe sia un ammasso di teste di legno votate al martirio. Comunque, se può farla sentire meglio, è stata presa una precauzione su richiesta del consiglio. Visto che appunto come ha fatto notare lei, qualcuno ha rischiato la pelle… abbiamo deciso che d’ora in avanti, al prossimo incidente…piccolo o grande che sia…il colpevole verrà immediatamente sbattuto fuori da Hogwarts.-
Stavolta i ragazzi rimasero a bocca aperta.
- Avete capito bene.- la Mcgranitt parve soddisfatta del loro ammutolimento – Visto che non ci sono colpevoli, verrete solamente sospesi da domani mattina. Domenica prossima, a punizione scaduta, potrete anche andare a Hogsmade col professor Mckay che per la cronaca si è astenuto dal venire con noi per non far parlare il colpevole coi suoi personali metodi… ma a parte questo, d’ora in avanti al più piccolo incidente, zuffa…- e fissò sia Harry che Draco – caduta dalle scale…- e scrutò Hermione – malocchio, incendio o esplosione… gli studenti coinvolti che siano innocenti o meno verranno espulsi immediatamente. Spero di essermi spiegata.-
- Avete la notte per pensarci…- disse Silente, prima di andarsene con gli altri professori – Spero sul serio che questa sarà l’ultima volta che fra Grifondoro e Serpeverde accade una cosa simile. Buona notte ragazzi.- e se ne andò, chiudendo la porta su delle facce che si era ritrovate ormai davanti a un bivio.
Ovvero: fine dei giochi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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