Era venerdì mattina quando Hagrid, guardando verso l’entrata di Hogwarts,
capì che tirava aria cattiva. Decisamente quella sarebbe stata una pessima
giornata, visto chi stava varcando la soglia della scuola…
Lo stesso
presentimento lo ebbe Lucilla, quando aprì gli occhi dal suo limbo.
Si mise a
sedere nel letto di Tristan, alzò la mano destra e guardò nelle sue lucide
unghie nere.
Nel riflesso di queste vide chi stava arrivando col suo passo
sprezzante, il suo miserabile orgoglio e il sadico piacere nel sentire i nemici
gridare pietà.
All’improvviso un ghigno demoniaco le segnò il viso
bellissimo.
Tristan apparve sulla porta del bagno e per un attimo rimase a
osservarla. Sentì un brivido a pelle ma c’era talmente abituato che vederla
sogghignare per lui fu quasi un sollievo. Infilò di volata una camicia e le andò
a fianco. Guardò attraverso le sue unghie lucidissime ma l’Auror non sorrise. Si
limitò a sospirare, lasciandosi andare contro i cuscini.
- Noooo…- piagnucolò
coprendosi il viso con un guanciale – Non oggi…non lui…-
- Ha proprio voglia
di morire.- sibilò Lucilla, trattenendosi a stento dallo sfregarsi le mani.
-
Ti prego!- la supplicò guardandola esasperato – Ti prego non fare disastri! Non
oggi!-
- Perché no?- chiese capricciosa.
- Per Piton oggi è la gran
giornata. Sai…il Sacro Giorno.-
- Non mi dire che vuole far fare alla
classe…- lasciò in sospeso la frase e il bel biondo annuì.
- Già. La fatidica
prova del nove. I ragazzi sono nella merda. In quella classe, fra le due case,
ti posso assicurare che giusto in tre sono veramente abili con le pozioni.-
-
Harry non è fra questi, temo.-
Mckay rise, ricordando le facce disperate dei
Grifondoro.
- Draco non avrà problemi. È un vero genio. Anche Hermione se la
sa cavare. L’altro è Blaise Zabini.-
- L’amico di Malfoy?-
- Si. Comunque
sono le undici. Alle due dovrebbero avere la fatidica prova. Sai che Piton ci
tiene da matti ma secondo me scoppierà solo un gran casino. Quella pozione è
sempre stata un pericolo.-
- Specialmente visto che qualche idiota continua a
ostinarsi a far fare lezione insieme a Grifondoro e Serpeverde.- borbottò
Lucilla, ributtandosi sotto le lenzuola – Tu invece non devi andare a tormentare
qualcuno?-
- Non ho lezione oggi.- disse morbidamente, mettendosi di traverso
su di lei – Che ne dici di ingannare il tempo?-
- Sono certa che troverai
molto più difficile flirtare con una spada in gola, Mckay.-
Tristan fece una
smorfia.
- Mi hai fatto dormire sul pavimento, tendo a ricordatelo.-
- Sei
tu che mi hai offerto il letto.- celiò lei sadicamente.
- Si, da dividere in
due.-
- Non sei capace di tenerti fermo quando parliamo, figurarsi stesi in
un letto.- replicò la Lancaster scocciata – Senti ma ti sembro così stupida? Non
sono nata ieri. Potrai andare avanti a dire che non alzerai un dito fino alla
fine dei tuoi giorni ma la verità Mc è che sei un porco.-
- Porco a me?-
sbottò inferocito – Tesoro, so che nella vostra specie di esseri ghiaccioli
senza cuore i sentimenti hanno poca importanza ma c’è una cosa che si chiama
attrazione sessuale ed è comune anche a voi.-
- T’è mai passato per la testa
che io non ti voglia?- frecciò ironica.
- No.- fu la lapidaria
risposta.
Lucilla lasciò perdere, sospirando per calmarsi.
- Dove si sta
dirigendo?- chiese, tornando al discorso iniziale.
- Dove vuoi che vada quell'essere
molesto?- rise Tristan afferrando un libro – Andrà a segarle al preside
presumo.-
- Mi chiedo come il Ministero possa permettere certe cose…-
sussurrò Lucilla a un certo punto, stringendo il pugno sulle lenzuola – Quando
c’era mio padre…nessun servo di Voldemort avrebbe osato camminare sotto gli
occhi di tutti.-
Sentendo il suo tono, l’Auror tornò a stendersi al suo
fianco…poi lentamente alzò una mano, per carezzarle la testa.
- Ti mancano
vero?-
Lucilla non rispose, chiudendo gli occhi addolorata. Non serviva a
niente rivangare. Solo a farla stare peggio.
E il tocco gentile di Tristan
non faceva che aumentare il suo dolore. Rappresentava tutto ciò che non poteva
più avere. Fece per allontanargli la mano ma lui gliel’afferrò, baciandole il
palmo freddo.
Poi, senza dire nulla, fece una mossa azzardata.
Le passò
lentamente le braccia attorno alla vita e rimase così, stretto alla sua
schiena.
Non lo respinse…e ringraziò il cielo. Era tutto ciò che chiedeva. Voleva
solo farle sentire che le era vicino.
Quel giorno per Grifondoro e Serpeverde
non sarebbe finito mai probabilmente.
I ragazzi avevano uno sguardo terreo
quando si ritrovarono fuori dall’aula degli esperimenti di Piton, nei
sotterranei.
Quella stanza era sempre stata off limist per tutti, Gazza
compreso. Alcuni, gli anni scorsi, avevano detto che dentro Piton ci squartasse
la gente o ci tenesse le mogli avvelenate, cose dei fratelli Weasley
naturalmente.
Comunque era tradizione che Piton, a metà anno, verso
primavera, facesse una sorta di esame ai suoi allievi del settimo. Una specie di
prova del fuoco che in pochi avevano superato in quei decenni
d’insegnamento.
La prova era la pozione più pericolosa che mente umana avesse
mai potuto concepire…almeno la più pericolosa in mano a diciottenni appena fatti
con un odio reciproco non indifferente.
Chi c’era passato l’aveva chiamata la
Prova del Fuoco di Piton. Chi veniva segato solitamente si sarebbe tenuto fino
al M.A.G.O un fantastico 3 in pagella ma a parte quello nessuno delle due case
sembrava particolarmente ansioso di iniziare anche perché sarebbero stati in
coppia e gli unici all’altezza, ovvero Draco Malfoy ed Hermione Granger se ne
stavano già insieme. Zabini invece avrebbe aiutato Harry anche se Potter non ci
scommetteva molto. Piton di certo ci sarebbe andato a nozze con quella storia e
figurarsi se si lasciava perdere l’occasione di rifilargli un tre certo fino
alla fine del suo ultimo anno.
Se ci pensava gli veniva da piangere. Inoltre,
dando un’occhiata dentro alla stanza, gli venne anche da vomitare.
Ron a sua
volta, di stomaco delicato, ebbe brutti ricordi.
C’erano una decina di banchi
lunghi e scuri, messi in mezzo alla classe, attorniati a ferro di cavallo da
grandi scaffali colmi di animali sotto vetro, fra cui lumache e lucertole.
-
Non possiamo trovare una scusa?- alitò Neville, già terrorizzato ancora prima
che il prof arrivasse.
- Si, così poi ci sbatte un bello zero a tutti.-
mugugnò Lavanda amareggiata – Meglio un tre che uno zero, non credi?-
-
Dicono che questa pozione sia pericolosissima…- si mise in mezzo Seamus – Voi ne
sapete qualcosa?-
Ron annuì vagamente, continuando a fare su e giù.
-
Si…mi hanno detto che si chiama…aspetta…la pozione Bomba qualcosa…-
I
Serpeverde e Draco in particolare lo fissarono con gli occhi sgranati.
Malfoy
aveva ancora lo zigomo viola in ricordo del pugno di Harry ma quella mattina
aveva per la testa tutt’altro.
- OblioBomba per caso?- sibilò, fissando
Weasley attentamente.
- Ecco bravo Malferret, quella roba lì…- concluse Ron
continuando a fare il solco.
- E tu che ne sai eh?- ringhiò Nott sospettoso –
Non è che la Mcgranitt vi passa informazioni?-
- Magari.- ironizzò Seamus –
L’avrà saputo da Fred e George…vero Ron?-
- Comunque di che si tratta?-
chiese a quel punto Calì curiosa – Voi Serpeverde lo sapete?-
- E certo che
lo sappiamo.- disse acidamente la Bulstrode – Non siamo incapaci come voi a
pozioni.-
- Taglia corto!- la zittì Blaise già girato male per i fatti suoi,
quella mattina – Se è questa la Prova del Fuoco allora siamo davvero nella
merda. È una pozione complicatissima, molto più della Polisucco. Ci sono una
ventina d’ingredienti da mescolare con una precisione al millisecondo, secondo
un grado di bollitura preciso. È un suicidio.-
- Per non parlare del fatto
che se sbagli di un attimo esplode…e quella spazza via tutto il sotterraneo.-
sibilò Draco mollando a terra i libri con rabbia – Ma che cazzo gli salta in
testa a Piton, accidenti!-
- Con tutti i casini degli ultimi giorni poteva
anche risparmiarsela.- borbottò Dean – E poi…cazzo, in pochi qui siamo in grado
di fare una cosa del genere. Neville ci ammazza tutti.-
- Grazie…- Paciock
era già avvilito quando i compagni gli dettero una pacca sulla spalla. Ma servì
decisamente a poco, specialmente quando gli inservienti di Gazza cominciarono a
portare verso di loro pacchi colmi di provette, casse con dentro piante
particolari e libri da consultare.
Aveva tutta l’aria di un vero
martirio.
Quando arrivarono le nuove bilance acquistate dalla scuola, Pansy
Parkinson si fece stranamente in quattro per aiutare Gazza e i suoi
collaboratori, tanto gli altri erano talmente occupati a dare i numeri che
nessuno se ne accorse.
Stavano per scoccare le due ed Harry stava anche per
diventare psicotico, contando le ragnatele, quando Piton apparve nel corridoio
umido con il suo solito andamento da boia.
E quel giorno pareva proprio voler
vedere i pavimenti macchiati del loro sangue…
Li fece sistemare ai tavoli,
poi attese che Gazza e i gli inservienti avessero finito di trasportare tutti…
poi si piazzò davanti alla cattedra…e godendo come solo lui sapeva fare, prese
quasi due minuti di silenzio.
"Bastardo figlio d’un cane…" pensò Harry,
pronto alla gogna.
"Bastardo figlio d’un cane…" pensò Draco, pronto a fargli
il culo con la sua pozione.
Il resto della classe invece pensava una serie
d’insulti troppo lunghi da ripetere comunque quando Severus Piton, il diavolo
incarnato, decise di iniziare, lo fece con la sua voce più amichevole.
-
Bene, questo è un giorno particolare per ogni studente del settimo. Come avrete
sentito dire da parenti o da amici degli anni precedenti, io sottopongo questa
prova a tutti gli studenti del settimo anno. Si tratta di una prova
importantissima che deciderà il vostro andamento durante il resto dell’anno,
fino all’esame finale.- cominciò a girellare fra i tavoli, con le braccia dietro
le schiena, l’aria rigida come un pezzo di marmo – Come Silente mi ha chiesto
anche quest’oggi lavorerete come di consuetudine in coppie, le stesse pattuite
da voi.-
Si fermò davanti a Harry, decisamente disgustato di sapere che
avrebbe abbassato la media a Blaise, poi passò oltre e per poco non fece inchino
a Draco che ne aveva già basta ancora prima di cominciare.
Tornò alla
cattedra e fissò la classe. La condanna era stata scelta.
- Avete due ore
esatte per produrre la pozione OblioBomba. In classe non ne abbiamo mai parlato
ed è per questo che l’ho scelta. Al vostro livello è la pozione più complicata
che possiate mai trovarvi davanti e anche la più pericolosa ma l’ho scelta per
questo motivo. Voglio mettere alla prova non solo la vostra preparazione ma
anche la vostra concentrazione. Merlino solo sa se non ne avete bisogno in momenti
come questi…- lasciò cadere il discorso, fissando di sfuggita il terzetto dei
miracoli, poi continuò indicando gli oggetti sulle loto tavolate.
- Dunque,
la pozione OblioBomba è stata inventata cent’anni fa dalla strega Asteria. Lei
se ne servì per gettare in un sonno profondo un’intera cittadina di babbani.
Questi dormirono per un secolo intero, in un limbo scuro e penetrante da cui
neanche un mago riuscirebbe mai uscirne. È bene che sappiate che a questa
pozione non c’è antidoto.- e perforò Neville con uno sguardo accusatorio – Ma io
starò qui tutto il tempo, quindi non temete per le vostre vite…-
- Come no…-
sussurrò Ron, amareggiato.
Harry gli stava alle spalle con Blaise ed entrambi
trattennero un gemito per puro spirito sportivo.
Davanti alla lista però
anche Draco ed Hermione stavolta ebbero qualche ripensamento.
- Porca troia.-
ringhiò Malfoy astioso.
La Grifoncina guardò con lui, osservando sconvolta la
più grande quantità di elementi mai visti.
Aspidistra, mandragola, alcuni
veleni neanche tanto legali nelle scuole, polverine che non avevano mai visto e
magari anche dell’antrace. Si sentirono andare la pressione sotto i
tacchi.
Dopo che ebbe spiegato come mescolare i venti ingredienti, assunse
un’espressione un po’ truce.
- E adesso ascoltatemi bene tutti quanti. È
necessario che dosiate gli ingredienti alla perfezione. Le misure devono essere
spaccate quelle scritte sul foglio che vi ho dato, insieme al grado di
bollitura. Se solo sbagliate qualcosa… salteremo tutti quanti per aria. Questa
pozione è altamente esplosiva ma il punto critico, quello sottolineato in rosso
tre volte, è il momento dell’aggiunta dell’infuso di artemisia, a metà pozione.
L’artemisia è particolare. Dovete categoricamente aggiungerla prima di
mischiarla con le ortiche tritate e deve bollire con gli altri ingredienti per
cinque minuti. Cinque. Sono stato chiaro? Se aggiungete l’ortica prima di quel
momento la pozione esploderebbe, esattamente come se la lasciaste bollire a
fuoco troppo alto per meno di cinque minuti. Finiremmo tutti in infermeria
dentro uno scopino per la polvere.-
Qualcuno, sentendosi decisamente uno
straccio.
- Ma per evitare l’esplosione ho deciso di agevolarvi.-
Harry
si scambiò un’occhiata con Blaise. Che avesse un cuore quell’essere
dispotico?
- Nel caso mai la pozione dovesse avere qualcosa che non va, la
fiamma dei vostri fornelli è stata stregata.- disse Piton indicando una fiamma
accesa – Il fuoco da giallo diventerà blu, poi viola. Quando è blu avete un
minuto di tempo per fare le dovuto modifiche o gettare via tutta. Quando è viola
scoppia. Credo di essere stato chiaro.-
- A sufficienza.- sibilò Nott
irritato, senza farsi sentire.
- Ultima cosa. Visti i problemi avuti con le
bilance gli ultimi anni, io e il preside Silente abbiamo concordato di far avere
quella della scuola direttamente a voi, senza farvi usare le vostre. Ce ne sono
otto, vedete di farvele passare durante la lavorazione e di non perdere tempo,
per non farlo perdere neanche ai compagni.- poi Piton guardò le loro facce
pallide, deciso a dare l’inizio alle danze. Si erano abbastanza terrorizzati,
così batté le mani – Da questo momento avete due ore per finire. Le pozioni
incomplete verranno subito catalogate con un cinque. E adesso potete
iniziare.-
Scoppiò il caos, altro che inizio.
Gli studenti per dieci
minuti dovettero leggersi le istruzioni per capire che diavolo fare, poi
attaccarono a tagliuzzare, sfogliare sui libri in caso di trappole del sadico
prof e a bestemmiare, quando passava fra le tavolate come un avvoltoio.
Si
fermò davanti a Draco, come sempre soddisfatto di quello che faceva anche se
sapeva bene che Malferret detestava essere interrotto quando faceva i suoi
intrugli, poi però osservò Hermione che col polso malandato faceva fatica a
rompere i denti di serpente.
- Signorina Granger che ti è successo?- sibilò
altero.
- Sono caduta dalle scale.- disse Hermione gelida, continuando nel
suo lavoro.
- Così rischi di far prendere a tutti e due un brutto voto.-
replicò Severus ma Malfoy, affabile solo quando voleva, alzò gli occhi dalla sua
parte e quasi sorrise – Non si preoccupi, le do una mano io.-
- Eccellente.-
rognò Piton, poi levò le tende lasciando soli i due. Draco però fece presto a
mantenere la promessa. Le prese di mano i denti e cominciò a pestarli mentre lo
fissava furibonda – Non ce n’era bisogno.-
- Ti fa male il polso.- Draco non
la guardò, troppo imbarazzato – Tu mi servi al fuoco.-
- E chi l’ha stabilito
che comandi tu?-
- Se non fossi caduta dalle scale…- sibilò allora,
fissandola rabbioso ed eloquente – e mi avessi avvertito o magari urlato quando
stavi "cadendo" magari ora potremmo stare a discutere come nostro solito,
dolcezza, ma visto che ti fa male il polso ti conviene metterti al lavoro da
un’altra parte. Intesi?-
- Certo, come no...- Hermione assottigliò gli occhi
dorati, furibonda, ma fece comunque come diceva.
Per una volta Malferret
aveva ragione. E se non altro si erano rivolti la parola…
La prima mezz’ora
passò velocemente. I ragazzi si scambiavano ingredienti, si passavano le bilance
e lentamente il panico si trasformò in una tensione un po’ meno isterica anche
se il colore della fiamma sotto i calderoni era diventata un vero tormento,
specialmente per Neville e Goyle che ce l’avevano blu ogni due minuti.
Harry
se la stava cavando bene. Lavorare con Blaise era molto rilassante e a poco a
poco stava anche cominciando ad apprezzare certe cose che in sette anni aveva
sempre detestato, compresa la faccia scocciata di Piton che continuava a
controllare la situazione, apparendogli alle spalle per fargli saltare le
coronarie.
Draco ed Hermione invece stavano facendo scivolare dentro a un
mescolatore, con pazienza da certosino, una dose spaccata di 10 mm di polvere di
denti di serpente, unita un liquido nero e denso che sugli appunti di Piton e
sulla provetta era contrassegnata con S.D di cui i due non volevano neanche
saperne la natura.
- Vai…vai…- Hermione gli stava dicendo quanto aggiungere
ancora, vedendo le tacche della provetta – Ok, basta. Adesso tocca
all’artemisia.- ma il biondo spaccò disgraziatamente il contagocce e si girò
verso Blaise, per farsi prestare il suo. In quel momento accadde
l’imprevisto.
- Granger…-
Hermione si voltò verso Pansy Parkinson,
ignorando la sua voce stucchevole e senza degnare di una risposta il suo ghigno
perverso prese la bilancia magica, sbattendola rudemente sulla tavolata. Poi
dosò l’aspidistra e l’artemisia con cura maniacale, come quella del suo
eccezionale compagno mentre il Serpeverde prese a lagnarsi di quello stupido
contagocce che si era sciolto accanto al fuoco.
- Quanto manca?-
La
Grifoncina guardò l’orologio da polso. Perfetto, potevano buttare l’artemisia,
intanto l’ortica era già pronta. Dovevano aspettare cinque minuti….poi andare
avanti.
- Adesso sediamoci e aspettiamo.- sbuffò Draco ma appena
tranquillizzatosi un attimo impallidì vistosamente. Aveva lo sguardo verso la
porta e lo sgranò fino al limite. Naturalmente anche la streghetta lo seguì in
linea d’aria e allora capì tutto. Piton venne chiamato fuori ed era seccato dal
dover lasciare tutto ma subito anche Draco e Harry dovettero seguirlo, richiesti
a loro volta. E quando Potter fu fuori non poté impedirsi di ghignare fra
sé.
Eccolo che arrivava a sondare il terreno. Quello sporco
bastardo…
Lucius Malfoy stava davanti a loro, arrogante nella sua persona e
nel suo portamento.
Sorrise con alterigia – Piton, è un piacere rivederti.-
disse sagace.
Severus però non parve eccessivamente felice nel trovarselo di fronte per
una volta.
Salutò brevemente, spiegandogli che prova stavano svolgendo i
ragazzi poi lo pregò di fare presto, tornando così a guardare dalla porta ciò
che combinavano i ragazzi.
Lucius si rivolse così a suo figlio. – Ti trovo
bene.-
Draco non rispose e quasi scostò il viso quando suo padre, con la mano
rigorosamente guantata, gli toccò lo zigomo livido. – Che t’è successo?-
bofonchiò sarcastico – Hai fatto a botte?-
- No.- Draco rise con altrettanta
arroganza – Io questo lo chiamo parlare. Cosa fai qua?-
Lucius lasciò
perdere, fissando quindi lo sguardo sul Grifondoro.
- Ero venuto per
assicurarmi che gli studenti stessero bene. Sai…dopo gli attacchi degli ultimi
giorni…-
- Stiamo benissimo.- fece Harry ironico – Spero che sia lo stesso
per lei.-
- Oh, ci puoi scommettere, signor Potter.- replicò l’uomo – Mi
dicono che avete anche un nuovo insegnante di Difesa.-
- Si, Mc si è rivelato
illuminante.- sibilò Draco cominciando a spazientirsi – Allora? Ci hai chiamato
fuori per un motivo o no? Se non è così torno dentro, devo finire l’esame.-
-
Vedo…mi hanno detto della punizione. Ora state in coppie.- Lucius rise in uno
strano modo mentre Piton cominciava a picchiare il piede a terra ritmicamente,
ansioso di poter tornare dentro. Non avere la situazione sotto controllo in un
frangente così poco sicuro gli faceva venire i nervi. E anche a Harry che
continuò ad ascoltare lo sproloquio di Lucius Malfoy sempre più rabbioso. Oh,
desiderava solo mettergli le mani al collo ma non poteva!
Era quello che gli
rodeva… non poteva spaccargli le ossa! Non ancora!
Eppure, quando sia lui che
Draco si accorsero che stava prendendo tempo fu tardi…
Troppo tardi. Draco lo
capì nella coincidenza di un secondo…un debole secondo…
Voltò il capo verso
la porta e cercò immediatamente la sua mezzosangue. Fu strano però… fu come se
tutto si fosse svolto al rallentatore. Fece un passo avanti e accadde…Hermione
si era voltata a passare a Blaise una provetta che le aveva chiesto quando… una
bacchetta di cui Draco non vide il proprietario entrò nel suo campo visivo.
L’artemisia stava ancora bollendo, da soli tre minuti fra l’altro, quando di
colpo…il fuoco sotto il loro calderone da normale che era, perfettamente a
posto, divenne viola.
Non passò il blu. Divenne subito viola…e allora attaccò
a correre.
Non seppe dire esattamente cosa fece ma urlò a tutti quanti di
buttarsi a terra…poi si avventò su Hermione, facendole da scudo, e franarono sul
pavimento insieme nello stesso momento in cui un’esplosione colossale investì
tutta la classe, partendo dalla loro tavolata. Un boato enorme, seguito da una
gigantesca onda d’urto, poi le fiamme e lo spostamento d’aria…tutto questo sotto
un mare di detriti, di grida…e poi il silenzio. Il buio.
Il casino
che si scatenò più tardi a Hogwarts non fu pari neanche a quando Harry Potter
era tornato nel giardino della scuola col cadavere di Cedric Diggory, tre anni
prima.
L’intera settima classe di Grifondoro e Serpeverde finì in infermeria
e la Chips fu costretta a richiedere degli aiuti dagli ospedali vicini. Nel
rapido giro di un’ora Hogwarts fu invasa da infermieri e dottori, tutti per
curare i trenta ragazzi feriti nell’esplosione del sotterraneo. Alcuni,
miracolosamente, se l’erano cavata con qualche graffio…altri ne erano usciti
davvero male.
E nello studio del preside Silente gli animi erano davvero
caldissimi.
Hermione stava
seduta in poltrona, con un altri tagli sulla fronte, la
camicia bianca strappata e insanguinata, una gamba graffiata e le mani fasciate.
Il suo sguardo era vuoto, fissava il niente…mentre attorno a lei Caramell e
Lucius Malfoy urlavano furibondi. Tutti quanti gridavano…sentiva le loro grida
in maniera ovattata ma la parola espulsione era già stata nominata più volte.
Rimase immobile anche quando Piton, con una benda sulla testa visto che era
stato sbalzato indietro contro il muro anche dalla porta, entrò con l’aria più
rigida che avesse mai mostrato. Tirava Harry per un braccio e lo buttò a
sedere accanto a Hermione, a cui prese la mano di volata come per
proteggerla.
Non capiva il motivo per cui non l’avessero lasciata in infermeria
e guardò Silente supplichevole. Il vecchio mago gli fece cenno di calmarsi, poi
placò gli altri che stavano strillando come forsennati.
- Adesso basta!-
tuonò Caramell quando il pollaio si zittì – Io ne ho abbastanza! Ne sono già
successe di tutti i colori, Piton, con questa tua dannata prova e quest’anno
siamo arrivati all’apoteosi! Io sono stufo!-
- Ha perfettamente ragione, non
avrei dovuto allontanarmi dalla classe…- disse Severus, per una volta
rammaricato quando Silente scosse il capo, fregandosene del ministro – No, non è
colpa tua.-
- Infatti!- sibilò Lucius Malfoy, fissando Hermione con palese
astio – A certa gente non dovrebbe essere permesso di usare simili poteri,
Silente! Credevo che ormai fosse entrato in testa anche a lei!-
- Non è colpa
di Hermione!- sbottò Potter furibondo, balzando in piedi come una molla – Se lei
non fosse venuto a disturbare durante l’orario delle lezioni forse il professor
Piton non si sarebbe dovuto allontanare e avrebbe fatto il suo dovere! L’orario
di visita dovrebbe valere per tutti!-
- Su, Potter…- cercò di placarlo
Caramell ma Malfoy era decisamente sul piede di guerra visto che l’esplosione
gli aveva scompigliato i capelli e che nessuno era morto, com’era nei suoi
desideri. Puntò lo sguardo duro sul Grifondoro, serrando la mascella – Bada
signor Potter…se la signorina Granger avesse fatto il suo dovere forse ora tutti
i vostri compagni non sarebbero in infermeria quasi a pezzettini!-
-
Malfoy…-
Lucius si girò verso Silente, sentendo la sua voce. Era come
arrochita.
- Basta.- sibilò il vecchio preside, inforcando gli occhiali. Posò
così lo sguardo su Hermione che tremava come una foglia – E adesso dimmi,
cara…cos’è successo?-
La streghetta cominciò balbettando quasi, rivivendo
ogni attimo. Risentiva quel boato enorme, tutte le grida terrorizzate… e poi
ricordava Malfoy, che si era buttato su di lei ed erano finiti stesi per terra,
con lui che la proteggeva dai detriti con la sua schiena. Ricordava quando li
avevano tirati fuori…e come Draco l’aveva tenuta fra le braccia, guardando col
cuore in gola se si era fatta male…e poi come l’aveva abbracciata,
ansante…terrorizzato che le fosse potuto succedere qualcosa. Aveva scalciato
quando li avevano dovuti dividere.
- Avevamo aggiunto l’artemisia da soli tre
minuti…- sussurrò quindi con gli occhi lucidi, guardando anche Piton come per
supplicarlo di crederle – Ve lo giuro! Draco…Draco era appena uscito quando
l’abbiamo versata… io non so cos’è successo… so solo che l’ho sentito urlare,
poi siamo caduti… e…-
- E hai quasi ammazzato tutti, ecco cosa!- sibilò
Lucius con freddezza – Complimenti!-
- Insomma, qua bisogna prendere dei
provvedimenti!- se ne uscì anche Caramelle facendo su e giù nello studio –
Silente, i genitori ormai ne hanno abbastanza!-
- Abbastanza di cosa?- Harry
fissò i due nemici con aria alquanto cattiva – La metà dei loro figli ha causato
tutti i guai di questa scuola e loro ne hanno abbastanza? Che si facciano un
esame di coscienza!-
- Harry, - Hermione gli afferrò la mano – ti prego
lascia perdere. Non ti mettere nei guai.-
- E tu ci sei nei guai, signorina!-
l’assicurò Caramell ma proprio in quel momento la porta venne sbattuta con
forza. Traballarono i cardini e quasi Funny volò via, mezza spaventata quando
Draco Malfoy, coi sui bei capelli biondi schizzati di sangue per colpa del
taglio che aveva in testa si fece avanti, perforando con un’occhiata colma
d’odio suo padre.
- E tu che ci fai qua maledizione?!- urlò Lucius – Dovresti
essere in infermeria a farti vedere quella spalla!- infatti una scheggia lunga
cinque pollici gli si era conficcata nella schiena ma il biondo Serpeverde
questa volta ignorò tutti, se non Silente.
- L’esplosione non è stata colpa
nostra.- sibilò con le mascelle serrate – Tanto meno della Granger!-
- C’era
lei davanti al fuoco! Avrebbe dovuto stare attenta!- sentenziò Caramell ma prima
che lui e Harry lo mandassero affanculo, Draco continuò con rabbia nella voce –
Preside, le dosi le abbiamo fatte insieme. Io e lei… IO non sbaglio mai!- disse
lapidario – Potete accusarmi di negligenza in qualsiasi altra materia ma io in
pozioni non sbaglio mai! Piton potrebbe affidarmi la classe! Lo chieda a
lui!-
Severus sospirò, stanco e depresso.
- Si…- ammise – In effetti trovo
strano che i miei due migliori allievi abbiano potuto creare questa situazione.-
ammise – Il signor Malfoy e la signorina Granger in questi mesi hanno raggiunto
un livello eccellente e non avrebbero mai messo a repentaglio il voto in una
prova come questa. La signorina aveva dolori al polso però…-
- Le dosi… lo
ripeto…le ho fatte io!- ringhiò Draco per l’ennesima volta, fiacco per la
perdita di sangue – E comunque, come avrà già detto lei, avevamo appena messo a
bollire l’artemisia! Il fuoco era a temperatura corretta e non avevamo aggiunto
l’ortica!- tuonò allora, infischiandosene di sembrare impazzito – Non è stata
lei come non sono stato io! Quando mi sono girato verso la porta ho visto che
qualcuno usava la bacchetta per aumentare la temperatura! Mi sono messo a
urlare, preside, quando ho visto la fiamma farsi improvvisamente viola! Nel giro
di pochi secondi!-
Caramell ora parve sbigottito – Signor Malfoy stai dicendo
che qualcuno ha cercato di ammazzarvi?- sbiancò – Oh no… no! No!- disse
esasperato – Io ne ho abbastanza di questa classe! Prima Potter e ora
questo!-
- Potter cosa? Che ho fatto stavolta?- replicò il moro – Io non ho
fatto niente!-
- Draco ha visto una bacchetta…- sentenziò Lucius acidamente –
Forse sei stato tu ad ordinarlo a qualcuno dei tuoi…-
- Dei miei…- sibilò
Harry all’improvviso con fare pericoloso -…nessuno oserebbe mai rischiare la
vita delle altre persone per vendette personali, signor Malfoy. E fra i suoi
amici invece?-
Lucius serrò le mascelle, colpito in pieno, quando Silente
placò di nuovo tutti. Offrì una sedia a Draco che perdeva sangue
infischiandosene e si rifece spiegare tutta la storia.
Dall’artemisia che
aveva bollito troppo poco per esplodere, alla bacchetta che si era messa in
mezzo e aveva aumentato i gradi, facendo diventare immediatamente la fiamma
violacea.
- Ok, quindi…fatemi capire bene…- Lucius rise con scherno, anche
rivolto a suo figlio – Mi stai dicendo che qualcuno ha attentato alla vostra
vita dell’interno della classe. E chi sarebbe? Un Grifondoro?-
- Senza offesa
per i Serpeverde, ma un Grifondoro si guarderebbe bene da far del male alla
propria casa.- disse il preside con la sua aria serena – E poi non credo che sia
il caso di fare ipotesi tanto azzardate.-
- Azzardate?- Caramell si versò da
bere del brandy, ormai al limite della crisi di nervi – Per l’amor del cielo! In
infermeria ci sono ragazzi che hanno delle ossa rotte, escoriazioni su tutto il
corpo e ustioni! I genitori vorranno delle spiegazioni e tu dici di non fare
ipotesi?-
- Ritengo che sia più importante la salute dei ragazzi.- sbuffò
allora Silente, fissandolo sul piede di guerra – E la posso assicurare ministro
che la professoressa Mcgranitt sta già interrogando i feriti meno gravi. Se il
signor Malfoy ritiene che qualcuno abbia di proposito fatto saltare per aria la
sua pozione…non vedo perché non dovremmo credergli. Senza contare che anche il
professor Piton stava guardando verso la classe…e anche lui ha visto la fiamma
della signorina Granger diventare viola in pochi secondi. Io questo non lo
chiamerei incidente.-
- Infatti, io lo chiamo disastro.- sibilò Lucius – Che
intende fare ora?-
- Troveremo il colpevole. Non c’è da preoccuparsi. Gazza
sta già controllando gli ingredienti usati dai ragazzi, ogni provetta e
contagocce. Prima o poi verrà fuori chi è stato.-
- Lo spero davvero.-
continuò il padre di Draco, con stizza – Il consiglio vorrà la testa di
qualcuno.-
- Bhè non è la nostra!- ringhiò Malferret a quel punto, afferrando
Hermione per la mano e alzandosi, come già stava facendo Harry – Che si cerchino
qualche altro burattino ma noi non abbiamo fatto niente! Trovate chi ha portato
il fuoco a ebollizione troppo alta e poi fatecelo sapere! Ora torniamo in
infermeria, preside.-
- Certo.- Silente posò lo sguardo su Harry – Signor
Potter ti affido i feriti.-
- Non si preoccupi.- il moretto aprì la porta e
fece passare Hermione mentre Lucius richiamava suo figlio e rimasero a discutere
fuori dalla porta mentre Silente e Caramell continuavano in quella tragedia
greca. Peccato che il caro nemico numero 1° ora di Harry fosse arrivato al
limite della pazienza. Appena il Grifondoro ebbe girato l’angolo con Hermione,
Draco si ritrovò attaccato al muro, con suo padre che gli serrava la gola tanto
da fargli mancare il fiato.
- Che diavolo hai in mente, si può sapere?-
sibilò l’uomo astioso – Che vuoi fare?-
Il ragazzo rise. Se l’era
aspettato.
- Non potrai scappare ancora a lungo, figlio mio….- Lucius serrò
meglio la presa, infischiandosene se il ragazzo stava con la camicia imbrattata
di sangue fresco – Devi scegliere! Mi rifiuto di avere ancora un codardo del
genere in giro per casa mia! Devi fare ciò che ti dico! Non importa che tu abbia
diciotto anni ormai.-
- Lasciami.
Ti comporti da pazzo.-
Draco strinse i denti per il dolore e
per la rabbia – Ti ho detto di lasciarmi. Non me ne frega niente di te. Te l’ho
già detto! Non m’interessa la tua ridicola causa!-
- Ridicola causa?- Lucius
gli rise a un dito dal naso – Sei patetico, ragazzino…ma è tempo di diventare
uomo!-
- No, per me è tempo di morire!- continuò Draco, ridendo più
amaramente di suo padre – Credi che sia stupido? Eh? Avrò fatto finta di niente
per tanto tempo ma ora ne ho basta…lasciami o mi metto a urlare.-
Lucius lo
fissò negli occhi argentei, stentando a credere a ciò che sentiva.
Lo mollò
appena, sempre però impedendogli di fuggire.
- Cosa vedo…- sibilò, ghignando
pericolosamente – Non mi dirai che Potter ti ha garantito la salvezza.-
-
Potter non mi ha mai garantito niente, neanche l’anno scorso quando il serpente
per cui tuttora strisci è passato a miglior vita!-
- E allora cos’è?- l’uomo
si fece indietro, continuando a scrutarlo. Dio…come somigliava a sua madre.
Quella dannata testarda. Quella maledetta sentimentale – Cos’hai di diverso?…Sei
cambiato…-
- Non sono cambiato. Sono sempre lo stesso…lo stesso essere
orrendo che hai generato.-
- Sei innamorato.-
Draco stava per dargli le
spalle ma rimase immobile. Ecco la cosa più pericolosa di
tutte…eccola.
Ghignò apertamente, da vero attore.
- Ma di che parli?-
ridacchiò ancora, scuotendo il capo – Papà…torna dai tuoi amici, è meglio. Ti
posso assicurare che la tua patetica educazione è almeno servita nel pararmi il
culo da simili oscenità. Al diavolo l’amore.-
Lucius tacque proprio quando
Harry tornò indietro. Si mise fra i due senza neanche filarsi il padre. Si
limitò ad afferrare Draco per il gomito sano e a trascinarlo via, senza voler
sentire altro. Dall’angolo aveva già capito che i tempi futuri per tutti
sarebbero stati parecchio bui.
La Chips aprì di colpo la tenda, buttando
un panno insanguinato dentro al cestino.
Hermione dovette distogliere lo
sguardo, deglutendo fino allo spasimo.
Stava seduta sull’unico letto libero,
fra Draco e Harry.
Malfoy stava a torso nudo, coi denti serrati per il dolore
fortissimo che il disinfettante e i punti gli stavano procurando alla spalla.
L’infermiere non ci stava andando di certo leggero con ago e filo…e lo squarcio
che aveva nella schiena era più grande di quanto pensava, visto che anche
Potter, anima pia, ogni volta che guardava la sua ferita impallidiva.
Grazie
a Dio lui non riusciva a vederla…
Poco dopo la Chips buttò via i ferri e andò
in bagno. Si stava lavando le mani. Forse aveva finito…
Harry si mise in
piedi, lasciando Hermione nelle mani di Malferret che più la guardava più capiva
che stavolta non si sarebbe ripresa facilmente.
- Senti Granger…- sussurrò,
per richiamarla ma lei non lo sentì nemmeno, specialmente quando Harry tornò da
loro con lo sguardo terreo. Rimase in piedi, in silenzio per qualche
secondo…
- Allora?-
Il Grifondoro sospirò, passandosi una mano fra i
capelli e dalla sua faccia, dagli occhi dolorosamente chiusi, Hermione capì che
qualcosa non era andato come doveva.
- Ti prego…parlami…- l’implorò la
streghetta – Harry, per favore…-
- Staranno tutti bene.-
Il moro alzò il
viso, riaprendo le palpebre. Fissò entrambi.
- Ora stanno tutti bene. I più
gravi sono…quelli che erano vicino al vostro tavolo.-
Stavolta fu Draco a
impallidire.
- Blaise?- balbettò angosciato – Potter…cos’ha Blaise?-
Harry
prese uno sgabello e ci sprofondò, facendo segno ad entrambi si rimettersi
seduti. Quando lo fecero iniziò a spiegare tutta la situazione. – Blaise era il
più vicino in quel momento…con Ron. Quando hai urlato non devono aver fatto in
tempo a capire cosa stava succedendo…-
- Harry dannazione dimmi cos’hanno!-
gridò quasi Hermione e allora il suo ex le prese la mano, stringendola
forte.
- L’esplosione li ha investiti in pieno. Hanno sbattuto violentemente
la testa entrambi, cadendo. Hanno un trauma cranico, più delle vertebre
incrinate. Finché non si svegliano non possiamo sapere che danni hanno subito
alla testa…-
Stavolta non risposero. Entrambi rimasero costernati. Alzarono
gli occhi e li videro stesi nel loro letti, poco più in là.
La Chips e i
medici avevano guarito ogni ustione ma…la loro espressione sofferente anche nel
sonno li uccise.
- Gli altri?- deglutì Hermione, sull’orlo di una
crisi.
Harry cercò di sorridere – Gli altri hanno braccia rotte…graffi
leggeri e delle schegge nella schiena. Niente che non si possa guarire in una
notte. Dean che era il più lontano è riuscito anche a creare una barriera per
proteggersi. Anche la Parkinson ce l’ha fatta…- e sentito quello, Draco cambiò
all’improvviso espressione.
Pansy?
- La Parkinson è in coppia con
Weasley…- disse, con uno strano tono.
Ed Harry capì immediatamente,
anzi…aveva sempre saputo. Come aveva fatto a castare in tempo una barriera se
era stata così vicino a Ron? Come aveva potuto avere una tale
prontezza?
Nessuno dei due disse una sola parola fino a quando, col calare
della notte, il consiglio dei professori non tornò da loro. Tutta la classe era
presente, specialmente i Grifondoro che erano raccolti intorno a Hermione e
Ron.
I Serpeverde invece stavano in silenzio mentre Draco non si decideva a
staccarsi dalla sponda del letto di Zabini. Era stato a guardarlo per tutto il
tempo…a tenergli quella mano sempre così calda e amica ora tanto immobile e
appena tiepida. Rimase a fissarlo angosciato anche quando entrò Silente, con
Caramell.
Quando però la loro professoressa di Trasfigurazione mostrò loro
una cosa allora dovette per forza prestare attenzione.
E bruciò nuovamente
di rabbia.
La Mcgranitt si fece avanti con passo rigido, l’espressione quasi
di pietra.
Sollevò una bilancia, andata quasi liquefatta
nell’esplosione.
- La riconoscete questa?- chiese, con tono che lasciava
presagire tempesta.
- E’…una di quelle che abbiamo usato oggi.- gli disse
Lavanda Brown, continuando a passare il ghiaccio su una scottatura di
Seamus.
- Esatto.- continuò la strega duramente – Signorina Granger…signor
Malfoy…voi l’avete usata vero?-
Hermione annuì appena – Si, abbiamo usato
proprio quella. Cosa significa?-
La Mcgranitt stavolta tacque per un attimo,
poi proseguì con voce gelida – E’ fuori asse.-
- Cosa?- Hermione sgranò gli
occhi – Non è possibile...-
- Ho detto che è fuori asse.- continuò la
Mcgranitt – Qualcuno l’ha manomessa. Ha fatto in modo che la bilancia andasse
fuori di ben tre milligrammi in eccesso. Per questo la pozione è scoppiata dopo
tre minuti, unita a un eccessivo calore dell’acqua. Non avete sbagliato dosi
intenzionalmente…ma qualcuno ha fatto in modo che fossero errate e poi ha
surriscaldato la vostra pozione per farla esplodere. Caso voleva che il signor
Malfoy fosse fuori…- insinuò quindi, facendo ben capire ai Grifondoro che la
vittima doveva essere solo Hermione.
Questi fissarono i Serpeverde con
espressione muta, ma fin troppo chiara, quando Silente si fece avanti.
- Ho
bisogno di sapere una cosa, da voi due…- disse quindi, quasi a bassa voce –
visto che la vostra pozione è stata l’unica a esplodere con questo metodo, è
probabile che chi ha messo fuori asse la bilancia l’abbia fatto prima che fosse
consegnata a voi. Perciò dovete dirmi chi ve l’ha passata.-
A quella frase
una persona tremò. Si sentì il sangue fermarsi nelle vene.
Ma mentre lei
tremava dal terrore, Draco portò lo sguardo su Hermione.
- Io…io mi sono
girato per parlare con Zabini. Avevo rotto il contagocce…e quando sono tornato
alla tavola la bilancia era già lì.- così guardò la sua mezzosangue per
chiederle finalmente la verità ma la Grifoncina…dopo un secondo eterno in cui
non guardò nessuno se non il pavimento, rialzò il viso tirato e graffiato,
fissando la Mcgranitt.
- Mi perdoni…ma non ci ho fatto caso. Non ricordo chi
me l’abbia data.-
Scoppiò un putiferio. Fra Grifondoro e Serpeverde quasi si
scatenò una guerra mentre Malfoy, con gli occhi sgranati per la collera, si alzò
in piedi e corse ad afferrarla per le spalle, tanto nessuno se ne
accorse.
Come immaginava le lesse in faccia la verità ma non ci fu verso di
fargliela dire. A niente valsero le sue parole.
Neanche quando i professori
se ne andarono, minacciando un’apocalisse.
Rimasti soli, i ragazzi si
guardarono come nemici.
- Possibile che non ti ricordi?- ringhiò
all’improvviso Nott, dando voce a tutti i Serpeverde – Dove ce l’avevi la
testa?-
Ma Hermione si sedette di nuovo sulla branda, ignorando il suo
tono.
- Come tutti gli altri avevo in testa la pozione…e non chi mi passava
la bilancia!-
- Oh, complimenti!- sibilò con voce stridente la Bulstrode –
Adesso si che siamo a posto!-
- Millicent falla finita!- ringhiò la Leptis
dal suo letto, dove se ne stava con entrambe le gambe rotte – Non è questo il
momento per queste stronzate! Abbiamo appena rischiato di morire perché qualcuno
di voi deficienti ha avuto la bella idea di fare uno scherzo ai
Grifondoro!-
- Ehi, adesso calma…- si mise in mezzo di nuovo Nott ma la
compagna era ormai sul nevrotico – Calma un accidente Theodor!- piagnucolò –
Sono sempre stata la prima a fare la stupida ma questa volta, chiunque sia
stato, ha esagerato! Potevamo morire tutti quanti!-
- Si?- rispose Seamus
rabbioso, tenendosi il ghiaccio anche sull’occhio – Bhè, sai che ti dico? Che ci
lasceremo molto più che la pelle se il coglione che ha fatto questa bella
puttanata non salta fuori! Chi l’ha fatto si prenda la responsabilità della
cosa!-
- Ma che cazzo parli a fare…- lo blandì Dean ma Finnigan continuò più
feroce – Parlo che se non salta fuori il colpevole finiremo tutti quanti nella
merda! Hermione non ha fatto niente e finirà per prendersi la colpa, lo capisci
o no?! Adesso una di quelle teste di cazzo deve dire la verità, punto e
basta!-
- Attento a come parli stronzo!- saltò in piedi Goyle.
- Parlo
come cazzo mi pare!- ringhiò Seamus e per fortuna Dean e Harry riuscirono a
fermarlo o niente li avrebbe fermati dal fare a cazzotti. Quando si furono
calmati, Potter che era il più sano di tutti, anche se fremeva di collera nel
vedere il suo migliore amico steso in quel letto e senza conoscenza, decise di
fare da moderatore. Riprese lo sgabello e a forza li fece sedere tutti. Cercò di
analizzare la situazione.
Ma la verità era una.
- Ci sbattono fuori
tutti.- sbuffò, amareggiato – Da non credersi…-
- Già, sette anni di
stronzate e finiranno per sbatterci fuori adesso Potter.- sibilò Draco con
rabbia, osservando i suoi compagni di casa – Adesso ascoltatemi bene tutti
quanti. Non so chi di voi sia stato…e sinceramente non me ne frega un cazzo. Ma
stavolta avete esagerato. Potevate fare quello che volevate, ve l’ho sempre
detto…- e finì fissando Blaise, pallido come un morto. Cazzo se gli fosse
successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato.
Si voltò verso Hermione,
sulla branda a fianco.
- Chi ti ha dato la bilancia mezzosangue?- chiese, col
tono più calmo possibile.
- Non me lo ricordo.- ridisse come un automa e
stavolta Malfoy non resse più. Afferrò il catino colmo d’acqua ghiacciata che
aveva a fianco e glielo rovesciò completamente addosso, svegliandola dal suo
sonno catatonico. Ignorando i ringhi dei suoi compagni Grifondoro le riformulò
la domanda.
Lei però era furibonda. – Come diavolo ti permetti idiota??- gli
gridò – Ti ho detto che non me lo ricordo!-
- Sono tutte stronzate!- replicò
il biondo gettando per terra la tinozza – Voglio la verità adesso!-
- Vai al
diavolo Malferret!-
- Tu ti ricordi anche degli insulti che ti ho lanciato
tre mesi fa e non ti ricordi chi t’ha dato la bilancia!? Sono vaccate belle e
buone queste, ok? Fatti furba e dimmi subito chi è stato!-
- Chi credi di
essere per darmi ordini?!- abbaiò lei di rimando, strizzandosi i capelli al
limite della pazienza.
- Oh me lo dici con le buone o te lo tiro fuori con le
cattive!-
- Insomma basta!- Harry si mise fra i due, zittendoli – Stare qua a
litigare non serve a niente! Ma Herm…- stavolta fu il bambino sopravvissuto
quasi a supplicarla con gli occhi – Se non dici cos’è successo…finirai
espulsa.-
- No, non mi butteranno fuori.- sibilò lei, guardando altrove –
Qualcuno ha sballato la bilancia e non sono stata io.-
- E dicessi chi te
l’ha passata saremmo tutti a posto!- rognò Nott.
- Senti vedi di stare
zitto!- gl’ingiunse Draco – Da voi non voglio più sentire una parola!-
- Io
invece una domanda ce l’ho!- sbottò la Bulstrode all’improvviso – Dì un po’
Pansy…- e la moretta sobbalzò, sentendosi fissata da tutti – Tu stavi con
Weasley…com’è che lui ora è privo di conoscenza e tu invece sei stata tanto
veloce da fare una barriera eh?-
- Ho solo sentito Draco che urlava.- sibilò
sulla difensiva.
- E hai tirato fuori la bacchetta dalla sacca tanto
velocemente da salvarti?- insinuò Calì con astio – Piton non ci fa mai tenere le
bacchette a portata di mano nella sua lezione! Perché mai te la sei tenuta nel
mantello?-
- Già, avevi già in mente di divertirti per caso?- continuò
Millicent pedante.
- Queste sono solo sciocchezze!- abbaiò Pansy rossa in
viso.
- Lo vedremo…- sibilò Draco all’improvviso, gelandola con la sua voce
di monito – Lo vedremo.-
A un certo punto sentirono dei mugugni…poi qualcuno
ridacchiò.
- Senti come si agitano Ron…-
- Già Blaise…e dire che hanno
solo qualche graffio loro…-
In un lampo i due ultimi feriti vennero
circondati e abbracciati fino alle lacrime. Ron specialmente che venne
stritolato dalla Hermione più dolce e preoccupata che avesse mai visto mentre
Blaise sorrise appena, sentendo la presa forte di Draco nella sua mano.
-
Come stai?- gli sussurrò il biondino – Dio, che stronzo…mi hai fatto morire di
paura.-
- Così impari.- ridacchiò Zabini, socchiudendo le palpebre.
Lo
stesso stava accadendo ad Harry. Strinse forte in un abbraccio il suo compagno
di scorribande, ringraziando chiunque li avesse protetti di averglielo rimandato
indietro, poi per qualche tempo riuscirono a starsene buoni. Almeno fino a
quando Silente, la Mcgranitt, Piton e Caramell non ritornarono, all’alba delle
undici di sera.
- A voi è tornata la memoria?- chiese nuovamente la
direttrice della casa dei Grifondoro.
Tutti tacquero e lo stesso fece
Hermione che da perfetta attrice scosse il capo, quasi depressa.
La Mcgranitt
però non parve sorprendersi. Anzi…
- Bene, il preside Silente e il ministro
Caramell insieme al collegio del professori sono giunti a una conclusione.-
continuò al strega, ora stranamente calma – Visti gli avvenimenti in questi anni
avvenuti fra le case, i problemi che avete causato, le risse, gli incidenti più
o meno gravi…abbiamo deciso…- e tutti trattennero il fiato -…di non fare
assolutamente nulla.-
Qualcuno strabuzzò giusto un po’ gli occhi,
specialmente Harry che in vita sua non aveva mai visto la professoressa di
Trasfigurazione così tranquilla e pacata mentre assegnava una punizione.
-
Come scusi?- sussurrò Ron stranito – Non…volete fare niente?- richiese,
allibito.
- Esatto signor Weasley.- spiegò incrociando le dita con
soddisfazione – Dopo quest’increscioso incidente tutto il consiglio ha solo
chiesto una settimana di sospensione per tutta la classe. A partire da domani
mattina. Per sette giorni ve ne starete confinati nei vostri dormitori, sotto il
controllo dei direttori della vostra casa. Io e il professor Piton siamo
autorizzati a venire a fare dei controlli quando più ci aggrada per tutta la
sospensione. E questo è quanto.-
- Ehi, un attimo!- tuonò Draco con i capelli
scombinati per il nervoso – Qua due ci hanno rischiato la vita!-
- Non
sappiamo cosa farci, signor Malfoy.- borbottò Piton apatico – Nessuno vuole
confessare, la signorina Granger non ricorda…insomma, questo a me pare soltanto
un altro esempio di quanto la vostra classe sia un ammasso di teste di legno
votate al martirio. Comunque, se può farla sentire meglio, è stata presa una
precauzione su richiesta del consiglio. Visto che appunto come ha fatto notare
lei, qualcuno ha rischiato la pelle… abbiamo deciso che d’ora in avanti, al
prossimo incidente…piccolo o grande che sia…il colpevole verrà immediatamente
sbattuto fuori da Hogwarts.-
Stavolta i ragazzi rimasero a bocca aperta.
-
Avete capito bene.- la Mcgranitt parve soddisfatta del loro ammutolimento –
Visto che non ci sono colpevoli, verrete solamente sospesi da domani mattina.
Domenica prossima, a punizione scaduta, potrete anche andare a Hogsmade col
professor Mckay che per la cronaca si è astenuto dal venire con noi per non far
parlare il colpevole coi suoi personali metodi… ma a parte questo, d’ora in
avanti al più piccolo incidente, zuffa…- e fissò sia Harry che Draco – caduta
dalle scale…- e scrutò Hermione – malocchio, incendio o esplosione… gli studenti
coinvolti che siano innocenti o meno verranno espulsi immediatamente. Spero di
essermi spiegata.-
- Avete la notte per pensarci…- disse Silente, prima di
andarsene con gli altri professori – Spero sul serio che questa sarà l’ultima
volta che fra Grifondoro e Serpeverde accade una cosa simile. Buona notte
ragazzi.- e se ne andò, chiudendo la porta su delle facce che si era ritrovate
ormai davanti a un bivio.
Ovvero: fine dei
giochi.
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