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Autore: cola23    01/05/2012    11 recensioni
hello! questa è una seria di one short incentrate sul compleanno di Ace, durante tutti gli anni della sua crescita, alcune cose cambiano, ma altre restano sempre uguali. Le storie dovrebbero essere 7 o 8 in tutto ,cercherò di pubblicarne 1 al giorno.
Nella prima ci sarà anche Sabo, le prossime saranno incentrate su Ace e Rufy.
Oggi è il 1 Maggio e pubblico questa serie di storie brevi come regalo per una mia amica che oggi compie gli anni: AGURI BEA!
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Monkey D. Rufy, Portuguese D. Ace, Sabo
Note: Movieverse, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ecco a voi il secondo capitolo riveduto e coretto quando sarà pronto metterò anche il 3, per l'aggiornamento del 7 capitolo invece dovrei riuscire a metterlo o oggi o domani buona lettura e ditemi se ci sono ancora degli errori !  

COME UN FUOCO D'ARTIFICIO

CAPITOLO 2 :

(Ace 12- Rufy 9)

 

- C'è qualcosa che desideri per il tuo compleanno? -

Rufy fece quella domanda ogni giorno, per un’intera settimana prima del compleanno di Ace.

Quando Ace rispondeva ogni volta con un sorriso tirato con un - no, non proprio , - Rufy tornava alla carica e richiedeva nuovamente il giorno successivo  e il giorno dopo ancora, sempre d'accapo, cocciuto come sempre, deciso a continuare fino a che Ace non gli avrebbe dato almeno un indizio su qualcosa che Rufy avrebbe potuto dargli. Ma il problema era che anche Ace era testardo e continuava a rispondere con frasi come : «Sarò felice anche solo di festeggiarlo con te », o qualcosa tipo: «Se proprio insisti, magari una fetta di torta ». Risposte del genere così vaghe ed evasive che non gli erano di nessun aiuto e che  facevano aggrottare a Rufy la fronte per la frustrazione .

Lui voleva dare qualcosa di speciale alla sua persona speciale, qualcosa che dimostrasse in modo tangibile quanto volesse bene al suo fratellone, non una cosa qualsiasi e banale come una torta, che era una parte già inclusa nei festeggiamenti del suo compleanno .

Alla fine arrivò Il giorno del compleanno di Ace, e Rufy provò a svegliarlo con un abbraccio e un dolce bacio sulla guancia , con conseguenza che Ace pizzicò crudelmente tutt’e due le guance di Rufy, allungandole la pelle lontano dal viso, tirandole fino al limite.

Quando Ace mollò la presa provocando un sonoro - boing! - per l'effetto elastico, le guance del bambino, tornate al loro posto, erano tutte rosse.

Davanti alle urla di Ace , Rufy si scusò a capo chino , con un’espressione triste e mortificata mentre si massaggiava le guance.

-Non sapevo che fare.....era davvero difficile decidere cosa darti..... non riuscivo a pensare a qualcosa di degno.....non mi veniva in mente niente, ma volevo assolutamente darti qualcosa per dimostrarti quanto ti voglio bene  e quanto sono felice che oggi tu sia nato fratellone ! -

Ace sostituì la sua espressione scioccata e arrabbiata con una incredula e imbarazzata, con gli occhi sgranati; le sue guance si tinsero subito completamente di rosso, e boccheggiò stupidamente per qualche minuto, prima di riscuotersi e mettere una mano sulla testa di Rufy accarezzandolo dolcemente. Si strofinò con l'altra i suoi di capelli, imbarazzato.

- Baka , non ti avevo detto di non preoccuparti? -

-Si ma io....-

-Ascoltami bene, Rufy non c'è bisogno di tutte queste smancerie ,so già c-che m-mi vuoi bene, non devi fare nulla per dimostrarmelo. -

disse deciso, ma un pò titubante nel dire le ultime parole, abbassando lo sguardo, imbarazzato.

- E davvero, non voglio nessun regalo, ho già tutto quello che voglio, non mi serve altro. L'unica cosa che desidero e passare una giornata come tutte le altre, ok? -.

Rufy a quelle parole si sentì rincuorato, mostrò di nuovo il suo largo sorriso prima di buttarsi letteralmente addosso al fratello abbracciandolo, stavolta attorcigliandosi completamente intorno a lui come una molla grazie al suo corpo elastico, bloccandogli così gambe e braccia.

-Ru....Rufy!! Che diavolo fai!? Mollami subito!-

Ma Rufy non lo ascoltò, ignorandolo beatamente.

-Ace sei il fratello migliore del mondo ! ti voglio tanto, tanto, tanto, tanto ,bene! -

gridò felice, facendo rotolare entrambi sul futuon per terra, ridendo, prima di schioccargli un altro bacio su entrambe le guance, stringendolo ancora più forte, approfittando del sua momentanea impossibilità nel ribellarsi in quel momento.

Ace adesso era completamente imbarazzato: le sue povere guance ormai erano così rosse da sembrare 2 pomodori maturi.

Decisamente spiazzato e incerto su come reagire esitò un attimo, indeciso se tentare di ribellarsi ancora e continuare a insultarlo, o lasciar perdere per questa volta .

Dopo un attimo di esitazione prese la la mano di suo fratello e la strinse ermeticamente.

-Lo so...- mormorò a bassa voce e timidamente aggiunse: -Anch'io tengo a te.....baka! -

conclude ridendo leggermente anche lui. Restarono così ancora per qualche minuto talmente tranquilli che Ace si stava quasi addormentando, ma prima che cedesse a un colpo di narcolessia sciolsero l'abbraccio e si rimisero in piedi.

Passarono il resto dell’intera giornata alla loro formazione, allenandosi fino allo stremo, finchè il sole non iniziò a tramontare e non fu ora di arrostire la loro cena - catturata durante la mattina -sul fuoco .

Quando finirono di mangiare e il fuoco era ormai spento Rufy si alzò bruscamente dicendo: - Beh, allora, andiamo a trovare Sabo ora! Sono sicuro che ci sta già aspettando per mangiare la torta. -

- Torta? - chiese Ace .

- Si, almeno ti regalo la torta ! - Rufy aggrottò la fronte, beh, in realtà era stata Makino che aveva avuto l'idea di..... ma va be, se l'era scordato, era inutile stare lì a precisare ora.

I due fratelli passarono prima al villaggio a prendere la torta, poi si diressero da Sabo a passi leggeri. Arrivarono sul promontorio, si sedettero davanti alla tomba di Sabo e per un attimo si sorrisero timidamente a vicenda.

Quella notte era piuttosto buia, in celo non c'era neanche una stella .

Le luci delle candele che Rufy aveva messo sulla torta erano l'unica cosa che illuminava i dintorni.

Rufy rivolse un'occhiata a Ace. Vide sul viso dell'altro un dolce sorriso , un sorriso sereno che raramente gli vedeva; quando pensò che era stato lui a creare dal nulla quel sorriso gli venne da ridere.

Si sentiva  felice, così felice che gli sembrava quasi di toccare il celo con un dito.

-Perché ridi?-chiese Ace che si era accorto che Rufy lo sta fissando.

-Sono contento!- fu l’unica risposta che diede l’altro sorridendo come faceva sempre.

Ace aggrottò le sopracciglia: -Perchè mangi la torta?-

-No, cioè, anche! Ma sono felice di vederti sorridere, sono felice che tu sia felice! E sono contento di avere un fratello come te, Ace , grazie per essere nato! Ti voglio bene ni-san!-

Ace a quell’ affermazione stavolta non rimase solo sorpreso, rimase letteralmente sconvolto.

La bocca spalancata, gli occhi sgranati, che sembravano stare sul punto di schizzare dalle orbite, e un’espressione sconvolta.

Certo, questa non era la prima volta che Rufy gli diceva di volergli bene e ormai sapeva quanto tenesse a lui, anche quando non glielo diceva a parole le sue emozioni trasparivano sempre con una chiarezza disarmante quello che provava. Gli bastava vedere come lo guardava, con occhi pieni di ammirazione, come gli sorrideva, come il suo sguardo si accendeva , diventava più luminoso ogni volta che entrava in una stanza, o come pendeva letteralmente dalle sue labbra e sembrava entusiasta di ogni cosa che diceva, per sentire quanto fosse forte l' affetto che provava per lui, anche senza che lo dicesse.

Rufy non aveva bisogno di dirlo a parole era sempre stato un libro aperto.

Quindi teoricamente non avrebbe dovuto essere così sconvolto da quelle che aveva appena sentito ,non gli aveva detto niente di così diverso da quello che aveva già detto tante altre volte in passato, in fondo.

Ma una cosa era sentirsi dire che teneva a lui, che gli voleva bene, un’altra era che era felice che fosse nato.

Non avrebbe dovuto esserne così sorpreso, se gli diceva sempre che gli voleva bene anche quella frase era sempre stata implicita, ma fra il pensarlo e il sentirselo dire così esplicitamente faceva tutto un altro effetto.

Lui, nonostante volesse far credere il contrario, si sentiva sempre molto felice quando Rufy gli diceva quelle cose, non credeva di potersi sentire ancora più felice di così .Invece ora si sentiva così contento che il cuore gli sembrava uscire dal petto, e faticava a controllarsi, nascondendo quanto fosse commosso ,e l'improvvisa voglia di piangere di gioia.

Si fece intenerire dall’espressione da cucciolo che fa le feste di Rufy in quel momento.

Però aveva bisogno di chiederglielo, doveva avere una conferma definitiva:

-Rufy....- iniziò titubante - ....Il semplice fatto che io sia nato, basta a renderti così felice?-

Ace tenne lo sguardo fisso sugli occhi di Rufy, anche se aveva la tentazione di abbassarli, timoroso di quello che avrebbe detto .Cercava di sembrare tranquillo, di non far capire quanto in realtà aspettasse con ansia la sua risposta.

-Ma sei scemo? Certo che si! Te lo appena detto no? Smettila di farmi ripetere le cose! -

Quando senti Rufy rispondergli così, si senti subito sollevato, più leggero, come se un carico pesante sulle spalle, si fosse appena alleggerito .

-Grazie Rufy, anch'io sono felice. Adesso.-

«Soprattutto perchè se non fossi mai venuto al mondo, non avrei mai potuto conoscere nè te nè Sabo»

Questo però evitò di dirlo, tenendoselo per sè.

Il suo fratellino era già abbastanza sdolcinato per entrambi, non c'era bisogno che anche lui lo imitasse, lo era stato anche fin troppo per i suoi gusti.

Però non potè impedirsi di sorridere ancora di più.

Rufy vedendo il sorriso del suo fratellone farsi ancora più grande fu sorpreso, non aveva mai visto Ace sorridere in quel modo, ne rimase quasi incantato.

Solo quando Ace soffiò su le candele spegnendo l'unica luce che illuminava quella sera Rufy si riscosse dalla sua trance.

Ace tirò fuori un pacchetto di piccoli bastoncini scintillanti, delle stelle filanti, che aveva comprato tempo fa e che si portava dietro da un pò.

Spiegò al fratellino cosa fossero, e mostrandogli come fare ne accese 4 , proprio di fronte alla lapide Sabo, ne porse un paio a Rufy che sembrava entusiasta di quella scoperta, e ne tenne un paio nelle sue mani. I due fratelli guardarono le scintille che si spigionavano, muovendo le braccia intorno e dipingendo nel cielo luminosi disegni di luce,.

- Sono bellissime ni-san! Sembrano tante stelle, così luminose e piene di vita !- Esclamò Rufy felicissimo.

Il cielo notturno non era più così buio, appariva più luminoso, ora che tante stelle vere, disseminate qua e là iniziavano a mostrarsi .

Ma Rufy era così preso da quello spettacolo che non sembrò notarlo; appena un bastoncino si spegneva ne prendeva subito un altro con l'intenzione di finire tutto il pacchetto fino all’ultimo bastoncino, in un paio di minuti o giù di lì.

-Le stelle non brillano in questo mondo,-

borbottò Ace dandogli un’occhiata .

Che strano, all’inizio non c'era neanche una stella, ora invece c'è n’erano sono tantissime, ed erano iniziate a spuntare proprio dopo quello che Rufy gli aveva detto .

Osservando quel suo mutare gli sembrava che il cielo di quella sera rappresentasse come era stata la sua vita fino ad allora. Si era sempre sentito come se fosse nato in un mondo che lo separava da tutti gli altri, isolato dalle persone normali, si sentiva come se più andava avanti più si avventurava in un mondo senza luce, dove niente aveva colore, dove non brillava mai niente.

Perchè il mondo della luce e dei colori era degli altri, lui non ne faceva parte, gli era stato precluso.

Ace rabbrividì al ricordo di come era stata la sua vita fino a qualche anno fa, spostò lo sguardo dal cielo, e torno di nuovo a guardare suo fratello.

Si ricordò che come quel cielo, prima di incontrare Sabo, anche la sua vita era buia, ma dopo l’incontro con il biondino, le cose erano leggermente migliorate, gli sembrava che la sua vita fosse diventata più sopportabile. Ma l' entrata di Rufy nella sua vita - o meglio intrusione a forza - era stata come vedere per la prima volta una luce accecante dopo quasi un eternità passata nel buio più totale.

Da Rufy spostò lo sguardo sui bastoncini, non gli sembrava che gli assomigliassero: le stelle, per quanto brillassero, erano piccole, lontane, irraggiungibili , si perdevano in quel cielo immenso, e poi così fisse la loro singola luce sembrava troppo apatica, troppo flebile da sola, per riuscire a illuminare un buio troppo fitto.

Trovava che quei piccoli fuochi d'artificio assomigliassero molto di più a

Rufy: spenti sembravano niente di speciale, degli inutili pezzi di legno, ma quando si accendevano la loro luce era subito immensa, vivace, uno solo riusciva a illuminare tantissimo tutto quello che aveva intorno, e soprattutto era vicina.

Così vicina che avresti potuto toccarla, la luce che emanava era così intensa che sembrava fosse eterna, finchè ovviamente il bastoncino non si consumava e la luce si spegneva .

La voce squillante di Rufy che gli urlava e rimbombava in un orecchio lo distrasse dalle sue riflessioni , facendolo sobbalzare:

-Ace! Ehi Ace ! Insomma mi ascolti si o no?-

-Non urlare cretino! Certo che ascolto non sono mica sordo! -

-Allora?-

-Allora cosa?-

-Uffa, ecco lo sapevo, non mi stavi ascoltando!-

-Smettila di lagnarti e dimmi cosa vuoi!-

rispose Ace abbastanza spazientito, mollandogli un pugno in testa.

C'era da dire che almeno sia le stelle che i fuochi d'artificio se ne stavano zitti per fortuna !

-Uffa, ti ho chiesto se possiamo tornare qui anche il prossimo anno e portare anche questi mini fuochi d'artificio, mi sono piaciuti tanto!-

-Baka, si chiamano stelle filanti, i fuochi veri devono ancora farli -

rispose Ace alzando gli occhi al celo, poi però sorrise di nuovo, -Certo che possiamo tornare l'anno prossimo, possiamo tornarci anche tutti gli anni se vuoi -

-Oh! Davvero? Davvero possiamo? -

-Certo, ti prometto che comprerò sempre le stelle filanti, e poi verremo sempre qui a vedere i fuochi d'artificio, visto che ti piacciono tanto -

-Evviva! Dici sul serio? -

-Certo, è una promessa.-

-Si! Evviva, evviva! Grazie fratellone! -

Rufy gridò entusiasta iniziando a saltare da tutte le parti, mentre nello stesso momento iniziavano a vedersi i primi fuochi d'artificio.

Ace scuotendo la testa sorrise di nascosto; si Rufy assomigliava molto a un fuoco d'artificio, ma a differenza di uno vero lui non sarebbe mai sparito, sarebbe sempre rimasto al suo fianco.

  
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