Phoenix’s flames
“E fu guardando quel fagottino dai capelli scuri avvolto in una coperta che mi resi conto di aver perso tutto…”
Enif Aurora Icecrow.
Capitolo 29:
Respiro
Era un
fredda domenica di gennaio, l'anno nuovo era arrivato abbassando ancora
di più le
temperature. Un tempo che si addiceva all'umore che da Natale era
calato sui
membri dell'Ordine. Le risate dopo le riunioni si erano spente,
l'ansia, la
paura ricominciavano a crescere.
Lily
sapeva che Alice e Frank continuavano a lavorare. Alle lamentele di
Silente,
Alice aveva risposto "I Mangiamorte non avranno mio figlio, se io li
spedisco tutti ad Azkaban prima!". Dal canto loro, anche James stava
continuando a lavorare, ma la casa era stata dotata di più
incantesimi, di più difese,
adesso appariva disabitata e abbandonata. James aveva addirittura
insistito ad
una toccante sceneggiata da trasloco. Quando avevano rivelato
all’anziana
Bathilda l’inganno, la donna era andata su tutte le furie
pensando che avrebbe
potuto morire di crepacuore se non avessero avuto il cuore di dirle la
verità.
In realtà, Lily trovava molto confortante la presenza della
strega. La Bath
aveva sempre una parola di conforto, un consiglio per il piccolo Harry
e qualche
storia divertente per riuscire a strapparle un sorriso. Lily spesso si
chiedeva
se facesse rapporto a Silente.
Non
sarebbe stato assurdo, un giorno il vecchio preside l'aveva presa in
disparte
dicendo di non preoccuparsi per Petunia, aveva disposto una guardia
sempre
vigile vicino a lei. Non era impensabile che stesse facendo lo stesso
con loro
e con i Paciock.
Sospirò,
Harry stava dormendo nel box accanto a lei, ogni tanto lo invidiava,
gli unici
pensieri di suo figlio erano mangiare, dormire e giocare.
"The"
una tazza fumante comparve nel suo campo visivo. Alzò lo
sguardo, Enif le lanciò
un sorriso.
"Grazie"
"Figurati"
James e Sirius erano di pattuglia, e come sempre Enif ne approfittava
per
coccolare l’amica e il suo “quasi”
figlioccio.
"Cos'è
quel muso lungo?"
“L’anno
passato non è finito nel migliore dei
modi…”
“Tra
Remus e Dorcas e l’omicidio di Benji…”
annuì mestamente Enif.
“Spesso
ho paura che James non rientri più da quella
porta… lo trattengo sempre in
mille modi… è terribile… mi chiedo se
tornerà, se lo rivedrò, se…”
Enif si
sedette di fronte a lei, guardò distrattamente Harry.
“Lo
penso
anche io, ogni mattina quando io e Sirius ci salutiamo sulla porta di
casa, ho
così paura di ritornare e non trovarlo
più… oppure di essere io a non
tornare…
non sono una brava combattente…”
“Parla
quella che ha tenuto testa a Bellatrix!”
“Sai
che
non l’avrei uccisa…”
“Non
ho
detto questo… dicevo che ti sei difesa, che hai
lottato… l’importante è portare
a casa la pelle… non importa come…”
disse Lily sicura.
“Vorrei
avere la sicurezza che hai tu, ogni volta che vedo qualcuno mettere la
mano
sotto il mantello non faccio che stringere la
bacchetta…”
“Io
devo
essere forte!” disse Lily, lanciando uno sguardo ad Harry
“Devo sapere di
essere in grado di tornare a casa da lui… eppure a
volte…”
“A
volte?” chiese Enif
“No,
nulla lascia stare…”
“No,
adesso mi dici cosa!” Lily si mosse a disagio sulla sedia.
“A
volte
vorrei non essere me… vorrei non essere un madre, una
moglie, una strega…
vorrei dimenticarmi di tutto per qualche istante… lo so che
è un pensiero
egoista ma…”
“Lily,
non è egoista… abbiamo vent’anni, hai
un bimbo piccolo che qualcuno vorrebbe
uccidere, i nostri amici vengono continuamente fatti a pezzi o
attaccati dai
Mangiamorte e tuo marito rischia la vita ogni giorno tra il lavoro e
l’Ordine…
non mi sembra sia un pensiero egoista… vorresti una boccata
d’aria fresca… è
comprensibile…” disse lanciandole un sorriso
d’incoraggiamento “Anche io a
volte penso di mollare tutto e sparire dalla faccia della
terra… ma a cosa
servirebbe?” le
lanciò uno sguardo
imbarazzato, quando faceva quei pensieri si sentiva una codarda.
“Enif…”
“Lo
so,
che razza di Grifondoro sono…” poi si
fermò un attimo “… ho
un’idea! Perché non
andiamo a Londra?” Lily
la guardò
stranita.
“Enif
sei
impazzita? Andare a Londra? Diagon Alley pullula di
Mangiamorte…”
“Ho
detto
Londra, non Diagon Alley… ci vestiamo da babbane, ci
cambiamo un po’ il viso e
ce ne andiamo in giro per la Londra babbana, sai ho sempre desiderato
andare
alla National Gallery… potrebbe venire anche Dorcas, le
servirebbe un po’ di
svago!” disse esaltandosi all’idea.
“Ed
Harry, dove lo lascio?”
“Credo
che per un pomeriggio James e Sirius saranno in grado di badare a
lui…” Lily
era perplessa, Enif entusiasta.
“Dai
Lily… ti farebbe bene staccare un po’”
“Mi
farebbe bene, o ti farebbe bene?”
“Farebbe
bene a tutte e tre…” disse con un sorriso.
“Ti prego…” insistette. Lily
scoppiò
a ridere, Enif la stava guardando con un sorriso fintissimo e lo
sguardo da
bambina.
“Va
bene,
va bene… appena tornano James e Sirius ci
organizziamo!”
“Sì!”
esultò Enif, logicamente a bassa voce per non svegliare
Harry.
▀■▪■▀
“Ma
sei
sicuro che possiamo andare?” chiese Lily per la
diciannovesima volta in due
minuti. James sbuffò.
“Sì!”
guardò la moglie, i capelli erano stati accorciati e
arricciati, i lineamenti
erano più duri: zigomi alti e volto allungato…
assomigliava un po’ a Petunia,
si chiese se per quella trasfigurazione Lily si fosse ispirata alla
sorella.
“Ma
sei
sicuro?”
“Lily,
per favore andiamo…” disse Enif, sfoggiava un
caschetto biondo, e qualche chilo
in più sul volto, si era perfino messa gli occhiali, ma
Sirius si era detto che
lui l’avrebbe riconosciuta all’istante.
“Già,
o
chiuderà tutta la città e non vedremo nulla, sia
io che Enif non abbiamo mai
visto molto della Londra Babbana, quindi sbrigati.” Disse
Dorcas ridacchiando,
lei aveva optato per capelli neri lunghi e labbra carnose, Sirius si
era
chiesto se volesse rimorchiare qualcuno per far dispetto a Remus, come
se lui
l’avesse saputo, in missione chissà a quante
miglia di distanza.
“Va
bene,
va bene, andiamo” disse Lily, diede un bacio ad Harry
“Fate i bravi” disse poi
rivolta ai due uomini e al bambino.
“Non
preoccuparti… vai e divertiti!” disse James con un
sorriso, sapeva che quel
pomeriggio avrebbe fatto bene a Lily, che oramai viveva quasi relegata
in casa.
Guardò
le
ragazze uscire dalla porta di servizio e smaterializzarsi non appena
uscite,
lontano dalla vista di chiunque potesse osservare la casa.
“Harry
adesso ci siamo solo noi tre, sei contento?” chiese James al
figlio tutto
allegro in tutta risposta Harry guardò la porta dove aveva
visto sparire la
madre, mentre gli occhi si riempivano di lacrime.
“Harry…”
il bambino non prestò neanche attenzione al padre,
scoppiando in un pianto
disperato.
“Su
Harry, non fare così…” disse cullandolo
dolcemente “c’è papà
qui…”
Sirius
guardò il figlioccio con un sorriso.
“Credo
che voglia Lily…”
“Harry
dai, c’è papà qui… non
piangere, tesoro…” disse cercando di attirare
l’attenzione del bambino. “Sirius, sei pregato di
darmi una mano…”
“E
cosa
vuoi che faccia?”
“Che
ne
so… fai le boccaccie, diventa Padfoot… qualsiasi
cosa, prova a prendere un
giocattolo…” Sirius ubbidì appellando
uno dei giocattoli di Harry, un grosso
orsacchiotto di peluches.
“Ehi
Harry, guarda chi c’è…” disse
Sirius, muovendo l’orso come se fosse una
marionetta “Ciao, Harry, sono Bear, perché piangi?
Non sei felice di vedermi?”
Harry rimase smise di piangere per un attimo osservando
l’orso.
“Forse
ce
l’ho fatta…” disse Sirius proprio
nell’istante in cui il bambino ricominciava a
piangere.
“Dann…
dindirindindina Harry!” esclamò James
“Cos’era
quella?”
“Quella
cosa?”
“Quella
esclamazione…”
“Oh…
Lily
non vuole che si dicano parolacce davanti ad
Harry…” spiegò James, mentre
cominciava a cullare con più veemenza Harry cercando di
calmarlo.
“Prongs…
rallenta o credo che gli farai venire il mal di
mare…”
“Non
dare
consigli inutili, Sirius! Trova qualche idea! Forza! Tutta esperienza
per
quando ne avrai di tuoi…” lo stuzzicò
James
“Potrei
abbandonarti al tuo destino per una frase del
genere…”
“E
piantala… tanto sappiamo tutti e due che finirete come me e
Lily, te ed Enif…
anzi ci chiediamo quanto andrete avanti prima di
sposarvi…”
Sirius
arrossì, ignorò James concentrandosi
sull’orso che aveva in mano.
“Sono
sicuro che Remus avrebbe saputo come calmarlo…”
“Potresti
andare a chiamarlo…” disse James continuando a
camminare su e giù per il
soggiorno cercando di calmare il figlio. Harry dal canto suo non
sembrava avere
la minima intenzione di smettere di gridare.
“Oh,
sì
certo… potrei andare a cercare un branco qualsiasi della
Gran Bretagna e dirgli
se hanno visto un mio amico… molto brillante James, giusto
per farsi sbranare e
far saltare la missione a Remus…”
“Scusa
Paddy… Harry mi sta trapassando i
timpani….”
▀■▪■▀
Era bello
tornare a casa, per quanto quella puzzasse di chiuso e fosse
terribilmente
fredda. L’ultima volta non era così… si
chiese se prima Dorcas venisse ad
arieggiare l’appartamento e a riscaldare
l’ambiente. Avrebbe voluto così tanto
vederla. Remus uscì dalla doccia, allacciandosi un
asciugamano sui fianchi, non
preoccupandosi di gocciolare un po’
d’appertutto… a cosa sarebbe valsa tanta
premura… non sarebbe rimasto molto… due, massimo
tre giorni… il tempo di fare
rapporto a Silente. Si lasciò cadere sul materasso ad occhi
chiusi. Li aprì
lentamente poco dopo solo per maledirsi di averlo fatto. La foto che
avevano
scattato l’estate precedente stava lì a fissarlo.
Dorcas gli era abbracciata,
proprio come Lily ed Enif erano abbracciate a James e Sirius, Peter in
primo
piano teneva in braccio Harry, nato da pochi giorni. Era stata a
scattata a
casa degli Evans. Il padre di Lily aveva insistito a farne una copia a
tutti.
Sembrava passata un’eternità.
Forse il
tempo sarebbe bastato anche per fare un saluto. Harry doveva esser
cresciuto
molto e Dorcas… ci aveva pensato molto, lei gli mancava,
tremendamente anche.
Non c’era stata una notte in cui il suo pensiero non fosse
volato a lei,
portandolo lontano dalle foreste dove il branco abitava. Voleva
parlarle,
spiegarle e perché no anche chiederle di perdonarlo e se non
fosse stato troppo
tardi di aspettarlo. Era stato uno stupido a lasciarla andare senza una
parola,
ma una parte di lui
continuava ad essere
convinta che forse era meglio così. Peccato che fosse
l’altra a non lasciargli
chiuder occhio, a stingergli il cuore.
Si
alzò
lentamente… sarebbe andato a casa sua… la
famiglia di Dorcas non sapeva di
loro… sapevano fossero amici ma la ragazza non aveva voluto
dire nient’altro.
Non che fosse non l’avessero intuito e chissà se
lei era stata male avevano
anche fatto due conti e potevano volerlo il più lontano
possibile dalla
“ragazza di casa”. Ma almeno un tentativo lo doveva
fare, lo doveva a lei e a
quello che avevano passato assieme. Ritrovando coraggio si
vestì in fretta,
pronto ad affrontare ciò che lo aspettava.
▀■▪■▀
“Non
ci
credo è un miracolo…”
sussurrò James lasciandosi scivolare su una sedia della
cucina. Harry si era infine calmato e in quel momento si stava
divertendo a
giocare con dei cubi colorati. Sirius dal canto suo glieli faceva
sparire e
ricomparire di mano facendo ridere il bambino.
“Guarda
e
impara, e poi sei tu il padre…”
ridacchiò Sirius.
“Scusa
se
i miei giochi erano inefficaci…”
borbottò l’altro facendogli la linguaccia.
Sirius
ridacchiò, ma proprio in quel momento qualcuno
bussò alla porta di servizio.
James e
Sirius si scambiarono un’occhiata. Lentamente si avvicinarono
alla porta,
Sirius l’avrebbe aperta e James era pronto con la bacchetta
in mano. Si
scambiarono un cenno e Sirius aprì.
“Wow,
non
mi aspettavo un simile benvenuto… speravo in un
“Moony da quanto tempo!
Come va?”” James sorrise fissando
l’amico.
Non servivano frasi di riconoscimento o quant’altro, avrebbe
sempre
riconosciuto il loro Moony. Gli saltò al collo trascinandolo
in casa.
“Sì,
Prongs, anche io sono felice di vederti, ma non esagerare al tuo
solito…”
“Che
ci
fai da queste parti?” chiese Sirius sorpreso
“Anche
io
sono felice di vederti Sirius…” lo
stuzzicò Remus
“Idiota,
sai cosa intendevo… l’ultima volta che avevamo
avuto tue notizie eri perso in
qualche foresta…”
“Diciamo
che ho un paio di giorni di ferie…” sorrise
leggermente “mi piace il nuovo
stile della casa James, è in stile “Alastor dei
tempi bui” o sbaglio?” James
ridacchiò.
“Nuove
protezioni…” il licantropo annuì.
“Lo
immaginavo anche se lo ammetto, stavo cominciando a
preoccuparmi…”
“Perché
stav…”
Il pianto
disperato di Harry risuonò di nuovo nella stanza.
“Merlino…
non ha un tasto muto?” sbottò Sirius. Dopo tutta
la fatica che avevano fatto.
Raggiunsero
il bambino, sembrava avesse lanciato via tutti i giocattoli,
probabilmente
insoddisfatto del fatto che avessero smesso di sparire e ricomparire.
“Sirius
ricomincia a fare quello che stavi facendo…”
Ma nulla,
questa volta l’incantesimo di Sirius non parve calmare Harry.
“James
non è che forse ha fame?” chiese Remus guardando
il bambino piangere a dirotto…
James annuì.
“Può
darsi… è quasi ora di
merenda…” disse sicuro, prese Harry in braccio e
seguito
dagli amici lo portò in cucina. Lily l’aveva
arredata come una cucina babbana,
addirittura con quale elettrodomestico… perfino un
frigorifero… certo l’avevano
incantato in modo da non andare a corrente, ma funzionava perfettamente.
Mise
Harry sul seggiolone. Appellò il biberon e preparando il
latte con alcuni
incantesimi.
“Wow,
abbiamo un “papà” in
gamba…” ridacchiò Sirius.
“Taci!”
lo zittì James, Remus ridacchiò.
“Dai
Harry, adesso arriva la pappa…” James
avvicinò il biberon. Harry puntò le mani,
girando la testa con una faccia disgustata. Poi osservò il
padre sorridendo.
Sembrava dire “non c’è qualcosa di
più buono?”
“Mi
sa
che non ha voglia di latte…” constatò
Remus
“Da
quando sei mr. Ovvietà, Remus?”
borbottò James, era una questione d’orgoglio
quei due si credevano più esperti di lui e solo
perché Sirius aveva avuto
fortuna con i giocattoli e Remus era il solito sapientone.
“Non
prendertela con me, ora… allora,
“papà” cosa diamo da mangiare a questo
malandrino affamato?”
James
guardò imbambolato il figlio che osservava il frigorifero.
“La
lista!” esclamò poi
“Quale
lista?”
“La
lista
di cose da fare che mi ha lasciato Lily!”
James si
avvicinò velocemente al frigo. Era lì che Lily
aveva appiccicato le “cose da
fare”.
“Se
Harry
ha fame…” lesse ad alta voce. “Paddy
vieni a darmi una mano!”
Nello
stesso istante Harry ricominciò a piangere.
“Moony
puoi calmarlo in qualche modo?”
“Io
dovrei calmarlo?”
“Sì…
noi prima
non ci siamo riusciti…” James ignorò lo
sbuffo divertito di Remus
concentrandosi sulla lista…
“Paddy…”
“A
rapporto…”
“Mezza
mela…” Sirius annuì appellando una mela
e tagliandola a metà con un colpo di
bacchetta. Harry smise di piangere guardando il frutto galleggiare a
mezz’aria.
Remus lo prese in braccio.
“Credo
proprio abbia fame, Prongs…” ridacchiò
Remus accarezzando i capelli del bambino
che guardava in modo quasi famelico la mela.
“Fatto…
poi Jim?”
“Un
quarto di banana…”
Sirius
ripetè l’operazione per la banana attendendo
istruzioni.
“Ora
dobbiamo cucinare al vapore la mela…”
“Lascia
fare a me!” l’incantesimo di Sirius forse fu un
po’ troppo potente e la mezza
mela si carbonizzò davanti ai loro occhi.
“Sirius,
forse se la cucinate alla babbana fate prima…”
“In
effetti c’è una nota di Lily che dice: “sul
lavello c’è il pentolino, grata e coperchio per
cucinare al vapore… non
bruciare la cucina…””
“Cosa
aspettavi a dirmelo?” chiese Sirius corrucciando le
sopracciglia
“Leggevo
punto per punto e lei l’ha scritto a
capo…” si giustificò James. Remus rise,
Harry lo fissò.
“Sai
Harry hai un papà e un padrino un po’ folli a
volte”
“Folli
a
chi?” rimbeccò Sirius.
“Sirius
un po’ d’attenzione…”
“Piuttosto
James non hai mai preparato la pappa a Harry?” chiese Remus
stupito.
“No,
la
fa Lily… io mi limito a dargliela…” poi
fissò Sirius “che fai qui! Prendi il
pentolino…”
Sirius
eseguì, prendendo l’occorrente dal lavello.
“E
adesso?”
“Metti
il
pentolino sul fuoco, metti la grata, metti la mela e dopo il
coperchio!” disse
sicuro James. Sirius eseguì, accendendo poi il fornello.
“E
ora?”
“Aspettiamo…”
Remus non
seppe trattenersi scoppiando a ridere.
“Che
hai
da ridere tu?”
“Si
chiama “cottura al vapore” ma avete dimenticato
l’ingrediente fondamentale…”
“Cioè?”
“Nel
pentolino ci va l’acqua, James…” disse
Remus scuotendo la testa esasperato.
James
arrossì, mentre Remus ridacchiava.
Ad un
tratto Remus smise di ridere.
“Emh…
signor “papà” credo che abbiamo un altro
problema qui…” disse indicando Harry che
stava ricominciando a piangere… James sospirò,
che suo figlio si fosse
coalizzato con Remus e Sirius per tormentarlo?
“Facciamo
una cosa…” James prese Harry dalle braccia di
Remus gli passò la lista e disse
“qui pensaci tu che sai cucinare… io vado a
cambiare il pannolino… sempre se
non vuoi farlo tu?”
“Stai
scherzando?! Non ti ruberei mai
l’onore…” ridacchiò Remus,
prendendo la lista e
avvicinandosi a Sirius.
▀■▪■▀
Intanto a
Londra.
“Enif
guarda quello!” Dorcas trascinò l’amica
davanti una vetrina “è un vestito così
strano” disse guardando un abito blu con delle pailette e le
spalle imbottite a
punta.
“Ma
chi
la mette quella roba?”
“È
un
abito firmato… per fare un paragone… fra noi solo
Enif avrebbe i soldi per
acquistarlo…” ridacchiò Lily
“Oddio,
no…”
"Potremmo
andare da Harrods prima di tornare a casa..." propose Lily "
è un
grande magazzino di lusso..."
"Si!"
esclamò entusiasta Dorcas "adoro gli abiti babbani!"
Le altre
due risero.
"Chissà
come se la stanno cavando i ragazzi..."
"Harry
starà bene Lily, non preoccuparti..."
▀■▪■▀
"Adesso
Lily scrive di mettere tutto nel frullatore... Assieme a due cucchiaini
di
succo d'arancia..." lesse Remus lanciando uno sguardo dubbioso a
Sirius.
"Il
frullatore è quel coso bianco che ci ha regalato Petunia per
il matrimonio…”
disse James rientrando nella stanza. Aveva cambiato Harry e adesso il
bambino
sembrava pazientare in attesa della pappa.
Sirius
guardò l'elettrodomestico alquanto scettico.
"Sirius,
qua tocca a te... Io non ho mai usato quel coso..." sorrise Remus.
"A
babbanologia ne hanno parlato... Va a corrente elettrica..."
"Lily
ha incantantato le cose babbane perchè funzionino senza
corrente..."
"Ok...
Se ricordo bene... Si toglie il coperchio... Si mette dentro il cibo...
E si pigia
il bottone..." quando Sirius avviò il frullatore questo
cominciò a girare
e pezzi di frutta volarono per tutta la cucina. Un pezzo di babana
volò sulla
faccia di James e Harry ridendo tocco con le dita il succo che
gocciolava dalla
faccia del padre, per poi portarsi le dita alla bocca. Remus rise.
Mentre
Sirius tentava di spegnere l'affare.
"Credo
che il coperchio dovesse essere rimesso..." ridacchiò.
James
guardò sconsolato la tutina pulita di Harry che adesso era
quasi completamente
sporca. Sospirò.
“Vado
a
cambiarlo… di nuovo…” disse
allontanandosi. Remus e Sirius si scambiarono uno
sguardo ridendo.
“Mi
sa
che dovremo ricominciare da capo…”
sospirò Sirius già pronto a tagliare la
frutta
Il
licantropo voltò il foglio degli appunti…
“Sirius,
fermati…”
“Cosa…”
“Lily
scrive che se non sappiamo usare il frullatore c’è
dell’omogeneizzato in
frigo…”
Sirius
ruotò gli occhi.
“E
tu,
“papà”, non ne sapevi niente,
vero?!” gridò, in modo da farsi sentire da James
al piano di sopra.
“Cosa?”
chiese quello una volta rientrato. Sirius gli sventolò
l’omogeneizzato davanti
al viso.
“Che
c’era questo in frigo…”
“Oh…
emh…
non me ricordavo…”
▀■▪■▀
“Sono
così
strani questi quadri..." commentò Dorcas
"Sono
immobili..." constatò Enif
"Appunto..."
disse Dorcas
Lily
scoppiò a ridere per la meraviglia delle amiche. Quel
pomeriggio le stava
davvero facendo bene: non pensare a nulla di tragico era tremendamente
bello.
Si sentiva una ragazza, una donna normale, non una strega di un mondo
in guerra.
"Lily,
tu conoscevi già questi quadri?"
"C'ero
venuta una volta con i miei, avrò avuto dieci anni e
all'epoca mi annoiavano a
morte..." rise
"Non
sono molto socievoli in effetti..." commentò Enif "anche se
immagino così
siano meno impiccioni dei quadri di casa mia..." Dorcas
ridacchiò, mentre
a braccetto delle amiche stavano per addentrarsi in un’altra
sala
dell’esposizione.
▀■▪■▀
"Harry
fa "ah"" disse James tenendo goffamente il cucciaio...gli sembrava
di avere una bomba fra le mani. Harry imbocco allegro.
“È
un golosone...
La frutta la mangia tutto allegro... La farinata che Lily cerca di
fargli
mangiare a colazione è tutta un'altra storia."
“È
un
buongustaio."
"Comunque,
ora che c'è un pò di calma... Che ci fai qui in
giro,Remus?"
"Devo
far rapporto…E poi... Sì, volevo vedere Dorcas...
Solo che non era a casa... Ho
rischiato il linciaggio da parte dei suoi fratelli..."
“È
fuori
con Enif e Lily... Enif ha pensato ad una giornata di vacanza..."
"Vacanza?"
"Si
sono travestite e stanno facendo le babbane in giro per Londra..."
Remus
annuì... Si morse le labbra.
"Che
cosa vuoi chiedere, ma ti manca il coraggio? Spara..." disse Sirius
"Lei
come sta?”
“È
più
forte di quello che sembra, fa vedere di star bene ma... Sì
insomma, spesso ci
chiede se abbiamo tue notizie..."
Remus
annuì "Bene..."
"Volevi
parlarle?"
"Sì...
Probabilmente cambieremo qualcosa nella missione...io e Silente..."
"Non
va bene?" Remus scosse la testa.
"Che
le volevi dirle?”
“Che
mi
manca..."
"Potevi
evitare di lasciarla andare..."
"Che
le dovevo dire Sirius? Aspettami anche se so che forse
morirò? O potrei farti
ammazzare?"
"Io
mi sarei fermato all'aspettami..."
"Per
te e facile, Enif aspetterebbe anche per l'eternità...
Dorcas no..."
"Aspetta
un secondo..." disse James voltandosi un istante "stai dicendo che tu
non hai fatto niente perché hai paura che lei se ne vada
comunque?" Remus
annuì "e così hai preferito questo... Certo che
sei più complessato di
quanto avevo sospettato in questi anni... Harry apri la bocca che
arriva il
cercatore."
"Rem...
Hai sbagliato quasi tutto sai... Dorcas voleva solo che tu le dicessi
quello che
hai appena detto a noi..."
"E
tu come lo sai?"
"L'ha
detto ad Enif..."
"Ecco
che arriva l'ultimo...bravissimo il mio campione!" esclamò
James pulendo
la bocca impiastricciata di Harry. Lo prese in braccio battendogli
delicatamente
sulla schiena. Harry fece un ruttino seguito, per la "gioia" di James
da un rigurgito. Poi rise. James sospirò
"E
tre..." disse sconsolato, rassegnandosi a cambiare per l'ennesima volta
Harry.
"Non
c'è ombra di dubbio James... è tuo figlio e si
diverte a farti
ammattire..."
"Spiritoso
Sirius..."
▀■▪■▀
James si
svegliò quando Lily lo baciò. Harry dormiva
stretto alla camicia di Sirius che
aveva monopolizzato così il divano.
"Ehi..."
"Vi
ha fatto sudare?"
"Non
voleva dormire.... Credo ce lo siamo passati a turno finchè,
tra musichette
rilassanti e quant'altro, ci siamo addormentati tutti e quattro."
"Quattro?"
chiese Lily. James si guardò attorno.
"Quel
lupo furbastro! Se ne è andato senza salutare..."
"Remmie
era qui?"
"Sì...
Cercava Dorcas..." disse James alzandosi e facendo segno alla moglie di
seguirlo così da lasciar dormire Sirius ed Harry. I due
andarono in cucina,
dove Enif e Dorcas guardavano scioccate il caos che vi regnava. Lily lo
notò a
sua volta.
"Che
avete combinato?"
"Sirius
ha detto di saper usare il frullatore..." disse accigliato...
"pensavamo di mettere apposto quando Harry si fosse addormentato, ma ci
siamo cascati anche noi..."
Lily
guardò James scuotendo la testa
"James,
sbagli o devi dire qualcosa a Dorcas?"
"Oh
sì! È venuto a cercarti!" disse. La ragazza lo
fissò, aveva già ripreso le
sue sembianze ma per un attimo sembrò un’altra
persona da quanto colore aveva
perso.
"Come?"
"Remus
ti cercava... Adesso sarà da Silente ma voleva parlarti..."
Dorcas
rimase in silenzio
“È
anche
passato a casa tua... O almeno così ha detto..."
Dorcas
annuì, ringraziando James. Enif la guardò, si
stava mordendo le labbra nervosa.
“Dorcas…”
disse avvicinandosi e passandole una mano sulle spalle “tanto
peggio di così
non può andare… no?” la ragazza
annuì.
“Faccio
male se passo a casa sua e se non c’è lo aspetto
ad Hogsmeade?”
Scusate il ritardo di qualche giorno il ponte mi ha dato alla testa anche perchè son successe tante belle cose in sto periodo :) New love, new work, old sing e come sempre poco tempo :) Ci leggiamo a fine mese :)
Elisa