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Autore: Mirwen    02/05/2012    11 recensioni
“E fu guardando quel fagottino dai capelli scuri avvolto in una coperta che mi resi conto di aver perso tutto…”
La guerra infuria i giovani Malandrini appena finita Hogwarts si trovano in quell'inferno. L'Ordine della Fenice, le speranze, gli amori, la fine dell'adolescenza.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, I Malandrini, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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- Questa storia fa parte della serie 'Le lacrime della Fenice'
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Capitolo 15

 

Phoenixs flames

 


 

 

“E fu guardando quel fagottino dai capelli scuri avvolto in una coperta che mi resi conto di aver perso tutto…”

Enif Aurora Icecrow.

 

 

                  

                 Capitolo 29: Respiro

 

Era un fredda domenica di gennaio, l'anno nuovo era arrivato abbassando ancora di più le temperature. Un tempo che si addiceva all'umore che da Natale era calato sui membri dell'Ordine. Le risate dopo le riunioni si erano spente, l'ansia, la paura ricominciavano a crescere.

Lily sapeva che Alice e Frank continuavano a lavorare. Alle lamentele di Silente, Alice aveva risposto "I Mangiamorte non avranno mio figlio, se io li spedisco tutti ad Azkaban prima!". Dal canto loro, anche James stava continuando a lavorare, ma la casa era stata dotata di più incantesimi, di più difese, adesso appariva disabitata e abbandonata. James aveva addirittura insistito ad una toccante sceneggiata da trasloco. Quando avevano rivelato all’anziana Bathilda l’inganno, la donna era andata su tutte le furie pensando che avrebbe potuto morire di crepacuore se non avessero avuto il cuore di dirle la verità. In realtà, Lily trovava molto confortante la presenza della strega. La Bath aveva sempre una parola di conforto, un consiglio per il piccolo Harry e qualche storia divertente per riuscire a strapparle un sorriso. Lily spesso si chiedeva se facesse rapporto a  Silente. Non sarebbe stato assurdo, un giorno il vecchio preside l'aveva presa in disparte dicendo di non preoccuparsi per Petunia, aveva disposto una guardia sempre vigile vicino a lei. Non era impensabile che stesse facendo lo stesso con loro e con i Paciock.

Sospirò, Harry stava dormendo nel box accanto a lei, ogni tanto lo invidiava, gli unici pensieri di suo figlio erano mangiare, dormire e giocare.

"The" una tazza fumante comparve nel suo campo visivo. Alzò lo sguardo, Enif le lanciò un sorriso.

"Grazie"

"Figurati" James e Sirius erano di pattuglia, e come sempre Enif ne approfittava per coccolare l’amica e il suo “quasi” figlioccio.

"Cos'è quel muso lungo?"

“L’anno passato non è finito nel migliore dei modi…”

“Tra Remus e Dorcas e l’omicidio di Benji…” annuì mestamente Enif.

“Spesso ho paura che James non rientri più da quella porta… lo trattengo sempre in mille modi… è terribile… mi chiedo se tornerà, se lo rivedrò, se…” Enif si sedette di fronte a lei, guardò distrattamente Harry.

“Lo penso anche io, ogni mattina quando io e Sirius ci salutiamo sulla porta di casa, ho così paura di ritornare e non trovarlo più… oppure di essere io a non tornare… non sono una brava combattente…”

“Parla quella che ha tenuto testa a Bellatrix!”

“Sai che non l’avrei uccisa…”

“Non ho detto questo… dicevo che ti sei difesa, che hai lottato… l’importante è portare a casa la pelle… non importa come…” disse Lily sicura.

“Vorrei avere la sicurezza che hai tu, ogni volta che vedo qualcuno mettere la mano sotto il mantello non faccio che stringere la bacchetta…”

“Io devo essere forte!” disse Lily, lanciando uno sguardo ad Harry “Devo sapere di essere in grado di tornare a casa da lui… eppure a volte…”

“A volte?” chiese Enif

“No, nulla lascia stare…”

“No, adesso mi dici cosa!” Lily si mosse a disagio sulla sedia.

“A volte vorrei non essere me… vorrei non essere un madre, una moglie, una strega… vorrei dimenticarmi di tutto per qualche istante… lo so che è un pensiero egoista ma…”

“Lily, non è egoista… abbiamo vent’anni, hai un bimbo piccolo che qualcuno vorrebbe uccidere, i nostri amici vengono continuamente fatti a pezzi o attaccati dai Mangiamorte e tuo marito rischia la vita ogni giorno tra il lavoro e l’Ordine… non mi sembra sia un pensiero egoista… vorresti una boccata d’aria fresca… è comprensibile…” disse lanciandole un sorriso d’incoraggiamento “Anche io a volte penso di mollare tutto e sparire dalla faccia della terra… ma a cosa servirebbe?”  le lanciò uno sguardo imbarazzato, quando faceva quei pensieri si sentiva una codarda.

“Enif…”

“Lo so, che razza di Grifondoro sono…” poi si fermò un attimo “… ho un’idea! Perché non andiamo a Londra?”  Lily la guardò stranita.

“Enif sei impazzita? Andare a Londra? Diagon Alley pullula di Mangiamorte…”

“Ho detto Londra, non Diagon Alley… ci vestiamo da babbane, ci cambiamo un po’ il viso e ce ne andiamo in giro per la Londra babbana, sai ho sempre desiderato andare alla National Gallery… potrebbe venire anche Dorcas, le servirebbe un po’ di svago!” disse esaltandosi all’idea.

“Ed Harry, dove lo lascio?”

“Credo che per un pomeriggio James e Sirius saranno in grado di badare a lui…” Lily era perplessa, Enif entusiasta.

“Dai Lily… ti farebbe bene staccare un po’”

“Mi farebbe bene, o ti farebbe bene?”

“Farebbe bene a tutte e tre…” disse con un sorriso. “Ti prego…” insistette. Lily scoppiò a ridere, Enif la stava guardando con un sorriso fintissimo e lo sguardo da bambina.

“Va bene, va bene… appena tornano James e Sirius ci organizziamo!”

“Sì!” esultò Enif, logicamente a bassa voce per non svegliare Harry.

 

▀■▪■▀

 

“Ma sei sicuro che possiamo andare?” chiese Lily per la diciannovesima volta in due minuti. James sbuffò.

“Sì!” guardò la moglie, i capelli erano stati accorciati e arricciati, i lineamenti erano più duri: zigomi alti e volto allungato… assomigliava un po’ a Petunia, si chiese se per quella trasfigurazione Lily si fosse ispirata alla sorella.

“Ma sei sicuro?”

“Lily, per favore andiamo…” disse Enif, sfoggiava un caschetto biondo, e qualche chilo in più sul volto, si era perfino messa gli occhiali, ma Sirius si era detto che lui l’avrebbe riconosciuta all’istante.

“Già, o chiuderà tutta la città e non vedremo nulla, sia io che Enif non abbiamo mai visto molto della Londra Babbana, quindi sbrigati.” Disse Dorcas ridacchiando, lei aveva optato per capelli neri lunghi e labbra carnose, Sirius si era chiesto se volesse rimorchiare qualcuno per far dispetto a Remus, come se lui l’avesse saputo, in missione chissà a quante miglia di distanza.

“Va bene, va bene, andiamo” disse Lily, diede un bacio ad Harry “Fate i bravi” disse poi rivolta ai due uomini e al bambino.

“Non preoccuparti… vai e divertiti!” disse James con un sorriso, sapeva che quel pomeriggio avrebbe fatto bene a Lily, che oramai viveva quasi relegata in casa.

Guardò le ragazze uscire dalla porta di servizio e smaterializzarsi non appena uscite, lontano dalla vista di chiunque potesse osservare la casa.

“Harry adesso ci siamo solo noi tre, sei contento?” chiese James al figlio tutto allegro in tutta risposta Harry guardò la porta dove aveva visto sparire la madre, mentre gli occhi si riempivano di lacrime.

“Harry…” il bambino non prestò neanche attenzione al padre, scoppiando in un pianto disperato.

“Su Harry, non fare così…” disse cullandolo dolcemente “c’è papà qui…”

Sirius guardò il figlioccio con un sorriso.

“Credo che voglia Lily…”

“Harry dai, c’è papà qui… non piangere, tesoro…” disse cercando di attirare l’attenzione del bambino. “Sirius, sei pregato di darmi una mano…”

“E cosa vuoi che faccia?”

“Che ne so… fai le boccaccie, diventa Padfoot… qualsiasi cosa, prova a prendere un giocattolo…” Sirius ubbidì appellando uno dei giocattoli di Harry, un grosso orsacchiotto di peluches.

“Ehi Harry, guarda chi c’è…” disse Sirius, muovendo l’orso come se fosse una marionetta “Ciao, Harry, sono Bear, perché piangi? Non sei felice di vedermi?” Harry rimase smise di piangere per un attimo osservando l’orso.

“Forse ce l’ho fatta…” disse Sirius proprio nell’istante in cui il bambino ricominciava a piangere.

“Dann… dindirindindina Harry!” esclamò James

“Cos’era quella?”

“Quella cosa?”

“Quella esclamazione…”

“Oh… Lily non vuole che si dicano parolacce davanti ad Harry…” spiegò James, mentre cominciava a cullare con più veemenza Harry cercando di calmarlo.

“Prongs… rallenta o credo che gli farai venire il mal di mare…”

“Non dare consigli inutili, Sirius! Trova qualche idea! Forza! Tutta esperienza per quando ne avrai di tuoi…” lo stuzzicò James

“Potrei abbandonarti al tuo destino per una frase del genere…”

“E piantala… tanto sappiamo tutti e due che finirete come me e Lily, te ed Enif… anzi ci chiediamo quanto andrete avanti prima di sposarvi…”

Sirius arrossì, ignorò James concentrandosi sull’orso che aveva in mano.

“Sono sicuro che Remus avrebbe saputo come calmarlo…”

“Potresti andare a chiamarlo…” disse James continuando a camminare su e giù per il soggiorno cercando di calmare il figlio. Harry dal canto suo non sembrava avere la minima intenzione di smettere di gridare.

“Oh, sì certo… potrei andare a cercare un branco qualsiasi della Gran Bretagna e dirgli se hanno visto un mio amico… molto brillante James, giusto per farsi sbranare e far saltare la missione a Remus…”

“Scusa Paddy… Harry mi sta trapassando i timpani….”

 

▀■▪■▀

 

Era bello tornare a casa, per quanto quella puzzasse di chiuso e fosse terribilmente fredda. L’ultima volta non era così… si chiese se prima Dorcas venisse ad arieggiare l’appartamento e a riscaldare l’ambiente. Avrebbe voluto così tanto vederla. Remus uscì dalla doccia, allacciandosi un asciugamano sui fianchi, non preoccupandosi di gocciolare un po’ d’appertutto… a cosa sarebbe valsa tanta premura… non sarebbe rimasto molto… due, massimo tre giorni… il tempo di fare rapporto a Silente. Si lasciò cadere sul materasso ad occhi chiusi. Li aprì lentamente poco dopo solo per maledirsi di averlo fatto. La foto che avevano scattato l’estate precedente stava lì a fissarlo. Dorcas gli era abbracciata, proprio come Lily ed Enif erano abbracciate a James e Sirius, Peter in primo piano teneva in braccio Harry, nato da pochi giorni. Era stata a scattata a casa degli Evans. Il padre di Lily aveva insistito a farne una copia a tutti. Sembrava passata un’eternità.

Forse il tempo sarebbe bastato anche per fare un saluto. Harry doveva esser cresciuto molto e Dorcas… ci aveva pensato molto, lei gli mancava, tremendamente anche. Non c’era stata una notte in cui il suo pensiero non fosse volato a lei, portandolo lontano dalle foreste dove il branco abitava. Voleva parlarle, spiegarle e perché no anche chiederle di perdonarlo e se non fosse stato troppo tardi di aspettarlo. Era stato uno stupido a lasciarla andare senza una parola, ma una  parte di lui continuava ad essere convinta che forse era meglio così. Peccato che fosse l’altra a non lasciargli chiuder occhio, a stingergli il cuore.

Si alzò lentamente… sarebbe andato a casa sua… la famiglia di Dorcas non sapeva di loro… sapevano fossero amici ma la ragazza non aveva voluto dire nient’altro. Non che fosse non l’avessero intuito e chissà se lei era stata male avevano anche fatto due conti e potevano volerlo il più lontano possibile dalla “ragazza di casa”. Ma almeno un tentativo lo doveva fare, lo doveva a lei e a quello che avevano passato assieme. Ritrovando coraggio si vestì in fretta, pronto ad affrontare ciò che lo aspettava.

 

▀■▪■▀

 

“Non ci credo è un miracolo…” sussurrò James lasciandosi scivolare su una sedia della cucina. Harry si era infine calmato e in quel momento si stava divertendo a giocare con dei cubi colorati. Sirius dal canto suo glieli faceva sparire e ricomparire di mano facendo ridere il bambino.

“Guarda e impara, e poi sei tu il padre…” ridacchiò Sirius.

“Scusa se i miei giochi erano inefficaci…” borbottò l’altro facendogli la linguaccia.

Sirius ridacchiò, ma proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta di servizio.

James e Sirius si scambiarono un’occhiata. Lentamente si avvicinarono alla porta, Sirius l’avrebbe aperta e James era pronto con la bacchetta in mano. Si scambiarono un cenno e Sirius aprì.

“Wow, non mi aspettavo un simile benvenuto… speravo in un “Moony da quanto tempo!  Come va?”” James sorrise fissando l’amico. Non servivano frasi di riconoscimento o quant’altro, avrebbe sempre riconosciuto il loro Moony. Gli saltò al collo trascinandolo in casa.

“Sì, Prongs, anche io sono felice di vederti, ma non esagerare al tuo solito…”

“Che ci fai da queste parti?” chiese Sirius sorpreso

“Anche io sono felice di vederti Sirius…” lo stuzzicò Remus

“Idiota, sai cosa intendevo… l’ultima volta che avevamo avuto tue notizie eri perso in qualche foresta…”

“Diciamo che ho un paio di giorni di ferie…” sorrise leggermente “mi piace il nuovo stile della casa James, è in stile “Alastor dei tempi bui” o sbaglio?” James ridacchiò.

“Nuove protezioni…” il licantropo annuì.

“Lo immaginavo anche se lo ammetto, stavo cominciando a preoccuparmi…”

“Perché stav…”

Il pianto disperato di Harry risuonò di nuovo nella stanza.

“Merlino… non ha un tasto muto?” sbottò Sirius. Dopo tutta la fatica che avevano fatto.

Raggiunsero il bambino, sembrava avesse lanciato via tutti i giocattoli, probabilmente insoddisfatto del fatto che avessero smesso di sparire e ricomparire.

“Sirius ricomincia a fare quello che stavi facendo…”

Ma nulla, questa volta l’incantesimo di Sirius non parve calmare Harry.

“James non è che forse ha fame?” chiese Remus guardando il bambino piangere a dirotto… James annuì.

“Può darsi… è quasi ora di merenda…” disse sicuro, prese Harry in braccio e seguito dagli amici lo portò in cucina. Lily l’aveva arredata come una cucina babbana, addirittura con quale elettrodomestico… perfino un frigorifero… certo l’avevano incantato in modo da non andare a corrente, ma funzionava perfettamente.

Mise Harry sul seggiolone. Appellò il biberon e preparando il latte con alcuni incantesimi.

“Wow, abbiamo un “papà” in gamba…” ridacchiò Sirius.

“Taci!” lo zittì James, Remus ridacchiò.

“Dai Harry, adesso arriva la pappa…” James avvicinò il biberon. Harry puntò le mani, girando la testa con una faccia disgustata. Poi osservò il padre sorridendo. Sembrava dire “non c’è qualcosa di più buono?”

“Mi sa che non ha voglia di latte…” constatò Remus

“Da quando sei mr. Ovvietà, Remus?” borbottò James, era una questione d’orgoglio quei due si credevano più esperti di lui e solo perché Sirius aveva avuto fortuna con i giocattoli e Remus era il solito sapientone.

“Non prendertela con me, ora… allora, “papà” cosa diamo da mangiare a questo malandrino affamato?”

James guardò imbambolato il figlio che osservava il frigorifero.

“La lista!” esclamò poi

“Quale lista?”

“La lista di cose da fare che mi ha lasciato Lily!”

James si avvicinò velocemente al frigo. Era lì che Lily aveva appiccicato le “cose da fare”.

“Se Harry ha fame…” lesse ad alta voce. “Paddy vieni a darmi una mano!”

Nello stesso istante Harry ricominciò a piangere.

“Moony puoi calmarlo in qualche modo?”

“Io dovrei calmarlo?”

“Sì… noi prima non ci siamo riusciti…” James ignorò lo sbuffo divertito di Remus concentrandosi sulla lista… “Paddy…”

“A rapporto…”

“Mezza mela…” Sirius annuì appellando una mela e tagliandola a metà con un colpo di bacchetta. Harry smise di piangere guardando il frutto galleggiare a mezz’aria. Remus lo prese in braccio.

“Credo proprio abbia fame, Prongs…” ridacchiò Remus accarezzando i capelli del bambino che guardava in modo quasi famelico la mela.

“Fatto… poi Jim?”

“Un quarto di banana…”

Sirius ripetè l’operazione per la banana attendendo istruzioni.

“Ora dobbiamo cucinare al vapore la mela…”

“Lascia fare a me!” l’incantesimo di Sirius forse fu un po’ troppo potente e la mezza mela si carbonizzò davanti ai loro occhi.

“Sirius, forse se la cucinate alla babbana fate prima…”

“In effetti c’è una nota di Lily che dice: “sul lavello c’è il pentolino, grata e coperchio per cucinare al vapore… non bruciare la cucina…””

“Cosa aspettavi a dirmelo?” chiese Sirius corrucciando le sopracciglia

“Leggevo punto per punto e lei l’ha scritto a capo…” si giustificò James. Remus rise, Harry lo fissò.

“Sai Harry hai un papà e un padrino un po’ folli a volte”

“Folli a chi?” rimbeccò Sirius.

“Sirius un po’ d’attenzione…”

“Piuttosto James non hai mai preparato la pappa a Harry?” chiese Remus stupito.

“No, la fa Lily… io mi limito a dargliela…” poi fissò Sirius “che fai qui! Prendi il pentolino…”

Sirius eseguì, prendendo l’occorrente dal lavello.

“E adesso?”

“Metti il pentolino sul fuoco, metti la grata, metti la mela e dopo il coperchio!” disse sicuro James. Sirius eseguì, accendendo poi il fornello.

“E ora?”

“Aspettiamo…”

Remus non seppe trattenersi scoppiando a ridere.

“Che hai da ridere tu?”

“Si chiama “cottura al vapore” ma avete dimenticato l’ingrediente fondamentale…”

“Cioè?”

“Nel pentolino ci va l’acqua, James…” disse Remus scuotendo la testa esasperato.

James arrossì, mentre Remus ridacchiava.

Ad un tratto Remus smise di ridere.

“Emh… signor “papà” credo che abbiamo un altro problema qui…” disse indicando Harry che stava ricominciando a piangere… James sospirò, che suo figlio si fosse coalizzato con Remus e Sirius per tormentarlo?

“Facciamo una cosa…” James prese Harry dalle braccia di Remus gli passò la lista e disse “qui pensaci tu che sai cucinare… io vado a cambiare il pannolino… sempre se non vuoi farlo tu?”

“Stai scherzando?! Non ti ruberei mai l’onore…” ridacchiò Remus, prendendo la lista e avvicinandosi a Sirius.

 

▀■▪■▀

 

Intanto a Londra.

“Enif guarda quello!” Dorcas trascinò l’amica davanti una vetrina “è un vestito così strano” disse guardando un abito blu con delle pailette e le spalle imbottite a punta.

“Ma chi la mette quella roba?”

“È un abito firmato… per fare un paragone… fra noi solo Enif avrebbe i soldi per acquistarlo…” ridacchiò Lily

“Oddio, no…”

"Potremmo andare da Harrods prima di tornare a casa..." propose Lily " è un grande magazzino di lusso..."

"Si!" esclamò entusiasta Dorcas "adoro gli abiti babbani!"

Le altre due risero.

"Chissà come se la stanno cavando i ragazzi..."

"Harry starà bene Lily, non preoccuparti..."

 

▀■▪■▀

 

"Adesso Lily scrive di mettere tutto nel frullatore... Assieme a due cucchiaini di succo d'arancia..." lesse Remus lanciando uno sguardo dubbioso a Sirius.

"Il frullatore è quel coso bianco che ci ha regalato Petunia per il matrimonio…” disse James rientrando nella stanza. Aveva cambiato Harry e adesso il bambino sembrava pazientare in attesa della pappa.

Sirius guardò l'elettrodomestico alquanto scettico.

"Sirius, qua tocca a te... Io non ho mai usato quel coso..." sorrise Remus.

"A babbanologia ne hanno parlato... Va a corrente elettrica..."

"Lily ha incantantato le cose babbane perchè funzionino senza corrente..."

"Ok... Se ricordo bene... Si toglie il coperchio... Si mette dentro il cibo... E si pigia il bottone..." quando Sirius avviò il frullatore questo cominciò a girare e pezzi di frutta volarono per tutta la cucina. Un pezzo di babana volò sulla faccia di James e Harry ridendo tocco con le dita il succo che gocciolava dalla faccia del padre, per poi portarsi le dita alla bocca. Remus rise. Mentre Sirius tentava di spegnere l'affare.

"Credo che il coperchio dovesse essere rimesso..." ridacchiò.

James guardò sconsolato la tutina pulita di Harry che adesso era quasi completamente sporca. Sospirò.

“Vado a cambiarlo… di nuovo…” disse allontanandosi. Remus e Sirius si scambiarono uno sguardo ridendo.

“Mi sa che dovremo ricominciare da capo…” sospirò Sirius già pronto a tagliare la frutta

Il licantropo voltò il foglio degli appunti…

“Sirius, fermati…”

“Cosa…”

“Lily scrive che se non sappiamo usare il frullatore c’è dell’omogeneizzato in frigo…”

Sirius ruotò gli occhi.

“E tu, “papà”, non ne sapevi niente, vero?!” gridò, in modo da farsi sentire da James al piano di sopra.

“Cosa?” chiese quello una volta rientrato. Sirius gli sventolò l’omogeneizzato davanti al viso.

“Che c’era questo in frigo…”

“Oh… emh… non me ricordavo…”

 

▀■▪■▀

 

“Sono così strani questi quadri..." commentò Dorcas

"Sono immobili..." constatò Enif

"Appunto..." disse Dorcas

Lily scoppiò a ridere per la meraviglia delle amiche. Quel pomeriggio le stava davvero facendo bene: non pensare a nulla di tragico era tremendamente bello. Si sentiva una ragazza, una donna normale, non una strega di un mondo in guerra.

"Lily, tu conoscevi già questi quadri?"

"C'ero venuta una volta con i miei, avrò avuto dieci anni e all'epoca mi annoiavano a morte..." rise

"Non sono molto socievoli in effetti..." commentò Enif "anche se immagino così siano meno impiccioni dei quadri di casa mia..." Dorcas ridacchiò, mentre a braccetto delle amiche stavano per addentrarsi in un’altra sala dell’esposizione.

 

▀■▪■▀

 

"Harry fa "ah"" disse James tenendo goffamente il cucciaio...gli sembrava di avere una bomba fra le mani. Harry imbocco allegro.

“È un golosone... La frutta la mangia tutto allegro... La farinata che Lily cerca di fargli mangiare a colazione è tutta un'altra storia."

“È un buongustaio."

"Comunque, ora che c'è un pò di calma... Che ci fai qui in giro,Remus?"

"Devo far rapporto…E poi... Sì, volevo vedere Dorcas... Solo che non era a casa... Ho rischiato il linciaggio da parte dei suoi fratelli..."

“È fuori con Enif e Lily... Enif ha pensato ad una giornata di vacanza..."

"Vacanza?"

"Si sono travestite e stanno facendo le babbane in giro per Londra..."

Remus annuì... Si morse le labbra.

"Che cosa vuoi chiedere, ma ti manca il coraggio? Spara..." disse Sirius

"Lei come sta?”

“È più forte di quello che sembra, fa vedere di star bene ma... Sì insomma, spesso ci chiede se abbiamo tue notizie..."

Remus annuì "Bene..."

"Volevi parlarle?"

"Sì... Probabilmente cambieremo qualcosa nella missione...io e Silente..."

"Non va bene?" Remus scosse la testa.

"Che le volevi dirle?”

“Che mi manca..."

"Potevi evitare di lasciarla andare..."

"Che le dovevo dire Sirius? Aspettami anche se so che forse morirò? O potrei farti ammazzare?"

"Io mi sarei fermato all'aspettami..."

"Per te e facile, Enif aspetterebbe anche per l'eternità... Dorcas no..."

"Aspetta un secondo..." disse James voltandosi un istante "stai dicendo che tu non hai fatto niente perché hai paura che lei se ne vada comunque?" Remus annuì "e così hai preferito questo... Certo che sei più complessato di quanto avevo sospettato in questi anni... Harry apri la bocca che arriva il cercatore."

"Rem... Hai sbagliato quasi tutto sai... Dorcas voleva solo che tu le dicessi quello che hai appena detto a noi..."

"E tu come lo sai?"

"L'ha detto ad Enif..."

"Ecco che arriva l'ultimo...bravissimo il mio campione!" esclamò James pulendo la bocca impiastricciata di Harry. Lo prese in braccio battendogli delicatamente sulla schiena. Harry fece un ruttino seguito, per la "gioia" di James da un rigurgito. Poi rise. James sospirò

"E tre..." disse sconsolato, rassegnandosi a cambiare per l'ennesima volta Harry.

"Non c'è ombra di dubbio James... è tuo figlio e si diverte a farti ammattire..."

"Spiritoso Sirius..."

 

▀■▪■▀

 

James si svegliò quando Lily lo baciò. Harry dormiva stretto alla camicia di Sirius che aveva monopolizzato così il divano.

"Ehi..."

"Vi ha fatto sudare?"

"Non voleva dormire.... Credo ce lo siamo passati a turno finchè, tra musichette rilassanti e quant'altro, ci siamo addormentati tutti e quattro."

"Quattro?" chiese Lily. James si guardò attorno.

"Quel lupo furbastro! Se ne è andato senza salutare..."

"Remmie era qui?"

"Sì... Cercava Dorcas..." disse James alzandosi e facendo segno alla moglie di seguirlo così da lasciar dormire Sirius ed Harry. I due andarono in cucina, dove Enif e Dorcas guardavano scioccate il caos che vi regnava. Lily lo notò a sua volta.

"Che avete combinato?"

"Sirius ha detto di saper usare il frullatore..." disse accigliato... "pensavamo di mettere apposto quando Harry si fosse addormentato, ma ci siamo cascati anche noi..."

Lily guardò James scuotendo la testa

"James, sbagli o devi dire qualcosa a Dorcas?"

"Oh sì! È venuto a cercarti!" disse. La ragazza lo fissò, aveva già ripreso le sue sembianze ma per un attimo sembrò un’altra persona da quanto colore aveva perso.

"Come?"

"Remus ti cercava... Adesso sarà da Silente ma voleva parlarti..."

Dorcas rimase in silenzio

“È anche passato a casa tua... O almeno così ha detto..."

Dorcas annuì, ringraziando James. Enif la guardò, si stava mordendo le labbra nervosa.

“Dorcas…” disse avvicinandosi e passandole una mano sulle spalle “tanto peggio di così non può andare… no?” la ragazza annuì.

“Faccio male se passo a casa sua e se non c’è lo aspetto ad Hogsmeade?”

“Per nulla!” le disse la bruna “Al massimo se fa ancora lo scemo digliene altre quattro!”

 


Scusate il ritardo di qualche giorno il ponte mi ha dato alla testa anche perchè son successe tante belle cose in sto periodo :) New love, new work, old sing e come sempre poco tempo :) Ci leggiamo a fine mese :)
Elisa


   
 
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