18.
Non aveva dovuto fare altro che leggere. Improvvisamente, man mano che i suoi occhi scorrevano le parole, queste avevano preso forma di ricordi reali nella sua testa ; era tutto così incredibile, pazzesco all'inizio, che aveva fatto fatica ad accettarlo. E quando infine se n'era reso conto, era svenuto.
BAM
BAM
BAM
- Sfigato vieni giù -
- ... -
Harry
gemette ; la testa gli martellava incessantemente, miriadi di
immagini confuse la riempivano senza pietà.
-
Piton ... che ti pigli un accidente !! Per Salazar che dolore ... -
si lamentò , rialzandosi a fatica dal pavimento e tastandosi il
bernoccolo spuntatogli sulla nuca. Notò la pergamena aperta ai suoi
piedi : tutti i suoi ricordi , vecchi e nuovi, si risistemarono
insieme come tanti tasselli di un puzzle. Si tastò all'altezza del
collo, e trovò il collare che Tom gli aveva infilato ...
''Sono
di nuovo tutto intero a quanto pare ... ''
-
Ragazzo, scendi immediatamente – urlò suo zio in quel momento.
C'era una chiara sfumatura d'allarme, nel tono del burbero uomo;
Harry corrugò le sopracciglia : qualcosa gli diceva che i suoi guai
non erano finiti. Si affacciò alla finestra, colto da uno strano
presentimento.
-
merda ... -
C'erano
due uomini, due polizziotti, all'ingresso del loro vialetto, e
fissavano entrambi insistentemente il portoncino.
"Forse
Dudley è riuscito ad arraffare qualcos'altro dal negozio, pensando
che nessuno se ne sarebbe accorto nella confusione ... e indovina
chi ne pagherà le conseguenze ?" si disse Harry, scuotendo
la testa esasperato.
- Ragazzo ! Giù ti ho detto ! - gridò di nuovo zio Vernon ;
Soffocò
una risata, la voce dell'uomo era intrisa di panico, ed era divenuta acuta,
quasi femminea. In quel momento uno degli sbirri alzò il capo, lo
sguardo rivolto alla sua finestra ... Harry si appiattì sul
pavimento, rapido.
''Pensa
pensa pensa''
La situazione non era delle migliori. Aveva la vaga impressione che non sarebbe mai riuscito a convincere quelli della sua innocenza, nè tantomento della colpevolezza di suo cugino. Eppure, il pensiero di andarsene lasciandolo impunito non gli andava a genio. Per una volta, per una volta sola, avrebbero dovuto riconoscere che se in quella casa c'era del marcio non ne era lui il portatore !
Un'idea balzana e assolutamente folle lo fulminò. Sul suo viso si fece lentamente strada un ghigno malandrino ... Si buttò sotto il letto, e proprio come aveva sperato, nessuno, né Piton, né tantomeno zia Petunia, avevano messo le mani o la bacchetta, lì sotto : sopra i tre strati di polvere del pavimento c'erano diverse riviste di Quidditch, palle accartocciate di pergamena, incarti dei più svariati dolciumi di Mielandia, e persino una caramella mou vecchia di chissà quanti anni, probabile residuo di un regalo di Hagrid, imprigionata in una ragnatela alquanto elaborata. Poi accatastati in un angolo ritrovò vecchi calzini, rigorosamente spaiati, un'altra maglia extra-large macchiata di Merlino sapeva cosa, e una sola piccola scarpa, risalente forse a quando aveva sette, otto anni, riempita di mozziconi di matite colorate, gomme e pennarelli senza tappo : gli scarti di Dudley, che lui arraffava con gioia, appena poteva. Harry sfiorò la tela consunta della scarpa ... sembrava passato un secolo, da quei giorni amari passati senza la minima coscenza di chi e che cosa fosse in realtà. E di chi e che cosa fosse Lord Voldemort. Sospirò, lasciando perdere quel vecchio tesoro e trascinando le dita sul pavimento bianco di polvere, disegnando tracce, linee senza senso, fino a che i suoi polpastrelli non trovarono ciò che stava cercando. Una rientranza, una piccola cavità in una delle assi, tanto sottile da poter sembrare una scheggiatura nel legno. Vi fece leva col pollice e spinse, fino a che l'asse interà si spostò dalla sua base, rivelando un comodo nascondiglio. Un comodo nascondiglio pieno di piccoli gioiellini targati Tiri Vispi Weasley.
... .... ... ... ....
Non c'era nessuno motivo per il quale Remus Lupin avrebbe dovuto trovarsi lì in quel momento. La riunione dell'Ordine non sarebbe iniziata che a tarda sera, ed erano appena le undici di mattina. Sapeva per certo che a quest'ora il mannaro avrebbe dovuto essere di ritorno dalla pericolosa missione che Silente gli aveva affidato. Una spia tra i suoi simili ... Severus abbassò il fuoco sotto il calderone, e mescolò tre volte in senso orario prima di agitare la bacchetta e mettere la nuova pozione a riposo. Sarebbero dovuti passare due giorni solo per la fermentazione.
''Abbiamo qualcosa in comune, a quanto pare''
E non significava niente, il fatto che Remus Lupin non fosse in qualche oscuro antro della foresta Proibita, ma qui davanti a lui, nella stanza che l'Ordine gli aveva adibito a laboratorio. Niente, a parte che il viaggetto a ritroso nel tempo di Potter aveva evidentemente causato qualche cambiamento.
-
Lupin, a cosa devo questa gradita sorpresa ? -
- Vorrei che mi spiegassi una cosa, Severus ... - disse calmo Remus, ignorando il tono sarcastico del pozionista, - ... Come mai sui Mangiamorte che sono stati catturati al Ministero ho chiaramente sentito il tuo odore ... e quello di Harry ?-
... .... ... ........... ..............
Harry
sentì i passi pesanti di suo zio sulle scale ... finì di sistemare
il suo capolavoro, appendendo l'ultimo degli stracci vecchi di Dudley
sul trespolo di Edvige, spinto vicino alla finestra per l'occasione.
I
passi si fermarono davanti alla porta della sua stanza.
- Ragazzo ! -
- U-un attimo zio ... mi sto cambiando ! - gridò Harry in risposta, mentre rapido si acquattava e strisciava sotto il letto ;
- Sbrigati ! - urlò Vernon, battendo un pugno sulla porta.
Harry
immaginava cosa preoccupasse tanto i suoi zii : i vicini
probabilmente avrebbero parlato di questo evento per le prossime
settimane, e sapeva quanto detestassero essere loro al centro di
pettegolezzi e congetture. Non avevano idea di quanto peggiore stesse
per diventare la situazione ...
Aveva
riempito le maniche e le tasche dei suoi vecchi vestiti di caccabombe
ed altri artefatti esplosivi dei gemelli Weasley : quell'anno erano
stati particolarmente generosi con lui, dato il successo dei Tiri
Vispi. I vestiti appesi al trespolo dovevano dare l'idea della sua
sagoma scura, al di là del vetro. Harry sogghignò. Non dovette
aspettare poi molto ... Piton si sarebbe arrabbiato di sicuro, ma
questa non poteva perdersela !
Ci
furono un frastuono di pugni battuti, di grida e ultimi avvertimenti,
prima che Vernon si decidesse ad aprire la porta, calciandola poi con
rabbia, ed entrando con i due polizziotti . Da dov'era non poteva
vederne che i piedi gonfi dalle dita bitorzolute, stretti nei sandali
color moquette ... facevano una magra figura se messi a confronto con
le due paia di stivali neri al seguito.
-Ma
che diavolo ... ! ? - sbottò suo zio, accortosi che c'era qualcosa
che non andava nella figura di suo nipote. Il grasso uomo arrancò
fino al trespolo ricoperto di abiti e lo scosse con violenza, in
preda a una crisi isterica : - lo so che sei tu !! Ma non puoi
nasconderti, no ragazzo ! Le tue miserabili colpe non ricadranno su
Dudley !! -
Davvero,
non avrebbe potuto chiedere di meglio da suo zio, pensò Harry,
soffocando sul nascere una risata. Uno degli sbirri si avvicinò ad
esaminare il ''manichino''.
''Penserà che mio zio è impazzito ... ''
-Signor Dudley ... è sicuro di avere un nipote ? Capisco che un genitore possa essere disposto a tutto pur di difendere il proprio figlio ... - disse uno dei polizziotti, una voce
- NO ! No vi dico !! E' colpa di quello spregevole ragazzo ! E' qui , si nasconde ! NON VEDETE ?! - gridò Vernon, ed Harry lo immaginò sputacchiare in faccia allo sbirro più vicino per la rabbia. Non un'esperienza piacevole, poteva assicurarlo.
- Signor ...
- LE DICO CHE E' QUI !! E' QUESTO COSO !! NON LO VEDE ?! -
Vernon Dursley aveva scosso il trespolo una volta di troppo. L'esplosione che seguì fu pazzesca, sottolineata dallo scoppio simultaneo di cinque fuochi d' artificio. I più colorati e strani che i tre uomini avessero mai visto. Mentre suo zio e i due polizziotti si dibattevano a terra, coperti di una strana sostanza vischiosa, con le braccia sopra la testa e gli occhi chiusi per il panico, Harry ne approfittò per sgusciare fuori. Il frastuono aveva richiamato Dudley e zia Petunia, già a metà delle scale : il grifondoro li guardò con un sorriso tutto denti, sventolò la mano e con l'altra strinse la passaporta che Piton aveva attivato per lui, un cucchiaino d'argento con lo stemma dei Black. L'ultima cosa che vide, prima di sentire il familiare strappo all'ombelico, furono le loro facce sconvolte e terrorizzate. Gli sbirri non avrebbero trovato nessun Harry Potter al numero 4 di Privet Drive. Il che significava che Dudley e zio Vernon erano in un mare di guai ...
..... ............. ................ .........
- Lui sospetta qualcosa ? -
- Certo che sospetta ! Ha già mandato i suoi ad indagare ... il Ministero pullula di spie, lo sai -
- Ne ho una vaga idea, sì -
-
Chi sospetta cosa ? - chiese una voce, proveniente da dietro la
porta. Un attimo dopo i due maghi videro far capolino la testa di un
Harry Potter pallido, ma decisamente sorridente.
-
Harry ! - esclamò Remus, alzandosi per salutarlo. Il ragazzo gli
sorrise incerto, non si aspettava di trovarlo lì, ma era comunque
felice di rivederlo. Mentre lo abbracciava forte, Harry si chiese
quanto Severus avesse gli avesse rivelato;
-
Signor Potter ... a cosa dobbiamo quell'espressione compiaciuta ? -
-
Ah ! Credo che lo saprà nella Gazzetta di domani, professore -
rispose Harry, facendogli l'occhiolino da sopra la spalla di Remus.
Piton
strinse gli occhi in una fessura, e lo scrutò sospettoso; il
grifondoro era certo che morisse dalla voglia di praticare un po' di
legilimanzia su di lui, ma non si nascose.
-
Allora, professore ? - chiese di nuovo, mentre nel suo viso spariva
ogni traccia di allegria, - chi sospetta cosa ? - ripetè. La
stretta di Lupin sul suo braccio si rafforzò. Piton si alzò dalla
poltrona, e lentamente arrotolò fin sopra il gomito la manica della
sua veste : il marchio nero si stagliava sulla pelle arrossata, e
sembrava una creatura pulsante, viva, il serpente che sinuoso
scivolava nell'orbita vuota dell'orrido teschio.
-
Questa sera lo scopriremo - disse Piton.
Harry
annuì.
Il ricordo di quello che era successo durante la breve prigionia nelle stanze di Tom si faceva di ora in ora più limpido. Non poteva fare a meno di ritornarci, frammentando ogni minuto, esaminando ogni dettaglio, rivivendo ogni sensazione, persino le più tremende. Schiavo di Voldemort o schiavo di Silente. Queste le uniche vie che aveva scorto per lui, se solo avesse lasciato che tutto rimanesse com'era. Quel pensiero era in dita di fumo filiformi avvolte strettamente sui suoi polmoni : gli impediva di respirare. Harry scosse la testa, impedendosi di continuare a pensarci in modo così masochistico. Se solo avesse continuato su quella strada, gli sarebbe stato impossibile non ricordare anche il volto umano di Tom, quelle carezze, quel bacio...
-
Professor Piton ... - sussurrò, la voce che improvvisamente veniva a
mancargli
Piton
inarcò un sopracciglio, mentre tornava ad abbassarsi la manica.
-
Se per lei non è un problema ... avrei bisogno di una di quelle
fiale ... per i ricordi – disse Harry, cercando di non arrossire.
La
pressione al suo braccio aumentò.
-
Harry , se c'è qualcosa di cui vorresti parlarmi. Lo sai , sono qui
– gli disse Remus. L'espressione sul suo volto era tra le più
angustiate che gli avesse mai visto.
-
Non devi sentirti in colpa, Remus. Non c'eri, e non avresti potuto
fare niente, ok ? Lo sai, sono i guai che vengono a trovarmi nei
momenti più impensabili ! - cercò di sdrammatizzare il grifondoro,
facendo spallucce. Quello
che aveva detto però non sembrò migliorare l'umore del suo
ex
– professore, che mollò la presa e si sedette con aria sconfitta
sulla poltrona prima occupata da Piton. Il pozionista gli dedicò
un'occhiataccia, ma stranamente non disse una parola, né per
rimproverare l'uomo, né per commentare la sua richiesta. Si limitò
a prendere la fialetta da un portaprovette sul tavolo, e a porgerla
al suo studente. Nessuna profferta d'aiuto chiaramente udibile uscì
dalle labbra sottili chiuse in una linea stretta stretta, ma Harry
intuì qualcosa nello sguardo dell'uomo, che gli provocò un lieto
calore nel petto. Fiducia.
Mi guarderà ancora così domani, quando verrà a sapere quello che ho combinato ?