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Autore: TwinStar    27/11/2006    3 recensioni
Se proprio volete farvi un'idea del carattere di un uomo, non considerate le sue opere grandi. Il primo sciocco che passa può, in un istante della sua vita, comportarsi da eroe. Guardate piuttosto come un uomo compie le azioni più comuni: esse vi riveleranno il vero carattere di un grande uomo.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Pansy Parkinson, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio sentitamente suzako e sara per le recensioni (che carine! ^.^). Son contenta che abbiano lasciato un segno della loro presenza anche ad un capitolo veramente corto. Così corto che ho deciso di postare qualcos'altro.

Grazie mille per la fiducia che mi accordate.

E per la pazienza infinita che dimostrate! Soprattutto quella! XD

***

 

COMMEDIA IN CINQUE ATTI

 

Atto II

Mia madre se n’è scortesemente andata al termine del primo atto.

Non ha apprezzato lo spettacolo che le veniva offerto.

E’ sempre stata una donna pretenziosa.

Ma in fondo la capisco.

E’ suo il mondo che va lentamente annientandosi sotto forma di festose magnificazioni di un gruppo di patetici voltafaccia e attori di strada che fino a ieri ci ossequiavano quasi fossimo divini.

Io, per la mia giovane età, ho potuto solo sfiorarlo.

Ho finto di non vedere i suoi occhi annebbiati di pianto quando si è scusata con me e la mia compagna e ha inforcato la via della porta tra gli sguardi di muto biasimo della gente, con le spalle dritte e il mento all’insù, in quella sua maniera così tenera e familiare di affrontare le cose. Così come ho ignorato le dita tremanti d’umiliazione ad artigliare nascostamente la balaustra della panca prima e le pieghe dell’abito nero poi, o le labbra strette e bianche.

Sarebbe stato umiliante.

Un Malfoy non mostra mai debolezza.

Né in pubblico, né tra le mura domestiche.

Io rimarrò finché l’ultimo dei buffoni non avrà lasciato la stanza.

Sento una mano cercare timidamente la mia e stringerla con reverenziale timore, nella paura che la spinga via in un moto di stizzita insofferenza. Volto appena lo sguardo in direzione della donna al mio fianco, la mia compagna, mia moglie, a leggerle negli occhi neri e lucidi come mirtilli ora rivolti al centro della sala, ben distanti dai miei. A cogliere il lieve tremore in quelle labbra innaturalmente tese in una linea sottile ed esangue.

Le rivolgo il mio miglior sorriso smargiasso stringendo la presa su quelle dita sottili, a ricambiare quel timido gesto d’affetto e conforto.

“Sorridi, Pansy, è solo una commedia.”

“Draco…”, pigola intimidita e sconvolta con la voce che sussulta appena, e il nero dei capelli intessuti in fini intrecci elaborati e del bel vestito di organza scura fanno sembrare ancora più pallido quel volto fragile di magnolia, al punto che quasi intenerisce. “Mi dispiace così tanto…”

E’ troppo per lei.

La noto appena alzarsi e uscire “a prendere un po’ d’aria”, ma so già che non tornerà. Mi viene il dubbio che forse dovrei accompagnarla fuori con cortesia da gentiluomo, portarla a casa, ma nessuno le ha mai chiesto di restare.

Tantomeno il sottoscritto.

Volevo restar solo.

Ma lei non riusciva a staccare gli occhi da quella pezzente Weasley, tutta tronfia nel suo ruolo di donna dell’eroe. E’ rimasta tutto il tempo avvinghiata al suo braccio come una sciocca bambola di porcellana, coi capelli rossi bene in piega, la gonna bianca tutta crespe da ragazzina e la camicetta a fiori.

E’ quello che le richiede il suo pubblico.

Niente applausi per il signor Potter senza la sua bella.

Scommetto che ci sono delle volte in cui questo ruolo le va stretto come una scarpa da infante, ed è tanta la frustrazione che prova da farla gridare come un’isterica davanti allo specchio della sua bella casa con giardino e cane annesso.

Il nostro è un amore che non ha bisogno di pubbliche manifestazioni d’assenso, e ci sta bene così. Eppure ci sono le volte in cui Pansy invidia quel modo chiassoso di amare, gli abbracci e le carezze, la vicinanza imposta.

Forse ne soffre, ma che posso farci?

Ci sono cose più importanti.

Ce ne sono sempre.

  
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