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Autore: _Elisewin_    05/05/2012    3 recensioni
"Nel frattempo, al tavolo dei Serpeverde, due occhi color del ghiaccio la stavano guardando girandosi tra le mani un coltello. Draco Malfoy era molto arrabbiato con Hermione. Non le aveva obbedito. (...)"
Affinchè un cuore smetta di sanguinare quanto tempo occorre? Quanto tempo occorre che le ferite dell'anima guariscono completamente? Cosa può essere successo a Draco&Hermione? Come regirà Draco al segreto di Hermione volutamente taciuto?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chiedo scusa per l’enorme ritardo ma tra esami e impegni vari non ho avuto un attimo di tempo.
Stanotte ho scritto di getto il capitolo quindi perdonatemi se troverete errori grammaticali.
Ripeto che mi dispiace per il ritardo ma I capitoli vanno scritti e a mio avviso se non sono scritti come piace a me non riesco a pubblicare.
Non so cosa ne penserete ma mi farebbe piacere ricevere una vostra opinione sul capitolo di oggi.
Ringrazio come sempre coloro che leggono silenziosamente la mia storia e coloro che l’hanno messa tra le preferite, seguite e ricordate!
Grazie per la vostra attenzione!
_Elisewin_

 
 

 Capitolo 4
 
“Posso essere dura, Posso essere forte
Ma con te, Non è affatto così
C’è una ragazza che se ne frega
Dietro questo muro
Devi solo attraversarlo.
Tutte quelle cose folli che abbiamo fatto
Non ci ho mai pensato, le ho fatte e basta
Tu sei sempre lì, sei ovunque
Ma adesso vorrei che tu fossi qui
No, io non voglio mollare
Voglio solo farti sapere
Che io non vorrò mai mollare
Mollare, mollare, mollare, mollare.”
(Avril Lavigne, Wish you were here)

 
 
Il tempo passa anche quando tutto ciò che ti circonda non sembra passare mai.
 
Quando si è soli, lontani da rumori fastidiosi, genitori asfissianti, vicini di casa impiccioni, si è soliti rifugiarsi in qualche luogo che sappia mettere un po’ di pace nella mente umana.
Si preferiscono posti colorati oppure posti completamente confusionari.
Per Hermione il posto per eccellenza era la soffitta di casa sua.
Era uno spazio off – limits.
Nessuno vi poteva entrare.
Era uno di quei giorni in cui Hermione aveva bisogno di riflettere.
Riflettere alle conseguenze delle sue azioni.
Riflettere sul suo futuro.
Riflettere su quanto fosse difficile prendere una decisione.
Riflettere su lei, Lizzie e… l’altro.
L’altro era l’intruso.
L’altro non era che il padre di Lizzie.
L’altro non era che l’affascinante e diabolico Draco Lucius Malfoy.
Subito dopo quello scambio poco piacevole di opinioni avvenuto il primo giorno di scuola dopo la grande abbuffata, aveva cercato di evitarlo il più possibile, il che in effetti era impossibile.
Per quanto cercava di accantonare la discussione nella sua mente, era inevitabile invece, non rimembrarla affatto.
Draco da allora nei suoi riguardi  si era dimostrato una vera spina nel fianco.
Non perdeva mai occasione di deriderla più del dovuto sul suo status sociale.
Non perdeva occasione di farle scherzi orribili.
Non perdeva occasione di farsi trovare in qualsiasi posto ovunque lei si trovasse.
Si sentiva di essere “sotto controllo”.
In quei mesi oltre a lui, c’era un’altra persona che le stava dando da pensare… aveva trovato in Blaise Zabini un ottimo compagno di studi e anche delle volte, un ottima persona con cui parlare.
Lì sdraiata sul tappeto della soffitta ricordava una conversazione con Blaise avvenuta proprio qualche giorno prima della partenza per le vacanze natalizie…
 
Dicembre era ormai arrivato. E come consuetudine, l’intera Hogwarts era avvolta dalla neve.
In quei tre mesi Silente aveva rispettato la promessa fatta ad Hermione, ovvero, tornare ogni fine settimana a casa per non perdere la crescita della bambina.
Ma oltre a questo, Hermione aveva notato qualcosa di strano e insolito.
Blaise Zabini, pareva essersi staccato da quello che era la sua “allegra brigata”, ovvero da Theodore Nott e Draco Malfoy.
Di quest’ultimo aveva notato che non perdeva mai occasione di spintonarla o farla cadere da qualche parte, o umiliarla ancora di più verbalmente provocando l’ilarità dei passanti, oppure, di fissarla gelidamente durante i pasti… quasi volesse augurarle ogni male.
Come se già non le augurasse ogni male da tre mesi a questa parte.
Sospirava Hermione, ma si rallegrava… presto sarebbe tornata a casa e avrebbe trascorso il suo primo Natale  con Elizabeth.
Si sedette su una panchina del corridoio che affacciava a uno dei tanti cortili della scuola e osservò.
Osservò la neve che cadeva lenta e indisturbata, incurante dei passanti e di ciò che la poteva circondare. Era pulita, pura e candida. Fresca e gelida. Gelida come l’aria che la circondava. Gelida come l’acqua del mare in pieno inverno. Gelida come sa essere solo una persona.
In quei tre mesi aveva creduto e pensato che Draco, potesse toglierle la bambina, che potesse riconoscerla e praticare qualche azione legale contro di lei.
Con un Malfoy era sempre meglio non scherzare.
Ci si poteva aspettare di tutto.
Ma invece dai suoi amici, dagli amici del padre di tua figlia, cosa ti puoi aspettare?
Era andata lì per liberare la mente da pensieri nefasti, e invece, non faceva altro che pensare pensare pensare.
“Hey non lo sai che pensare fa piuttosto male  bella donzella?” non si era nemmeno accorta che qualcuno si fosse seduto accanto a lei. Volse lo sguardo verso il suo interlocutore e si meravigliò di trovare un sorridente Blaise Zabini.
“Zabini?”
“Sì Hermione,  sono Zabini, ma potresti semplicemente chiamarmi una volta ogni tanto con il mio nome di battesimo, ovvero, Blaise?” si alzò dalla panchina e si mise di fronte a lei incrociando le braccia al petto e assumendo un’espressione da finto offeso.
A Hermione venne da ridere e in effetti gli rise in faccia.
“Granger ridi di me?”
“No Zabini, rido della situazione” si alzò dalla panchina e si avvicinò a lui dandogli le spalle.
“Rido o meglio sorrido per il semplice fatto che una Grifondoro , sta parlando amabilmente, con un Serpeverde. E’ strano, insolito… non capita tutti i giorni”
“Sì in effetti è più facile arrivare alle mani tra di noi” le rivolse un ghigno che di perfido non aveva assolutamente nulla.
Le si avvicinò e le prese una mano… giocherellò con le sue dita e la guardò fisso negli occhi
“So tutto Hermione “ disse  d’un fiato “so che hai fatto una cosa che a Draco non è piaciuta per niente, so che facendo quello che hai fatto, sei andata contro una delle più nobili famiglie del Mondo Magico, ma so una cosa Hermione… so che hai fatto bene!”
Era spiazzata Hermione.
Draco aveva parlato. Zabini sapeva… sapeva tutto. Sapeva di Lizzie, sapeva delle violenze subite… sapeva ogni cosa.
E lei, lei che per mesi si era dannata di aver portato la figlia con sé a King’s Cross, ora le sembrava di avere un peso in meno nel cuore.
Piano piano la gente sarebbe venuta a sapere di sua figlia e di Malfoy.
Ne aveva paura… ma doveva sapere… doveva sapere le intenzioni di Draco.
Quanto le sarebbe costato chiedere?
“Dimmi una cosa Blaise, tu che sai tutto, sai anche cosa Draco voglia farne di mia, o meglio, nostra  figlia?”
Era sottile la sua voce… quasi non la si poteva sentire… sarebbe scoppiata da un momento all’altro era questione di poco o forse di tempo.
Si sentiva in trappola. Ed era solo una sensazione, ma di solito le sensazioni che si percepiscono, non dovrebbero essere veritiere?
“Hermione, onestamente parlando, Draco non parla mai né di te e né di tua figlia. Sì tua figlia Hermione, perché per Draco quella non è sua figlia. Può avere tutte le caratteristiche dei Malfoy, ma non la considererà mai sua… mi dispiace” detto questo, Blaise avvicinò le labbra alla sua guancia e lasciò un lieve bacio. La guardò un’ultima volta e andò in direzione della biblioteca.
Era stanca, esausta, basita, interdetta.
Blaise Zabini era stato sincero con lei? Veramente non sapeva cosa sarebbe accaduto a sua figlia?
Il suo cuore di mamma le stava dando degli avvertimenti. Era nell’aria… qualcosa sarebbe successo… non subito magari, ma forse, in tempi considerati maturi, sarebbe successo.
Ma cosa? Si ripeteva Hermione… cosa?
Aveva fatto una nuova scoperta… Zabini era umano… più umano di quello che si andava a dire in giro.
 

Si alzò di colpo dal tappeto.
Quel giorno fu strano.
Ma si sentì per un po’ un peso in meno.
Zabini infatti risultò essere una persona alquanto interessante.
Non aveva pregiudizi come tutti i Serpeverde, anzi, le aveva confidato che aveva voglia di imparare il più possibile sul mondo Non Magico.
Zabini in effetti era una fonte inesauribile di sorprese.
Durante tutte le vacanze aveva preso il vizio di scriverle. Le raccontava delle cene noiose a cui era costretto partecipare. Le raccontava dei viaggi di lavoro del padre  a cui lui aveva il dovere di partecipare in quanto suo erede. Le raccontava ogni cosa… anche la più stupida. Ma non ci fu mai una volta, che in qualche lettera, lui menzionasse Draco.
Zabini aveva capito che era un argomento tabù e le lasciava i suoi spazi, e lei, silenziosamente lo ringraziava.
Il silenzio vale molto di più delle parole.
La fine delle vacanze natalizie nel frattempo stava volgendo a termine e staccarsi da Lizzie le risultava ogni giorno più difficile.
La piccola aveva incominciato a riconoscere ogni singola persona.
Ad ogni volto che riconosceva sorrideva.
Aveva iniziato a gorgheggiare e bè a sbrodolarsi più del dovuto.
L’unica cosa positiva era che non si svegliava più la notte.
Oramai aveva i suoi orari per ogni singolo pisolino.
Era un vero amore.
I vicini di casa non facevano altro che farle i complimenti per la bambina.
Era bella.
Era viva.
Era felice.
La bambina avrebbe dovuto avere solo il meglio e lei di questo ne era convinta.
Come ne era convinta Narcissa.
Narcissa si era dimostrata una donna dalle mille sfaccettature.
Era una donna che sicuramente sapeva di essere un buon collante nella sua famiglia.
Era una donna di gran classe: elegante e ben istruita.
Non c’era stato un giorno in cui non venisse a trovare la nipotina.
Narcissa era una donna cui non faceva mancare niente.
Era sorprendente come in poco tempo la signora Malfoy aveva instaurato con la nipote e sua madre un ottimo rapporto.
Era piacevole poter vedere come una parte della sua famiglia cercasse di mettere da parte l’orgoglio per qualcuno.
E quel qualcuno era appunto Elizabeth.
Durante le vacanze Narcissa le aveva accennato che presto Draco avrebbe riconosciuto la bambina e bisognava mettersi d’accordo sul da farsi.
Hermione non voleva privare la bambina di un padre… anzi, era contenta che finalmente Draco, si fosse deciso a prendere le proprie responsabilità, ma c’era qualcosa che non le tornava.
Draco non aveva fatto altro che ribadirle il concetto che non avrebbe mai più voluto mischiare il suo sangue con una come lei e che non avrebbe mai voluto riconoscere la bambina.
Allora perché di punto in bianco vi è stato un grosso cambiamento?
Poteva essere che dietro questa sua scelta si celasse anche l’algido Lucius?
D’altronde come in ogni famiglia nobile ci sono sempre dei compromessi e per quanto riguardava i Malfoy i compressi altri non erano che delle “offerte”.
Erano disposti a pagare per mantenere il silenzio.
I soldi è vero agevolano su molte cose e i Malfoy questo lo sapevano bene.
Per quanto Hermione non fosse una persona nobile con appartenenza di una qualche lontana casata, lo era invece nell’animo.
I genitori di Hermione erano entrambi medici e potevano permettersi ogni tanto di strafare sulle cose, ma alla figlia, le avevano sempre insegnato che i soldi non vanno sperperati poiché al mondo vi era gente molto più sfortunata di loro.
E lei lo sapeva bene.
Ma per quanto riguardava il cambiamento di Draco prima di agire avrebbe dovuto indagare.
Indagare per lo meno se le intenzioni del padre fossero buone.
Si erano fatte le undici e a breve sarebbero arrivati i Malfoy.
Chi era il lupo e chi l’agnello tra di loro?
Il padre di Hermione era già pronto ad una arringa di quelle poco piacevoli verso i due Lord, e lei invece, non vedeva l’ora di sentire le opinioni di Lucius.
Lucius e le sue idee purosangue al cento per cento.
Bleah!
Si spolverò i vestiti Hermione e scese al piano di sotto diretta verso il salone.
Arrivata davanti alla porta del salone udì delle voci concitate e la spalancò.
Ciò che vide non le fece affatto piacere.
Draco era in piedi come suo padre Lucius, e stavano gridando contro il padre di Hermione, mentre sua madre e la signora Malfoy erano sedute una di fronte all’altra sui divani.
Che stava succedendo si chiese?
“Ah eccola arrivata la fonte di tutti i mali” sibilò Lucius che nel frattempo si era avvicinato alla porta finestra che dava nel giardino.
“Qualcuno potrebbe spiegarmi che succede?”
“Succede mia cara che oggi dovrai salutare la bambina per un bel po’ “ le rispose Draco avvicinandosi alla carrozzina di Lizzie per prenderla sgarbatamente in braccio.
La piccola agitava le manine quasi come se potesse avvertire l’aria tesa che si respirava in quella stanza.
Hermione gli si avvicinò e gliela tolse dalle braccia cercando di calmarla cullandola.
“Sei un pazzo se credi che ti lasci la bambina così di punto in bianco! Te ne sei sempre disinteressato ed ora te ne esci con il tuo ruolo di padre?” gridò Hermione ad una spanna dal viso di lui
“Guarda Granger che se non me la dai con le buone dovrò ricorrere alle cattive maniere e credimi se ti dico che non sarà affatto piacevole” le gridò di risposta lui stringendole violentemente il polso
“Non mi fai alcuna paura!”
“O credimi invece dovresti”
“Mai”
Nel frattempo Lucius Malfoy aprì la porta finestra del giardino facendo entrare un po’ di vento freddo nella stanza.
Suo padre e sua madre stavano cercando di contenersi nei migliori dei modi, mentre Narcissa era quasi arrendevole. Se ne stava lì ferma e inerme senza dire una parola. La testa bassa come se si vergognasse.
“Narcissa che hai?” le chiese Hermione
“Mi dispiace così tanto credimi, ma anche io ho una famiglia a cui pensare e, devo pensare al loro benessere”
“ cosa stai dicendo? E lasciami Draco!”
Hermione cercava di liberarsi dalla presa ferrea del ragazzo che non faceva altro che assottigliare ogni minuto che passava gli occhi.
“Hermione dammi la bambina ti prego!”
Narcissa si avvicinò ai due ragazzi che poterono scorgere delle lacrime scendere dagli occhi della donna
“No prima spiegami!”
“Hermione non ci lasci altra scelta”
Quel ci lasci suonò come un avvertimento.
Hermione sapeva quanto Narcissa si battesse a favore suo e della piccola ma non riusciva a captare il perché di quella arrendevolezza davanti al marito.
Sarà anche lei l’ennesima sposa purosangue succube del marito che fa il padre e padrone?
No non lei. Non Narcissa.
La bambina non potevano portargliela via.
Avrebbe combattuto con le unghie e con i denti per proteggerla.
D’un tratto un rumore di porte che sbattevano per tutta la casa la fecero arretrare verso il divano.
Lizzie ancora tra le sue braccia piangeva.
Si chiese che cosa stava succedendo.
E poi… poi fu l’inizio e non la fine.
La stanza fu invasa da poliziotti magici e non.
Volse lo sguardo a Lucius e Draco che sorridevano perfidi e nei loro occhi vi era soddisfazione.
Poi guardò i propri genitori inermi e dispiaciuti.
Suo padre stringeva i pugni.
Era come il marmo… non avrebbe fatto vedere a nessuno le sue crepe.
Suo padre era la sua roccia.
Sua madre invece si teneva ancorata al marito e con la mano libera stringeva il braccio di Hermione.
Erano circondati dalla polizia quasi fossero dei criminali.
“Ora Miss Granger che i giochi abbiano inizio” sibilò Lucius Malfoy.
E lei capì.
Finalmente.
I giochi erano appena iniziati.
Ma la battaglia era tutta da vincere.
 
  
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