“Ecco qui!” esclamò trionfante Laura.
Aveva
appena sbattuto sulla scrivania dello studio di Mephisto il suo certificato da esorcista. Ce l’aveva fatta
davvero!
“Che cos’è?” domandò lui,
distratto.
“Questo, mio caro, è la prova del fatto che ho
vinto” lo informò lei.
L’uomo
fissò il foglio che giaceva sul piano e poi la guardò, sorridendo sotto i baffi.
Aveva partecipato attivamente ai corsi della ragazza, che negli ultimi tre anni
si era impegnata anima e corpo per raggiungere il suo obbiettivo.
L’aveva
vista faticare, piangere dallo sforzo, cadere e rialzarsi ogni volta per
riuscire a diventare esorcista e ora ce l’aveva fatta realmente.
Laura
si mise a sedere sulla poltrona su cui, ormai, si trovava molto a suo agio:
aveva passato interi pomeriggio lì con lui, mentre gli altri studiavano, a
ripassare i fondamenti delle tecniche di esorcismo. Le era più facile ricordare
le cose tra un bacio e un altro, piuttosto che china sui libri in camera
sua.
“Non so, secondo me ci deve essere qualcosa che non
torna.
Io non perdo quasi mai le mie scommesse” considerò.
La
verità è che, comunque fosse finita, lui avrebbe vinto: quando, tre anni prima,
aveva deciso di proporle di fare quella scommessa, aveva proposto l’accordo in
modo tale che entrambi i risultati sarebbero andati a suo vantaggio. Se avesse
preso il diploma entro tre anni le avrebbe dato la vita eterna, al contrario, se
non fosse riuscita nell’intento, la sua vita le sarebbe appartenuta e, in quanto
tale, ci avrebbe potuto fare ciò che voleva. Lei era sua, ora e per
sempre.
“Guarda che io mi sono impegnata!
Me lo sono guadagnato questo certificato!” si arrabbiò Laura, battendo i pugni sulla
scrivania.
In tre
anni, pur di vincere la scommessa con Mephisto, aveva
rinunciato anche a dormire la notte per studiare. Shura, di nascosto, le aveva dato una mano quando nessuno
era nei dintorni dell’ala speciale. Aveva il sospetto che il preside lo sapesse,
anche perché altrimenti non si spiegava come potesse aver saputo, anni prima,
che lei era entrata nel corridoio segreto.
Comunque le sembrava ingiusto, adesso,
che lui mettesse in dubbio il suo impegno.
“Rimangiati subito quello che hai
detto!
Rimangiatelo!” gli
intimò.
Mephisto rise
di gusto, divertito.
“Beh, in secoli di vita e inganni non ho mai, e intendo
dire proprio mai, perso una scommessa.
Non mi piace sentirmi vinto, sai? Cosa ci ho guadagnato in
tutto ciò, in fondo?” chiese guardandola con
occhi curiosi.
Le
faceva battere ancora forte il cuore quel suo sguardo di
sfida.
“Hai me, non ti basto?” rispose lei. Si sporse
sopra la scrivania e lo guardò dritto nelle pupille.
“Io ho fatto la mia parte, adesso sta a
te.
Sei disposto a darmi la vita eterna e a sopportarmi finché,
come si suol dire, morte non ci separi?” gli chiese.
Con un
sorriso a mezza bocca lui ricambiò la sfida.
“Sei disposta a stare con un demone per il resto della tua
esistenza?
Guarda, che è molto tempo, non vorrei che tu ti annoiassi” la avvertì.
Laura
si alzò e girò intorno al mobile, sedendosi a cavalcioni sulle gambe di Mephisto, che si stupì di tanta
iniziativa.
“Mai stata più sicura” confermò. Lo baciò, per
sottolineare che quello che aveva detto era vero.