Divided Bound Lives
3. SOMETHING’S WRONG
could stay awake just to hear you breathing
Watch you smile while you are sleeping
While you're far away and dreaming
I could spend my life in this sweet surrender
I could stay lost in this moment forever
Every moment spent with you is a moment I treasure
Aerosmith- Don’t want to miss a thing
Erano quasi le sei del mattino e i primi chiarori del mattino cominciavano a farsi vedere. Ron stava semi-seduto contro la spalliera del letto e accarezzava lentamente i capelli di Hermione che ricadevano scomposti sul suo maglione.
Non aveva dormito neanche un’ora, era rimasto a vegliare su di lei e a calmarla finché non era crollata accoccolandosi sul suo torace.
Il suo corpo caldo gli infondeva un senso di tranquillità e di benessere che non sentiva da tempo. Da troppo tempo. Da quasi dieci anni.
Sospirò pesantemente mentre continuava a guardarla addormentata sul suo petto,che si alzava e si riabbassava regolarmente.
Non poté fare a meno di sorridere amaramente data la posizione in cui si trovavano, così maledettamente uguale a una mattina di tanti anni prima.
*
Ron si divertiva a
giocare coi suoi boccoli non avendo nessuna intenzione
di rompere quel silenzio idilliaco. Sapeva che lei era sveglia e sentiva la sua
delicata mano muoversi in gesti leggeri sul suo petto nudo.
Ma c’era qualcosa quella mattina di
veramente sbagliato. Sbagliato rispetto alle altre mattine. Non c’era un
sorriso sulle labbra di Hermione,solo
un’espressione pensierosa.
“Dobbiamo
smetterla Ron, questa è l’ultima volta” disse con una voce
appena udibile
Lui si
raddrizzò un po’ aggiustando il corpo di Hermione sul suo e
baciandola sotto l’orecchio “L’hai detto anche l’ultima
volta” la baciò di nuovo su una guancia “E la volta
prima” vicino alla bocca “E quella prima ancora”
Hermione sospirò ma lo lasciò fare mentre tornava a
tormentarle il collo con le sue labbra di fuoco e chiuse gli occhi godendo a pieno
di quella sensazione. Gli circondò il collo con un braccio spingendo la
sua testa contro la sua pelle delicata incitandolo a
continuare.
“E tu eri d’accordo con me”
Ron mugolò
contro il suo collo “Lo so ma quando torno
dall’allenamento sono distrutto ed io…tu sei lì
e…”
“Dobbiamo
smetterla,questa storia sta diventando un
casino”
“Non sta
diventando un casino. Pensaci, torniamo a casa distrutti
sapendo di avere davanti a noi una serata di puro relax invece che doverci
vestire e trovarci ‘la serata’”
Hermione lo respinse e
si mise a cavalcioni su di lui, lasciando che il
lenzuolo scivolasse via dal suo corpo “Adesso devi
ascoltarmi!”
Ron la guardò
un po’ con un sorrisetto “Mi resta un
po’ difficile da questa posizione”
Lei cercò di
rimanere seria e di respingere un sorriso, ma si sciolse guardando quei grandi
occhi blu “Sto parlando seriamente!La nostra
è una storia di solo sesso, te ne rendi conto vero?”
Ron sgranò gli
occhi “Storia?”
Hermione lo
guardò arrossendo e si morse il labbro “Sì insomma…co-come vuoi
chiamarla…io…”
Ron si mise più
dritto stando ben attento a non farla cadere “No,no
aspetta un attimo…hai detto storia nel senso di…di
relazione?” Hermione lo guardò senza dir nulla “No,non
possiamo avere una relazione…Hermione,io non so cosa ti sia messa in
testa ma…”
“Cosa mi sono
messa in testa?! Ron,andiamo
a letto insieme da due mesi! Non ho la minima idea di come la voglia chiamare
tu,ma questa è una relazione!”
Ron la guardò
sconvolto cercando di respirare “Non dire cavolate! Tu sei la prima a dire che in una relazione non esiste solo il sesso e mi pare
che in questo caso esista solo quello eccome!”
“Se non mi vuoi
più basta che me lo dici chiaramente,Ron”
Gli occhi di Ron si
allargarono ulteriormente “Cosa?!Hermione non
puoi veramente pensare una cosa del genere!Siamo amici!”
“E allora
dimmelo tu dove diavolo è andata a finire la
nostra amicizia in questo momento! Forse è per terra coi
nostri vestiti!!”
Rimasero in silenzio a
guardarsi l’un l’altra come se si fossero
resi conto per la prima volta in due mesi di quello che stavano combinando.
Hermione
affondò il volto tra le mani e si appoggiò al petto di Ron
sospirando.
“Oddio,io…io lo sapevo che sarebbe successo. Fin dalla prima
volta, avrei dovuto capirlo che sarebbe stato il più grosso errore della
mia vita. Io…non lo so, Ron tu cosa vuoi fare?”
Sentì il petto
di Ron alzarsi e svuotarsi in un respiro profondo “Io non capisco perché non possiamo continuare a fare quello
che facciamo. Dove sta il problema?”
Hermione tirò
su la testa fissandolo negli occhi “Il problema Ron è che noi
andiamo a letto insieme ma non stiamo insieme, ma se
fossimo solo amici non faremmo neanche sesso. Le cose sono due: o facciamo un
passo avanti…”
Ron trattenne il
respiro
“…o ne facciamo uno indietro”
Ron si umettò il labbro pensieroso “U-un
passo indietro significa…”
“…significa
niente più sesso, né baci, né coccole, niente di
niente!”
Trasse un sospiro,
timoroso di chiedere ancora “E uno avanti?”
Hermione
abbassò lo sguardo e si torturò le mani in grembo
“Beh…una…una relazione a tutti gli
effetti”
Lui cercò di
sfuggire al suo sguardo e ingoiò un rospo amaro “Io non voglio
avere una relazione”
Hermione sentì
il petto stringersi in una morsa di metallo togliendole il respiro. Si morse il
labbro e lo guardò per un po’,scese da
lui e raccolse i vestiti dal pavimento incamminandosi verso la porta.
“Bene,hai fatto la tua scelta”
*
Ron smise di accarezzarle i capelli e si fermò a guardarla mentre dormiva un sonno senza sogni, tranquilla e rilassata. Le sfiorò appena il viso col dorso della mano e la ritrasse in fretta quando notò una foto sul comodino di lei e Carlos, quasi avesse paura potesse vederlo.
Si alzò lentamente facendo bene attenzione a non svegliarla e prese a raccogliere i fazzoletti di carta sparsi per terra. Rimise in ordine la stanza quanto poté e coprì Hermione con una coperta.
Sorrise tra sé rimanendo con la mente tra presente e passato “Mi manchi,sai?”
*
Hermione aprì gli occhi che il sole era già alto. Istintivamente cercò il corpo di Ron accanto a sé ma non trovò altro che uno spazio vuoto. Si sedette sul letto ancora un po’ confusa dal sonno e si guardò intorno ancora intontita.
Dopo che si fu vestita decise di scendere in cucina e le prese quasi un colpo quando vide la tavola completamente apparecchiata e piena di cibo.
Sentì dei passi veloci dietro di lei e un gridolino eccitato riempì la stanza “Sei stata tu,mamma? Hai cucinato tu?”
Hermione lo guardò ancora basita “N-no io…”
Ma David non la ascoltava già più, si era seduto a tavola e aveva cominciato a inghiottire qualunque cosa fosse commestibile.
Hermione si avvicinò alla tavola e notò un foglio di carta nel mezzo, tra il paniere e il latte. Lo prese curiosa e lo lesse.
Era obbligo fare una Weasley colazione della
domenica.
Grazie per l’ospitalità e per la pazienza.
Tuo, Ron
Hermione sorrise e incrociò lo sguardo con David che mangiava allegro un fetta di pane con la marmellata.
“E’ di papà?” chiese lui
“Sì, ti augura una buona Weasley colazione della domenica” rispose lei ridacchiando
David non si scompose “Oh,grazie! Era tanto che non ne facevo una, di solito non capito mai da papà la domenica”
Hermione si sedette e lo guardò incredula “Fate ancora le Weasley colazioni?”
David biascicò il suo pezzo di pane “Scetto!Shono uno Uisli nch’io”
La donna si passò una mano tra i capelli e lo guardò indecisa se parlare o meno. Solo quando lui la esortò con la testa decise di continuare.
“Volevo parlare di ieri sera”
Il ragazzino si dondolò un po’ agitato sulla sedia “Mh. Non sono sicuro se voglio sapere cosa mi vuoi dire”
Lei sembrò delusa “Come vuoi, ma credo di doverti delle spiegazioni”
David concentrò la sua attenzione sul burro da spalmare sulla sua nuova fetta di pane “Che c’è da spiegare? Sono stato un incidente, c’è poco da dire”
“Se credi di essere stato il frutto di una sveltina ti sbagli di grosso!” disse lei con tono autoritario
David alzò lo sguardo su di lei sgranando gli occhi, incredulo per aver sentito pronunciare una frase del genere dalla sua compostissima madre “Mamma!”
“Ora,non farmi la paternale solo perché ho usato un termine del genere che tra l’altro è antico come il mondo!Tuo padre mi ha detto che tu usi parole ben peggiori!”
Lui arrossì.
“Ad ogni modo, da spiegare c’è eccome. Hai fatto delle domande ed è giusto che tu abbia delle risposte”
Il ragazzino posò la sua fetta di pane e guardò dritto negli occhi la madre “Tu e papà siete mai stati insieme?”
Hermione scosse la testa “No”
“Però avete fatto…insomma,più di una volta?”
Hermione questa volta annuì
“Perché?” chiese allora confuso dall’assurdità della cosa
Lei si umettò il labbro e cercò di rispondere “E’ difficile da spiegare…forse è meglio che ti racconti tutto dall’inizio”
*
La campanella suonò risvegliando il ragazzino dal viso lentigginoso dal sonno quasi comatoso. Affiancò Phebe mentre usciva di classe e le sorrise con la sua solita aria allegra e sbarazzina.
“Com’era la lezione?”
Phebe ridacchiò tirandogli uno scappellotto “Dovresti smetterla di dormire in classe, sai che prima o poi non ti passerò i miei appunti,vero?”
David sorrise e scosse la testa camminando verso un uomo dai capelli rossi che aspettava silente alla fine del cortile. Phebe lo raggiunse guardandolo con un sorriso sognante. David corrucciò la fronte e lei allargò il sorriso.
“C’è tuo padre!”
“Oh, beh sì…è mercoledì, è normale che ci sia”
I due ragazzini salutarono Ron, che se ne stava fermo con un sorriso sulle labbra. La ragazzina bionda arrossì all’inverosimile e diventò quasi euforica quando Ron rispose al suo saluto.
“Posso venire con voi, Signor Weasley?”
Ron la guardò un po’ balbettando incerto “Beh…magari un’altra volta,eh?”
Phebe lo guardò un po’ delusa ma asserì salutando entrambi con la mano ed avviandosi verso casa. Ron e David rimasero fermi a guardarla fino a che il ragazzino sospirò.
“Ha proprio un bel culo!”
Ron si voltò verso di lui con gli occhi sgranati e la bocca aperta.
“Che c’è? E’ vero! Pensi che potrò fare come tu hai fatto con mamma?”
Lui aggrottò la fronte “Come?”
“Sì, mamma mi ha raccontato tutto” poi si fermò un attimo e indugiò sulla figura di Phebe ormai lontana “Però magari io come fidanzata la vorrei. Stare da soli è triste”
Ron lo fissava ora a bocca aperta e con il fiato mozzato in gola “La…la mamma ti ha raccontato tutto. Tutto nel senso di tutto? O ha…non so…tralasciato qualcosa?”
David ridacchiò un pochino coprendosi la bocca con le mani “Tutto tutto! Certo che siete stati proprio scemi, eh papà?” disse ridacchiando ancora un pochino, ma si fermò quando non ottenne risposta “Papà?”
L’uomo fissava il vuoto con uno sguardo duro “Andiamo a casa”
*
Hermione aveva appena finito di pranzare e si era accoccolata sul divano in compagnia dell’ultimo libro comprato. Non fece nemmeno in tempo ad arrivare alla seconda pagina che il campanello suonò, costringendola a interrompere la lettura.
Si alzò scocciata dirigendosi verso la porta e rimase basita quando l’aprì “Ron!”
Ron se ne stava lì con uno sguardo scuro, facendo cenno al figlio di entrare e di andare in camera sua. David fece come il padre aveva detto,fermandosi però a metà scale a spiare i suoi genitori.
Lei lo guardò confusa e preoccupata “E’ successo qualcosa? State bene?”
“Deciditi: o mi fai entrare o esci fuori!”
Spalancò la bocca “Prego?”
Ron rimase lì dov’era con quell’espressione furiosa sul volto “Non mi sembra difficile, devi solo decidere se fare un passo avanti o un passo indietro!!”
La donna si sentì mancare un battito e mandò furtiva uno sguardo verso il piano di sopra.
“Gli hai raccontato tutto! Gli hai detto cosa è successo senza consultarmi,senza che fossi presente! Non è una cosa che riguarda solo te!Come hai potuto?”
“Adesso calmati. Ho solo pensato che fosse giusto sapesse cos’era successo. Avrei voluto parlartene ma tu te n’eri già andato”
“Ah certo! Adesso è colpa mia che me ne sono andato!”
“Beh,non preoccuparti,sono abituata a svegliarmi da sola la mattina dopo!”
Il silenzio calò nella stanza ed entrambi respirarono pesantemente, cercando di regolarizzare i loro respiri dopo essersi urlati contro.
Ron tornò a parlare con voce calma ma delusa.
“Come hai potuto raccontargli che non ho voluto stare con te?”
Hermione lo guardò dritto negli occhi “Gli ho detto solo la verità, nient’altro”
“Non ho mai detto che non volevo stare con te!”
“Volevi starci?” chiese lei calma
“No,ma…”
“Beh,mi sembra che si intenda questo con passo indietro”
Ron si umettò il labbro e si passò una mano tra i capelli “Senti, tu non hai capito. Io…”
Hermione scosse la testa afflitta “Non c’è più bisogno di spiegazioni ora. Non servono più a niente”
Ron si appoggiò stancamente allo stipite della porta rimanendo a contemplarla in tutta la sua figura. Abbassò la testa e si morse un labbro lanciandogli uno sguardo di traverso. La vide starsene lì davanti a lui,con un’espressione amareggiata.
Alzò una mano verso di lei e la posò sul suo viso, lei non si ritrasse.
“Mi dispiace” riuscì solo a dirle
Hermione posò una mano su quella di Ron “Anche a me”
Il telefono squillò facendo sobbalzare entrambi. Ron ritrasse la mano e Hermione un po’ imbarazzata e si avviò verso l’apparecchio evitando accuratamente di guardare nella sua direzione.
“Pronto?...Carlos,c-ciao…no,no non disturbi stavo…stavo discutendo con Ron…no,non ce n’è bisogno,sto bene…co-cosa vuoi che stessimo facendo?Parlavamo…Carlos,per favore non cominciare…”
Hermione lanciò un’occhiata a Ron che sospirò pesantemente
“…senti,parliamo dopo…non è che non voglio parlare con te è…non è per Ron!...si,ti richiamo io…ciao amore”
Riattaccò il telefono senza però voltarsi verso Ron. Lo sentì sospirare di nuovo e poi la sua voce bassa ma allo stesso tempo così familiare e rassicurante.
“Perché stai con Carlos?”
Lei si voltò a guardarlo basita,rimanendo per un po’ con la bocca semi-aperta non sapendo bene cosa rispondere “Perché…ci troviamo bene insieme”
Lui alzò un sopracciglio “Ma non lo ami, non è vero?”
Hermione barcollò un po’ “Co-come?”
Ron fece qualche passo ritrovandosi davanti a lei. La vide alzare il viso per poterlo guardare negli occhi.
“Tu non lo ami”
“E tu come lo sai?”
“Te lo leggo negli occhi”
Hermione distolse lo sguardo e si allontanò da lui andando ad aprire la porta principale, e, quando lui la guardò confuso, gli fece cenno di uscire “Per favore, ho molto da fare. Puoi tenere David domani se vuoi”
Ron sembrò deluso e sconfitto ma non replicò oltre facendo quello che Hermione gli aveva chiesto. Si scambiarono uno sguardo prima di uscire.
“Vado a prenderlo a scuola”
Hermione annuì e chiuse la porta.
David dalla cima delle scale corrucciò la fronte rimanendo a guardare la madre appoggiata contro la porta. C’era qualcosa in tutta quella storia che non funzionava nel verso giusto. E lui era sicuro che sarebbe riuscito ad aggiustarlo.
*
Io non so cosa
dire…c’è qualcosa in questa ff che
non mi convince…ma non capisco cosa!!!! Sto
impazzendo! Molto probabile…
Ad ogni modo ragazzuoli, terzo capitolo up nonostante mi sia dovuta spremere per scrivere! Ultimamente ho un
po’ di problemi sentimentali/personali quindi sto abbastanza una m***a,
però cerco di fare quello che posso per non
farmi demoralizzare e non scrivere nulla! ^^ Spero mi capirete! Figuriamoci che
da quanto sto male non sono manco andata a scuola per questi due giorni (male
moralmente,eh).
Comunque, non voglio annoiarvi troppo parlando di me
^^” quindi passiamo ai ringraziamenti che è assai molto migliore very much!(e mi scuso se sono
ringraziamenti corti ma stasera non mi sento bene nemmeno fisicamente. Prometto
la prossima volta avrete i ringraziamenti soliti!)
GiulyWeasley, KarmyGranger, blacksmile, Carla91,
Daniel14, Simona, Pinkstone e zio Tobia (XDXD tranquilla nel sequel
devi aspettarti molto peggio), Ramona55 (altro
che una notte -______-“ ‘sti qui si son dati da
fare!!Fidati e vedrai!), robby, Mary cry, goldfish (XD sono felice che tu abbia capito gli stress
fin dove possono portare…), piccola_lenne, Silvia91, mem (XDXDXDXD
il cubano ballerino di flamenco…),
Killer (aaaah…tutto si spiegherà a
tempo debito), Candygirl6, Edvige86 (*zia
deding altra coccardina per
tutto quello che Edvige dice), Sijay, giuggy, Saty (quando ho letto la tua recensione mi sono
rotolata dal ridere XDXDXD), Fiamma90,
ninni88, emmaerupert,PazzaWendy,
Tek il legno,Gigia990
Ma non ho capito bene…per caso Carlos vi sta antipatico? XDXDXDXD
Baci, zia Funkia (sofferente)