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Autore: elfin emrys    06/05/2012    1 recensioni
Dal Capitolo 30
Prende la spada che un tempo fu della ragazza e la lucida. Mentre il corpo freddo viene sotterrato e la tomba viene ornata con candele e fiori, Garret conficca la spada nel terreno, come ricordo che lì, dentro quella terra, c'è qualcuno che riposa in eterno.
[Grazie a tutti quanti, perchè, nonostante da 300 lettori sia passata a 35, c'è sempre qualcuno che recensisce e c'è sempre qualcuno di nuovo che aggiunge questa storia fra le preferite/seguite/da ricordare]
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Guida ai capitoli:

Il titolo significa “Prevedere”.

Il nome Brandil ha il singnificato di “Uomo nobile”.

Celebrindal è un nome maschile e significa “Piè d'argento”.

 

CAPITOLO VENTIQUATTRO: SMER



Elanor si abbassa un attimo, evitando un colpo nemico, prima di passarre all'attacco, trafiggendo l'avversario sul fianco sinistro, all'altezza dell'ombelico. Estrae Excalibur, su cui scivola lentamente del sangue rosso e cupo. Lo guarda un attimo, prima di girarsi per sfuggire alla lama di un altro soldato. Il cuore di Elanor sembra fermo, come la prima volta in cui ha partecipato a un duello, fermo, lì, immobile; la testa le gira, gli occhi sembrano non mettere a fuoco ciò che la circonda. E' come la prima volta, ma contemporaneamente è diverso. Adesso riesce a muoversi, riesce a reagire e a difendersi. Un altro nemico le cade vicino, portando così insieme a sé il corpo di uno dei soldati che stanno a seguito di Elanor. E' un uomo. Quello si alza, veloce, pronto a un altro colpo. Tre o quattro metri dietro a lui, si può vedere Richard a terra, con la mano tesa con la spada a proteggersi. Ha una luce negli occhi diversa da quella solita: Elanor non ci aveva fatto caso la prima volta. Sembra un'altra persona, una persona più matura, più grande. Ma è solo un attimo, prima che riesca ad alzarsi e le sorrida, incontrando il suo sguardo. Dall'altra parte del campo c'è Garret. Uno. Due. Tre. Quattro, sono quattro i morti intorno a lui, quattro e in crescita. Arianna invece continua a camminare per il campo col gemello, respingendo e sconfiggendo i nemici a colpi di spada e incantesimi. Magor sta in mezzo alla battaglia, lui, il più alto, quello che, sopra tutte le altre teste, Elanor riesce a vedere bene, anche se di spalle. In qualche maniera, la ragazza è sollevata: non vuole vedere l'espressione che Magor ha in viso. Perchè lui è buono, ma l'aveva visto: in battaglia si trasforma totalmente. Niniel le sta dietro, di circa una decina di metri. Non la vede, non la sente, silenziosa, veloce. L'unico segno della sua presenza sono i gemiti che si sentono sopra ogni altro. Elanor si gira, bloccando l'attacco di un nemico e colpendolo vicino al collo. Inciampa, cade. Nelle narici le entra il fumo, la polvere, l'odore di sangue e di ferro. Guarda i propri piedi, che ora sono sopra il corpo di un soldato. Lo guarda in viso. E' il ragazzo. Quello dello zaino. Non può sbagliarsi, sì è lui. Però ha un grosso graffio ad attraversargli il viso e gli occhi che si muovono disperati. Elanor sembra risvegliarsi un attimo: è vivo! E' ferito, ma è vivo! La Regina si inginocchia di fronte al suo soldato, sondando il busto e le gambe alla ricerca di qualche ferita mortale. Chiude un attimo gli occhi: è stato trafitto troppe volte per poter sopravvivere, ma c'è ancora una speranza. Non può caricarselo in spalla perchè è troppo pesante, ma...

-Tu sei... Brandil, vero? Ho sentito che un tuo compagno ti chiamava così. Hai un bel nome: Garret mi ha detto cosa significa.

La ragazza si gira improvvisamente, colpendo nello stomaco un soldato nemico.

-Resta qui.

La bionda si allontana, correndo, cercando Garret tra i tanti elmi. I capelli le vanno negli occhi mentre la polvere si alza pesante nell'aria. Ecco, salta un nemico a terra, ne fa cadere un altro, spinge uno di loro, colpisce quello che le sta affianco, corre, corre ancora, vede dei capelli rossi, li segue.

-Garr...

Lo guarda. In viso non ha la minima espressione, sembra una specie di giocattolo della morte. I suoi abiti si gonfiano e si spostano ai movimenti veloci e precisi del ragazzo. La mano scende sull'elsa della spada, afferrandola più forte e caricandola. Quell'immagine le trapassa la mente e in un attimo sembra cogliere dei dettagli che fino ad allora aveva ignorato. Sa che hanno vinto, solo guardando Garret lo sa: la vittoria è crudele, lo capisce solo adesso. Lui posa i suoi occhi (sono rossi, sono rossi!) in quelli della ragazza (ecco, ritornano verdi). Elanor si riscuote.

-Garret! Vieni, ti prego!

-Elanor...?

La Regina si fa largo fra i nemici, colpendone qualcuno, prima di arrivare dal rosso e, prendendolo per un braccio, portarlo verso il soldato che aveva visto. Un attimo, ma dov'è? Elanor non ci aveva pensato che, probabilmente, non l'avrebbe ritrovato. Si guarda intorno, per terra, non lo vede, Garret trafigge uno alla sua destra, uno schizzo di sangue gli arriva il viso mentre la ragazza continua a cercare, a cercare. Vanno avanti, camminando più lentamente.

-Cosa devo fare, Elanor?

Garret non riceve risposta. Si sente nuovamente prendere per il braccio e trasportato più avanti. Inciampa un attimo in un corpo morto a terra: è uno dei loro. Elanor va avanti, spedita, prima di rifermarsi e guardarsi intorno.

-Brandil! Brandil!

Con la voce cerca di sorpassare il rumore delle spade, i gemiti, i respiri affrettati, le urla, i boati che riempiono l'aria. Ovviamente, nessuno risponde. La ragazza si guarda dietro, poi guarda avanti. Improvvisamente si sente buttare a terra. Guarda in alto. Un nemico la sta per colpire. Ha gli occhi sbarrati, sente quasi la lama attraversarle la schiena anche se non è successo ancora, non vuole morire, non vuole morire così. Ma ecco che vede un'altra lama spuntare dal collo del soldato, che cade di lato con gli occhi sbarrati e un'espressione sorpresa in viso. Dietro compare Garret che la aiuta ad alzarsi e riprende la spada.

-Cosa vuoi fare, Elanor?

-Non c'è tempo per parlare: devi salvare una persona.

-In mezzo a tutta questa gente: impossibile.

-E se te lo ordinassi?

Il ragazzo la guarda un attimo negli occhi, valutando l'ipotesi. Poi si incammina.

-Ovviamente, ubbidirei.

Elanor sorride un attimo. Non gliel'avrebbe mai comandato, ma se quella è la reazione, significa che Garret si fida di lei: sa perfettamente se fare una cosa o no e sa se ne vale la pena, al contrario suo. Quindi adesso è lei a seguire lui, prima di sorpassarlo nuovamente. Vedono Magor poco lontano che si china a prendere velocemente l'ascia del nemico e bloccare un colpo di spada, prima di colpire il busto dell'avversario con la stessa arma. Elanor storce il naso, distogliendo lo sguardo e correre verso un punto del campo. Garret la segue. La ragazza non vede Brandil. Va a sinistra. Non c'è.

-Elanor, fatti guidare dall'istinto. Dov'è?

La Regina chiude un attimo gli occhi, mentre la sua mente automaticamente le dice di andare ancora più a sinistra. Sente un forte spostamento d'aria e, alzando le palpebre, vede Garret che ha colpito un soldato dell'esercito opposto.

-Di là.

Lei si incammina fermandosi ogni tanto per cifendersi da un attacco, seguita dal rosso, ma, quando arrivano al punto in cui deve esserci Brandil, lui non c'è. La ragazza si sente male: non lo trova, non lo trova. Ma vuole salvarlo, davvero, prima che sia troppo tardi. La Regina ricomincia nuovamente a camminare, andando alla propria destra, chiamando Garret a sé. Lo cerca fra i corpi a terra, ma non vede il viso del ragazzo che sta cercando. Si ferma.

-Brandil!

Nessuno. Ricomincia a camminare.

-Brandil!

Ancora nessuno. Va alla propria sinistra.

-Brand...

Eccolo lì, lo vede. Il suo viso si illumina, riesce a trovare la forza di sorridere-anche se in mezzo a un campo di carne e sangue-e si inginocchia vicino al ragazzo ritrovato.

-Garret, presto, vieni!

-Eccomi!

Il rosso arriva, guarando criticamente le ferite che devastano il corpo del ferito.

-Non voglio dare false speranze... ma forse posso fare qualcosa. Solo mi serve che nessuno mi attacchi per un po'.

Posa la spada a terra, che viene subito presa da Elanor.

-Ci penso io.

-Sicura?

-Ce la posso fare.

Garret annuisce, mentre posa le mani sui tagli. La Regina si alza, con due spade in mano, Excalibur nella destra. Sente il rosso sussurrare qualcosa, ma la sua voce viene coperta da un urlo. Elanor uccide un nemico con la lama a sinistra: anche se non è molto pratica con quella mano, cerca di dare del suo meglio. Ne colpisce un altro. Dopo pochi secondi, si gira trafiggendone uno che le stava arrivando da dietro. Ecco che ne ferisce un altro, che cade a terra. Un altro e un altro ancora. Sente ancora Garret sussurrare. Infilza Excalibur nella pancia di uno, prima di trapassare con la stessa arma un altro che li stava per assalire. Elanor si gira ancora, ammazzandone un altro. Vede Richard a un metro di distanza.

-Richard, vieni, aiutaci!

Lui li vede, annuisce e corre verso di loro, parandosi dietro alla sua regina.

-Vedo che Garret ha deciso di fare la cosa giusta nel momento sbagliato. Non lo potevi fare dopo, eh?

-L'ho pregato io di farlo, ma sì, hai ragione, non è...

Ne uccide un altro, l'ennesimo.

-...dicevo, non è il momento più opportuno.

Confusione. Tutto intorno a loro, c'è solo questo, caos. Improvvisamente, tutto sembra fermarsi, mentre un grido oltrepassa il rumore assordante delle armi. Sembra che i nemici si ritirino.

-Ma cosa...?

-Stanno scappando!

Elanor si guarda intorno, come per dire: “Cosa devo fare?”. Poi, abbassa lo sguardo, vede dei suoi soldati con armi da fuoco.

-Voi sette e voi altri cinque e Alessandro: sparate!

Si girano tutti quasi contemporaneamente a sentire la voce della ragazza, imbracciando i fucili e mirando. Da lontano, Elanor vede prima uno, poi due, poi sette, poi venti e sempre più avversari cadere tra la sabbia, muti per sempre. C'è un attimo di silenzio, interrotto solo dalla voce bassa di Garret. La Regina guarda tutti i sopravvissuti.

-Magor, tu, tu, tu, tu... e anche tu. Contate i morti distinguendoli fra alleati o nemici da questa parte. Voi altri cinque più Niniel vedete questa parte in mezzo. Richard, tu e questi altri quest'altra parte. Mi raccomando. Man mano che li contate scrivete quanti sono su un foglio. E...

La Regina indica con l'indice tre gruppi da dieci persone ciascuno.

-...e voi trasportateli tutti in un punto in fila. Chi sa fare qualche incantesimo utile per scavare.

Una quarantina di persone alzò la mano.

-Voi farete le buche per la tomba. Garret, tu rimani qui a curare Brandil. Anche tu Firion... dove sei? Ah, eccoti. Anche tu rimani qui ad aiutare Garret. Se trovate qualcuno vivo, portatelo da loro. Alessandro, Arianna e io insieme a... chi è rimasto? Ecco, voi, cercheremo se in questo accampamento nemico c'è qualche altro soldato oppure se ci sono oggetti utili, acqua, cibo, munizioni o mappe che siano. Forza, veloci! Quando torno voglio sapere quanti sono deceduti o sono feriti e voglio da voi otto un rapporto completo di cosa c'è intorno a questo accampamento. Domande?

Per risposta, tutti si attrezzano per eseguire gli ordini. Elanor si guarda intorno. Sorride. Beh, forse riuscirà davvero in fondo a guidare tutte quelle persone.

 

-Ditemi.

Davanti alla Regina ci sono Garret, Niniel, Alessandro e un soldato che non conosce. Tutti hanno dei fogli in mano. L'unica ragazza fra i quattro avanza.

-I morti nemici ammontano a 238, i nostri deceduti sono 112, siamo rimasti in 141. Attualmente abbiamo sotterrato più di due terzi dei cadaveri: stiamo per finire.

-Grazie. Garret.

-Nessun ferito nemico ancora vivo, sei feriti tra i nostri incluso Brandil. Quest'ultimo è ferito più gravemente degli altri, tuttavia con qualche giorno di riposo e qualche cura ancora ce la dovrebbe fare. Due degli altri stanno già bene e si sono adoperati per aiutare Niniel e gli altri. Tre sono privi di sensi.

-Bene. Alessandro?

-Abbiamo trovato numerose riserve d'acqua. In tutto sono 80 litri circa ancora bevibili. Abbiamo anche trovato numerose munizioni di cui tuttavia solo 120 sono utlizzabili. Abbiamo inoltre trovato delle mappe che ci potrebbero essere alquanto utili. In quanto al cibo, abbiamo trovato molta frutta, abbastanza per soddisfare la fame attuale dell'esercito restante.

-Dati più precisi?

-Impossibili da dare, mi dispiace.

-Va bene, vai avanti...

-Sono Celebrindal, signora.

-Ditemi.

-C'è un'oasi a cinque km da qui, direzione sud-est. Non abbiamo incontrato nemici, turisti o beduini. Nient'altro.

-Grazie a tutti. Potete andare.

I quattro le fanno un inchino, prima di allontanarsi. Elanor si passa una mano fra i capelli, che le erano andati sugli occhi. Li guarda un attimo, accarezzandoli un po' e districandoli. Sbadiglia: la stanchezza la sta prendendo piano. Ma non si può permettere di dormire. Decide che quel giorno sarebbero rimasti lì per ristorarsi.

-Adesso mi alzo.

Rimane seduta. E' stanca, i muscoli delle gambe e delle braccia le fanno male, sente lo stomaco sottosopra, ha tantissima sete e davanti agli occhi le passano le immagini della battaglia. Alza lo sguardo. Vede Magor correrle incontro, affannato.

-Magor, cosa c'è?

-Sappiamo dove è situato l'accampamento in cui viene nascosto Towenaar!

 

Elanor si lascia cadere a terra su un telo stravolta. L'allenamento di quel giorno era stato particolarmente estenuante per lei quanto lo era stato per i suoi istruttori. In genere ci sono Garret e Magor, ma quella volta, al posto del rosso, c'era stato Richard. Sente ancora i propri muscoli pulsare dal dolore. Si stiracchia, allargando le braccia sul suolo: non vuole altro che dormire per lungo tempo. Anche Richard sembra della stessa opinione. Elanor si gira lentamente su un fianco, guardando da lontano la tenda sotto la quale Garret e Arianna stanno cercando di aprire un varco per arrivare nel luogo dove è nascosto Towenaar il più velocemente possibile. Quando Magor era venuto da lei a darle la notizia, la bionda si era subito alzata ed era andata a vedere la posizione dell'accampamento, che si rivelò essere chilometri a sud del Rift Valley. Fino a quel momento, erano andati troppo lenti, anche se nella direzione giusta. Era stata una scoperta scoraggiante oltre ogni limite: nessuno se l'aspettava così lontano. Invece è così e non ci possono fare niente. Era stata una fortuna trovare anche una mappa con segnati dei portali. Il problema, in quell'istante però, è aprirne uno abbastanza grande per far passare l'esercito restante e richiuderlo. Garret e Arianna stanno facendo proprio questo: cercare, forse invano, uno strappo nella spessa tela di difesa che Mordred aveva teso in tutto il mondo.

-Ce la faranno, secondo voi?

Richard mugugna qualcosa che somiglia molto a un “Sicuramente”, mentre Magor scuote le spalle, non sapendo come rispondere. Elanor sospira. In realtà si sente un po' in colpa. I suoi amici stanno faticando ancora, mentre lei si sta riposando. Tre ore erano passate da quando si erano chiusi in quella tenda.

-Ciao Ale.

La ragazza apre gli occhi, vedendo il moro in piedi di fronte a sé.

-Ce l'hanno fatta. Ho detto a tutti di sistemare: andiamo.

I tre si alzano velocemente, sistemando gli attrezzi e seguendo il compagno. Un quarto d'ora dopo sono in cammino e, passati dieci minuti, eccoli di fronte a una specie di enorme porta azzurra che brilla di sfumature dorate. Elanor è la prima a entrarci con Niniel, e Magor, metà dell'esercito sopravvissuta, poi Richard e Alessandro, poi il resto, seguito da Garret e Arianna. Una volta passati, il paesaggio è mutato radicalmente. Sotto i loro piedi non c'è più sabbia bollente, ma pietra e un leggerissimo vento freddo scompiglia loro i capelli e colpisce il viso. Sono nel posto giusto, finalmente. E' sera e il cielo è trafitto da sprazzi di luce di stelle. Non si fermano, non serve neanche il comando di camminare: tutti si muovono all'unisono, quasi fossero una stessa creatura. Ed è così fino all'alba, passa la giornata, fino quasi a mezzogiorno. Non fa caldo come nel pieno deserto, potrebbero continuare, ma...

-Elanor? Che c'è?

-N...nien... te...

-Se non ti senti bene ci fermiamo.

-No... andi... amo... avan... ti...

La Regina è pallida. Lo stomaco le fa male per aver ricevuto troppo cibo tutto in una volta. Il corpo è dolente per lo sforzo fisico, la mente è provata dal nuovo mondo di morte e sangue in cui sta cominciando a vivere e proprio non ce la fa a camminare ancora. Ma non si può fermare: nessuno dei suoi compagni lo sta facendo, non può farlo lei, che deve essere la più forte di tutti. Non può farlo, non può farlo, non può proprio, non se lo potrebbe perdonare, non lo permetterà.

-Garret! Vieni un attimo!

-No...!

Elanor si gira verso Niniel, con gli occhi sbarrati. L'ha chiamato, non ci può credere. Non vuole farsi vedere in questo stato. Il ragazzo corre verso di loro, vedendo la bionda piegata in due.

-Ely...

-Non... ho... niente.

-Sì, certo: ti aspetti per caso che ci creda? Forza, tra una ventina di minuti ci fermiamo. Siamo tutti molto stanchi, non vogliamo mica morire qui: siamo sopravvissuti al deserto, cavolo!

La ragazza prova a ridere, ma le esce dalle labbra solo un verso roco e indistinguibile.

-Basta che tu mi dica di fermare tutti e io lo farò. Elanor, se non me lo dici tu, lo farò da solo.

-Mh... No...

-Invece sì. Fermi tutti! Accampiamoci qui fino a sera!

E a quel punto Elanor fu libera di vomitare nuovamente tutto quello che aveva mangiato.

 

La Regina viene svegliata da delle urla e dal clangore delle spade. Non capisce subito cosa sta succedendo, ma quando si alza, inconsciamente, ha già la mano su Excalibur. Apre bene gli occhi e si guarda intorno. E' sera. Davanti a lei, a qualche metro di distanza, sta per iniziare una battaglia, la terza.

-...E nessuno mi ha svegliato!

La ragazza corre verso la folla di gente sparpagliata a colpire a caso dei nemici, le gambe sembrano cigolarle, ma stanno meglio che quella mattina. La prima cosa che Elanor nota è che i corpi a terra sono pochissimi. La seconda cosa che nota è che i nemici anche non sono molti. Avrebbero vinto di sicuro e, probabilmente, senza neanche troppe vittime. La Regina, allora, trapassa un paio di armature nemiche, mentre gli uomini che ci sono dentro gemono un attimo di dolore, aprendo leggermente la bocca, sputando sangue e un'ultima ingiuria. Lei si muove ormai elegantemente tra i soldati, come una fata si muove fra gli alberi o sull'acqua, i suoi piedi accarezzano il terreno non più anch'esso ostile come nel deserto, ma un terreno stabile e che le dona sicurezza. La sua mente si scollega velocemente, mentre massacra un altro avversario, e poi un altro ancora. E le vittime salgono a cinque in pochi secondi. Para il colpo di un altro particolarmente resistente, cercando di attaccarlo a sua volta, ma lui evita l'affondo, preparandosi a trapassarle la gola, ma lei con uno scatto improvviso e inaspettato gli ferisce le gambe, lo fa cadere, poi gli fa un taglio sulla gola, per farlo morire subito. Ancora intorno a lei è tutto sfocato e confuso, terribilmente senza senso. Ma neanche lei ormai riesce a cogliere questa cosa, diventata quasi un piccolo particolare. Non si lotta per vivere, ma per sopravvivere e questo, orribile a dirsi, anche Elanor l'ha accettato. Non c'è via di scampo, o ti adegui, o muori e se non vuoi morire, devi sconfiggere gli altri, devi vincere: un passo falso e ti puoi considerare un perdente e, di conseguenza, un cadavere. C'è poca luce e quel poco che si vede è grazie alla luna, che sembra splendere sempre di più man mano che la notte avanza. E quando ormai sono le due di notte, la battaglia si ferma. Nessun morto da parte loro, una ventina di feriti, di cui cinque abbastanza gravi. Alcuna perdita, grazie a Dio. Elanor si avvicina ad Alessandro, che le dà le spalle. Si toglie i capelli da davanti al viso, scocciata. Li guarda. Con la stessa rapidità con la quale effettua fendenti in battaglia li taglia di netto. Li aveva già tagliati mentre stavano nel deserto, fino alle spalle, subito dopo il suo primo duello, ma erano comunque troppo lunghi. Ed ecco, un altro taglio, capelli corti, quasi maschili. Se li tira indietro. Non le vanno avanti. Bene. Picchietta sulla spalla di Alessandro, chiamandolo, ma quello non risponde.

-Alessandro?

-Se il Mago del Tempo vuoi trovare,

per molto devi ancor camminare.

-...Cosa?

-Se di questo messaggio sentirai la voce,

vai nel luogo dove il sol non cuoce:

una rima stupida potrebbe sembrar,

ma questa è la chiave per cercar.

-Ma che stai dicendo? Garret!

-Una roccaforte di pietra scopriremo,

sconfiggere le guardie di difesa dovremo.

-Aspetta: Arianna sta avendo una visione!

Una... visione...?

-Se l'alchimista vogliamo salvare

allor nella sala più in basso dovremo andare.

Là due persone dovranno entrare

per Towenaar fuori portare.

Trenta chilometri, questa è la misura,

questa frase della visione è la chiusura.

-Trenta chilometri?

-Trenta come le volte che ha provato a fuggir

trenta le magie lanciate per maledir

i soldati della fazione nera opposta

che lo tengon lì per trovar risposta:

il prigioniero bisogna curare

perchè dal dolore potrebbe spirare.

-Dolore? Alessandro!

E il ragazzo svenne.

 

 

Piccione viaggiatore dell'autrice:

Non ho molto tempo. Devo dire che questo capitolo è stato parecchio difficile poichè, lo ammetto, l'ho scritto tutto oggi XD Infatti bisogna notare le rime della visione fatte molto alla cavolo XD Il fatto è che ieri sono tornata a casa e ho pensato "Ah, adesso posso dormire" e ho fatto tutte altre cose, poi stamattina mi sono svegliata con la stessa idea quando ho avuto un flash "MA LA NUOVA REGINA???". Oddio, non avevo neanche scritto il titolo! E' da stamattina che sto cercando di fare un capitolo decente (speranza vana). Quindi, mi dispiace se è poco curato o se ci sono errori e ripetizioni: non ho fatto in tempo a rileggerlo.

Non ho neanche il tempo di mettervi il nuovo spoiler XD In ogni caso, sappiate che ci sarà un pezzo che farà gioire coloro che vogliono che Richard e Arianna si mettano insieme ;)

Kiss

   
 
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