Capitolo IV
Weekend-mai così strano
I giorni
passavano sempre molto simili; si andava all’università, si faceva
finta di seguire le lezioni, a volte si faceva anche innervosire i professori,
tanto che una volta il professore Shanks lanciò
il microfono in testa a Rufy; si usciva insieme agli amici,
si faceva baccano per le strane, a volte si organizzavano picnic e pranzi, ma i
weekend Robin li aveva sempre passati da sola, il Sabato in biblioteca, e la
Domenica, visto che era chiusa, prendeva un paio di libri da leggere a casa,
che poi restituiva il Lunedì.
Le cose
andarono così fino all’arrivo della primavera, quando le giornate
divennero più lunghe e molto più soleggiate, perfette per uscire
più spesso con gli amici.
La settimana
scolastica era finita ed era arrivato il Sabato, e come sempre Robin
s’era svegliata presto per andare in biblioteca e passare lì
l’intera giornata.
-Salve-
salutò Robin la bibliotecaria, che ormai in quei pochi mesi la conosceva
benissimo
-Ciao Robin- rincambiò lei –oggi su cosa punterai?-
-beh, pensavo
al fantasy per oggi, qualcosa di leggero-
-ma è
Sabato, possibile che non abbia niente di meglio da fare, in una giornata
così bella, che chiuderti qui a leggere?- chiese la bibliotecaria un
po’ preoccupata per la ragazza, che passava più tempo sui libri
che fuori
-beh, a dire la
verità degli amici ce li ho, ma nei weekend scompaiono, e poi io
preferisco leggere- rispose sorridendo per tranquillizzare la donna,
così prese un paio di libri fantasy dallo scaffale e andò ad un
tavolino libero a leggerli.
Durante la
lettura del secondo libro fantasy che aveva preso, sentì vibrare il
cellulare, cosa che la turbò profondamente, un po’ perché
era completamente assorta nella lettura, un po’ perché non era
più abituata ad essere cercata sul cellulare; un tempo passava intere giornata
a mandare messaggi e a fare telefonate col suo ragazzo, ma da quando era tutto
finito il cellulare per lei era diventato solo un soprammobile, che si portava
dietro solo nel caso i suoi le avessero dovuto dire qualcosa.
Aprì il
messaggio e con suo grande stupore era un messaggio di Rufy
che diceva:
-Ciao Robin,
come va?? Lo so che non ti ho mai cercata nessuno di questi weekend e mi faccio
schifo da solo. Ma so che a te piace molto andare in biblioteca e non volevo
disturbarti, però questo Sabato è diverso. Mi hanno abbandonato
tutti ç.ç sono solo come un cane!! Non
mi piace stare solo, ti va se ci vediamo?? :D ti prego dimmi di si, voglio
stare un po’ con te oggi! :D-
Il messaggio in
se e per se non mise Robin troppo a disagio, in fondo qualche volta
l’avevano anche invitata ad uscire con loro nei weekend, ma si era sempre
rifiutata dicendo che voleva andare in biblioteca, e allora avevano smesso di
chiederglielo, in fondo era stata anche colpa sua di questo isolamento; ma la
richiesta che ora le stava facendo Rufy l’aveva
completamente spiazzata, rimase a guarda il display del cellulare per qualche
minuto, continuando a rileggere quelle poche parole, pensando che forse con una
lettura più attenta avrebbe trovato qualche significato intrinseco che
le era sfuggito. Ma non c’era, voleva solo dire quello che voleva dire,
niente di più niente di meno. Anche se la frase finale era quella che la
fece seriamente riflettere: “voglio stare un po’ con te
oggi”. In che senso!? Non aveva senso semplicemente! Alla fine era Rufy, aveva imparato a conoscerlo, l’80% di quello
che diceva lo faceva senza neanche pensarci, quasi mai niente di quello che
diceva aveva un senso, o un fine, uno scopo.
Così si
decide a rispondergli:
-va bene :)
dimmi dove e quando- e lo inviò
Dopo solo pochi
minuti arrivò la risposta
-stai dove sei,
tanto lo sei che sei in biblioteca, sto arrivando!- fu la risposta di lui
La conosceva
veramente bene, anche se non era da tanto che si frequentavano e soprattutto
che Robin non era un tipo espansivo, e non parlava mai di se.
-ok- le rispose
lei
L’idea
che Rufy stava per arrivare lì da un momento
all’altro l’aveva resa felicissima, e non riusciva a capacitarsi
ancora del perché, in fondo era solo un amico come un altro, non era
possibile che così presto era riuscita a dimenticare il suo vecchio amore…non lo credeva davvero possibile…
Passò
mezz’ora dallo scambio di messaggi e finalmente Rufy
arrivò alla biblioteca. Robin lo stava aspettando vicino
all’entrata, leggendo l’ultimo della serie di libri fantasy che
aveva preso in prestito.
-Ciao Robin!!-
la salutò appena la vide
-ciao-
ricambiò timidamente lei. Non sapeva più come comportarsi con una
ragazzo al di fuori di un ambiente scolastico. Ormai era troppo tempo che non
le capitava una situazione del genere.
-che cosa vuoi
fare? Andiamo da qualche parte o preferisci rimanere qui a leggere ancora? Sta
tranquilla, a me basta stare in tua compagnia, ti guarderò leggere se
vorrai- disse lui con la più totale normalità, una cosa che era
tutto fuorché normale
Lei rimase un
secondo a pensare e poi gli rispose
-no, andiamo
dove più ti piace, per oggi ho letto abbastanza- e gli sorrise
-evvai!! Devo ammettere che a stare qui mi sarei
annoiato!- e gli fece la linguaccia.
Robin
posò i libri che aveva preso in prestito e uscì con Rufy dalla biblioteca.
Ovviamente lui
le prese la mano e cominciò a fare ipotesi sul posto dove poter andare.
Alla fine optò per un parco che c’era lì vicino,
però prima voleva qualcosa da mangiare
-possiamo
andare in quella pizzeria lì vicino, così ci prendiamo qualcosa
se ti va- propose Robin visto l’impellente bisogno di cibo
dell’amico
-ma certo!! Che
bello…grazie Robin, sei un mito!!- disse questo
tra salti di gioia e poi le diede un bacio sulla guancia come ringraziamento,
cosa che la fece arrossire vistosamente. Già si tenevano per mano come
fossero una coppia, poi pure questo...arrossì infatti tanto che se ne
accorse addirittura Rufy
-perché
sei tutta rossa?- le chiese ingenuamente
-n-n-n-niente, tranquillo, andiamo…-
rispose lei frettolosamente, per evitare di far sorgere troppi sospetti.
Arrivarono al
parco, dopo aver preso due tranci di pizza, e si sedettero sul prato a
mangiare.
Rufy finì la sua pizza alla
velocità della luce, e guardava quella di Robin come se fosse un cucciolo
affamato
-ehm…la vuoi?- ormai Robin aveva capito che lo
stomaco di Rufy non aveva limiti, e quel misero
trancio di pizza non gli sarebbe mai bastato
-me la daresti
davvero??- chiese lui con gli occhi che ormai sembravano sbrilluccicare.
E senza preavviso si avvicinò a lei, le prese la mano che teneva il
trancio e gli diede un morso. Poi Rufy alzò lo
sguardo per sorriderle, e le loro facce erano spaventosamente vicine, tanto che
la cosa fece arrossire nuovamente Robin.
Rufy però questa volta non se ne accorse,
era troppo intento a gustarsi la pizza di Robin, continuando a mangiarla dalle
sue mani, cosa che costrinse Robin a guardare da un’altra parte per non
arrossire troppo.
Finalmente Rufy finì di mangiare la pizza e Robin poté
tornare alla normalità.
-aaaah!! Sono proprio contento di essere uscito
con te, sai Robin?- disse tutto ad un tratto Rufy,
assumendo una posizione molto comica, sdraiandosi a terra e sbattendo un mano
sulla pancia, segno che era pieno
-ah si? Come
mai?- chiese sorridendo Robin, felice di essere stata capace di avergli fatto
compagnia senza farlo annoiare
-perché
tu mi piaci Robin…-
Queste parole
spiazzarono completamente Robin, che non seppe rispondere. Ormai questo ragazzo
che conosceva davvero da poco, non faceva che lasciarla senza parole
-…si ecco…so
che ti sembrerà stupido, neanche io so come è successo…ma
ecco…quando ti ho vista la prima volta mi hai
lasciato senza fiato…trovo che tu sia
bellissima, e che, dopo averti conosciuta, posso dire che tu sei veramente fantastica…-
Robin
continuava a guardalo con gli occhi sgranati, così lui continuò
-…penso di non aver mai provato niente di simile
per nessuno!- concluse lui, e le prese la mano.
Robin era
spaventata! Ma perché essere spaventati?! Era una cosa meravigliosa
quella che le aveva appena detto! Eppure lei era spaventata.
Si alzò
di scatto lasciando la mano di lui, lo guardò ancora scioccata, e
scappò. Letteralmente si mise a correre in direzione di casa.
Perché? Perché fare una stupidaggine del genere?! Perché a
lui, lasciarlo lì da solo al parco, dopo che aveva trovato il coraggio
di dichiararsi! Che crudeltà! Aveva fatto una cosa orribile, non avrebbe
più trovato il coraggio di guardarlo in faccia!
Dal canto suo Rufy ci rimase male, non pensava avrebbe potuto mai reagire
così, in fondo non s’era mai dichiarato a nessuna, ma non avrebbe
mai pensato a QUESTA reazione!
Così
rimase lì seduto al parco, a fissare un uccellino che si era appena
posato su un ramo, e stava flirtando con un’altra uccellina,
ma a lui era andata meglio che al moro, l’uccellina
infatti si era avvicinata subito all’uccellino ed ora stavano
cinguettando insieme.
-perché
non è andata così anche a me?!- disse tra se e se Rufy, mettendosi la testa tra le mani, assumendo
l’espressione più triste che gli fosse mai capitato di fare nella
sua vita.
SCUSATEEEEE!!! Non potrò mai farmi perdonare per tutta quest’attesa…ma il mio amatissimo computer aveva deciso di morire…e solo ora è resuscitato ç.ç mi dispiace!! T_T
Appena mi è stato ridato mi sono messa all’opera ed ecco a voi un altro capitolo :D
Spero vi sia piaciuto, e ringrazio di cuore tutte voi che mi state seguendo *_* vi adoro!! :D
Alla prossima!! E stavolta sarà presto! :D
NicoRobin92