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Autore: N i s h e    10/05/2012    1 recensioni
Alice e Giulia crescono insieme. Sopravvivono ai tentacoli dell'adolescenza, che le vorrebbe cupe e arrabbiate col mondo, ma loro due sono delle principesse, disilluse al punto giusto ma sempre alla ricerca dei 'per sempre nel mai' e ci riescono pure.
E' quando si cresce, il problema. Quando si inizia dolorosamente a ragionare sul serio e la vita ti costringe a camminare da sola, perché quello è l'unico modo per farlo.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Riportami indietro, ancora.

Settembre, prima pioggia della stagione.
Il Molo, sullo sfondo lontano e nuvoloso.

- No, fammi finire. Fammi spiegare, perché sono stufa di rifarmi all'infinito questo discorso da sola, nella mia mente. Sono stanca, credimi.
Ti guardo, sei sull'orlo delle lacrime ma ti trattieni, deglutisci e cerchi di guardarmi negli occhi. Ci siamo riparate dalla prima pioggia di Settembre che cadeva oltre il piccolo riparo, dimenticandola quasi, avevi le braccia incrociate al petto e ti muovevi appena.
- Non voglio pretendere nulla né rinfacciare nulla, perché sei ancora la persona più importante della mia vita e non voglio scuse né niente in cambio, dalle persone che amo.
Non voglio stare qui a ripeterti quanto ti ho aspettata, quanto ho pianto, quanto mi hai delusa, perché lo stesso ho fatto io con te.
Voglio solamente spiegarti, dare la colpa al tempo, alla lontananza, alle persone che ci hanno camminato accanto in questi anni. Persone che non eravamo noi, persone...che se ne sono andate o che sono rimaste insistentemente, lasciandoci sempre più cambiate e sempre più piene di loro; lasciando sempre meno di noi due, l'una sulla pelle dell'altra.
Ci sono stati momenti in cui avrei voluto averti accanto, quando tu invece decidevi di restartene sola, lontana da me e in silenzio e...io cosa avrei dovuto fare se non la stessa cosa con te? Perché dimenticavo sempre che si cresce, che si cambia, che ci si allontana. Credevo che non fosse possibile per noi due, Giulia, okay?
Ma...col tempo ho iniziato a pensarci, pensavo: è cambiata, è cresciuta, ha i suoi problemi, non può certo ancora badare a me. Cercavo di convincermi che in quel modo stavano le cose, che dovevo accettarlo...ma non lo mettevo in conto quando stavo male, quando mi cadeva il mondo intero e tu non c'eri perché qualcosa o qualcuno ci aveva separato e, semplicemente, non lo accettavo...
Ma noi siamo cresciute insieme, Giulia.

Mi rendo conto di star piangendo, lacrime che hanno iniziato a cadere quasi senza rendermene conto.
Ti sei coperta il viso con le mani, le tue spalle tremano convulsamente mentre cerchi di non farti sentire da me. Ma io ti vedo, Giulia. Ti vedo e vorrei così tanto farle mie quelle lacrime, se solo non ci fosse qualcosa che ormai si è rotto in me e prende sempre di più la forma dell'inevitabile macigno sconosciuto che è.

- Ma ci sono state situazioni e sensazioni e cose che non abbiamo saputo condividere, che abbiamo tenuto nascosto e ci hanno allontanate. Perché più ci nascondevamo le cose a vicenda, più quelle venivano a galla e ci hanno fatto allontanare, Giulia...Non sappiamo stare al mondo da semplici amiche, perché, porca miseria, noi non siamo mai state semplici amiche e tutto questo casino che ci sta succedendo, avviene proprio perché siamo state deluse!
Enormemente deluse. Dal tempo, dalle persone, dal passato, da noi stesse. Il punto è che non riusciamo a venirne fuori perché ne abbiamo passate tante, perché...ci sono cose che non torneranno più e noi ce ne siamo così aggrappate...in un modo ostinato, morboso, insistente e impossibile. Le cose camminano, vanno avanti e crescono. E' questo che non riusciremo mai a metterci in testa, perché è una cosa troppo difficile e dolorosa da accettare, perché noi due siamo figlie degli attimi colti e imprigionati per sempre...e chi sarebbe lo stupido che li lascerebbe andare via?

Sorrido debolmente, tirando su col naso. Cerco di asciugarmi le lacrime, tu non mi guardi più: abbassi la testa e stringi convulsamente le braccia intorno al petto.
Nello stesso modo in cui era arrivata, la pioggia aveva smesso di cadere e le cose che non erano mai riuscite a trasformarsi in parole, aleggiavano pesanti nello spazio che ci separava.

Tuttavia sembrò passare un'eternità, prima che allungassi una mano verso di lei con lentezza, per portarmela al petto e stringerla.
Pianse in silenzio sulla mia spalla, senza sciogliere l'abbraccio convulsivo da se stessa, senza opporre alcuna resistenza.

Non disse nulla, si sciolse dall'abbraccio, ci guardammo a lungo.
Poi si voltò e se ne andò senza voltarsi nemmeno una volta indietro.

Per una volta nella vita, in quel momento, stavo veramente accettando e seguendo con serenità nuova il corso degli eventi.
L'unica nostalgia che ancora non accennavo ad abbandonare, era il ricordo di me e Giulia a guardare il mare dal molo, perché ci sono sogni che non possono e non vogliono abbandonarti e forse un giorno ci saremmo riviste senza guardarci con la malinconia dei tempi passati, che non potevano più essere rivissuti; senza aggrapparci ostinatamente alle cose, con quella nuova convinzione che niente dura per sempre, che sono solo attimi da custodire gelosamente nel cuore per farne tesoro. Forse un giorno avremmo compreso, camminato da sole, continuando ad aspettarci l'un l'altra anche in capo al mondo e sicuramente le cose andranno così, lo sento.
Siamo anime gemelle, nella forma più pura del termine. Siamo anime gemelle e forse solo ora riesco a capirne il vero significato, riesco ad accettarlo con serenità e con una meraviglia nuove, perché adesso so accettare di vivere e imparare da altri, che non siano Giulia; so accettare di camminare al fianco di Leonardo e vivermi insieme a lui.
Lei sarà nelle mie abitudini, nelle mie paure, nel modo in cui gesticolo e abbasso gli occhi, per questo rimango ancora la cosa migliore che potessi mai avere.



Mi sono accorta che mentre scrivevo questo tanto atteso capitolo (parlo per me), mi rendevo conto che prendeva in tutto e per tutto la piega di un capitolo finale e conclusivo. E chi se lo aspettava? Io no, di certo.
Ci sono state persone che hanno preferito seguirla da semplici lettori, senza mai farmi sapere il loro parere; ci sono state poche ma ottime persone che mi hanno dato consigli e soprattutto i loro pareri, come la mia adorata fedenow. Nonostante tutto, nonostante siano cambiate così tante -tantissime- cose (e tante altre cose non ci sono più da allora) da quando scrissi il primo capitolo, ho voluto continuare e dare una fine a questa storia solo per me stessa. Magari chi adesso ha letto questo capitolo ne rimarrà deluso, ma è così che doveva andare; è così che deve finire. Quindi chiedo scusa, se non ho saputo rendere la mia idea.
A tutte le Alice e Giulia del mondo, che lo so: un giorno si ritroveranno di nuovo insieme, magari con una birra in mano, a fissare ipnotizzate le onde del mare comodamente sedute sul porticato di un molo.
Vostra, sempre, N.

   
 
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