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Autore: Madama Pigna    12/05/2012    1 recensioni
Quattro anni dopo la sconfitta di Crono, Percy, Annabeth e Grover si toglieranno dal mirino e daranno spazio a nuovi mezzosangue per nuove avventure! Tra figli di Apollo sempre nei casini, ragazze che parlano troppo e animali parlanti, ne vedrete di tutti i colori, dal romantico e al drammatico al genere più comico (n.d.a. su questo punto si hanno dei dubbi).
Dal capitolo 15:
Aveva colto il segno. Estia era pur sempre la sorella maggiore tra i figli di Crono. Mentre Afrodite ed Apollo avevano capito che la dea del focolare poteva essere una discreta alleata.
Difatti Era sembrò esitare per un secondo. Poi rispose acida. – Non ho scelto io che si unisse all’ impresa. Sapeva a cosa andava incontro -. Zeus borbottò qualcosa che non si capì. Era nemmeno si voltò per capire quello che aveva detto, cosa che fece arrabbiare il marito non poco (quando si è re degli dei è piuttosto difficile accettare che qualcuno ti ignori). Ricominciarono a litigare, e i sospiri degli altri dei non furono uditi, coperti dalle urla dei due.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Tre biglietti per..- Kel diede un’ occhiata alla tabella con le partenze. Si sforzò di leggere il meglio possibile,
poi scelse a istinto. – Chicago -. L’ uomo che vendeva i biglietti, un tizio con la maglietta ‘I LOVE NY’ s
children’, la squadrò con occhio critico, come se stesse decidendo cosa fosse di preciso, e le sue narici
fremettero.
Che aveva tanto da guardare?
– Ce li hai i soldi, ragazzina? -.
- Certo che ce li ho! – disse Kelly. Cosa c’era di tanto anormale in tre ragazzi che compravano i biglietti per un treno?
Beh, escludendo il fatto che erano mezzosangue.
- Bene -. I ragazzi pagarono, decidendo di non pensare al mortale scorbutico. Avevano altro a cui rivolgere la testa.
 – Si parte tra dieci minuti – disse Jake mentre guardava l’orologio. – Tanto vale iniziare ad andare -.
Si avviarono verso la galleria, in mezzo a tutti quei mortali indaffarati nei loro affari.
Chissà come doveva essere vivere una vita nella totale ignoranza.
Scesero le scale e si avvicinarono ai binari, entrando in uno dei vagoni. – Cerchiamo un posto dove parlare
 liberamente -, suggerì Sibilla. Stavano per farlo, quando..- E quello? -, - Quello cosa Jake?-, chiese Kel.
Il corridoio era vuoto. In mezzo, era comparsa una spada di bronzo. Jake la raccolse.
– E’ come quelle del camp..- non fece in tempo a continuare che il bigliettaio di prima salì sul treno.
 Aveva uno sguardo strano, quasi affamato. Chiuse la porta. – Così non verremo disturbati -.
 Poi, cominciò a ingigantirsi sempre più, fin quasi a toccare il soffitto.
Jake lo attaccò con la spada che aveva in mano, ma il Lestrigone sapeva il fatto suo.
 Gli lanciò una palla di fuoco addosso, e il figlio di Efesto dovette abbassarsi per non finire arrostito.
 Figlio del dio delle fucine sì, ignifugo no.
- Questo corridoio non è molto largo – davanti a Sibilla e Kelly comparirono altri due compari. – Se non
volete finire arrostiti adesso, vi conviene arrendervi, piccoli mezzosangue -. Loro però non avevano
intenzione di arrendersi tanto facilmente. Sibilla fece qualcosa di strano, mormorò delle parole, e con le
mani sembrò quasi intrecciare fili d’ aria come una ragnatela protettiva. – Ora! -. Gli altri due attaccarono.
Partirono delle palle di fuoco, e l’ambiente si riscaldò. Cercavano di evitare le fiamme mentre cercavano di
raggiungere gli avversari, ma quando ne venivano investiti erano illesi. Sibilla sfoderò la sua spada, e partì
all’attacco di due Lestrigoni insieme alla compagna.   Provò con un fendente, ma l’incantesimo la indeboliva
e la rendeva lenta. Il gigante afferrò l’arma con una mano, piegandola in due. –E ora che farai?-. Chiese
quello. La semidea notò che aveva un sorriso malvagio e anche un po’ stupido. –Se mi lasci in pace potrei
fare un’ incantesimo contro l’acne- disse sarcastica, cosa che fece imbestialire ancora di più il mostro.
– Come osi parlare della mia faccia?! Tu sarai la prima!-. La colpì in pieno facendola sbattere contro un muro.
Kelly invece cercava di evitare le manone dell’avversario, onde evitare un abbraccio mortale. Scagliava
frecce di continuo, ma probabilmente quelle non erano protette dall’ incantesimo, perché il legno si
incendiava subito, e doveva perciò fare attenzione alle palle di fuoco. – Sibilla! -. Scagliò tre frecce, una
delle quali colpì il mostro che aveva davanti. Meno uno. – Adesso a noi! Non sfuggirai alle mie fre..- cercava
di uscirne con una frase teatrale da vera figlia del dio delle arti, ma non la poté finire perché Jake le venne
scaraventato addosso, rischiando così di ferirla con le sue stesse armi.
Alla fine, dovettero arrendersi. Quel vagone stava diventando una fornace, e Sibilla stava diventando
pallida. Li legarono e imbavagliarono (specie la figlia di Ecate). – Questa qui
ha la lingua di una delle serpi di Medusa-, affermò il tizio con l’ acne. A quanto pareva non aveva accettato
l’offerta gratuita del trattamento estetico. Li trascinarono in un altro vagone, per la precisione un’ enorme
(probabilmente avevano alterato magicamente l’ambiente) cucina. – Ecco qua, tre mezzosangue giovani e
freschi. Abbiamo fatto in fretta, alla fine! – disse uno, tutto soddisfatto. Uno dei cuochi  (un ciclope con il
tipico cappello da chef e la scritta ‘’Io vedo tutto’’) annuì; - Dov’è Mangiateschi? Tra poco è il suo turno
neltalent show -.
 Talent show?
 I mostri avevano un talent show?
- Diciamo che ha deciso di farsi un giretto nel Tartaro -. Disse uno, guardando irritato Kelly. Il ciclope imprecò.
- Se quello non si presenta rovinerà la serata a tutti! Gli ospiti non saranno affatto contenti! Perderemo
clientela! -. Poi sembrò venirgli un idea. – Per stasera il ragù di mezzosangue non ci sarà. Prepareremo della
seppia. Ehi, tu! Che ne diresti di fare qualche numero in cambio della vita, uhm? -. I tre si limitarono a
fissarlo. Non che potessero fare altro, insalamati com’erano.   Levarono i bavagli alla figlia di Apollo, che
disse subito – Accetto! -. I mostri parvero soddisfatti. Il cuoco (che poi sembrava anche occuparsi del resto)
rimase soddisfatto. –Bene! Di cosa hai bisogno, Kelly Winson? Un’ orchestra di accompagnamento?-. Com’è
che i mostri conoscevano sempre i nomi dei mezzosangue? 
I due discussero, per un po’, mentre contrattavano. Se il pubblico sarebbe stato soddisfatto dello
 spettacolo, avrebbero lasciato liberi tutti e tre, altrimenti.. Beh, meglio non saperlo.  Liberarono la
mezzosangue. – E ricordati, che se fai cose strane i tuoi amici sono sempre qua!-. I cuochi lì intorno
parevano molto contenti all’idea.
 
Non aveva armi. Se fosse andata male, non avrebbero avuto scampo in mezzo a un’ intera folla di mostri. La
paura cominciò ad assalirla. E non era il panico da palcoscenico.
Inghiottì un groppo in gola e si fece coraggio. Non poteva fallire quando i suoi amici rischiavano di finire nel
ragù, se non peggio.
Il ciclope di prima, che in quel momento indossava uno smoking con tutta l’aria di stargli un po’ stretto,
fece la sua entrata dopo che una dracena aveva fatto il suo spettacolo, una strana danza del ventre che
aveva attirato lo sguardo di qualche mostro maschio. – Ed ora, signore e signori, mostri e demoni di tutte le
età, sono lieto di presentarvi.. Kelly Winson, che si esibirà nel canto e nella musica! -. Si udirono delle urla di
delusione e dei fischi beffeggiatori. Volevano il loro lanciafiamme.
 
Kelly apparì nel palcoscenico, cercando di evitare gli sguardi curiosi e/o omicidi della sala. Vicino
all’orchestra, stavano degli strumenti senza padrone e un microfono. Si schiarì la gola. –Ehm.. Ed ora, inizio
con la canzone That boy is a Moster, di Lady Gaga-. Cominciò una musica tra il pop e il rock, e diede inizio al
canto. Non era proprio il suo genere, ma visto il pubblico..
Tuttavia non sembrava attirare le attenzioni di molti. Così, per un po’, cominciò a cambiare canzone per
canzone. Da Lady Gaga a Lavigne, poi i Green Day, i Globus e così avanti per un quasi mezz’ora, ma niente.
Forse alcuni erano più sul classico. Provò anche quello. Notò che molti stavano sbadigliando –e nel caso di
alcuni la cosa era parecchio inquietante con tutte quelle zanne-.
 Cominciava a disperarsi. Anzi, era disperata. Non aveva più idee.
Forse doveva iniziare con le richieste, ma li si sarebbe visto quanto avesse toccato il fondo. Stava per farlo,
quando dal basso sentì una voce (probabilmente alterata) bisbigliare. – Prova con My heart will 
go on -. Non poté fare a meno di abbassare lo sguardo, ma non vide nessuno. C’era solo uno spioncino
nascosto, di quelli usati in teatro per suggerire le battute. Ma chi era stato a suggerire la canzone?
Provare, però, non costava niente. Era già in condizioni disperate, quindi la colonna sonora del film Titanic
calzava a pennello. Diede disposizioni all’ orchestra (una folla variegata di mostri a secondo dello strumento
usato). E partì.
Every night in my dreams 
I see you, I feel you, 
That is how I know you go on 


Alcuni mostri alzarono lo sguardo dal pasto (il Minotauro però continuava a masticare imperterrito la sua
bistecca al sangue).

Far across the distance 
And spaces between us 
You have come to show you go on
 

Near, far, wherever you are 
I believe that the heart does go on 
Once more you open the door 
And you're here in my heart 
And my heart will go on and on
 

Ehi, quella non era Medusa? Solo aveva degli occhialoni da aviatore, quindi non pietrificava nessuno. Aveva
una faccia tristissima, malinconica, come se ricordasse i bei tempi in cui ancora usciva con il dio dei mari…

Love can touch us one time 
And last for a lifetime 
And never let go till we're one 

Love was when I loved you 
One true time I hold to 
In my life we'll always go on
 
Si sentirono rumori di piatti rotti. Una grossa Sfinge aveva rovesciato il tavolo per asciugarsi gli occhi con la
tovaglia, un po’ più indietro una donna mezza serpente la imitava. Accanto a lei stava accucciata la
Chimera. E chi era, Echidna forse?

Near, far, wherever you are 
I believe that the heart does go on 
Once more you open the door 
And you're here in my heart 
And my heart will go on and on 

There is some love that will not go away 

You're here, there's nothing I fear, 
And I know that my heart will go on 
We'll stay forever this way 
You are safe in my heart 
And my heart will go on and on


In breve, tutti I mostri della tavola si alzarono in piedi, cantando insieme alla mezzosangue, spalla a spalla,
le lacrime copiose che scendevano dagli occhi senza vergogna. Qualcuno gridava – A morte Atena! – oppure
– Rivoglio il mio Tifone! – e altre frasi del genere accompagnate da singhiozzi. Quando la canzone finì, ci fu
un grande applauso. – Bis, bis! -.
- Adesso scappa -.
Era ancora quella voce. Kel non esitò a seguire il consiglio, e corse verso la cucina. – Fermati! Ancora,
ancora!-. Ma non aveva intenzione di rimanere lì tutta la notte. Alcuni mostri, infuriati per il rifiuto, si
arrampicarono sul palco e la inseguirono fino alle cucine, gettando un tale scompiglio tra i fornelli che
nessuno si accorse dei tre mezzosangue mentre stavano scappando.

 
******


- Heros est adiuvit .. in silva ... in silva… ad armamentisque monstrum -.
 
Adrianna cercò di pronunciare il meglio possibile quella frase di latino. Era un po’ complicato, ma forse non
aveva sbagliato su tutta la linea dopo tutto.
-Bene. E che vuol dire?-. Era strano essere interrogati da una ventenne.
-Ehm… qualcosa come l’eroe si inoltrò nella mischia per affrontare il pericolo?-. Annabeth scosse la testa.
- No. Letteralmente significal’eroe si inoltrò nella foresta per affrontare il mostro. Però con i verbi ci siamo-.
Concluse con un sorriso incoraggiante. – Vedrai che con il tempo ti verrà naturale e non solo istintivamente.
In quel modo riesci solo a imprecare. Chiedi in giro, te lo confermeranno -.
 
Dopo la lezione di latino e greco, la semidea  andò verso l’arena, ad allenarsi. Non trovò Percy ad aspettarla,
 così pensò di fare qualche tiro con i fantocci. Non era la stessa cosa, ma poteva ripassare mentalmente le
mosse senza rischiare di essere colpita.
 O almeno, così aveva sperato, finché qualcuno non la disarmò con un abile mossa, concentrata com’ era
sul manichino. – Siamo distratte eh? -. Una ragazza dall’ aria scaltra le stava puntando la spada alla gola, ma
la lasciò andare subito, e si strinsero la mano. Stranamente, la sua sciarpa le pareva familiare, come se
l’avesse già vista da qualche parte.  – Audrey Cameron Thiefox, figlia di Ermes -. Adrianna si
chiese se la coetanea non la stesse studiando per decidere quando svuotarle le tasche, ma
inaspettatamente le fece una proposta. – Che ne pensi se ci alleniamo insieme? Un duello di riscaldamento
prima che cominci l’allenamento vero e proprio. Ti va?-.
Se Adrianna ricordava bene, Ermes era il dio dei ladri, quindi non era troppo propensa a farsi battere anche
da Audrey. Tuttavia accettò lo stesso; non voleva sembrare una fifona.
Ma già nel giro di una decina di secondi, si capiva chi era il principiante. Ovviamente la figlia di Era aveva già
fatto qualche progresso, ma non era passata neanche una settimana dal suo primo allenamento.
-Come ci si sente ad essere figli di Era?-, chiese la Thiefox, mentre parava con estrema nonchalance un  fendente di Adrianna.
-Devo ancora metabolizzare l’idea-. Rispose lei. Provò ad attaccare di nuovo, ma quell’altra pareva non
avesse alcuna difficoltà a parare i suoi colpi. Cercò di non rimanere ferma e fiacca, di fare più giri, di
improvvisare. Era più stancante, però.
-Perché non provi qualcosa di diverso, oltre la scherma? Non mi sembri molto..appassionata-.  Notò che la
figlia di Ermes stava sorridendo, come se la credesse una schiappa. Aveva ragione, ma le diede fastidio lo stesso.
-Prima non facevo mai molta attività fisica-. Confessò lei, dato che non aveva senso negare. –Ma non mi hai ancora disarmato, no?-.
Il sorriso di Audrey si fece scaltro, e la figlia di Era capì che stesse solo giocando con lei. Forse stava
addirittura per mettere in pratica il colpo finale.
 
Invece non lo fece mai. Una voce da lontano gridò.
- CHI è STATO??-. La voce somigliava incredibilmente a quella di..
- Oh dei, è Shanon! Devo scappare, è stato un vero piacere! – fece per allontanarsi, quando sbucò la figura
muscolosa della figlia di Efesto accompagnata da Johnathan e da Tyson il ciclope.
 
-   AUDREY!! DANNATA LADRUNCOLA FIGLIA DI ERMES CHE NON SEI ALTRO, RIDAMMELA
IMMEDIATAMENTE!! -. Adrianna non poté far a meno di pensare che per una che aveva appena superato la
convalescenza sembrava in piena forma. Il figlio di Atena sembrava stesse cercando di calmarla, ma
evidentemente gli risultava piuttosto difficile. Poveretto.
- Shanon, non credi di stare esagerando? E’ solo un indumento. Che non ti ho mai visto addosso, per giunta.
Mica è uno dei tuoi..
- Jonathan,  quella non è solo una sciarpa. E’ molto di più! Se non la riavrò immediatamente, dirò ai miei
fratelli di non annullare lo sciopero-.
-Ma.. Non puoi!-.
- Sì che posso. Non lo hai saputo? Sostituisco Jake fino al suo ritorno dall’impresa-.
Guardò la figlia di Ermes, che il quel momento sfoggiava una finta aria dispiaciuta che non convinceva
nessuno. Decise di consegnare la refurtiva. Si tolse la sciarpa e la mise nelle mani  della diciottenne.
- Non fare la furba. Sai che c’è altro -.
L’ altra sospirò, e si svuotò le tasche. Anche se sembravano vuote, ne usciva qualunque cosa. Ma che razza
di pantaloni aveva? Alla fine si scoprì che aveva rubato anche dei pacchi da sei di lattine di coca cola, un
flacone d’oro dall’odore strano – Questo viene dalla casa dieci – poi un sacco pieno di dracme, una busta
con dei dollari…
- Ecco tutto -. La figlia di Ermes pareva contrariata, ma aveva un certo non so che, come se nascondesse qualcosa.
- Un momento! – il ciclope sembrava ancora interessato. Annusava l’aria come un cane. -C’è l’odore di
Percy, qui intorno-.
- Certo, viene qui tutti i giorni, Tyson!-. Ma evidentemente era stato sottovalutato. Infatti scosse la testa.
 –No, questo viene dalle tasche-.
Fu proprio in quel momento che arrivò il figlio di Poseidone. - Ehi, qualcuno ha visto la mia penna? -.
Tutti guardarono verso Audrey, che, dopo un’ occhiatina veloce, si voltò e corse a gambe levate.
-Fermati! Percy, ha lui la tua spada!-. Tyson si diede all’inseguimento. Non sarebbe stato velocissimo se non
fosse stato per le dimensioni, così si allontanarono, inseguiti da Jackson mentre borbottava qualcosa di
incomprensibile. Rimasero solo Adrianna e Shanon. La ragazzona sbuffò, e poi girò sui tacchi per andarsene.
-Ehi, aspetta un momento! Tu sei figlia di Afasto, giusto?- chiese Adrianna.
Efesto, figlia di Era. Efesto-.
- Oh, giusto. Comunque, ti volevo ringraziare per.. ehm.. Come si chiamava quella cosa di ieri?-.
- Anfisbena-.
- Sì ecco. Grazie. Se non ci fosse stati voi, probabilmente quel mostro avrebbe fatto caccia grossa-.
- Sì, sì. Di niente-. Lo disse come se non gliene importasse nulla. – Ora scusami, ma ho da fare -.
- Aspetta!-
 - Che c’è ancora? -, chiese quella, spazientita.
- Stai andando nella fucina?-.
-Sì-.
-Non è che qualcuno dei tuoi fratelli potrebbe farmi una spada? Quella che ho adesso non.. Non è adatta a
me, credo -.
Shanon la squadrò per bene, come per decidere se stesse dicendo sul serio. Poi continuò a camminare.
–Seguimi-.
 
 
La fucina non era altro che un’ enorme stanza aderente alla casa nove. Era pieni di attrezzi strani appesi alle
pareti, macchinari, prototipi e altra roba tecnologica dall’aria pericolosa. La cosa che colpiva di più, però,
era il caldo. In una parte della stanza un po’ più ‘classica’, c’era la fucina più tradizionale, e in un angolo
c’era anche piccole vasche dove venivano messe a raffreddare gli artefatti. La diciottenne prese un metro e
cominciò a misurarla. Arti, torso, tutto. Le chiese anche quanto pesava e le fece sollevare dei pesi, alcuni
dei quali per Adrianna erano troppo pesanti. Prese alcuni appunti, poi la scacciò fuori. –E adesso non
disturbare-.
-Ma non dovresti riposare invece di..-.
- Sto benissimo, mi sono già riposata abbastanza. Ora fila!-.
Ma quanto era burbera! Lei però non aveva intenzione di andarsene. Era curiosa di vedere come avrebbe
fatto. Attese qualche minuto, poi rientrò, cercando di fare il più piano possibile. Shanon era intenta a
lavorare un pezzo di metallo, con sicurezza e precisione. Mentre formava a colpi di martello l’ arma, aveva
una faccia molto concentrata; non c’era da stupirsi se non si era accorta della presenza di Adrianna,
dopotutto.
- Umpf. Non toccare niente, se proprio devi stare lì-.
Ops. 

 
******
 
Bon jour! Dedico questo capitolo è a Mnemosines e St_rebel che hanno messo le mie due storie tra i preferiti, e a
 
PseudoAutrice che l' ha inserita tra le seguite (me ne sono accorta solo ora, capitemi sono  tra i mortali prediletti da Morfeo).
 
Dunque, in questo periodo ho scoperto una versione con il flauto dolce della canzone di Celine Dion, e in poche parole mi sono fissata O_O
il perché ho messo proprio questa canzone, però, è un 'altro, che spiegherò più avanti <3 In questo periodo la mia vena romantico-drammatica
lotta per poter guidare totalmente le mie fic, ma non glielo permetterò, piuttosto chiedo ad Era di trasformarmi in un pavone U__U

Ah, per i fan della Percabeth: Percy e Annabeth sono due personaggi di poco rilievo, lo so, mi piacciono anche a me questi due, ma sarà
l'influenza di Afrodite, cominciano a piacermi le coppiette finite male. Quindi, don't worry, non li inserirò nel mostruoso menu del mostruoso
ristorante del mostruoso treno, però non so bene se dedicherò un capitolo a loro, dipende da cosa decidono le Muse Ispiratrici (per ulteriori
informazioni digitare il numero Chiudi Gli Occhi E Vai A Ispirazione, a seconda della vena artistica una delle Nove potrebbe rispondere,
oppure potrebbe capitare di sentire la voce del vicino di casa intento a lanciare maledizioni). 
  
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