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Autore: AllHailTheGlowCloud    13/05/2012    0 recensioni
"I genitori non hanno mai saputo che nome le si addicesse di più, e le stessa dimostrò più volte di non aver cura di una questione che pare per lei sia del tutto futile. Quindi, ognuno finisce per chiamarla come vuole…" [...]
"Mi sento un po’ un vigliacco a rassegnarmi così a qualunque sia il mio destino, lasciandolo nelle mani della mia fidata compagna, ma è anche vero che non posso fare altrimenti.
Non vorrei tornare a casa senza di lei, non mi darei pace e non saprei come spiegare la sua scomparsa ai suoi genitori ignari di tutto.
Eppure so che anche per Junie è lo stesso."
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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8. Verso la luce.

Note iniziali:

 

  • Glaistig: /’ɡʃtɨɡ / è una creatura magica più tipica della mitologia scozzese che irlandese in realtà, almeno per quanto riguarda il nome. Infatti esistono davvero un gran numero di creature che corrispondono alla stessa descrizione, pur essendo chiamate in modi diversi a seconda della regione. Inoltre, della stessa esistono più versioni, ho ragione di credere che le leggende si fondano l’una con l’altra, è per cui difficile raggiungere un parere univoco. Io ho deciso di interpretarla come donna dalla pelle verde, divoratrice di bambini. Anche se poi in seguito applicherò la mia reinterpretazione personale… ma questo lo vedrete a suo tempo.

 

 

 

Il ginepro selvatico.

 

~ Verso la luce.

 

 

 

 

 

 

Affondando passi lievemente insicuri nel terreno del sottobosco inumidito dalla notte, riusciamo a portarci notevolmente più avanti, ora che la guida ha acquisito un aspetto più concreto. Quella figura quasi eterea si muove con passo sinuoso con destrezza, dimostrando di conoscere monto bene la zona circostante, sia il percorso migliore da seguire, sia il suolo stesso.

Io e Juniper ci guardiamo intorno, per quel poco che possiamo vedere con la pochissima luce a disposizione, e io torno quanto più spesso possibile sulla donna, perché, sebbene sia irrazionale, ho sempre il costante timore che scompaia di nuovo.

Ad un certo punto la fanciulla sembra incespicare e per alcuni passi barcolla leggermente. Esito a chiederle se ci sia qualcosa che non va, e mi chiedo se Junie l’abbia notato, mentre osservo la nostra guida proseguire serena rimettendosi dritta. Soltanto pochi passi dopo accade di nuovo, e questa volta mi faccio coraggio e le domando se si senta bene. Senza voltarsi scuote la testa e asserisce con tono pacato e premuroso che non ho di che preoccuparmi. Mi rilasso un po’, allora, ma stento a tirare un sospiro di sollievo, perché m’è parso che la sua voce fosse un po’ meno mielosa di quanto lo era prima.

Il nostro cammino prosegue imperterrito e non abbiamo interruzioni. Ormai dobbiamo essere davvero molto distanti dal punto in cui l’abbiamo incontrata per la prima volta, ma ho totalmente perso la cognizione del tempo e non saprei dire assolutamente quanto tempo possa essere passato.

Junie viene distratta da un rumore, che poco dopo percepisco anche io. Come un piccolo tonfo di qualcosa che si tuffa nell’acqua, probabilmente una rana. Anzi, lo è sicuramente, perché dopo poco udiamo anche il suo inconfondibile verso. Questo significa che qui vicino deve esserci dell’acqua, ma non sento alcuno scorrere, dunque non può essere un fiume: si tratterà sicuramente di un lago.

Junie esprime il desiderio di avvicinarsi per rinfrescarsi la gola alla lunga resa secca dal lungo camminare.

La donna allora si volta e con sguardo severo, ma sempre affettuoso, la rimprovera e le sconsiglia di avvicinarsi a quello specchio d’acqua.

«Perché mai?» oso chiedere incuriosito da tale affermazione, voltandomi verso la mia interlocutrice e resto allibito nello scoprire che questa ha ora dei lineamenti davvero molto stanchi. Vorrei fermarmi a riflettere sul fatto, ma ciò mi è impedito dall’immediata risposta di quella, che mi distoglie dall’argomento, almeno per ora.

In quel lago vive una Glaistig –come ci racconta- una creatura dalla pelle verdastra, assai pericolosa.

Normalmente non avrebbe avvertito dei passanti della presenza di quella creatura –aggiunge poi- ma nel nostro caso ha fatto un’eccezione perché non vuole che ci accada nulla di male finché siamo sotto la sua protezione. Sia io che Junie la ringraziamo sentitamente di questo.

Il nome Glaistig mi fa suonare un campanello. Devo averlo già sentito da qualche parte, anzi, è molto probabile che mi sia capitato di leggerlo in uno dei tanti libri che ho letto prima di intraprendere questo viaggio, ma non ricordo con precisione di cosa si tratti. Non ho il tempo però di porre alcuna domanda, perché la mia amica mi precede, spinta dalla curiosità.
«Una Glaistig è in genere una creatura dall’aspetto di donna dalla pelle verde, che vive nei laghi e la sua occupazione principale è quella di spaventare i passanti e annegarli afferrandoli per le caviglie per poi trascinarli nelle profondità della sua dimora. Si nutrono di carne umana, in realtà, prediligono i bambini.»

Rabbrividisco al sentire questa descrizione. Chiedo, sperando di ottenere maggiori informazioni, se saprebbe dirmi qualcosa in più su questa in particolare, perché so che spesso ciascuno di questi esseri ha una storia propria diversa dalle altre, o almeno delle leggende a riguardo, e io ne sono irresistibilmente affascinato.

Purtroppo vengo liquidato con poche parole spicciole, e la nostra guida ci esorta a seguirla e proseguire il cammino se vogliamo arrivare prima possibile, e questo mi mette un po’ in imbarazzo. Non vorrei aver fatto qualche domanda scomoda.

«Avanti, rimettiamoci in marcia!» ci sollecita esclamando un po’ troppo entusiasticamente, e ho di nuovo l’impressione che la sua voce si sia fatta appena più roca e vibrante.

Non ho possibilità di guardarla di nuovo in volto, perché si è già voltata verso la meta, allora lancio uno sguardo a Junie, che a sua volta osserva ancora un’ultima volta in direzione di quel presunto lago, e poi mi si fa vicina e mi segue.

Ci allontaniamo molto dal lago, tanto che non si sente più alcun suono che possa farci intendere la sua vicinanza. Mi è difficile togliermi dalla testa quella Glaistig. Non ne ho mai vista una, ecco il motivo, e sono affascinato dalle creature magiche, quindi, sebbene chiunque pregherebbe perché nella sua vita non avvenga mai la sciagura di avere la sua visione, pur rendendomi conto della sua pericolosità, qualcosa nella mia mente viaggia in direzione di quello specchio d’acqua, rincorrendo quella figura verde a lei sconosciuta.

Riemergo improvvisamente dalle mie fantasticherie -giusto in tempo, prima di essere divorato da quella creatura che nella mia mente avevo persistito nel rincorrere e che avevo finalmente trovato, generando una forma inventata di sana pianta dalla mia stessa mente, una scena tanto raccapricciante da darmi un brivido lungo la spina dorsale- quando Junie parla rivolta alla nostra guida.

«Le streghe sono tutte belle come te?». Resto allibito e impallidisco. La spontaneità disarmante di Junie sa essere a dir poco sconcertante. Non perché io non comprenda la ragione e i motivi di tale domanda, che alle volte durante il viaggio aveva attraversato anche la mia di mente, ma perché io stesso avevo ritenuto più lecito tenerla solo per me, ad alimentare la mia fantasia, piuttosto che proferirla con tanta facilità ad una creatura imprevedibile la quale sensibilità può essere offesa in mille modi molto più facilmente e diversamente da quella umana. In realtà, potrebbe non esserci nulla di male, visto che suona come un complimento, ma se invece avessi ragione io, e questa figura non fosse altro che un’ingannevole sortilegio, potrebbe sentirsi oltraggiata nel sentirsi rinfacciare come sia molto più bella così che non nelle sue vere sembianze.

Impiega alcuni secondi per rispondere e già inizio a figurarmi le terribili sciagure che Junie potrebbe averci attirato addosso involontariamente. Degli istanti che sembrano durare lunghissimi anni, in cui per me il tempo si è fermato, ma riprende presto a scorrere e sta volta non ho alcuna esitazione a sospirare di sollievo a pieni polmoni.

Fortunatamente quella si gira sorridendo, come una madre che si intenerisce di fronte all’ingenuità della propria figlia di pochi anni, che crede che quando viene la notte è perché il sole è stanco e ha bisogno di dormire, così cede il posto a sua sorella Luna.

La sua testa che –noto solo ora- sembra più grande del normale, infossata tra le spalle che si sono fatte ricurve, come se la schiena improvvisamente le pesasse, e avvolta in una cascata scomposta di capelli corvini, si piega in direzione del volto di Junie. Si ferma, e si avvicina a noi di qualche passo, ma i suoi passi prducono un suono che non sembra quello normale di comuni piedi, è più simile al rumore degli zoccoli di un mulo.

«Mia cara, la bellezza va ben oltre quello che i tuoi occhi vedono. Nulla è ciò che sembra, tutto è ciò che non ti spetteresti che fosse. E’ importante che impariate questo concetto se volete sopravvivere, specie ora che ci stiamo avvicinando.»

«Ci stiamo avvicinando?» ripeto quasi sovrappensiero.

Si volta verso di me, accentuando il sorriso, che a sua vola accentua delle curiose rughe intorno alle sue labbra, che prima non avevo visto sul suo viso. «Sì, manca molto poco. State attenti.»

Junie sembra perplessa, almeno quanto me, e probabilmente non è soddisfatta della risposta che ha ottenuto, anzi, forse solo è sorpresa perché non è quella che si aspettava.

Mentre riprendiamo il cammino, in parte rinfrancati dalla nuova forza che pervade le nostre membra stanche, dataci dalla consapevolezza che presto il nostro lungo camminare ci porterà alla meta, rifletto. O sono impazzito o la bella fanciulla che ci accompagna si sta lentamente mutando, probabilmente assumendo la sua forma originale. Mi chiedo davvero se sia possibile che Junie non ci abbia fatto caso. Poi le sua parole mi hanno molto colpito. E’ a questo che si riferiva? Se così fosse, ho ragione nel pensare che fino ad ora non si è ancora rivelata per come è veramente? Avremo possibilità di vederla? Ed ora che stiamo per arrivare, altri dubbi mi assalgono. Cosa penseranno le altre streghe di noi?

Mentre questo turbine di domande spinge i miei pensieri di qua e di la come una bandiera impazzita in mezzo ad una tempesta di venti, inizio ad intravedere qualcosa in lontananza, come uno o più bagliori.

 

 

 

 

 

 

Note:

T’oh! Pare che ogni tanto l’ispirazione si faccia viva quindi… incrociamo le dita! :DD
Beh, non ho tanto da dire, spero di aver reso bene l’idea della progressiva trasformazione fisica del personaggio…era la cosa che mi premeva di più :3

 

Daruku

  
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