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Autore: Evilcassy    14/05/2012    2 recensioni
“Uhn, no, non credo.” La fissò incuriosito. “La mia idea è questa. Io mi impegnerò a trovarti un regalo per te, a Parigi. Qualcosa che ti stupisca. E tu… tu farai lo stesso con me. Hai tempo quindici giorni per farmi una sorpresa. Qualcosa che da te non mi aspetto e che sfati il mito della tua prevedibilità.”
...è una sfida. E quando mai Megamind non ha accettato una sfida? [/SOSPESA - INCOMPLETA]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Megamind, MetroMan, Minion, Roxanne Ritchi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fifteen Days.

 

Chapter 3: Heaven and Hell.

 

 

…Qui è Roxanne Ritchi, dalla sfavillante Parigi.” Concluse con un sorriso. Max indugiò per un secondo prima di spegnere la telecamera, spostando l’inquadratura dal volto della reporter al suggestivo scorcio di Notre-Dame che si affacciava sulla Senna, baciata dagli ultimi raggi del sole.

Aveva smesso di piovere giusto pochi minuti prima che iniziassero la ripresa. Un ulteriore colpo di fortuna, e il sole era spuntato dalle nuvole.

“Perfetto!” Il cameraman le sorrise soddisfatto. “Abbiamo due ore libere e poi possiamo iniziare a fare la ripresa notturna.” Estrasse una cartina dalla tasca dello zaino e la porse alla donna, mentre metteva via la telecamera. “Io direi di mangiare un boccone al Quartiere Latino, e poi cercare di andare davanti alla Conciergerie per le riprese. Che ne dici?”

Uhnm. Pensavo di più Place de la Concorde, Forse richiama più la città. Che ne dici?”

“Dico che la stragrande maggioranza degli abitanti di Metro City conosca solo la Tour Eiffel come monumento di Parigi. Però il capo sei tu e forse hai ragione, meglio Place de la Concorde. E poi la Conciergerie è troppo cupa. Andiamo a mangiare a quel ristorantino che abbiamo visto prima, poi prenderemo un taxi.”

“Un taxi? A Parigi? Scherzi, vero?” Roxanne lo fissò sbalordita: “Per nulla al mondo mi perderei una passeggiata notturna sulla Senna!”

“Sicura di riuscirci con quelle scarpe?”

“Non preoccuparti, so reggere benissimo sui tacchi alti, tu non ne hai neppure idea.”

“Va bene, Carrie Bradshaw, come vuoi. Sei tu il capo.”

 

Megamind inchiodò la HooverBike per poi scendere con un balzo. “BRAAAAINBBBOTTS!” chiamò cantilenando. “Tanto caffè per papino!” ordinò saltellando verso la sua postazione di lavoro. Prese un rotolo di carta millimetrata blu, quella che usava per i progetti, e lo srotolò sul piano di lavoro prima di sedersi in ginocchio sulla sedia e mettersi a studiarlo.

“Signore, è già al decimo caffè della giornata… non crede sia il caso di calmarsi?” Minion aveva parcheggiato l’auto invisibile di fianco al mezzo utilizzato dal capo.

“Non prima di aver finito almeno la progettazione.”

“Ma lei è in piedi da più ventisei ore… e siamo appena tornati da un estenuante pattugliamento!” protestò il suo assistente. Megamind fece segno di darci un taglio, sorseggiando il caffè che il Brainbots rosa gli aveva porto. “E’ tutto inutile e lo sai perfettamente: quando mi fisso su qualcosa, non c’è nulla che possa fermarmi o distrarmi. Non sento sonno, fame, sete, freddo, caldo o bisogni fisiologici. E’ questa l’essenza del Genio!”

Minion roteò gli occhi a palla. Frugò in uno scompartimento della sua tuta metallica e trovò il flacone di Valium. Perfettamente inutile. Sbuffò, gettandolo in un angolo della scrivania dove si aprì rovesciandosi. “Come preferisce, Signore.”

Avvicinandosi di qualche passo, si fermò a guardare uno dei progetti: Abituato com’era a schemi e disegni tecnici di armi o congegni, lo trovava di difficile interpretazione. Fissò con un sopracciglio alzato Megamind alle prese con due lavori contemporaneamente: Con la mano sinistra stava delineando un progetto, mentre la destra compilava una lunga lista.

Ne rimase impressionato: era davvero da tantissimo tempo che non lo vedeva utilizzare quel suo ambidestrismo estremo. Peccato che Miss Ritchi non fosse presente in quel momento: restava sempre affascinata dalle abilità di Megamind, di sicuro questa l’avrebbe sbalordita al punto da inserirlo in uno dei suoi reportage sul nuovo Difensore di Metro City.

O forse è già a conoscenza di questa sua abilità. Pensò, pentendosi subito di averlo fatto. Faticò a cacciare via dal suo cervello elementare tutti i possibili utilizzi dell’ambidestrismo del suo capo in presenza della fidanzata. Cercò di concentrarsi nuovamente sul progetto che teneva in mano:  aehm… Signore… io temo di non essere in grado di comprendere l’ampiezza del suo genio di progettista d’interni….”

Megamind interruppe per un attimo il suo lavoro per rivolgergli uno sguardo di compatimento:  “Certo, perché quella è la lista della spesa. E la stai leggendo al contrario.”

Se i pesci potessero far arrossire le proprie squame, quelle di Minion avrebbero assunto il colore del fuoco.

“Suvvia, Minion, posa la lista... interromperò il mio flusso creativo per spiegarti. Devi essermi grato.”

“E lo sono, Signore.”

Megamind si puntellò sulle ginocchia e si rizzò sulla sedia. Prese un respiro profondo e iniziò a spiegare: “Vedi, Minion, la mia magnanemos… magnieenimi… il mio essere magno mi ha portato a prendere in considerazione i gusti che Miss Ritchi, d’ora in avanti chiamata con il nome in codice di La Sbalordita, nel corso della nostra storia mi ha lasciato intuire. Le concedo dunque il favore di arredare la nostra abitazione –di tutti e tre intendo-  a suo piacere.”

“… come fa ad arredarla secondo i gusti di Miss Ritchi senza interpellarla?”

Megamind roteò seccato gli occhi verdi. “Ahhh! Te l’ho appena detto! Io ricordo tutto… tutto quello che Roxanne dice io lo ricordo perfettamente. Ogni sua frase, ogni sua espressione l’ho scolpita nel profondo del mio oscuro cuore non più malvagio.”

Minion sbatté gli occhi: “Che epiteto ha usato per lei quella volta che le è passato troppo vicino con la HooverBike durante una sua diretta?”

“Esagitato rompipalle. Perché?”

L’assistente scrollò le spalle robotiche. “Così, una prova. Complimenti Signore, ha davvero una splendida memoria.”

“Grazie Minion, lo so. Cooooomunque, tornando al nostro discorso… A Roxanne piacciono i caminetti. Un giorno siamo stati a mangiare in un locale vicino al porto turistico. Un localino semplice, piccolo, dove cucinavano dell’ottimo pesc…”

Minion lo fissò sgomento e allarmato.

“Pasticcio di animali bagnati.” si corresse velocemente. “In questo locale c’era un camino. Spento, c’era caldo… e Roxanne mi ha spiegato cosa fosse, aggiungendo quanto le piacessero e quanto li trovasse romantici. Perciò… nel Covo Abitabile ci sarà un caminetto in ogni stanza.”

“… Non crede che sia un po’ troppo?”

“Tu dici? Beh, ok, nella tua stanza acquario possiamo evitare di mettercelo… Anche se fossi in te non escluderei di trovare qualche pinnuta che…

“… Signore, la prego concentriamoci sui caminetti, d’accordo?”

Megamind storse la bocca, guardando il progetto sulla scrivania. “Massì, forse hai ragione. Cinque caminetti sono troppi. Possiamo metterne uno nel salotto.”

“Giusto, per farci i Marshmallows allo spiedo!”

“ESATTO! Hai ancora li la lista della spesa? Bene, segnaci i Marshmallows. Sono finiti.”  Cancellò un paio di linee dal foglio blu, e ne aggiunse delle altre. Prese una misura, decise che era inutile. Ne prese altre due e fece un elaborato calcolo mentale. “Credo che cinque chili di Marshmallows potrebbero bastare per superare l’inverno.”

Minion non obbiettò.

“E un altro camino esigo di averlo in camera. Il MegaBed sarà posizionato in modo da avercelo di fronte.” Rimase un attimo a contemplare il vuoto, poi sospirò e si lasciò andare ad un sorriso sognante e malizioso allo stesso tempo. “I Marshmallows non ci serviranno.”

“Mi permetta di ricordarle l’insonorizzazione della vostra camera da letto, Signore…

 

Ohy. Max, aspetta.”

Roxanne, perché io, con dieci chili di attrezzatura sulle spalle, cammino molto meglio di te con una borsetta di Gucci e le scarpe Prada?”

“La borsetta è di Prada e le scarpe di Gucci.” Brontolò la ragazza, torcendosi una caviglia. “Non portavo i tacchi da otto mesi.”

“Da quando ti sei messa con Megamind.”

“Gli scocciava avere la ragazza più alta di lui nelle occasioni pubbliche… Ohy ohy… mi sono abituata a camminare con le ballerine, chi si ricorda più come si fa a sopportare tutto il giorno questi trampoli?”

 “Chiamo un taxi?” Sospirò il cameraman.

Roxanne si rialzò fiera sul suo metro e sessantacinque di altezza, un moto d’orgoglio negli occhi cerulei. “Neppure per sbaglio! Per nulla al mondo mi perderei una passeggiata notturna sul lungo Senna!” Ricominciò a camminare impettita, superandolo e facendogli strada sul selciato insidioso. “Ahia. Ahia. Ahiia.”

Max sospirò. 

 

…Roxanne Ritchi, sempre dall’incantevole Parigi, vi augura una buona serata.”

Il cameraman staccò, annuendo soddisfatto. “Buona la terza, Roxanne. Togliendoti le scarpe avevi una faccia decisamente meno sofferente. Nelle prime due sembravi Maria Antonietta portata al patibolo.”

Roxanne ridacchiò, voltandosi. “Ora non ci resta che recuperare le scarpe e…” Si voltò dall’altra parte. “Max, ho messo le scarpe nel tuo zaino?”

“Certo che no Roxanne, le hai appoggiate alla balaustra.” Sistemando la videocamera, le indicò un punto della ringhiera. Vuoto.

Roxanne si precipitò imprecando.

E giù, nell’acqua melmosa della Senna, un ratto nuotava sereno con una Gucci in bocca.

Putaine.

 

 

Bon. Sto procedendo alla cieca, sappiatelo. Praticamente mi viene in mente cosa scrivere mentre lo faccio.

Parto con il dire che, cafona quale sono, non ho ringraziato ancora personalmente le ragazze che hanno commentato. Non è per cattiveria… è davvero per mancanza di tempo. Giuro, ci provo.

Anyway, ho cambiato i titoli dei capitoli sino ad ora postati con canzoni… in stile Megamind.

il 1° è diventato GOODBYE TO ROMANCE – Ozzy Osbourne.

Il 2° è SINCE I DON’T HAVE YOU – Guns’n’Roses. (che è anche la canzone nel capitol)

questo è HEAVEN AND HELL, Black Sabbath. (sempre il caro Ozzy) Pur impegnandomi, pur scartabellando nella mia discografia iTunes, pur ricorrendo a Wikipedia, non sono riuscita a trovare di meglio, fate Vobis. Mettetela cosi: Heaven sta per Megamind, che sta progettando il suo Covo Abitabile, mentre Hell… no, dai…ditemi che un ratto che nuota nella Senna con una scarpa Gucci in bocca non è un abominio sputato direttamente dall’inferno! XD

Grazie, grazie, grazie ancora!

Long Life to Megs!

A’ la prochaine,

EC.

 

   
 
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