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Autore: peluche    14/05/2012    12 recensioni
«Non hai ancora dimenticato Amber?» Gli chiesi ridendo,voltandomi.
«Oh no,ho ancora bisogno di te.» Mi disse scherzoso,avvicinandomi al suo corpo.
«Di me?» Gli chiesi,riprendendolo.
«Non di te,del sesso.» Mi disse soddisfatto,mentre iniziava a farmi scivolare via l'asciugamano. Lo fermai e mi guardò confuso.
«Ci utilizziamo a vicenda per il nostro divertimento?» Ci pensò un po' su e poi annuì divertito.
«A una condizione.» Sbuffò.
«Dobbiamo continuare ancora a parlare? - lo guardai serio – va bene,quale?»
«Solo sesso. Non ti devi innamorare di me.» Gli dissi secca. Lui mi guardò come se avesse già la vittoria in tasca.
«Tu ti innamorerai di me.» Mi disse poco dopo,accarezzandomi una guancia.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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AMICI DI LETTO -
capitolo 6.

 

 

L'ansia per l'esame cresceva sempre di più e i professori ci costringevano a fare delle stupide prove in ospedale. Prove che per lo più finivano per diventare delle lezione in cui noi ci limitavamo a guardare e ad annuire annoiati. Ci ripetevano le cose fino alla nausea,ma nonostante dicevano di ritenerci pronti per l'esame non ci davano il permesso di toccare i pazienti. Avevano scelto un ospedale un po' lontano dall'università e quel giorno il cielo aveva deciso di farmi penare e obbligarmi a non prendere il motorino. Elle mi aveva accompagnata con la macchina visto che passava da lì perchè aveva un non so che di corso di moda. Perchè una ragazza sceglie di studiare biologia quando hai il cervello offuscato da lustrini e seta?
«A domani Zoe!» Adam,il mio compagno di corso,mi salutò da lontano mentre si affrettava a raggiungere la sua macchina. La pioggia era cessata nel momento stesso in cui avevamo messo piede fuori dall'edificio,ed era evidente che il tempo ce l'aveva con me. Decisi di iniziare a incamminarmi verso l'università,sperando di incontrare qualche conoscente e trovare un passaggio. C'era molta confusione in città quel giorno,per il semplice fatto che era l'orario di punta. La gente usciva dal lavoro e i ragazzi uscivano da scuola. A questo proposito,mi passarono accanto un'infinità di bambini con indosso un ridicolissimo grembiulino di un azzurro un po' triste,eccitati di tornare a casa. Passai di fronte la scuola e notai una bambina seduta sulle scale,con il viso tra le mani. Mi sembrava di conoscerla,ma non ero sicura. Cercai di fare mente locale e di ricordarmi il nome,quando una lampadina mi si accese nel cervello.
«Safaa?» La piccola sollevò il viso e riconobbi quei grandi occhi scuri,uguali a quelli del fratello.
«Oh, - La bimba aveva accennato a un minimo entusiasmo che spense all'istante quando mi vide – ciao Zoe.» Mi avvicinai salendo le scale e mettendomi seduta.
«Tutto bene?» Le chiesi. Aveva un'espressione furiosa,come se qualcuno le avesse appena fatto un torto.
«Doveva venirmi a prendere,non lo ricorda mai!» Mise il broncio scocciata e iniziò a piagnucolora,nascondendo il volto. Le accarezzai i capelli e cercai di essere più premurosa possibile. Con i ragazzi sapevo essere stronza,ma con i bambini cambiavo radicalmente.
«Di chi parli Safaa?» Le chiesi.
«Di quell'idiota di mio fratello,ecco di chi!» Risi divertita.
«Sai quante volte mia mamma si è dimenticata di prendermi a scuola?» Sollevò di nuovo il viso e si asciugò le lacrime.
«Tante?» Annuì.
«E sai io che facevo? - Le asciugai una lacrima che le stava scivolando sulla guancia – Me ne andavo a piedi a casa con un bel gelato in mano.» Il viso della piccola si illuminò con un grande sorriso.
«A me andrebbe un gelato!» Mi alzai di scatto e le porsi una mano.
«Allora basta piagnucolare e andiamo a prenderlo.» Mi strinse la mano e si sollevò da terra. Scendemmo dalle scale e puntammo dritte al parco,dove sapevo ci fosse un carretto dei gelati. Mia mamma faceva l'agente e a casa non si vedeva mai. Ogni volta che si dimenticava di venirmi a prendere mi comprava un regalo per farsi perdonare,ma io non lo aprivo mai. Ho sempre odiato le persone che comprano l'affetto. E' brutto da dire ma io non ho mai avuto una vera madre,il mio eroe era mio padre. Amava così tanto mia madre al punto di difenderla ad ogni costo e amava così tanto me che spesso lasciava il lavoro per venire a vedermi.
«Pistacchio.» La voce di Safaa mi riportò alla realtà,mentre diceva gentilmente il gusto del gelato al signore. Pagai il cono e la vidi contenta mentre iniziava a leccarlo.
«Grazie signora.» Mi disse,imbarazzata.
«Io sono Zoe.» La corressi.
«So chi sei, - Iniziò ad addentare il biscotto che il tizio le aveva messo tra il gelato mentre mi parlava – mio fratello mi ha parlato di te.» Feci una smorfia.
«Ti ha parlato di me?» Safaa continuava a non guardarmi e a leccare il gelato. E' buffo che a una bambina possa piacere il gusto pistacchio. A me non è mai piaciuto per esempio,neanche adesso.
«Si mi ha detto che ti ha conosciuto ad una festa e che sei una sua amica ma anche se ho otto anni non sono stupida, - di come parlava sembrava avesse la mia età in realtà – so che sei la sua ragazza.» Mi fermai di colpo e iniziai a ridere. Per la prima volta da quando aveva preso il gelato,la bambina si voltò a guardarmi.
«Io e Zayn non siamo fidanzati.» Le dissi,asciugandomi le lacrime.
«Bè se non lo siete,lo diventerete presto.» Si voltò di nuovo per riprendere a camminare e senza dire niente la seguì. Avevamo ormai raggiunto l'uscito del parco e stavamo camminando da un po' tra le vie affollate.
«Allora hai qualche idea di dove possa essere tuo fratello?» Le chiesi. Safaa non mi rispose subito,ma si guardava attorno come a cercare qualcosa.
«Forse a fare stupide fotografie in giro.» Si fermò davanti a un cancelletto male andato e mi resi conto solo in quel momento che eravamo in una via stretta,piena di spazzatura in giro.
«Io sono arrivata.» Disse,entrando e salendo in cima alle scale di un portone. Mi guardai attorno preoccupata. La via era un po' tetra,cani randagi passeggiavano e anche qualche barbone.
«Sei sicura di abitare qui Safaa?» Le chiesi. La bambina mi sorrise e annuì.
«Grazie tante Zoe.» Fece per voltarsi ma la richiamai.
«Aspetta posso accompagnarti dentro?» Fece subito cenno di no e mi salutò con un cenno della mano. La salutai anche io quando ormai era voltata di spalle e indietreggiai guardandomi ancora attorno. Rimasi a guardare la casa tetra in cui Safaa era entrata,notando le serrande abbassate e i muri pieni di muschio. Senza guardare avanti andai a sbattere contro qualcosa che mi fece rifare un passo indietro.
«Cazzo!» Mi portai la mano sulla fronte socchiudendo gli occhi dal dolore. Avevo sbattuto la fronte contro la fronte di qualcun'altro ed era come aver sbattuto contro un palo.
«Zoe?» Alzai lo sguardo e trovai il volto di Zayn che mi guardava stranito. Volto che era nascosto da un capello con visiera che gli faceva ombra sulla faccia.
«Che diamine fai qua?» Mi aggredì come quel giorno sul balcone.
«Potresti fare meno lo stronzo visto che in questo momento la fronte mi sta andando a puttane per aver sbattuto contro la tua?» Mi guardò per un attimo e poi notai un mezzo sorriso sul suo volto.
«Mi dispiace,non è colpa mia se hai la testa grossa.» Allungò una mano per potermi accarezzare la fronte ma mi allontanai, seccata.
«Perchè quella visiera? - Gli chiesi – Non c'è tanto sole.» Il sorriso scomparve all'istante.
«Che ci fai fuori casa mia?» Mi rispose con un'altra domanda. Odiavo quando faceva così.
«Vabè ci vediamo Zayn.» Feci per superarlo ma mi fece voltare prendendomi dal braccio e facendomi male.
«Che facevi qui?» Mi richiese,scandendo meglio le parole.
«Dimmi perchè hai un cappello.» Eravamo rimasti fermi in quella posizione. Io fissavo il cappello verde militare che aveva sulla testa,mentre cercavo di liberare il braccio,lui stringeva sempre di più la presa.
«Te lo sto chiedendo perfavore,come mai se venuta qui?» Questa volta me lo chiese più calmo.
«Mi stai facendo male al braccio Zayn,lasciami!» Continuavo a dimenarmi e lui continuava a stringere con le dita. Senza pensarci con l'altra mano gli tirai un ceffone con tutta la forza che avevo e il cappello gli volò a terra. La guancia gli diventò rossa e la forma delle mie cinque dita iniziò a farsi più nidita.
«Zayn scusa non volevo!» Iniziai a dire,ma quando si voltò notai una gigantesca macchia viola sul suo occhio sinistro.
«Che hai all'occhio?» Gli chiesi più seria possibile,lui però raccolse velocemente il cappello da terra e se lo rimise.
«Devo andare a casa.» Lo afferrai dalla giacca ma lui mi bloccò le braccia saldamente,tanto da farmi anche questa volta male. Mi guardò negli occhi più serio che mai.
«Vattene Zoe.» Mi disse. Senza dire parola scivolai dalla sua presa e mi allontanai velocemente,desiderando di arrivare il più in fretta possibile al dormitorio.

 

«Un occhio nero hai detto?» Mi richiese Dana per la quarta volta mentre teneva tra le mani una cioccolata calda. Annuì annoiata mentre ero distesa con la testa sul tavolo. La mia posizione mentre pensavo.
«I ragazzi con l'occhio nero sono più sexi.» Intervenne Elle,per dire una delle sue solite stronzate ovviamente.
«Magari è in qualche setta.» Aggiunse. Dana le fece una smorfia.
«Hai detto che vivono in una specie di via abbandonata,potrebbe essere.» Si sedette accanto a noi iniziando a sorseggiare il suo tea.
«Pensavo avesse un qualche appartamento in centro,non lo immaginavo proprio un tipo pieno di problemi.» Dissi io,tamburellando le dita sul tavolo.
«Io si,ero eccitata all'idea che fosse figlia di un qualche terrorista.» Disse Elle euforica.
«Per carità,stiamo parlando di un occhio nero! Ne state facendo una tragedia!» Dana si alzò dalla sedia e andò verso il frigo.
«Occhio nero e casa tetra non vanno mai bene insieme.» Elle prese la tazza e andò a sedersi sul divano.
«Louis o Niall non pensate sappiano niente?» Chiesi,disperata.
«Che cucciola quando ti preoccupi del tuo amante.» Mi stuzzicò Elle.
«Io non mi preoccupo! Voglio solo avere la certezza di non andare a letto con uno psicopatico.» Elle si alzò e si rimise seduta davanti a me.
«Perchè non ammetti che ti piace? Quell'aria misteriosa nei ragazzi piace a tutte.» Appoggiò la tazza sul tavolo,fissandomi.
«Anche se faccio la stronza con loro sul tema amoroso,non vuol dire che non ho un po' di sensibilità.» Dana ci raggiunse,prendendo posto accanto ad Elle.
«Allora chiamalo adesso,vai da lui e facci sesso.» Elle mi porse il mio telefono sfidandomi.
«Elle sai che lo farà.» Intervenne Dana.
«Senza pensare all'occhio o al livido nel petto.» Aggiunse la biondina. Senza nessun tipo di problema afferrai il telefono e composi velocemente il numero.
Pronto?
«Zayn dove sei?»
In un pub perchè?
«Ne ho voglia,adesso.» Mi voltai verso Elle.
Vengo subito sotto da te.
Agganciai e rimisi il telefono sul tavolo,soddisfatta.
«Vado a prepararmi chiappe d'oro.» Le dissi,scoccandole un bacio sulla guancia.
«Allora è vero che sei una fottutissima stronza senza cuore.» Le sorrisi e corsi velocemente in stanza per mettermi qualcosa di più decente di una vestaglia di lana. Sicuramente una fidanzata,una ragazza stracotta non avrebbe più fatto l'amore col suo ragazzo fin quando non avesse scoperto la causa di quei lividi,ma qui si trattava di me. Scelsi una felpa per non farlo litigare coi bottoni e,salutando le mie amiche,scesi velocemente sotto quando mi fece lo squillo sul telefono. Adoravo le sfide ed Elle lo sapeva. E più di ogni altra cosa amavo vincere e non perdevo quasi mai.
Uscì dall'edificio e percorsi il prato quando vidi la macchina di Zayn posteggiata lungo la strada. Arrivai alla portiera e la aprì velocemente,entrandoci.
«Zoe mi disp..» Stava per iniziare a dire qualcosa ma io mi lanciai sulle sue labbra per zittirlo.
«Non mi interessa quello che è successo oggi, - Gli dissi allontanandomi poco – voglio solo fare sesso e basta.» Gli presi una mano e la feci scivolare sotto la mia felpa fino a farla arrivare sul mio seno. Zayn si lanciò con foga a baciare le mie labbra e mi sollevò per portarmi sul sedile posteriore. Gli andai sopra e iniziai a baciarlo sul collo. Sentivo l'adrenalina per la sfida con Elle scorrermi nelle vene e quella sera mi andava di guidare io il gioco. Zayn mi sfilò la felpa lasciandomi in reggiseno e si alzò mettendosi seduto. Quella sera non avrei tollerato nessun tipo di carezza o coccola.
«Ti è successo qualcosa?» Mi chiese lui ridendo,mentre gli sbottonavo la camicia.
«Deve essere successo per forza qualcosa?» Gliela tolsi e iniziai a baciargli il petto mentre lui mi accarezzava i capelli.
«Zoe Zoe Zoe.» Disse. Mi fermai per un momento guardandolo confusa.
«Cosa ti ho insegnato la sera che ci siamo conosciuti?» Mi chiese.
«Che la canottiera è meglio della camicia?» Risposi imbarazzata. Zayn fece cenno di no e in un secondo mi portò giù sotto di lui entrando dentro me. Urlai e lui mi tappò la bocca con una mano.
«Ti ho insegnato che a me piace guidare.» Mi sussurrò all'orecchio. Mentre teneva la mano sulla mia bocca e lo vedevo andare avanti e indietro,mi accorsi del suo livido viola melanzana. In realtà volevo sapere come se lo era procurato,perchè non volevo si mettesse nei guai. Questo no perchè provassi una sorta di sentimenti verso di lui,semplicemente perchè forse un minimo ci tenevo,anche se ci usavamo come giocattoli.
 

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Salve a tutti C:
Come siamo? Questo capitolo mi piace molto,anche perchè per rappresentare la piccola Safaa ho pensato alla mia cuginetta di otto anni e quindi posso assicurarvi che capirà molte più cose di Zayn e Zoe messi insieme ;)
Scusate se ci sono errori ma per la fretta di pubblicarlo non l'ho riletto :S

Fatemi sapere e vi ringrazio tutti,davvero <3

Un bacio,Cla (:
 

  
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