Mi dispiace.
Sul serio, perdonatemi!
Ultimo aggiornamento : 2011…Merlino, è un’eternità!
Chiedo perdono.
Ma eccomi qui con un bel capitolo fresco fresco di
scrittura folle!
Un bacio
Capitolo 22
Un paio di giorni dopo la
sventurata (nonché malsana) idea di Blaise di mangiare un pentolone di pasta al
pesto poco salata e piuttosto al dente, Ron Weasley entrò di corsa a casa, con
un sorrisone stampato in faccia e una quantità considerevole di volantini stretta
al petto. Nessuno mancò di notare che aveva ancora mezza faccia tinta di bianco
e rosso, e quello che doveva essere un sorriso gigantesco rosso carminio era
ormai una macchia slavata di rossetto.
Non sembrava rendersene
conto, anche se sicuramente si accorse delle scarpe, la causa del motivo per
cui cadde tre volte prima di arrivare al tavolo in cucina. Pansy Parkinson, che
cercava di non uccidere Harry-ladro-di-toast-alla-marmellata-Potter, si
concentrò sulla prossima battuta da fare a Weasley.
Non ci voleva un genio, il
materiale c’era, ma doveva assolutamente evitare
gli omicidi.
Hermione stava facendo con
Blaise il primo puzzle con un numero di tasselli superiore a trenta, ma
s’interruppe subito quando una cascata di volantini e depliant caddero sul
tavolo e sulle sue gambe.
Draco si levò un volantino
dalla faccia, esibendo un’alzata di sopracciglio notevole.
- PER FAVORE HERMIONE! Ti
prego ti prego ti prego! – urlò Ron, fracassando i timpani di metà della gente
nella cucina. Hermione sospirò, aprendo il depliant.
- Qualunque cosa sia, è
no. – sibilò Blaise, con una smorfia. Prese un volantino al volo e sbiancò
all’istante.
- APPUNTO. No, Weasley, te
lo scordi. –
- Ma cosa? – chiesero
Pansy ed Harry, non particolarmente interessati. Stavano ancora lottando per il
toast, e anche se la curiosità di vedere Blaise che quasi sveniva non era poca,
il toast alla marmellata ai frutti di bosco era più importante.
- Questo pazzo degenere!
Questo stolto color carota marcia! Questo idiota con un distributore di
cioccorane al posto del cervello! Questo concentrat…-
- Blaise! – lo riprese
Hermione, senza alzare gli occhi dal volantino. Leggeva velocemente mordendosi
le labbra per trattenere un sorriso sadico, Draco lo sapeva. Lui era solidale
al suo migliore amico.
LUI NON CI ANDAVA IN QUEL
POSTACCIO LI’!
Ron non degnò di
un’occhiata le Serpi, e guardò Hermione, con gli occhi lucidi dall’emozione.
- Farò tutto io, lo
prometto! Tutto! Guido anche la macchina, se serve! Faccio io le valigie! –
- Non metterai le TUE
zampe nella MIA roba, è fuori discussione! – urlò Pansy, agitata. Harry
approfittò della sua distrazione per mordere l’ultimo pezzo di toast.
- Ho vinto, Parkinson!
Beh, guarda il lato positivo…non ingrasserai! – sogghignò, avvicinandosi ad
Hermione per leggere da sopra la sua spalla.
Pansy fu la seconda
persona a sbiancare nella stanza (Blaise era ormai accasciato sulla poltrona, e
stringeva convulsamente il foglietto di carta con espressione vuota). La
ragazza guardò solo per un secondo il pezzo di pane, senza marmellata, che le
era rimasto in mano, e poi guardò Harry.
- Potter…Sono grassa?–
chiese, con un filo di voce.
Harry e Ron si scambiarono
uno sguardo.
- Parkinson…era una
battuta…- provò a dire Harry.
- SE L’HAI DETTO VUOL DIRE
CHE C’E’ UN FONDO DI VERITA’! – esplose Pansy, cominciando a camminare avanti
ed indietro. Cominciò a torturarsi i capelli, sotto gli occhi allibiti di metà
stanza.
- Merlino, siete sempre i
soliti – imprecò Draco – Erano mesi che non pensava più alla linea, una vera
benedizione…Hai idea di quanto ci abbia messo
perché non rompesse più? Potter, sei la mia rovina! –
- P-Pansy…Io scherzavo,
non ti trovo affatto grassa, lo giuro! – Harry era (c’è bisogno di dirlo?)
diventato bianco come uno strofinaccio. Lui…lui non ci sapeva fare con le
ragazze, aveva come amica Hermione che era un’entità superiore…si era visto,
con Cho, le faceva solo piangere o incazzare!
Prevedibilmente, Pansy si
girò verso di lui con espressione furiosa
- LO DICI SOLO PERCHE’ NON
TI VA DI SENTIRMI!-
- Potter, questa te la
sbrighi da solo…trasferiamoci in cucina, dobbiamo spiegare a Weasley il
significato della parola NO. - disse
Draco, prendendo una manciata di volantini e prendendo Hermione per il gomito
- Granger, attenta a ciò
che fai…se lo assecondi te la faccio pagare- sibilò, stringendo gli occhi.
- Sai che paura! – sbuffò
la ragazza, abbandonando il migliore amico ai film mentali di Pansy.
- Parkinson, ma tu sei…uno stecchino, diamine! –
- Sto invecchiando! Mi sto facendo brutta!-
Draco si buttò
all’indietro sul divano, le braccia incrociate dietro la testa una smorfia
indignata.
- Io non ci vado! – disse,
col tipico tono di una persona
profondamente convinta che tutti la pensino come lei. Per essere una
Serpe era così ingenuo, a volte…
- Non so, a me pare una
buona idea…non sarebbe carino? Campeggio davanti al fuoco, a raccontarci storie
di fantasmi e mangiare marshmallow…senza contare che aiuterebbe lo spirito di
sopravvivenza e di complicità che stiamo instaurando…-
- Balle! Dacci un taglio
Granger! –
- Esattamente ciò che
intendevo…-
- Ma no! Avanti, Parkinson, guardati, sei uno
splendore! –
- Non dici sul serio, idiota ipocrita!-
- Ma c-certo che sì, Pansy! –
- Ho sentito un’esitazione! L’HO SENTITA! Nella tua
voce! Qualcosa da dire a tua discolpa? –
Ron sventolò una mano
davanti alla faccia di Blaise, che da parte sua si limitava a respirare e
fissare il soffitto con occhi vuoti.
- E’andato. Completamente.
– disse, non tentando neanche di nascondere la vena di compiacimento.
Draco sbuffò, esasperato -
Colpa tua e delle tue idee malsane, Weasley! E poi è impossibile andare in
campeggio! Non abbiamo tende!-
Ad Hermione dispiacque
moltissimo cancellargli dalla faccia il compiacimento legato a ciò che aveva
appena detto. Moltissimo. Era per questo che si stava trattenendo dal ridergli
in faccia.
- Beh…hai ragione
Draco…non abbiamo tende magiche…ma ci
sono quattro tende in fondo all’armadio in camera mia, le ho trovate una
settimana fa, sai? Che coincidenza! – cinguettò, sorridendogli candidamente.
Draco (che lo dico a fare?)
sbiancò.
- Che…che…che la tua bellezza mi distrae! Anzi, la
tua magrezza! –
-…Dici davvero? –
- Ma certo, Parkinson! Non direi mai nulla neppure
sui tuoi capelli…-
- COS’HA CHE NON VANNO I MIEI CAPELLI? –
- Santo Merlino…-
- Quindi è deciso! – esultò
Ron, facendo rovesciare la poltrona.
Dove stava seduto Blaise,
ma tanto lui non se ne accorse.
Draco si rialzò dal divano
passandosi le mani tra i capelli, con una smorfia.
- No, idiota,! Hai
pensato…ai sacchetti col pelo? –
Hermione scoppiò a ridere,
ma Ron prese la domanda incredibilmente sul serio.
- Nella mia camera, sotto
al letto! Dieci sacchetti col pelo! –
- S-Sacchi a pelo, ragazzi
– ansimò Hermione asciugandosi una lacrima. I due la guardarono stupiti, come
se non riuscissero a credere che si chiamassero in un modo diverso da ciò che
avevano detto.
- Beh…il fuoco! Come
facciamo ad accendere il fuoco? – sbottò Draco, alzando le braccia in segno di
disperazione. Non capivano la gravità della cosa?
- Spero tu sappia che ti
stai arrampicando penosamente sugli specchi – lo riprese Ron, tronfio.
Draco si guardò
freneticamente attorno, cercando qualcosa che lo aiutasse.
- Non avremo
- Sono solo sette giorni,
non moriremo. –
- Potrebbero esserci degli
orsi! Dei lupi mannari! –
- Malfoy, sbaglio o hai
paura? –
- Paura io! – Draco
sbuffò, indignato. Poi si girò verso Hermione, che lo guardava divertito.
Doveva giocare l’ultima carta. E Merlino sapeva solo quanto aveva bisogno d’aiuto
in quel momento.
- Grang…Hermione! Io
credevo che mi amassi! – disse, inginocchiandosi davanti a lei. Hermione lo
guardò omicida. Ci avevano messo così
tanto a far dimenticare quella storia, Merlino! Ron li stava guardando
sbigottito. Blaise era a terra insieme alla sedia, le gambe all’aria e
l’espressione fissa.
- Ho le doppie punte, è per questo che non
piaccio?-
- Pansy, tu piaci a tantissime persone! E non lo
dico per dire! –
- Potter, sei un ipocrita bugiardo insensibile! –
- Per la sciarpa rosso-oro di Merlino, Pansy! –
-Hey…Hey Hey Hey! Non cominciare ad offendere,
Merlino era Serpeverde. –
- Malfoy, ti avverto…-
- Stai davvero bene, oggi,
sai Hermione? Ti vedo in forma…più vivace e allegra, insomma…ti si illuminano
gli occhi! – la interruppe Draco, guardandola con un sorriso smagliante.
Hermione arrossì e lo
scacciò con una spinta.
- Piantala! In campeggio
ci andiamo! –
- Granger, credo di
odiarti.- sibilò imbronciato.
Poi, al culmine della
disperazione indicò a terra.
- GUARDA! GUARDA COSA STAI
FACENDO A BLAISE! – urlò, l’indice proteso verso il corpo immobile dell’amico.
- Sopravvivrà. – fu il
commento insofferente della ragazza.
Ron, al culmine della
gioia, decise di portare su Draco per fargli fare la valigia, al che lui, ormai
nel panico totale, fece la prima cosa che gli venisse in mente, divincolandosi
da Weasley.
- Miaooo…- gemette,
socchiudendo gli occhi.
Hermione lo guardò
sbigottita, Ron lasciò la presa sulla sua spalla e persino le voci in cucina
s’interruppero.
- Oh…Merlino. – sussurrò
Draco, rendendosi conto in quel preciso
istante di ciò che aveva fatto.
- Malfoy…hai miagolato.
– disse Hermione, cercando di avere
tatto.
- No, non è vero. –
rispose subito lui.
Pansy si affacciò dalla
cucina - Malfoy…tu hai miagolato. –
- Sono voci false e
scabrose che cercano di attentare alla mia immagine. – disse lui alzando la
voce ed evitando lo sguardo degli altri.
- Malfoy, è inutile
negare. Ti abbiamo sentito tutti. –
- Blaise no! Vero Blaise?
–
Blaise non rispose.
- Visto? Neanche parla per
l’indignazione! –
- Draco? – lo chiamò
Hermione
- Si, Granger? –
- Ti consiglio di andare a
fare la valigia, visto che partiamo domani all’alba…e già che ci sei fatti un
bel bagno caldo. Noi cercheremo di dimenticare. –
- Vedrò che posso fare –
Hermione basi alzò dalla
poltroncina, un sorriso radioso sulle labbra.
- Ottimo. Gente, domani si
parte per il campeggio! –
- Mi si rovineranno ancora
di più i capelli, Potter? –
- Merlino, aiutami…-
Quando Blaise si riprese
dallo stato comatoso si trovò nel suo letto, con davanti Hermione che gli
tendeva un bicchiere d’acqua fresca.
- Oh, ciao Hermione – la
salutò, accettando il bicchiere. Poi guardò la ragazza, indeciso se bere o no.
Tutta questa gentilezza
verso un Serpeverde? La cosa puzzava…
- Blaise…ti senti meglio,
spero! Sei rimasto in stato vegetale per un po’, ci eravamo preoccupati – gli
disse premurosa la ragazza, sedendosi sul bordo del letto. Blaise le sorrise.
Andiamo, era Hermione
Granger. Avrebbe regalato la propria bacchetta a Bellatrix Lestrange, se solo
lei le avesse chiesto per favore. Bevve un sorso d’acqua.
- Sai..- ridacchiò dopo
qualche minuto – Ho fatto un sogno proprio strano! C’era Weasley che entrava in
cucina e ci proponeva di andare in campeggio! IN campeggio, capisci? IO! In
campeggio! Devo aver mangiato un po’ troppo, ieri…-
Hermione sorrise
nervosamente
- Ehm, si...Ecco, Blaise…-
cominciò lei, torcendosi le mani
- Granger? –
- Mettiamo che
ipoteticamente non si fosse trattato proprio
di un sogno…-
Blaise chiuse per un
secondo gli occhi, per poi fissarli nuovamente
in quelli di Hermione.
- Ehm…si, ecco, e mettiamo
pure che anche Malfoy si è arreso…e che partiamo all’alba…-
- All’alba. –
- Sì…E mettiamo anche che
bisogna mettersi vestiti comodi…niente foulard, niente camicie. –
- Stai parlando di…tute? –
- Se non ce le hai te le
presta Har…-
- NON SE NE PARLA NEMMENO!
– urlarono due voci in coro.
Harry si fiondò nella
camera, i capelli scompigliati e l’espressione agghiacciata.
Blaise stava per tornare
nell’oblio.
- Ok! Va bene!Trova tu il
modo, Blaise…sappi solo che partiamo fra…dieci ore! Dovrebbe essere abbastanza
tempo, considerato che il campeggio è solo cinque giorni, no? Hai tutto il
tempo di fare la valigia con calma. Portati poche cose, va bene? – disse dolcemente la ragazza.
E fu in quel momento che
Blaise esplose.
- E C-COME FACCIO IO IN
SOLE DIECI ORE A P-PREPARARE UNA VALIGIA DA CINQUE GIORNI? CONSIDERATO CHE DEVO
PORTARMI T-TUTE? –
- Quando qualcosa ti
spaventa balbetti, Zaibini? – chiese interessato Harry.
- Chiudi quella fogna,
Potter. –
- Eccolo! SO perché non
dobbiamo partire! – urlò Draco uscendo dal bagno con un asciugamano striminzito
che copriva decisamente poco.
Hermione arrossì in modo
indecente e si voltò dall’altra parte, coprendosi gli occhi con le mani.
- Copriti, razza di
svergognato! –
Draco guardò in basso e
ghignò.
- Scusami se ti provoco
distrazioni, Granger…comunque! Non abbiamo un mezzo di trasporto! –
- Mi dispiace, a questo ho
risolto io – disse Pansy aprendo la porta della camera delle ragazze e
prendendo una felpa. Quattro paia di occhi curiosi si girarono verso di lei.
- Credo di aver appena
noleggiato per telefono una…gi…ge…ghe…-
- …una jeep? – le venne in
aiuto Harry, gli occhi accesi di speranza.
- Si, quella. –
- Harry. Tu non guiderai.
–
- Ma Hermione! –
- Pansy, sei da oggi la
mia nemica mortale – disse Draco, chiudendosi in bagno cercando di fare
un’uscita dignitosa.
- Malfoy? – chiamò la voce
ridente di Hermione. Era così allegra che Draco non poté fare a meno di
girarsi.
- Ti sei esercitato a fare
anche le fusa? –
Un coro di risate venne
seguito all’istante da una porta sbattuta con forza.
* * *
All’alba il risveglio fu
drammatico.
Hermione…Beh, non fu così
difficile per lei svegliarsi alle cinque, dato che lo faceva tutte le mattina
per pulire il soggiorno, vestirsi, cucinare la colazione e studiare
(studiare!Stava lontana dalla scuola, per Morgana!), quindi non le diede tanto
fastidio.
Quello che la rese
leggermente isterica fu il rendersi conto di dover svegliare tutti gli altri,
roba da cominciare a dare testate al muro sussurrando “non è impossibile, non è impossibile, non è impossibile…”
Ma in fondo si trattava di
Hermione Granger, non si sarebbe certo lasciata intimidire da una bazzecola
come svegliare cinque persone!
Ma non aveva senso indugiare ancora, e così
cominciò dalla sua adorabile compagna di camera.
Anche se viveva da ormai
qualche settimana con lei, non aveva mai testato la sveglia mattutina delle
cinque, e sinceramente si era augurata di non doverlo fare mai.
Ma tant’è, che si avvicinò
al letto di Pansy con cautela.
Sospirando profondamente,
allungò una mano per scrollarle la spalla.
- Parkinson…dai, sono le
cinque…è ora di alzarsi…- disse con voce dolce. Pansy non si mosse.
- Pansy…su, fai
- Pansy! – Hermione provò
a toccarle il viso, ma venne immediatamente bloccata sotto di sé con una mossa
velocissima. Pansy Parkinson ancora ad occhi chiusi le stava torcendo i polsi,
mentre borbottava a proposito di una veste da strega scontata a Madama McLan. A
giudicare dall’espressione determinata, Hermione giudicò che stesse sognando di
battersi contro le altre che attaccavano il negozio.
- Serpe, svegliati! –
disse Hermione agitata, ma Pansy si limitò a bloccarla sul letto completamente.
- Pansy. – disse la voce
assonnata di Draco. – Molla
- Malfoy! –
- Granger, se non ci fossi
io…-
- Fa sempre così? –
- Solo se si sveglia ad
orari improponibili…è molto brava nelle arti marziali, mentre dorme – commentò
il ragazzo, lisciandosi i capelli.
- Ok, beh…io vado a
svegliare Harry e Ron, ci pensi tu a Zabini? – chiese Hermione. Si tirò su dal
letto e superò Pansy, infilata per metà nell’armadio. Draco sorrise
- Affatto. Vediamo che sai
fare, Grifondoro –
Hermione strinse gli
occhi, accettando la sfida “Basta usare
le buone maniere, allora”
- Oh…Granger. Lavo i
piatti al campeggio se riesci ad inventarti modi diversi per svegliare i
restanti –
Detto questo Draco si
diresse in cucina, col borsone già pronto.
- …Malfoy! Ma io come ti
ho svegliato?- chiese Hermione, andandogli dietro.
- Con le tue urla da
cornacchia, ovviamente. – rispose lui senza voltarsi indietro.
La ragazza si trattenne
dal tirargli contro una scarpa.
- Idiota – bofonchiò,
voltandogli le spalle. Si diresse in camera di Blaise, perché era singola e
c’erano meno possibilità che si svegliassero gli altri due.
“Vediamo…Ho usato le urla
per Draco e la voce dolce con Pansy, anche se non ha funzionato particolarmente
bene…beh, mi ricordo un buon metodo”
pensò, con un sorrisetto.
Blaise dormiva.
Profondamente.
Era il paradiso dei sensi,
dormire. Le membra che si rilassavano, la mente sognante, le palpebre chiuse e
il respiro tranquillo. E soprattutto il pigiama e le coperte calde.
Cosa poteva volere di più?
Amava dormire. E Amava il
suo piumone…
...un momento Perché
sentiva improvvisamente un risolino sopra di lui?
Aprì gli occhi, confuso,
giusto in tempo per vedere una Granger sghignazzante che reggeva esattamente sopra i suoi capelli una
brocca d’acqua. Non ci voleva molto per capire cosa volesse fare.
- Granger…sono sveglio.
Posa quell’arma. – disse a bassa voce.
- Meglio controllare. –
replicò lei, e con un gesto secco rovesciò la brocca sui suoi capelli e in
contemporanea tirò via le coperte.
Blaise rimase impietrito.
- Buongiorno, Blaise –
sussurrò dolce come lo zucchero Hermione.
Zabini non ebbe la forza
di guardarla con aria assassina. Era vicino all’ibernazione.
- Potresti aspettare
cinque minuti prima di cominciare ad urlare come Merlino quando scprì che
Morgna aera lesbica? La colazione ti aspetta giù –
La odiava. Odiava.
Harry dormiva.
Beatamente.
Meravigliosamente.
C’era un gran silenzio,
mentre dormiva, se si escludeva il russare di Ron. Ma quello ormai era come il
canto degli uccellini o il vento tra gli alberi. Assolutamente ordinario.
Adorava il silenzio.
- Harry? Harry? Harry?
Harry? Harry? Harry? Harry? Harry? Harry? –
No. Quello non era
silenzio.
Va beh, sarebbe bastato
ignorarlo. Qualche minuto e la voce si sarebbe stufata.
- Harry? Harry? Harry?
Harry? Harry? Harry? Harry? Harry? Harry? Harry? -
Erano passati cinque fottutissimi minuti.
E la voce non aveva
cambiato intonazione di una virgola. Harry grugnì, e si girò dall’altro lato,
gli occhi ostinatamente chiusi.
- Harry? Harry? Harry?
Harry? Harry? Harry? Harry? Harry? Harry? Harry? -
Conosceva una sola
persona, una sola persona che potesse essere così zelante.
Una sola abbastanza crudele da poter fare una cosa del
genere, in quella cosa.
Probabilmente per
scommessa.
- Harry? Harry? Harry?
Harry? Harry? Harry? Harry? Harry? Harry? Harry? -
Non gliel’avrebbe data
vinta. Non l’avrebbe fatto. Avrebbe perso la voce, accidenti a lei!
- Harry? Harry? Harry?
Harry? Harry? Harry? Harry? Harry? Harry? Harry? -
- AL DIAVOLO, HERMIONE, MI
ALZO, MI ALZO! – urlò Harry.
Hermione sorrise, e gli
baciò una guancia.
- Hai il tempo di
vestirti. Ti voglio bene –
La odiava. ODIAVA.
Hermione cacciò fuori
dalla porta Harry, in mutande, per evitare che svegliasse Ron che ancora dormiva profondamente, a
giudicare dal rumore.
Ora doveva pensare.
Solletico? Nah.
Tappargli il naso?Ma dai,
già russava a pieni polmoni con la bocca aperta, a che pro?
Né acqua, né coperte.
Cosa mancava?
…Beh…non era così
meschina, no?
Ma d’altronde di lavare i
piatti non andava a nessuno.
Ma lei non avrebbe mai…
Oh, certo, lei no, certo
che no. Ma qualcun altro sì…
Merlino, stava per essere
contagiata dalle Serpi.
Ron dormiva.
Saporitamente.
A lui non piaceva dormire.
Lo faceva e basta.
Era come mangiare, no?
Insomma, dormiva. E più dormiva, meglio era.
Nessuno lo avrebbe destato
da quel sonno…
- Ron…-
Nessuno. Tranne quella
voce. Quella era Hermione!
E stava nel suo letto!
O meglio…vicino al suo
letto.
Ma…ecco, ecco la sua mano!
- Ron, devi svegliarti…-
Ma no, era tanto bello
starsene lì, con la sua mano che gli carezzava i capelli…
Cercò il suo braccio.
- Ron, dai, alzati…-
Aspirò l’odore della sua
pelle, con un sorriso beato, toccò i suoi capelli lisci…
…lisci?
Aprì gli occhi di scatto,
e si trovò davanti il viso sorridente e (soprattutto) addormentato di Pansy
Parkinson a pochi centimetri dal suo, e come burattinaio Hermione Granger le
guidava mani e gambe, con un grande sorriso divertito.
- Era ora,
dormiglione…senti, la svegli tu Pansy? Io devo andare a preparare i toast per
il viaggio! –
E si congedò così, con un
bel sorriso e una scompigliata di capelli.
Ron rimase col corpo
addormentato della Parkinson.
Quella non era la sua
migliore amica.
Era un serpe, per Melrino!
- Sì, Granger, lo ammetto,
ti sei superata – commentò Draco ghignando, mentre le tendeva la quinta borsa
da mettere nella Jeep. Era una mattinata nebbiosa, e loro erano i soli non
traumatizzati e moralmente carichi per preparare la macchina.
- Sbaglio o avevo sentito
qualcuno che aveva promesso che avrebbe lavato i piatti? – chiese Hermione,
guardandolo di sfuggita.
- Lavori d’immaginazione,
Granger. – replicò lui.
- MALFOY! –
- Granger, dovresti
stressarti di meno…-
Proprio mentre
incastravano l’ultima borsa, un coro di voci seriamente pericolose si levò da
dentro casa.
- HERMIONE! –
- Mi hai buttato l’acqua
sui capelli! –
- Perchè mi sono
risvegliata col rosso che mi palpava, Granger? –
- Credo di odiarti,
Hermione. –
- Sui miei capelli! –
Hermione alzò le mani, già
pronta a scaricare la colpa su Draco, ma il ragazzo la precedette, con un
sorriso.
- Miei cari coinquilini,
io ho cercato di fermarla, ma…-
Cinque occhiate omicide la
trapassarono.
Hermione quella mattina
imparò che sì, poteva essere anche furba è calcolatrice, ma non sapeva
strisciare.
E i piatti sarebbero
toccati a lei.
- Hermione, posso…-
- No, Harry, tu non la
guidi
- Ma Hermione! –
- Piuttosto la faccio
guidare a Ron. –
- Non oserai. –
- Giusto, Serve sangue
freddo…Blaise allora. –
- Grazie, Hermione. –
- Ti voglio bene, Ronald!
–
- Hermione! Io voglio
guidare! -
- Non con me come
passeggero, Potter! Piuttosto guida weasley!
-
- Cos’è, oggi, la fiera
della simpatia? –
- Ma lo sapete di essere
sempre più dolci? –
- Taci, Parkinson. -
Grazie a tutti per aver letto fin qui!
Prometto che ci metterò poco per aggiornare, lo
giuro solennemente!
Un bacio!
dram