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Autore: Madama Pigna    15/05/2012    2 recensioni
Quattro anni dopo la sconfitta di Crono, Percy, Annabeth e Grover si toglieranno dal mirino e daranno spazio a nuovi mezzosangue per nuove avventure! Tra figli di Apollo sempre nei casini, ragazze che parlano troppo e animali parlanti, ne vedrete di tutti i colori, dal romantico e al drammatico al genere più comico (n.d.a. su questo punto si hanno dei dubbi).
Dal capitolo 15:
Aveva colto il segno. Estia era pur sempre la sorella maggiore tra i figli di Crono. Mentre Afrodite ed Apollo avevano capito che la dea del focolare poteva essere una discreta alleata.
Difatti Era sembrò esitare per un secondo. Poi rispose acida. – Non ho scelto io che si unisse all’ impresa. Sapeva a cosa andava incontro -. Zeus borbottò qualcosa che non si capì. Era nemmeno si voltò per capire quello che aveva detto, cosa che fece arrabbiare il marito non poco (quando si è re degli dei è piuttosto difficile accettare che qualcuno ti ignori). Ricominciarono a litigare, e i sospiri degli altri dei non furono uditi, coperti dalle urla dei due.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Sibilla..-
- Auf..  Mm..–
- Sibilla, svegliati! Siamo arrivati.-
Jake scosse delicatamente l’amica, che si svegliò, finalmente. –Eh?! Cosa? Come? E’ morto il presidente?
Svegliatemi quando siamo arrivati -. Cercò di riappisolarsi.
- Sib, noi siamo arrivati-, disse Kelly, con tono calmo ma fermo. Voleva scendere dall’ autobus! E poi, si
sentiva osservata.
Povera Sibilla! Gli incantesimi che aveva dovuto fare per salvarli da quel treno pieno di mostri matti
l’avevano stancata, e in più dopo essersi buttati dal vagone avevano camminato (o più precisamente corso)
per due ore, prima di trovare un centro abitato. Difatti aveva dormito per dieci ore e mezzo di fila, tutta la
durata del viaggio in autobus.
La figlia di Ecate si strofinò gli occhi, poi sbadigliò. – A proposito, dov’è che siamo arrivati? -.
- Orlando, in Florida -.
- Davvero? Allora potremo fare un giro nel Disney World Resort! -.
I due si limitarono a guardarla.
- Ehi, scherzavo! -.
 
 
Scesero dall’ autobus, guardandosi intorno per controllare se c’ erano altri mostri. Fortunatamente, videro
solo turisti, specialmente qualche bambino. – Mami! Papi! Andiamo al girotondo delle tazze?! Per
favooooore -. – Ma tesoro! Qui non siamo a Parigi, forse quello non..- quella mamma non fece in tempo a
completare. – Io voglio il gioco delle tazzeeee!!!!! SUBITO!! -. Evidentemente doveva essere una lagna di
gruppo, perché tutti i bimbi stavano lamentandosi con la propria famiglia. Sibilla li guardava con irritazione e
invidia, ma non disse niente.
- Che facciamo, allora? -, chiese Jake.
Kel evitò di sospirare. L’Oracolo non le aveva detto nella maniera più assoluta dove cercare. Doveva
sempre andare a caso. – Credo che dovremmo cercare Alex. Il come.. Beh, credo che quello sia un altro
discorso. Ma forse se chiediamo in giro.. -. Sarebbe anche stata una buona idea, non fosse stato per la
pessima vista dei mortali.
Girovagarono per un po’, chiedendo notizie su un tipo biondo, con gli occhi azzurri, che somigliasse molto a Kel.
Girovagando per la città, da mattina presto che era, il sole si alzò per illuminare e riscaldare la terra.
C’era un clima molto caldo e umido, così i viaggiatori si rifugiarono in un bar, per bere qualcosa di fresco,
dopodiché uscirono. Quando, in mezzo alla strada, videro un gruppetto da dove si sentivano delle risate e un
vivace chiacchiericcio. I mortali lì intorno guardavano quelle persone come se fossero parte di un sogno.
 
Questo perché, a vederle bene, non eranoesattamente persone. Erano centauri. Tre, per la precisione. Uno
pezzato, bianco a macchie rossicce, uno completamente nero (anche il torso umano era scuro) e uno grigio.
Continuarono a parlare, dandosi spintonate e ridendo, quando il secondo notò chi li stava guardando e gridò.
- Ehi, guardate! Ci sono dei semidei lì! Andiamo! -. Kelly si innervosì un po’. Aveva conosciuto solo Chirone
come centauro, e aveva detto lui stesso che i suoi simili non erano quel che si dice ‘tranquilli’.
- Il ragazzo lo conosco! Ha combattuto nella battaglia di Manhattan, ricordi? -.
- Eccome se ricordo! La miglior bevuta del secolo! E abbiamo preso a calci quella schiappa di Crono -.
- Sii, che risate quando quell’ iperboreo era caduto sopra di lui di sedere! -.
‘’Come volevasi dimostrare’’ pensò la figlia di Apollo. Sperò che non si scatenasse un’ altra centauromachia.
Anche Jake non sembrava allegro, ma più per il ricordo delle circostanze che per i centauri in sé.
- Tu eri Jake, quel figlio di Efesto, giusto? Non eravate in tanti ad essere in grado di combattere, quando
siamo arrivati -. Il mezzosangue annuì. – Bene! Qual buon vento vi porta in Florida? Strano che Chirone non
ci abbia avvisati -.
- In realtà – a parlare era stata Sibilla, che si era ripresa dalla sonnolenza. – Non era previsto che arrivassimo qui.
Stiamo cercando una persona, è lo scopo della nostra impresa -. Gli raccontarono che cercavano un certo
Alex Richardson, figlio di Apollo, da qualche anno fuggiasco in giro per il paese.
- Mmm, fateci pensare.. – il centauro grigio agitava la coda, pensoso. Poi schioccò le dita, come illuminato.
-Ora ricordo! Io e gli altri lo avevamo visto in Texas, uno o due anni fa. Sembrava stesse fuggendo da
qualcosa, ed aveva una brutta ferita, ricordi Bob?-.
-Sì! Il sangue zampillava come una fonte!-.
- Ehi, non parlare così in presenza di signore! –
- Guardate che io non mi impressiono mica! – brontolò Sibilla. Già non poteva andare al parco giochi della
Disney, ci si mettevano anche centauri maschilisti!
- Comunque, lo avevamo portato al campo mezzosangue, visto che il nostro cugino Chirone è un bravo
guaritore, anche se con pessimi gusti musicali – fece una smorfia. – Come si fa ad ascoltare Dean Martin?
Capisco che è vecchio, però..- si perse in considerazioni sulla musica ‘’da vecchi’’.
Kel pensò al sogno della figlia di Era. – Ci sono bestiami particolari in Texas? -.
 
- Il Texas è la terra del bestiame – affermò il pezzato. Ma da dove se li era usciti quegli occhialoni rossi?
Prima non li aveva. – Ma se ne cercate uno strambo, possiamo accompagnarvi al Ranch 3 G. Tanto da
quando Gerione è andato a nanna nel Tartaro nessuno rischia più di finire in pasto alle cavalle di Diomede.
Dovremo lasciare indietro un paio di nostri amici (sono andati al parco giochi della disney) ma… – Sibilla si
irritò ancora di più.
- Ehi! Ora che ci penso avevo un appuntamento lì..-
- Eeeeh porcellino! -.
Il centauro nitrì, irritato. – Sono un centauro, non un porcello! -; grazie agli dei, non aveva capito il senso
della battuta.
 
Era decisamente un’ esperienza nuova per i tre mezzo sangue. I centauri misuravano le distanze in maniera
 diversa da quella dei mortali, e la velocità era talmente alta che il paesaggio scivolava via come l’acqua di
un ruscello, come in continuo cambiamento. Se spalancavi le braccia e guardavi in alto, sembrava quasi di
volare. Era bellissimo, ma anche pericoloso.
Dopo alcuni minuti, in cui si scambiarono frasi del tipo – Gli spara vernice sono meglio delle spade – oppure
– Secondo te sono più efficienti le frecce appuntite o quelle con il guantone da boxe? – arrivarono a
destinazione. L’aria era molto più calda. E più secca. Ringraziarono i centauri, che se ne andarono, forse
alla ricerca di qualche bella cavalla.
 
- Se quello che hanno detto i centauri è vero, dovremmo cercare Euristeo il mandriano -, propose Sibilla.
Girovagarono per un po’, finché non trovarono una grande casa in legno e pietra bianca, dalle grandi finestre. In
cima, uno strano elemento: una bandiera rossa con la testa di un cinghiale. – Credo sia figlio di Ares -.
- Hai ragione, mezzosangue -.
  Si voltarono, notando un armadione dall’aria nerboruta. Teneva una grossa mazza appoggiata alla spalla e
al suo fianco stava Ortro, il cane a due teste.
- Lei dev’ essere Euristeo -. Disse Kel. – Senta, non vorremmo arrecare disturbo, ma ci servono informazioni
riguardo ad un semidio, si chiama Alex Richardson. E’ passato di qui per caso? -. Forse era stata un po’
sbrigativa, ma del resto stava parlando con un figlio del dio della guerra, quindi probabilmente il tono era
quello giusto.
Il cane a due teste ringhiò, come se il nome di quel figlio di Apollo lo facesse imbestialire, neanche fosse lì presente. –Buono-. Era un
po’ inquietante sentire lo sguardo arrabbiato di ben due cani verso di sé, ma evidentemente il mandriano
aveva la situazione sotto controllo. – Ricordo qualcosa riguardo a un ragazzo che alcuni anni fa sfuggì alla
guardia di Ortro. Brutta faccenda -. Fischiò, e il cane iniziò a salire per la collina. – Perché non ne parliamo al
fresco? Sembrate piuttosto accaldati -.
 
In quella casa vi erano appese varie armi e trofei, tra cui una stranissima camicia, che pareva fatta per tre
busti. Probabilmente appartenuta a Gerione. Si sedettero in un divano-poltrona per tre(dalla forma non si
capiva) e si prepararono ad ascoltare quello che Euristeo aveva da dire.
- Innanzitutto – iniziò lui, stappando delle bottiglie di coca cola zero – Vorrei conoscere i vostri nomi, semidei -.
Dopo le presentazioni ufficiali, gli raccontarono dell’ impresa.
- Tutto questo viaggetto grazie a un sogno della figlia di Era? -. I tre lo guardarono, sorpresi. Non avevano
detto niente riguardo Adrianna. Era pericoloso per la sua incolumità far girare certe voci.
- I pettegolezzi arrivano fin qui -. Si versò da bere. – Così ho una nuova zietta, eh? -. In effetti, essendo sia
Adrianna sia Ares figli della regina del cielo, questo rendeva Euristeo nipote della giovane semidea. Era
strano, ma con le famiglie divine era sempre così.
- Ritornando a quel figlio di Apollo..-, disse – Non so chi sia stato di preciso, ma due anni fa ho trovato i resti
di un agnello nella zona delle mandrie sacre-, si incupì, forse per pietà di quel povero ragazzo che aveva,
volente o nolente, offeso una divinità, o forse perché non accettava che qualcuno profanasse il suo
territorio. O entrambe le cose.
- E.. Quale recinto, per la precisione? -.
- Il recinto di Era -.
Un attimo dopo, Kelly aveva perso i sensi.

 
*******
 

-Allora? -.
Shanon era appoggiata ad una parete dell’arena. Aveva lavorato l’intero pomeriggio precedente, un buon
esercizio dopo ore passate a letto, ma voleva sapere se erano state o no ore fruttate bene. Adrianna era
qualche metro davanti a lei, mentre saggiava la sua nuova spada.
Secondo lo stile della figlia di Efesto, non aveva assolutamente niente di frivolo, se non come unica
decorazione una piuma di pavone leggermente incisa sull’elsa. Niente di speciale, piuttosto la semidea si
era chiesta che forma avrebbe dovuto dare all’ arma. Lunga o corta? Le lame corte erano più adatte agli
esperti, o alle persone più abili ad avvicinarsi all’ avversario. Non era il caso di Adrianna, che per giunta non
superava il metro e sessanta, quindi di armi lunghe non se ne parlava, dato che le sarebbe stato difficile
anche reggerle tra le mani, causa il peso maggiore. Così decise di fare un compromesso, con una spada a
una mano e mezza, leggermente più lunga delle armi a una mano sola, ma non pesanti come quelle a due
mani. Così, a seconda di come la si impugnava, si guadagnava agilità oppure potenza. E per renderla più
leggera, un’ infossatura nella zona centrale della lama, che non alterava la robustezza. Non era il genere di
arma che lei e i suoi fratelli fabbricavano spesso, ma questo la rese ancora più speciale.
Era sufficentemente sottile, lunga circa 85 centimetri con una punta leggera. Adrianna si chiese come avrebbe
potuto appenderla al fianco se era più lunga delle sue gambe, ma decise di pensarci dopo. Provò a menar
qualche fendente, e scoprì che era più leggera di quanto aveva pensato. Attaccò un manichino, che perse
clamorosamente. – E’.. Fantastica, Shanon! Grazie. Mi piace la piuma di pavone, la rende ancora più
personale. E poi con le altre non mi sentivo a mio agio. Solo.. non è un po’ lunga? Cioè per duellare è
perfetta per me, ma quando non devo combattere? Non so se mi spiego -. Quando la teneva dritta
appoggiata per terra, il pomo le arrivava all’ombelico. La figlia di Efesto sorrise. – Ora ti farò vedere un
piccolo trucco -. Premette un dito sul pomo, e la spada ridusse magicamente forma, trasformandosi in un
ciondolo a forma di martello. – Questo – indicò il piccolo oggetto – Per ricordarti non solo chi ha creato
quest’ arma, ma anche per ricordarti di avere sempre un certo riguardo per i tuoi genitori – spiegò – Io non
uso la magia, ma una preghiera e un sacrificio in più alla mensa per mio padre sono bastati per rendere il
trasporto della tua spada più pratico. Mi spiego? -. Adrianna annuì. Shanon sorrise, con una nota di
amarezza, però, perché si era ricordata dell’ultima volta per cui aveva costruito un arma per qualcuno.
Forse era per questo che come nome per la spada aveva scelto Iustitia. Giustizia. Era una specie di.. buon augurio.
-Se ti va bene, potremmo fare un piccolo esperimento -, disse, estraendo la sua spada, più corta e robusta.
Adriana accettò la sfida. Passarono mezz’ora a duellare, con vittorie alterne (la maggior parte però erano
detenute da una sola persona) finché il suono di una conchiglia non le distrasse. – Ora di cena! -.
 
Nella mensa, doveva ammetterlo, Adrianna si sentiva un po’ sola. Aveva cominciato a fare amicizie, ed era
grata per questo, ma mangiare in quel tavolo deserto come il Sahara palesava la sua condizione genetica.
Ovviamente non era l’unica semidea uscita da un rapporto extra-coniugale, ma la sua era una situazione più
pericolosa. Offrì due costolette di maiale a sua madre e a Efesto, ricordando le parole di Shanon. Forse
onde evitare fulmini in testa avrebbe dovuto dare qualcosa anche a Zeus, ma lei personalmente si sarebbe
infuriata se qualcuno avesse provato a comprarla così, quindi aveva deciso di non provare.
Dopo cena, cantarono attorno al fuoco. Alcune canzoni erano un po’ stupide, ma le andava bene così.
C’era una bambina che però non cantava, si limitava ad accudire il fuoco. Che strano. Prima di andarsene
nella casa due, fece per parlarle, ma lei disse solo – Ricorda questa giornata -, e sparì.
 
 
*****

Era di nuovo nella fucina dei ragazzi di Efesto, ma non riusciva a vedere Shanon. Dopo un po’, notò una che 
le somigliava moltissimo, ma di un paio d’anni più giovane. Poi comprese che si trattava di lei, solo prima di 
averla conosciuta.  Sembrava sempre la stessa, con quell’ atteggiamento un po’ burbero, ma quasi più 
spensierato. Era china su un’ incudine, e stava modellando delle frecce, appuntite quasi come aghi. Più in là, 
i dardi già pronti stavano raffreddandosi. Adrianna osservò lavorare l’ amica per qualche minuto, poi 
qualcun altro entrò nella zona lavoro. – Ehi, Shanon! Come va con le frecce? -. La figlia di Era si voltò, e 
riconobbe con orrore la ragazza del sogno precedente. Così bella, così dolce, così viva.La semidea 
storse il naso. – Come fate voi figli di Efesto a sopportare tutto questo caldo? E’ asfissiante -; Shanon fece 
spallucce. – Ci farai l’abitudine, se continuerai a venire qui. Riparlando delle frecce, sono quasi tutte pronte –
.
Con delle pinze prese l’ultima freccia e la lasciò a raffreddare. – Senti, alla fine lo hai fatto?- chiese l’altra. 
Shanon fece una smorfia. – Voi figli di Afrodite siete così sdolcinati .. -, con le mani, raccolse una delle frecce 
che erano definitivamente pronte,e mostrò all’ amica che nella punta c’era una piccolissima incisione di un 
cuore con una J ed una A. – Jane, te lo ripeto: ai ragazzi queste romanticherie non piacciono. Se cambi 
idea..- lei scosse la testa, interrompendola. – A lui piacerà, fidati -. Shanon ripose i suoi strumenti, poco convinta. 
- Sei la mia migliore amica, Jane, ma non chiedermi di rifarlo! -.
-Vedrai che non ce ne sarà bisogno. Siamo anime gemelle -, concluse lei,con un sospiro.
- Lo spero, perché lo sai cosa gli faccio se ferisce i tuoi sentimenti? -.
- Credevo non fossi un tipo romantico, Shanon -, la figlia di Afrodite rise.
- Umpf! Infatti non lo sono, ma che amica sarei in questo caso? -.
 
La scena cambiò. Si trovava in un posto etereo,quasi una specie di giardino celestiale sospeso tra le nuvole. 
C’erano campi di alberi e fiori. Sarebbe stato un bel posto, non fosse stato per quel senso di urgenza 
quasi palpabile nell’aria. Si mise a correre. Non sapeva bene dove, i piedi sembravano stessero facendo di 
testa loro. Poi vide tre campi, uno di alloro, uno di rose e uno di melograni. Era una scena terribile. Le piante 
sembravano volersi strangolare a vicenda, alloro e rose contro i melograni. Cercò di urlare, di dire loro di 
fermarsi, ma niente. La battaglia sembrava quasi alla pari,  gli avversari e attaccavano e ferivano con 
ferocia. Si accorse che stava correndo sul posto, e non riusciva a raggiungere la zona di combattimento.
Ad un tratto, sentì un canto celestiale, un tale canto, così bello e armonioso, che persino le belve feroci si 
sarebbero calmate nel sentirlo. Sembrava appartenesse ad un giovane ragazzo, accompagnato da uno 
strumento di corde pizzicate.. Un’ arpa, forse, o una lira. Non aveva mai sentito niente di simile. Persino le 
piante sembrarono tranquillizzarsi, ritornando alle posizioni originali. Non capiva, però, da dove provenisse. Forse 
da sottoterra (o sottonuvole). Guardò in basso, e tra i piedi trovò un pezzo di roccia rossiccia.
 
 
****
 
Adrianna si svegliò, ansante. Si guardò intorno. Dentro la casa di Era non c’era niente di speciale, solo
qualche letto vuoto, qualche comodino.. Proprio in quello accanto al suo, c’ era la pietra del suo sogno.
Se la rigirò tra le mani, pensierosa. Somigliava a una di quelle pietre che si trovano nei deserti. Ma non era
questo a preoccuparla. Che significavano quelle piante? Perché continuava a fare sogni strani? E
soprattutto, di chi era quella voce?



 



Note autrice:
 
Ehi Ted! Non è che oltre a tutte le altre cose che sai fare ti puoi trasformare in un centauro? *__* Voglio fare una cavalcata megagalatticaaaaaaa
Temo non sia possibile.
Uffi! Comunque, la nostra Kel ha scoperto che la dea di cui parla la profezia è Era. Muahhaha chiunque si spaventerebbe. Si sa, la regina del cielo è molto brava con le vendette.
Poi, vi chiederete: ma perché è Adrianna a fare questi sogni se lei non fa parte dell' impresa? Beh, avrà un ruolo determinante, ve lo garantisco ù.ù 

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Entrambe le cose ç__ç
*tenta il suicidio sbattendo la testa al muro, ma Efesto lo ha reso praticamente indistruttibile e quindi distrugge il muro ma non la sua testa da peluche robot*.
-.- Offro una lezione gratuita per imparare la matematica con una probabilità di riuscita del 90% se recensite :D
Stai dicendo che devo insegnare matematica a tutti quelli che recensiranno? O_O 
Sbaglio o tu sei  Ultra Robot Handytoy Teacher Aide 5000? Sei stato creato per questo ù.ù
Hai imparato il mio nome per intero? O____O
Esatto, non tutti gli umani sono ottusi come credi U_U In ogni caso, per dubbi, domande, complimenti, critiche e quant'altro scrivere nello spazio appositamente creato per le recensioni ;)
  
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