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Autore: Willow Black    15/05/2012    2 recensioni
[Sospesa - A revisione compiuta questa storia verrà eliminata per poter essere nuovamente pubblicata.]
Un anno dopo la sconfitta di Ashura, un nuovo nemico minaccia l’equilibrio del mondo. La battaglia contro la follia non è ancora conclusa e questa volta non servirà solo il coraggio per vincere.
Un anno dopo la sconfitta di Ashura, una parte del passato di Maka celata nell’ombra riemergerà alla luce e qualcuno appartenente a quel passato tornerà a farle visita.
Una nuova guerra è sul punto di scatenarsi e Maka non dovrà solo combattere la follia: riuscirà a superare il suo rancore nei confronti di chi l’aveva tradita e abbandonata anni addietro?
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maka Albarn, Nuovo Personaggio, Soul Eater Evans, Un po' tutti | Coppie: Black*Star/Tsubaki
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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L’altra faccia della notte
 

Un gufo lanciò il suo lungo e lugubre richiamo nel cuore della notte, spezzando il silenzio che stranamente era sceso assieme alle tenebre sulla città. Stranamente, perché di solito, anche dopo il tramonto, a Masks City la vita non si fermava mai del tutto: dalle attività più esplicite come feste e balli a quelle che si svolgevano nell’ombra al riparo da occhi indiscreti, il vento giungeva al palazzo più imponente della città, portando sempre con sé l’eco di qualche rumore.
Così il giovane uomo, appoggiato con noncuranza alla balaustra lucida del terrazzo collegato alla sua stanza di quella stessa residenza, si ritrovava spiazzato dinnanzi a tale assenza di suoni, limitandosi a far scorrere tristemente lo sguardo sulla bottiglia vuota che teneva ancora in mano.
Fu inevitabile che la sua mente, svuotata dai rumori esterni e dall’ebbrezza dell’alcol, iniziasse a riflettere su quante cose erano successe dopo quel giorno.
Dischiuse le labbra facendo una smorfia, come se potesse ancora sentire il gusto amaro che aveva intriso quel giorno. Sapeva di perdita e di fumo, ma soprattutto di sconfitta.
Sì, perché quel giorno la Shibusen aveva conquistato il castello di Baba Yaga, distruggendo l’Arachnophobia e uccidendo il Kishin Ashura.
Emise un basso mormorio e lasciò cadere la bottiglia, che scivolò lungo i tetti scuri del palazzo e si infranse dopo pochi secondi producendo un ovattato rumore di vetri rotti.
Quando il castello aveva ceduto, lui si trovava lontano, coinvolto in un combattimento singolo con quella dannata Death Scythe, l’unica persona che era mai riuscita a tenergli testa. Per questo riuscì a realizzare cosa stava effettivamente accadendo solo quando vide un’alta colonna di fumo nero innalzarsi dalla costruzione a forma di ragno e stagliarsi contro il cielo.
È finita, Giriko. Non vedi che ti hanno abbandonato?
Quelle parole, quelle dannate parole!
In quel momento avrebbe voluto tirare un pugno in faccia a quel biondino e strappargli via quel sorrisetto di vittoria e di soddisfazione, ma si limitò a fuggire via urlando delle minacce che di sicuro non avrebbe mantenuto.
Non era tanto il fatto di esser stato sconfitto o quello che l’Arachnophobia fosse caduta: a lui non era mai importato molto dell’organizzazione.
A Giriko era sempre e solo interessata la strega che n’era a capo: Arachne, la strega dei ragni.
Non era solo un’attrazione fisica, cosa che qualsiasi persona si sarebbe aspettata da uno come lui. No. Quella donna aveva carisma ed era un individuo molto difficile da sottomettere. Era questo che l’aveva affascinato dal primo istante che l’aveva vista ed era sempre per questo motivo che Arachne fu la prima donna che Giriko desiderasse davvero.
Ma lei non c’era più. Non gli importava molto se l’avesse uccisa Shinigami o qualche studente della Shibusen o, perché no, lo stesso Ashura. L’unica cosa che davvero gli bruciava era il fatto che lei se n’era andata, senza che lui potesse fare qualcosa per impedirlo.
Certo, di donne ne avrebbe potuto trovare ed avere a bizzeffe ma nessuna sarebbe mai stata come Arachne. Lei era unica. Un diamante raro fra altre pietre di scarso valore.
Però rimpiangere la sua scomparsa non sarebbe servito a molto: dopo quell’orribile giorno, Giriko era scappato lontano e per qualche tempo si era tenuto lontano dai casini per evitare di avere ancora una volta quelli della Shibusen alle calcagna.
Aveva scoperto che anche qualche altro membro dell’Arachnophobia era riuscito a fuggire, ma non voleva mettersi per nessuna ragione in contatto con loro. A cosa sarebbe servito poi?
Si era potuto compiacere del fatto che, nei giorni a seguire da quella disfatta, Mosquito era stato ucciso da un giovane allievo della scuola di Shinigami e non poté non pensare che a quel vecchio in fondo stava bene: lui che era rimasto all’interno di Baba Yaga non era riuscito a proteggere la lady che tanto venerava. Ma che razza di maggiordomo era!?
Intanto in quei giorni passati al sicuro da qualche parte che neanche lui si ricordava di preciso, Giriko era sprofondato sempre più in basso nell’abisso dell’alcol mentre aveva iniziato ad esplorare anche quello del fumo. Sì, era proprio messo bene…
Ed era inevitabile che prima o poi riscontrasse dei problemi anche con la legge: una rissa, qualcosa di grosso. Si era cacciato nei casini da solo, desideroso di far a botte con qualcuno. Peccato che avesse scelto male il suo avversario: figlio di avvocati. Eppure non gli era sembrato con quell’atteggiamento da capo di una banda di teppisti e una stimata  rinomina di concorrente di corse illegali su macchine truccate.
Il fatto sta che quello era furbo e non ci aveva impiegato molto a coinvolgere il paparino e la mammina in quella faccenda i quali, in pochi giorni, convinsero il giudice a sbattere Giriko al fresco.
Fu in quel momento che nella vita dell’uomo fece capolino quella mocciosa dall’atteggiamento altezzoso che l’aveva trascinato fino a quel terrazzo su cui ora si ritrovava a meditare.
Era una strega molto potente che aveva sempre agito nell’ombra e che apparteneva al casato opposto a quelle delle Gorgon: la famiglia delle Yoso.
Perciò l’uomo fu sorpreso che quella richiedesse l’aiuto di un collaboratore di una strega a lei nemica, però non potè rifiutare: il suo servizio in cambio di un luogo lontano dalla legge e di tutto quello che voleva. A Giriko era sembrata una proposta molto allettante e convincente.
-La nostra signora ti vuole vedere-
Una voce femminile con forte cadenza orientale e a lui ben conosciuta lo distolse dai propri pensieri, ma l’uomo non si mosse nemmeno di un solo centimetro.
-Non lo sa che la notte è fatta per dormire?- ribatté invece.
La figura alle sue spalle battè diverse volte il tacco sulle piastrelle del terrazzo e Giriko si immaginò l’espressione corrucciata di quella donna, più odiosa che amabile.
Rise sotto i baffi, facendo attenzione a non emettere alcun suono.
Probabilmente quella stava cercando le parole giuste per rispondere in modo adeguato al tono che lui aveva utilizzato.
E infatti…
-Non mi pare che tu stia dormendo e notando quei bei riccioli d’oro che spuntano da sotto le lenzuola del tuo letto, suppongo che non lo stavi facendo nemmeno prima-
Pungete come al solito. Forse questa caratteristica era in qualche modo dovuta al significato del suo stesso nome.
-Sasu, qualcuno ha mai cacciato in quella tua testolina il fatto che bisogna bussare la fottuta porta di una fottutissima stanza, prima di entrare!? Altrimenti provvedo io facendotelo entrare a calci e da un’altra parte!- ringhiò lui, per poi voltarsi e sostenere lo sguardo tagliente e penetrante di quella donna che alzò il mento come per mostrare di essere più alta di quel che era in realtà.
Infatti, come tutte le donne giapponesi, Sasu non poteva vantare un’elevata statura ed era per questo che, quando non era in missione, era solita indossare degli eleganti decolté dal vertiginoso tacco dodici, se non quindici.
Inoltre si potevano facilmente scoprire i suoi natali facendo riferimento alla costituzione minuta, alla pelle chiara, ai capelli lisci e nerissimi e agli occhi altrettanto scuri e dalla dolce forma a mandorla.
Era difficile credere che quella donna all’apparenza così fragile, fosse stata allevata ed addestrata come una spietata assassina e, anche se gli costava parecchio, Giriko doveva ammettere che in campo se la cavava egregiamente e senza alcuna difficoltà.
-Non alzare la cresta. È già molto che la nostra venerabile padrona ti abbia accolto nel suo castello e non castighi i frequenti disordini che getti fra queste mura. Dovresti esserle grato. Io fossi stata al suo posto ti avrei lasciato nella feccia da cui sei venuto- fece quella, scoccandogli un’occhiata sprezzante.
-Dolce come sempre, eh?- fece lui, avviandosi verso la portafinestra della sua stanza.
Quando fu di fianco alla donna si fermò.
-Andiamo a vedere cosa vuole la nostra padrona- disse, calcando in particolar modo la parola “nostra”, come a volerla sbeffeggiare.
Perché, se Sasu e quella sua copia al maschile che le stava quasi sempre attaccato erano diretti servitori della strega e del casato delle Yoso, lui era ancora libero e indipendente. Non si sarebbe mai ridotto come i due giapponesi: non avrebbe mai venerato la strega quasi come una divinità o non si sarebbe mai inchinato al suo passaggio. Andiamo! Lui era Giriko! Nulla avrebbe mai piegato la sua volontà!
Aveva quasi raggiunto la porta della camera, quando la voce irritante della donna corvina lo fermò ancora una volta.
-E di quella cosa facciamo?-
Giriko si voltò verso il suo letto, dove riposa tranquillamente una giovane e bella ragazza. Aveva un’espressione serena dipinta sul volto e i suoi boccoli biondi erano sparsi sul cuscino bianco quasi come i raggi del sole.
-Se ne andrà come è venuta- rispose l’uomo scrollando le spalle.
E così, seguito dall’irritante rumore prodotto dai tacchi di Sasu, la weapon senza meister si avviò per i corridoi del palazzo, affondando le mani nelle tasche dei jeans, l’unico indumento che indossava assieme ai suoi tennis logori. 



Angolino dell'Autrice:
La puntualità non è mai stata il mio forte però aggiornare dopo tre mesi mi sembra proprio il massimo... Lettori di questa storia, vi prego di scusarmi! *si mette in ginocchio* Sono una creatura orribile, lo so, però forse qualche anima buona e dal cuore gentile mi vuole ancora bene!
Ecco, se c'è ancora qualcuno ora posso passare alle note inerenti alla capitolo ^^
Di sicuro vi starete chiedendo per quale oscuro motivo al dodicesimo capitolo spunta Giriko è la mia risposta è... *rullo di tamburo* Non lo so nemmeno io! Scherzo! xD Ovviamente avrà un qualche ruolo che contribuirà allo svolgimento della trama, ma per ora non faccio alcun spoiler! 
Inoltre, anche se sul fronte nemico, ha fatto la sua comparsa un nuovo personaggio e se a qualcuno potrebbe interessare la parola sasu in giapponese significa pungiglione.
Fine della nota intelligente (più o meno)! xD
Ah, volevo avvertire che ho deciso di eliminare la raccolta Il vento che sospinge il fumo di una sigaretta perchè avevo intenzione di inserire l'unico capitolo che avevo pubblicato in questa storia, magari più avanti.
Mi scuso gentilmente con Juliet_Capulet e Black Fullmoon che l'avevano recensita.
A parte questo non ho più nulla d'aggiungere a parte che non so ancora quando riuscirò ad aggiornare.
Comunque grazie a chi mi segue e se vi va lasciate pure una recensione, anche piccola, piccola.
A presto!
Baci,
Willow

  
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