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Autore: Unforgiven_ice_boy    17/05/2012    0 recensioni
Questa storia narra le vicende di una ragazza che, dopo esser stata investita da un pirata della strada ed essere rimasta in coma per due anni, decide di ricominciare una nuova vita.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questo capitolo viene pubblicato da Unforgiven_Ice_Girl... Unforgiven_ice_boy, Marco, aveva scritto l'intero capitolo ma ne ritrovava solo questa parte. Marco è venuto a mancare il 15 Maggio 2012 a causa di una malattia che in due giorni gli ha strappato la vita... Pi, ecco il tuo capitolo! Mi manchi tanto... sai già quanto bene ti voglio...

Sono passati due anni da quel concerto che vide trionfatrice la nostra Shizuka. Ora frequenta il secondo anno di università con nuovi sogni e nuovi obiettivi da raggiungere, ma, prima di andare avanti, un oiccolo passo indietro è doveroso. Avevamo lasciato i nostri protagonisti alle prese con una rivelazione sconvolgente.
Rimasero l’uno di fronte all’altro nel freddo del mattino.
“Papà.. come hai potuto farmi una cosa del genere”! disse fissandolo negli occhi, “Me lo hai tenuto nascorto per tutto questo tempo a me, che sono tua figlia, quanti segreti hai ancora da svelarmi”!
“L’ho fatto per il tuo bene, avevo intenzione di dirtelo ma al momento giusto”!
“E quando credi che sarebbe arrivato”?
“Ho pensato che se te l’avessi detto ti saresti messa alla sua ricerca” affermò avvicinandosi a lei.
“Non ti avvicinare”!!gli gridò in faccia, “Trovati un altro taxi che ti porti all’aereoporto”. Detto questo Akimitsu e Shizuka salirono sulla vettura che si allontanò immediatamente lasciando attoniti Mamoru e Andrew ancora con le valigie in mano. Da quel momento i rapporti con suo padre si erano interrotti bruscamente nonostante le innumerevoli chiamate che riceveva.
L’università alla quale si era istritta contava circa 1900 alunni ed era una delle più prestigiose dell’intera isola ed è initile dirvi che che era ogni giorno impegnata, sia con i compiti che con il nuovo lavoro, si perché ora lavorava come insegnante privata presso una delle famiglie più in vista della città. Dava lezioni di violino alla loro figlia di appena sette anni.
“Signora maestra posso fare una pausa”?! disse la piccola in tono supplichevole
“Certamente, riponi il tuop strumento nella custodia e vai a fare merenda, continueremo dopo”. La madre della piccola si avvicinò aShizuka,
“Come sta andando mia figlia? Le sta creando problemi”?
“Assolutamente, non si preoccupi, è una bambina adorabile”!
“Quando ce l’hanno affidata era ancora una neonata e da allora ci siamo sempre presi cura di lei come fosse nostra figlia, vogliamo solo il meglio per lei ma ho il timore che da un giorno all’altro si ripresenti la sua vera madre e me la porti via”!
Fra qualche girno sarebbe sopraggiunta l’estate e i giliegi si preparavano per regalarci una nuova meravigliosa fioritura e Shizuka, distesa sul suo divano stava riposando quando ricevette una telefonata.
“Pronto”?
“Sei la ragazza di Akimitsu”?
“Si ma tu chi sei”
“Non ha importanza ma dimmi, sei sicura che lui ti ami”?
“Ma che razza di domanda mi fa, certo che mi ama” rispose innervosita
“Ti consiglio di tenerlo d’occhio”
“Aspetta…” non fece in tempo a finire la frase che l’interlocutore aveva già riattaccato.
La mattina seguente mentre era seduta sul tram Shizuka ricevette un’altra chiamata.
“Pronto”
“Dove stai andando”?
“Ancora tu! Ma che cosa vuoi da me, chi diavolo sei, ho da fare ora, lasciami in pace”!
“Se fossi in te scenderei alla prossima fermata. Entra nel parco difronte, seconda panchina a destra della fontana”.
“Perché mi chiedi questo”! non ebbe risposta, aveva gia riattaccato.
“Ma tu guarda se devo dar retta ad un idiota del genere”! Si mise a fissare il vetro del tram dove al di fuori tutto era in continuo movimento. Riflettè un momento con calma e alla fine scese alla fermata indicata dallo sconosciuto che sembrava conoscere ogni suo spostamento. Si fermò in piedi davanti all’entrata del parco mentre il tram riprendeva la sua corsa. Esitò qualche istante ma si decise ed entrò. Si fece strada tra i grandi alberi, querce e pini secolari che creavano ampi spazi d’ombra. Dieci metri più avanti una fontana ricoperta di alghe zampillava acqua freschissima e, dietro un piccolo muretto di siepi, riuscì a scorgere Akimitsu in compagnia di un’avvenente fanciulla che discutevano animatamente. Shizuka si appiattì dietro ad un albero per non farsi vedere ma le parve chiaro l’atteggiamento di intima confidenza che la ragazza aveva nei riguardi del giovane. I due si scambiarono un timido bacio e dopo pochi minuti si incamminarono verso l’uscita. Mentre usciva anche lei, cercava di convincersi che quello che aveva visto non aveva alcuna importanza e che quella era solo un’amica.
Le settimane passavano in fretta e arrivò il giorno in cui il padre la invitò a pranzo; non che fu entusiasta della proposta ma era pur sempre suo padre quindi appena si fu vestita di tutto punto uscì a comprare una torta da portare. La giornata era magnifica ed erano appena le dieci quando raggiunse in ascensore l’appartamento del padre.
“Non sai che gioia vederti dopo tutto questo tempo, fatti abbracciare”!
“Frena il tuo entusiasmo, sono qui perché non avevo impegni”
“Vieni, ho fatto preparare degli aperitivi, sediamoci qui mentre la domestica ultima il pranzo”
Furono minuti di silenzio imbarazzante quando finalmente Manoru si decise a rompere il ghiaccio,
“Allora, come va, ci sono novità”?
“Nulla che ti possa interessare e..come mai sei così premuroso visto che non vieni mai da me ma solo la sottoscritta prende la briga di venire”?
  
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