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Autore: lunatica365    18/05/2012    0 recensioni
questa storia parla dell'amicizia tra Luna, Ginny e Cho :) direi che non c'è altro da dire, se non che questa storia è stata scritta da me per un concorso su Facebook :)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cho Chang, Ginny Weasley, Luna Lovegood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
- Questa storia fa parte della serie 'Harry Potter: un nome, una generazione'
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Ricordelle e spaccature e esseri russanti:

Poteva sembrare una normale mattina a Hogwarts quel giorno, ma occhio attento avrebbe dedotto dall’allegria degli studenti (nonostante fossero le 7.30 di mattina), che era l’ultimo giorno di scuola.
Ginny si era svegliata eccitatissima, ma al contempo triste, perché per un po’ non avrebbe potuto vedere le sue amiche Luna e Cho. Non ancora, perché nonostante loro non lo sapessero, sarebbero andate a trovarla alla Tana, anche a suon di fatture Orcovolanti se non volevano alzarsi dal fresco divano delle loro casette.
Si alzò dal letto energica e pronta a una bella giornata di svago, perché grazie a Morgana, Merlino e compagnia bella, l’ultimo giorno a Hogwarts era dedicato alle valigie. Si precipitò in bagno, e si diede una veloce sciacquata al viso e si mise la divisa per l’ultima volta, fino a settembre. Uscì silenziosamente dalla camera per non svegliare le sue compagne che stavano ancora dormendo della grossa.
In sala comune si trovò davanti suo fratello -che salutò con un cenno veloce-, Hermione -che salutò con un sorriso- e Harry -per il quale non riuscì a fare a meno di arrossire-, ma tentò di svicolare uscendo velocemente attraverso il ritratto della signora Grassa, che si scostò con uno sbadiglio.
Sapeva che avrebbe trovato le sue amiche ad attenderla all’ ingresso della Sala Grande, quindi iniziò a scendere, anche se ci mise un po’ più del previsto a causa delle scale che a quanto pare non ne volevano sapere di essere percorse da lei, e così si spostavano continuamente.
Le trovò sedute sulla scala che dava l’accesso al primo piano. Luna, con i suoi lunghi e mossi capelli biondi e gli occhi di un blu sfacciato, era persa a leggere il Cavillo, il giornale del padre di lei, con una strana cosa in testa, che mentre scendeva i gradini, Ginny identificò come una bizzarra coroncina fatta di sughero e tappi di bottiglia, mentre Cho guardava un punto fisso davanti a sé, e Ginny sapeva a cosa stava pensando quando faceva così. Era passato solo un anno, e lei non riusciva ancora a non piangere pensando a Cedric.
Le salutò con un sorriso smagliante e disse loro
- Andiamo? Ho un sacco di fame!- già con l’acquolina in bocca pensando a un paio di fette di bacon ancora sfrigolante che la attendevano a pochi passi la lì.
- Si, stavamo aspettando solo te!- le rispose ho con un sorriso sornione, dopo aver scosso la testa come a cacciare brutti pensieri.
- Come? Oh, si! Certo, devo solo finire di leggere questo articolo sui Gorgosprizzi… - disse con la sua voce un po’ cantilenante Luna.
Ma Ginny, affamatissima,non poteva attendere, così tirò su l’amica di peso, aiutata da Cho, e insieme la trascinarono in Sala Grande, mentre lei raccontava loro delle nuove scoperte del padre riguardo le Prugne Dirigibili. Ginny e Cho si scambiarono uno sguardo di intesa e scossero la testa sorridendo. Luna era così: un po’ strana forse, ma l’amavano per questo.
Luna, nonostante avesse avuto i suoi G.U.F.O. pochi giorno prima, non sembrava per niente preoccupata dei giudizi che tra poco avrebbe ricevuto.
Nonostante fossero amiche, ahiloro, le regole di Hogwarts imponevano di mangiare in un tavolo per ogni casa, per cui Ginny dovette dirigersi al tavolo di Grifondoro, mentre le altre due si sedettero a quello di Corvonero.
Dopo aver mangiato decisero che avrebbero preparato le valige per conto proprio, e che poi avrebbero passato il resto del pomeriggio insieme, in un posto stupendo vicino alle serre che avevano scovato poco tempo prima.
 Fecero la prima parte di scale insieme, fino a quando non ne dovettero prendere due opposte, per andare nei rispettivi dormitori, a prepararsi le valigie.
Luna era una ragazza molto sbadata, e per questo suo padre Xenophilius le aveva regalato una Ricordella lo scorso compleanno. La trovò nel secondo cassetto del suo comodino, seppellita sotto una caterva di collanine e orecchini bizzarri. “Per fortuna non si è rotta” penso Luna, sollevata “altrimenti mi sarei dimenticata qui un sacco di cose”, e l’appoggiò sopra il numero del Cavillo che stava leggendo prima, che aveva messo sul ripiano del comodino, di fianco a una foto di sua mamma che portava sempre a Hogwarts assieme a lei.
Iniziò a riempire il suo baule, aperto sul letto, con il libri, che dispose ordinatamente a formare uno strato uniforme, sui cui poi appoggiò le divise, tranne quella che aveva addosso in quel momento, che avrebbe infilato all’ultimo minuto, sopra tutto il resto.
Una volta chiuso il baule, Luna, soddisfatta del poco tempo che aveva impiegato, riprese in mano il giornale, notando con disappunto che la nebbiolina all’interno della Ricordella era diventata di un rosso molto acceso segno che aveva dimenticato una cosa importante. Si guardò un po’ intorno, diede un’occhiata sotto il letto, e quando finalmente tornò a guardare il comodino, capì. La foto. Stava dimenticando la sua preziosissima foto. Scuotendo la testa, chiedendosi come aveva fatto a lasciarla là, la infilò con cura tra uno strato di divise e un altro, facendo attenzione che la cornice fosse abbastanza protetta dagli urti.
Diede un’occhiata alla sua sveglia, e vide che erano le 11 e 30, quindi decise di salire di salire le scalette appena fuori dalla porta della sua stanza, per andare a vedere a che punto era Cho.
Persa com’era nei suoi pensieri non badò nemmeno a bussare, ed entrando notò la sua amica sul letto in posizione fetale che singhiozzava forte, tirando su col naso di tanto in tanto. Le si avvicinò, intuendo quale fosse il motivo di quel pianto disperato. Le passò una mano sui capelli corvini, riscuotendola. Cho la guardò con gli occhi pieni di lacrime salate che sgorgavano sulle guancie pallide, e la abbracciò. Luna ricambiò l’abbraccio, e all’orecchio le sussurrò
- Anche se se n’è andato, lui ti ama ancora, e non vorrebbe che tu piangessi, ma che ricordandolo da vivo, sorridessi.- provocando un singhiozzo ancora più forte all’amica, che però poi pian piano si ricompose.
- Grazie. Sai… quello che hai detto per me vale molto.- le mormorò Cho, con gli occhi rossi e gonfi.
Luna allora le disse che non aveva fatto niente di che, e le chiese se aveva già finito di preparare il baule, e Cho le rispose di si, così si incamminarono insieme verso la Sala Grande, visto che ormai era quasi ora di pranzo.
Percorsero lentamente corridoi e scalinate, e una volta arrivate in Sala Grande vi trovarono Ginny che le salutò sorridendo con la mano, perché stava già mangiando, ed era impegnata in una conversazione con Hermione, che le salutò con un sorriso veloce, tornando poi a discutere animatamente di non si sa che cosa oscura con la rossa.
Pranzarono in tranquillità, e dopo aver mangiato si diressero vicino alle Serre. Passarono lì il pomeriggio, tra chiacchiere, risate e attacchi da Gorgosprizzi. Ad un certo punto Ginny si rivolse alle altre per invitarle ad andare a trovarla tra qualche settimana. Le due si dimostrarono entusiaste all’idea, e accettarono subito.
 
                                                                            *****
 
Erano passate tre settimane dalla fine della scuola, e quella mattina Cho si era svegliata a causa di un ticchettio fastidioso, che si rivelò essere un piccolo gufetto, che immaginò fosse il famoso Leo, che probabilmente era stato prestato a Ginny dal fratello.
Aprì la finestra e lasciò entrare quella creaturina, tutta bagnata, per l’acquazzone estivo che vi era stato quella notte. Fortunatamente era riuscito a mantenere asciutta la lettera. Gliela slegò dalla zampa, e gli diede un piccolo cracker mentre apriva la busta.
Ehilà,
come va là? Tutto bene? Spero di si. Qui va tutto perfettamente, anzi, anche fin troppo, perché sono riuscita a convincere mia madre a farti venire qui a casa mia! Non sei felicissima? Io si, un sacco! Basta che tu smaterializzi da Luna e la prendi con te, e poi vi smaterializzate insieme e venite qui alla Tana. Vi aspetto oggi pomeriggio.
Un bacio,
Ginny
P.S.: ovviamente ho mandato una lettera anche a Luna, che quindi ti aspetterà da lei.
“Ottimo!” pensò Cho, sorridendo “Ho proprio voglia di rivedere quelle due smandrappate delle mie migliori amiche!”.
Subito dopo pranzo, impaziente, si smaterializzò dopo aver salutato i genitori e aver detto che sarebbe tornata dopo cena, sul tardi.
Sentì una stretta allo stomaco e ci fu il buio attorno a lei. Ma fu solo una questione di secondi. Con un po’ di nausea aprì gli occhi e si trovò davanti alla coloratissima casetta dei Lovegood. Suonò il campanello e subito le aprì Luna, come se fosse stata dietro la porta ad aspettare. Probabilmente, come lei, era impaziente di rivedere le sue amiche.
Si salutarono con un bell’abbraccio, e subito si rismaterializzarono. Di nuovo stretta allo stomaco e senso di vertigine, ma stavolta c’era la mano di Luna in tutto quel buio.
Arrivate, aprì gli occhi, ma cadde a terra,nel giardino della Tana, nel quale tanti gnomi scorrazzavano allegri, davanti ad una Ginny sconvolta con le mani sulla faccia e ad una Luna piuttosto sconcertata.
Quando si risvegliò, era stesa in un letto non suo, ma riconobbe la stanza come quella di Ginny. Solo lei poteva avere tanti poster delle Sorelle Stravagarie. Provò a sedersi, ma non ci riuscì, si sentiva troppo indolenzita. Riuscì a malapena ad alzare il collo, giusto per vedere Luna e Ginny, stese per terra a dormire su dei sacchi a pelo. “Ma da quanto tempo sono qui?!” si chiese Cho allarmata.
Prima che potesse nuovamente guardarsi attorno, la signora Weasley entrò nel suo campo visivo, e le disse accorata
- Oh… Finalmente ti sei svegliata! Come ti senti?-
- Io, beh mi sento abbastanza bene. Potrei stare meglio, ma non c’è male. Cosa mi è successo, signora?- le chiese Cho.
- Beh, ti sei spaccata. Per tua fortuna ha perso solo una piccola parte della coscia sinistra, però hai perso molto sangue, quindi sei rimasta incosciente per un paio di giorni.- le disse allora Molly, e vedendo lo sguardo sconvolto di Cho, aggiunse
- Ho già mandato un gufo ai tuoi genitori, con scritto che ci hai fatti prendere un bello spavento, ma che va tutto bene, e con tutto bene intendo che la parte di coscia che è rimasta davanti all’ingresso dei Lovegood, e che tra parentesi ha fatto prendere un mezzo infarto a Xenophilius, temendo che fosse di sua figlia, l’ho fatto ricrescere con del dittamo e con un po’ di incantesimi di guarigione.
A quel punto Cho non poté fare a meno di togliere il lenzuolo per vedere com’era messa. Rimase stupita vedendo che vi era solo un piccolo segno ovale rossastro sulla sua coscia, e così disse ammirata alla signora Weasley
- Lei ha talento per queste cose, signora! Sarebbe dovuta andare a lavorare al San Mungo come guaritrice.-
-Ah…grazie Cho, sei un tesoro! La verità è che io avevo due opzioni: badare ai miei figli, e crescerli, oppure andare a lavorare come Medimago e non vederli mai, se non a colazione forse. Alla fine, come ben puoi intuire, scelsi la famiglia. Non ho rimpianti.- le disse allora la signora Weasley con un sorriso, e lo sguardo rivolto verso sua figlia, ancora dormiente, ma soprattutto russante!   
 
  
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