Capitolo
36: Sairen
“Sairen!”
Quel nome, mai sentito prima dalla maggior parte dei presenti, scaturì una
sorta di reazione in qualcuno di loro.
Lily sgranò gli occhi al suono di quel nome. Alzò le mani per tenersi la
testa e cadde in ginocchio, mentre la sua mente cominciò a essere invasa dai
flashback della sua vita prima della perdita della memoria. Vide varie scene
felici e serene in cui essa era circondata da tante ragazze, con cui rideva,
scherzava e nuotava. Sentì quel nome venir pronunciato da tutte quelle
fanciulle, alcune di loro le riconobbe in alcune delle ragazze viste poco
prima, ma una di loro in particolare attirò la sua attenzione.
Era Tadako, la sua cara sorellina uccida dai
marine, che correndole incontro l’abbracciava e la chiamava. Senti un
improvviso calore all’altezza del cuore, ma quel tepore sparì appena i flash
back delle sua vita si spostarono a quel terribile momento che aveva rovinato
tutto. Non c’era più felicità, colore e risate intorno a lei, ma tutto si fece
stranamente buio. Il cielo si era riempito di nuvole nere pronte a dare
tempesta e le urla affollarono quella stessa spiaggia su cui si trovava.
Vide alcune delle ragazze cadere a terra, dopo aver subito un violento
colpo e lentamente sciogliersi e tornare a essere quello di cui erano veramente
fatte, acqua di mare. Lei, ancora una bambina, si era nascosta dentro a uno
scoglio, stringendo Tadako che terrorizzata
continuava a chiamare il padre, sperando venisse presto in loro soccorso, ma
quelle urla ottennero solo il risultato di attirare l’attenzione dei marine.
Essi non ebbero pietà e, strattonandole, le separarono, catturarono e le
portarono via. L’ultimo ricordo che aveva di sua sorella Tadako
risaliva proprio a quel momento, quando la bambina, tendendole la mano, facendo
passare il suo braccino attraverso la rete dentro la quale era stata fatta
prigioniera, urlava il suo nome “Sairen”.
Lily spalancò gli occhi ricordandosi improvvisamente tutto. Si porto le
mani alla bocca a dir poco sconvolta e cominciò a tremare al ricordo del
rapimento e della morte di alcune di quelle ragazze, anch’esse sue sorelle.
Nami vedendola in quello stato le corse
incontro e preoccupata le chiese cosa avesse.
Non le rispose, ma bisbigliò semplicemente qualcosa che non giunse alle
orecchie della navigatrice.
“Cosa?” chiese Nami preoccupata. Era in pensiero
per Sanji e l’abbattersi di Lily, in quel momento non
poteva di certo essere d’aiuto.
“Ora ricordo…tutto!” disse dopo qualche secondo
di silenzio. Alzò lo sguardo osservando Sanji che,
tenendosi il naso per non lasciare andare quel briciolo d’aria che aveva nei
polmoni, era ormai allo stremo.
Si alzò e anche se timorosa, si incamminò vicino al bagnasciuga.
I mugiwara la guardarono sorpresa, non sapendo
che intenzione avesse, ma Rufy, temendo per la sua
incolumità, era pronta a raggiungerla.
Zoro però lo afferrò per un braccio,
fermandolo.
“Aspetta!” disse lo spadaccino, quando il suo capitano lo guardò confuso.
“Noi abbiamo fallito, lascia provare lei! È l’unica speranza per quel cuoco
da strapazzo!” disse Zoro.
Non lo voleva dare a vedere, mantenendo un’aria distaccata, ma Rufy poteva ben leggere nei suoi occhi la preoccupazione
che aveva verso il loro compagno.
Rufy abbozzò un sorriso e accogliendo la
richiesta di Zoro, pose tutta la fiducia che aveva in
Lily.
La ragazza si morse il labbro nervosa, ma alzò lo sguardo verso Poseidone, che la fissava con aria commossa.
“Padre!” disse.
“Se-sei viva?” disse con un tono fra il felice e
l’incredulo il dio dei mari.
“Si, sono viva e lo devo a questi ragazzi?” disse stringendo i pugni.
Poseidone sgranò gli occhi, non credendo a quelle
parole.
“Si padre, è così. Tu ci hai sempre insegnato a temere e stare lontani
dagli esseri umani dicendoci che sono persone pericolose e senza cuore. Ora so
che avevi ragione…” disse sorprendendo i Mugiwara “…Ma è anche vero che ci
sono delle eccezioni e forse queste eccezioni sono molte di più di quanto
possiamo immaginare. Queste persone non hanno esitato un solo istante a trarmi
in salvo, nonostante fossero in pericolo anch’essi e senza pensarci un momento
mi hanno accolta tra di loro, anche se erano ben a conoscenza del fatto che non
fossi pienamente umana!” Lily girò lo sguardo e sorrise ai suoi compagni “Il
fatto che fossi diversa non li ha spaventati, ne hanno minimamente considerato
l’idea di usarmi per i loro scopi. Ero una di loro e io devo loro molto, quindi
ti prego padre, lascia andare Sanji!” disse Lily
ormai con le lacrime agli occhi, vedendo il suo amato non muoversi più.
Le ragazze dell’isola che erano andate a nascondersi, avevano sentito il
discorso pronunciato dalla sorella ritrovata e commosse, uscirono dal loro
nascondiglio a dare man forte alla sorella.
Poseidone, il dio dei mari dal cuore freddo come le
profondità marine, si addolciva alla presenza delle figlie da lui create perché
gli tenessero compagnia.
“D’accordo. Lascerò andare questi esseri umani, ma lo faccio solo per te Sairen!”
Lily corse verso Sanji, quando quest’ultimo venne
posato sulla sabbia. Gli afferrò il volto e preoccupata cominciò a chiamarlo.
Il cuoco sputò l’acqua che aveva bevuto e lentamente aprì gli occhi,
posando le sue iridi su quelle della sirena.
“Sono morto e sono finito in paradiso?” disse con una voce debole.
Lily cominciò a piangere di sollievo e con forza strinse il cuoco a sé,
facendolo nuovamente svenire per l’emozione.
I mugiwara si gettarono tutti a terra, sollevati
del fatto che tutto si fosse risolto per i meglio.
“L’avevo detto che ce la saremmo cava” disse Rufy
facendo uno dei suoi soliti sorrisi.
“Se non ci fosse stata Lily o Sairen o come si
chiama, a quest’ora però saremmo cibo
per i pesci!” disse Usopp.
“Chi l’avrebbe mai detto che Lily fosse una delle figlie di Poseidone!” in quel momento Robin ricordò di aver letto
qualcosa a proposito sull’esistenza di esseri fatti di acqua direttamente
create dal re dei mare e si diede della stupida a non aver collegato le due
cose. A saperlo prima, probabilmente si sarebbe riuscito a non arrivare a
tanto. Abbassò il capo e tristemente disse “Capitano!” Rufy
si girò a guardarla e inclinò la testa curioso “Mi dispiace. Sapevo qualcosa
riguardo tutta questa faccenda. Se solo ci fossi arrivata prima a quest’ora…”
Rufy si fece serio e non la lasciò terminare
“Quel che è successo è successo Robin. Non è colpa tua, né di nessun altro.
Doveva andare così!”
Robin alzò la testa dispiaciuta “Si, ma la Sunny…”
Ci fu qualche istante di silenzio, fin quando Rufy
sospirando disse “Non l’hai fatta affondare tu e dubito che anche se avessimo
capito prima che Lily appartenesse a quest’isola, Poseidone
non ci avrebbe attaccato. Vedrai, in qualche modo faremo!” disse Rufy cercando di dare un po’ del suo ottimismo a tutta la
ciurma.
“E come? Anche volendo costruire un’altra nave, non ho dietro gli attrezzi
adatti!” disse Franky alquanto seccato “Oltre al
fatto che non costruirò mai più una meraviglia come la Sunny!”
disse con il suo ciuffo azzurro abbassato, anch’esso triste per la sorte della
nave.
“Io dico di non pensarci adesso. Direi di festeggiare il fatto che anche
questa volta siamo scampati alla morte e che Lily abbia ritrovato se stessa!”
disse Rufy alzandosi da terra e sorridendo a tutti.
I Mugiwara lo fissarono e dopo aver scosso la
testa rassegnati, decisero di fare come il loro capitano diceva, infondo sul
fatto che se la sarebbero cavata aveva avuto ragione e avrebbe potuto avere
ragione anche sul fatto che in un modo o nell’altro sarebbero riusciti ad
andare avanti.
“Chopper, Sanji è in grado di cucinare?” chiese Rufy.
Chopper lo guardò dispiaciuto “Veramente sarebbe il caso che stesse un po’
a riposo!” disse la piccola renna, controllando che il suo compagno stesse
bene.
“Non sarà un po’ di acqua a fermarmi. Trovatemi legna da ardere,
accendetemi un bel fuoco e io penso al resto!” disse Sanji
mettendosi in piedi, pieno di grinta.
“Si, ma cosa mangiamo? Non abbiamo provviste e non so se ci convenga
pescare in queste acque. Non sia mai che Poseidone,
trovi un’altra scusa per attaccarci. Io al massimo posso procurare qualche
spezia!” Disse Usopp cominciando a frugare nella sua
borsa fra i mille semi che aveva a disposizione, pronti per essere usati in
caso di bisogno.
“Ci pensiamo noi a quello!” disse Lily per poi dire qualcosa alle sue
sorelle, che annuendo si tuffarono nell’acqua, per uscire poco dopo con dei bei
pesci di varia natura, che misero immediatamente l’acquolina in bocca a Rufy.
“Questo potrei farlo fritto, quest’altro bollito e questo invece impanato e…c’è talmente tanta scelta che non vedo l’ora di mettermi
ai fornelli. Grazie Lily…cioè volevo dire Sairen!” disse Sanji portandosi
una mano dietro la testa.
Lily gli si avvicinò e donandogli un bacio sulla guancia disse “Sarò sempre
Lily per te. Non posso rinunciare al nome che tu stesso mi hai dato!”
La festa cominciò e sebbene Sanji non avesse a
disposizione tutti gli ingredienti necessari per cuocere il pesce come si
doveva, la sua abilità culinaria gli fece comunque preparare un banchetto con i
fiocchi.
Rufy e Zoro si
stavano litigando l’ultimo boccone di pesce e proprio quando lo spadaccino
sfoderò le sue spade per ricattare il suo capitano, un rumore di una enorme
massa d’acqua che si muoveva, attirò le loro attenzioni.
“Non è possibile!” disse Franky stupito e con le
lacrime agli occhi.
“Ma…ma quella è…”
cominciò Nami.
“La Sunny!” urlò infine Chopper.
Poseidone non disse niente, né si mostrò loro, ma
era ben chiaro che il recupero della loro nave, era un segno di ringraziamento
da parte sua per aver tratto in salvo la figlia.
La Sunny era solo un po’ malridotta, ma neanche
tanto considerando la pressione marina a cui era sottoposta, ma Franky, con l’aiuto di Usopp
l’avrebbe messa in sesto in men che non si dica.
Calò la sera e mentre tutti erano intorno al fuoco, quattro di loro
mancavano all’appello.
Lily e Sanji e Rufy e Nami.
Entrambe le coppie si erano appartate, per stare un po’ in tranquillità
dopo le migliaia di emozioni provate quel dì.
Ma se Rufy e Nami si
stavano godendo quella leggera brezza che soffiava sui loro volti e tra una
parola e l’altra con una scusa si strappavano qualche bacio, Sanji e Lily erano alle prese con un discorso serio.
“Cosa hai detto?” chiese Sanji sgranando gli
occhi.
Lily abbassò lo sguardo “Mi dispiace Sanji. Ma è
giusto così!”
Sanji si alzò di scatto e urlò “Come puoi dire
che è giusto così. Lily, noi ci amiamo non puoi mandare all’aria tutto quanto!”
“Sanji, sai meglio di me che non vorrei mai
vederti partire senza di me…”
“Allora vieni con noi!” la supplicò il ragazzo.
Lily scosse la testa “ Se non avessi ricordato chi fossi, l’avrei fatto volentieri,
ma ora…ora è tutto diverso. Il mio posto è qui, tra i
miei simili oltre al fatto che tu ti meriti una vera donna e non un ibrido come
me!”
“Ma non capisci? Non mi interessa se sei una donna o una sirena. Io ti amo
per quello che sei e poco mi importa se nelle tue vene scorre sangue o acqua!”
disse Sanji arrabbiato e disperato nello stesso
istante.
“Forse adesso non ti importa. Ma un giorno si. Sanji
io non posso donarti quello che può donarti una donna. Io non posso avere
figli!” disse Lily dispiaciuta.
“Figli, ma…io non voglio avere figli!” disse Sanji imbarazzato.
“Adesso forse, ma un giorno sì. Inoltre io raggiunta una certa età smetto
di crescere e…non potremo invecchiare insieme, fare
passeggiate sulla spiaggia mano nella mano, mentre con l’altra teniamo i due
bastoni che ci permettono di fare qualche passo, senza che la nostra schiena
ceda e…data la mia condizione potrei essere eterna,
ma anche sparire da un momento all’altro e tornare a essere semplice acqua di
mare!”
“Io non voglio perderti!” disse Sanji sedendosi
nuovamente accanto a lei e prendendole la mano.
“Questo non sarà un addio, faccio comunque parte del mare e potremo vederci
anche molto prima di quanto ci aspettiamo. Ti prego Sanji,
ho preso la mia decisione, non renderla più difficile di quanto lo è già!” lo
guardò negli occhi “Tutte noi sorelle ci vogliamo bene, ma con te ho conosciuto
un sentimento ancora più forte, qualcosa di speciale e unico e per questo ti
devo ringraziare, ma non voglio impedirti di vivere l’amore come tutti gli
altri esseri umani. Guarda Nami e Rufy,
loro sono una coppia perfetta, vuoi davvero ritrovarti un giorno a invidiare i
tuoi amici perché tu non puoi avere quello che hanno loro? Non credo, per
questo è giusto che vada a finire così!” disse la ragazza ormai con le lacrime
agli occhi.
Sanji non disse niente, ma la strinse a sé per
tutta la notte, sperando che il sole non sorgesse troppo presto, separando così
per sempre le loro vite.
Però come era giusto che accadesse, anche quella volta, il sole tornò a farsi
vedere, cacciando via la luna e tutte le stelle che con grande armonia,
abbellivano quel bel blu del cielo notturno.
La partenza era prevista per quella giornata e tutti si apprestavano a
caricare le provviste che generosamente le sirene avevano concesso loro.
Tutti erano entusiasti per la partenza, non vedendo l’ora di vedere quale
altra avventura attendeva loro, ma non mancavano le preoccupazione di
incontrare qualche altro nemico come Poseidone.
“Muovetevi a caricare quel cibo, fra poco si alzerà un vento favorevole per
partire e che i permetterà un bel pezzo di strada!” Urlò Nami
dando indicazioni, senza però alzare un muscolo per aiutare i suoi compagni.
“Dov’è quel cuoco da strapazzo! Disse Zoro
seccato dal fatto che il cuoco non li stesse aiutando.
Lily e Sanji si fecero vivi proprio in quel
momento e Rufy sventolando una mano urlò “Sanji, Lily si parte!” urlò felice.
Sanji si posizionò davanti a Lily e per
l’ultima volta le loro labbra si scontrarono in un bacio passionale.
Tutti rimasero stupiti quando videro salire sulla Sunny
solamente Sanji, mentre Lily rimaneva sulla spiaggia,
senza la minima intenzione di muoversi.
“Cosa significa?” chiese Usopp non capendo.
Sanji tenne la testa abbassata “Lily rimarrà
qua!” disse soltanto per poi alzare lo sguardo verso la sua amata. I loro
sguardi non si separarono nemmeno quando la ragazza cominciò col dire
“Capitano. È stato bello viaggiare con voi, ma chiedo il permesso di lasciare
la vostra ciurma e di rimanere con le mie sorelle e con mio padre!”
Rufy si fece serio e guardo prima Sanji e poi Lily.
Non avrebbe voluto che Sanji soffrisse per quella
separazione, ma non poteva chiedere a Lily di seguirli contro la sua volontà.
“Sei sicura?” chiese Rufy dispiaciuto.
La ragazza annuì.
“Sanji?” chiese infine Rufy,
chiedendo anche a lui se era quello che voleva. Lo vide annuire.
Chopper con le lacrime agli occhi si avvicinò a Sanji
e disse “Ma come potete dividervi? Voi non vi amate? Allora come potete…”
“D’accordo!” disse Rufy impedendo alla piccola
renna di proseguire. Gli addii per Chopper erano sempre stati difficili e
soprattutto la piccola renna non poteva comprendere a pieno quanto i due
ragazzi stavano provando e lo fermò prima che potesse dire qualcosa di contro
promettente.
“Lily, anche se rimarrai qua, sarai sempre un membro della ciurma di
cappello di paglia e una parte di te, continuerà a viaggiare con noi!” disse Rufy abbozzando un sorriso.
“Grazie capitano!” disse Lily.
L’ancora venne issata e la Sunny prese il largo.
Tutti tornarono quasi subito alla normalità e a svolgere le proprie mansioni,
mentre Sanji non si mosse dalla sua posizione finchè l’isola non
fosse abbastanza lontana da non permettergli più la visione della sia amata.