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Autore: Neko    18/05/2012    3 recensioni
Una nuova avventura travolge inaspettatamente i Mugiwara partiti per affrontare le sorprese del Nuovo Mondo.
Da una strana isola dove avvengono fenomeni strani, si ritroveranno a che fare con quello che il destino ha in serbo per loro.
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Rufy/Nami
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 36: Sairen

 

 

Sairen!”

Quel nome, mai sentito prima dalla maggior parte dei presenti, scaturì una sorta di reazione in qualcuno di loro.

Lily sgranò gli occhi al suono di quel nome. Alzò le mani per tenersi la testa e cadde in ginocchio, mentre la sua mente cominciò a essere invasa dai flashback della sua vita prima della perdita della memoria. Vide varie scene felici e serene in cui essa era circondata da tante ragazze, con cui rideva, scherzava e nuotava. Sentì quel nome venir pronunciato da tutte quelle fanciulle, alcune di loro le riconobbe in alcune delle ragazze viste poco prima, ma una di loro in particolare attirò la sua attenzione.

Era Tadako, la sua cara sorellina uccida dai marine, che correndole incontro l’abbracciava e la chiamava. Senti un improvviso calore all’altezza del cuore, ma quel tepore sparì appena i flash back delle sua vita si spostarono a quel terribile momento che aveva rovinato tutto. Non c’era più felicità, colore e risate intorno a lei, ma tutto si fece stranamente buio. Il cielo si era riempito di nuvole nere pronte a dare tempesta e le urla affollarono quella stessa spiaggia su cui si trovava.

Vide alcune delle ragazze cadere a terra, dopo aver subito un violento colpo e lentamente sciogliersi e tornare a essere quello di cui erano veramente fatte, acqua di mare. Lei, ancora una bambina, si era nascosta dentro a uno scoglio, stringendo Tadako che terrorizzata continuava a chiamare il padre, sperando venisse presto in loro soccorso, ma quelle urla ottennero solo il risultato di attirare l’attenzione dei marine. Essi non ebbero pietà e, strattonandole, le separarono, catturarono e le portarono via. L’ultimo ricordo che aveva di sua sorella Tadako risaliva proprio a quel momento, quando la bambina, tendendole la mano, facendo passare il suo braccino attraverso la rete dentro la quale era stata fatta prigioniera, urlava il suo nome “Sairen”.

Lily spalancò gli occhi ricordandosi improvvisamente tutto. Si porto le mani alla bocca a dir poco sconvolta e cominciò a tremare al ricordo del rapimento e della morte di alcune di quelle ragazze, anch’esse sue sorelle.

Nami vedendola in quello stato le corse incontro e preoccupata le chiese cosa avesse.

Non le rispose, ma bisbigliò semplicemente qualcosa che non giunse alle orecchie della navigatrice.

“Cosa?” chiese Nami preoccupata. Era in pensiero per Sanji e l’abbattersi di Lily, in quel momento non poteva di certo essere d’aiuto.

“Ora ricordo…tutto!” disse dopo qualche secondo di silenzio. Alzò lo sguardo osservando Sanji che, tenendosi il naso per non lasciare andare quel briciolo d’aria che aveva nei polmoni,  era ormai allo stremo.

Si alzò e anche se timorosa, si incamminò vicino al bagnasciuga.

I mugiwara la guardarono sorpresa, non sapendo che intenzione avesse, ma Rufy, temendo per la sua incolumità, era pronta a raggiungerla.

Zoro però lo afferrò per un braccio, fermandolo.

“Aspetta!” disse lo spadaccino, quando il suo capitano lo guardò confuso.

“Noi abbiamo fallito, lascia provare lei! È l’unica speranza per quel cuoco da strapazzo!” disse Zoro.

Non lo voleva dare a vedere, mantenendo un’aria distaccata, ma Rufy poteva ben leggere nei suoi occhi la preoccupazione che aveva verso il loro compagno.

Rufy abbozzò un sorriso e accogliendo la richiesta di Zoro, pose tutta la fiducia che aveva in Lily.

La ragazza si morse il labbro nervosa, ma alzò lo sguardo verso Poseidone, che la fissava con aria commossa.

“Padre!” disse.

Se-sei viva?” disse con un tono fra il felice e l’incredulo il dio dei mari.

“Si, sono viva e lo devo a questi ragazzi?” disse stringendo i pugni.

Poseidone sgranò gli occhi, non credendo a quelle parole.

“Si padre, è così. Tu ci hai sempre insegnato a temere e stare lontani dagli esseri umani dicendoci che sono persone pericolose e senza cuore. Ora so che avevi ragione…” disse sorprendendo i Mugiwara…Ma è anche vero che ci sono delle eccezioni e forse queste eccezioni sono molte di più di quanto possiamo immaginare. Queste persone non hanno esitato un solo istante a trarmi in salvo, nonostante fossero in pericolo anch’essi e senza pensarci un momento mi hanno accolta tra di loro, anche se erano ben a conoscenza del fatto che non fossi pienamente umana!” Lily girò lo sguardo e sorrise ai suoi compagni “Il fatto che fossi diversa non li ha spaventati, ne hanno minimamente considerato l’idea di usarmi per i loro scopi. Ero una di loro e io devo loro molto, quindi ti prego padre, lascia andare Sanji!” disse Lily ormai con le lacrime agli occhi, vedendo il suo amato non muoversi più.

Le ragazze dell’isola che erano andate a nascondersi, avevano sentito il discorso pronunciato dalla sorella ritrovata e commosse, uscirono dal loro nascondiglio a dare man forte alla sorella.

Poseidone, il dio dei mari dal cuore freddo come le profondità marine, si addolciva alla presenza delle figlie da lui create perché gli tenessero compagnia.

“D’accordo. Lascerò andare questi esseri umani, ma lo faccio solo per te Sairen!”

Lily corse verso Sanji, quando quest’ultimo venne posato sulla sabbia. Gli afferrò il volto e preoccupata cominciò a chiamarlo.

Il cuoco sputò l’acqua che aveva bevuto e lentamente aprì gli occhi, posando le sue iridi su quelle della sirena.

“Sono morto e sono finito in paradiso?” disse con una voce debole.

Lily cominciò a piangere di sollievo e con forza strinse il cuoco a sé, facendolo nuovamente svenire per l’emozione.

I mugiwara si gettarono tutti a terra, sollevati del fatto che tutto si fosse risolto per i meglio.

“L’avevo detto che ce la saremmo cava” disse Rufy facendo uno dei suoi soliti sorrisi.

“Se non ci fosse stata Lily o Sairen o come si chiama, a quest’ora  però saremmo cibo per i pesci!” disse Usopp.

“Chi l’avrebbe mai detto che Lily fosse una delle figlie di Poseidone!” in quel momento Robin ricordò di aver letto qualcosa a proposito sull’esistenza di esseri fatti di acqua direttamente create dal re dei mare e si diede della stupida a non aver collegato le due cose. A saperlo prima, probabilmente si sarebbe riuscito a non arrivare a tanto. Abbassò il capo e tristemente disse “Capitano!” Rufy si girò a guardarla e inclinò la testa curioso “Mi dispiace. Sapevo qualcosa riguardo tutta questa faccenda. Se solo ci fossi arrivata prima a quest’ora…”

Rufy si fece serio e non la lasciò terminare “Quel che è successo è successo Robin. Non è colpa tua, né di nessun altro. Doveva andare così!”

Robin alzò la testa dispiaciuta “Si, ma la Sunny…

Ci fu qualche istante di silenzio, fin quando Rufy sospirando disse “Non l’hai fatta affondare tu e dubito che anche se avessimo capito prima che Lily appartenesse a quest’isola, Poseidone non ci avrebbe attaccato. Vedrai, in qualche modo faremo!” disse Rufy cercando di dare un po’ del suo ottimismo a tutta la ciurma.

“E come? Anche volendo costruire un’altra nave, non ho dietro gli attrezzi adatti!” disse Franky alquanto seccato “Oltre al fatto che non costruirò mai più una meraviglia come la Sunny!” disse con il suo ciuffo azzurro abbassato, anch’esso triste per la sorte della nave.

“Io dico di non pensarci adesso. Direi di festeggiare il fatto che anche questa volta siamo scampati alla morte e che Lily abbia ritrovato se stessa!” disse Rufy alzandosi da terra e sorridendo a tutti.

I Mugiwara lo fissarono e dopo aver scosso la testa rassegnati, decisero di fare come il loro capitano diceva, infondo sul fatto che se la sarebbero cavata aveva avuto ragione e avrebbe potuto avere ragione anche sul fatto che in un modo o nell’altro sarebbero riusciti ad andare avanti.

“Chopper, Sanji è in grado di cucinare?” chiese Rufy.

Chopper lo guardò dispiaciuto “Veramente sarebbe il caso che stesse un po’ a riposo!” disse la piccola renna, controllando che il suo compagno stesse bene.

“Non sarà un po’ di acqua a fermarmi. Trovatemi legna da ardere, accendetemi un bel fuoco e io penso al resto!” disse Sanji mettendosi in piedi, pieno di grinta.

“Si, ma cosa mangiamo? Non abbiamo provviste e non so se ci convenga pescare in queste acque. Non sia mai che Poseidone, trovi un’altra scusa per attaccarci. Io al massimo posso procurare qualche spezia!” Disse Usopp cominciando a frugare nella sua borsa fra i mille semi che aveva a disposizione, pronti per essere usati in caso di bisogno.

“Ci pensiamo noi a quello!” disse Lily per poi dire qualcosa alle sue sorelle, che annuendo si tuffarono nell’acqua, per uscire poco dopo con dei bei pesci di varia natura, che misero immediatamente l’acquolina in bocca a Rufy.

“Questo potrei farlo fritto, quest’altro bollito e questo invece impanato e…c’è talmente tanta scelta che non vedo l’ora di mettermi ai fornelli. Grazie Lily…cioè volevo dire Sairen!” disse Sanji portandosi una mano dietro la testa.

Lily gli si avvicinò e donandogli un bacio sulla guancia disse “Sarò sempre Lily per te. Non posso rinunciare al nome che tu stesso mi hai dato!”

 

La festa cominciò e sebbene Sanji non avesse a disposizione tutti gli ingredienti necessari per cuocere il pesce come si doveva, la sua abilità culinaria gli fece comunque preparare un banchetto con i fiocchi.

Rufy e Zoro si stavano litigando l’ultimo boccone di pesce e proprio quando lo spadaccino sfoderò le sue spade per ricattare il suo capitano, un rumore di una enorme massa d’acqua che si muoveva, attirò le loro attenzioni.

“Non è possibile!” disse Franky stupito e con le lacrime agli occhi.

Ma…ma quella è…” cominciò Nami.

“La Sunny!” urlò infine Chopper.

Poseidone non disse niente, né si mostrò loro, ma era ben chiaro che il recupero della loro nave, era un segno di ringraziamento da parte sua per aver tratto in salvo la figlia.

La Sunny era solo un po’ malridotta, ma neanche tanto considerando la pressione marina a cui era sottoposta, ma Franky, con l’aiuto di Usopp l’avrebbe messa in sesto in men che non si dica.

Calò la sera e mentre tutti erano intorno al fuoco, quattro di loro mancavano all’appello.

Lily e Sanji e Rufy e Nami.

Entrambe le coppie si erano appartate, per stare un po’ in tranquillità dopo le migliaia di emozioni provate quel dì.

Ma se Rufy e Nami si stavano godendo quella leggera brezza che soffiava sui loro volti e tra una parola e l’altra con una scusa si strappavano qualche bacio, Sanji e Lily erano alle prese con un discorso serio.

“Cosa hai detto?” chiese Sanji sgranando gli occhi.

Lily abbassò lo sguardo “Mi dispiace Sanji. Ma è giusto così!”

Sanji si alzò di scatto e urlò “Come puoi dire che è giusto così. Lily, noi ci amiamo non puoi mandare all’aria tutto quanto!”

Sanji, sai meglio di me che non vorrei mai vederti partire senza di me…

“Allora vieni con noi!” la supplicò il ragazzo.

Lily scosse la testa “ Se non avessi ricordato chi fossi, l’avrei fatto volentieri, ma ora…ora è tutto diverso. Il mio posto è qui, tra i miei simili oltre al fatto che tu ti meriti una vera donna e non un ibrido come me!”

“Ma non capisci? Non mi interessa se sei una donna o una sirena. Io ti amo per quello che sei e poco mi importa se nelle tue vene scorre sangue o acqua!” disse Sanji arrabbiato e disperato nello stesso istante.

“Forse adesso non ti importa. Ma un giorno si. Sanji io non posso donarti quello che può donarti una donna. Io non posso avere figli!” disse Lily dispiaciuta.

“Figli, ma…io non voglio avere figli!” disse Sanji imbarazzato.

“Adesso forse, ma un giorno sì. Inoltre io raggiunta una certa età smetto di crescere e…non potremo invecchiare insieme, fare passeggiate sulla spiaggia mano nella mano, mentre con l’altra teniamo i due bastoni che ci permettono di fare qualche passo, senza che la nostra schiena ceda e…data la mia condizione potrei essere eterna, ma anche sparire da un momento all’altro e tornare a essere semplice acqua di mare!”

“Io non voglio perderti!” disse Sanji sedendosi nuovamente accanto a lei e prendendole la mano.

“Questo non sarà un addio, faccio comunque parte del mare e potremo vederci anche molto prima di quanto ci aspettiamo. Ti prego Sanji, ho preso la mia decisione, non renderla più difficile di quanto lo è già!” lo guardò negli occhi “Tutte noi sorelle ci vogliamo bene, ma con te ho conosciuto un sentimento ancora più forte, qualcosa di speciale e unico e per questo ti devo ringraziare, ma non voglio impedirti di vivere l’amore come tutti gli altri esseri umani. Guarda Nami e Rufy, loro sono una coppia perfetta, vuoi davvero ritrovarti un giorno a invidiare i tuoi amici perché tu non puoi avere quello che hanno loro? Non credo, per questo è giusto che vada a finire così!” disse la ragazza ormai con le lacrime agli occhi.

Sanji non disse niente, ma la strinse a sé per tutta la notte, sperando che il sole non sorgesse troppo presto, separando così per sempre le loro vite.

Però come era giusto che accadesse, anche quella volta, il sole tornò a farsi vedere, cacciando via la luna e tutte le stelle che con grande armonia, abbellivano quel bel blu del cielo notturno.

La partenza era prevista per quella giornata e tutti si apprestavano a caricare le provviste che generosamente le sirene avevano concesso loro.

Tutti erano entusiasti per la partenza, non vedendo l’ora di vedere quale altra avventura attendeva loro, ma non mancavano le preoccupazione di incontrare qualche altro nemico come Poseidone. 

“Muovetevi a caricare quel cibo, fra poco si alzerà un vento favorevole per partire e che i permetterà un bel pezzo di strada!” Urlò Nami dando indicazioni, senza però alzare un muscolo per aiutare i suoi compagni.

“Dov’è quel cuoco da strapazzo! Disse Zoro seccato dal fatto che il cuoco non li stesse aiutando.

Lily e Sanji si fecero vivi proprio in quel momento e Rufy sventolando una mano urlò “Sanji, Lily si parte!” urlò felice.

Sanji si posizionò davanti a Lily e per l’ultima volta le loro labbra si scontrarono in un bacio passionale.

Tutti rimasero stupiti quando videro salire sulla Sunny solamente Sanji, mentre Lily rimaneva sulla spiaggia, senza la minima intenzione di muoversi.

“Cosa significa?” chiese Usopp non capendo.

Sanji tenne la testa abbassata “Lily rimarrà qua!” disse soltanto per poi alzare lo sguardo verso la sua amata. I loro sguardi non si separarono nemmeno quando la ragazza cominciò col dire “Capitano. È stato bello viaggiare con voi, ma chiedo il permesso di lasciare la vostra ciurma e di rimanere con le mie sorelle e con mio padre!”

Rufy si fece serio e guardo prima Sanji e poi Lily.

Non avrebbe voluto che Sanji soffrisse per quella separazione, ma non poteva chiedere a Lily di seguirli contro la sua volontà.

“Sei sicura?” chiese Rufy dispiaciuto.

La ragazza annuì.

Sanji?” chiese infine Rufy, chiedendo anche a lui se era quello che voleva. Lo vide annuire.

Chopper con le lacrime agli occhi si avvicinò a Sanji e disse “Ma come potete dividervi? Voi non vi amate? Allora come potete…

“D’accordo!” disse Rufy impedendo alla piccola renna di proseguire. Gli addii per Chopper erano sempre stati difficili e soprattutto la piccola renna non poteva comprendere a pieno quanto i due ragazzi stavano provando e lo fermò prima che potesse dire qualcosa di contro promettente.

“Lily, anche se rimarrai qua, sarai sempre un membro della ciurma di cappello di paglia e una parte di te, continuerà a viaggiare con noi!” disse Rufy abbozzando un sorriso.

“Grazie capitano!” disse Lily.

L’ancora venne issata e la Sunny prese il largo. Tutti tornarono quasi subito alla normalità e a svolgere le proprie mansioni, mentre Sanji non si mosse dalla sua posizione finchè  l’isola non fosse abbastanza lontana da non permettergli più la visione della sia amata.

 

  
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