POV MONICA
Quando riaprii gli occhi ero sdraiata su un lettino e sentivo odore di cloro. Probabilmente mi trovavo in infermeria anche se non c’ero mai stata. D’improvviso i ricordi si fecero strada nella mia mente….Oh Dio! Ero svenuta nell’ufficio del preside dopo che lui ci aveva informati che…
Che figura di merda!!! Ero capitolata al suolo come un’idiota. ..Oh mamma!! E adesso? Come sarei riuscita a guardarli ancora in faccia senza vergognarmi come una ladra? Non riuscii a finire queste mie elucubrazioni mentali che una voce irritata ed inconfondibile raggiunse le mie orecchie.
- “ Oh guarda… la bella addormentata si è svegliata…”
- “Che ci fai tu qui?”
- “Si da il caso che siamo ancora ammanettati.” Rispose alzando il braccio.
- “Oh no!” sbuffai.
- “Oh sì!” replicò. Lo fulminai con lo sguardo truce.
- “O.k.! O.k.! La smetto. Cercherò di essere serio. Ricordi cosa è successo prima della tua dipartita nel mondo dei sogni?” mi chiese.
- “Sì” sospirai rassegnata. Almeno si fosse trattato di un incubo dal quale mi ero svegliata.
- “E adesso che facciamo?”
- “E lo chiedi a me?? Sei tu che ce l’hai come padre.”
- “Beh anche tu come preside!”
- “Già” sospirai sconfitta. “Adesso dov’è?”
- “E’ andato a prendere le chiavi delle manette”
- “Allora ha deciso di liberarci?” chiesi speranzosa.
- “Non ci giurerei…Ricordi le condizioni?”
A quella domanda un silenzio imbarazzante scese su di noi. Io e lui insieme come coppia…mi venivano i brividi solo a pensarci. Quasi leggendomi nel pensiero Molinari sorrise dicendomi:
- “Sai potrebbe essere divertente…”
- “Come dici scusa?” mi riscossi dai miei pensieri osservandolo.
- “Intendo io e te insieme.”
- “Si, divertente come lo scoppio di una bomba atomica a pochi passi da casa mia!” risposi sarcastica. E Walter Molinari scoppiò a ridere di gusto lasciandomi sbigottita e irritata al tempo stesso perché il mio inconscio non poté non registrare quanto era bello sentirlo ridere.
- “Wow vedo che facciamo progressi.” Lo interruppe il padre entrando nella stanza con delle piccole, scintillanti bellissime chiavette. “Come stai?” chiese poi rivolto a me.
- “Bene. Grazie.” Risposi imbarazzata.
- “Allora ci avete pensato?” domandò facendoci penzolare le chiavi della nostra libertà davanti agli occhi.
- “Non se ne parla…” intervenne prontamente Walter “ è una richiesta semplicemente pazzesca.”
- “Non è per caso che hai paura?” Perché avevo l’impressione che nessuno dei due mi calcolasse più?
- “E di cosa dovrei avere paura sentiamo?” rispose Walter palesemente irritato.
- “Che il gioco ti prenda la mano? Magari di immedesimarti troppo nella parte?”
- “Ma figuriamoci …non dire stronzate papà. Stiamo parlando di questa qua, mica di una strafiga!”
- “Ehi!! Ma come ti permetti troglodita?” intervenni piccata. Non che mi considerassi una figa da paura, ma anche sminuirmi così non era proprio il massimo.
- “Se sei così sicuro di te stesso perché non accetti?” Proseguì Molinari Senior con una strana luce negli occhi. Inesistente, ignorata completamente, invisibile…Ma quei due si rendevano conto che c’ero anch’io in quella stanza?
- “Cos’è? Una sfida?” chiese serio Walter
- “Proprio così!” Deciso, risoluto, micidiale Roberto Molinari. Ma quell’idiota del figlio si rendeva conto che il padre lo stava intortando per bene?
- “Accetto!!”
- “Ma sei impazzito!!” urlai scandalizzata.
- “Siete liberi!” sentenziò. “Adesso per cortesia Walter puoi lasciarmi solo con la signorina? “
- “Certo non vedo l’ora…” rispose sarcastico. “ …anche se sono curioso di sapere come te la lavorerai” ed uscì sbattendo la porta.
POV WALTER
Ma cosa cazzo stavo facendo? Avevo capito il giochetto di mio padre, far leva sul mio orgoglio lanciandomi una sfida per farmi capitolare. Ma non riuscivo a capire me stesso. Perché avevo finto di cascarci con tutte le scarpe?
Ero uscito in cortile a fumarmi una sigaretta in santa pace e già mi sembrava strano non sentire la sua voce petulante che urlava che il fumo fa male alla salute. Sorrisi inconsapevolmente. Possibile che pochi giorni a stretto contatto con quella vipera mi avessero scombussolato tanto? Neanche l’avessi scopata e si fosse dimostrata una porca di prima categoria? Forse era quello che mi dava sui nervi. Il fatto che non ci fossi ancora andato a letto insieme? Ma perché? Tanto sapevo che era solo questione di tempo; presto o tardi avrei trovato anche lei a rotolarsi tra le mie lenzuola…
- “Brutti pensieri?” Mi voltai e trovai i miei migliori amici intenti a fissarmi.
- “No. Perché?”
- “Eri così assorto….”
- “Ma non dite stronzate!”
- “Sarà…ma stavi fissando il vuoto come un ebete.”
- “Vi hanno liberati? Non è che già ti manca?” domandò Yuri sornione.
- “Chi?” chiesi fingendo indifferenza.
- “Indovina….”
- “Ma voi due non avete di meglio da fare che scassare le palle al sottoscritto?” domandai mentre quelli se la ridevano alla grande. “Comunque la risposta è no!! Anzi non ne potevo più… E’ una scassa coglioni peggio di voi due messi insieme!” E feci per andarmene, ma sapevo che con quelle due comari non avrei avuto vita facile. Infatti mi raggiunsero immediatamente .
- “E dai raccontaci qualche particolare piccante della vostra convivenza?”
- “L’hai vista nuda?”
- “Hai scoperto almeno se è vergine?”
- “Fatela finita….” Gridai “Non c’è niente da raccontare. E’ stato un inferno. Tutto qui!” E mi allontanai lasciandoli completamente basiti.
- “Ehi bel giovanotto!” si avvicinò ancheggiando spudoratamente. “Che ci fai da queste parti?” Fin troppo facile, pensai.
- “Aspetto!” sorriso accattivante, posa sexy.
- “Cosa?” soffiò sulle mie labbra.
- “Te!” sussurro prima di far combaciare le nostre labbra. Bingo!!
- “Ahh…” Oh si!! Ci sapeva davvero fare con i giochetti di lingua. Chissà che faccia avrebbe fatto quella suora della Laboni se avesse aperto la porta in quel momento. Ma che cavolo… No cazzo! Non potevo pensare a lei in quel momento. Con un grugnito irritato la feci rialzare, la spogliai anche troppo velocemente e mettendole le mani sotto alle natiche la presi in braccio penetrandola in un colpo solo. Non era da me tutta questa rapidità e poca attenzione nei confronti della ragazza di turno, ma il pensiero di essere sottoposto al giudizio di quella vipera mi aveva distratto e irritato a morte!!
POV MONICA
Chissà dove si era cacciato quel cretino dopo essersi fatto incastrare come un allocco dalla persona che adesso aveva preso il suo posto di fianco a me e che probabilmente stava meditando su come fare ad imbigolare anche la sottoscritta. Un sospiro mi distolse dai miei pensieri contorti.
- “Senti Monica, ….”
- “Io non cederò Sig. Molinari!” lo interruppi prima che cominciasse la sua opera di convincimento. “Scusi se sono così franca, ma questi giorni con suo figlio sono stati i peggiori della mia vita e non intendo ripetere l’esperienza tanto presto.”
- “Potrei costringerti! Ti ricordo che siete ancora in punizione….” Disse guardandomi con gli stessi occhi penetranti del figlio. “Ma con te voglio essere onesto. Ho bisogno del tuo aiuto per essere sicuro di vincere quella competizione perché ho fatto una scommessa stupida che potrebbe mettere a repentaglio il mio posto di lavoro.”
- “E’ per questo che io e Sonia abbiamo litigato l’altra sera….”
- “D’accordo…. Ci proverò.” Risposi sorprendendomi delle mie stesse parole.
- “Davvero?” anche lui sembrava non crederci.
- “Non ho detto si!” specificai “Solo che ci proverò. Non prometto niente.”
- “Grazie …” rispose. D’improvviso una domanda mi balenò in mente.
- “Perché a suo figlio non ha detto la verità?”
- “Beh…” mi rispose a disagio “io e Walter abbiamo un rapporto un po’ conflittuale, diciamo così… e non è facile dialogare…. E poi un padre tende sempre a nascondere le proprie debolezze ai figli.”
- “Capisco.” Risposi. Anche se in realtà non è che avessi capito poi molto.
- “Comunque” riprese il preside dandosi un certo tono “per i vincitori ci saranno dei bellissimi premi”
- “Evviva “ sospirai senza il minimo entusiasmo tanto da farlo sorridere. Poi si alzò e mi lasciò sola.
Mentre la mia mente era invasa da questi pensieri contorti percepii distrattamente un’altra voce; era quella di una ragazza! Presa da un raptus di folle curiosità mi fermai all’angolo del corridoio e mi misi in ascolto… Quello che udii non vale nemmeno la pena di essere riportato. Lasciva, volgare ed imbarazzante…. Ma come faceva una donna a cadere così in basso?? Sembrava che lo stesse supplicando per farsi dare un’altra ripassata. Davvero squallido!! Ma poi, possibile che Walter Molinari fosse tanto bravo a letto?
- “E tu che ci fai qui?”
- “Pronto? Ci sei?” La sua voce mi riscosse dai miei pensieri.
- “Cosa?”
- “Laboni, ma ti sei fumata qualcosa?” mi domandò interrogativo.
- “Ma ti ha dato di volta il cervello Molinari?” lo accusai sentendo le mie gote accaldarsi.
- “Si può sapere che ti succede?” mi chiese notando probabilmente il mio colorito. E poi d’improvviso vidi la consapevolezza trapassagli gli occhi.
- “Mi stavi spiando?” sorrise compiaciuto.
- “Non dire scemenze…”
- “Ah ah …” m’interruppe “ non ti hanno insegnato da bambina che non bisogna dire le bugie. Oltretutto a quanto vedo non ne sei nemmeno capace.”
- “Ma falla finita megalomane. Cosa vuoi che m’importi di chi ti porti a letto?”
- “Vedi che mi spiavi?” MERDA!! Colpita e affondata.
- “Beh…ecco…io…” balbettai.
- “Beh…ecco tu cosa?”
- “Ero solo di passaggio, e vi ho sentiti parlare. Tutto qui! Poi considerando la profondità dei vostri discorsi ho preferito non disturbare…” risposi cercando di sembrare il più risoluta possibile. Alzai lo sguardo e lo vidi sorridermi.
- “Sei un’impicciona ammettilo!!!” mi disse tra il divertito e il malizioso. Era carino. Maledettamente carino! Cazzo!!! “Allora?” riprese lui togliendomi da una situazione imbarazzante per mettermi in un’altra forse peggiore.
- “Ho davanti la mia futura ragazza?” Il fatto che lui riuscisse a ridere di tutta quella situazione mi faceva saltare i nervi; ma nonostante questo non riuscii a fare a meno di arrossire.
- “Non ci credo!!! Tu hai accettato? Perché?” urlò veramente sorpreso.
- “Beh allora tu? Mi sembra che sei il primo ad aver detto sì!!”
- “Ma solo per farti incazzare….” Sbottò indignato “Davo per scontato che tu non avresti mai detto di sì!!”
- “A quindi sarebbe colpa mia?!?”
- “Certo!!”
- “Hai una gran bella faccia tosta Molinari.”
- “Come diamine è riuscito a convincerti? Porca troia! Tu non sei quella della sincerità prima di tutto, quella che non si fa mai condizionare da nessuno?? Quella che piuttosto che mettermi con te sprofonderei negli abissi dell’inferno???”
- “Si dia il caso che i premi siano molto allettanti.” Inventai su due piedi.
- “E vorresti farmi credere che ti sei fatta comprare con dei premi allettanti? Ma mi credi così scemo?”
- “Mettiamo le cose in chiaro brutto scimmione…. Il motivo per cui ho accettato sono affari miei; da te voglio solo un’idea su una futura strategia d’azione.” Ero arrabbiata, con me stessa, con lui, con il preside, con quella puttana che se l’era portato a letto o viceversa; insomma ce l’avevo con il mondo intero.
- “Una strategia per metterci insieme?” sorrise.
- “Proprio così” sbuffai
- “Sai Laboni, sei la ragazza più strana che abbia mai conosciuto! Secondo te come fanno due persone a mettersi insieme?”
- “Mi stai prendendo per il culo? Noi non dobbiamo metterci insieme, dobbiamo allestire una Farsa!!!” dissi rincalcando su queste ultime parole.
- “E’ la stessa cosa stupidina… dobbiamo farlo credere a tutta la scuola; tanto vale essere il più veritieri possibile.” Ammiccò suadente. “Potremmo cominciare con lo sbaciucchiarci per i corridoi quando sono affollati di studenti….”
Ma quando la nostra conversazione era diventata così “calda”???
- “Se non ricordo male non ti servono ripetizioni…. Sei piuttosto brava in questo….” Soffiò sulle mie labbra.
- “ Non provarci mai più!!!” dichiarai decisa guardandolo con odio. Lo sguardo che incrociai fu dapprima sorpreso, poi irritato ed infine tornò serio. Ma come potevano due semplici occhi essere così espressivi??
- “E come farai a far credere al mondo intero di essere la mia ragazza se non vuoi nemmeno baciarmi?? “ mi provocò ironicamente.
- “Mettiamo in chiaro una cosa Molinari. Tu non mi farai passare per una delle tante troiette che ti porti a letto!! Voglio essere trattata come una ragazza e non come uno zerbino. Farai capire a tutti che sono diversa dalle altre, così tutti ci crederanno.”
- “Non ti sembra di voler stra-vincere adesso?” mi canzonò palesemente.
- “Niente affatto bello!!” risposi fin troppo decisa.
- “E sentiamo Principessa, cosa dovrei fare?”
- “Voglio essere corteggiata!!”
- “COSA???”