Asia
aprì gli occhi di scatto. Poi li richiuse di nuovo, gemendo contro il cuscino.
Il ragazzo disteso alla sua destra ridacchiò, prima di avvicinarsi a lei e
lasciarle un bacio leggero sul collo, divertito, ma comprensivo allo stesso
tempo.
-Ti
prego, non dirmi che è il 19.- mugugnò lei.
-Vuoi
la verità o una bugia?- le chiese Draco, ridendo.
-Una
bugia detta a fin di bene vale più di mille verità.- rispose lei, speranzosa.
-Be’,
io non sono così ottimista. Mi dispiace, ma è davvero il 19.- le disse,
accarezzandole il volto.
Asia
emise un gemito, fingendo di piagnucolare.
-Quindi
visita ad Hogsmeade?- gli chiese.
-Quindi
visita ad Hogsmeade.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
La
vendetta è un piatto che va servito freddo. È un piacere dolce e liberatorio,
che culmina con una leggerezza percepita a livello del cuore. Perché se per i
quasi due mesi precedenti era stato Neville a ridere dei due ragazzi e delle
loro continue scaramucce, adesso erano loro a sbellicarsi dalle risate.
Infatti, il suddetto Paciock, in quanto Vicepreside, era incaricato di
controllare i permessi di tutti gli studenti che impazienti aspettavano
di poter visitare quel buco che era Hogsmeade.
Alle
dieci, dopo un’ora di soffocamenti di Asia e Draco (per le risate), e una
catasta di permessi dopo, finalmente i tre riuscirono ad avviarsi verso il
villaggio. Erano sulla stessa carrozza e chiacchieravano del più e del meno.
-Quindi
ci saranno gli altri Auror in giro?- chiese Neville.
-Si.
Lo Sfregiato non mi ha dato indicazioni precise, ma dovrebbero esserci un paio
di agenti in giro in borghese. Dovrebbe esserci anche Martin, e questo mi
tranquillizza un po’.- rispose Draco, sospirando.
-Che
c’è?- gli chiese Asia, ridacchiando.
-Ho
un brutto presentimento per oggi. Ho sognato una cosa strana… c’era fuoco
ovunque.- rispose lui, con una smorfia.
Asia
alzò un sopracciglio, preoccupata, facendo voltare il fidanzato con una mano
verso di lei.
-Sta
tranquilla. Sarà un sogno come un altro.- le disse, stringendo la mano della
ragazza contro la sua guancia.
-Magari
il fuoco sarà solo nella nostra camera da letto.- le sussurrò all’orecchio,
facendola arrossire.
Gli
diede uno scappellotto, facendolo ridere.
-E
prendetevi una stanza.- si lamentò Neville. –State insieme da tre anni ormai,
dovreste aver esaurito la tempesta ormonale!-
-Be’…
sai com’è… il fidanzamento ci ha scombussolati un po’!- disse lei, avvampando
fino alle orecchie.
Neville
gemette, facendo ridere Draco, che stava portando la mano destra alla collana
che portava Asia, dove era appeso il suo anello di fidanzamento. Ah, Draco
adorava quell’anello. Era appartenuto a sua nonna materna, il che voleva dire
che quell’anello veniva direttamente dalla collezione dei Black. Nonna Druella
gli aveva dato quell’anello quando lui era ancora bambino. Gli aveva detto che
avrebbe dovuto dare quell’anello solo alla donna che amava. Aveva sei anni e
non aveva capito proprio tutto della situazione, però aveva mantenuto la
promessa. Astoria non era nemmeno venuta a sapere dell’esistenza di
quell’anello. E adesso vederlo posato nell’incavo del collo di Asia gli faceva
spuntare un sorriso spontaneo sul volto.
La
carrozza si fermò davanti a ‘I Tre Manici di Scopa’, dove Neville si sarebbe
goduto la giornata con la moglie, Hanna Abbott, mentre i due ragazzi si
diressero verso una bottega a pochi metri di distanza.
‘Leonard’s
Armory’ era una bottega sorta a Hogsmeade poche settimane dopo la fine della
Seconda Guerra Magica. Il proprietario era Leonard Gamp, ormai quarantenne, che
da ragazzo aveva avuto una vera e propria passione per le armi babbane, che
aveva sfruttato per intraprendere un commercio anche nel mondo magico. Leonard
Gamp era ritenuto il Tony Stark mago.
Asia
e Draco entrarono nel negozio, dando subito un’occhiata in giro. Non c’era
nessuno dietro il bancone, il che voleva dire che Asia poteva benissimo sbavare
su quei Remington 700, fucili ad alta precisione, che, invece di sparare
proiettili calibro .308 Winchester, sparavano cartucce con pozioni
cristallizzate che potevano avere gli effetti più disparati. Poi il suo sguardo
si posò sulle varie spade e i coltelli appesi alla parete alla sua destra. Vi
era una spada di cristallo nero, con una lacrima di ambrosia cristallizzata
incastonata nell’elsa. Asia alzò la mano verso l’arma, incantata dalla sua
bellezza.
-Io
non la toccherei, signorina. Il cristallo nero sceglie il suo proprietario e
gravi danni arreca a chi cerca di impossessarsene. Io stesso ho dovuto
incantarla prima di poterlo lavorare.- disse Gamp, arrivato dal laboratorio
prima che Asia potesse posare anche un solo dito sull’arma.
-E
come si fa a sapere se l’arma ha scelto il suo proprietario?- gli chiese lei,
alzando un sopracciglio.
-Il
cristallo nero è l’arma dei Maghi della Luce. Nemmeno una Tempestae
Dominatrix può impugnarlo.- le disse, con un sorriso
gentile sul volto. –Lei è la Signorina Berri,
giusto?-
-Si.
Sa perché sono venuta qui.- disse, chiedendo a Draco i progetti delle sue armi.
-Ah,
si. Vuole che le costruisca una lama nascosta e una polsiera in metallo per la
bacchetta.- disse l’uomo, aprendo i due progetti. Li esaminò per un paio di
minuti, prima di annuire soddisfatto.
-Sono
buoni?- chiese Draco.
-Si,
abbastanza. Hanno solo di bisogno di qualche ritocco, ma vanno bene.- rispose.
Poi si voltò verso Asia. –Da quello che ho capito dalla lettera che mi ha
invitato l’altro giorno e da quello che dicono le carte vorrebbe legare le armi
alla sua magia, così da renderla l’unica persona in grado di farle funzionare o
sbaglio?-
-No. Ha ragione.-
-Si
può fare. Ma ho bisogno di una fialetta di sangue.- le disse, annuendo.
Draco
sospirò, estraendo dalla tasca dei pantaloni una fialetta dal contenuto rosso.
Asia storse il naso. L’emofobia l’avrebbe distrutta prima o poi.
-Ok,
allora. Saranno pronte in tre settimane.-
-Be’,
grazie.- disse Asia, -Arrivederci.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Draco
aveva trascinato Asia da Mielandia, dove doveva fare
scorta di dolci. Ma all’ennesima proposta da parte dei suoi studenti di stare
con loro ad una caduta in coma iperglicemico di gruppo, aveva deciso che forse
era meglio per lei uscire dal negozio e lasciare a Malfoy l’ingrato compito di
comprare dolciumi vari. Uscì dal negozio, stringendosi contro al petto la
giacca. La temperatura si era abbassata di colpo.
-Ci
rivediamo, piccola Berri.- disse una voce stucchevole
alla sua destra.
Asia
si voltò di scatto, estraendo la bacchetta dalla tasca e puntandola contro
l’uomo.
-Che
ci fai qui, Cosgrave?-
L’uomo
alzò le mani, arrendevole, sorridendole gentile. Asia rabbrividì. C’era
qualcosa di sbagliato in quel sorriso. Non poteva essere presente sul volto di
uno come Cosgrave.
-Sono
solo venuto a scusarmi. Mi dispiace di averti fatta spaventare l’altra volta.-
le disse, portando le mani alle tasche dei pantaloni, in modo elegante.
-E
dovrei crederti?- chiese la ragazza, rabbiosa.
-Be’,
non sono una persona che chiede spesso scusa. Quindi, immagino che quelle poche
volte che lo faccio sia doveroso essere sincero.- disse lui, tranquillo.
Lei
alzò un sopracciglio, scettica, tenendo la bacchetta puntata verso il volto
dell’uomo.
-Ok,
liberissima di non credermi. Però devo dirtelo. Sei bellissima, sai?- le disse,
scostandole una ciocca di capelli dal viso. –Non te ne rendi nemmeno conto di
quanto tu sia perfetta. Ma se decidessi di venire con me…
scopriresti che la vita non deve essere per forza così. Non devi restare chiusa
in una scuola, non devi affrontare il sogno che non hai mai vissuto per la
codardia di un gruppo di uomini che non sapevano come gestirti, visti i tuoi
immensi poteri. Potresti avere il mondo ai tuoi piedi. Talmente tanto potere..
sprecato. Sei una regina, Anastasia Berri. Non sentirti
mai niente di meno che questo.-
Cosgrave le passò una mano sul viso, con gli
occhi lucidi e la fronte corrugata.
Di pietra.
Asia
si sentiva una pietra. Perché per una non specificata ragione si sentiva quasi
lusingata dalle parole di un uomo che aveva causato tante, troppe morti. Le
sentiva vere su di sé. Come se Cosgrave potesse… provare emozioni tali da porgere alla ragazza
tutto il mondo. E tutto solo per lei.
Vale la pena distruggere un pianeta
per una donna? Vale la pensa distruggere un pianeta per me?
-Che
sta succedendo qui?- chiese una voce alle spalle della ragazza.
Asia
spalancò gli occhi, allarmata.
-Malfoy. Finalmente ci incontriamo. Io sono Morpheus Cosgrave.- disse l’uomo
gioviale, porgendo la mano al ragazzo.
-Va
a farti fottere.- gli disse Draco, i lineamenti del viso distorti dalla rabbia.
Cosgrave si limitò ad aggrottare le
sopracciglia, offeso. –Oh, avanti. Io mi sto comportando bene, Malfoy. Che ne
direbbe mammina se scoprisse che il suo caro figliolo si comporta così male in
pubblico?-
-Lascia
stare la mia famiglia fuori da tutto questo.- disse il biondino, piantando la
bacchetta in mezzo agli occhi dell’altro.
Cosgrave rise, spingendo indietro Draco, che
sbatté contro il muro, e voltandosi verso Asia.
-Anastasia, dì al tuo ragazzo di non
interrompermi ogni volta che provo a parlare con te.-
le disse, ghignando il ragazzo che si tastava la spalla sinistra, dolorante per
l’impatto.
-Fidanzato.- disse Draco, con un ghigno sul volto.
–Sono il suo fidanzato. Abbiamo ufficializzato la cosa.-
Cosgrave spalancò gli occhi, scioccato dalla
notizia.
-No.- ringhiò l’altro, correndo verso Asia
e prendendole la mano sinistra, spoglia di qualsiasi accessorio. Poi si accorse
dell’anello tenuto al collo con una collana.
-Dimmi
che non è vero.- le ringhiò contro Cosgrave,
stringendo la mano contro il gioiello. –Dimmi che non è vero!-
-I-io…- disse la ragazza, le labbra tremanti.
Asia
voleva morire. Si ritrovò quasi a pregare che un fulmine la colpisse
all’istante o che una voragine si aprisse sotto di lei, inghiottendola. Perché
non poteva sentirsi in colpa per lui.
Non dopo tutto quello che aveva fatto. Non dopo che lei aveva deciso di
ucciderlo.
La
ragazza vide l’uomo di fronte a sé con uno sguardo di fuoco e in quel momento
capì davvero cos’era la rabbia di un uomo. Cosgrave
si smaterializzò all’istante, in un vortice di polvere e magia. All’improvviso
un forte vento si abbatté sulla cittadina.
E si scatenò il caos.
La
magia era come una coltre opprimente sulle strade di Hogsmeade. I maghi, tutti,
dal più piccolo al più grande, capirono che quello non era semplice vento.
Perciò tutti corsero a riparo, chiudendosi dentro negozi e locali. In mezzo al
caos, Asia vide Adam Martin estrarre la bacchetta
dalla giacca di pelle, mentre Nina Perez, Auror
specializzata nell’annientamento delle Maledizioni Senza Perdono, scagliava
scudi a destra e a manca, per proteggere la cittadina in caso di uso della
magia oscura. Al suo fianco, la Berri vide
materializzare Joss Malvern
e Corinne Stenger, bacchette alla mano.
-Che
sta succedendo?- chiese Malvern, facendo vagare lo
sguardo, preoccupato.
-Credo
di aver fatto incazzare Cosgrave.- disse Draco,
distogliendo lo sguardo.
Asia
notò solo in quell’istante quanto Draco sembrasse arrabbiato. Non riuscì
proprio a capire perché, visto e considerato che era stato lui a provocare
l’uomo.
-… Malfoy, ti pesterò dopo, ora abbiamo
bisogno anche di te. Non me ne fotte niente se non sei abituato a combattere,
ma sei solo abituato a marcire dietro un fottuto calderone, ora come ora
potrebbe scatenarsi l’inferno. Quindi penserai dopo a mangiarti le mani per
quanto sei stato stupido, ok?- gli disse Corinne, disilludendosi. –Lo stesso
discorso vale per te, Berri. Vedi di provare almeno a
meritarti il posto nella nostra squadra.-
Joss sospirò, spingendo i due ragazzi al
riparo. –Mettila al sicuro, Malfoy. È lei che vuole. Almeno evita di
consegnargliela con un bigliettino.-
Draco
annuì, afferrando Asia per un braccio e portandola verso un cassonetto della
spazzatura.
-Draco, non stringere, fai male.- si lamentò
la ragazza con un gemito.
-Si
può sapere cosa diamine ti è preso poco fa?- le ringhiò contro. –Potevi fare di
tutto, non era armato, non stava facendo niente, e tu ti sei limitata a
chiacchierare amorevolmente con lui! Avessi saputo, avrei anche portato tè e
pasticcini!- aggiunse, sarcastico.
-Draco…- cominciò lei, tremante.
-No,
fanculo, Asia. Posso capire la prima volta, ti ha
presa di sorpresa, ma non la seconda! Non puoi chiacchierare con l’uomo che
vuole portarti via.- sbottò, aprendo di colpo il cassonetto.
-Anastasia!- risuonò la voce di Cosgrave con un Sonorus. –Questa
sarà solo una piccola dimostrazione di
quello che sappiamo fare. La tua vita con quell’uomo sarà solo segnata dalla
negazione del tuo potere! Abbraccia la tua vera essenza.-
Draco
si voltò verso la ragazza, prendendola di scatto in braccio e mollandola dentro
il cassonetto.
‘Almeno
ha avuto la decenza di pulirlo prima’, pensò sarcastica Asia.
-Che
diamine hai intenzione di fare?- esclamò lei, arrabbiata.
-Proteggerti
da te stessa.- le rispose, con una strana luce negli occhi. –Obstrue
Ianuam.-
Asia
spalancò gli occhi, scioccata. –Draco, liberami da qui! È magia oscura questa.-
-Lo
so. Ti libererò dopo.- rispose il ragazzo. –Scusa, devo andare.-
-Dannazione.- esclamò la ragazza, dando un pugno
alla lastra di metallo che non le permetteva di uscire.
Durante
i due anni di Accademia Asia aveva scoperto che la Magia Oscura non reagiva ai
contro-incantesimi, a meno che non fossero stati scagliati da chi aveva
lanciato l’incantesimo oscuro. E l’Obstrue Ianuam, pur non essendo pericoloso, non era un incantesimo
simpatico, visto che era diventato l’incantesimo con cui chiudevano le prigioni
di Azkaban.
Strinse
la bacchetta tra le dita, lanciando Bombarda, ma non avevano nessun effetto, se
non quello di stordirla per qualche istante. Era sigillata lì dentro. Asia
deglutì rabbiosa, trattenendo un’imprecazione. Capì che c’era un’unica
soluzione: avrebbe dovuto usare i suoi altri poteri.
Cominciò
a respirare profondamente, facendo appello a tutta la sua magia. Focalizzò i
quattro elementi, combinandoli nella sua mente. Alla fine, non seppe nemmeno
come, ma il cassonetto che era stata la sua prigione esplose letteralmente.
Asia,
ancora con gli occhi chiusi, prese un respiro profondo, per poi rendersi conto
che quella che stava respirando non era aria pulita, ma fumo. Aprì gli occhi,
accorgendosi solo in quell’istante che attorno a lei c’era solo fuoco. Fuoco
per strada, fuoco sulle strade, sugli alberi che decoravano la via principale
di Hogsmeade. Lanciò qualche Aguamenti in giro, prima
di rendersi conto che nessun incantesimo avrebbe funzionato contro il potere di
un Dominatore.
‘Forza,
Asia, concentrati. Sei triste. Non riesci a vedere nessuno. Il tuo fidanzato è
chissà dove a combattere con l’uomo che vuole farlo fuori. I tuoi amici… potresti non vederli più. Tristezza, tristezza.’,
pensò la ragazza, richiudendo gli occhi.
Dopo
qualche secondo sentì delle gocce di pioggia su di se, simbolo che in un
qualche modo la sua pioggia stava combattendo il fuoco di Cosgrave.
Asia si lanciò un Impervius addosso, correndo verso
‘I Tre Manici di Scopa’. Da lì in teoria sarebbe stata in grado di controllare
la situazione, cercare gli altri Auror. Ma non si vedeva nessuno. Stava per
entrare in panico, quando una mano le afferrò la spalla e la spinse al muro del
locale.
-Così… ti sei fidanzata.- disse Cosgrave freddo.
-Va
a farti fottere. Sono innamorata di lui. E tu sei un folle. Non mi unirò mai a
questa pazzia.- gli disse, tra i denti.
-E allora mi dispiace, ma non posso
arrendermi.- le disse, con un tono calmo, pacato e quasi.. ferito, che mal s’accompagnava
al tono di voce della ragazza e alle sue stesse parole. –Continuerò a
combattere, a scatenare tempeste e a distruggere questo pianeta centimetro per
centimetro fino a quando non ti arrenderai a me.-
-Perché ti sei fissato così tanto con me?-
sbottò lei, rabbiosa, allontanandosi da lui. –Ci saranno decine di Dominatori
nel mondo, perché io?-
-Perché tu dovevi essere mia. I tuoi poteri
dovevano essere miei.- le disse, aspro.
-Be’, mi dispiace per te, allora. Ma io sono
di Draco. Sono sua e tu non puoi farci niente.- gli disse, spietata.
-Hai ragione.- le disse, sincero. –Avrei solo
dovuto trovarti per primo.-
Lei si sentì all’improvviso a disagio. Be’,
non proprio all’improvviso. Era tornata la sensazione che aveva provato quando
lo aveva visto prima.
-Ora vado, Anastasia. Ma ci rivedremo. Puoi contarci.-
Cosgrave si smaterializzò di nuovo, ma
stavolta tutto cessò. Asia si asciugò la lacrima che le solcava il volto, prima
di riprendersi e cominciare a correre per il paese, disperandosi. Non vi era
anima viva. Una casa era crollata e sperò davvero che non vi fosse nessuno
dentro. Quando arrivò di fronte alla Stamberga Strillante, cacciò un urlo
angosciato. Gli Auror erano tutti lì. Ustionati al massimo, dovevano essersi
trovati nel luogo in cui era divampato l’incendio. Controllò che fossero tutti
vivi, e quando trovò Draco, si sedette al suo fianco, cercando nella scorta di
pozioni che portava sempre con se che ce ne fosse qualcuna che facesse al caso
suo.
-A – Asia…- chiamò
lui, la voce roca.
-Sono qui.- singhiozzò lei.
‘Sto peggiorando’, pensò la ragazza. ‘Nemmeno
mi accorgo più di piangere’.
-Va bene.- rispose lui, stringendole la mano. –Sei
qui, non ti ha presa. Sei qui con me.-
-Sempre.- disse lei, tra le lacrime.
-Sempre.- ripeté lui, chiudendo gli occhi.
Asia alzò la bacchetta al cielo, lanciando un Periculum, sperando che almeno per quella volta il loro
angelo custode li avrebbe protetti.
Spazio Autrice: Buonsalve(?)!
Allora, so di essere in tremendo ritardo, ma è stato un periodo atroce, e l’Università
mi sta uccidendo. Quindi mi dispiace, sul serio, ma non ho proprio avuto tempo.
Ok, passiamo ai riferimenti:
-
Ah,
Draco, Draco, che fai questi sogni così… cosa
vogliono dire i tuoi sogni? ;)
-
La
spada di cristallo nero e i Maghi della Luce… ok, la
spada è quella di Nihal, da ‘Le Cronache del Mondo
Emerso’. I Maghi della Luce sono una categoria di maghi di cui non posso
parlare adesso. Forse non ne parlerò mai, ma non posso proprio parlarne adesso.
-
E
Cosgrave. Lo adoro. È un personaggio passionale. Autodistruttivo,
forse, ma dannatamente fantastico. Certo, forse è un po’ sadico, ma almeno
nella fantasia posso invaghirmi di uno stronzo e non sentirmi in colpa con me
stessa. Amen.
Poi boh.. non so cosa dire. Ringrazio chi preferisce/segue/ricorda
e chi recensisce. Vi adoro. :D
A presto,
Micaela.