Sorse il sole del giorno dopo e a Hogwarts ritornò la luce.
I raggi di
una debole alba arrossirono dalle grandi vetrate della scuola, sfiorarono visi
stanchi ma felici, toccarono e riscaldarono mani e cuori, arrivarono dove
l’ombra aveva nascosto ogni cosa.
Era finita. La lunga battaglia che
imperversava fra quelle pareti da sette anni si era ormai conclusa.
Jane
Granger guardava dalla finestra dell’infermeria. A prima vista sembrava persa
nell’ammirazione della nuova giornata che stava nascendo ma la sua mente vagava,
vagava oltre ciò che si poteva vedere con gli occhi.
Lo vide…lontano ormai.
Solo…ma con una certezza ritrovata.
Tutti sapevano che i Mangiamorte erano
stati totalmente sconfitti. I Cacciatori li avevano portati via la notte stessa
sotto la scorta di duecento stregoni del Ministero che Caramell aveva messo a
disposizione di Silente.
Tutti…tutti i Mangiamorte tranne uno.
Lucius
Malfoy non si era più trovato. Sparito. Volatilizzato. Nessuno l’aveva più
visto.
Subito i Cacciatori si erano rimessi sulle sue tracce ma c’era chi
dubitava seriamente sul suo ritrovo.
Secondo gli Auror nessuno l’avrebbe più
rivisto.
I genitori erano stati messi al corrente dell’accaduto,
tranquillizzati per quanto possibile e i quelli dei ragazzi coinvolti avevano
potuto dare il meglio di loro con una strigliata che durò più di un’ora, tipo
Molly Weasley le cui urla invasero tutti i corridoi vicini all’infermeria. Altri
invece non ebbero cuore di sgridare nessuno, tipo i Zabini che si limitarono a
ringraziare il cielo che Blaise fosse vivo.
Altri ancora stavano sui letti
accanto ai ragazzi feriti, conciati peggio di loro.
- Sempre qua Black, è
scandaloso!- sbraitò la Chips curando una ferita sul sopracciglio di
Sirius.
- Meglio che sia qui no?- rise appena Silente, in piedi accanto a
Lupin che con lui attendava paziente – Allora Madama Chips? Cosa può dirci sulle
condizioni dei nostri ragazzi?-
- Oh, staranno benissimo nel giro di poche
notti!- fece stizzita – La signorina Granger dovrà usare le stampelle per
qualche giorno ma la gamba tornerà a posto, non tema. A Weasley rimetto a posto
il braccio in un secondo, Dalton necessita di una fasciatura alla testa ma ce la
farà a sopportare un po’ di emicrania.-
- Harry come sta?- chiese Sirius,
fregandosene degli altri.
- Uno schifo.- rispose il Grifondoro svaccato a
letto nell’altra parte della stanza.
- E Draco?- chiese Narcissa, a fianco
del cugino.
- Quei tagli lasceranno il segno.- sentenziò la strega arcigna –
Ma guarirà, non si preoccupi.-
- Quand’è che me ne posso andare?- sbottò
Harry snervato – Io sto bene, lo capisce o no?-
- Tu te ne stai a letto!-
ordinò Sirius.
- Ma se ho meno graffi di te!-
- Me ne infischio, stai a
letto e basta!-
- Anche tu non sei conciato tanto bene…- borbottò Remus,
fissandolo attento.
- Sei l’ultima persona a dover parlare!-
- Mamma mia,
è tornato intrattabile.- cinguettò Tonks ridacchiando – Paddy ma non sei
contento?-
- Zitta tu!- bofonchiò Black seccato.
- Qualcuno ha visto
Elettra?- chiese Hermione, con la gamba lunga stesa a letto.
- E’ arrivato
suo padre un quarto d’ora fa.- fece Lavanda Brown che era arrivata a salutarli –
Era un po' furibondo… adesso ci sta parlando la professoressa Mcgranitt ma
non credo si calmerà tanto presto.-
- Adesso arriva qua a farti la pelle.-
ironizzò Draco velenoso verso Harry, continuando a ingurgitare del
brodino.
Potter gli rispose con un simpatico gesto della mano mentre
Mundungus e Kingsley cominciarono a fargli un sacco di domande su come se
l’erano cavata al principio nella Camera, quando Tonks decise che era meglio
avvisare casa.
- Paddy, vado ad avvisare la mamma che sei sano e salvo.-
cinguettò allegra poi guardò Narcissa con occhioni da cerbiatta – Zia, vuoi che
le dia un tuo messaggio?-
Narcissa sorrise debolmente ma si vedeva che non
era al massimo dell’umore – Grazie ma le parlerò una volta tornata a casa. Ti
ringrazio.-
Quando Ninfadora se ne fu andata per spedire un gufo ad
Andromeda, Sirius guardò la cugina di sottecchi.
- Ha fatto la fine che
meritava.- borbottò, non molto bravo a consolare la cugina che aveva sempre
creduto nemica.
- Lo so,- rispose la bionda calma – ma era mia sorella.-
-
Era una maledetta…-
- Paddy!- Remus lo interruppe con falso candore – Che ne
dici di dire a Harry cos’è successo eh?-
- Già, com’è che sei vivo?- saltò su
anche Ron – Non che mi lamenti…ma m’è venuto un infarto!-
- Se non altro non
mi hai insultato.- replicò Sirius corrucciato.
- Se vuoi ricomincio subito.-
l’avvertì Potter con gli occhi verdi lucidi ma incendiati – Comunque dev’essere
stata Lucilla immagino. È sempre venuta lei a salvarti dai guai.-
- E poi chi
avrebbe il potere di fare una cosa simile?- rise Hermione dal suo letto – Solo
lei!-
- Per non parlare di come si è salvata.- Neville che stava benissimo
era seduto sulla sponda del letto di Harry – Ma davvero sapere com’è
successo?-
- Tu lo sai cara?- Arthur Weasley guardava la moglie molto
incuriosito – Ore fa hai detto di sapere che le è capitato.-
Molly arrossì
ancora, un po’ confusa – Bhè…si, in effetti ho un’ipotesi.-
- Anche io ne ho
una e credo sia la stessa.- disse Narcissa debolmente.
- E sarebbe?- borbottò
Ron frettoloso – Avanti, come ha fatto?-
Jane, che aveva il tatto di Sirius a
volte, se ne uscì tranquilla con una sparata che fece sbiancare più di una
persona.
- A me è capitata una cosa simile quand’ero incinta di
Hermione.-
Cadde il silenzio e la donna guardò tutti preoccupata. Che aveva
detto?
- Cos’hai detto?- alitò Harry sconvolto mentre Draco quasi si era
strozzato col brodino.
- Si…una volta, al quarto mese, mi ero tagliata una
mano e per magia la ferita si è rimarginata subito.- fece Jane tranquilla – Ma
forse è stato solo un caso. In fondo sono una strega anche io…- fece,
sbuffando.
- No, un momento…- Hermione guardò anche Molly con aria
interrogativa – Lucilla potrebbe essere…-
- Cara, è consuetudine che la magia
di un nuovo nato possa aiutare il corpo della madre durante la gravidanza.-
spiegò la signora Weasley alzando le spalle – Ma può essere un caso fortuito.
Non è detto che la vostra amica sia…oddio, ma quanti anni ha?- sbottò poi
sconvolta.
- 24.- disse Ron a mala pena.
- Qualcuno prepari una cassa.-
celiò Draco indifferente.
- L’ammazza…Dio santo, l’ammazza…- ansimò Harry –
Avvertiamo qualcuno!-
- Chi? Tristan?- rise Blaise – Potrebbe fuggire in capo
al mondo ma servirebbe a poco!-
- Volete finirla di farvi i castelli per un
attimo?- disse Hermione – Vedrete che è un falso allarme.-
- Come fai a dirlo
scusa?-
- Se non lo è Tristan ha i giorni contati.- considerò candidamente la
Grifoncina.
- Dov’è adesso?- chiese Lavanda al preside – E’ con Jess per
caso?-
- Si, si trovano nelle stanze in fondo a questo corridoio. Erano gli
unici ad aver bisogno di riposo.- l’informò Silente – Specialmente se
consideriamo il fatto che avevano numerose ferite sul corpo e Lucilla ha dovuto
invocare tutti quei morti.-
- Al massimo sentiremo un po’ di grida…- borbottò
Draco cercando di trovare una scusa.
- Secondo me la prenderà male.- continuò
Ron testardo – Ci uccide Tristan stavolta.-
- Però stavolta ha la scusa buona
per sposarlo sul serio.- ridacchiò la Brown eccitata.
- Oh per l’amore di
Dio, ma pensi solo a quello?- si schifò Hermione – E finitela di dire che
aspetta un bambino! Lucilla non è mica così avventata!-
- Tesoro, quando
capita capita…- cinguettò Jane carezzandole la testa.
- Su questo non c’è
dubbio.- frecciò la Grifoncina.
- Jane come va il mal di testa?- s’interessò
Molly – Ti senti bene?-
- Veramente l’emicrania ormai è permanente.- rispose la
novella strega – Vedo un sacco di cose senza senso quando chiudo gli occhi ma se
mi concentro e le ricollego, riesco a trovarci anche un filo logico, sai?-
- Ehi
Jane, lo vedi il mio voto al M.A.G.O?- ridacchiò Ron – Mi dici che mi faranno
fare?-
- Zitto tu!- Molly lo picchiò sulla testa severamente – Ora devi
metterti a studiare, intesi?-
- Sai che voglia avranno dopo questa bella
frittata.- sbuffò Sirius scendendo dal lettino tutto dolorante.
- Fermi lì
tu!- lo bloccò Lupin – Dove credi di andare?-
- A prendere aria papà.-
mugugnò Black sarcastico – Vuoi venire con me o hai paura che scappi?-
-
Remus ti prendo il guinzaglio?- ironizzò Kingsley.
- Divertente, molto
divertente!- Sirius guardò Harry di striscio per vedere se aveva bisogno di
qualcosa ma Potter lo guardò contrito, come a dirgli che se voleva parlare di
quello che successo andava bene, se no poteva anche andarsene a spasso. Black
sbuffò, rimettendosi seduto.
- Mi ha portato Lucilla fuori dal Velo…-
bofonchiò scocciato.
Harry allargò gli occhioni – E’ entrata nel Velo?-
sussurrò sconvolto.
- Lo sapevo io che era pazza…- mormorò Draco,
sgomento.
- E’ entrata nel Velo e ne uscita come niente fosse?- ora era
Hermione ad essere incredula – Ma come cavolo fa, uffa!-
In quel momento
entrarono Clay e Sphin, con Milo in coda. Erano venuti a vedere come stavano i
ragazzi e a dare notizie degli altri. Jess si sarebbe ripreso in tre settimane
probabilmente, Lucilla era ancora priva di sensi ma in ottima salute. Gli altri
Auror stavano da favola.
- Voi la sapevate che Lucilla era entrata nel velo
dell’Ufficio Misteri?- saltò su Harry.
- Cosa?- fece Harcourt senza
capire.
- Ah, ma si!- Milo aveva un’aria riposatissima e sorrise appena – Col
tizio morto!-
- E’ entrata nel Velo con un tizio morto?-
A quel punto
Silente guardò di striscio Sirius, come a chiedergli se dovevano dire a tutti la
verità ma alla fine preferirono tacere, semplicemente per il fatto che davanti
al portone della scuola, che dalle vetrate dell’infermeria si vedeva bene, si
stava formando una piccola folla di persone.
Arrivò Piton che richiamò il
preside al suo lavoro.
- Signore, sono arrivati alcuni genitori per parlare
con lei.- sentenziò, guardando Sirius e Remus con un’occhiataccia – E il
Ministro Caramell arriverà qua fra pochi minuti con alcuni Membri Anziani del
Ministero per discutere della situazione. A quanto ho capito hanno un mandato
anche per Cassandra Hargrave.-
- Che cos’hanno?- gracchiò Hermione con gli
occhi fuori dalle orbite.
- Non vorranno portarsi via Jane spero!- dissero
Harry e Ron in coro.
- State buoni voi.- mugugnò Piton arcigno – Vedremo di
sistemare la questione senza spargimenti di sangue.-
- In poche parole che
vogliono da me?- chiese Jane tranquilla.
- Credo che vorranno sapere come hai
fatto a riappropriarti dei tuoi poteri.- le disse Arthur pragmatico – Ma non
preoccuparti, ce ne occuperemo noi di questa storia.-
- Già fatto.- Liam
Hargrave entrò nella stanza come un tornado, sventolando una pergamena
ingiallita – Ecco qua l’atto di nascita, Cassandra. Ora sei legittimamente
riconosciuta.-
Il silenzio di Jane durò solo un secondo. Quel tanto che
bastava perché scoppiasse come una bomba.
- Che cos’hai fatto?!- urlò
spaventando mezza Hogwarts – Come diavolo sarebbe che mi hai
riconosciuta?!-
- Che ora sei mia figlia anche legalmente.- rispose Liam
pacioso – E’ scritto tutto qua.-
- Potrebbe anche essere scritto sulla
Sindone, non me ne frega niente!- sbraitò sconvolta – Oddio…- si portò le mani
alla testa dolente, cercando di distendere i nervi – Assurdo, assurdo…-
-
Cassandra, per favore…- iniziò pigro Hargrave, sicuro del fatto suo.
- Non
chiamarmi Cassandra!- gridò ancora Jane con tutti i capelli dritti per la rabbia
– Non mi piace quel nome e non mi piaci tu! Adesso faccio le valige e me ne
torno Londra! Tesoro ci vediamo finiti gli esami! Ciao a tutti!-
- Ehi mamma,
aspetta un secondo!- la richiamò Hermione ma la novella strega aveva già
infilato la porta furibonda, inseguita da Lord Hargrave che ancora una volta
aveva fatto quello che aveva voluto senza chiedere nulla a nessuno.
Quando
rimasero soli, Molly cercò di rompere il ghiaccio tossicchiando.
- Era
proprio arrabbiata…- mugugnò Narcissa tranquilla.
- Mah, guarda un po’ tu!-
disse Tonks ridendo che era tornata in tempo per vedere Jane dare i numeri – Io
e la mamma abbiamo parlato dal camino della professoressa Mcgranitt. Ha detto
che ti aspetta a casa fra quattro giorni, zia.-
Narcissa sbatté gli occhi –
Ah…devo tornare a Grimmund Place?-
- Vorrebbe parlare sia con te che con
Paddy!- rise ancora Ninfadora – Verrete vero?-
- Devo proprio tornarci?-
rognò Sirius – Quel posto mi mette l’angoscia.-
- Allora sposto la riunione a
casa nostra! Ancora meglio!- propose la ragazza – Vi va bene?-
- Certo,-
Narcissa alla fine annuì appena - sono contenta di rivedere Andromeda.-
- Ma
che bella riunione di famiglia…- rise Remus mentre il suo migliore amico
ribolliva.
- Sto saltando di gioia, non vedi?- ringhiò Black, poi senza fare
una piega si volse a Silente – Preside, posso portare Harry con me per qualche
giorno?-
- Si, anche io vorrei portare via Draco per qualche tempo.- disse
Narcissa sicura mentre i due maghetti restavano abbastanza stupiti – Abbiamo
delle cose da sistemare.-
Silente non fece una piega – Per me non c’è
problema. Un po’ di fiato farà bene a tutti quanti.-
- Vedi solo di non
cacciarli nei guai di nuovo.- sibilò Piton verso Sirius e se ne andò prima che
Black potesse mandarlo all’inferno, trascinando via un bel po’ di Auror. In quel
momento fece il suo ingresso però quell’eccellentissimo idiota di Caramell e con
lui, per l’allegria di tutti, la Umbridge.
- Buon giorno a tutti.- disse il
Ministro, guardandosi attorno circospetto – Dov’è Jess Mckay?-
- A riposare.-
gli disse Sphin – Era messo male.-
- Lo vedo.- Caramell guardò tutti gli
altri ma quando posò lo sguardo su Sirius quasi saltò per aria come un petardo,
terrorizzato. Strillò così tanto che alla fine Hermione fu costretto a tacerlo
con la magia mentre Silente, con tutta la pazienza di cui era ancora capace,
cominciò a spiegare a tutti i consigliere la verità e con prove in mano, ovvero
la dichiarazione di Narcissa Black Malfoy, Caramell dovette arrendersi.
La
Umbridge invece alzò il suo naso spocchioso.
- E come sempre gli studenti
sono stati coinvolti!- disse con voce stucchevole.
- Gli studenti si
coinvolgono da soli.- rispose Silente con tono di sussiego.
- Infatti, le ho
sempre detto preside che questi ragazzi erano un pericolo!-
- Ma chi è
questa?- sussurrò Sirius in sottofondo, non molto a bassa voce.
- La rospa,
quella che pazza che puniva Harry quasi squarciandogli la mano!- gli rispose
Ron.
- Cosa?!- sbraitò Black incollerito – E’ quella lì?-
- Secondo me poi
quell’uomo è pericoloso ugualmente!- cinguettò la Umbridge altezzosa – Dovrebbe
essere spedito di nuovo ad Azkaban!-
- Per lei sono un pericolo di sicuro!-
ringhiò Sirius.
- Ti tappi quella boccaccia?- rise Remus nervosamente,
chiudendogli le fauci con la mano.
- Ministro, tendo di nuovo a ricordarle le
mie proposte! Devo sciogliere l’Ordine! È scandaloso, i fratelli Mckay hanno
provocato disastri a non finire…per non parlare dei Diurni e dei Licantropi che
sono entrati in questa scuola!-
Mentre Milo roteava gli occhi color topazio,
c’era chi cominciava seriamente a infastidirsi. Gli animi si scaldarono in
fretta, specialmente perché la battaglia aveva esasperato molti di quelli che
avevano già perso la pazienza da tempo.
Dopo la proposta di sciogliere
l’Ordine, la Umbridge si mise anche a sbraitare che Lucilla doveva essere
estradata, Silente doveva essere privato della cattedra, Cassandra Hargrave
avrebbe dovuto essere spedita ad Azkaban a sua volta perché si era riappropriata
illegalmente dei suoi poteri e infine, stoccata finale, propose l’espulsione per
Harry e company. Fu uno spettacolo vedere le facce dei presenti.
Sirius
guardava Harry, chiedendogli con un’occhiata se fosse vera mentre il vecchio
preside stava contando fino a cento mentalmente, sperando di trovare nel
frattempo la dovuta gentilezza per spedirla via con eleganza…ma invano.
I
primi a esplodere furono i genitori dei ragazzi coinvolti, Molly Weasley in
prima linea.
Gracchiarono tanto che tutta Hogwarts riuscì a sentirli,
specialmente gli altri studenti che iniziarono a mettere le teste fuori dalle
aule, sperando di vedere e carpire qualcosa di quella nuova avventura di Harry
Potter.
Peccato che Caramell e il suo consiglio non ebbero fortuna.
La
Umbridge venne impacchettata dalla Mcgranitt in persona dopo un’ora dei suoi
vaneggiamenti conservatori, mentre Caramell dovette tornarsene di volata a
Londra dopo che Tanatos, giulivo, gli ricordò che aveva ormai spedito al
Ministero tutte le prove dei suoi insabbiamenti politici.
Verso pomeriggio
ormai si erano liberati di tutti gli scocciatori anche se era praticamente
sicuro che sarebbero tornati.
- Davvero te ne vai?- Hermione, mogia, fissava
sua madre seduta a letto.
- Si,- annuì Jane sorridendo – tuo padre non si
sente tanto bene qua e io ho del lavoro da sbrigare. Inoltre…tuo nonno,-
bofonchiò seccata – ha rubato i miei poteri da quell’ufficio dannato e verranno
a farci delle domande su questo bel disastro. Dobbiamo decidere cosa fare.-
-
E intanto passiamo a comprarti una bacchetta!- rise Hargrave poco distante.
-
Che bello, non vedo l’ora.- rognò la donna sbuffando. Si piegò sulla figlia,
sorridendo di cuore – Ciao tesoro, ci vediamo presto ok? Ti manderò un gufo
appena possibile.- la baciò sulla fronte, abbracciandola stretta – Sono fiera di
te, piccola. Lo sai vero?-
- Si, ti voglio bene mamma.- rispose la
Grifoncina, stringendola con altrettanto affetto.
Quando Jane si rimise in
piedi aveva gli occhi lucidi di orgoglio – Adesso devo andare.-
- Vado anche
io.- le disse Liam un po’ imbarazzato – Io e tua madre dobbiamo rispondere a un
po’ di domande.-
- Lo immagino.- la streghetta abbozzò un ghignetto – Fate
buon viaggio.-
- Ehi Jane!- Harry e Ron giocavano a carte con Seamus e
Neville sul loro – Ma noi non ci saluti?-
- Figuratevi!- ironizzò la donna,
baciando ognuno di loro – Vedete di rimettervi presto!-
- Contaci.- rise
Potter felice – Facci sapere se quelli del Ministero ti rompono le
scatole!-
- E se ti viene qualche flash sui nostri esami…chiama eh?- fece Ron
speranzoso.
- Si, si!- Jane andò di volata da Draco, baciando anche lui che
la strinse forte, sospirando.
- Ciao tesoro!- gli sussurrò, carezzandogli la
testa – Cerca di stare bene.-
- Anche tu.- le disse, incurante degli sguardi
sconvolti degli altri.
Gli prese il viso fra le mani, guardandolo dolcemente
– Cerca di stare tanto con tua madre, ok?-
Malfoy annuì, stavolta un po’ reticente – Come
vuoi.- e la lasciò andare via con Lord Hargrave mentre rientravano gli Auror.
Ormai la scuola si stava svuotando, i genitori se ne
andavano, i Cacciatori ritornavano dal Ministero con le prime notizie sui
Mangiamorte catturati, altri si preoccupavano dei morti.
Sirius, seduto
accanto al letto di Harry, guardava da lontano sua cugina Narcissa che parlava
con i maghi Carcerieri.
Avevano ritrovato il corpo di Bellatrix. Forse si
stava occupando della sua sepoltura…
- Non ti è dispiaciuto quando è morto
tuo fratello?- gli chiese Remus, seduto accanto alla finestra – Anche se era
stato sciocco e crudele, era sempre tuo fratello Paddy.-
- Già.- Sirius
sospirò appena – Però Lucius è sparito.-
- Silente crede che non si farà
rivedere per un pezzo.- proseguì Lupin, continuando a leggere il suo libro.
-
Credi che la zia venderà la villa adesso?- s’interessò Tonks, che si stava
rifacendo i capelli azzurri allo specchio.
- E io che ne so?- borbottò Black
– Non sono affari tuoi comunque. Si arrangeranno lei e Andromeda!-
- Oh,
dovevi sentire la mamma!- cinguettò la ragazza – Sarà molto contenta di
rivedervi in carne e ossa!-
- Vai di nuovo via allora?- gli chiese Harry,
appoggiato ai cuscini.
Sirius si volse a guardarlo e dopo un secondo gli
prese la mano, stringendola forte.
- Non vedo mia cugina da anni.- gli disse
con tono dolce – Ha ragione Tonks, dovremmo rivederci per decidere di questioni
legali che riguardano la nostra famiglia. Narcissa ha delle proprietà
d’amministrare ora, io devo riprendere possesso della mia casa e far capire al
mondo che non sono colpevole di omicidio, poi dovremo decidere cosa fare della
casa di Bellatrix e di tutti le azioni dei Black.-
- E quanto starai via?-
gli chiese ancora il Grifondoro, serrando di più la presa.
- Pochi giorni.-
l’assicurò Sirius fissandolo intensamente – Tranquillo, torno presto.- e senza
più dire niente si sporse per abbracciarlo, ritrovando la stessa meravigliosa
sensazione della notte precedente.
Si sentiva a casa finalmente. A casa, con
Harry.
- Secondo me quelli del Ministero non pubblicheranno subito una
smentita.- fece Tanatos che si fumava la pipa alla finestra – Caramell ha troppo
paura di fare la figura dell’idiota prima del tempo.-
- Oh, non c’è da
preoccuparsi.- Hermione fece un gesto veloce con la mano – Entro domani la
smentita sarà sui giornali.-
- Figurati, è impossibile!- replicò l’uomo –
Caramell si è fatto attento!-
- E io mi sono fatta furba.- cinguettò la
Grifoncina con perfidia, facendo ridacchiare sia Harry che Ron.
- Hai già
chiamato Rita e Luna vero?- le chiese Weasley – Dio Herm…sei perversa!-
-
Sirius ha bisogno di una mano no?- replicò la streghetta con un sorriso – E
anche Lucilla. Dobbiamo riabilitare il loro nome! Con Rita ci parlo io, non
voglio che vada a ficcare il naso nelle nostre faccende private.-
- Da quando
è così docile la Skeeter?- fece Blaise sconvolto.
- Ricatto.- rispose
Hermione sagace.
- Ricatti quella donna?- Sirius ora la guardava tutto
illuminato – Piccola, in due anni sei diventata una vera esperta!-
- Per te
più sono delinquenti e meglio è vero?- frecciò Remus.
- La ricatti con cosa
scusa?- s’informò Neville curioso.
- Segreto!- cinguettò, mettendo giù le
gambe nude dal letto – E adesso scusate ma vado a vedere come sta Elettra!-
-
Ma dove vuoi andare…- Harry la guardò severo – Dai, Herm! Non fare sforzi che ci
vado io da lei.-
- Figurati. Non userò mica le gambe!- e sorridendo si
trasformò in un corvo, sconvolgendo ancora di più gli Auror, Sirius e Remus che
non lo sapevano. Volò elegantemente fuori, per il corridoio, sotto gli occhi
sgranati di tutti.
- Sparisco per due anni e ritrovo il mondo sotto sopra.-
bofonchiò Black.
- Ho imparato anche io.- fece Harry orgoglioso.
- Ma va?-
Remus era strabiliato – Ragazzi, complimenti! Vi ho visto anche combattere
contro i Mangiamorte…-
- E io che pensavo di dovervi raccogliere con la
spugna.- fece Sirius, con meno tatto.
- Tutto merito di Tristan e Lucilla.-
spiegò Ron – Pensa che mi sono anche Smolecolarizzato!-
Tonks fece un
fischio, visto il silenzio degli altri – Lo dicevo che Mckay aveva il pugno
necessario per rimettere in sesto queste classi! Tristan è sempre stato bravo a
dare consigli e a insegnare. Ma dalla sua ragazza che avete imparato? Senza
offesa ma che vi può insegnare una mezzo demone? A portare via le anime alla
gente?-
- Si, intanto ci ha salvato le chiappe a tutti quanti!- sbraitò Moody
entrando con il suo passo ciondolante, ticchettando con la gamba di legno – Come
stai Potter?- tuonò – Tutto bene?-
- Si, benissimo.- sorrise – E’ stato da
Tristan e Jess?-
- Certo. Il vostro professore sta benissimo. Suo fratello è
un po’ giù di corda…ma si riprenderà.-
Harry capiva perfettamente. Li aveva
visti gli occhi di Jess quando Lumia gli era morta fra le braccia.
Forse
tanti anni prima doveva averla amata molto. Poi l’amore si era trasformato in
affetto ma quell’amore era rimasto in lui. Solo amandola molto avrebbe potuto
ucciderla in quel modo.
- E Lucilla?- chiese Neville – Sta bene?-
- La
Lancaster dici figliolo?- Malocchio alzò le spalle – Dorme. Ammesso che quella
dorma.-
- Quando la Chips ci lascerà andare via, dovremo correre a trovarla.-
disse Blaise che aveva un leggero taglio sulla testa e un polso slogato – Voglio
davvero vedere come sta.-
- Non mi dire che pensi ancora alle follie di mia
madre!- rise Ron – E’ impossibile che Lucilla sia incinta! -
- Speriamo.-
disse Harry – Altrimenti Tristan ha finito di vivere…-
Intanto in un’altra
stanza di cura, la Mcgranitt e Tanatos Mckay fissavano preoccupati gli occhi
vacui di Jess.
Anche con una profonda ferita fra torace e spalla destra,
stava seduto e guardava fuori dai vetri.
Osservava qualcosa…ma loro sapevano
bene che in realtà non vedeva nulla.
Al suo fianco c’era un letto di una
piazza e mezza in cui stava sdraiata Lucilla.
Era stato a vegliarla per tutto
il tempo in cui Tristan aveva dovuto sistemare le questioni coi Consigliere di
Caramell e ora se ne stava in quell’angolo, perso nei suoi cupi pensieri.
Era
disperato. Tanatos sapeva leggere nel suo figlio maggiore come in un libro
aperto.
Tornò Tristan e rimase sulla porta col padre, a scrutare Jess con gli
stessi occhi preoccupati.
- Starà bene…prima o poi.- sussurrò Tanatos –
Dobbiamo dargli tempo.-
Il giovane Auror non rispose. Si limitò ad attendere
che suo padre se ne andasse, poi entrò lentamente nella stanza, chiudendosi la
porta alle spalle.
Jess socchiuse le palpebre quando sentì il braccio di
Tristan attorno al collo.
- Secondo te com’è il paradiso?-
Tristan sorrise
guardando il sole tramontare.
- E’ già qui il paradiso.- mormorò, passandogli
una mano sulla spalla – E anche l’inferno. Sono qui con noi.-
- Lei i viveva
all’inferno.- Jess guardò oltre la Foresta Proibita, ricordando il suo viso –
Non ha neanche provato a cambiare. Non le importava di morire. Se n’è sempre
fregata delle conseguenze.-
- Non potevi fare altro.-
- Non lo so…-
sospirò il maggiore – Non lo so più.- guardò oltre le loro spalle, arrivando a
osservare Lucilla nel sonno. Dio, com’erano uguali. Lumia però non aveva mai
avuto quel bagliore negli occhi. Era già morta da tanto tempo.
L’odio e il
dolore causati da sua sorella l’avevano resa lo spettro contro cui avevano
combattuto.
- Non ti dirò di dimenticare.- Tristan si sedette sulla sponda
del letto di Lucilla, continuando a guardare il fratello – Non so se…eri
innamorato di Lumia…-
- Non l’amavo Tristan.- rispose Jess, a bassa voce – Ma
quando è morta…-
- Hai ricordato quando eravamo qui a scuola, vero?-
- Mi
sono ricordato ogni sorta di sciocchezza mentre se ne stava lì a morirmi fra le
braccia…- rise, passandosi le mani sul viso tirato – Mi sono ricordato quando
tu, Lumia e Lucilla avete fatto esplodere quelle pozioni in giardino e se la
sono presa con me perché Lumia mi aveva tirato in ballo all’ultimo momento. Mi
sono ricordato del ballo del quinto anno…quando mi ha baciato.- sorrise
dolcemente, sospirando – E quando è morta non ho potuto credere che fosse la
stessa persona. Ma adesso ci rimane lei…- Jess tornò a posare lo sguardo su
Lucilla, carezzandola sulla mano – Lei ci darà abbastanza guai per
due.-
Sorrideva, ma era dolore quello.
Tristan lo sapeva. Ma assecondò
quel piccolo inganno.
Rise con suo fratello, anche se sapeva che stava
piangendo.
Jess parlò con tono sommesso quando invece avrebbe voluto
urlare.
E poi le si svegliò. Aprì gli occhi e le iridi rosse tornarono subito
azzurre.
Quando li vide, Lucilla cercò di capire dove fossero, poi osservò le
loro condizioni. Stavano bene entrambi.
- Stai meglio?- le chiese Tristan
carezzandole i capelli.
Ma Lucilla non stava bene a dire il vero. Aveva
un’emicrania impossibile, una nausea che la costrinse a piegarsi.
- Cos’hai?-
Tristan era ancora molto in ansia, dato l’incantesimo che aveva dovuto fare –
Vuoi che chiami la Chips?- ma la Lancaster scosse il capo. Si guardò dov’era
stata ferita eppure non aveva più un graffio. Voleva chiedere cosa le fosse
successo per guarire in una tale velocità ma quando vide Jess le passò di
mente.
Parlarono brevemente, dicendo solo l’essenziale perché si capirono con
lo sguardo.
- Io vado a chiamare la Chips, non si sa mai.- disse Tristan poco
dopo, vedendo che continuava a sentire la nausea e quando tornò con la strega il
verdetto fu sempre lo stesso.
- Non lo so.- borbottò la Chips coi suoi soliti
modi – Non sono un’esperta di anatomia demoniaca!-
- Sempre gentile.- fece la
mezzo demone – Oddio…ho voglia di vomitare!-
La Chips allora guardò i tre con
aria scocciata, poi fissò principalmente Tristan con espressione accusatoria,
come se la colpa l’avesse tutta lui. Infine si decise a parlare.
- Un’idea ce
l’avremmo.- fece annoiata – Ma devo accertarmene.- e senza fare una piega prese
la mano di Lucilla poi tirò fuori un minuscolo coltellino dalla sua borsa medica
e sotto lo sguardo allucinato dei due fratelli Mckay le tagliò il palmo,
strappandole un "Ahi, ma che diavolo fa??" abbastanza alto.
Tempo un secondo
e quella magia dorata le aveva richiuso la ferita, lasciandola senza
parole.
- Ma che cos’è questa storia?- alitò, fissandosi la mano – Non è la
mia magia!-
- Ci credo.- la Chips adesso sembrava una madre incazzosa – Non è
la tua magia cara, ma quella di qualcun altro. Più precisamente di tuo figlio,
zucchero.-
La dichiarazione fu presa dopo un leggero secondo di sconforto.
Lucilla si era spaventata per quello strano effetto magico, pensando potesse
essere un risultato collaterale dell’Incanto Surgis ma quando aveva sentito le
parole della vecchia strega…era rimasta zitta. Senza fiato.
Con la nausea che
le martellava i sensi, per un attimo non capì ciò che le veniva detto. Poi
sentendo il gemito di Jess e vedendo gli occhi sgranati di Tristan ci arrivò. E
per quest’ultimo fu il più brutto quarto d’ora della sua vita.
Harry se
ne stava ancora a letto e Draco era appena tornato dalla doccia con un
asciugamano sui capelli fradici quando un’esplosione colossale invase il loro
corridoio, seguita da un’imprecazione bestiale che li buttò giù dal letto.
Perfino Hermione che dormiva coi tappi nelle orecchie si svegliò di soprassalto,
volando giù dalla sponda.
Tutti quanti si aggrapparono alle bacchette,
credendo che i Mangiamorte fossero tornati…
Sbagliavano.
Era Lucilla
questa volta. Ed era tanto arrabbiata che se solo avesse potuto si sarebbe
trasformata in un drago e avrebbe bruciato tutto ma a quanto pareva ce l’aveva
solo con una persona in particolare.
- SEI UN IDIOTA! UN DEFICIENTE! UN
IMBECILLE!!- gridava, quando i curiosi misero la testa in quella camera. Stava
in piedi in mezzo alla stanza, solo con la casacca dell’infermeria, avvolta da
un’aura un pelo inquietante.
Tristan invece era nascosto dietro a una
scrivania rovesciata e strillando per calmarla, cercava nel frattempo di
salvarsi la vita da tutta una serie di oggetti contundenti che la mezzo demone
gli tirava addosso.
Volavano quadri, spade e pugnali, sfere infuocate e altro
ancora.
E Lucilla non sembrava in vena di smetterla – LO SAPEVO! LO SAPEVO
CHE SAREBBE FINITA IN QUESTO MODO! È TUTTA COLPA TUA! SEI STATO TU A FARE QUESTO
DISASTRO!!!-
- Lucilla ti prego!- urlò l’Auror quando una lampada per poco
non lo colpì in testa – Calmati o ti sentirai male!-
- IO MI SENTO GIÀ MALE!-
strillò furibonda – CHE TU SIA MALEDETTO! TU E LA TUA STRAMALEDETTISSIMA
PROGENIE!-
- Insomma smettila!- Tristan fermò un quadro con la telecinesi,
spedendolo contro il muro – Devi metterti a riposo!- ma appena finito di dirlo
gli arrivò un’astronave formato portacenere di pietra sulla fronte, stendendolo
a terra.
- VAI AL DIAVOLO TU E I TUOI CONSIGLI!- gli sbraitò, attorniata da
fiamme che fecero scappare anche Colin Canon, già armato di macchina fotografica
– L’HAI FATTO APPOSTA, ECCO LA VERITÀ!-
- Fatto apposta a fare che?- chiese,
confuso per la botta, rimettendosi in piedi a fatica – Per chi mi hai
preso?-
- FA SILENZIO!- gli gridò ancora, spedendogli addosso anche una
poltrona e tre vasi di piante carnivore – NON VOGLIO PIÙ AVERE NIENTE A CHE FARE
CON TE! SEI STATO TU A FARE QUESTO DANNATO PASTICCIO E ADESSO TU SISTEMERAI LA
SITUAZIONE, IN UN MODO O NELL’ALTRO!- e gli andò a un passo dal naso, con aria
ancora più pericolosa – O io sistemerò te!-
E detto quello svanì in una
nuvola di fiamme brillanti, tutte dorate, come mai le era successo.
Rimasto
solo Tristan aveva una sola possibilità. Espatriare.
- L’HAI MESSA INCINTA
SUL SERIO???- riecheggiarono Harry, Ron, Hermione, Draco e anche Jess tutti
insieme qualche minuto più tardi – LUCILLA ASPETTA UN BAMBINO???-
Non che
ripetendole le cose sarebbero cambiate…ma Tristan aveva davvero qualche tara nel
cervello perché invece che terrorizzato a morte…sempre felicissimo! Era al
settimo cielo!
Per tutto il resto della cena che consumarono in infermeria
non fece altro che toccare il cielo con un dito, con un sorriso beato da un
orecchio all’altro. Aveva l’aria di un uomo felice insomma. E non di uno che
stava per morire.
- E’ così che vuoi convincerla a sposarti?- frecciò Tanatos
sarcastico quando venne a sapere della cosa.
- Sempre simpatico tu!- borbottò
Tristan senza scomporsi – Mi spiace ma l’ho già detto a lei. Non l’ho fatto
apposta…e poi, Dio santo, mica l’ho fatto da solo questo bambino no?-
-
Sempre la solita storia.- mugugnò Hermione – Intanto però adesso a doversene
stare buona sarà Lucilla.-
- Ma non sei contenta?- le chiese Blaise stupito,
arrivato a portare loro la cena.
- No, per niente.- fece indifferente – E
anche Lucilla la pensa come me.-
I ragazzi la guardarono senza capire ma poi
la loro allegria fece presto passare i musi lunghi a tutti. Quando vennero a
saperlo il preside e gli insegnati ci furono delle vere e proprie manifestazioni
di giubilo collettivo, a quanto pare tutti dimentichi che Lucilla aveva quasi
dato di testa neanche mezz’ora prima.
- Stai per diventare nonno.- Jess rise,
accanto a suo padre – Contento?-
- Non potrei desiderare di meglio.- borbottò
Tanatos accedendosi la pipa – Ma la mia futura nuora potrebbe avere delle
riserve. Senza contare il modo in cui noi l’abbiamo sempre trattata e le
paranoie che si farà tua madre non appena saprà che quel disgraziato di tuo
fratello aspetta un figlio senza essere sposato con la sua ragazza.- sbuffò
sonoramente – Ci aspettano giornate lunghe. Sarà meglio che adesso vada ad
avvisare Sofia. Lei sa sempre come trattare con tua madre quando è sull’orlo di
una crisi di nervi. Se torna Lucilla fammelo sapere.-
- Tranquillo.-
Si,
un corno…Jess sospirò al solo pensiero di ciò che li aspettava. Follia nella sua
famiglia come minimo. Rose Mckay era una fanatica quando ci si metteva, Sofia
poi avrebbe meditato vendetta ai quattro venti ma il nome Lancaster aveva
comunque un suo peso. Che Lucilla fosse mezza demone o meno, il suo cognome era
di sangue blu a livello di quello di Hargrave, quindi alla fine i loro
spocchiosi parenti avrebbero chiuso un occhio.
- Ciao zietto!- cinguettò Milo
sedendosi al suo fianco – Come te la passi?-
- Male.- replicò sbuffando – La
mia famiglia farà i salti di gioia.- poi il biondo guardò il Diurno incuriosito
– Ma tu guarda che aspetto…non sembra neanche che sei stato in battaglia. A
quale giugulare ti sei attaccato questa volta eh?-
- Sapessi.- fece Morrigan
misterioso – Tu invece?- divenne serio e comprensivo – Stai bene?-
-
Passerà.- fece Jess abbassando il capo – Passerà prima o poi. E adesso ho anche
questa grana di cui occuparmi.-
- E già…- Milo saltò in piedi – Gente,
abbiamo bisogno di una lista di nomi! Dateci sotto!-
- Io ne ho già uno!-
tubò Ron – Se è un maschio Tornado, se è una femmina Thiadora!-
- Ma che
cazzo di nomi sono…- si schifò Draco buttando la testa sotto al cuscino.
-
Sarà bello il tuo Malfoy!-
- E’ inutile pensare ai nomi se tanto il padre ha
i giorni contati.- ironizzò Clay bastardamente.
- Fanculo Harcourt.- rognò
Tristan – Non è ora che te ne torni a Londra da Leblanc?-
- Veramente…- Jess
si grattò la testa, un poco contrito – Devo darti anche io una notizia
fratellino.-
- Sei incinto?- frecciò Harry con gli occhioni lucenti.
- Ma
vaffanculo.- Jess inorridì al solo pensiero – No, veramente ho chiesto al
Ministero di prendere in squadra un quinto elemento. Alla prossima verifica
potrebbero farci delle grane perché non siamo in regola così…-
- Come sarebbe
non siete in regola?- Tonks era tutta curiosa – Non ci sono regole sulle
squadre!-
- No ma c’è una clausola abrogata dal Ministero da circa un mese
che richiede almeno un mago dalle doti sensitive in un gruppo composto da membri
misti.- le spiegò l’altro tranquillo – Mi hanno mandato un gufo degli amici per
avvisarci. E visto che Milo è mezzo vampiro e questa legge del cazzo è stata
fatta apposta per controllare i gruppi come i nostri, ho pensato di scegliere il
male minore. Tenersi questo corrotto di Harcourt sarà una favola.-
Tristan
stava impallidendo al solo pensiero, vedendo che Clay se la rideva sotto i
baffi.
- No eh…- fece, tremando – Non dirmi che hai già preso questo demente
in squadra!-
- Centro!- cinguettò Clay – Ora siamo fratelli Mc!-
- Non
puoi averlo fatto!- sbraitò Tristan verso il fratello maggiore – Non dirmi che è
già tutto deciso! Ma è legale?? No, io questo non ce lo voglio! È uno spostato!
Finiremo per spaccarci la faccia tutti i giorni!-
- Mi avrai anche a cena se
è per questo…con la tua bella moglie a tavola…- frecciò Clay malizioso.
-
JESS!-
- Oh, ma che vuoi da me?- sbuffò quello, grattandosi il mento che
necessitava di una bella rasoiata – Non sono stato mica io a fare questa legge
del cazzo. Se Milo non mangiasse durante i turni, nessuno ci avrebbe mai fatto
caso…-
- Eh, sto cazzo…- Harcourt scosse il capo – Ha la faccia del vampiro
lontano un miglio!-
- Evvai, siamo in cinque!- ridacchiò Milo fregandosene
del fatto che stessero parlando di lui, delle sue condizioni e delle sue
preferenze alimentari – Da bere per tutti!-
- Anzi, in sei…- fece Sphin
deliziato – Se consideriamo il figlio di Tristan! Bisogna festeggiare.-
-
Allora veniamo anche noi!- si aggregò Harry afferrando Hermione e Draco per il
cappuccio delle casacche bianche – Tutti quanti alla Torre a bere! Blaise, corri
a prendere la materia prima!-
- Volo!- e il Serpeverde era già sparito fra i
ringhi di tutti quelli che invece avrebbero solo voluto starsene a letto.
Ma
in fondo avevano vinto no? Si erano salvati la pelle, aveva sconfitto i
cattivi…e adesso erano liberi!
Dopo sette anni tutto era finito.
Quella data meritava un
festeggiamento particolare…