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Autore: Kysa    10/12/2006    1 recensioni
All'ultimo anno, Draco Malfoy dichiara guerra alla mezzosangue che ha sempre disprezzato, invischiando entrambi in una scommessa che li metterà di fronte alla verità...
Genere: Romantico, Malinconico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Chissà dov’era adesso…
Draco stava sulla Torre Nord e guardava il cielo stellato di Hogwarts magari sperando in un segno.
Stava lì da ore, minuto più minuto meno, a pensare. A ricordare.
Ricordava quell’abbraccio che l’aveva salvato. Sua madre…e suo padre insieme.
L’avevano salvato. Incredibile. Non riusciva a crederci.
Il grande Lucius Malfoy votato all’onore del sangue che salvava un figlio che l’aveva tradito.
Continuava a non crederci. Non credeva neanche al modo in cui Narcissa l’aveva difeso da Bellatrix.
Sembrava un sogno. Un sogno che aveva fatto da bambino.
Un abbraccio. Un bacio. Il profumo dei capelli di sua madre.
L’aveva sognato a lungo…e proprio nel momento meno aspettato era arrivato.
Sospirò e scese dal cornicione, imprecando per il dolore alla schiena.
Finito…pensò con un sorriso che lottava per salirgli alle labbra. Finito . Era tutto finito.
Non rischiava più la vita. Ora poteva…vivere come tutti gli altri .
Non doveva più temere i Serpenti dell’Oblio, non doveva più urlare la notte a causa degli incubi.
E anche se suo padre se n’era andato, portandosi via terrore e anni bui, Draco lo sentiva ancora lì. A salvarlo.
Il vento notturno arrivò a sferzarlo, con un breve alito fresco. Lo inspirò a fondo, finalmente libero.
Chissà se anche Potter si sentiva come lui, si chiese.
Di colpo però qualcosa gli frusciò attorno alle caviglie. Abbassò lo sguardo e vide una busta bianca, sopra una calligrafia delicata e antica. C’era il nome di Lucilla.
Si guardò attorno e dietro l’angolo della torre vide uno svolazzare di vesti bianche.
Quando la raggiunse, la vide seduta sul parapetto avvolta in un lungo abito bianco colmo di veli.
Inutile nascondere quanto era preoccupato di vederla seduta in quella posizione viste…le sue condizioni.
- Non una parola.- l’avvisò lei, senza guardarlo.
- Scusa.- le disse avvicinandosi. In mano la ragazza teneva una lettera.
- Tutto ok?-
Lucilla alzò il viso dalla lettera, posando lo sguardo azzurro su di lui.
- Va bene, è una domanda idiota.- le concesse – Che leggi?-
La Lancaster sospirò, passandosi una mano fra i capelli – Il testamento di mia madre.-
- Degona?- Draco alzò le sopracciglia e le si affiancò – Ha scritto un testamento?-
- Si,- Lucilla guardava quelle righe con gli occhi un po’ lucidi – doveva aver capito che stava succedendo qualcosa. Sapeva leggere nel cuore di mia sorella…doveva sapere che stava per morire.- socchiuse le palpebre, addolorata – Sai…era tanto forte che avrebbe potuto schiacciare Voldemort e Lumia con un solo dito. Era una demone di stirpe… non hai idea di cosa le ho visto fare. Eppure…- sorrise amara, scuotendo i crini scuri - …per amore di sua figlia non ha avuto il coraggio di combatterla. Ha preferito lasciarsi uccidere.-
- Me la ricordo.- Draco con un po’ di fatica le si sedette a fianco – Tu le somigli molto.-
Lucilla sorrise di piacere, sentendoselo dire – Mi ha scritto di perdonarla per avermi lasciato sola ma non sapeva che anche papà sarebbe morto. Sapeva anche che avrei dovuto affrontare numerose prove.-
- Scommetto che sapeva anche che le avresti superate tutte.- mugugnò Draco accendendosi una sigaretta ma dopo un tiro guardò stralunato la mezzo demone –…Dovrei spegnarla? Potrebbe darti…fastidio?-
- Non respiro cucciolo.- ironizzò sarcastica.
- Ah già…- Malfoy sogghignò, dando un altro tiro beato – Che altro ti ha scritto?-
- Di amare mio figlio.- ringhiò Lucilla quel punto, furibonda – A quanto pare era di dominio pubblico il fatto che sarei finita nella grinfie di un dannato Mckay che mi avrebbe messo incinta!-
Il biondino non era molto bravo a consolare le persone, la mezzo demone meno che mai anche perché in fondo…era una bella notizia se vista in una certa prospettiva no?
- Sei proprio arrabbiata eh?- le chiese.
- No, sono imbestialita!- replicò seccata – Come ha potuto farmi una cosa simile?!-
- Bhè, l’avete fatta in due no?- abbozzò Malfoy.
- No, l’ha fatto lui!- rognò la ragazza di rimando – Io non voglio figli!-
- Perché no?-
Lucilla lo guardò storto – Perché sarebbe MIO figlio.-
Draco aggrottò la fronte – Non capisco bene…- ma dopo un attimo lo colse come un’illuminazione e sorrise, abbassando lo sguardo – Si, hai ragione…io in fondo resterò per sempre figlio di un Mangiamorte che ha ucciso molte persone in nome di un ideale.-
- E mia figlia resterà per sempre una mezzo sangue. Figlia di Lucilla Lancaster, la moglie di Voldemort.-
Draco annuì brevemente, gettando via il mozzicone della sigaretta poi però tornò a guardarla stranito.
- Figlia?-
- Si, è una bambina. Me l’ha detto Harry mesi fa.-
- San Potter ti ha detto che avrai una figlia?- riecheggiò Malfoy senza parole – E tu ci credi?-
- L’ha vista e ha visto pure te.- replicò la Lancaster – Si, sembra folle…-
- E’ folle, non sembra.- celiò il biondino – Comunque adesso…la bambina c’è no?-
- Mi fosse venuto un infarto quando ci sono andata a letto…-
Draco preferì non pensarci neanche, così le diede una mano per aiutarla a scendere dal cornicione e borbottando e imprecando finirono per concludere la serata separandosi. La ragazza aveva ancora bisogno di pensare e Malfoy, dopo averla lasciata, si ritrovò sotto le scale di Grifondoro.
Il quadro era aperto e da dentro proveniva un baccano del diavolo, per non parlare di Dean Thomas che, da come si vedeva dallo spiraglio, ballava in boxer su un tavolo con sottofondo di una musica sparata a palla.
Per un attimo Malfoy ebbe la tentazione di entrare…ma poi cambiò idea e se ne andò in giardino dove però accedde qualcosa di insolito. Fece in tempo a uscire dalle arcate ed Elettra Baley gli piombò improvvisamente addosso.
- Ehi piccoletta!- traballò sulle gambe, sostenendola prima che cadesse – Stai un po’…-
Ammutolì perché lei non si fermò. Scappò via subito, piangendo.
Rimase impietrito, vedendola andare via in quello stato. Ma che diavolo era successo?
Guardò verso il giardino e inquadrato il portone di Hogwarts, alla luce delle fiaccole e della luna, vide un uomo e una donna allontanarsi verso una carrozza che li aspettava.
Dovevano essere i suoi genitori…ma allora perché piangeva in quel modo? Non l’aveva mai vista triste da quando la conosceva. Fu quel pensiero a ricondurlo a Grifondoro.
Entrò guardingo, circondato da gente che beveva e urlava gioiosa, poi finalmente inquadrò qualcuno di conosciuto.
Neville rimase stranito nel vederlo ma quando Draco gli chiese dove fosse Harry glielo disse senza fare una piega.
Arrivato ai dormitori di San Potter, Malfoy si guardò attorno…e lo trovò svaccato sulla finestra col suo padrino a fianco, Hermione nel suo letto e altri Auror che si divertivano.
Potter lo squadrò stranito.
- Il diavolo è uscito dall’inferno…- bofonchiò – Salve Malferret.-
- Sfregiato c’è un problema.-
- Oddio, ancora?- si schifò il moretto – Che c’è stavolta?-
- Non mi pare il caso di parlarne qua.-
L’aria di Harry si fece guardinga - Vorrai mica fare a botte…-
– Magari più tardi. Riguarda la tua ragazza.- disse Draco assumendo un’espressione incazzosa.
Sirius si sbrodolò col whisky incendiario – Hai la ragazza? E chi è?-
- Che cavolo è successo a Elettra?- si allarmò subito il Grifondoro – Sta bene?-
- Non conosci il significato della parola privacy vero?- frecciò Draco trascinandolo via. Gli raccontò tutto in un angolo, giusto due minuti perché poi Harry volò praticamente fuori dalla Torre alla ricerca della sua cacciatrice mentre il biondo Serpeverde rimase infognato in quel posto.
- Già che sei qua vuoi qualcosa da bere?- tubò Hermione.
- Due dita di cianuro andranno bene.- disse sarcastico.
- Mi sbagliavo.- rognò Malocchio con la sua voce tonante – Non assomiglia solo a Malfoy…ma anche ai Black!-
- Sei sempre più spiritoso, sul serio.- borbottò Sirius – Qualcuno mi dice che succede?-
- Già, che è successo a Elettra?- chiese Ron.
- Si chiama così la ragazza di Harry?- fece Sirius – Ma non stava con te Hermione?-
- Appunto, ci stava.- chiarì Draco cupamente.
- Da qualche mese Harry si è messo con Elettra, la cacciatrice del Grifondoro.- sorrise la Grifoncina – Ti piacerà Sirius, anche Remus l’ha conosciuta quando è venuto qui un mese fa.-
- Si, è una ragazza adorabile.- assicurò il licantropo – Sta benissimo con Harry.-
- E perché vi siete lasciati?- continuò quel curioso di Sirius.
Hermione sollevò le spalle – Fuoco di paglia forse. Serio ma troppo veloce a spegnersi. Allora Dray? Vuoi da bere?-
- No, me ne vado.- borbottò il biondino duro.
- Allora ti accompagno.- la streghetta ignorò la sua occhiataccia e scese dal letto, inforcando le stampelle. Zampettando e facendo ridere mezzo dormitorio, riuscì ad arrivare a Malfoy e poi sparirono oltre la porta. Uscire da Grifondoro non fu facile, specialmente a causa degli studenti che continuavano a fermare Hermione per chiederle cos’era realmente accaduto ma quando la vedevano con Draco sembravano reticenti e di questo per una volta ringraziarono entrambi.
Una volta fuori dal quadro il silenzio li accolse più discreto di tanti schiamazzi.
- Per l’amor di Dio…- si schifò Draco dandole le spalle per un attimo – Mai visto un tale degrado.-
Hermione sorrise a mezze labbra, poggiando le stampelle alle muro.
- Sanno che non morirà più nessuno ormai.- sussurrò dolcemente – Festeggerei anche io.-
- Perdonami ma non sono dell’umore.- rispose a bassa voce.
- Lo so.- si aggrappò alle sue braccia e Draco si voltò, aiutandola.
- Lo so che non dovremmo festeggiare.- la Grifoncina continuò a guardarlo in viso – Nel giro di due giorni è successo il finimondo e…- cercò di trovare la parole adatte, anche per mentire forse – Mi spiace per…tua zia…-
Draco sogghignò, alzandole il mento con due dita – Non sei brava a raccontare palle mezzosangue.-
- Era sempre tua zia.-
Lui sollevò le spalle – Era la sorella di mia madre. Non è mai stata una presenza tanto idilliaca nella mia vita da farmela rimpiangere ora. Ha cercato di ammazzarmi e ci avrebbe ballato sulla mia tomba.-
- Ok…- Hermione continuò a guardarlo ancora un po’ reticente – Quindi potrò permettermi di odiarla in santa pace.-
- Lo faremo in due, se vuoi.- e le passò le braccia attorno alla vita, altrettanto confuso – Tu invece?-
- Cosa?-
- Tuo nonno che fine ha fatto?-
- Hn…- Hermione mise un leggero broncio – Lord Hargrave…roba da non credersi. Credo che riuscirà a farmi andare al suo castello per la festa delle debuttanti.- scoppiò a ridere, scuotendo il capo – Oppure finirò la domenica mattina a giocare a cricket con lui e i suoi altolocati amici con barba e baffi.-
- Quei balli per le debuttanti sono solo un bordello.- mugugnò Draco non molto contento all’idea – E’ pieno di porci tipo Dalton che aspettano solo di trovarsi una cretina come moglie. E’ una tradizione ridicola.-
- Se lo dici tu.- disse la Grifoncina ridacchiando al solo pensiero che ora, cambiato tutto, l’algido Draco Malfoy le appariva sotto una luce diversa. Lui forse era cambiato. Era diventato un altro. Libero da quell’ombra che l’aveva sempre tenuto abbracciato di spalle. Lucius non c’era più. I Mangiamorte non c’erano più.
Cercò le parole adatte ma lui, accorgendosi che stava per parlare, la precedette.
- Va…tutto bene.- l’anticipò, ancora imbarazzato dallo scompiglio che suo padre e sua madre avevano creato in lui salvandolo – Cioè…va meglio.-
Hermione gli regalò un altro sorriso, cercando però non stargli troppo addosso. Così si limitò ad annuire, felice per lui, per tutti loro ma c’erano ancora delle cose fra loro due che purtroppo non potevano essere ignorate.
- La gamba va bene?-
Hermione annuì ancora, docilmente – Guarirà, non è grave. Allora…- gli lasciò le mani – Ci vediamo domani mattina.-
- Si, indubbiamente ci sarà da ridere.- bofonchiò pensoso, immaginandosi le reazioni dei suoi compagni che di certo erano già venuti a sapere del suo volta gabbana. Forse era meglio trovarsi un altro posto per andare a letto… in fondo anche Blaise avrebbe dormito lì a Grifondoro e Zabini era sempre stato particolarmente furbo nel prevenire guai.
Non disse quei pensieri ad alta voce mentre si rimetteva il mantello sulle spalle ma gli occhi dorati della sua mezzosangue parevano leggergli dentro perché con uno sguardo gl’indicò ancora il quadro di Grifondoro…eppure per Draco non era ancora una buona idea. Ok che lo avevano salvato ma…lui era lui. Non era un Grifondoro.
- Io ci ho provato.- ridacchiò la ragazza, riprendendosi le stampelle – Sogni d’oro Malfoy.-
Draco stava già scendendo i gradini dopo un bacio mozzafiato quando si voltò ancora, colpito da una cosa.
- Hermione…-
La streghetta lo guardò, pensando che avesse cambiato idea ma il biondino la sbalordì ancora…per l’ennesima volta la rese felice, anche se lui non si rendeva effettivamente conto di quanto fosse profondo quel sentimento. Ma fra tanta felicità c’era sempre e comunque quell’ombra. Quell’ombra che li sovrastava da quasi nove mesi.
- Tra una settimana c’è il ballo di fine anno.- le disse, guardandola con gli occhi argentei lucidi come specchi.
- Si.- annuì lei. E di colpo il silenzio fra loro si fece pesante come un macigno. Quella data…
La loro scommessa aveva ancora una settimana di vita. La stessa scommessa che li aveva uniti, che li aveva fatti incontrare, scontrarsi ancora e infine toccare. A quel ballo tutto sarebbe finito…e lei temeva più di ogni altra cosa ciò che lui stava per chiederle. Sapeva che lo avrebbe fatto…e nessuno dei due poteva fare a meno di dire si.
- Ci vieni con me?-
Hermione tacque a lungo, fissandolo…e sentendo il suo sguardo su di sè…era carico di sottintesi.
- Va bene.- accordò poi – Ti concedo la mia presenza.-
- Sbagliato mezzosangue, sono io che la congedo a te!- ironizzò sarcastico dandole subito le spalle – Notte!-
- Notte Draco…- sussurrò a bassa voce, ma lui se n’era già andato.

La mattina dopo, alle sette e mezza, Draco Malfoy era già sveglio.
Aprì gli occhi come un automa, stiracchiandosi appena e mettendosi subito a sedere nel grande letto. Dal baldacchino semi chiuso filtrava una luce frizzantina del primo sole ma quando fece per mettersi in piedi…si lasciò di nuovo andare sul materasso. Si sentiva…riposato. Niente incubi.
Non aveva avuto incubi. Niente serpenti…mai più. Lo realizzò in quel momento quando sentì gli occhi inumidirsi.
Al diavolo!
Si sfregò il volto ma non immaginava il sorriso che gli piegava le labbra, tantomeno si sarebbe immagino di uscire dalla camera di Tristan e trovare nel suo studio un folto gruppo di deficienti che facevano colazione attorno alla scrivania del prof di Difesa provocando un baccano d’inferno. C’era il gruppo di Jess, suo cugina Tonks e Lupin.
- Ehi, il pezzo da novanta!- lo salutò Milo sporgendosi dalla sedia – Ciao Dray! Hai fame?-
- Dipende da che intendi per colazione…- borbottò, raggiungendoli – Buon giorno.-
- Mamma mia, ha detto " buon giorno!"…- Tristan, svaccato in poltrona, allargò gli occhi fintamente sconvolto – Il serpentello è di buon umore oggi. Preparate gli scudi che si metterà a grandinare.-
- Vuoi che dica a Lucilla dove ti nascondi per caso?- bofonchiò Malfoy scocciato, sedendosi fra Milo e Tonks.
- Già, parlando proprio di Lucilla…- rise Harcourt ma Tristan lo linciò con un’occhiataccia così tutti scoppiarono a ridere come matti, rincrescendosi non poco dei tempi duri che presto sarebbero toccati al giocane professore di Difesa.
- Come mai hai dormito qua?- gli chiese Ninfadora stranita.
- Serpeverde era in fermento ieri notte.- le spiegò Sphin – E visto che Blaise dormiva a Grifondoro, abbiamo pensato di tenere Draco al sicuro almeno per stanotte.-
- Sai che roba…vedrai i casini che verranno fuori stamattina.- disse Jess, entrando nella stanza col braccio fasciato e i capelli ancora umidi di doccia – Ho avvisato il preside che sarà meglio fare un discorsetto alle case.-
- Io ho sentito anche che il Comitato Studentesco si riunisce.- disse Milo, finendosi di bersi qualcosa dentro un calice di bronzo in cui fino a due minuti prima aveva inzuppato dei biscotti – Sentiremo cazzate a non finire…-
- Ci puoi scommettere.- disse Draco, scolandosi il suo caffè nero.
- Comunque vedi di stare attento, capito?- l’avvisò Tristan – I tuoi compagni non saranno entusiasti che i loro genitori siano stati spediti tutti ad Azkaban.-
- Non dirlo a me, dillo a Potter.-
- Harry ha fatto il rodaggio con te.- gli ricordò Mc ironico – Quindi stai sempre con Blaise e non attaccare rissa.-
- Certo papà, hai qualche altra perla da darmi?-
- Si papà…- continuò Clay perfido – Io invece posso stare tutto il giorno con la mamma?-
- Se non la smetti di stare incollato a Lucilla giuro che te la spacco quella testa di cazzo!-
- Volete finirla voi due?- sbottò Jess zittendoli con un pugno sulla testa – Mi avete rotto le scatole! Ho un’emicrania pazzesca, quindi vedete di tacere per due miseri minuti!-
- Grande capo…- fece Sphin versandogli il caffè – Ti fa male da qualche altra parte?-
- Siamo in presenza di una donna.- sibilò Jess sarcastico, indicando Tonks.
- Oh, prego…- disse la ragazza divertita, stavolta coi capelli totalmente verde smeraldo – Ho passato un mese con Sirius e Remus. Ormai ne ho sentite di peggio!-
- Black è ancora qua?- le chiese Draco.
- Si, dorme nell’ala ovest del castello col professor Lupin.- gli sorrise sua cugina – Starà qua almeno fino a quando Caramell non darà il permesso…bhè, il permesso simbolico a lui e a Lucilla di potersene andare. Ma credo che Hermione affretterà le cose oggi. Ha parlato di un articolo di quell’oca della Skeeter mi pare…-
- Ah, già…- Draco si mise in piedi, addentando una ciambella. Era stata una strana colazione ma doveva ammettere che per una volta era stato bello dividere i cornetti, il bacon, le uova e anche il suo sacro caffè nero con qualcuno che non gli parlava solo di spargimenti di sangue verso gli "inferiori."
Decisamente sarebbe stata una giornata dura, pensava sistemandosi la cravatta allo specchio di Tristan, ma se non altro non avrebbe più dovuto nascondere a nessuno il fatto che di morire per i Mangiamorte lui non ci pensava proprio.
Poi pensò a tutti quelli finiti ad Azkaban in quei giorni. Praticamente tutti i suoi compagni, tranne Terry Turner e Blaise, erano rimasti senza genitori visto che probabilmente sarebbero marciti nelle celle delle loro prigioni.
Abbassò lo sguardo, sentendo dentro uno strano senso di vuoto.
E suo padre? Era stato catturato? No…ma chissà dov’era…
Rise di se stesso, dandosi dello sciocco e idiota. Lucius Malfoy aveva sempre cercato di ucciderlo, non aveva mai provato un briciolo di affetto per lui che era suo figlio e adesso non poteva dimenticarsi quegli anni di gelo solo perché l’aveva salvato sul patibolo. No, doveva scordarselo e basta. Al diavolo tutti quanti, i suoi compagni e anche i genitori che si erano fottuti l’esistenza per Voldemort. Lui ormai era libero.
Si legò il maglione leggero in vita, non prese il mantello visto il caldo spropositato che aleggiava su Hogwarts quel giorno di giugno e alle otto e mezza era già per i corridoi. Alle nove sarebbe stata servita la colazione ma lui andò dritto ai bagni di Mirtilla, senza degnare nessuno di uno sguardo, specialmente le matricole che quando passava abbassavano repentinamente gli occhi. A quanto pareva erano tutti curiosi di sapere cosa fosse successo…a lui in particolare.
Entrò nel bagno spalancando la porta di scatto, poi se la chiuse alle spalle e non fece per nulla caso al tipo che se ne stava seduto contro una delle cabine dei bagni, gli avambracci posati sulle rotule e la testa fra le ginocchia.
Lui comunque lo riconobbe subito però tirò dritto verso il bagno centrale, nella fila a destra.
- ‘Giorno Sfregiato.- mugugnò, spostando la copertura dello scarico per trovare qualcosa a mollo nell’acqua pulita.
Harry sollevò appena lo sguardo, vedendolo armeggiare con un contenitore di plastica.
- Malferret…- gli disse, stupito per quel saluto.
Draco tornò indietro, sempre senza degnarlo di una seconda occhiata e si mise davanti agli specchi per rollarsi in santa pace la prima delle tante canne che avrebbero costellato quella penosa giornata. Perché se solo le matricole lo avevano guardato con tanta insistenza, sapeva fin troppo bene che tutti ormai erano al corrente del fatto che Potter aveva battuto i suoi nemici una volta per tutte. E gli studenti si chiedevano perché lui invece non fosse stato toccato…
Si sedette sul bordo e iniziò a rollare tranquillo, poi dopo un po’ sollevò gli occhi…e vide che Harry era tornato a fissare il vuoto. Corrucciò la fronte, stranito. Non credeva che anche per lui sarebbe stata una giornata tanto merdosa… ma lo capì meglio quando il moretto si mise a picchiare la testa ripetitivamente contro la porta del primo bagno, provocando un concerto ben udibile a orecchie attente.
- Ma che cazzo fai?- gli chiese.
- Voglio morire…- lo sentì borbottare, mentre continuava a picchiare la testa come un tamburo.
- Ma ti sei fatto?-
- No. Sono solo un coglione.-
- Te lo dico da anni…- ironizzò Draco, accendendosi la sigaretta – Non mi hai mai dato retta.-
- Hai ragione.-
A Draco andò il fumo per traverso e quando tornò a guardarlo era seriamente preoccupato. C’era qualcosa che non andava. Che gli prendeva? Avrebbe dovuto essere contento, fate stecche a tutti…insomma, non gli era morto il cane, né gli amici…era salvo, tutti i suoi nemici erano stati sconfitti…che cavolo voleva di più…
- Sono un maledetto porco approfittatore…- continuò Harry appoggiandosi con la nuca alla porta, tornando a osservare vacuamente il soffitto. Si sentiva a pezzi. Uno schifo…un verme! Era solo un verme!
Aveva provato una gioia immensa quella notte e poi la vergogna gli si era rovesciata nelle vene come un acido.
Era uno schifo, l’essere più disgustoso che avesse mai strisciato nella terra dei maghi.
- Hai la faccia di uno che è andato a letto con una fata e si è svegliato con un’orchessa a fianco.- rise Draco perfido, tornando a rimettersi a posto la cravatta che si era annodato come un cane ma non sentendo una risposta, volse il viso verso Harry…che l’osservava distrutto.
Draco allargò la bocca, sconvolto – Ma stava piangendo quando l’ho vista io! Ci sei andato a letto mentre…-
- Si…-
- Eh ma che cazzo!- Malfoy ciccò nel lavandino, aguzzando la lingua velenosa – Ma sei un bastardo Potty! Proprio con la piccoletta dovevi fare una porcata del genere?- e rincarò la dose mentre Harry si sarebbe volentieri tagliato le vene – Nemmeno io sarei mai andato a letto con una in quello stato…- ma allo sguardo dell’altro lasciò perdere. Era meglio.
- Si può sapere che diavolo è successo?- gli chiese dunque, deciso a divertirsi alle spese altrui.
Harry sospirò, coprendosi la faccia con le mani, magari deciso a soffocarsi – Quando sei venuto a chiamarmi lei aveva appena litigato con suo padre. La donna che hai visto…è la matrigna di Elettra. Sua madre è morta tre anni fa e da quando suo padre si è risposato quella donna non ha più voluto in casa sua né Isabella né Elettra. Sua sorella però ha dodici anni più di lei, già lavora e una settimana fa si è trasferita in Francia. Hanno deciso insieme che Elettra avrebbe finito qua la scuola, che l’avrebbe mantenuta il padre ma ora la sua matrigna sta per partorire e suo padre l’ha…cacciata di casa.- disse, scuotendo il capo – Era venuto a dirle che l’avrebbe mantenuta fino a quando non avesse trovato un lavoro ma l’ha anche avvisata che non la voleva più in casa con lui, per quieto vivere. Elettra ha delle proprietà a suo nome, i suoi sono benestanti come credo tu sappia…solo che per le vacanze non ha un posto dove andare e suo padre l’ha definitivamente abbandonata. Ha anche raccolto tutte le sue cose e le ha ammucchiate in un magazzino…- sorrise mesto, mentre per Draco quelle erano tutte cose già sentite – Ha retto davanti a lui ma poi non ce l’ha più fatta con me. L’ho trovata al campo da quidditch…ho provato a consolarla ma a dare consigli sui genitori non è che io sia molto ferrato…volevo portarla da Hermione ma poi…- si fermò, facendo una smorfia disgustata.
- Poi ci hai perso la mano e non solo quella.- l’anticipò Draco, dando un altro tiro.
- Si…- Harry lo guardò, distrutto – Cristo, l’abbiamo fatto negli spogliatoi…e dire che ce l’ho messa tutte per quasi quattro mesi e poi vado a fottere tutto quanto appena Elettra alza un dito!-
- Porco.-
Il Grifondoro scosse il capo, passandosi le mani fra i capelli già tanto in disordine, come sempre.
- Dopo averlo fatto sono tornato in me…e le ho detto che avevo fatto un errore…-
- Proprio non ci sai fare, Sfregiato.- rise Malfoy con pena – Io sarò un bastardo ma tu non ci capisci niente di donne. Già aveva subito un rifiuto da parte dei suoi…poi tu te la porti a letto e le dici una cosa del genere…fossi stato al posto della Baley ti avrei spaccato la faccia.-
- Infatti mi sono preso un ceffone.- mormorò mesto – Sono stato un deficiente! Sono tornato a cercarla al dormitorio ma non c’era. Credo abbia dormito con qualche sua amica. Almeno…lo spero.-
- Conoscendola non si farà vedere stamattina.- il Serpeverde gli passò la canna mentre si lavava le mani, sistemandosi velocemente i capelli biondi – Fossi in te la farei sbollire…e poi striscerei come un verme quale sei ai suoi piedi.-
- Grazie, ci avevo già pensato.- rognò il moretto, alzandosi per andare a buttare cartina e filtro nello scarico del water ma sentì la porta d’entrata del bagno sbattere…e Draco vide un folto gruppo di Serpeverde entrare, tipo banda.
Erano in quindici circa, capeggiati da Nott, Tiger e Goyle. Le ragazze non c’erano ma c’erano anche alcuni studenti di Serpeverde del sesto e quinto anno.
Così era quello che intendeva Potter quando gli diceva che la sua Corte gli faceva pena.
In effetti erano un pelo ridicoli, pensò quando Theodor gli arrivò davanti.
Il suo viso, come quello di tanti altri, era parecchio bellicoso ma il biondo non ci fece caso. Tacque, forse si aspettavano che lui dicesse qualcosa ma si sbagliavano alla grande. Potevano anche scordarselo.
Theodor fu il primo a digrignare i denti – Così eri con loro…- sibilò a un dito dal suo naso.
- Complimenti Draco...- gli disse Oliver Preston, serrando i pugni – Mio padre è finito ad Azkaban per te, sai?-
- Anche i miei.- continuò Nott furente – Così te la fai con Potter adesso!-
- Oh, non t’immagini neanche come ci facciamo…- ironizzò Draco, incrociando le braccia.
- Già Theodor.- disse Harry uscendo dal bagno e facendo sobbalzare tutti – Non sai come ci divertiamo…-
I Serpeverde indietreggiare appena, consapevoli che attaccare solo Draco sarebbe stato un conto…ma farlo con Potter avrebbe significato solo altri guai. Così Nott si fece indietro ma tornò a fissare Malfoy, sprezzante.
- Ci hai tradito tutti…- l’avvisò gelidamente – E ce la pagherai cara!-
- Non minacciarmi.- gli disse Draco pacato – Ne ho abbastanza delle vostre stronzate Nott.-
- Purtroppo per te gli esami non sono così vicini.- l’avvisò Rafe Cohen, in un angolo del gruppo – E ve ne farò tante che uscirete da qui coi capelli bianchi voi due.-
- Malfoy…questa è una minaccia…- chiese Harry giulivo, sbattendo gli occhioni.
- Mi pare di si, sai?- il biondino sogghignò appena – Vogliono spaccarci la faccia a quanto pare. Così verranno espulsi e la loro reputazione rovinata.- tornò a fissare Nott, ridendo di quanto era stato simile a loro, di quanto era stato indifferente a ciò che avrebbe potuto essere fin dal principio – La vostra reputazione immacolata di figli innocenti è l’unica cosa che vi rimane. Se fossi il furbo Theodor dimenticheresti questa storia e ricominceresti a vivere senza l’oppressione dei tuoi. Oppure…puoi spaccare la faccia a me e allo Sfregiato, ammesso che tu ci riesca e far vedere a tutta la scuola che sei il degno figlio dei tuoi…finendo alla fine del M.A.G.O. ad Azkaban insieme ai tuoi adorati genitori. Bell’alternativa non credi?-
Quelli stavano già deglutendo e Harry sorrise, non visto. Reputazione. Ambizione.
Aveva ragione il capello parlante, pensò ora sereno.
Per i Serpeverde, l’ambizione e la vanità erano il peccato più grande.
Per lui …l’orgoglio. E per niente al mondo lui sarebbe passato sul suo orgoglio. Come ora quei ragazzi non sarebbero passati sulla loro reputazione.
I serpentelli se ne andarono ma nei denti avevano ancora parecchio veleno e in un modo o nell’altro avrebbero cercato di mordere, di quello erano sicuri entrambi ma se non altro per qualche ora l’avevano scampata.
- Bel discorso.- gli disse Harry.
- Sono degli idioti, te l’ho sempre detto. Non hanno cervello.-
- E tu invece ce l’hai vero?- disse Potter sarcastico – Ma sta zitto va!-
- Se non ce l’avessi a quest’ora sarei ad Azkaban.- gli disse fissandolo storto – E adesso il quarto d’ora è finito Sfregiato. Non pretenderai che entri in Sala Grande con te!-
- Ma chi ti vuole, Malferret.- bofonchiò il moretto – Io vado, buona colazione avvelenata!-
- Ah, grazie…approfittatore di fidanzate depresse!-
Harry si girò, furibondo. Oh, quel dente avvelenato ce l’aveva anche lui e voleva scaricarlo accidenti!
- Grazie per i tuoi consigli sulle donne…quando hai bisogno di una mano con Hermione vieni pure a chiedere!- insinuò sadicissimo, facendo immediatamente incazzare la sua nemesi di sempre – In fondo l’ho conosciuta bene…e PRIMA di te! Ci vediamo a lezione perdente! Ciao!-
- TESTA DI CAZZO!-
- MAI QUANTO TE!-
E andarono avanti ad urlarsi dietro per tutto il corridoio ma alla fine si divisero, minacciando vendette sanguinose e ritorsioni che avrebbero colpito la loro progenie: Harry andò in Sala Grande per la colazione, sperando di trovarci Elettra per prendersi altri dovuti ceffoni e implorare perdono, Draco invece filò dritto in Sala Duelli visto che in bacheca c’era scritto che Piton e la Mcgranitt erano andati al Ministero per testimoniare ai primi processi lampo contro i Mangiamorte. Avrebbero avuto parecchie ore buche in quei giorni, fortuna che sia Piton che la megera avevano già finito i programmi. Praticamente anche gli altri e a lui e alla sua mezzosangue spettava la settimana di ripasso programmata per farsi gli ultimi esami tranquilli.
Stava a pochi passi dalla Sala Duelli quando si sentì chiamare.
- Dalton…- bofonchiò vedendo arrivare il Corvonero con la testa fasciata – Che c’è?-
- Grazie sto bene, anche tu hai la solita faccia da culo.- rispose Edward amabilmente – Giornata storta?-
- Le stai facendo prendere quella piega.- Draco lo guardò eloquente – Che vuoi?-
- Il giornale cocco. Il Cavillo l’hai letto?- e glielo porse – Tu e Potter dovreste darci un’occhiata. Herm l’ha fatta proprio grossa stavolta.-
- Herm sulla tua bocca non ci deve proprio stare.- l’avvisò incazzoso e intanto si avviarono all’interno dove però c’erano solo dieci studenti. Più qualche imbucato. Quando i due arrivarono nel ritrovo di Grifondoro, Draco aveva quasi tutti i capelli dritti e davanti alla sua mezzosangue non poté trattenersi.
- Che diavolo è questa roba???- gracchiò sventolando il giornale come una donnetta isterica.
La streghetta, che parlava seduta sulle poltroncine con Sirius e Remus, volse lo sguardo su di lui tutta sorridente.
- Buona giornata!- fece allegra, imbestialendolo ancora di più – Che c’è Dray?-
- Dray un corno!- urlò ancora – Chi diavolo ti ha dato il permesso di chiamare la Skeeter e far scrivere anche il mio nome? Eh?- ma lei non parve per nulla intimorita dal suo tono, anzi…gli sorrise, illuminandolo tutto e spedendogli la pressione sotto i tacchi – Ho pensato che tanto per riabilitare Lucilla e Sirius, avrei potuto farlo anche con te. In fondo hanno cercato di ucciderti, ci hai dato una grossa mano! Tutti l’hanno testimoniato!- cinguettò indicando anche Justin Bigs e Neville che si stavano già allenando dentro a un cerchio magico, due veri stacanovisti.
- Si ma io credevo scherzassi!- abbaiò distrutto – Non potevi chiedermelo prima?!-
- Mi avresti detto no.-
Draco assottigliò gli occhi. Dannate donne…dannate tutte quante!
Poco più tardi, seduto al tavolo, stava ancora fumando.
- Come mai sua altezza è di cattivo umore?- frecciò Ron, arrivando con una ciambella in bocca.
- Perché non ti schianti dalla Torre di Astronomia eh?- gli ringhiò Draco – Ho solo visto Potter di mattina presto e mi ha ribaltato la giornata! Per non parlare di come continua a sottolineare il suo fare il pioniere della situazione!-
- Quale situazione?- chiese la Grifoncina sconvolta mentre Sirius e Remus li ascoltavano curiosi.
- Tu no?- sbottò Draco incazzoso, poi fissò Black ancora più sclerato – E tu che hai da guardare? Non hai nessuno da uccidere oggi?-
- Secondo me ha ragione Moody, ti assomiglia proprio!- frecciò Lupin ridacchiando.
- E’ vero, il carattere recessivo dei Black è forte in parecchie persone sai?- rise anche Hermione.
- Se non la finite tutti mi accuseranno davvero di qualcosa…- sbuffò Sirius.
- Com’era la situazione a colazione Ron?- chiese Remus, guardingo.
- Oh, la solita ogni volta…- il rossino ci era talmente abituato che ormai non perdeva più neanche tempo a vantarsi delle loro gesta – Tutti che chiedevano dove fossero Harry e Hermione, tutti che si complimentavano perché siamo eroi, tutti che volevano sapere i particolari…e tutta Serpeverde che sibilava chiedendo uno sconto in sangue.-
- Ma non mi dire…- ironizzò Draco acidamente.
- Per non parlare del putiferio che è scoppiato dopo la lettura del Cavillo e della Gazzetta!- continuò Weasley guardando Hermione con fare accusatorio – Certo che sei proprio una testona. Guarda che Caramell potrebbe anche prendere dei provvedimenti sai?-
- E che potrebbe fare?- rise Dalton sprezzante – Metterci sotto i ferri perché abbiamo testimoniato ciò che è accaduto nella Camera? Che si fotta, tanto il padre di Tristan ha tutte quelle prove sugli insabbiamenti dai…-
- E tu che ne sai?- allibì Hermione.
- L’ho sentito mentre ne discutevano con Silente.- rispose il Corvonero prendendo la spada – Voi dormivate!-
- Quindi se Merlino vuole ci leveremo quell’essere odioso dalle scatole.- disse Ron pensoso – Non sarebbe male!-
- Si e pensa se qualche membro del Consiglio Anziano prendesse il suo posto…- disse Neville non tanto positivo – Pensa se toccasse alla Umbridge!-
- Ma dai, è assurdo!-
- Non è detto.- li avvisò Lupin sospirando – A volte dipende da un semplice diritto di anzianità.-
- Ma quella è peggio di Hitler!- si schifò Paciock – Quel posto toccherebbe a Silente!-
- No, a lui piace stare qua a scuola.- sorrise Sirius blandamente – Non accetterebbe lo stesso.-
- Si, forse hai ragione…- la Grifoncina assunse un’aria pensosa – Ho letto che un altro possibile candidato era stato il padre di Lucilla perché era il capo di tutti gli Auror tredici anni fa.-
- Si, ho sentito che guidava la sezione degli Auror in Gran Bretagna senza dover rendere conto a nessuno, neanche al Ministro e per questo Caramell era furibondo.- le disse Dalton – Ma non credo che ora ci sia un altro Auror che possa prendere il suo posto. Se lo scaldalo verrà davvero fuori ci penseranno i membri del Consiglio.-
- Infatti, noi abbiamo ben altre grane di cui preoccuparci.- borbottò Ron – Del tipo che rispondere quando la Daves e quello stronzo di Cohen verranno a farci il terzo grado.-
- Ripetiamo le stesse cose del Cavillo no?- propose Neville – Andavano bene. Rita è stata brava per una volta.-
- Come no.- mugugnò Hermione scuotendo il capo – Comunque per ora si continua a indagare su dove possa essere finito Peter Minus. Se mai verrà trovato, Sirius sarà del tutto scagionato, comunque c’è anche la parola di Lucilla che può essere presa in considerazione per liberarti.-
Black ghignò non molto convinto – Tesoro, la mia parola e quella di quella mezzo demone non valgono un tubo.-
- Dici?- Remus alzò le spalle – Non credo che il Ministero voglia inimicarsi la Lady Oscura.-
- Appunto per quello. La nostra parola vale ancora poco.-
- Ma quella di noi studenti no.- gli sorrise Hermione incoraggiante – Harry ormai è di nuovo molto stimato e fra i maghi in tanti credono in lui. Quando la notizia che tutti i Mangiamorte sono stati sconfitti verrà divulgata per bene, tutti faranno a gara per leggere il Cavillo e le nostra testimonianze. E poi il resto spetta a te e a Lucilla.-
- A meno che tu non preferisca restare infognato a Grimmauld Place.- gli disse Ron serafico.
- Te lo scordi.- mugugnò Sirius alzandosi in piedi – Bene pesti, adesso vado a farmi due passi. Parlerò con Silente e voi dovete promettermi di stare alla larga dai guai e dai Serpeverde, intesi?-
- Contaci.- risposero i ragazzini con le loro stronzissime facce angeliche e Black lasciò perdere, al limite del suo precario sistema nervoso. Appena tornato in vita e già gli veniva voglia di tornare dietro al Velo.
Aveva anche in programma di andarsene un po’ di tempo via con Harry, solo pochi giorni ma a quanto aveva visto dal calendario scolastico, non gli avrebbe fatto un favore. Gli esami erano troppo vicini.
Sospirò, un po’ depresso…ma in fondo avrebbero avuto molto tempo per stare insieme.
La giornata, fino a cena, fu praticamente dedicata a "ognuno per sé."
Con la mancanza dei professori che si alternavano a ore indecenti, praticamente fecero lezione solo con Tristan...peccato che Serpeverde del settimo anno praticamente non si presentò in sala, facendo un gran favore a tutti.
Fu una vera pacchia per Blaise che quella mattina a colazione aveva rischiato grosso, anche se poi erano intervenuti i compagni di Dalton da Corvonero (chiamati acidamente da Cohen "La Brigata dei Neri" in un articolo precedente) e lo avevano saltato dalla lapidazione, spedendo in infermeria sia Preston che il suo amico Fawcett che era il cacciatore della squadra. La soffiata che Zabini stava rischiando l’osso del collo era arrivata niente meno che dalle cacciatrici stesse, Calista e Sarah che nonostante tutto avevano ancora un po’ cervello.
Anche Terry Turner, l’Isolano, che si faceva sempre i fatti suoi, non parlava mai con nessuno e non alzava mai gli occhi dai libri, rischiò qualche occhio nero e solo per il semplice fatto che i suoi non erano Mangiamorte, come Blaise, ma i prefetti riuscirono a fermare i colpevoli, sottraendo alle serpi una cinquantina di punti a volta.
Quello sembrava diventato l’unico modo per tenere a bada gli animi ma a sera fatta c’era una tensione che si tagliava col coltello. Tristan e gli Auror lo sentivano passando nei corridoi. I bisbigli velenosi si erano triplicati, per non parlare della curiosità folle di tutta Hogwarts verso quanto era accaduto i giorni prima.
- Si, farò un discorso.- aveva alla fine ceduto Silente quando le richieste degli insegnanti si erano fatte serie.
La Sala Grande cominciò a riempirsi e quando Harry entrò, sperando di trovare Elettra, ricevette solo un migliaio di occhi addosso che cominciavano davvero a irritarlo. E dire che doveva esserci abituato.
- L’hai trovata?-
- No.- bofonchiò triste quando Draco gli arrivò a fianco, facendo aumentare i bisbigli.
Sentendo quel concerto di sottofondo, i due ragazzi trattennero una colossale imprecazione ma si avviarono tranquilli verso la navata centrale. A Serpeverde però marcò poco che Potter scoppiasse a ridere.
- Se non altro non sentirai cazzate durante la cena.- lo consolò, dandogli una pacca sulla spalle e Draco dovette ammettere che in fondo non era male. Gli era stata fatta terra bruciata attorno…
Niente rotture di palle! Era la manna!
Harry, notando le stelline nei suoi occhi, sorrise divertito quando arrivò anche Blaise e i due presero posto in mezzo alla tavola, con una separazione di parecchi posti dagli altri. Arrivò poco più tardi anche quel poveretto di Terry e non trovando posto altrove dovette fissare Zabini sconsolato. Blaise naturalmente gli fece posto senza fare una piega e si prepararono a sentire il discorso di Silente, con Malfoy già a pronto a sonnecchiare con le braccia lunghe sotto il mento.
- Potresti almeno far finta di sembrare interessato!- gli sibilò Hermione arrivando a saltelli.
- Pensa alla cena mezzosangue.- rimbrottò lui e alla fine Silente salì sul pulpito, inspirando a forza.
- Si vede che vorrebbe essere a miglia da qua.- ironizzò Seamus all’orecchio di Harry, vedendo la faccia del vecchio mago e in effetti anche il moretto considerò la situazione da un altro punto di vista. La cosa era parecchio spiacevole. Tanti studenti rimasti senza genitori. La loro reputazione era stata date alle fiamme praticamente…
E il risentimento era fortissimo, lo sentivano nell’aria e sulle loro teste come una spada di Damocle.
Così si misero in attesa…sperando che le parole di Silente avrebbero potuto risanare quella faida che ormai pareva inguaribile.

 

 

  
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