Chissà dov’era adesso…
Draco stava sulla Torre Nord e guardava il cielo
stellato di Hogwarts magari sperando in un segno.
Stava lì da ore, minuto più
minuto meno, a pensare. A ricordare.
Ricordava quell’abbraccio che l’aveva
salvato. Sua madre…e suo padre insieme.
L’avevano salvato. Incredibile. Non
riusciva a crederci.
Il grande Lucius Malfoy votato all’onore del sangue che
salvava un figlio che l’aveva tradito.
Continuava a non crederci. Non credeva
neanche al modo in cui Narcissa l’aveva difeso da Bellatrix.
Sembrava un
sogno. Un sogno che aveva fatto da bambino.
Un abbraccio. Un bacio. Il
profumo dei capelli di sua madre.
L’aveva sognato a lungo…e proprio nel
momento meno aspettato era arrivato.
Sospirò e scese dal cornicione,
imprecando per il dolore alla schiena.
Finito…pensò con
un sorriso che lottava per salirgli alle labbra. Finito
. Era tutto finito.
Non rischiava più la vita. Ora poteva…vivere
come tutti gli altri
.
Non doveva più temere i
Serpenti dell’Oblio, non doveva più urlare la notte a causa degli incubi.
E
anche se suo padre se n’era andato, portandosi via terrore e anni bui, Draco lo
sentiva ancora lì. A salvarlo.
Il vento notturno arrivò a sferzarlo, con un
breve alito fresco. Lo inspirò a fondo, finalmente libero.
Chissà se anche
Potter si sentiva come lui, si chiese.
Di colpo però qualcosa gli frusciò
attorno alle caviglie. Abbassò lo sguardo e vide una busta bianca, sopra una
calligrafia delicata e antica. C’era il nome di Lucilla.
Si guardò attorno e
dietro l’angolo della torre vide uno svolazzare di vesti bianche.
Quando la
raggiunse, la vide seduta sul parapetto avvolta in un lungo abito bianco colmo
di veli.
Inutile nascondere quanto era preoccupato di vederla seduta in
quella posizione viste…le sue condizioni.
- Non una parola.- l’avvisò lei,
senza guardarlo.
- Scusa.- le disse avvicinandosi. In mano la ragazza teneva
una lettera.
- Tutto ok?-
Lucilla alzò il viso dalla lettera, posando lo
sguardo azzurro su di lui.
- Va bene, è una domanda idiota.- le concesse –
Che leggi?-
La Lancaster sospirò, passandosi una mano fra i capelli – Il
testamento di mia madre.-
- Degona?- Draco alzò le sopracciglia e le si
affiancò – Ha scritto un testamento?-
- Si,- Lucilla guardava quelle righe
con gli occhi un po’ lucidi – doveva aver capito che stava succedendo qualcosa.
Sapeva leggere nel cuore di mia sorella…doveva sapere che stava per morire.-
socchiuse le palpebre, addolorata – Sai…era tanto forte che avrebbe potuto
schiacciare Voldemort e Lumia con un solo dito. Era una demone di stirpe… non
hai idea di cosa le ho visto fare. Eppure…- sorrise amara, scuotendo i crini
scuri - …per amore di sua figlia non ha avuto il coraggio di combatterla. Ha
preferito lasciarsi uccidere.-
- Me la ricordo.- Draco con un po’ di fatica
le si sedette a fianco – Tu le somigli molto.-
Lucilla sorrise di piacere,
sentendoselo dire – Mi ha scritto di perdonarla per avermi lasciato sola ma non
sapeva che anche papà sarebbe morto. Sapeva anche che avrei dovuto affrontare
numerose prove.-
- Scommetto che sapeva anche che le avresti superate
tutte.- mugugnò Draco accendendosi una sigaretta ma dopo un tiro guardò stralunato la
mezzo demone –…Dovrei spegnarla? Potrebbe darti…fastidio?-
- Non respiro
cucciolo.- ironizzò sarcastica.
- Ah già…- Malfoy sogghignò, dando un altro
tiro beato – Che altro ti ha scritto?-
- Di amare mio figlio.- ringhiò
Lucilla quel punto, furibonda – A quanto pare era di dominio pubblico il fatto
che sarei finita nella grinfie di un dannato Mckay che mi avrebbe messo
incinta!-
Il biondino non era molto bravo a consolare le persone, la mezzo
demone meno che mai anche perché in fondo…era una bella notizia se vista in una
certa prospettiva no?
- Sei proprio arrabbiata eh?- le chiese.
- No, sono
imbestialita!- replicò seccata – Come ha potuto farmi una cosa simile?!-
-
Bhè, l’avete fatta in due no?- abbozzò Malfoy.
- No, l’ha fatto lui!- rognò
la ragazza di rimando – Io non voglio figli!-
- Perché no?-
Lucilla lo
guardò storto – Perché sarebbe MIO figlio.-
Draco aggrottò la fronte – Non
capisco bene…- ma dopo un attimo lo colse come un’illuminazione e sorrise,
abbassando lo sguardo – Si, hai ragione…io in fondo resterò per sempre figlio di
un Mangiamorte che ha ucciso molte persone in nome di un ideale.-
- E mia
figlia resterà per sempre una mezzo sangue. Figlia di Lucilla Lancaster, la
moglie di Voldemort.-
Draco annuì brevemente, gettando via il mozzicone della
sigaretta poi però tornò a guardarla stranito.
- Figlia?-
- Si, è una
bambina. Me l’ha detto Harry mesi fa.-
- San Potter ti ha detto che avrai una
figlia?- riecheggiò Malfoy senza parole – E tu ci credi?-
- L’ha vista e ha
visto pure te.- replicò la Lancaster – Si, sembra folle…-
- E’ folle, non
sembra.- celiò il biondino – Comunque adesso…la bambina c’è no?-
- Mi fosse
venuto un infarto quando ci sono andata a letto…-
Draco preferì non pensarci
neanche, così le diede una mano per aiutarla a scendere dal cornicione e
borbottando e imprecando finirono per concludere la serata separandosi. La
ragazza aveva ancora bisogno di pensare e Malfoy, dopo averla lasciata, si
ritrovò sotto le scale di Grifondoro.
Il quadro era aperto e da dentro
proveniva un baccano del diavolo, per non parlare di Dean Thomas che, da come si
vedeva dallo spiraglio, ballava in boxer su un tavolo con sottofondo di una
musica sparata a palla.
Per un attimo Malfoy ebbe la tentazione di entrare…ma poi cambiò
idea e se ne andò in giardino dove però accedde qualcosa di insolito. Fece in tempo a
uscire dalle arcate ed Elettra Baley gli piombò improvvisamente addosso.
-
Ehi piccoletta!- traballò sulle gambe, sostenendola prima che cadesse – Stai un
po’…-
Ammutolì perché lei non si fermò. Scappò via subito,
piangendo.
Rimase impietrito, vedendola andare via in quello stato. Ma che
diavolo era successo?
Guardò verso il giardino e inquadrato il portone di
Hogwarts, alla luce delle fiaccole e della luna, vide un uomo e una donna
allontanarsi verso una carrozza che li aspettava.
Dovevano essere i suoi
genitori…ma allora perché piangeva in quel modo? Non l’aveva mai vista triste da
quando la conosceva. Fu quel pensiero a ricondurlo a Grifondoro.
Entrò
guardingo, circondato da gente che beveva e urlava gioiosa, poi finalmente
inquadrò qualcuno di conosciuto.
Neville rimase stranito nel vederlo ma
quando Draco gli chiese dove fosse Harry glielo disse senza fare una
piega.
Arrivato ai dormitori di San Potter, Malfoy si guardò attorno…e lo
trovò svaccato sulla finestra col suo padrino a fianco, Hermione nel suo letto e
altri Auror che si divertivano.
Potter lo squadrò stranito.
- Il diavolo è
uscito dall’inferno…- bofonchiò – Salve Malferret.-
- Sfregiato c’è un
problema.-
- Oddio, ancora?- si schifò il moretto – Che c’è stavolta?-
-
Non mi pare il caso di parlarne qua.-
L’aria di Harry si fece guardinga -
Vorrai mica fare a botte…-
– Magari più tardi. Riguarda la tua ragazza.-
disse Draco assumendo un’espressione incazzosa.
Sirius si sbrodolò col whisky
incendiario – Hai la ragazza? E chi è?-
- Che cavolo è successo a Elettra?-
si allarmò subito il Grifondoro – Sta bene?-
- Non conosci il significato
della parola privacy vero?- frecciò Draco trascinandolo via. Gli raccontò tutto
in un angolo, giusto due minuti perché poi Harry volò praticamente fuori dalla
Torre alla ricerca della sua cacciatrice mentre il biondo Serpeverde rimase
infognato in quel posto.
- Già che sei qua vuoi qualcosa da bere?- tubò
Hermione.
- Due dita di cianuro andranno bene.- disse sarcastico.
- Mi
sbagliavo.- rognò Malocchio con la sua voce tonante – Non assomiglia solo a
Malfoy…ma anche ai Black!-
- Sei sempre più spiritoso, sul serio.- borbottò
Sirius – Qualcuno mi dice che succede?-
- Già, che è successo a Elettra?-
chiese Ron.
- Si chiama così la ragazza di Harry?- fece Sirius – Ma non stava
con te Hermione?-
- Appunto, ci stava.- chiarì Draco cupamente.
- Da
qualche mese Harry si è messo con Elettra, la cacciatrice del Grifondoro.-
sorrise la Grifoncina – Ti piacerà Sirius, anche Remus l’ha conosciuta quando è
venuto qui un mese fa.-
- Si, è una ragazza adorabile.- assicurò il
licantropo – Sta benissimo con Harry.-
- E perché vi siete lasciati?-
continuò quel curioso di Sirius.
Hermione sollevò le spalle – Fuoco di paglia
forse. Serio ma troppo veloce a spegnersi. Allora Dray? Vuoi da bere?-
- No,
me ne vado.- borbottò il biondino duro.
- Allora ti accompagno.- la streghetta
ignorò la sua occhiataccia e scese dal letto, inforcando le stampelle.
Zampettando e facendo ridere mezzo dormitorio, riuscì ad arrivare a Malfoy
e poi sparirono oltre la porta. Uscire da Grifondoro non fu facile, specialmente
a causa degli studenti che continuavano a fermare Hermione per chiederle
cos’era realmente accaduto ma quando la vedevano con Draco sembravano reticenti
e di questo per una volta ringraziarono entrambi.
Una volta fuori dal quadro
il silenzio li accolse più discreto di tanti schiamazzi.
- Per l’amor di
Dio…- si schifò Draco dandole le spalle per un attimo – Mai visto un tale
degrado.-
Hermione sorrise a mezze labbra, poggiando le stampelle alle
muro.
- Sanno che non morirà più nessuno ormai.- sussurrò dolcemente –
Festeggerei anche io.-
- Perdonami ma non sono dell’umore.- rispose a bassa
voce.
- Lo so.- si aggrappò alle sue braccia e Draco si voltò,
aiutandola.
- Lo so che non dovremmo festeggiare.- la Grifoncina continuò a
guardarlo in viso – Nel giro di due giorni è successo il finimondo e…- cercò di
trovare la parole adatte, anche per mentire forse – Mi spiace per…tua
zia…-
Draco sogghignò, alzandole il mento con due dita – Non sei brava a
raccontare palle mezzosangue.-
- Era sempre tua zia.-
Lui sollevò le
spalle – Era la sorella di mia madre. Non è mai stata una presenza tanto
idilliaca nella mia vita da farmela rimpiangere ora. Ha cercato di ammazzarmi e
ci avrebbe ballato sulla mia tomba.-
- Ok…- Hermione continuò a guardarlo
ancora un po’ reticente – Quindi potrò permettermi di odiarla in santa
pace.-
- Lo faremo in due, se vuoi.- e le passò le braccia attorno alla vita,
altrettanto confuso – Tu invece?-
- Cosa?-
- Tuo nonno che fine ha
fatto?-
- Hn…- Hermione mise un leggero broncio – Lord Hargrave…roba da non
credersi. Credo che riuscirà a farmi andare al suo castello per la festa delle
debuttanti.- scoppiò a ridere, scuotendo il capo – Oppure finirò la domenica
mattina a giocare a cricket con lui e i suoi altolocati amici con barba e
baffi.-
- Quei balli per le debuttanti sono solo un bordello.- mugugnò Draco
non molto contento all’idea – E’ pieno di porci tipo Dalton che aspettano solo
di trovarsi una cretina come moglie. E’ una tradizione ridicola.-
- Se lo
dici tu.- disse la Grifoncina ridacchiando al solo pensiero che ora, cambiato
tutto, l’algido Draco Malfoy le appariva sotto una luce diversa. Lui forse era
cambiato. Era diventato un altro. Libero da quell’ombra che l’aveva sempre
tenuto abbracciato di spalle. Lucius non c’era più. I Mangiamorte non c’erano
più.
Cercò le parole adatte ma lui, accorgendosi che stava per parlare, la
precedette.
- Va…tutto bene.- l’anticipò, ancora imbarazzato dallo scompiglio
che suo padre e sua madre avevano creato in lui salvandolo – Cioè…va
meglio.-
Hermione gli regalò un altro sorriso, cercando però non stargli
troppo addosso. Così si limitò ad annuire, felice per lui, per tutti loro ma
c’erano ancora delle cose fra loro due che purtroppo non potevano essere
ignorate.
- La gamba va bene?-
Hermione annuì ancora, docilmente –
Guarirà, non è grave. Allora…- gli lasciò le mani – Ci vediamo domani
mattina.-
- Si, indubbiamente ci sarà da ridere.- bofonchiò pensoso,
immaginandosi le reazioni dei suoi compagni che di certo erano già venuti a
sapere del suo volta gabbana. Forse era meglio trovarsi un altro posto per
andare a letto… in fondo anche Blaise avrebbe dormito lì a Grifondoro e Zabini
era sempre stato particolarmente furbo nel prevenire guai.
Non disse quei
pensieri ad alta voce mentre si rimetteva il mantello sulle spalle ma gli occhi
dorati della sua mezzosangue parevano leggergli dentro perché con uno sguardo
gl’indicò ancora il quadro di Grifondoro…eppure per Draco non era ancora una
buona idea. Ok che lo avevano salvato ma…lui era lui. Non era un
Grifondoro.
- Io ci ho provato.- ridacchiò la ragazza, riprendendosi le
stampelle – Sogni d’oro Malfoy.-
Draco stava già scendendo i gradini dopo un
bacio mozzafiato quando si voltò ancora, colpito da una cosa.
-
Hermione…-
La streghetta lo guardò, pensando che avesse cambiato idea ma il
biondino la sbalordì ancora…per l’ennesima volta la rese felice, anche se lui
non si rendeva effettivamente conto di quanto fosse profondo quel sentimento. Ma
fra tanta felicità c’era sempre e comunque quell’ombra. Quell’ombra che li
sovrastava da quasi nove mesi.
- Tra una settimana c’è il ballo di fine
anno.- le disse, guardandola con gli occhi argentei lucidi come specchi.
-
Si.- annuì lei. E di colpo il silenzio fra loro si fece pesante come un macigno.
Quella data…
La loro scommessa aveva ancora una settimana di vita. La stessa
scommessa che li aveva uniti, che li aveva fatti incontrare, scontrarsi ancora e
infine toccare. A quel ballo tutto sarebbe finito…e lei temeva più di ogni altra
cosa ciò che lui stava per chiederle. Sapeva che lo avrebbe fatto…e nessuno dei
due poteva fare a meno di dire si.
- Ci vieni con me?-
Hermione tacque a
lungo, fissandolo…e sentendo il suo sguardo su di sè…era carico di
sottintesi.
- Va bene.- accordò poi – Ti concedo la mia presenza.-
-
Sbagliato mezzosangue, sono io che la congedo a te!- ironizzò sarcastico dandole
subito le spalle – Notte!-
- Notte Draco…- sussurrò a bassa voce, ma lui se
n’era già andato.
La mattina dopo, alle sette e mezza, Draco Malfoy era
già sveglio.
Aprì gli occhi come un automa, stiracchiandosi appena e
mettendosi subito a sedere nel grande letto. Dal baldacchino semi chiuso
filtrava una luce frizzantina del primo sole ma quando fece per mettersi in
piedi…si lasciò di nuovo andare sul materasso. Si sentiva…riposato. Niente
incubi.
Non aveva avuto incubi. Niente serpenti…mai più. Lo realizzò in quel
momento quando sentì gli occhi inumidirsi.
Al diavolo!
Si sfregò il volto
ma non immaginava il sorriso che gli piegava le labbra, tantomeno si sarebbe
immagino di uscire dalla camera di Tristan e trovare nel suo studio un folto
gruppo di deficienti che facevano colazione attorno alla scrivania del prof di
Difesa provocando un baccano d’inferno. C’era il gruppo di Jess, suo cugina
Tonks e Lupin.
- Ehi, il pezzo da novanta!- lo salutò Milo sporgendosi dalla
sedia – Ciao Dray! Hai fame?-
- Dipende da che intendi per colazione…-
borbottò, raggiungendoli – Buon giorno.-
- Mamma mia, ha detto " buon
giorno!"…- Tristan, svaccato in poltrona, allargò gli occhi fintamente sconvolto
– Il serpentello è di buon umore oggi. Preparate gli scudi che si metterà a
grandinare.-
- Vuoi che dica a Lucilla dove ti nascondi per caso?- bofonchiò
Malfoy scocciato, sedendosi fra Milo e Tonks.
- Già, parlando proprio di
Lucilla…- rise Harcourt ma Tristan lo linciò con un’occhiataccia così tutti
scoppiarono a ridere come matti, rincrescendosi non poco dei tempi duri che
presto sarebbero toccati al giocane professore di Difesa.
- Come mai hai
dormito qua?- gli chiese Ninfadora stranita.
- Serpeverde era in fermento
ieri notte.- le spiegò Sphin – E visto che Blaise dormiva a Grifondoro, abbiamo
pensato di tenere Draco al sicuro almeno per stanotte.-
- Sai che
roba…vedrai i casini che verranno fuori stamattina.- disse Jess, entrando nella
stanza col braccio fasciato e i capelli ancora umidi di doccia – Ho avvisato il
preside che sarà meglio fare un discorsetto alle case.-
- Io ho sentito anche
che il Comitato Studentesco si riunisce.- disse Milo, finendosi di bersi
qualcosa dentro un calice di bronzo in cui fino a due minuti prima aveva
inzuppato dei biscotti – Sentiremo cazzate a non finire…-
- Ci puoi
scommettere.- disse Draco, scolandosi il suo caffè nero.
- Comunque vedi di
stare attento, capito?- l’avvisò Tristan – I tuoi compagni non saranno
entusiasti che i loro genitori siano stati spediti tutti ad Azkaban.-
- Non
dirlo a me, dillo a Potter.-
- Harry ha fatto il rodaggio con te.- gli
ricordò Mc ironico – Quindi stai sempre con Blaise e non attaccare rissa.-
-
Certo papà, hai qualche altra perla da darmi?-
- Si papà…- continuò Clay
perfido – Io invece posso stare tutto il giorno con la mamma?-
- Se non la
smetti di stare incollato a Lucilla giuro che te la spacco quella testa di
cazzo!-
- Volete finirla voi due?- sbottò Jess zittendoli con un pugno sulla
testa – Mi avete rotto le scatole! Ho un’emicrania pazzesca, quindi vedete di
tacere per due miseri minuti!-
- Grande capo…- fece Sphin versandogli il
caffè – Ti fa male da qualche altra parte?-
- Siamo in presenza di una
donna.- sibilò Jess sarcastico, indicando Tonks.
- Oh, prego…- disse la
ragazza divertita, stavolta coi capelli totalmente verde smeraldo – Ho passato
un mese con Sirius e Remus. Ormai ne ho sentite di peggio!-
- Black è ancora
qua?- le chiese Draco.
- Si, dorme nell’ala ovest del castello col professor
Lupin.- gli sorrise sua cugina – Starà qua almeno fino a quando Caramell non
darà il permesso…bhè, il permesso simbolico a lui e a Lucilla di potersene
andare. Ma credo che Hermione affretterà le cose oggi. Ha parlato di un articolo
di quell’oca della Skeeter mi pare…-
- Ah, già…- Draco si mise in piedi,
addentando una ciambella. Era stata una strana colazione ma doveva ammettere che
per una volta era stato bello dividere i cornetti, il bacon, le uova e anche il
suo sacro caffè nero con qualcuno che non gli parlava solo di spargimenti di
sangue verso gli "inferiori."
Decisamente sarebbe stata una giornata dura,
pensava sistemandosi la cravatta allo specchio di Tristan, ma se non altro non
avrebbe più dovuto nascondere a nessuno il fatto che di morire per i Mangiamorte
lui non ci pensava proprio.
Poi pensò a tutti quelli finiti ad Azkaban in
quei giorni. Praticamente tutti i suoi compagni, tranne Terry Turner e Blaise,
erano rimasti senza genitori visto che probabilmente sarebbero marciti nelle
celle delle loro prigioni.
Abbassò lo sguardo, sentendo dentro uno strano
senso di vuoto.
E suo padre? Era stato catturato? No…ma chissà
dov’era…
Rise di se stesso, dandosi dello sciocco e idiota. Lucius Malfoy
aveva sempre cercato di ucciderlo, non aveva mai provato un briciolo di affetto
per lui che era suo figlio e adesso non poteva dimenticarsi quegli anni di gelo
solo perché l’aveva salvato sul patibolo. No, doveva scordarselo e basta. Al
diavolo tutti quanti, i suoi compagni e anche i genitori che si erano fottuti
l’esistenza per Voldemort. Lui ormai era libero.
Si legò il maglione leggero
in vita, non prese il mantello visto il caldo spropositato che aleggiava su
Hogwarts quel giorno di giugno e alle otto e mezza era già per i corridoi. Alle
nove sarebbe stata servita la colazione ma lui andò dritto ai bagni di Mirtilla,
senza degnare nessuno di uno sguardo, specialmente le matricole che quando
passava abbassavano repentinamente gli occhi. A quanto pareva erano tutti
curiosi di sapere cosa fosse successo…a lui in particolare.
Entrò nel bagno
spalancando la porta di scatto, poi se la chiuse alle spalle e non fece per
nulla caso al tipo che se ne stava seduto contro una delle cabine dei bagni, gli
avambracci posati sulle rotule e la testa fra le ginocchia.
Lui comunque lo
riconobbe subito però tirò dritto verso il bagno centrale, nella fila a
destra.
- ‘Giorno Sfregiato.- mugugnò, spostando la copertura dello scarico
per trovare qualcosa a mollo nell’acqua pulita.
Harry sollevò appena lo
sguardo, vedendolo armeggiare con un contenitore di plastica.
- Malferret…-
gli disse, stupito per quel saluto.
Draco tornò indietro, sempre senza
degnarlo di una seconda occhiata e si mise davanti agli specchi per rollarsi in
santa pace la prima delle tante canne che avrebbero costellato quella penosa
giornata. Perché se solo le matricole lo avevano guardato con tanta insistenza,
sapeva fin troppo bene che tutti ormai erano al corrente del fatto che Potter
aveva battuto i suoi nemici una volta per tutte. E gli studenti si chiedevano
perché lui invece non fosse stato toccato…
Si sedette sul bordo e iniziò a
rollare tranquillo, poi dopo un po’ sollevò gli occhi…e vide che Harry era
tornato a fissare il vuoto. Corrucciò la fronte, stranito. Non credeva che anche
per lui sarebbe stata una giornata tanto merdosa… ma lo capì meglio quando il
moretto si mise a picchiare la testa ripetitivamente contro la porta del primo
bagno, provocando un concerto ben udibile a orecchie attente.
- Ma che cazzo
fai?- gli chiese.
- Voglio morire…- lo sentì borbottare, mentre continuava a
picchiare la testa come un tamburo.
- Ma ti sei fatto?-
- No. Sono solo un
coglione.-
- Te lo dico da anni…- ironizzò Draco, accendendosi la sigaretta –
Non mi hai mai dato retta.-
- Hai ragione.-
A
Draco andò il fumo per traverso e quando tornò a
guardarlo era seriamente preoccupato. C’era qualcosa che non andava. Che gli
prendeva? Avrebbe dovuto essere contento, fate stecche a tutti…insomma, non gli
era morto il cane, né gli amici…era salvo, tutti i suoi nemici erano stati sconfitti…che
cavolo voleva di più…
- Sono un maledetto porco approfittatore…-
continuò Harry appoggiandosi con la nuca alla porta, tornando a osservare
vacuamente il soffitto. Si sentiva a pezzi. Uno schifo…un verme! Era solo un
verme!
Aveva provato una gioia immensa quella notte e poi la vergogna gli si
era rovesciata nelle vene come un acido.
Era uno schifo, l’essere più
disgustoso che avesse mai strisciato nella terra dei maghi.
- Hai la faccia
di uno che è andato a letto con una fata e si è svegliato con un’orchessa a
fianco.- rise Draco perfido, tornando a rimettersi a posto la cravatta che si
era annodato come un cane ma non sentendo una risposta, volse il viso verso
Harry…che l’osservava distrutto.
Draco allargò la bocca, sconvolto – Ma
stava piangendo quando l’ho vista io! Ci sei andato a letto mentre…-
-
Si…-
- Eh ma che cazzo!- Malfoy ciccò nel lavandino, aguzzando la lingua
velenosa – Ma sei un bastardo Potty! Proprio con la piccoletta dovevi fare una
porcata del genere?- e rincarò la dose mentre Harry si sarebbe volentieri
tagliato le vene – Nemmeno io sarei mai andato a letto con una in quello stato…-
ma allo sguardo dell’altro lasciò perdere. Era meglio.
- Si può sapere che
diavolo è successo?- gli chiese dunque, deciso a divertirsi alle spese
altrui.
Harry sospirò, coprendosi la faccia con le mani, magari deciso a
soffocarsi – Quando sei venuto a chiamarmi lei aveva appena litigato con suo
padre. La donna che hai visto…è la matrigna di Elettra. Sua madre è morta tre
anni fa e da quando suo padre si è risposato quella donna non ha più voluto in
casa sua né Isabella né Elettra. Sua sorella però ha dodici anni più di lei, già
lavora e una settimana fa si è trasferita in Francia. Hanno deciso insieme che
Elettra avrebbe finito qua la scuola, che l’avrebbe mantenuta il padre ma ora la
sua matrigna sta per partorire e suo padre l’ha…cacciata di casa.- disse,
scuotendo il capo – Era venuto a dirle che l’avrebbe mantenuta fino a quando non
avesse trovato un lavoro ma l’ha anche avvisata che non la voleva più in casa
con lui, per quieto vivere. Elettra ha delle proprietà a suo nome, i suoi sono
benestanti come credo tu sappia…solo che per le vacanze non ha un posto dove
andare e suo padre l’ha definitivamente abbandonata. Ha anche raccolto tutte le
sue cose e le ha ammucchiate in un magazzino…- sorrise mesto, mentre per Draco
quelle erano tutte cose già sentite – Ha retto davanti a lui ma poi non ce l’ha
più fatta con me. L’ho trovata al campo da quidditch…ho provato a consolarla ma
a dare consigli sui genitori non è che io sia molto ferrato…volevo portarla da
Hermione ma poi…- si fermò, facendo una smorfia disgustata.
- Poi ci hai perso la mano e
non solo quella.- l’anticipò Draco, dando un altro tiro.
- Si…- Harry lo
guardò, distrutto – Cristo, l’abbiamo fatto negli spogliatoi…e dire che ce l’ho
messa tutte per quasi quattro mesi e poi vado a fottere tutto quanto appena
Elettra alza un dito!-
- Porco.-
Il Grifondoro
scosse il capo, passandosi le mani fra i capelli già tanto in disordine, come
sempre.
- Dopo averlo fatto sono tornato in me…e le ho detto che avevo fatto
un errore…-
- Proprio non ci sai fare, Sfregiato.- rise Malfoy con pena – Io
sarò un bastardo ma tu non ci capisci niente di donne. Già aveva subito un
rifiuto da parte dei suoi…poi tu te la porti a letto e le dici una cosa del
genere…fossi stato al posto della Baley ti avrei spaccato la faccia.-
-
Infatti mi sono preso un ceffone.- mormorò mesto – Sono stato un deficiente!
Sono tornato a cercarla al dormitorio ma non c’era. Credo abbia dormito con
qualche sua amica. Almeno…lo spero.-
- Conoscendola non si farà vedere
stamattina.- il Serpeverde gli passò la canna mentre si lavava le mani,
sistemandosi velocemente i capelli biondi – Fossi in te la farei sbollire…e poi
striscerei come un verme quale sei ai suoi piedi.-
- Grazie, ci avevo già
pensato.- rognò il moretto, alzandosi per andare a buttare cartina e filtro
nello scarico del water ma sentì la porta d’entrata del bagno sbattere…e Draco
vide un folto gruppo di Serpeverde entrare, tipo banda.
Erano in quindici
circa, capeggiati da Nott, Tiger e Goyle. Le ragazze non c’erano ma c’erano
anche alcuni studenti di Serpeverde del sesto e quinto anno.
Così era quello
che intendeva Potter quando gli diceva che la sua Corte gli faceva pena.
In
effetti erano un pelo ridicoli, pensò quando Theodor gli arrivò davanti.
Il
suo viso, come quello di tanti altri, era parecchio bellicoso ma il biondo non
ci fece caso. Tacque, forse si aspettavano che lui dicesse qualcosa ma si
sbagliavano alla grande. Potevano anche scordarselo.
Theodor fu il primo a
digrignare i denti – Così eri con loro…- sibilò a un dito dal suo naso.
-
Complimenti Draco...- gli disse Oliver Preston, serrando i pugni – Mio padre è
finito ad Azkaban per te, sai?-
- Anche i miei.- continuò Nott furente – Così
te la fai con Potter adesso!-
- Oh, non t’immagini neanche come ci facciamo…-
ironizzò Draco, incrociando le braccia.
- Già Theodor.- disse Harry uscendo
dal bagno e facendo sobbalzare tutti – Non sai come ci divertiamo…-
I
Serpeverde indietreggiare appena, consapevoli che attaccare solo Draco sarebbe
stato un conto…ma farlo con Potter avrebbe significato solo altri guai. Così
Nott si fece indietro ma tornò a fissare Malfoy, sprezzante.
- Ci hai tradito
tutti…- l’avvisò gelidamente – E ce la pagherai cara!-
- Non minacciarmi.-
gli disse Draco pacato – Ne ho abbastanza delle vostre stronzate Nott.-
-
Purtroppo per te gli esami non sono così vicini.- l’avvisò Rafe Cohen, in un
angolo del gruppo – E ve ne farò tante che uscirete da qui coi capelli bianchi
voi due.-
- Malfoy…questa è una minaccia…- chiese Harry giulivo, sbattendo
gli occhioni.
- Mi pare di si, sai?- il biondino sogghignò appena –
Vogliono spaccarci la faccia a quanto pare. Così verranno espulsi e la loro
reputazione rovinata.- tornò a fissare Nott, ridendo di quanto era stato simile a loro,
di quanto era stato indifferente a ciò che avrebbe potuto essere fin dal
principio – La vostra reputazione immacolata di figli innocenti è l’unica cosa che
vi rimane. Se fossi il furbo Theodor dimenticheresti questa storia e
ricominceresti a vivere senza l’oppressione dei tuoi. Oppure…puoi spaccare la faccia a me
e allo Sfregiato, ammesso che tu ci riesca e far vedere a tutta la scuola che
sei il degno figlio dei tuoi…finendo alla fine del M.A.G.O. ad Azkaban
insieme ai tuoi adorati genitori. Bell’alternativa non credi?-
Quelli stavano
già deglutendo e Harry sorrise, non visto. Reputazione. Ambizione.
Aveva
ragione il capello parlante, pensò ora sereno.
Per i Serpeverde, l’ambizione
e la vanità erano il peccato più grande.
Per lui …l’orgoglio. E per
niente al mondo lui sarebbe passato sul suo orgoglio. Come ora quei ragazzi non
sarebbero passati sulla loro reputazione.
I serpentelli se ne andarono ma nei
denti avevano ancora parecchio veleno e in un modo o nell’altro avrebbero
cercato di mordere, di quello erano sicuri entrambi ma se non altro per qualche
ora l’avevano scampata.
- Bel discorso.- gli disse Harry.
- Sono degli
idioti, te l’ho sempre detto. Non hanno cervello.-
- E tu invece ce l’hai
vero?- disse Potter sarcastico – Ma sta zitto va!-
- Se non ce l’avessi a
quest’ora sarei ad Azkaban.- gli disse fissandolo storto – E adesso il quarto
d’ora è finito Sfregiato. Non pretenderai che entri in Sala Grande con te!-
-
Ma chi ti vuole, Malferret.- bofonchiò il moretto – Io vado, buona colazione
avvelenata!-
- Ah, grazie…approfittatore di fidanzate depresse!-
Harry si
girò, furibondo. Oh, quel dente avvelenato ce l’aveva anche lui e voleva
scaricarlo accidenti!
- Grazie per i tuoi consigli sulle donne…quando hai
bisogno di una mano con Hermione vieni pure a chiedere!- insinuò sadicissimo,
facendo immediatamente incazzare la sua nemesi di sempre – In fondo l’ho
conosciuta bene…e PRIMA di te! Ci vediamo a lezione perdente! Ciao!-
- TESTA
DI CAZZO!-
- MAI QUANTO TE!-
E andarono avanti ad urlarsi dietro per tutto
il corridoio ma alla fine si divisero, minacciando vendette sanguinose e
ritorsioni che avrebbero colpito la loro progenie: Harry andò in Sala Grande per
la colazione, sperando di trovarci Elettra per prendersi altri dovuti ceffoni e
implorare perdono, Draco invece filò dritto in Sala Duelli visto che in bacheca
c’era scritto che Piton e la Mcgranitt erano andati al Ministero per
testimoniare ai primi processi lampo contro i Mangiamorte. Avrebbero avuto
parecchie ore buche in quei giorni, fortuna che sia Piton che la megera avevano
già finito i programmi. Praticamente anche gli altri e a lui e alla sua
mezzosangue spettava la settimana di ripasso programmata per farsi gli ultimi
esami tranquilli.
Stava a pochi passi dalla Sala Duelli quando si sentì
chiamare.
- Dalton…- bofonchiò vedendo arrivare il Corvonero con la testa
fasciata – Che c’è?-
- Grazie sto bene, anche tu hai la solita faccia da
culo.- rispose Edward amabilmente – Giornata storta?-
- Le stai facendo
prendere quella piega.- Draco lo guardò eloquente – Che vuoi?-
- Il giornale
cocco. Il Cavillo l’hai letto?- e glielo porse – Tu e Potter dovreste darci
un’occhiata. Herm l’ha fatta proprio grossa stavolta.-
- Herm sulla tua bocca
non ci deve proprio stare.- l’avvisò incazzoso e intanto si avviarono
all’interno dove però c’erano solo dieci studenti. Più qualche imbucato. Quando
i due arrivarono nel ritrovo di Grifondoro, Draco aveva quasi tutti i capelli
dritti e davanti alla sua mezzosangue non poté trattenersi.
- Che diavolo è
questa roba???- gracchiò sventolando il giornale come una donnetta
isterica.
La streghetta, che parlava seduta sulle poltroncine con Sirius e
Remus, volse lo sguardo su di lui tutta sorridente.
- Buona giornata!- fece
allegra, imbestialendolo ancora di più – Che c’è Dray?-
- Dray un corno!-
urlò ancora – Chi diavolo ti ha dato il permesso di chiamare la Skeeter e far
scrivere anche il mio nome? Eh?- ma lei non parve per nulla intimorita dal suo
tono, anzi…gli sorrise, illuminandolo tutto e spedendogli la pressione sotto i
tacchi – Ho pensato che tanto per riabilitare Lucilla e Sirius, avrei potuto
farlo anche con te. In fondo hanno cercato di ucciderti, ci hai dato una grossa
mano! Tutti l’hanno testimoniato!- cinguettò indicando anche Justin Bigs e
Neville che si stavano già allenando dentro a un cerchio magico, due veri
stacanovisti.
- Si ma io credevo scherzassi!- abbaiò distrutto – Non potevi
chiedermelo prima?!-
- Mi avresti detto no.-
Draco assottigliò gli occhi.
Dannate donne…dannate tutte quante!
Poco più tardi, seduto al tavolo, stava
ancora fumando.
- Come mai sua altezza è di cattivo umore?- frecciò Ron,
arrivando con una ciambella in bocca.
- Perché non ti schianti dalla Torre di
Astronomia eh?- gli ringhiò Draco – Ho solo visto Potter di mattina presto e mi
ha ribaltato la giornata! Per non parlare di come continua a sottolineare il suo
fare il pioniere della situazione!-
- Quale situazione?- chiese la Grifoncina
sconvolta mentre Sirius e Remus li ascoltavano curiosi.
- Tu no?- sbottò
Draco incazzoso, poi fissò Black ancora più sclerato – E tu che hai da guardare?
Non hai nessuno da uccidere oggi?-
- Secondo me ha ragione Moody, ti
assomiglia proprio!- frecciò Lupin ridacchiando.
- E’ vero, il carattere
recessivo dei Black è forte in parecchie persone sai?- rise anche Hermione.
-
Se non la finite tutti mi accuseranno davvero di qualcosa…- sbuffò Sirius.
-
Com’era la situazione a colazione Ron?- chiese Remus, guardingo.
- Oh, la
solita ogni volta…- il rossino ci era talmente abituato che ormai non perdeva
più neanche tempo a vantarsi delle loro gesta – Tutti che chiedevano dove
fossero Harry e Hermione, tutti che si complimentavano perché siamo eroi, tutti
che volevano sapere i particolari…e tutta Serpeverde che sibilava chiedendo uno
sconto in sangue.-
- Ma non mi dire…- ironizzò Draco acidamente.
- Per non
parlare del putiferio che è scoppiato dopo la lettura del Cavillo e della
Gazzetta!- continuò Weasley guardando Hermione con fare accusatorio – Certo che
sei proprio una testona. Guarda che Caramell potrebbe anche prendere dei
provvedimenti sai?-
- E che potrebbe fare?- rise Dalton sprezzante – Metterci
sotto i ferri perché abbiamo testimoniato ciò che è accaduto nella Camera? Che
si fotta, tanto il padre di Tristan ha tutte quelle prove sugli insabbiamenti
dai…-
- E tu che ne sai?- allibì Hermione.
- L’ho sentito mentre ne
discutevano con Silente.- rispose il Corvonero prendendo la spada – Voi
dormivate!-
- Quindi se Merlino vuole ci leveremo quell’essere odioso dalle
scatole.- disse Ron pensoso – Non sarebbe male!-
- Si e pensa se qualche
membro del Consiglio Anziano prendesse il suo posto…- disse Neville non tanto
positivo – Pensa se toccasse alla Umbridge!-
- Ma dai, è assurdo!-
- Non è
detto.- li avvisò Lupin sospirando – A volte dipende da un semplice diritto di
anzianità.-
- Ma quella è peggio di Hitler!- si schifò Paciock – Quel posto
toccherebbe a Silente!-
- No, a lui piace stare qua a scuola.- sorrise Sirius
blandamente – Non accetterebbe lo stesso.-
- Si, forse hai ragione…- la
Grifoncina assunse un’aria pensosa – Ho letto che un altro possibile candidato
era stato il padre di Lucilla perché era il capo di tutti gli Auror tredici anni
fa.-
- Si, ho sentito che guidava la sezione degli Auror in Gran Bretagna
senza dover rendere conto a nessuno, neanche al Ministro e per questo Caramell
era furibondo.- le disse Dalton – Ma non credo che ora ci sia un altro Auror che
possa prendere il suo posto. Se lo scaldalo verrà davvero fuori ci penseranno i
membri del Consiglio.-
- Infatti, noi abbiamo ben altre grane di cui
preoccuparci.- borbottò Ron – Del tipo che rispondere quando la Daves e quello
stronzo di Cohen verranno a farci il terzo grado.-
- Ripetiamo le stesse cose
del Cavillo no?- propose Neville – Andavano bene. Rita è stata brava per una
volta.-
- Come no.- mugugnò Hermione scuotendo il capo – Comunque per ora si
continua a indagare su dove possa essere finito Peter Minus. Se mai verrà
trovato, Sirius sarà del tutto scagionato, comunque c’è anche la parola di
Lucilla che può essere presa in considerazione per liberarti.-
Black ghignò
non molto convinto – Tesoro, la mia parola e quella di quella mezzo demone non
valgono un tubo.-
- Dici?- Remus alzò le spalle – Non credo che il Ministero
voglia inimicarsi la Lady Oscura.-
- Appunto per quello. La nostra parola
vale ancora poco.-
- Ma quella di noi studenti no.- gli sorrise Hermione
incoraggiante – Harry ormai è di nuovo molto stimato e fra i maghi in tanti
credono in lui. Quando la notizia che tutti i Mangiamorte sono stati sconfitti
verrà divulgata per bene, tutti faranno a gara per leggere il Cavillo e le
nostra testimonianze. E poi il resto spetta a te e a Lucilla.-
- A meno che
tu non preferisca restare infognato a Grimmauld Place.- gli disse Ron serafico.
- Te lo scordi.- mugugnò Sirius alzandosi in piedi – Bene pesti, adesso vado
a farmi due passi. Parlerò con Silente e voi dovete promettermi di stare alla
larga dai guai e dai Serpeverde, intesi?-
- Contaci.- risposero i ragazzini
con le loro stronzissime facce angeliche e Black lasciò perdere, al limite del
suo precario sistema nervoso. Appena tornato in vita e già gli veniva voglia di
tornare dietro al Velo.
Aveva anche in programma di andarsene un po’ di tempo
via con Harry, solo pochi giorni ma a quanto aveva visto dal calendario
scolastico, non gli avrebbe fatto un favore. Gli esami erano troppo
vicini.
Sospirò, un po’ depresso…ma in fondo avrebbero avuto molto tempo per
stare insieme.
La giornata, fino a cena, fu praticamente dedicata a "ognuno
per sé."
Con la mancanza dei professori che si alternavano a ore
indecenti, praticamente fecero lezione solo con Tristan...peccato che Serpeverde del settimo
anno praticamente non si presentò in sala, facendo un gran favore a tutti.
Fu una
vera pacchia per Blaise che quella mattina a colazione aveva rischiato grosso,
anche se poi erano intervenuti i compagni di Dalton da Corvonero (chiamati acidamente
da Cohen "La Brigata dei Neri" in un articolo precedente) e lo avevano saltato
dalla lapidazione, spedendo in infermeria sia Preston che il suo amico Fawcett
che era il cacciatore della squadra. La soffiata che Zabini stava rischiando
l’osso del collo era arrivata niente meno che dalle cacciatrici stesse, Calista
e Sarah che nonostante tutto avevano ancora un po’ cervello.
Anche Terry
Turner, l’Isolano, che si faceva sempre i fatti suoi, non parlava mai con
nessuno e non alzava mai gli occhi dai libri, rischiò qualche occhio nero e solo
per il semplice fatto che i suoi non erano Mangiamorte, come Blaise, ma i
prefetti riuscirono a fermare i colpevoli, sottraendo alle serpi una cinquantina
di punti a volta.
Quello sembrava diventato l’unico modo per tenere a bada
gli animi ma a sera fatta c’era una tensione che si tagliava col coltello.
Tristan e gli Auror lo sentivano passando nei corridoi. I bisbigli velenosi si
erano triplicati, per non parlare della curiosità folle di tutta Hogwarts verso
quanto era accaduto i giorni prima.
- Si, farò un discorso.- aveva alla fine
ceduto Silente quando le richieste degli insegnanti si erano fatte serie.
La
Sala Grande cominciò a riempirsi e quando Harry entrò, sperando di trovare
Elettra, ricevette solo un migliaio di occhi addosso che cominciavano davvero a
irritarlo. E dire che doveva esserci abituato.
- L’hai trovata?-
- No.-
bofonchiò triste quando Draco gli arrivò a fianco, facendo aumentare i bisbigli.
Sentendo quel concerto di sottofondo, i due ragazzi trattennero una
colossale imprecazione ma si avviarono tranquilli verso la navata centrale. A
Serpeverde però marcò poco che Potter scoppiasse a ridere.
- Se non altro non
sentirai cazzate durante la cena.- lo consolò, dandogli una pacca sulla spalle e
Draco dovette ammettere che in fondo non era male. Gli era stata fatta terra
bruciata attorno…
Niente rotture di palle! Era la manna!
Harry, notando le
stelline nei suoi occhi, sorrise divertito quando arrivò anche Blaise e i due
presero posto in mezzo alla tavola, con una separazione di parecchi posti dagli
altri. Arrivò poco più tardi anche quel poveretto di Terry e non trovando posto
altrove dovette fissare Zabini sconsolato. Blaise naturalmente gli fece posto
senza fare una piega e si prepararono a sentire il discorso di Silente, con
Malfoy già a pronto a sonnecchiare con le braccia lunghe sotto il mento.
-
Potresti almeno far finta di sembrare interessato!- gli sibilò Hermione
arrivando a saltelli.
- Pensa alla cena mezzosangue.- rimbrottò lui e alla
fine Silente salì sul pulpito, inspirando a forza.
- Si vede che vorrebbe
essere a miglia da qua.- ironizzò Seamus all’orecchio di Harry, vedendo la
faccia del vecchio mago e in effetti anche il moretto considerò la situazione da
un altro punto di vista. La cosa era parecchio spiacevole. Tanti studenti
rimasti senza genitori. La loro reputazione era stata date alle fiamme
praticamente…
E il risentimento era fortissimo, lo sentivano nell’aria e
sulle loro teste come una spada di Damocle.
Così si misero in attesa…sperando che
le parole di Silente avrebbero potuto risanare quella faida che ormai pareva
inguaribile.