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Autore: Chanel483    21/05/2012    1 recensioni
Rose Weasley vive in un universo perfetto: va bene a scuola, ha Agnes, un'amica fantastica, è nella squadra di Quidditch di Grifondoro, adora suo cugino ed ha una famiglia stupenda.
Ma cosa accadrebbe se si accorgesse che il mondo non è tutto rose e fiori come lei lo conosce?
Cosa accadrebbe se un ragazzo, con una vita molto più difficile della sua le facesse aprire gli occhi?
Può l'amore cancellare anni di pregiudizi e risentimento?
Dalla storia:
“-Quindi tu potresti fidarti di un Malfoy?-, chiese in tono di sfida.
La ragazza annuì con vigore:-Certamente-, rispose sicura.
Lui annuì tra sè:-Bene, allora facciamo un gioco. Tu mi dici una cosa che non hai mai detto a nessuno, e io faccio lo stesso-.”
***
"-Un Malfoy, Hermione! Un Malfoy! Ma non un Malfoy qualsiasi, il figlio di QUEL Malfoy!-, esclamò Ron, rosso di rabbia.
La riccia guardava ancora fuori dalla finestra, lo sguardo perso nel cielo plumbeo dell'Inghilterra:-Tu serbi troppo rancore Ronald. Non si tratta nè di me nè di Draco, tantomeno di te. L'unica cosa che conta è che lei sia felice-”.
(Seguito di “Lo yin e lo yang, gli opposti si attraggono)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Gli opposti si attraggono'
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-Quasi finita

<< Spero che l'incontro abbia portato i risultati sperati >>, stava dicendo la professoressa McGranitt, mentre faceva strada ai signori Weasley e a Draco Malfoy fino al portone d'ingresso.

Nessuno rispose, erano tutti e tre troppo confusi e scioccati dalle recenti rivelazioni per articolare una frase di senso compiuto.

L'ingresso dei ragazzi non aveva fatto altro che incasinare ancora di più la mente dei due uomini, che ora non sapevano cosa pensare. In ordine: Hugo aveva chiesto scusa alla sorella per la lettera e spiegato al padre che l'aveva scritta in un momento di rabbia e non pensava davvero quelle cose; Lily aveva confessato il suo amore per l'erede della, purtroppo famosa, famiglia Goyle e sottolineato che tutti avevano diritto ad una possibilità, a prescindere dal sangue; infine James aveva raccontato di come, nonostante all'inizio l'avesse presa decisamente male, dopo aver visto la felicità della cugina, era riuscito ad accettare quell'improbabile unione: se lo aveva fatto lui, potevano farlo anche loro.

<< Grazie mille professoressa, le siamo molto grati per la sua disponibilità >>, disse Hermione, una volta raggiunta la Sala d'Ingresso, sforzandosi per mettere in pratica almeno le regole basilari della buona educazione.

La preside le sorrise, mettendo in risalto una miriade di piccole rughe intorno ad occhi e labbra:<< è stato un piacere, signora Granger. Spero che lei e suo marito ci onorerete nuovamente con la vostra presenza durante il ballo di chiusura del Torneo della Vittoria >>.

La donna le sorrise, annuendo mentre spalancava il portone d'ingresso:<< Sarebbe un piacere, professoressa >>.

Minerva annuì soddisfatta:<< Bene, a presto allora >>, salutò congedendoli con un cenno della mano.

<< A presto >>, salutò Hermione, mentre gli altri due grugnivano in risposta.

Percorsero in silenzio il parco fino al cancello con i cinghiali alati, che delimitava i confini di Hogwarts.

<< Bene, ci si vede al Ministero, Hermione >>, salutò Draco, pronto alla smaterializzazione:<< Weasley... >>, fece un giro su se stesso ancora prima di sentire la risposta.

Hermione chiuse la bocca dopo averla aperta per salutare l'uomo. Spostò lo sguardo verso destra, dove Ron si dondolava sui talloni, osservando il cielo con le mani in tasca:<< Ron... >>, lo chiamò vedendo che, dopo diversi secondi, non accennava a fare altro.

Lui distolse lo sguardo e lo fissò sulla moglie, rivolgendole un sorriso leggermente imbarazzato:<< Oh, scusa... hai ragione, io dovrei... dovrei... >>, prese un bel respiro, passandosi i palmi delle mani sul viso e tra i capelli:<< … beh, il letto di James mi aspetta >>. Per poco non le venne da ridere: aveva costretto suo marito a dormire nel letto del nipote. Lo osservò grattarsi la nuca e riprendere a dondolarsi sui talloni:<< Io... vado >>.

Hermione lo vide lanciarsi un'ultima triste occhiata intorno prima di prepararsi alla smaterializzazione. Un istante prima che girasse su se stesso lo afferrò per un braccio:<< Dove pensi di andare? >>, domandò.

L'uomo parve decisamente stupito:<< A casa di... Harry >>, disse sbattendo le palpebre, mentre fissava il braccio che la moglie gli stringeva.

Con un sorriso sereno in volto, la donna gli si avvicinò, spostando la presa dal sua avambraccio alla sua mano:<< E se tornassimo a casa nostra? Insieme... >>, propose.

Ron non se lo sarebbe fatto ripetere due volte, se non fosse stato tanto stordito da ciò che aveva appena sentito:<< Fai sul serio? >>, domandò mettendo in bella mostra tutto il romanticismo di cui era a disposizione.

Hermione non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere, senza però cancellare l'espressione di serenità che le illuminava il viso da qualche minuto:<< Sì, faccio sul serio >>, rispose scimiottando il marito.

Lui era ancora troppo stordito per lasciar esplodere la felicità che sentiva montargli dentro:<< Mi... mi hai perdonato? >>, le domandò.

Il suo sorriso si allargò ancora di più:<< Se vuoi metterla così... >>, disse.

Non la lasciò neanche finire. In meno di mezzo secondo percorse i pochi metri che li dividevano e le circondò la vita con le braccia:<< Ti amo e mi è mancato potertelo dire >>, bisbigliò prima di tirarsela vicino e baciarla.

Per entrambi fu come toccare il cielo con un dito. Hermione sorrise sulle labbra del marito, domandandosi come avesse fatto ad essere così stupida da privarli di un tale idillio:<< Ti amo anch'io e mi è mancato sentirtelo dire >>, disse prendendogli la mano.

Si scambiarono un sorriso ebete, di quelli da prima cotta, e si dovettero sforzare per non scoppiare a ridere, tanto era la gioia del momento.

<< Andiamo a casa >>.

<< Certo, ci aspettano Emily e tua sorella... >>.

Strinsero maggiornamente la presa ed, insieme, si smaterializzarono.

 

<< Tutto è bene quel che finisce bene... >>.

<< Più che bene >>, commentò James con un enorme sorriso:<< inizierò a comportarmi meglio con Rose, se questo è il ringraziamento... >>, promise sfiorando con una mano la schiena nuda della fidanzata.

Agnes sorrise e si allungò per dargli un bacio:<< Non fare lo scemo >>, lo rimbeccò dolcemente:<< è solo che sono veramente felice per lei >>.

<< Sì, lo sono anch'io >>, rispose lui, baciandole la fronte.

Rimasero in silenzio per qualche secondo, ascoltando solamente i loro respiri e la leggera pioggia primaverile che sbatteva contro il vetro delle finestre. Agnes sorrise, per quanto non fosse certo inesperta di ragazzi, James era il primo con cui si trovasse veramente a suo agio; era bello poter rimanere vicini senza sentire il bisogno di fare o dire qualcosa.

<< Sai, mi piace >>, disse lui, quasi l'avesse letta nel pensiero:<< è bello rimanere qui con te a non fare nulla >>.

La bionda si voltò a guardarlo e gli regalò un sorrisone che andava da orecchio a orecchio:<< Stavo pensando esattamente la stessa cosa >>, disse prima allungarsi verso di lui per dargli un altro lento bacio.

Proprio in quel momento, il rumore della pioggia cambiò ed il picchiettio contro il vetro si fece più forte. La ragazza alzò lo sguardo e vide una bella civetta che cercava di entrare. Avvolta nel lanzuolo andò ad aprire la finestra, lasciando entrare l'animale completamente inzuppato:<< Portami un'asciugamano, James >>, disse mentre la civetta scuoteva inutilmente le piume, cercando di scrollarsi di dosso un po' d'acqua.

Dopo averla asciugata ed averle lasciato sgranocchiare un paio di biscotti, Agnes recuperò la lettera che teneva legata alla zampa. Con un'incantesimo la asciugò – poiché l'inchiostro era tanto sbavato da rendere le parole incompresibili – e, riconosciuta la scrittura, rimase di sasso.

<< Tutto bene? >>, domandò James alle sue spalle, notando che le stavano iniziavando a tremare le mani.

<< S-si >>, rispose lei in un sussurro:<< è... è una lettera di mia madre >>.

Anche il ragazzo rimase di sasso, mentre si spremeva le meningi in cerca di qualcosa da dire:<< Beh... leggila >>, fu tutto ciò che gli uscì, dopo un paio di minuti di silenzio.

Agnes non lo fulminò con un'occhiataccia solo perchè era troppo occupata a fissare allibita la pergamena. Se la rigirò tra le mani, riuscendo a leggere solo “Cara Agnes”, prima di lanciarsi sul letto e nasconderla tra le coperte. James le si avvicinò ed iniziò a carezzarle la schiena con movimenti lenti e circolari.

<< Non voglio vederla >>, borbottò lei con il viso affondato nel cuscino.

Il ragazzo non smise di sfiorarla:<< Vuoi che te la legga io? >>.

La bionda sollevò il viso arrossato e guardò dubbiosa il fidanzato:<< Vuoi? >>, chiese un po' titubante.

James sorrise annuendo e le prese la lettera. Iniziò a passarle le dita tra i capelli, mentre cominciava a leggere:

 

Cara Agnes,

come stai? A casa è tutto a posto. Io e Dylan stiamo bene e lui ti manda i suoi saluti ed un forte abbraccio.

Sono mesi che non ci sentiamo e volevo sapere se andava tutto bene. Ho saputo che Rose ha avuto dei problemi durante la seconda prova, ora si sente meglio?

Spero di sentirti presto, un bacio

Tua mamma

 

Agnes si era messa a sedere e guardava il fidanzato tenendosi il lenzuolo stretto al petto:<< Tutto... qui? >>, domandò.

<< A quanto pare... >>, rispose James senza smettere di carezzarle i capelli:<< vuoi risponderle? >>, domandò dopo qualche secondo di silenzio.

<< Io... >>, sussurrò, prima di prendersi il viso tra le mani e scuotere piano la testa:<< non lo so >>, ammise poco dopo:<< forse dovrei parlarne con Rose... >>.

Il moro le sorrise, passandole un braccio attorno alle spalle:<< Forse è la cosa migliore... fossi in te però aspetterei ancora un po'. Sai, magari sta anche lei ringraziando Scorpius... >>.

Prontamente lei gli assestò una gomitata tra le costole:<< James! >>, esclamò:<< è di Rose che stai parlando! Di tua cugina! >>.

James sbuffò, massaggiandosi il punto in cui lo aveva colpito:<< Quindi perchè è mia cugina non può divertirsi? >>.

<< Non essere sciocco James, sarà sicuramente in Sala Comune a studiare... >>.

 

<< Un altro sgabuzzino, Scorpius? >>.

Il biondo mugugnò qualcosa di incomprensibile contro il suo collo e riprese a baciarla, schiacciandola contro la porta.

<< Ahi! Ho la maniglia tra le costole >>, si lamentò la ragazza.

Scorpius borbottò ancora e se la tirò più vicino, andando a sbattere lui stesso con il tallone contro la gamba di quello che in tempi migliori doveva essere un tavolo:<< Ahia! >>, strillò iniziando a saltellare nel poco spazio che c'era nello stanzino.

<< Tutto bene? >>, domandò Rose, sporgendosi per controllare.

Il ragazzo tornò dritto, scrollandosi il piede:<< Sì, tutto a posto >>, disse, prima di aventarsi nuovamente sulle sue labbra.

Rose fu costretta a fare un paio di passi indietro, mentre una mano del ragazzo si intrufolava sotto la sua camicia e vagava sulla sua schiena, con il risultato di farla scontrare con uno scatolone poggiato a terra e finire a gambe all'aria sul pavimento impolverato. Scorpius si morse la lingua per non mettersi a ridere.

<< Non è divertente >>, disse la rossa a denti stretti, mentre si alzava massaggiandosi il fondoschiena.

Vedendola così infastidita il ragazzo non riuscì a trattenersi e scoppiò in una fragorosa risata:<< Oh, sì che lo è >>.

Offesa, Rose gli diede le spalle e si avviò a testa alta verso la porta dello sgabuzzino:<< Bene, se mi trovi così spassosa posso anche andarmene >>, annunciò.

Lui si ricompose velocemente e l'afferrò per un braccio con ancora un bel sorriso stampato in viso:<< Eddai! >>, esclamò:<< sai benissimo che stavo scherzando >>. La vide arricciare le labbra e guardarlo male, ancora infastidita:<< Ok, hai ragione; non è divertente. Sono stato uno stupido a portarti di nuovo in uno sgabizzino. Prometto che la prossima volta ci troviamo un posto migliore, ok? >>.

La ragazza parve sollevata e gli sorrise a sua volta:<< Va bene >>, rispose:<< facciamo che lo scelgo io il posto, ok? >>.

Entrambi si misero a ridere e, arrendendosi alla situazione, optarono per stendere un mantello a terra e sedervicisi sopra abbracciati, con la schiena poggiata la muro.

Rimasero qualche minuto in un silenzio rilassato, mentre Scorpius passava le dita fra i capelli rossi della ragazza:<< Sai, quest'oggi... pensavo sarebbe andata peggio >>, ammise.

Rose non potè fare a meno di sorridere:<< Pensavi che mio padre ti avrebbe cavato gli occhi? >>, domandò constatando che, dopo tutto, ciò che aveva detto poteva non essere troppo lontano dalla realtà.

Il biondo scosse la testa divertito:<< In effetti ci ho fatto un pensierino. Ma non parlavo di questo; dopo i primi momenti di... insomma... confusione, mi sembra che sia i tuoi genitori che mio padre abbiano accettato la cosa... più o meno >>.

Lei annuì:<< Mia madre è sempre stata dalla mia parte >>, spiegò:<< mentre mio padre – adesso che gli abbiamo spiegato la situazione – non ha motivo di pensare che tu possa farmi del male e, alla fine, ha sempre voluto solo il mio bene >>.

<< Ne sono contento >>, commentò rigirandosi una ciocca rossa tra le dita.

Di colpo Rose arrossì e nascose il viso contro il petto del ragazzo:<< Ho avuto anche io un po'... paura >>, ammise:<< sai per... tuo padre >>, aggiunse rispondendo all'occhiata interrogativa di lui:<< so che forse è stupido da parte mia, ma ci sono state un paio di volte in cui ho pensato che lui non sarebbe stata d'accordo... per... per di mia madre e per tutta quella storia del preservare il sangue puro eccetera... >>.

Scorpius non riuscì ad avitarsi di scoppiare a ridere:<< Stai scherzando, vero? >>, domandò. In risposta ebbe uno sguardo estremamente serio ed anche un po' offeso:<< Ehi, credevo che avessimo assodato che tra noi due il “cattivo ragazzo” sono io >>.

<< Ma non parlo di quello >>, disse la ragazza mettendo il broncio:<< voglio dire che ero convinta che tuo padre non fosse d'accordo con la nostra... la nostra... >>.

Vedendo che non proseguiva, il biondo la incitò ad andare avanti:<< La nostra...? >>.

Rose la guardo storto:<< Sì, infatti... la nostra cosa? >>, domandò.

Scorpius parve spaziato:<< Cosa vuoi dire? >>.

<< Mi pare che nessuno di noi due abbia ancora dato un nome a questa “cosa” >>, precisò leggermente più acida di quanto volesse.

<< Sbaglio o ho detto davanti ai nostri genitori che tu sei la mia ragazza? >>, chiese il ragazzo, inarcando un sopracciglio biondissimo.

Gli occhi della rossa si illuminarono:<< Quindi stiamo ufficialmente insieme? Cioè, facevi sul serio? Non lo dicevi solo per calmare mio padre? Insomma... abbiamo una storia? >>, domandò a raffica, senza quasi prendere fiato tra una domanda e l'altra.

<< Direi proprio di sì >>, rispose Scorpius, con un sorriso divertito.

Rose si trattenne a stento dal lanciare un urlo di gioia e gettò le braccia al collo del ormai-fidanzato, baciandolo con trasporto:<< Sai le risate che ci faremo quando la Talks lo verrà a sapere? >>, domandò quando si fu staccata per riprendere aria.

 

Le settimane passavano veloci, mentre gli studenti del quinto e del settimo anno si buttavano anima e corpo sui libri.

Roxanne, dopo una mezza crisi isterica che aveva coinvolto lei, un ragazzo del suo anno di Tassorosso con cui si vedeva da qualche tempo ed un'astuccio per le matite, si faceva vedere solo a lezione, ai pranzi e agli allenamenti di quidditch – a dire il vero neanche a tutti. James, al contrario, sembrava estremamente rilassato; purtroppo non si poteva dire altrettanto della sua ragazza che, nel mezzo della Sala Comune, lo aveva minacciato di – testuali parole – chiudere bottega a vita se non si fosse dato da fare con lo studio; da quel momento, il povero grifondoro, passava i pomeriggi chino sui libri.

Essendo al sesto anno, Rose avrebbe dovuto godersi quell'unico anno di tranquillità, ma la sua migliore amica e l'imminenza della terza prova non sembravano volerla lasciare un attimo in pace; da due settimane a quella parte si divideva tra lezioni, compiti e ricerche aggiuntive che Agnes riteneva fondamentali per la sua vittoria. I momenti con Scorpius sembravano ormai un ricordo lontano poiché riusciva a dedicargli si e no dieci minuti durante le pause pranzo.

Ciò che tutti a Grifondoro si domandavano però, era come facesse Agnes Dollow a reggere quei ritmi assurdi; oltre ad occuparsi dei suoi compiti, seguiva Rose e James, eseguendo diligentemente tutti i suoi compiti da prefetto e procurando all'amica appunti su appunti per prepararsi a qualsiasi cosa l'attendesse durante la terza prova.

Insomma, sembrava essere diventata onnipresente.

Si era data una calmata solo quando, dopo una disastrosa partita contro Corvonero, la squadra di quidditch al completo le aveva chiesto – meglio, imposto – di lasciare almeno il tempo di dormire a due dei suoi migliori giocatori.

Quindi, a circa una settimana di distanza dall'ultima prova, Agnes decise di allentare un po' la presa e ridusse i pomeriggi di studio ininterrotto a tre a settimana più, ovviamente, tutto il sabato ed un paio d'ore gli altri giorni. Il fatto che nessuno dei due malcapitati riuscisse comunque a reggere quei ritmi assurdi ed incastrarci gli allenamenti con la squadra, non sembrava importare granchè alla ragazza.

Proprio un giorno di quella settimana, mentre Rose scappava dalle serre di erbologia con la borsa aperta e buona parte dei libri in mano, nella speranza di poter passare qualche minuto con Scorpius prima del pranzo, fu fermata dal professor Paciock:<< Rose, posso parlarti un secondo? >>, domandò l'uomo, appena prima che potesse scappare una volta suonata la campanella.

La rossa si ritrovò, per la prima volta in tutta la sua vita, ad imprecare contro il suo professore preferito:<< Sì, prof? >>, disse comunque, fingendo almeno di essere gentile.

L'uomo attese che tutti gli studenti avessero lasciato la serra, per poi chiedere la porta ed avvicinarsi alla ragazza:<< L'ultima prova è tra una settimana, Rose. Sei preparata? >>, le domandò utilizzando un tono più informale.

Sollevata del cambio di registro, la rossa lasciò cadere la borsa e i libri a terra, per andarsi a sedere su un banco:<< Non hai sentito di Agnes? Ormai è il terrore delle quattro Case. Non fa altro che correre avanti e indietro per il castello portandomi appunti su appunti su appunti perchè io mi possa preparare >>, spiegò franca.

Neville trattenne a stento una risata:<< è una cosa molto da lei >>, commentò.

<< Infatti >>, asserì l'altra, sorridendo arresa:<< all'inizio mi dava fastidio, ma ormai faccio finta di nulla e leggiucchio quello che mi passa >>.

Il professore annuì sorridendo, per poi diventare di colpo serio:<< Ascoltami, capisci che queste prove si fanno mano mano più difficili, vero? >>, domandò. Rose annuì:<< E penso che avrai capito – o almeno lo avrà fatto Agnes – che ognuna ha un significato diverso >>.

<< In che senso? >>.

<< Un combattimento contro un'amico e uno contro una bestia pericolosa >>, riassunse l'uomo, volendo che fosse lei a capire ciò che intendava:<< Cosa serve per superare queste due prove? >>.

Rose ci dovette pensare un attimo, cercando di ricordare quello che aveva dovuto affrontare e cosa aveva pensato:<< Sicuramente bravura con la bacchetta e forza, ma anche... astuzia? >>, tentò sentendosi quasi davanti ad un'interrogazione.

Neville però annuì soddisfatto:<< E sentimento >>, aggiunse:<< per prima cosa, per attaccare una tua amica, hai dovuto batterti con i tuoi sentimenti >>.

<< Sì, certo >>, convenne la ragazza.

<< E quindi cosa pensi possa essere la terza prova? >>.

<< Beh... >>, Rose si morse un labbro, chiedendosi perchè per tanto così il professore non potesse direttamente arrivare al punto senza tanti indovinelli:<< sarà una... lotta contro me stessa? >>, ipotizzò.

<< No >>, disse l'uomo scuotendo la testa:<< sarà un'unione di queste quattro cose. Per superarla dovrai avere forza, astuzia, controllo della bacchetta e dei tuoi sentimenti. Non sarà facile, ma se l'anello ha scelto il tuo nome qualcosa vorrà dire >>.

Rose annuì piano, assimilando ciò che le era appena stato detto:<< Va bene. Grazie mille, Neville >>, disse infine, dopo qualche istante di silenzio.

L'uomo le sorrise, tornando ad essere gioviale come sempre:<< Ora corri pure dal tuo ragazzo Rose, ma mi raccomando, ricorda quello che ti ho detto e continua a studiare con Agnes. Non mi dispiacerebbe affatto se anche quest'anno la Corona fosse di Grifondoro >>.

Anche lei gli sorrise e scappò in fretta verso la porta con un “arrivederci” quasi urlato.

<< E, Rose >>, la richiamò Neville, un istante prima che la ragazza si chiudesse la porta alle spalle:<< Tu sai nuotare, vero? >>.

Ok, vi prego non mi uccidete.
So di avervi fatto aspettare un tempo sproporzionato soprattutto considerando che questo capitolo non è nulla di speciale, ma ho avuto veramente zero tempo. Ho anche pensato che per rimediare, accantonerò un po' l'altra mia storia (Se ci fosse un'altra via) finchè questa non sarà finita, anche perchè ormai mancano solo tre, massimo quattro, capitoli e ci tengo a scriverli bene.
Ci vediamo quindi tra un paio di settimane con "La terza prova".
Grazie a tutti quelli che continuano a sostenermi nonostante i miei ritardi. I love u
Baci, Chanel

  
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